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C.r. Puglia 09.01.18
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti. Buon anno a tutti, ovviamente.
Diamo per approvati i verbali della seduta precedente.
Non ci sono richieste di congedo.
III Commissione: richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 2262 e richiesta parere deliberazione Giunta regionale n. 2275.
Sono giunte interrogazioni con richiesta scritta: Galante “Completamento del progetto di utilizzo industriale delle acque reflue di Taranto”; Laricchia “Messa in sicurezza del sito ex SAPA nel Comune di Adelfia”
Mozione: Conca, Galante, Barone e Bozzetti “Prevenzione vaccinale”.
Passiamo all’ordine del giorno.
Primo punto all’ordine del giorno: “Prosieguo esame ordini del giorno sull’argomento “ILVA di Taranto”.
Chi chiede la parola? Il Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Signore e signori, consigliere e consiglieri, voglio informarvi della evoluzione che finalmente l’interlocuzione con il Governo ha avuto a seguito della presentazione del ricorso. Dico “a seguito della presentazione del ricorso” perché mi consentirete di esprimere un giudizio personale, ma credo evidente agli occhi di tutti, e cioè che se non avessimo presentato il ricorso non avremmo avuto alcuna possibilità di interloquire con il Ministero dello sviluppo economico al fine di discutere del Piano industriale e del Piano ambientale nonché di tutte le clausole lì inserite, che attengono a materie di strettissima competenza del Governo e del Consiglio regionale.
Devo dire, con la stessa sincerità con la quale mi sono espresso nei suoi confronti fino a poche ore fa, che l’ultimo comunicato del Ministro Calenda è assolutamente in questo senso, cioè ha finalmente compreso che occorre lavorare per integrare il DPCM che detta le condizioni di acquisto e di funzionamento della fabbrica negli anni a venire con un atto annesso che il Governo ha talmente preso sul serio da inviarci una bozza di protocollo d’intesa sulla quale, ovviamente, stiamo intensamente lavorando.
Sarebbe davvero opportuno, una volta definito il testo complessivo di questa intesa, e io ne sento proprio la necessità, che il Consiglio regionale poi si esprima e integri questa bozza sulla quale preventivamente il Governo regionale e il Governo nazionale si stanno impegnando. Questo non per deresponsabilizzarmi. Ho letto una serie di annotazioni di alcune forze politiche della maggioranza che temono che io eserciti la funzione secondo il cliché dell’uomo solo al comando. Non sto reagendo a questa inevitabile e bonaria critica, dico proprio che è una di quelle vicende dove il pensiero di tutti è necessario. Siccome si tratta di una materia assolutamente innovativa, non credo sia mai successo nella storia della Repubblica una procedura di vendita di una fabbrica strategica di questo livello, non credo sia mai accaduto che si immagini di integrare un DPCM che si assume immodificabile... Ovviamente, non sta a me, adesso, discettare sul diritto amministrativo. Un DPCM non è immodificabile. Comunque, siccome esistono degli strumenti per integrare, per via convenzionale, gli atti amministrativi, questi strumenti sono stati messi in campo dal Governo nella forma del protocollo d’intesa.
Il Comune e la Regione, per il vero, insistono su una forma diversa, che è quella dell’accordo di programma. Ripeto: non sta a me, certo, distinguere i due strumenti. Naturalmente, il protocollo d’intesa ha comunque un valore vincolante dal punto di vista giuridico, ma non contiene attività che immutano immediatamente l’ordine e l’ordinamento giuridico, il Regolamento tra gli enti. L’accordo di programma dà un ruolo molto forte sia al Consiglio comunale di Taranto che al Consiglio regionale e ci consente, peraltro, di rappresentare la molteplicità dei punti di vista che gli ordini del giorno presentati in qualche maniera tentano di descrivere. Capisco bene che, un po’ perché essi sono stati presentati molte settimane fa in una fase completamente diversa da quella nella quale ci troviamo e un po’ perché, obiettivamente, la materia è di difficilissima lettura, nel senso che...
