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C.r. Puglia 12.11.24
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
La seduta è aperta.
(Segue inno nazionale)
Buongiorno a tutte e a tutti.
Prego i colleghi e le colleghe di prendere posto.
Diamo per approvato il processo verbale della scorsa seduta di martedì 5 novembre 2024.
Hanno chiesto congedo i colleghi metallo e Galante.
Procediamo con l’assegnazione alle Commissioni. Passo la parola per la lettura al collega De Leonardis.
Prego.
Speaker : DE LEONARDIS.
Alla I Commissione è stato assegnato il disegno di legge n. 223 “Riconoscimento di debiti fuori bilancio”; il disegno di legge n. 224 “Riconoscimento di debito fuori bilancio”; il disegno di legge n. 225 “Riconoscimento di debito fuori bilancio”; il disegno di legge n. 226 “Riconoscimento di debito fuori bilancio”; il disegno di legge n. 227 “Riconoscimento di debito fuori bilancio”.
Alla Commissione III è stata assegnata la proposta di legge a firma del consigliere Conserva ed altri, “Istituzione di una piattaforma informatica regionale per la gestione dei posti letto disponibili nelle RSA accreditate dalla Regione Puglia”; la petizione del 5.11.2024 “In materia di salute mentale – referente Signor Battaglini Luciano Di Trani”.
Sono state presentate le seguenti mozioni: mozione a firma Conserva, Splendido, De Blasi, Romito, “Sostegno alle Forze dell’ordine a seguito delle gravi affermazioni contenute nel rapporto ECRI”; mozione a firma Parchitelli, Barone, Capone, Lopalco, Leoci, Mazzarano, Di Gregorio, Ciliento “LEP in materia di servizi per l’infanzia”.
Speaker : PRESIDENTE.
L’ultima mozione è stata firmata anche da me e da altri consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romito. Prego, prima di passare all’ordine del giorno.
Speaker : ROMITO.
Presidente, ho chiesto di intervenire perché oggi ricorre l’anniversario – per la verità, l’anniversario ricorreva ieri, 11 novembre – della strage di Nassiriya, una strage orribile in cui persero la vita valorosi italiani, 12 appartenenti all’Arma dei carabinieri, cinque uomini dell’Esercito di Stato e due civili, oltre a nove cittadini iracheni che prestavano servizio nell’operazione Antica Babilonia, proprio in quel Paese, proprio in quella parte di mondo così sfortunata.
Io credo, Presidente, che anche in virtù di quello che oggi i militari italiani dispiegati all’estero stanno subendo, sotto ogni punto di vista, sia assolutamente necessario dedicare ai nostri morti e ai nostri eroi italiani un minuto di raccoglimento da parte del Consiglio regionale, perché le loro famiglie possano ricordare per sempre che il popolo italiano non dimenticherà mai i propri eroi, non dimenticherà mai le vittime della Strage di Nassiriya e tutti i militari italiani caduti in missione all’estero.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
La ringrazio: 12 novembre 2003-12 novembre 2024, quindi sì, 21 anni.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il Presidente Emiliano. Prego.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Volevo ringraziare il consigliere Romito per il suo intervento, che condivido totalmente.
Questo evento non va preso solo come il ricordo di che sono tragicamente avvenute nel passato, ma va intesa, come la festa che abbiamo fatto per le Forze armate, qualche giorno fa, come un segno di considerazione, di gratitudine e di ricordo per tutte le Forze armate italiane che, nel rispetto delle risoluzioni dell’ONU, del diritto internazionale e del principio costituzionale che l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali intervengono con saggezza, coraggio e, devo dire, anche con sprezzo del pericolo come operatori di pace.
È una caratteristica che viene riconosciuta alle Forze armate italiane, qualunque sia il Governo che le guida, che non compromette mai il principio di soggezione delle Forze armate agli organismi costituzionali e che assicura all’Italia, dal momento della costituzione della Repubblica, pace, sicurezza e anche prestigio internazionale.
Invito quindi anche la mia Giunta, oltre che tutta la maggioranza, a condividere la richiesta del Consigliere Romito.
Speaker : PRESIDENTE.
Ringrazio il consigliere Romito e il Presidente Emiliano. Effettivamente, ci sono stati anche caduti pugliesi a Nassirya, ci sono stati precisi interventi, effettivamente, nel giorno della cerimonia del 4 Novembre, ma un grazie sincero anche per averlo ricordato oggi.
Tributiamo quindi un minuto di silenzio, come richiesto.
(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)
Dobbiamo proseguire l’esame del disegno di legge n. 121 del 28/06/2024 sui debiti fuori bilancio.
Rispetto a questo punto abbiamo presentato un emendamento di accorpamento di tutti i debiti fuori bilancio, che sono relativi alla lettera e). Quindi, prevediamo di sostituire gli articoli 1 e 2 del disegno di legge n. 121/2024 con l’articolo 1, che li riconosce tutti. Questo emendamento è già pubblicato sul GIAC.
Se non ci sono interventi, possiamo procedere al voto.
Non ho iscritti a parlare.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 29, votanti 26, favorevoli 25, astenuti 3, contrari 1.
L’emendamento è respinto.
Procediamo con l’ordine del giorno. Il punto n. 2) è stato rinviato su accordo della Conferenza dei Capigruppo. Abbiamo previsto di anticipare, in Conferenza dei Capigruppo, il punto n. 6) e di seguito il punto n. 3).
Chiamo la proposta di legge a firma del consigliere Gabellone “Piano straordinario di vendita di alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dell’Agenzia Regionale per la Casa e l’Abitare”, che è al punto n. 6).
Relatore il consigliere Mazzarano. Prego.
Speaker : MAZZARANO.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di legge in esame è volta primariamente a conformare l’ordinamento regionale alle disposizioni nazionali vigenti.
Rispetto all’originaria proposta di legge, e a valle di un più ampio percorso di riesame del contenuto della normativa vigente, che ha interessato la Commissione e le competenti strutture amministrative della Giunta, sono stati presentati numerosi emendamenti, la cui approvazione ha comportato la realizzazione di un corposo intervento modificativo dell’attuale legge…
Speaker : PRESIDENTE.
Chiedo scusa, Presidente Mazzarano, ho l’impressione che lei stia leggendo la relazione al punto n. 3.
C’è l’anticipazione del punto n. 6, relatore sempre Mazzarano, ma proposta Gabellone.
Speaker : MAZZARANO.
Non sono stato aggiornato del nuovo…
Speaker : PRESIDENTE.
L’ho detto prima.
Speaker : MAZZARANO.
Piano straordinario di vendita di alloggi di edilizia residenziale pubblica, di proprietà dell’Agenzia regionale per la casa e l’abitare.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di legge in esame, non comportante oneri a carico del bilancio regionale, vorrebbe introdurre nell’ordinamento regionale un piano straordinario di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dell’Agenzia regionale per la casa e l’abitare.
Le finalità del suddetto piano sarebbero duplici: da un lato consentire ai cittadini affittuari di poter acquistare a buon prezzo la propria casa, nella quale abitano da tempo e di apportare migliorie edilizie; dall’altro, consentire ai vari enti di gestione dislocati sull’intero territorio regionale di incassare risorse da reinvestire nell’edilizia popolare, liberandosi dell’onere dei lavori di manutenzione di immobili ormai datati. L’assessore competente del quale si è acquisito il parere durante i lavori della Commissione ha rappresentato il valore strategico degli interventi di riqualificazione che stanno interessando il patrimonio immobiliare pubblico esistente dell’ARCA, in un momento storico in cui vi è necessità di alloggi per tale finalità, comunque caratterizzato dalle risorse finanziarie limitate.
Il parere dell’assessore è risultato vieppiù negativo in ragione del fatto che la competenza della redazione e aggiornamento dei piani di vendita e già espressamente dell’ARCA che la proposta in oggetto rischierebbe di introdurre delle norme sovrapponibili o addirittura in possibile contrasto con la legge già esistente, creando un’eventuale situazione di difficoltà applicativa.
In relazione a tanto, nella seduta del 2 febbraio 2023 per il provvedimento in questione è stato espresso il voto sfavorevole a maggioranza dei presenti della Commissione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Prego, consigliere Gabellone.
Speaker : GABELLONE.
Grazie, Presidente.
Per ricordare a me stesso che l’ATN è favorevole. Non c’è alcun contrasto normativo o di applicazione. Inoltre, nel corso del parere si evidenziano, nell’ATN, quali sono gli aspetti straordinariamente positivi della legge, non solo, ma legge che è in sintonia con le linee guida del Governo dell’Unione europea e che fa gli interessi dei cittadini.
In sostanza, la legge che cosa chiede? Intanto non è sovrapponibile e non crea alcun problema con la norma esistente. Questo lo dicono gli uffici, per cui vi prego di riflettere su questo. La legge che cosa prevede? Noi abbiamo degli alloggi che ormai dire datati è veramente riduttivo. Io faccio riferimento, nella proposta, agli alloggi realizzati sino al 31 dicembre 1990. Sono alloggi per i quali ARCA Sud e le agenzie non hanno le risorse per i continui interventi, non di efficientamento o di altro, ma di manutenzione ordinaria, per cui accade che a coloro i quali utilizzano gli alloggi si chiede di voler intervenire direttamente e poi di defalcare dai fitti il costo delle sistemazioni.
Questa proposta quale obiettivo vuole raggiungere? Intanto permettere a chi è in quegli alloggi da tantissimi anni di poter intervenire essendo alloggi di proprietà e, quindi, poterli adeguare, efficientare e mettere in linea rispetto alla modernità, all’attualità.
In secondo luogo, evitare che le agenzie, le ARCA Sud e le ARCA in generale, siano costrette a intervenire senza risorse sufficienti, e dal ricavato delle vendite, sulla cui vendita si attivano gli stessi parametri per i quali evidentemente sono soggetti all’affitto, la possibilità di divenire proprietari, e ad ARCA di poter recuperare quelle risorse e, in linea anche con le iniziative poste in essere dal Governo regionale, realizzare alloggi moderni che siano rispettosi delle norme sull’efficientamento energetico, sull’autonomia energetica e sul risparmio energetico.
Una proposta di buonsenso è questa: chiederei – mi pare che il delegato, il collega Lacatena, Stefano, permettimi, Cristian, un minuto solo – mi pare che il parere non sia il suo, ma sia dell’allora assessore, di voler rivedere la posizione del Governo. Ripeto, è una proposta di buonsenso, che può permettere a tanti occupanti di poter divenire proprietari, di poter ammodernare gli introiti, e invece di spendere alle ARCA, di acquisire risorse da investire in nuove costruzioni, quindi allargare la platea di coloro ai quali la Regione attraverso il braccio operativo di ARCA può fornire nuovi alloggi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lacatena. Prego.
Speaker : LACATENA.
Grazie, Presidente.
Solo per dire al Presidente Gabellone che, come sa, l’approccio è quello di non dire no a prescindere, in ragione di una posizione che è stata assunta, però quello che le chiedo – e ti chiedo – è di darci il tempo di completare una ricognizione sull’intero territorio perché, come sai, il tema degli alloggi popolari è abbastanza complesso e articolato anche in ragione delle difficoltà che oggi abbiamo anche a introdurre nuovi alloggi e nuova edificazione, perché l’orientamento comunitario e soprattutto di tutta la programmazione finanziaria non va verso la possibilità di edificazione di nuovi immobili, ma di recupero del patrimonio edilizio esistente. Quindi, l’unica cosa che le chiedo è la possibilità di poter approfondire in maniera articolata il problema e la vicenda e di affrontarla su scala regionale, perché non possiamo dividerci. Per esempio, abbiamo abbondantemente aperto il tema delle occupazioni da parte degli ex militari, abbiamo diverse questioni sul tavolo, che però richiedono una ricognizione organica.
Comprendo assolutamente la posizione della proposta di legge, ma la invito ad approfondire anche personalmente con me il tema e guardare a una scala diversa, che è quella della sola provincia di Lecce, perché noi abbiamo la necessità di rivedere il quadro, posto che non vi è una posizione negativa a prescindere. Non so se sono stato chiaro.
La invito, quindi, a rinviare il provvedimento e a ragionare in maniera organica. anche entro il prossimo Consiglio. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Lacatena.
Prego, consigliere Gabellone.
Speaker : GABELLONE.
Il confronto è sempre benvenuto, come la possibilità di fare approfondimenti, ma questa è una legge che entra in vigore fra tre mesi, potrebbe e dovrebbe entrare in vigore tra tre mesi, che non comporta nulla, per un fatto molto semplice, perché? Perché noi abbiamo, di fatto, una situazione veramente difficile rispetto a chi occupa quegli alloggi che non può spendere, perché dovrebbe spendere risorse, dovrebbe investire risorse, invece in questo modo si dà loro la possibilità di entrare in proprietà, sempre dopo aver fatto una ricognizione per capire. Ma la legge qualifica in maniera puntuale l’intervento: tutti gli alloggi costruiti entro il 1990. Voi immaginate alloggi che da anni non ricevono interventi di manutenzione quantomeno ordinaria e che oggi si trovano, dopo trentaquattro anni, a scontare norme, attività e legislazione che ormai è segno di un progresso che non può essere arrestato.