Per esempio, esprimo qui un mio parere personale. Io sarei per la statalizzazione della fabbrica. Questo penso che lo sappiate tutti. Se lo Stato avesse intenzione di nazionalizzare l’ILVA io sarei contentissimo. Anzi, è la mia opzione principale. Non so se riuscirò a convincere il Governo, che invece vuole vendere la fabbrica addirittura a condizioni sulle quali noi vogliamo discutere. Evidentemente, non avendone il potere, non spetta a noi stabilire come la fabbrica deve essere venduta in questa fase. Siamo addirittura in una fase in cui la proprietà rimane dello Stato. Vorrei che fosse chiaro. Si cede esclusivamente la gestione del ramo d’azienda in una fase, evidentemente, di approccio alla vendita definitiva che seguirà successivamente. Questo è il DPCM e queste sono le intese tra le parti.
Voglio anche cogliere l’occasione per ringraziare il Presidente del Consiglio Gentiloni, che si sta sforzando, senza clamore, di ricondurre tutta questa vicenda alla normalità della prassi, e la normalità della prassi è quella che noi abbiamo sempre considerato: avremmo voluto discutere delle osservazioni al DPCM in modo dialettico. Non ci è stato consentito. Noi abbiamo dovuto inviare le osservazioni e il ruolo della Regione Puglia, del Governo, ma anche del Consiglio, che avrebbe potuto, con tempi diversi, produrre, dare indicazioni, purtroppo sono stati ristretti dentro una procedura, quella definita dai decreti che si occupano della cessione dell’azienda, che non ha dato alcuna possibilità né al Consiglio né al Governo di far altro che presentare le osservazioni, osservazioni totalmente rigettate, per quello che possiamo ritenere. Viceversa, nella bozza che abbiamo ricevuto dal Governo alcune di queste nostre osservazioni particolarmente rilevanti sono state oggetto di ipotesi di accoglimento.
Certo, provate a immaginare il contratto più complicato che abbiate mai visto nella vostra vita, non so se riuscite a focalizzarlo, per una serie di ragioni che, ripeto, i giuristi presenti in Aula potrebbero spiegare molto meglio di me, e ovviamente tenete conto dell’impegno titanico di tutta la struttura della Regione Puglia, che devo anche dirvi con un certo orgoglio, anche perché non è merito mio, sta assistendo il Governo e il Presidente in una maniera straordinaria, mi riferisco all’ufficio legale, mi riferisco agli uffici tecnici, mi riferisco all’ARPA. Non c’è nessuno in grado di conoscere quella fabbrica e di trovare con il Governo, con l’acquirente e con il sindacato il giusto regolamento per il futuro, fermo restando ovviamente che le condizioni essenziali non possiamo dettarle noi. Cioè, noi non possiamo stabilire di non vendere l’ILVA e, quindi, di mantenerla statale, non possiamo stabilire di nazionalizzarla, non possiamo neanche stabilire, con nostro atto amministrativo, quali sono i sistemi produttivi che devono essere introdotti. Dobbiamo arrivare a queste conclusioni, se possibili, per via negoziale. Peraltro, ci troviamo con un sindacalista che, nell’ultima sua dichiarazione, il che onestamente mi ha un po’ preoccupato e vedo che ha preoccupato anche l’opinione pubblica, perché è scritto su tutti i giornali, che dice: “Adesso Emiliano se la vedrà con il suo Consiglio regionale martedì”. Io sono assolutamente a disposizione del Consiglio. Resta il fatto, però, che in una fase come questa, interrompere la trattativa con il Governo quando, finalmente, stiamo ottenendo i primi evidenti risultati, non solo sugli specifici punti oggetto dell’accordo di programma o del protocollo di intesa, questo lo vedremo, ma proprio sul fatto che finalmente l’acquirente, il Governo riconosce la Regione Puglia e il Comune di Taranto come soggetti che hanno interlocuzione su questa vicenda. Questo è l’elemento politico di maggiore rilevanza.