Con questa legge noi permettiamo a quei soggetti di divenire proprietari e riduciamo le risorse da investire. Poi, per carità, non credo che possa in qualche modo… Oggi si parla anche di cofinanziamento da parte dell’Unione europea. Ripeto: è proprio di oggi, dagli interrogatori a cui i commissari vengono sottoposti, la notizia che l’investimento passerà da 7 a 14 miliardi perché c’è un’esigenza abitativa in un contesto di assoluto degrado e di difficoltà in cui le fasce di popolazione dovrebbero sottrarre stipendi, dovrebbero sottrarre percentuali elevate del proprio reddito, da destinare all’acquisizione e al mantenimento della propria abitazione.
Invito te, invece, permettimi, consigliere, collega, amico, a voler rivedere quel parere con un’attività ricognitiva, immediatamente, in termini attuativi, per poter poi realizzare il percorso, ripeto, in parallelo, possibilità di alienazioni e possibilità di realizzare alloggio, o di migliorare le performance degli alloggi esistenti, ma io sarei più propenso ad aumentare numericamente e qualitativamente gli alloggi a disposizione, perché l’esigenza abitativa sta crescendo a dismisura, man mano che purtroppo molte fasce di popolazione raggiungono la soglia di povertà.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Gabellone.
Quindi, lo rinviamo al prossimo Consiglio? No, vuole continuare a discuterne? Proseguiamo.
Proseguiamo con il voto.
Articolo 1 (Oggetto e finalità).
Non ho iscritti a parlare.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 45, votanti 45, favorevoli 17, contrari 28.
L’articolo 1 non è approvato.
Adesso, posto che l’articolo 1 contiene praticamente la sostanza della legge, decade sostanzialmente l’interesse – è vero, consigliere Gabellone? – a votare l’intero testo. Quindi, la legge è decaduta.
Abbiamo da votare adesso i debiti fuori bilancio. Ha chiesto di intervenire il Presidente Campo. Prego.
Speaker : CAMPO.
Anche per chiarire la dinamica della passata votazione. Adesso possiamo scegliere di procedere come lei meglio ritiene. Visto che non è passato l’emendamento, si potrebbero votare i debiti fuori bilancio uno a uno. Però, voglio far presente, anche nell’interesse del collega Di Gregorio, che ho controllato la stampa dei votanti e risulta che il consigliere Di Gregorio non ha votato, mentre il consigliere Di Gregorio ha votato. Adesso abbiamo riprovato e il suo voto non so se è stato memorizzato dalla… Sì, si è accesa la lampadina, ma pure prima. Non so se è la scheda. Possiamo controllare adesso?
Speaker : PRESIDENTE.
Ai funzionari adesso risulta il voto del consigliere Di Gregorio? Adesso risulta.
Speaker : CAMPO.
Presidente, non sto chiedendo necessariamente di ripetere quella votazione, ci mancherebbe altro. Non è il caso di aprire un dibattito. Non sto chiedendo questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Speaker : CAMPO.
Sto soltanto precisando che il collega Di Gregorio aveva votato. Tra l’altro, come sanno bene anche i colleghi di opposizione, non è la prima volta che si verifica un episodio di questo genere.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo. Grazie.
Adesso procediamo al voto dei singoli debiti fuori bilancio. Avendoli accorpati, avevamo un altro testo.
Disegno di legge n. 121. Prego tutti i colleghi di rimanere al proprio posto. Allora, disegno di legge n. 121.
Articolo 1.
La votazione è aperta. Votiamo. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 30, votanti 27, favorevoli 26, contrari 1, astenuti 3.
L’articolo 1 è approvato.
Articolo 2.
La votazione è aperta. Abbiamo votato tutti?
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 2.
L’articolo 2 è approvato.
La legge nel suo complesso.
La votazione è aperta. Votiamo.
La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 26, favorevoli 26.
Il disegno di legge è approvato.
La legge n. 121 quindi è approvata.
Adesso passiamo alla prossima.
Di questo disegno di legge rimane solo l’articolo 2. Il primo è decaduto per decorrenza dei termini, essendo passati 30 giorni.
Dobbiamo quindi votare solo l’articolo 2 e quello varrà per l’intero disegno di legge.
Disegno di legge n. 123. Articolo 2. Abbiamo votato? Votiamo. La votazione è chiusa.
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 26, contrari 1, astenuti 1.
Il disegno di legge n. 123 è approvato.
Passiamo al disegno di legge n. 145.
L’articolo 1 è decaduto.
Articolo 2, unico articolo. Quindi, approvando questo, approviamo l’intero disegno.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 1.
L’articolo è approvato.
Il disegno di legge n. 145 è approvato.
Passiamo al disegno di legge n. 154.
Sempre solo l’articolo 2, quindi approvando l’articolo 2 vale per l’intero disegno di legge n. 154.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 1.
L’articolo è approvato.
Il disegno di legge n. 154 è approvato.
Disegno di legge n. 178.
Solo l’articolo 2. Vale quello che abbiamo detto prima: approvando l’articolo 2, si approva l’intero disegno.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti 27, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 1.
Il disegno di legge è approvato.
I debiti fuori bilancio sono stati tutti approvati singolarmente.
Dobbiamo dare l’esecutività?
Votiamo per l’urgenza (vale per tutti i disegni di legge)?
Chi è favorevole? Chi si astiene? Nessuno. Chi è contrario? Nessuno.
La procedura d’urgenza è approvata all’unanimità.
Vale per tutti i disegni di legge.
Adesso passiamo al punto n. 3, come da intese: proposta di legge, primo firmatario Caracciolo, “Modifiche all’articolo 13 della legge regionale 10/2014 (Nuova disciplina per l’assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)”, relatore Mazzarano.
Speaker : MAZZARANO.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di legge in esame è volta primariamente a conformare l’ordinamento regionale alle disposizioni nazionali vigenti.
Rispetto all’originaria proposta di legge, a valle di un più ampio percorso di riesame del contenuto della normativa vigente che ha interessato la Commissione e le competenti strutture amministrative della Giunta, sono stati presentati numerosi emendamenti, la cui approvazione ha comportato la realizzazione di un corposo intervento modificativo dell’attuale legge regionale 7 aprile 2014 n. 10.
In particolare, all’articolo 1, gli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono stati esplicitamente fatti rientrare nella definizione di alloggi sociali. Per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica è stato prospettato il ricorso al parametro ISEE, in luogo dell’autocertificazione dei redditi. È stato sancito che l’assegnazione debba avvenire a favore dei richiedenti che non abbiano compiuto reati di violazione di domicilio e che non abbiano subito condanne penali definitive per reati di criminalità organizzata con vincolo associativo.
È stata prevista l’ipotesi di decadenza dell’assegnazione dell’alloggio, in specie per gli autori di delitti di violenza domestica, senza che in tal caso le altre persone conviventi perdano il diritto di abitazione, potendo dunque subentrare nella titolarità del contratto.
Altre modifiche intervengono sul procedimento per l’assegnazione tramite bando pubblico sui punteggi da attribuire, sulla facoltà dei Comuni di pubblicare bandi integrativi, sulla verifica dei requisiti prima dell’assegnazione, sulla disponibilità degli alloggi da assegnare, sui tempi per la scelta e consegna degli alloggi, sul subentro nel contratto di locazione e domanda di assegnazione.
Con ulteriori modifiche alla legge vigente, si è intervenuti sulla morosità, sulle ipotesi di decadenza dell’assegnazione, sulle modalità di permanenza nell’alloggio in caso di superamento del reddito, sulle occupazioni e cessioni illegali degli alloggi, con la previsione di una sanzione amministrativa da versare al Comune.
Altre modifiche intervengono sull’istituzione, da parte dell’ente gestore di un fondo sociale da utilizzare per coloro che non sono in grado di sostenere l’onere del canone di locazione, sull’istituzione dell’ufficio di gestione sociale da parte degli enti gestori, con il compito di incidere positivamente sul rapporto fiduciario tra utente ed ente gestore, sulla possibilità di autogestione degli alloggi e dei servizi degli assegnatari.
Infine, è stata rivista la composizione della Commissione provinciale di edilizia residenziale pubblica, competente a esprimere pareri sulla graduatoria provvisoria e su quella definitiva, oltre che sulle richieste avverso l’annullamento dell’assegnazione, la decadenza dalla stessa e i provvedimenti di mobilità.
La presente proposta di legge comprende, infine, la norma contenente la clausola di invarianza finanziaria.
Nella seduta dell’8 giugno 2023 il provvedimento ha acquisito il parere favorevole a maggioranza dei presenti della Commissione, che si ringrazia per l’attività compiuta.
Si rimette il provvedimento alla valutazione del Consiglio regionale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Parchitelli. Prego, Presidente Parchitelli.
Speaker : PARCHITELLI.
Grazie, Presidente. Il mio intervento è volto principalmente a raccontare la storia di come inizia questo articolato lavoro di riforma di questa legge sull’edilizia residenziale pubblica.
Inizialmente io e l’allora Capogruppo Filippo Caracciolo volemmo intervenire in particolar modo sul recepimento di un articolo inerente al codice rosso. In particolare, coloro che erano condannati per delitti previsti dal codice rosso, quindi in questo caso di violenza domestica, non decadevano dall’utilizzo dell’immobile di edilizia residenziale pubblica. Per questo, abbiamo deciso di proporre questa modifica, in particolare partendo dall’articolo 17, per prevedere in maniera inequivocabile la decadenza dell’assegnazione per i delitti commessi all’interno della famiglia e del nucleo familiare.
Dopodiché, naturalmente è pervenuta la necessità di procedere al recepimento di tante altre disposizioni della legge nazionale ed è iniziato un articolato lavoro nella Commissione di riferimento con il presidente, Paolo Campo, in quel momento, che ha ritenuto di istituire una sottocommissione, la quale ha svolto un lavoro davvero complesso, innanzitutto di ascolto, perché sono stati ascoltati tutti i sindacati, tutti i rappresentanti degli inquilini, è stata ascoltata l’ANCI, abbiamo recepito l’apporto di ognuno.
Questa sottocommissione era composta da maggioranza e da minoranza. Consentitemi di ringraziare il collega Ventola, che ha svolto anche un importante lavoro all’interno della sottocommissione, presieduta da Alessandro Leoci, presente anche Stefano Lacatena, la collega Grazia Di Bari, e spero di non aver dimenticato nessun altro.
Abbiamo lavorato incessantemente per oltre un anno, producendo una riforma totale della legge 10 del 2014. Ci sono alcuni punti che mi stanno particolarmente a cuore, oltre a quello per il quale tutto è partito, ovvero, la modifica dell’articolo 17 che si occupa finalmente della decadenza di chi abbia compiuto i reati previsti dal Codice rosso.
Tra gli altri punti che mi stanno particolarmente a cuore c’è il fatto di avere introdotto, sempre recependo la normativa nazionale, tra i soggetti che possono conseguire l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica anche i cittadini stranieri titolari dello status di rifugiato e di protezione sussidiaria, così come previsto dalla norma.
Altro punto fondamentale è la definizione di nucleo familiare. Finalmente, in questa legge, all’interno per nucleo familiare si intendono anche i conviventi more uxorio, le unioni civili e i conviventi di fatto, ai sensi della normativa e della regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze.
Altri aspetti importanti, a mio parere, all’interno di questa riforma sono quelli che prevedono che il bando di assegnazione venga fatto con cadenza biennale e, in caso di mancato rispetto di tale termine da parte di un Comune sul cui territorio insistono alloggi disponibili di edilizia residenziale pubblica in corso di costruzione, all’emanazione del bando provvede l’ente gestore territorialmente competente, previa diffida della Regione, e con oneri a carico del Comune.
Abbiamo finalmente previsto una valorizzazione dell’ORCA, ovvero dell’Osservatorio regionale sulla condizione abitativa, attraverso una comunicazione costante dei dati, che ci consentirà di programmare in maniera più importante gli interventi da fare.
È stato rivisto il fondo sociale, che è un aspetto fondamentale, già presente nella precedente norma, ma adesso vede una rilevanza ancora più importante, ma soprattutto c’è la previsione dell’ufficio di gestione sociale, ovvero un ufficio che si occuperà di mettere al centro la persona e le sue esigenze. Quindi, finalmente ci iniziamo a occupare delle persone che occupano questi alloggi non soltanto come inquilini, ma ci occuperemo di loro in tutte le loro problematicità, per essergli sempre più al loro fianco.
Questa legge è stata recentemente ripresa dal consigliere delegato Lacatena, sono stati definiti, sempre con un ascolto che c’è stato, ancora una volta, con tutti i sindacati, i sindacati confederali, tutte le ARCA, e previsti degli ulteriori emendamenti, che sono stati appena depositati, che vanno a precisare ulteriori dettagli emersi nel corso di questo tempo che è passato dal deposito della norma ad oggi.
Grazie a tutti per questo importante lavoro. Consentitemi anche un importante ringraziamento alla dottoressa Brizzi, che ha lavorato al nostro fianco costantemente, da poco è anche in pensione, e ciononostante ha continuato, nel suo ruolo attuale, a esserci di grande supporto per questa riforma che, ripeto, è una riforma molto importante ma, allo stesso tempo, estremamente complessa. Grazie a tutti i colleghi di maggioranza e di minoranza che hanno lavorato a questo articolato.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Parchitelli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Leoci. Prego.
Speaker : LEOCI.
Grazie, Presidente. Volevo naturalmente rafforzare quanto già detto dalla consigliera e collega Lucia Parchitelli per tutto il lavoro che è stato fatto affinché oggi si arrivi a questo nuovo testo di legge, a breve arriveranno degli emendamenti che vanno a correggere alcuni aspetti tecnici, che a seguito della mole di lavoro e dell’importanza che ha avuto l’impatto di alcune modifiche si sta cercando di rielaborare al fine di non avere nessun tipo di problema nell’applicazione della legge, una volta che sarà in vigore.
Tengo a ringraziare davvero tutti, e tutte le forze politiche che hanno partecipato al tavolo di sottocommissione da me presieduto, dov’è stata ampiamente condivisa l’impostazione, ma soprattutto i punti salienti e le modifiche che porterà questa nuova legge soprattutto su quello che era l’articolo 3 della legge 10 del 2014, e sull’articolo 20, oggi rubricato nuovamente articolo 17.
Il lavoro è stato ampiamente condiviso, pertanto valutato sotto i minimi particolari, anche attraverso l’ascolto di tutti gli stakeholders, perciò di tutte le parti che sono chiamate oggi a lavorare attraverso quella che sarà poi la legge, soprattutto le ARCA, i sindacati, e gli uffici del Dipartimento della Regione Puglia che hanno fatto un lavoro intenso.
Ringrazio anch’io l’ingegner Brizzi. che oggi ci ha raggiunti in Aula, in pensione, ma che ha dato un contributo prezioso a tutto questo lavoro tecnico, specifico, che va ad impattare su tutte le nostre province, pertanto su tutte le nostre agenzie.
Quello che oggi stiamo cercando di portare in Aula è un allineamento a quella che è la normativa anche di altre regioni d’Italia. Pertanto, la Puglia arriva con un po’ di ritardo, ma questo ci permetterà di allinearci alla legislazione delle altre Regioni, così da poter dire di aver raggiunto un obiettivo che va incontro alla trasparenza, soprattutto, e naturalmente ad una parità di diritti per tutti quanti, e a cercare di risolvere anche adeguando alcune criticità e alcuni aspetti: ahimè, talvolta alcune leggi hanno purtroppo dei gap che non hanno saputo colmare.
Io rivolgo la massima attenzione a tutti quanti in quest’Aula, al fine di licenziare oggi questo progetto di legge che ha visto un lavoro di due anni e mezzo. Guardo qualcuno con stupore che ha lavorato a queste sottocommissioni che abbiamo tenuto, perciò non possiamo che essere contenti del risultato raggiunto, ma al centro dell’attenzione di questo progetto di legge c’è un unico intestatario, che è il cittadino. Il beneficio che oggi apporteremo sarà quello di programmare il futuro con una nuova normativa che va verso la legalità, verso la trasparenza e verso la parità di diritti e l’equità per tutti quanti, con tutto quello che si potrà fare anche successivamente. Ma la cosa importante oggi è l’introduzione di un sistema che cercherà di facilitare anche l’assegnazione degli alloggi, ma anche e soprattutto i canoni, quello dell’ISEE, un sistema che oggi ormai è riconosciuto ed è uno dei sistemi più sicuri che può certificare lo stato patrimoniale e reddituale di un cittadino. Pertanto, io credo che con questo strumento si potrà raggiungere un livello di trasparenza importante, in modo tale che chi ha davvero bisogno di un alloggio di edilizia residenziale pubblica si veda assegnato un alloggio.
Allo stesso tempo con i colleghi si è ampiamente discusso ma anche con tutte le parti sindacali si è raggiunto un accordo, da quello che sono state le riunioni, di adeguare alcune criticità presenti nel vecchio articolo 20.
In tutto questo volevo ringraziare il consigliere delegato Stefano Lacatena, che oggi ha nuovamente, in quest’ultimo periodo dalla sua nomina, ripreso il progetto di legge, ha aperto nuovamente la discussione, che già era stata ampia in precedenza, perciò dando ancora una possibilità alle parti sindacali, alle ARCA e a tutti gli attori interessati di dire la propria, e di dire la proprio per raggiungere un obiettivo comune a tutti quanti. Pertanto, credo che tutto questo lavoro, questo lavoro fatto anche dal consigliere Stefano Lacatena, debba essere portato avanti, affinché nulla sia vano e soprattutto per dare in questo termine di legislatura un risultato concreto ai nostri concittadini.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Leoci.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romito. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : ROMITO.
Grazie, Presidente.
Preliminarmente mi associo al ringraziamento all’ingegner Brizzi per il lavoro che ha svolto in tutto questo lungo periodo. Il fatto che sia ancora qui, e sia qui anche se ormai un quietanza, testimonia ancora una volta la dedizione che i nostri dipendenti e dirigenti hanno nei confronti dell’Amministrazione regionale. Per questo io vi ringrazio, e ringrazio l’ingegnere, in particolare, che ricordo in tante sedute di Commissione in cui la Commissione ha approvato diversi emendamenti, alcuni dei quali approdano oggi in Aula.
Io ringrazio per questo anche il collega Lacatena, che non vedo, ma che ha cercato fin dalle prime ore del suo mandato di coinvolgere anche le opposizioni nella redazione dei testi che potessero essere condivisi.
Su alcuni abbiamo trovato un’intesa, su altri no, ma lo vedremo più avanti, nel corso della discussione. Tengo però ad utilizzare questo spazio di dibattito, perché noi in Consiglio regionale siamo chiamati ad applicare le norme, ingegnere, ma anche a ragionare di temi molto più complessi, di alcuni commi ed emendamenti. Il tema che oggi noi dovremmo affrontare, quello dell’edilizia popolare, è assolutamente rilevante, perché noi oggi con questa normativa, con questo regolamento stiamo modificando i criteri di assegnazione, stiamo dando una rinfrescata ad una norma che aveva bisogno di essere riallineata anche con le modifiche normative di primo rango che sono intervenute in sede parlamentare, quindi abbiamo fatto un lavoro di riallineamento normativo. Abbiamo proposto alcune novità, ma credo che noi si debba parlare nell’Aula del Consiglio regionale, soprattutto perché ci approssimiamo al termine di questa legislatura, più in generale sul tema dell’edilizia residenziale popolare, perché le nostre città, tutte le nostre città, sono gravemente sofferenti sotto questo punto di vista.
Io vengo da una città, la città di Bari, che oggi purtroppo deve gestire migliaia di alloggi di edilizia popolare che sono in condizioni letteralmente fatiscenti. Questo avviene per tutta la provincia di Bari, ma avviene anche nel resto della regione. Purtroppo, è ancora troppo viva la memoria di quella ragazza, di quella figlia della nostra terra che ha perso la vita proprio in uno di quegli alloggi, perché l’ascensore non era arrivato al suo piano e ha trovato la morte in un modo assolutamente drammatico, tragico, che noi non possiamo permettere e che non possiamo accettare in alcun modo.
Io quindi mi auguro che il dibattito di questo pomeriggio possa consentire anche al legislatore regionale, giacché ci approssimiamo alla sessione di bilancio, di introdurre nella nostra legge finanziaria degli strumenti che possano aiutare i Comuni e il nostro stesso ente a migliorare la propria capacità di manutenere gli edifici di edilizia residenziale popolare e soprattutto possa prevedere un nuovo “Piano Marshall” di edilizia residenziale popolare, perché noi abbiamo una tremenda necessita di alloggi che possano dare una risposta all’emergenza abitativa in cui decine di migliaia di pugliesi vivono.
Non posso, però, sottrarmi dal fare una riflessione rispetto a questo, che dal panorama politico e dal dibattito politico nazionale è quasi sempre saltata, io direi saltata a piè pari. C’è un grande rammarico: uno dei più poderosi strumenti finanziari che il nostro Paese ha visto e ha conosciuto in ambito abitativo, il Superbonus 110%, che è costato alle casse dello Stato circa 122 miliardi di euro e che pagheranno le future generazioni, non abbia affatto inciso sul miglioramento del nostro patrimonio immobiliare destinato a edifici di edilizia residenziale pubblica. Sostanzialmente abbiamo speso per la gran parte 122 miliardi di euro, pagati dalle tasse di tutti i cittadini, per rifare le seconde abitazioni, per rifare le ville al mare, per rifare abitazioni di pregio a cittadini che probabilmente non ne avevano bisogno. Abbiamo consentito a istituzioni finanziarie di registrare delle trimestrali con utili record. Sorrido da solo pensando che questo ragionamento lo sta facendo un consigliere regionale di centrodestra, ma tant’è. Abbiamo consentito nei fatti ai ricchi di diventare ancora più ricchi, agli istituti finanziari di fari delle trimestrali da record, e abbiamo lasciato nel disagio più completo e più totale migliaia di cittadini pugliesi, che invece oggi vivono il dramma dell’esigenza di una… E delle imprese, dice bene il collega Scatigna. Rivolgendo, invece, il nostro sguardo dalla parte opposta rispetto alla quale ci chiedevano di rivolgerlo migliaia di cittadini che vivono oggi nei nostri alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Mi auguro che il dibattito di questo pomeriggio possa indurre la coscienza di noi legislatori regionali a introdurre, anche nella prossima legge di bilancio, nella nostra legge finanziaria, degli strumenti che possano darci l’opportunità di intervenire in maniera diretta nelle vite di migliaia di cittadini pugliesi. Io in quelle case ci sono stato e ci vado continuamente quando rispondo alle richieste di aiuto, alle emergenze di cittadini che non hanno l’opportunità neanche di vedersi realizzato uno scivolo per aiutare le persone con disabilità a raggiungere il proprio appartamento, e ho visto case che cadevano letteralmente a pezzi, ho visto caldaie che non venivano sostituite da anni, non più in grado di funzionare, ho visto situazioni di disagio e drammi abitativi che non possono essere lasciati nel silenzio. Quindi, mi auguro che noi si faccia il nostro compito di legislatori nella maniera più opportuna, oggi, migliorando alcune norme che sono state inserite, rendendole più giuste, rendendole più rispettose anche nei confronti di chi cerca quotidianamente di far rispettare la legge nelle nostre città.
È di qualche giorno fa l’esempio di poliziotti locali della città di Bari che sono stati aggrediti da occupanti abusivi di immobili che non avevano diritto di essere là, che hanno aggredito verbalmente e fisicamente delle agenti della nostra Polizia locale che erano lì per fare il proprio mestiere.
Noi quindi oggi abbiamo un’opportunità: quella di migliorare uno strumento legislativo vetusto, ma di dare un messaggio chiaro anche a chi oggi pensa di poter porre in essere dei comportamenti contrari alla legge. La Regione Puglia questo non dovrà e non potrà consentirlo.
Continuerò ad ascoltare il dibattito – si è prenotato anche il collega Leoci, che ha seguito da vicinissimo questa vicenda – e gli emendamenti che verranno proposti dalla maggioranza, e se è il caso, anche a condividerne alcuni.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Perrini. Prego.
Speaker : PERRINI.
Grazie.
Su questa proposta, a cui ha lavorato nei mesi precedenti il collega Ventola, io voglio dare un piccolo mio contributo. Secondo me, dopo i danni del 110 che sono successi in Italia… Io che vado in queste case mi rendo conto della situazione che vive chi ci abita. Vi faccio un esempio: mi è capitato il caso di un disabile che sta al quinto piano di una palazzina. Non avendo l’ascensore, doveva installare l’ascensore.
Qual era il problema? Che per l’ascensore bisognava che contribuissero tutte le persone che ci abitano. Chi abitava a piano terra non partecipava alla quota; chi abitava al primo piano già non pagava il fitto, non ne parliamo; a chi interessava l’ascensore? A chi stava al quarto e quinto piano.
Mi sono interessato di questa situazione. Sono passati tre anni e non si è arrivati a risolvere il problema, una spesa all’incirca di 30.000 euro.
Di queste situazioni in Puglia ce ne sono a centinaia: disabili che non scendono più da casa da anni.
Se noi ci mettiamo tutti quanti insieme e riusciamo anche a capire come dobbiamo aiutare a migliorare queste situazioni, perché quei soldi buttati dal Governo Cinque Stelle con il Superbonus e tutti quei disastri potevano servire ad aiutare, perché ho notato che parecchi di quei soldi sono andati a finire a ristrutturare ville fatte due o tre anni prima, costruzioni del 2020, di quattro anni fa, quando ci sono edifici che sono in grosse difficoltà. Ho fatto il discorso dell’ascensore, ma non vi dico il discorso delle infiltrazioni o il discorso delle facciate, perché è un disastro.
Su questa legge, che il collega Lacatena è stato bravo a portare in Aula, io chiedo di vedere questi emendamenti che sono stati al momento presentati, su qualcuno non siamo d’accordo e abbiamo presentato un emendamento insieme al collega Romito, e capire cosa fare in prospettiva. Guardate che tra le case di ARCA ci sono abitazioni che non vengono manutenute da quarant’anni. Questo è un fenomeno che dobbiamo studiare. Il fatto dell’ascensore è un esempio. Addirittura, quando questo poveretto deve andare a fare qualche esame sanitario, sono costretti a chiamare i vigili del fuoco per farlo scendere. Sono degli esempi che ci devono servire a cercare di capire come risolvere queste problematiche e finanziare o trovare un modo per mettere gli ascensori dove c’è la problematica.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Presidente Perrini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Leoci. Prego.