Nel passato, purtroppo, il modello che abbiamo definito Riva – e ho anche detto che probabilmente è parzialmente ingiusto anche a scrivere solo a Riva questo modello, perché era il modello che teneva dentro le relazioni industriali, le relazioni sindacali, eccetera, eccetera – era un modello che prevedeva che la Regione, ed è per questo che la Regione Puglia fu costretta ad un pregevole provvedimento di legge sulle emissioni, perché non c’era altro mezzo se non quello per tentare di intercettare le questioni di cui oggi stiamo parlando.
La Regione Puglia tentò, con una legge sulla previsione del danno sanitario, con la legge specifica sulle emissioni, tentò di intervenire in queste vicende. Fu respinta con gravissime perdite, perché lo Stato poi varò una legge autonoma sul danno sanitario che vi dico subito è completamente diversa dalla legge regionale, perché mentre la legge regionale è una previsione nel futuro dell’ipotetico danno in funzione dell’assetto delle tecnologie industriali e quindi è un modello predittivo, la legge nazionale prende atto del danno quando si verifica, e quindi è un modello ricognitivo, che, peraltro, coincide con l’azione della magistratura.
Nel momento in cui si dovesse verificare che la fabbrica, violando le leggi, ha provocato danni ci sarà un altro processo, ma non saremo in grado di intervenire in questa vicenda.
Stabilito che abbiamo provato a trasformare questa situazione odierna diversa da quella nella quale gli ordini del giorno sono stati presentati in un diverso ordine del giorno, mi rendo conto che anche questo tentativo era complesso perché noi non siamo arrivati alla fine di niente ancora. Siamo in una fase in cui era impossibile redigere un ordine del giorno che desse conto dell’esito della trattativa in corso.
Noi abbiamo una ragionevole aspettativa di essere convocati al più presto, credo, a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio per definire le condizioni politiche essenziali dell’accordo. È chiaro che io – questo è l’impegno che prendo con il Consiglio regionale – preciserò al Presidente del Consiglio e al Governo che, ovviamente, noi insisteremo perché l’accordo abbia forma di accordo di programma e insisterò per sottoporre questo accordo, comunque sia, al voto del Consiglio regionale.
Nel momento in cui si stipula l’accordo e si trova il punto d’incontro, inevitabilmente la materia del contendere cade. Anche volendo mantenere il ricorso, basterebbe per la controparte esibire al giudice l’accordo sulla controversia per dire che la materia del contendere è esaurita. Come, d’altra parte, gli ordini del giorno presentati, in particolare quello del consigliere Borraccino, ovviamente hanno un profilo, attualmente, che va, secondo me, politicamente sviluppato nel seguito di questa vicenda attraverso la discussione politica, cioè capire se ci sono dei margini per la statalizzazione della fabbrica, e io credo di no, in tutta sincerità, sebbene condivida totalmente questo punto di vista, perché secondo me sarebbe stata la soluzione migliore quella della nazionalizzazione della fabbrica, e devo dire che, sia pure con la prudenza che deriva dal fatto che la decisione non spettava al livello regionale, credo di averlo fatto intendere più volte da questo punto di vista, e ovviamente rilevare che l’eventuale ritiro del ricorso rende ancora più veloce e senza condizione la vendita a privati della fabbrica.
Credo sia necessario attendere in questa vicenda perché eventuali voti in questa fase, ovviamente anche in funzione della possibile contraddittorietà di alcuni dispositivi di questi ordini del giorno, sarebbero ineseguibili in questa fase e, comunque, potrebbero persino dare la scusa al Governo – lo dico chiaramente – per dire: “Va bene, a questo punto chiudiamo la trattativa sull’accordo di programma perché tanto la Puglia non vuole l’accordo di programma”. In tutta sincerità, credo che questa cosa, il fatto che la Puglia non debba interloquire sulla vicenda, non la voglia neanche chi ha una visione iper-industrialista della vicenda stessa, perché credo che, dal punto di vista politico, dover poi tornare nei nostri territori a dire che non siamo stati in grado neanche di definire uno statuto speciale dell’applicazione di una serie di procedure di vendita che non sono mai state concordate con noi a nessun livello, è chiaro che dal punto di vista politico questa cosa sarebbe, sia per la maggioranza che per l’opposizione, un problema abbastanza complicato da superare. Anche per scrollarci definitivamente di dosso l’idea, come ho già detto, che quella fabbrica detti le condizioni alla Regione Puglia.