Speaker : LEOCI.
Grazie, Presidente. Naturalmente condivido quanto è stato detto anche dai banchi della minoranza, soprattutto ciò che ha segnalato il consigliere Romito, la verità di quanto accade oggi e soprattutto la forte emergenza abitativa, che vede molti nostri concittadini non riuscire a trovare un alloggio, perché o sono troppo pochi o tante volte non si riescono a trovare degli alloggi in quanto oggi la Puglia, investita da un fenomeno come quello del turismo, sta sottraendo alla disponibilità di un affitto a lungo termine gli alloggi. Pertanto, sorge ancor di più la necessità oggi di impegnarsi per il futuro, e soprattutto cercare di implementare anche il settore delle politiche abitative, e soprattutto cercare di trovare i fondi necessari affinché ci sia la costruzione di nuovi edifici, in quanto molti sono vetusti e c’è la necessità di fare delle manutenzioni. Manutenzioni che a volte non si riescono a fare, anche perché le ARCA nella gestione dei canoni hanno ritrovato un pregresso importante. Qualcuna è venuta fuori da situazioni di dissesto, pertanto, è una difficoltà che a volte si avverte, anche in base agli effettivi pagamenti dei canoni che non permettono di alimentare gli interventi di manutenzione e anche la realizzazione di nuovi.
Ecco perché la politica si deve focalizzare al fine di trovare nuove risorse per cercare di sopperire alle esigenze delle ARCA stesse, dando un servizio effettivo al cittadino.
Io accolgo quanto detto dal consigliere Romito, e al tempo stesso col consigliere Perrini condivido nuovamente il mio pensiero di esprimere il fatto che ci sia stata una sottocommissione che ha lavorato insieme con tutte le forze politiche, conoscendo gli aspetti degli emendamenti più incisivi alla legge 10 del 2014.
Rivolgo quindi ancora un invito, esprimendo ampia disponibilità a condividere ulteriori emendamenti che potrebbero essere condivisi anche dalla maggioranza, mantenendo però gli impegni precedentemente presi in altre aule.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Leoci.
Adesso vi prego di prestare un po’ di attenzione. Noi abbiamo avuto il deposito di 20 emendamenti.
Sono tutti caricati su GIAC. C’è la disponibilità dei consiglieri firmatari ad accogliere altre firme, laddove lo si ritenesse utile e necessario.
Dovete dirmi se volete che già, finita questa discussione generale, passiamo subito alla discussione, o se avete bisogno di tempo per leggerli. Non ho nessun iscritto a parlare, non ho nessun intervento, deduco che possiamo procedere con l’articolato e con gli emendamenti.
Articolo 1.
Non ci sono emendamenti.
Scusate, io vedo che non c’è attenzione in Aula. Scusate, Consiglio, Giunta.
Il Consiglio è sospeso per cinque minuti. Ci ritroviamo tutti in Aula. Solo per consentire la lettura degli emendamenti. Cinque minuti.
Segniamo alle ore 15.10 il tempo di ripresa del Consiglio.
Riprendiamo i lavori. Rassicuratemi che abbiate letto bene gli emendamenti. Consigliere Lacatena, siamo a posto, possiamo cominciare?
Dobbiamo ripartire. Ripartiamo col Consiglio regionale, grazie.
Dobbiamo ripartire dall’articolo 1 “Modifiche all’articolo 1 della legge regionale 10 del 2014”.
Io non ho iscritti a parlare. Vuole dire qualcosa, consigliere Lacatena? Non lo so. Vuole illustrare l’articolo 1?
Articolo 1, prego… Non ho ancora… Manca il Vicepresidente Piemontese. Sebastiano Leo. Consigliere, Tutolo, prego. Vuole leggere l’articolo 1, per cortesia, consigliere Lacatena, così poi consentiamo al Presidente Tutolo di intervenire. Prego.
Speaker : LACATENA.
Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri, prima di illustrare l’articolo 1, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare la Presidente Parchitelli e il mio Presidente di Gruppo, Alessandro Leoci, in quanto hanno fatto uno straordinario lavoro, insieme alla sottocommissione, che voglio ricordare era composta in maniera trasversale da tutti i rappresentanti politici di questo Consiglio regionale.
Abbiamo iniziato questa legge, Presidente Parchitelli, parlando di un solo articolo, però evidentemente ci siamo accorti che la disciplina meritava un’attenzione particolare e dover essere rivista in toto, e il lavoro fatto ha prodotto l’articolato legislativo che oggi abbiamo in discussione, che è figlio evidentemente in ogni suo articolo di accordi raggiunti in sede di Commissione.
Le tematiche più complesse che abbiamo affrontato durante il dibattito, al netto dell’introduzione di norme innovative rispetto alla tutela delle donne e alle modalità di calcolo dei soggetti assegnatari e per la tenuta degli alloggi in ragione della redditualità, sono state le seguenti. Prima di tutto abbiamo affrontato il tema legato alla specificazione della definizione di alloggio sociale, perché sono abbondantemente note a tutti le grandi difficoltà che si sono avute durante questi anni rispetto all’IMU, una tematica abbondantemente affrontata dal collega Leoci, e le sentenze dei tribunali, che hanno ricordato a tutti che questi benedetti alloggi, che hanno una funzione sociale, che sono dati ai “poveri cristi”, per dirla alla Antonio Tutolo, persone che non hanno la possibilità di accedere ad altri immobili. Ci manca solo che il Comune titolare degli immobili paghi l’IMU. Finalmente abbiamo dipanato questa questione. Questo lavoro è stato fatto egregiamente insieme alla sottocommissione.
Altro tema importante che abbiamo affrontato è il cambio di modalità di determinazione del reddito. Abbiamo stabilito che dal 1° gennaio 2027, con una proposta di emendamento che è stata depositata, in Puglia si cambierà la modalità di calcolo per l’assegnazione degli immobili, ovvero, si userà il famoso ISEE che dovrà essere però figlio di uno studio che verrà articolato dalla Giunta per adattarlo alle esigenze delle nostre ARCA e dei nostri Comuni.
Si pone un problema perché l’ISEE – ha ragione Alessandro quando lo dice – ci aiuta a garantire un aspetto fondamentale: la trasparenza. Si passa dall’autodichiarazione, all’ISEE, che è uno strumento abbondantemente noto al nostro sistema giuridico e soprattutto di controllo, che ci consente di avere una grande attenzione.
Non nego, e lo voglio affrontare subito, che uno dei temi più difficoltosi che abbiamo dovuto affrontare nella sottocommissione quando ero membro, e oggi da delegato del Presidente, insieme a sindacati e tavolo tecnico, è la famosa norma sulle occupazioni degli immobili che non sono state regolate.
Solitamente io sono abituato a fare una premessa rispetto alle questioni che riguardano i cittadini, che riguardano la politica, e anche in questo caso voglio continuarlo a fare, una politica che non è in grado di occuparsi delle questioni e gira la testa dall’altra parte, non appartiene alla mia cultura. Soprattutto, immaginare di non occuparci di una questione abbondantemente nota, quella delle occupazioni sine titulo da parte di alcuni soggetti degli immobili, vuol dire conoscere il problema e lasciarlo sullo sfondo.
Devo dire che la sottocommissione aveva prodotto un emendamento al famoso articolo 20 dalla legge 14 del 2010, che andava in una determinata direzione: quella di rimettere in bonis i soggetti che partecipavano, ai quali davamo la possibilità di partecipare alle graduatorie dei Comuni.
Questa non ha trovato grande condivisione, non solo nell’opinione pubblica, ma soprattutto nei sindacati. A valle dell’approvazione da parte della Commissione del testo che abbiamo oggi all’esame dell’Aula, e a seguito della delega che mi è stata conferita dal Presidente, ho immediatamente costituito un tavolo tecnico permanente, insieme a tutte le ARCA della Regione Puglia, e a tutte le sigle sindacali dei rappresentanti degli inquilini.
In quella sede, anche con note che mi sono state inviate da parte di rappresentanze sindacali, mi veniva chiesto e veniva chiesto alla politica di occuparsi del problema, perché non occuparsi della questione è un modo per abdicare, è come dire: li vedo, ci sono. però volto la testa dall’altra parte, perché non è popolare occuparci delle questioni, perché appena tocchi quel tema, appena parli della vicenda delle occupazioni abusive si scatena un effetto negativo.
La sottocommissione ha avanzato una proposta che aveva alcune criticità. Con questo non voglio criticare il lavoro fatto dai colleghi, perché devo dire che uno dei più attivi in quella fase, se non ricordo male, fu il collega Francesco Ventola, con il quale lavorammo attentamente alla strutturazione della norma, immaginando una remissione in bonis di questi soggetti attraverso i bandi, però evidentemente immaginare di dare punteggi a soggetti che avevano già occupato gli immobili senza titolo e senza averne diritto e dare loro la possibilità di partecipare alle graduatorie in via generale credo che non fosse una buona strada. Questo è stato analizzato da me, insieme ai sindacati e alle ARCA, e abbiamo provato a ritrovare un meccanismo che consenta – stiamo valutando, e lo depositeremo, un emendamento – a determinate condizioni – se mi dai l’emendamento lo racconto – a determinati soggetti di rimanere all’interno dell’alloggio.
Quali sono le condizioni che proponiamo e sottoponiamo all’Aula? Prima di tutto, l’occupazione deve essere antecedente a due anni dall’entrata in vigore di questa legge. Perché abbiamo fatto questo? Non volevamo che ci fosse la corsa all’occupazione abusiva di questi immobili. È evidente. Naturalmente il soggetto si deve trovare in particolare situazione di disagio economico. Non è che, se uno è milionario, può accedere al beneficio. Perché diciamo questo? Perché se noi mettiamo questa gente fuori da casa e non ce ne occupiamo, qualcuno se ne dovrà occupare, e se sono in condizioni di disagio economico evidente, così come disciplinato dalle normative che si occupano di welfare, i soggetti comunque vanno gestiti. Raccontare che non li vogliamo gestire credo che sia un approccio sbagliato.
Abbiamo deciso di applicare una sanzione a questi soggetti di 3.000 euro. Ma gli aspetti importanti sono, eventualmente il Consiglio regionale dovesse decidere di aderire alla proposta che abbiamo condiviso con tutte le organizzazioni sindacali e con tutte le ARCA, che dovranno non aver sottratto il bene mediante il reato di violenza di domicilio, che non abbiano condanne penali per reati di criminalità organizzata e, comunque, per qualsiasi tipo di reato che abbia la finalità di attuare l’occupazione abusiva, fatta eccezione della disciplina dell’articolo 633 del codice penale. Perché abbiamo voluto fare questo? So che molte volte è più facile non affrontare le questioni, è più facile guardare dall’altra parte, come ho detto, però devo dire, e lo voglio sottolineare, che la maturità avuta dal tavolo tecnico e dai sindacati su questo tema non ha eguali. Mi sono sentito, quindi, e ho sentito insieme ai colleghi consiglieri di sostenere questa possibilità a determinate condizioni.
I delinquenti non potranno accedere a questa possibilità; coloro i quali hanno fatto violenza per entrare in questi alloggi, non vi potranno accedere. È evidente, e comprendo anche le ragioni politiche di chi mi potrebbe dire, una persona qualunque, chi non ha fatto l’amministratore “stiamo legittimando le persone che occupano abusivamente un immobile in violazione delle norme e dei diritti degli altri?”. Io farei la domanda al contrario. Sindaci, amministratori, noi consiglieri regionali sappiamo per esempio, e questi sono numeri certi – faccio un esempio su tutti, l’ARCA Puglia centrale – che abbiamo circa 1.400 occupazioni abusive. Negli ultimi tre anni siamo riusciti a sgombrare 22 alloggi. Guardate quanto è complicato un meccanismo che dice di stare attenti alla materia, ma al contempo dice “non ce ne occupiamo perché altrimenti possiamo essere tacciati come coloro i quali vogliono favorire l’abusivismo”.
Non vogliamo fare questo, e non è mia intenzione, non è nostra intenzione occuparci e farlo in maniera scriteriata. Abbiamo voluto dare un senso al ruolo della politica. È come la storia degli alloggi abusivi: noi sappiamo che ci sono intere lottizzazioni abusive, tutti facciamo finta di niente, però ci sono. Questo è un tema che va affrontato. È normale che ci vuole grande maturità politica. È evidente che la maturità politica dovrà andare oltre quella che può essere l’eventuale difficoltà a immaginare di sposare una sanatoria di questo tipo. Io però sono sereno con la mia coscienza perché in un modo o nell’altro ci stiamo occupando di una questione, in un modo o nell’altro abbiamo deciso di affrontarla, e questa legge in sé, oltre alle varie modifiche, soprattutto l’articolato approvato, si è occupato di questa questione.
Noi abbiamo migliorato, e lo dico ad Alessandro e alla Presidente Parchitelli, una norma che era stata approvata all’unanimità sia nella sottocommissione sia nella Commissione consiliare che ha evaso il provvedimento. Vuol dire che c’è un sentiment comune da parte di tutti i colleghi consiglieri e consigliere rispetto ad una tematica.
Quindi, vi ringrazio per l’attenzione. Dico adesso l’articolo 1 di cosa si occupa. L’articolo 1 dell’articolato che interviene modificando il comma 1 dell’articolo 1 della legge 10/2014 si occupa di uno dei primi temi di cui ho parlato all’inizio del mio intervento: definire in maniera specifica e attenta l’alloggio sociale.
Invito l’Aula ad approvare l’articolo 1 in ragione delle motivazioni che ho rassegnato nel mio intervento. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Lacatena.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tutolo. Poi vi do lettura dei titoli, almeno, di tutti gli emendamenti che sono stati depositati, compreso l’ultimo, da qualche minuto. Prego.
Speaker : TUTOLO.
Io volevo qualche delucidazione, perché magari posso aver capito male, giusto per votare in piena scienza e coscienza. Noi stiamo dicendo a chi ha occupato la casa da almeno due anni che adesso gliel’assegniamo. L’importante è che non abbia reati di mafia, però per il resto non ci sono grossi problemi, se ho capito bene. Questo perché magari non riusciamo a sgomberare le 2.200 case occupate, quindi siccome non riusciamo a sgomberarle gliele assegniamo e risolviamo diversamente. Ho capito bene? Perché, se ho capito bene, l’importante è che sono cosciente nel momento della votazione di quello che vado a votare. Quindi, è così? Ho capito bene?
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Tutolo.
Sono stati depositati, come avete visto, tutti gli emendamenti che sono già stati pubblicati in GIAC, da ultimo un emendamento all’articolo 17, che credo non sia stato ancora pubblicato. Un subemendamento all’emendamento all’articolo 17, di cui vi do atto: «Emendamento sostitutivo all’emendamento n. 12. L’articolo 17 della proposta di legge n. 221/A è abrogato».
Consigliere Lacatena, le volevo segnalare che è stato presentato questo emendamento in aggiunta a quelli pubblicati in GIAC, che abroga l’articolo 17 di cui alla legge in esame, presentato da tutta l’opposizione.
Passiamo all’articolo 1 della legge regionale n. 10/2014.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Emiliano. Prego.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Ho preso visione dell’emendamento che ha presentato l’opposizione. L’opposizione è contraria in linea di principio alla sanatoria.
La sanatoria è un gesto politico di particolare importanza e di particolare peso, nel senso che di fronte all’incapacità delle forze dell’ordine e del sistema di tutela dell’ordine pubblico di attuare lo sgombero di queste case, non da oggi, ma da anni ed anni, anche al fine di non trasformare in un danno permanente per le casse degli Istituti delle case popolari (oggi chiamate ARCA), quindi persino di creare una specie di favoritismo nei confronti dell’occupante abusivo, che non regolarizza mai, sta lì, tanto non lo tocca nessuno, è quindi evidente che non il Governo, ma qualcuno ha pensato di regolarizzare questa posizione, come già avvenuto in altre occasioni, distinguendo i casi in cui l’occupazione abusiva sia stata perpetrata attraverso la commissione di determinati altri reati-scopo quindi con riferimento esclusivamente all’occupazione abusiva in senso stretto. Ma se per fare l’occupazione abusiva è stato commesso un altro reato, anche solo un’effrazione, o un atto di violenza – infatti il 634 non è compreso, è l’occupazione abusiva mediante violenza – in quel caso la sanatoria non esisterebbe.
È chiaro che in linea di principio il Governo era contrario alla sanatoria, ma di fronte ad un ragionamento pragmatico, che è stato fatto da alcuni consiglieri, da alcune forze politiche, il Governo ha cercato di esaminare questa vicenda con lo stesso spirito con il quale era stata affrontata dai consiglieri che avevano proposto questa sanatoria.
Una sanatoria che peraltro avrebbe avuto il pregio, ripeto, non solo di eliminare questo odioso privilegio di cui godono a causa dell’inerzia del sistema Paese nel suo complesso, qui non sto dando la colpa a questo Governo, a quello precedente, o a quello precedente ancora, ma è un sistema che vale alla stessa maniera per i campi che ci sono di lavoratori clandestini sulla pista dell’aeroporto di Rignano, per esempio, sono tante le situazioni in cui subiamo l’occupazione abusiva da parte di soggetti e lo Stato è imbelle, non è in grado di realizzarlo perché non sanno dove mettere le persone sgomberate. Sapete bene che un’operazione di sgombero prevede che i Comuni che attuano assieme alle forze dell’ordine lo sgombero devono ricollocare le persone da qualche altra parte, evidentemente a loro spese. Anche per questo i Comuni non credo che dispongano della finanza necessaria per questa operazione.
Ciò che certamente il Governo non può fare è consentire che su una vicenda drammatica, difficile, anche contraddittoria, perché la politica alle volte deve prendere anche delle decisioni contraddittorie rispetto ai princìpi, si possa giocare a scaricare la palla su chi ha mostrato… È opinabile. Uno potrebbe anche dire: io non sono d’accordo. Questo non è senso di responsabilità, è un’altra cosa. Proprio per evitare questa cosa, è evidente che il Governo non può essere favorevole a una cosa del genere, se non c’è una totale e compiuta maggioranza. Ve lo dico con chiarezza: o ci siamo tutti, prendiamo atto di questa vicenda e questa vicenda viene gestita in questo modo, oppure lasciamo il mondo come sta, punto. Non accetto che, di fronte a un sacrificio politico come quello che tutti ci siamo posti il problema di fare, qualcuno dica: no, io sto trasformando in un reato più pericoloso della rapina, perché, se ho capito bene, ci sono minimi edittali di sette anni, o massimi edittali, spero massimi edittali, perché sarebbe pazzesco che ci fosse un minimo edittale… Se la dobbiamo mettere in questi termini, allora lasciamo perdere. Chiediamo ai Comuni di riunirsi con il Ministero dell’interno e con i questori per attuare gli sgomberi, realizziamoli, dotiamo i Comuni delle risorse finanziarie per poter sistemare la gente che viene sgomberata, perché questa è una regola fondamentale di ogni operazione di sgombero, non si possono sgombrare le persone e lasciarle per strada. Ci saranno quelli che si ricollocano a casa di parenti o che hanno altre risorse, ma ci sarà certamente un numero consistente di persone che non hanno altre risorse.
Quindi il Governo, sotto questo aspetto, di fronte alla presentazione dell’emendamento da parte dell’opposizione, che non desidera che si faccia luogo alla sanatoria, vi dice subito che non darà parere favorevole alla sanatoria. Quindi, l’opposizione in questo caso mostra un atteggiamento rispetto a una ipotesi che certamente non fa parte del programma politico dell’Amministrazione di centrosinistra non positivo.
Noi quindi ne prendiamo atto e il Governo non dà il suo parere favorevole a questa modifica.
Prego quindi i presentatori di queste norme di ritirarle, o comunque di trovare la maniera di evitare che si vada a un voto che dimostrerebbe l’incapacità complessiva del sistema di farsi carico di una situazione indecente, che peraltro impedisce di fare lavori nelle abitazioni di questi soggetti, perché le abitazioni sono abusivamente occupate, non si può fare il lavoro di risanamento necessario, non si può fare niente, cioè, si lascia la situazione così come sta in una maniera, ripeto, che io giudico indecente.
Dopodiché, è evidente che di fronte all’incapacità del sistema Italia di attuare e di applicare le leggi – posto che non spetta alla Regione Puglia attuare gli sgomberi, realizzarli e ricollocare le persone – è evidente che noi non ci possiamo permettere di passare per quelli che vogliono favorire i mafiosi, o che vogliono favorire gli occupanti abusivi, perché questo ovviamente corrisponde ad uno stile politico che io non posso che rimandare al mittente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente.
Stiamo verificando i numeri degli emendamenti.
Prego, Presidente Perrini, ha chiesto di intervenire.
Speaker : PERRINI.
Più passa il tempo, più voglio studiare il “fenomeno Emiliano”, osservo che ho da imparare.
Non ho capito, assessore Lacatena. Lui dice che la Regione Puglia come Governo è contraria. Poi si rivolge a noi – ha fatto come Amati –, guadando da questa parte e dicendo che poiché l’opposizione non la vuole, noi… Ora, o sono io che non ho capito, oppure devo continuare a studiarti bene, perché… Poiché ho capito bene la cosa, voi avete una maggioranza. Noi siamo qua per difendere i cittadini, ed è giusto, alcuni passaggi sono giusti. Però, non giriamo la frittata a modo tuo: veramente tu in alcune volte c’è da studiare molto su di te, quello che dici. Io rimango stranito perché, lo ripeto, dici: noi abbiamo un problema nella maggioranza. Il Governo nella maggioranza non lo vota, però la colpa è dell’opposizione. Se me lo spiegate cosa voleva dire, perché io non l’ho capito, me lo spieghi, lo voglio capire. Voi avete i numeri. È un problema che dovete… Voi siete quelli contro i condoni, contro tutto, e poi fate tutto e il contrario di tutto. Voi avete una maggioranza, vi sedete, vi chiudete e ragionate fra di voi. Non è che la gira da questa parte, perché dalla maggioranza vedo, soprattutto nel PD, assenze. Io sto qua. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Lacatena, prego.
Speaker : LACATENA.
Nel condividere appieno l’intervento del Presidente, tengo a rimettere la storia in fila, altrimenti sembra che ci siamo alzati e oggi abbiamo deciso di occuparci di questo problema. Di questo tema se ne è occupata la sottocommissione V, insieme a tutte le forze politiche, e in sottocommissione – io inviterò a prendere i verbali – tutte le forze politiche volevano occuparsi del problema. Nella Commissione tutte le forze politiche hanno votato all’unanimità sulla norma per come è venuta fuori dall’articolato che abbiamo oggi in discussione.
Tengo a precisare anche un altro aspetto, anche al Presidente. Questa non è una proposta che è venuta da consiglieri, ma è figlia di un ragionamento fatto in un tavolo con ARCA e sindacati, rispetto a cui avevamo ben detto che la proposta avrebbe trovato l’approvazione ove ci fosse stata la condivisione da parte di tutti, perché è evidente che la problematica non afferisce a una parte politica, ma afferisce alla capacità delle persone di affrontare le questioni che si trovano quotidianamente a guardare in faccia.
È facilissimo dire: mandiamo le ruspe, mandiamoli tutti via. È la cosa più facile, e prenderei un migliaio di like. È facile dire: basta gli abusivi, basta queste persone che occupano impropriamente gli immobili. Finito il Consiglio regionale, spenti i microfoni, questa gente rimarrà lì, continuerà a occupare gli immobili senza titolo, abusando della pazienza delle pubbliche amministrazioni, se non in altra maniera. Però, come ha detto il Presidente, e io l’ho detto in premessa a tutti i tavoli tecnici, ci tengo perché domani non si debba avere una sensazione diversa, che questo tema non doveva essere terreno di divisioni, ma doveva essere terreno per l’unione rispetto a persone che si occupano delle vicende.
Quindi, al Presidente Perrini a cui sono legato da grande stima per la pragmaticità che contraddistingue sempre la sua azione, ricordo che l’articolo 20, per come è stato modificato dalla sottocommissione, è stato fatto di concerto con il Presidente del Gruppo di Fratelli d’Italia, che conosceva bene il problema, avendo amministrato, l’onorevole Ventola, conosceva benissimo la vicenda, si è fatto lui portatore di una formulazione di modifica che guardasse in faccia, Renato, i problemi, non guardasse i like o la rassegna-stampa.
Io non ho mai affrontato le questioni che riguardano la politica, immaginando la reazione che avrebbe avuto l’opinione pubblica, semplicemente perché probabilmente la politica non è in grado di assumersi le responsabilità. Quindi, Presidente, noi l’emendamento non l’abbiamo neanche depositato, e non lo depositeremo perché non vogliamo offrire uno spazio di speculazione a chi invece dovrebbe occuparsi delle questioni.
Io lo dico in tutti gli incontri che faccio: ci sono diverse problematiche in Italia che sono abbondantemente note a tutti, ma di cui tutti facciamo finta di niente, e facciamo finta di non occuparcene. È mortificante per chi fa politica, con la consapevolezza che la propria azione deve produrre un risultato, non occuparsi delle questioni, e soprattutto, lo dico sempre con l’affetto che provo verso Renato, mi fa specie portare nel campo della polemica e della speculazione un tema che riguarda le persone.
Nel momento in cui infatti il tavolo tecnico e i sindacati, che hanno condiviso con noi questo percorso ci dicono “per favore, occupatevene, per favore ci sono questioni che riguardano, per esempio, soggetti a cui sono morti i genitori che erano assegnatari, e che non avendo fatto regolarmente le comunicazioni si ritrovano ad occupare abusivamente queste case.
È un problema, sì, però, siccome non deve diventare terreno di scontro, Presidente, continueremo a far finta di niente, abbevereremo l’ego di tanti che dicono “abbiamo fermato qualcosa che era scandaloso…” Non c’è niente di scandaloso, ci stiamo occupando delle persone, perché ci sono persone che non hanno commesso reati penali, ci sono persone che non hanno fatto violenza, ci sono persone che per contingenza socioeconomica si ritrovano ad occupare questi immobili. Di queste persone faremo finta di niente, saranno come l’altro grande tema che appassiona gli italiani, la cittadinanza, saranno degli invisibili che continueranno ad occupare immobili, che continueranno a non pagarli. E poi lo Stato mi auguro, che in maniera celere, adesso, e in questo è la sfida più importante, faccia gli sgomberi come faccia le demolizioni, ma lo faccia con determinazione. E in questo bene faremmo a coinvolgere – da questo punto di vista mi farò promotore – il Ministero dell’interno e le forze dell’ordine, perché è arrivato il momento di mettere un punto. D’altronde, se non ce ne vogliamo occupare dal punto di vista legislativo a determinate condizioni, è giusto ed è sacrosanto che ci riappropriamo di questi immobili.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scatigna. Prego.
Speaker : SCATIGNA.
Grazie Presidente. Il consigliere Lacatena, in uno dei suoi interventi, anche nell’ultimo, ha chiamato in causa, giustamente, chi ha amministrato, quindi chi ha avuto un’esperienza diretta con queste problematiche. Io molto umilmente ho amministrato tanti anni il mio Comune e ho toccato con mano diverse di queste situazioni e – mi assumo la responsabilità di quello che dico – da Sindaco ho evitato, in dieci anni, qualunque tipo di possibilità di sfratto che mi si è presentata. Ma perché l’ho fatto? L’ho fatto perché purtroppo chi ha avuto lo sfratto negli anni in cui ho fatto il Sindaco erano persone, Presidente, che non potevano pagare nemmeno il canone di locazione degli alloggi popolari, non potevano farlo dal punto di vista economico, dichiarandolo, venendo alla casa comunale e dicendo, con grande senso di vergogna, purtroppo, ma mantenendo un profondo senso di dignità familiare, che non avrebbero potuto continuare a pagare il canone minimo e purtroppo non sapevano dove andare. Questa è la mia esperienza, che ho vissuto, collega Lacatena, direttamente. E confermo quello che lei diceva: chi non ha mai amministrato localmente non può conoscere i drammi che molto spesso si nascondono dietro situazioni familiari così evidenti.
D’altro canto, però, come opposizione, come cittadini, come rappresentanti di diversi cittadini in quest’Aula noi non possiamo non considerare un altro aspetto, che è quello delle graduatorie. Quando un’Amministrazione locale, un Comune assegna gli alloggi popolari, c’è tutto un iter preparatorio che consente l’assegnazione. Quindi, prima che un Sindaco “x” di un paese “y” di una provincia “z” prenda i like per l’inaugurazione, quindi la famosa entrata negli alloggi delle famiglie aventi diritto, insieme alla sua struttura comunale, insieme alla sua Amministrazione, fa tutto un iter che consente la formazione di graduatorie, che non sono più, voglio ricordare a me stesso e a tutti gli amministratori locali della Puglia, così facili com’erano un tempo. Oggi viene coinvolta la Guardia di finanza, addirittura, che naturalmente analizza i modelli ISEE, perché i modelli ISEE non sono sempre il Vangelo, hanno bisogno anche di essere sostenuti da controlli che vanno oltre le amministrazioni locali.
Quindi, quando si compongono queste graduatorie, naturalmente chi non ha il diritto, quindi non è nelle posizioni favorevoli alle assegnazioni, ha comunque un’aspettativa. E noi, con questa legge cosa facciamo nei confronti di chi ha diritto ad un alloggio? Consentiamo invece che questo alloggio venga occupato – perché di occupazione abusiva comunque si tratta – da persone che non hanno lo stesso diritto di chi oggi è in graduatoria.
C’è anche da dire che le graduatorie hanno una scadenza, un termine di durata perentorio, forse troppo, se non erro, sono quattro anni, dall’assegnazione di tutti gli alloggi disponibili. Io quindi ritengo che il nostro dovere, al di là delle posizioni politiche, sia concettuale, sia logico.
Diceva bene il collega Gabellone: non riusciamo a dare la possibilità a chi vive in alloggi costruiti da trent’anni, da quarant’anni, di efficientarli a sue spese. E che facciamo? Consentiamo un abuso con l’occupazione degli alloggi stessi.
Io invito l’intero Consiglio regionale, avendo ascoltato attentamente, e complimentandomi per l’intervento politicamente artistico del Presidente Emiliano, ad una riflessione: accontentando pochi, lasciando occupati pochi alloggi, scontentiamo tanti altri che ne hanno diritto? Questa è la domanda che faccio a me stesso e all’intero Consiglio regionale. Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Scatigna.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Perrini. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : PERRINI.
Grazie. Sono stato citato dal collega Lacatena. È vero, Ventola era favorevole. Ma tu – ti do del tu perché abbiamo un rapporto personale – hai detto: tutti eravamo favorevoli. Tutti! Io so che abbiamo un Presidente che è un magistrato in aspettativa e rispetto a me le leggi le conosce molto, molto bene. Nel suo intervento il Presidente ha detto: il Governo è contrario a questa tua proposta, il PD lo vedo assente in parecchi di voi, allora ho detto: è cambiato molto da quando Ventola, insieme a tutti quanti, eravate d’accordo. Ed è cambiato anche perché il Presidente della Regione dice: io su questo argomento sono contrario, il Governo è contrario. È chiaro? Ecco perché non devi parlare con me, ma devi parlare con la tua maggioranza e con il tuo Presidente, dopodiché ci sentiamo di nuovo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Presidente, prego.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Non ho capito bene il suo intervento, collega. Lei dice che ne vuole riparlare con maggiore calma? Oppure, ritiene che la posizione che si incarna nel subemendamento abrogativo dell’emendamento sia da confermare? Siccome si tratta di un problema drammatico, è evidente che tutti noi vorremmo evitare di trovarci in una condizione del genere, ovverosia di scegliere in una condizione in cui quello che ha appena detto il consigliere Scatigna sia realizzabile, ossia liberare 2.000 alloggi e darli a quelli che sono in graduatoria, anche perché questi 2.000 non sono più nelle graduatorie o, meglio, non possono essere nelle graduatorie. Questa è la teoria. Alle volte bisogna anche spiegare ai cittadini che, se si governa in teoria, si rischia di non raggiungere mai l’obiettivo.
A noi tutti piacerebbe e ci sarebbe piaciuto che i vari questori, di fronte all’accertamento dell’occupazione abusiva, avessero organizzato, come in qualche caso in maniera esemplificativa è accaduto, perché non è che non è accaduto mai, accade ogni tanto, sperando che questa cosa, come un pannicello caldo, in qualche modo scoraggi per il futuro le occupazioni abusive… Adesso il fenomeno, dopo l’ultima sanatoria, è ritornato ad essere un fenomeno di massa che riguarda un numero elevatissimo di alloggi. Se fossero liberi domani mattina probabilmente noi avremmo azzerato le graduatorie, o quasi, dei richiedenti.
Ciò posto, se la discussione voi ritenete di doverla approfondire, il Governo in questo caso è d’accordo sul fatto che la discussione vada approfondita. Quello che noi vi chiediamo è di essere uniti nella decisione, cioè di non trasformare questa storia, che è triste perché è una cosa triste, è una cosa che corrisponde all’inefficienza complessiva del Paese, perché non riguarda solo la Puglia, credo che in tutte le città italiane, anche quelle del nord, ci sia un fenomeno di occupazione abusiva spaventoso, che il Governo e i Governi – non questo. ma i Governi in generale – hanno deciso di ignorare. Rispetto a questo le vittime sono sicuramente coloro che sono in graduatoria e aspettano disciplinatamente, ma sono anche gli enti che devono gestire queste strutture che hanno migliaia di immobili occupati abusivamente, senza che si paghi il canone, e in più, senza che si possa intervenire su questi immobili, spesso molto vecchi, al punto di raggiungere quasi la inabitabilità.
Al di là di questioni fiscali, di questioni di altra natura, che sono sì drammatiche anche quelle – gli evasori fiscali, ovviamente la vivono in modo drammatico – sono molto più cogenti e premono sulla nostra coscienza per trovare una soluzione. Anche perché, un conto è sgomberare 2000 e rotti immobili e appartamenti; un conto è cercare di sanare queste situazioni e sgombrarne un numero più limitato.
Se quindi la minoranza è disponibile a riaprire la discussione, io penso che non manchino gli strumenti alla maggioranza per riaprire la discussione, fermo restando che il Governo vi chiede solo questo: di prendere una decisione che sia comune a tutti. Siccome non è un punto del programma di Governo, questa sanatoria, noi non possiamo assumercene la paternità come Governo perché non siamo stati eletti per fare la sanatoria.
La sanatoria è un provvedimento che è nato sulla base di un’istanza che viene dai sindacati rappresentativi, peraltro anche di quelli che stanno in graduatoria, non è che il sindacato rappresenta gli occupanti abusivi, cerca di sanare questa situazione.
Se c’è uno spazio di discussione tra di voi, io sono disponibile a seguire questa discussione e a trovare un punto di equilibrio.
Certo, avevo capito, perché sennò non saremmo arrivati fino a questo punto, che la discussione fosse matura. C’è stato un incontro, ieri, tra il consigliere Lacatena, con tutti i sindacati nel quale in qualche modo si era dato quasi per scontato che questo lungo lavoro iniziato dal consigliere Ventola fosse arrivato a buon fine. Se oggi questa conclusione politica non è più, come sembrava, vicina, io penso che abbiamo atteso la deliberazione definitiva da parte del Consiglio su questioni anche molto meno rilevanti di questi, quindi il Governo non ha nessuna eccezione all’ipotesi di trovare il modo di attendere il perfezionamento di un accordo politico tra maggioranza e minoranza, ripeto, su una questione triste, difficile, che implica l’esercizio di tutta la nostra responsabilità rispetto alle vicende di cui ci stiamo occupando.
Concludendo, essendo un fenomeno, come lei stesso ha detto, io la ringrazio per il suo intervento di riapertura della discussione, che mi è parso molto opportuno. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Perrini, per replica. Prego.
Speaker : PERRINI.
Io già immagino domani mattina, ma anche fra un minuto, andrò nel bar e troverò qualcuno che mi dirà: mi hanno detto che tu sei contrario a questa cosa. Sai quelli che hanno i tatuaggi. Io, non avendo paura di affrontarlo, dirò come la penso. Poi, se la voto, troverò anche la persona perbene che paga le tasse, paga la quota del condominio, paga tutto quello che c’è da pagare. Sì, pure io ho un tatuaggio. Non essendo convinto di questa cosa, che in questi mesi sono cambiate alcune situazioni, l’invito che faccio al collega Lacatena, considerato che il collega Lacatena l’unico che non ha chiamato sono io, ha chiamato tanti altri, a me non ha chiamato, è quello di riportarla in Commissione, così io mi convinco su altre situazione, faccio anche un po’ di incontri anche con il Governo, perché adesso siamo al Governo. Perché come la fai sbagli. Allora, io devo anche capire alcune situazioni, collega Lacatena, perché io da qua, non avendo paura di affrontare nessuno, quando affronterò o il cattivo o il buono, devo essere prima di tutto con la coscienza a posto. Io in questo momento non mi sento con la coscienza a posto di votare un provvedimento che ancora sinceramente non mi quadra. Prima ho fatto un esempio: perché non ci concentriamo anche a fare in modo che si facciano gli ascensori a persone che abitano al quinto piano di queste abitazioni che non possono scendere più da anni perché non ci sono gli ascensori dentro a queste palazzine, perché nessuno – nessuno, nessuno, nessuno – paga la quota dell’ascensore.
Ecco perché io mi devo autoconvincere, insieme al mio Gruppo, spero, di questo argomento. Se lo riportiamo in Commissione, mi conoscete: se do la parola la mantengo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Perrini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gabellone. Prego.
Speaker : GABELLONE.
Grazie, Presidente.
Al Presidente Emiliano riconosco la riflessione finale, che è quella giusta. Se si è arrivati in Consiglio è evidente che l’idea era quella che i tempi fossero maturi. Le riconosco la sua buonafede e anche la sua intelligenza nel porre la vicenda in maniera molto chiara, molto lineare.
Presidente, io sono contrario a questa proposta. Sono contrario perché chi ha ricoperto incarichi quali il Sindaco di un Comune sa perfettamente che esistono, Stefano, queste realtà, ma sa anche che noi non possiamo tradire le persone oneste. Le persone cioè che hanno partecipato ad un avviso pubblico sono inserite nelle graduatorie, stanno lì, in perfetta sintonia con le norme, però vengono scavalcati.
Noi rischiamo, ma questo lo offro come elemento di riflessione, di istituzionalizzare questo sistema: una volta riconosciuta l’assegnazione, andiamo anche a sistemare, ci sostituiamo, andiamo a sistemare anche gli alloggi, quindi riteniamo che sia tutto perfettamente legittimo, legale e quant’altro.
Daremmo uno schiaffone a tutte quelle persone che invece credono nelle leggi fondate su princìpi costituzionali, di rispetto della dignità e delle condizioni socioeconomiche dei cittadini.
Io quindi chiedo di riflettere, ma di riflettere in questa direzione, in questo, e in questo senso anch’io mi associo al ragionamento fatto dal mio Presidente e da Renato Perrini, per dire: fermiamoci, ragioniamo un attimo perché rischiamo di trovare un rimedio che è peggiore del male. Questo è il vero punto interrogativo.
Ripeto, io nutro seri dubbi, anche sui passaggi successivi di una ipotesi di approvazione della legge, su quali possano essere i riflessi e le situazioni dinanzi alle quali ci andremmo a trovare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Gabellone.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalera. Prego.
Speaker : SCALERA.
Grazie, Presidente. Il tema che oggi stiamo portando all’attenzione di questo Consiglio è un tema che tocca un po’ tutti quanti, tocca tutti i nostri comuni, la nostra provincia, e io che sono stato – oggi da consigliere regionale la vedo con ottica diversa – dipendente e funzionario delle ARCA conosco bene la situazione degli abusivi non solo nella nostra provincia, la provincia di Taranto, perché credo che le situazioni che esistono a Taranto ci siano in tutta la Puglia, anzi direi in tutta Italia.
In questa Commissione, di cui ho fatto parte, e con il collega Lacatena in più occasioni ci siamo confrontati, è stato fatto un lavoro che credo non debba essere preso e cestinato. È stato fatto un lavoro certosino, un lavoro che ha avuto anche le audizioni degli amministratori e dei dirigenti delle ARCA, quindi ritengo che non possa essere, in una seduta come questa, messa da parte, mettendo, come gli struzzi, la testa sotto la sabbia, perché si vuole parlare di “abusivi sì o abusivi no” o regolarizzare gli abusivi o mettere fuori gli abusivi. Sappiamo bene tutti quanti che i 2.000 abusivi che oggi occupano questi alloggi per metterli fuori ci vuole l’Esercito italiano, e nessuno mai prenderà… Come, Presidente? E non basta neanche. Noi che siamo amministratori, e che abbiamo il dovere di legiferare in merito dobbiamo trovare le soluzioni a questi problemi annosi, a questi problemi che attanagliano la nostra società, il nostro contesto, che attanagliano i nostri territori.
Io ritengo, allora, Presidente, anzi, fatemi fare una proposta, se è possibile: siccome su questi temi non ci deve essere maggioranza e opposizione, non ci deve essere chi sta dalla parte degli abusivi o contro gli abusivi, perché se la poniamo in questi termini, siamo sbagliando a priori, io concordo con quello che ha detto il Presidente Emiliano, con il lavoro fatto, e ringrazio il collega Lacatena e tutti i componenti della Commissione che hanno lavorato in questo senso, e credo che sia opportuno, Stefano, riportare in Commissione, così come ha detto il collega Perrini, l’argomento per venire poi in Consiglio, unanimemente, a votare una legge che elimini questo fenomeno definitivamente, mettere un punto, anche perché noi dobbiamo occuparci di più, credo, di politica sociale, dobbiamo occuparci di più delle persone meno abbienti e dobbiamo occuparci di più dei problemi che in questo momento stanno attanagliando la Puglia, le nostre città, i nostri quartieri.
Noi dobbiamo rendere questi quartieri vivibili, dobbiamo inserire questi quartieri nel contesto delle città e inserirli nel contesto in cui viviamo.
Io credo che il nostro dovere sia questo, dobbiamo lavorare, come ho sempre detto, per il bene comune e lavorare per queste persone, lavorare per questi ambienti che magari rasentano anche la legalità, il più delle volte, e credo che sia una cosa buona e giusta.
Quindi il mio intervento lo concludo dicendo: riportiamo questa legge in Commissione, e portiamola poi unanimemente a votarla quando ci sarà il prossimo Consiglio regionale.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Scalera. Ha chiesto di intervenire il consigliere Leoci. Prego.
Speaker : LEOCI.
Grazie, Presidente. Facendo un esame dell’Aula e ascoltando ogni collega, che ha espresso le proprie ragioni, sia da questa parte che dall’altra parte, ricordo a tutti che è stato fatto un lavoro condiviso e che oggi abbiamo una legge che non si occupa solo dell’articolo 20, ma abbiamo una legge che va a modificare un impianto precedente, la legge n. 10 del 2014, con l’introduzione di modifiche che vanno a cambiare sistemi per migliorare la trasparenza, la legalità, tutto quello che abbiamo detto fino ad ora.
Vi chiedo, pertanto, di continuare, di andare avanti con i lavori. Non possiamo portare il testo legislativo, consigliere Scalera, ho capito, ma le faccio questa specifica, escludendo la sanatoria, abrogando con il subemendamento che verrà proposto dal consigliere Romito, credo, sull’articolo 20, e poi approvare la legge.
Come diceva il consigliere Scatigna, questa legge sta portando l’introduzione di un sistema che va a rafforzare il controllo, dal momento che, come poco fa si diceva, anche lo stesso ISEE risulta alcune volte non trasparente, perché c’è un controllo da parte della guardia di finanza che va a fare degli accertamenti, figuriamoci l’attuale impianto normativo che prevede un’autodichiarazione. Pertanto, oggi stiamo cercando di aumentare l’efficienza del controllo attraverso l’introduzione di un sistema che ci fa una fotografia di chi abita in un alloggio, con situazione patrimoniale e immobiliare.
Vi chiedo, pertanto, in questo momento di andare avanti con la votazione della legge e, una volta arrivati all’articolo 17, di sopprimerlo, di fare una valutazione approfondita insieme a tutti quanti e di arrivare con una modifica successiva. Non possiamo fermare un lavoro e un impianto legislativo solo ed esclusivamente per la questione di una sanatoria, che è una cosa che è sorta successivamente, da un confronto politico da parte della maggioranza e dell’opposizione. Andiamo avanti e diamo qualcosa ai cittadini che stanno aspettando legalità, trasparenza e tutto quello che ci siamo detti poco fa con i nostri interventi.
Pertanto, vi chiedo e chiedo all’Aula di rimanere, di continuare a votare il provvedimento, di escludere naturalmente l’articolo 17 nel nuovo impianto ex articolo 20, di ripristinarlo come era prima, di prenderci una fase di valutazione e di portarla al voto.
Ricordo a tutti quanti che inizialmente mi ero fatto carico di una proposta, date le difficoltà che riscontro in questo Consiglio: quella di fare un adeguamento, perciò non chiamiamola sanatoria, volgarmente, come mi diceva sempre qualcuno, come mi suggerivano da parte degli uffici tecnici, perché a volte questa parola ci viene fatta percepire come se fosse qualcosa di malato, di adeguare l’impianto normativo esistente della legge 10/2014 a quello della legge 80/2014, cosiddetta legge Renzi, in modo tale che nessuno ci possa dire niente sulla questione volgarmente chiamata “sanatoria”.
Questa è una riflessione che vi pongo. Poi, per tutto il resto, quando ci dobbiamo occupare di un problema, cerchiamo di farlo. Io ricordo benissimo, anche da parte dell’opposizione, quando con il consigliere Amato e il consigliere Vizzino, presentammo una legge, all’inizio della legislatura, per poter far approvare il piano casa per i quartieri di Brindisi, Torre Rossa, Sant’Elia, tutta quella zona dove c’era una problematica edilizia, a cui questo Consiglio, naturalmente la maggioranza, votò contro perché non si era pronti ad affrontare il tema.
Dall’altra parte, parlavamo di una doppia conformità su un piano di recupero del 2005 che l’opposizione votava in gran parte favorevolmente. Quel problema non è stato mai risolto, è rimasto lì. Non sono arrivate le ruspe, non hanno buttato giù gli appartamenti, non è stato fatto nulla, è rimasto tutto allo stato dell’arte. Pertanto, vi chiedo: cerchiamo di affrontare i problemi, e alcune volte anche di riuscire a prendere delle decisioni per poter andare avanti, come illustrato e detto dal consigliere Lacatena, dal Presidente Emiliano, noi oggi rischiamo di continuare così per anni, e di portare anche le nostre agenzie, l’ARCA, che sono in un perimetro consolidato del bilancio della Regione Puglia anche, a non poter mai riscuotere canoni da chi occupa abusivamente, di non riuscire a risolvere il problema perché, come illustrato anche dal Presidente, le forze dell’ordine non riescono ad effettuare gli sgombri, per cui poi si attua tutto un meccanismo giudiziario per tutelare chi lo occupa, chi ha i figli, la decisione del primo giudice, la decisione del secondo giudice, di non arrivarne mai accapo.
Vi invito, pertanto, a riflettere su questa situazione, altrimenti il problema ce lo porteremo avanti, e io che sono alla prima esperienza legislativa voglio cercare di risolvere i problemi, per un qualcosa anche su cui mi sto prendendo una responsabilità e che non ho creato io in passato, ma risolviamolo, se ne siamo capaci.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Romito non più? Neanche il consigliere Scalera? No. Va bene.
Presidente, il consigliere Leoci chiede di fare i primi articoli, mentre lei poneva il tema di esaminare diversamente. Prego, Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Se ho capito bene – ovviamente sto cercando di arbitrare il rapporto tra maggioranza e minoranza – il consigliere Perrini ha bisogno di tempo… Ho capito male? Siccome voleva parlare con il Governo… Perdonatemi, sfibrare una seduta, per poi non essere sicuri su dove si arriva non esiste al mondo. Il Consiglio non è un torneo medievale, è un luogo dove la responsabilità di ciascuno si applica.
Se, come ho detto, il Governo non ha la certezza che siete d’accordo su un testo condiviso, il Governo esprime parere contrario e non se ne fa nulla, punto. Quindi, è inutile cominciare a votare, per poi vedere come va a finire, per poi andare sul giornale e dire “è andata così” o “è andata colà”, perché queste cose vanno bene su altri argomenti, non su questo. Vi prego.
Il suggerimento regolamentare me lo insegnate voi: se possiamo accantonare questo punto all’ordine del giorno, lasciandolo in Consiglio, al fine di fare queste valutazioni, passiamo al punto successivo per ora, non credo che questo sia un problema, però non sfibriamo il Consiglio, che ha tanti provvedimenti urgenti su una questione che non siamo sicuri di portare alla fine. Tutto qua, mi sembra più sensato.
Non so se il consigliere Leoci condivide, perché sennò rischiamo di arrivare a metà, ci siamo sfibrati su 17 articoli, e poi non siamo arrivati da nessuna parte, salvo che l’opposizione non cambi opinione.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Scalera, un momento.
Se siete tutti d’accordo, possiamo accantonare questa norma, procedere con l’ordine del giorno e riprenderla alla prossima seduta.
Però dovete essere tutti d’accordo. Diversamente, dobbiamo votare sull’accantonamento temporaneo.
Voi non siete d’accordo ad accantonare questo provvedimento, voi volete cominciare a votare gli articoli. C’è una proposta del Presidente di sospendere l’esame di questa proposta di legge, fare ulteriori approfondimenti e poi tornare in Aula. Su questa proposta, votiamo.
La votazione è aperta.
Ha chiesto di intervenire Massimiliano Stellato, prego.
Speaker : STELLATO.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Stellato.
Ha chiesto di intervenire, prego.
Speaker : STELLATO.
Grazie, Presidente.
Sono quasi due anni, un anno e mezzo almeno che su questa proposta di legge si sono cimentati i lavori, i sacrifici, le risorse, le energie da parte dei consiglieri, delle Commissioni consiliari, dei dirigenti, delle organizzazioni sindacali.
Ora, se ai colleghi che chiedono di riportare nuovamente in Commissione questo provvedimento, l’intento è di trovare una sintesi politica, allora ci sta bene, perché noi siamo aperti al confronto, al dialogo, va bene tutto, ma se dobbiamo essere seri, se il provvedimento salta soltanto oggi in Aula per tornare in Commissione e ritornare ad avere gli stessi problemi politici che oggi affrontiamo in Aula, noi mortifichiamo soltanto il lavoro svolto in questo tempo. In questo tempo noi mortifichiamo tutto. Quindi, se non c’è la volontà di modificare questo provvedimento, è meglio che lo diciamo oggi e la maggioranza si assume la responsabilità di sostenere con i numeri questo provvedimento, perché se così non è perderemo altro tempo utile, magari non modificando nulla rispetto a questo impianto legislativo.
Quindi, Presidente, facciamo l’ultimo invito, sennò perdiamo soltanto tempo. Va in Commissione a fare che cosa se la minoranza non è disponibile a modificare questo provvedimento?
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Stellato.
Ascoltiamo gli ultimi interventi e poi valutiamo il da farsi in maniera corretta.
Presidente Mazzotta, prego.
Speaker : MAZZOTTA.
Grazie, Presidente. In Conferenza dei Capigruppo è uscita la discussione, portata dal consigliere Cristian Casili, sull’opportunità o meno di discutere questa legge oggi in Aula, però dalla Capigruppo è uscita la decisione, soprattutto da parte del Capogruppo del PD, di voler assolutamente portare oggi in Aula la discussione di questa legge, quindi ora non capisco il motivo per cui si cerchi di trovare uno stratagemma per rinviare la legge.
Noi siamo pronti a votarla. È chiaro che c’è il problema dell’articolo 17, sul quale magari possiamo cercare di capire se si può soprassedere, ma noi assolutamente vogliamo che oggi la legge venga discussa in Aula.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romito. Prego, ne ha facoltà.
Speaker : ROMITO.
Presidente, non ho neanche compreso in che modo si possa rinviare una discussione che noi abbiamo già incardinato. Peraltro, il giudizio prognostico su un articolo dei numerosi di cui questa legge è composta è assolutamente singolare. Non mi pare, a memoria, di ricordare un’altra proposta che subisca i futuri pronostici su emendamenti o subemendamenti, come in questo caso, che non seguono in maniera cronologico l’iter della norma. La semplifico. Noi ora dobbiamo discutere e approvare l’articolo 1. Io penso che il collega Leoci, che si è occupato di questa norma per diversi anni, stesse dicendo proprio questo. L’articolo divisivo, l’articolo rispetto al quale c’è una contrapposizione politica che è rappresentata per tabulas da un subemendamento, quello del centrodestra, che dice di cassare l’articolo 17, cioè quell’articolo che conteneva l’idea di sanatoria. Il centrodestra, dunque, dice, attraverso un subemendamento: cassiamo l’articolo 17 che prevede la sanatoria, e c’è una controproposta da parte della maggioranza che potrà subemendare in maniera aggiuntiva o sostitutiva il subemendamento del centrodestra, che impropriamente porta solo la mia firma; ci sono gli altri articoli da discutere, quindi non comprendo perché, come dice il collega Leoci si debba invece posticipare la discussione dell’intera norma, che pure contiene degli elementi di novità che io ho compreso essere determinanti per una parte della maggioranza, o per una parte del Partito Democratico non lo so perché in Conferenza dei Capigruppo non c’ero, mi hanno riferito invece dell’idea, a questo punto lungimirante, del collega Casili.
Siamo arrivati però ormai in sede di discussione. Io credo che si debba votare l’impianto normativo così come avevamo iniziato a votarlo. Dopodiché, Presidente, come lei comprende perfettamente, il giudizio su quelli che sono i subemendamenti aggiuntivi o sostitutivi avverrà di volta in volta, quando ci sarà la discussione in Aula.
Io comprendo la ratio del Presidente Emiliano, che dice che se sull’unico elemento di discussione non siamo d’accordo, è inutile portare in Aula e continuare la discussione del provvedimento. Però, Presidente, questo è un problema che certamente non si può addebitare all’opposizione, questo è un problema che attiene al governo della Regione e alla maggioranza che sostiene il Governo della Regione, non certamente al centrodestra che la sua posizione politica l’ha rappresentata in un emendamento. Da lì si riparte. Rispetto a quell’emendamento ci saranno degli interventi a favore, degli interventi contrari, la possibilità di subemendarlo, modificarlo, migliorarlo. Noi siamo qua ad ascoltare la discussione, pronti a votare i provvedimenti di questa norma, escluso l’articolo 17, che contengono delle migliorie, degli allineamenti normativi che evidentemente si aspettano da lungo tempo, se il Capogruppo del Partito Democratico in Conferenza dei Capigruppo ritiene di dover porre l’accento sulla votazione oggi e subito dell’intero provvedimento.
Rispetto a questo quindi io credo che si prosegua esattamente così come avevamo cominciato questa discussione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Siamo in democrazia, ognuno ha le proprie posizioni da esprimere, le abbiamo ascoltate tutti. La discussione fa fare dei processi, dei progressi nelle proprie convinzioni.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Emiliano, poi il consigliere Casili. Prego.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Vediamo se riusciamo a trovare il bandolo della matassa. Se la maggioranza ritiene di poter approvare gli altri articoli diversi da quello della sanatoria… Chiedo scusa, se ritiene di insistere nel presentare l’emendamento sulla sanatoria, nonostante il parere contrario dell’opposizione, ovviamente il Governo non è d’accordo. A questo punto, se volete proseguire nella discussione, la chiudiamo, anziché aprirla, come ha chiesto il consigliere Perrini, ritirate la norma sulla sanatoria e proseguiamo normalmente i lavori sulla legge. Altrimenti, siccome, onestamente, mi rendo conto dell’importanza che la questione ha assunto e mi rendo conto dell’importanza dell’apertura che il Capogruppo di Fratelli d’Italia, consigliere Perrini, ha fatto, che ha il suo rilievo, siccome questa è politica, insistere sull’andare avanti senza aver chiarito questo passaggio politico secondo me è un errore grave. Quindi, la discussione va sospesa, anche perché immagino che sul resto degli articoli ci sia analoga difficoltà? Non lo so. Ci potrebbe essere? È possibile. È evidente che approvare a maggioranza la sanatoria per il Governo non è possibile. Questo è un punto chiave. Il Governo non vuole – ovviamente non possiamo imporvelo, voi potete fare quello che volete –, il Governo non accetta l’idea che la sanatoria sia votata a maggioranza. Quindi, o questa storia viene risolta adesso presentando un emendamento comune in cui, a sostegno dell’emendamento già presentato dalla maggioranza, l’articolo 17 viene eliminato, oppure sospendete le ostilità e fate politica, cioè cercate un’intesa. Altrimenti, ci fate sfibrare in questa vicenda, in una condizione nella quale poi l’opinione pubblica non ci capirà più niente. Io di questo devo farmi carico, visto che nessuno se ne fa carico.
Non mi preoccupo di quelli con i tatuaggi, con i quali ho avuto a che fare con un certo successo, anche semplicemente facendogli notare che le leggi sono leggi, e finisce là. Non occorre andare nei bar di quelli con i tatuaggi, visto che io alle volte sono andato in altri luoghi e c’è stata contestazione. Non faremo la stessa storia per il fatto che lei va nei bar con quelli con i tatuaggi. Però, questa storia così non sta in piedi dal punto di vista dell’immagine complessiva della Regione Puglia. State parlando di una cosa importante, che è la sanatoria delle occupazioni abusive: o siete d’accordo o non siete d’accordo.
Se non siete d’accordo e volete approfondire la questione fatelo, ma non andiamo avanti nella discussione del disegno di legge, salvo che la maggioranza non rinunci alla sanatoria. Però mi sembra un peccato, visto che la maggioranza anche su mia sollecitazione, si propone di approfondire la questione.
D’altra parte, sono già le 17, tra un po’ partiranno i treni… Sinceramente, soffrire in Aula per una questione sulla quale la confusione regna sovrana, perdonatemi se ve lo dico, non è una cosa accettabile. Qui non c’è nessun problema politico, se non quello che abbiamo definito. Però rischia poi di diventare nella lettura un problema politico a causa del caos che combiniamo, e non va bene perché è una questione delicatissima, anche dal punto di vista dei princìpi e dal punto di vista dello sforzo che si deve fare per ricondurla ad una comprensibilità da parte dell’opinione pubblica.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente.
Io ho due iscritti a parlare. Consigliere Casili, prego.
Speaker : CASILI.
Grazie, Presidente.
Io di certo non sono un fenomeno, sono tutt’altro, però in Conferenza dei Presidenti avevo sommessamente suggerito di sospendere la trattazione dell’argomento qui in Aula o, addirittura, avevo anche proposto di posticipare rispetto ad altri punti all’ordine del giorno.
Peraltro, questa mia proposta era anche evidentemente accolta da qualche collega di minoranza. È evidente, ci ha dato la stura, l’opportunità di aprire un dibattito qui in Aula, però rischiamo di mortificare un argomento di tale importanza.
Per responsabilità, lo dico poi anche per rafforzare quanto espresso in Conferenza dei Presidenti, sarebbe auspicabile sospendere la trattazione di questo argomento per approfondirlo, perché le esigenze emerse dalla trattazione, contemperare queste esigenze mi sembra sia un atto dovuto sia da parte dell’opposizione, sia da parte della maggioranza, perché stiamo parlando di cose molto serie.
Quindi, io sommessamente chiedo ai colleghi di opposizione, che ripeto, accoglievano in un primo momento positivamente la possibilità di posticipare la trattazione di questo importante argomento in altra seduta, di sospendere per non mortificare ulteriormente un argomento molto importante, che vede interessate tantissime famiglie e che, nel pieno rispetto delle posizioni che si sono contrapposte durante il dibattito, proprio per sviscerarle ancora di più e per dare anche la giusta dignità nelle rispettive e corrispettive posizioni, chiedo di sospendere, così come avanzato anche dal Presidente Emiliano, la trattazione dell’argomento e di passare oltre, ripeto, per non rischiare di mortificare un argomento di questa importanza.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi lei, consigliere Casili, fa una precisa proposta di sospensione della discussione e aggiornamento del Consiglio, da quello che ho capito.
Su questa proposta un consigliere a favore e uno contro, oppure votiamo direttamente. Ci sono iscritti a parlare? C’è una proposta di sospensione dei lavori. Sentiamo la sua proposta.
Speaker : LACATENA.
Grazie, Presidente. Prima di tutto voglio…
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi, consigliere Lacatena, casomai non è chiara la proposta del consigliere Casili.
Speaker : LACATENA.
Ho capito. Grazie, Presidente, per avermela specificata.
Prima di tutto voglio dire che non è stato depositato nessun emendamento e che il Presidente del Gruppo Con non ha insistito perché si discuta della vicenda della sanatoria, perché priorità del nostro Gruppo è ragionare sulla legge integralmente.
Ribadisco, per amor di verità, che questa idea che abbiamo sottoposto all’Aula, Presidente, non è figlia di un ragionamento di un consigliere o di un Gruppo, ma è figlia di un ragionamento che è nato in un tavolo tecnico composto, nell’ordine, da CISL, UIL, UGL, SUNIA, SICET, UNIAT, Assocasa, ARCA Capitanata, ARCA Jonica, ARCA Nord Salento, ARCA Puglia centrale e ARCA Sud. Quindi, non è un tema politico che è nato all’interno di un Gruppo o di un consigliere.
Io voglio ribadire un concetto che ho ribadito al tavolo tecnico, Presidente, quando l’ho convocato: questa norma si approva se c’è condivisione di tutti. Quindi, non è cambiato nulla rispetto a questa impostazione. Però, mi sembra evidente che adesso trascinare l’intero impianto normativo all’interno di una discussione che probabilmente merita un approfondimento e, se è d’accordo il Presidente, mi farò promotore immediatamente di un incontro entro giovedì con tutti i Gruppi consiliari per approfondire questo tema. Se troviamo un punto d’intesa lo dibattiamo, se non troviamo un punto d’intesa, evidentemente per le ragioni che ognuno vorrà rassegnare, perché l’argomento è complicatissimo, e ha bisogno di una serenità politica che deve vedere coinvolti tutti, perché un tema del genere non può essere appannaggio di una parte, io quindi propongo, se ci sono le condizioni, di andare avanti sull’impianto normativo, di procedere eventualmente con l’abrogazione dell’articolo 17, per poi riprendere il tema.
Non è un problema, però io non voglio che il lavoro fatto per tre anni da parte dei miei colleghi consiglieri regionali, da parte di tutti i commissari venga mortificato. È evidente che questo ci deve portare a votare l’intero impianto normativo, se siamo nelle condizioni di farlo. Quindi, ribadisco, noi non abbiamo nessuna intenzione di presentare un emendamento che non ha condivisione, e siamo pienamente disponibili a ragionare con tutti per affrontare il problema.
Faccio mia anche la proposta avanzata dal Presidente Perrini: Presidente, piuttosto che andare in una Commissione, io riunirei un tavolo con i Presidenti dei Gruppi per affrontare il tema. Presidente Perrini… Presidente?
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, io ho due proposte, in questo momento, totalmente contrapposte, quindi vi chiedo di sospendere la discussione per rinviare l’intero Consiglio, l’altra è la sua, di continuare la discussione al fine, accantonando l’articolo 17….
Speaker : LACATENA.
Accantonando la questione che ci era stata sottoposta…
Speaker : PRESIDENTE.
Vi chiedo di sospendere il Consiglio per dieci minuti, in maniera tale che ci vediamo come Capigruppo… Dobbiamo arrivare a una soluzione.
Sono due proposte, perché dovrei votare la proposta Lacatena?
Scusate, noi dobbiamo raggiungere un’intesa sul proseguimento dei lavori.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Emiliano. Prego.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
A questo punto la Giunta per aiutare il Consiglio ad attuare il suo intento che è l’approfondimento, è costretta, tra virgolette, a uscire dall’Aula e a consentire la sospensione della seduta perché voi possiate alla fine trovare un’intesa, non con il capestro di doverlo fare oggi, perché onestamente non ne vedo le condizioni, fermo restando che noi siamo qua, quindi quando ci volete, rientriamo. Però, onestamente, la questione non è così semplice da risolvere in dieci minuti, avete bisogno sicuramente di più tempo.
Noi quindi usciamo dall’Aula, il numero legale viene meno, ma così avete il tempo di ragionare, se ne avete voglia, adesso oppure successivamente. Noi rimaniamo tutti qua a vostra disposizione.
Speaker : PRESIDENTE.
Il numero legale non viene automaticamente meno. Qualcuno deve chiedere la verifica del numero legale. Altrimenti, io devo mettere ai voti la proposta Casili, che è la prima proposta fatta.
Scusate, io adesso ho le due proposte, devo mettere ai voti la proposta Casili.
Votiamo sulla proposta Casili, cioè di sospendere la riunione rispetto a questa norma, rinviando l’intero Consiglio. O vuole continuare? Solo sulla proposta, perfetto.
La votazione è aperta.
Colleghi, questa è la proposta. Io devo mettere ai voti la proposta.
Siamo in votazione, Presidente Campo. La proposta è stata fatta e il consigliere Lacatena si è pronunciato contro questa proposta, facendo una controproposta.
Non hanno voluto. Non c’è quella volontà. Va bene, verifichiamo, può darsi che manchi il numero legale.
La votazione è chiusa.
Manca il numero legale.
Presenti 21, votanti 18, favorevoli 3, astenuti 3, contrari 15.
Il numero legale non c’è.
Trattandosi di questo orario, dichiaro chiusa la seduta.
Il Consiglio ci sarà il 26 novembre. Si ricomincia, ovviamente, da questo punto.