Io non voglio arrivare al contrario, perché lo stato di diritto non consente alla Regione di dettare le condizioni di funzionamento di una fabbrica. Ci sono le leggi che lo stabiliscono. Però, non deve neanche accadere il contrario. Ed è per questo che sono così determinato. Qui, ovviamente, la cosa che ci ha mosso e ci muove è la tutela della salute dei nostri concittadini, la tutela degli operai, la tutela dei prodotti agricoli, la tutela della filiera agroalimentare, del turismo, tutte cose assolutamente di nostra competenza e che sono di importanza enorme, perché sono quasi tutte questioni che attengono ai princìpi fondamentali della Costituzione. Ma qui c’è qualchecosa di pre-istituzionale che questo Consiglio deve difendere, prima ancora della salute, e cioè il ruolo delle Istituzioni rispetto a una fabbrica talmente grande e potente e talmente capace di ricattare dal punto di vista psicologico sul lavoro, sulla possibilità di perdita di posti di lavoro, sulla possibilità di un impatto negativo sull’economia, insomma ne avete sentite tante, ora quella fabbrica questo ruolo non lo deve svolgere più, quella fabbrica deve stare alle regole come qualunque altra fabbrica. E credo, per quello che ho potuto percepire nei contatti con l’azienda, la nuova azienda, che i primi a essere consapevoli che questo modello non funziona più sono proprio gli aspiranti acquirenti, perché hanno capito che blindare l’ILVA come un castello separandola dalla città e contrapponendola alla città è un modello di relazioni industriali primordiale, da trogloditi, che loro non possono che evitare.
Serve, quindi, un gesto dal mio punto di vista e un ruolo da parte del Consiglio regionale che ci consenta non di contrapporci… Io ovviamente sono importante, me ne rendo conto: sono il Presidente della Regione, c’è la campagna elettorale, sono anche fisicamente particolarmente… Però, credetemi, e ve lo dico non per difendere me stesso, non credo di essere l’elemento della partita oggi. Comunque vadano, questi due mesi passeranno e ci rimarrà il problema.
Io non sono uno, come ho già detto più volte, che molla. Non ho mai mollato in vita mia. Non c’è nessuno che possa pensare che io possa mollare una partita che così convintamente ritengo giusta. Non c’è nessuna possibilità. E lo dico soprattutto perché sto adempiendo al programma di governo, un programma di governo che mi impone di tutelare la salute dei cittadini e di come renderla compatibile con i fattori della produzione. Stiamo, peraltro, ottenendo buoni risultati. Vi chiedo dunque un atto di rinvio della discussione perché innanzitutto non è mia intenzione soffocarla, anzi, come vi ho detto, è mia intenzione e prendo formale impegno a venire qui con la bozza dell’accordo prima di sottoscriverla e di chiedervi un voto sulla bozza e quindi di essere “autorizzato” alla firma, e questo ovviamente, capirete, è importantissimo ed è l’atto di compromesso utile che può unire tutto il Consiglio, perché c’è chi vuole la statalizzazione, c’è chi vuole il ritiro perché vuole eliminare eventuali minacce sul percorso di acquisto, minacce assolutamente inesistenti, perché non solo oggi noi abbiamo presentato al TAR la revoca della richiesta sospensiva che, ovviamente, per informazione di tutti, può essere reiterata in qualunque momento. L’abbiamo ritirata come gesto di apertura verso le aperture del Governo per trovare la soluzione negoziata di questa vicenda, ma non abbiamo pregiudicato alcunché. È evidente che in questo percorso io mi sento di rappresentare non una maggioranza, ma mi sento di rappresentare tutta la Puglia. È tutta la Puglia che mi chiede di tutelare le ragioni della salute dei cittadini e di fare in modo che la prosecuzione della vita della fabbrica sia compatibile con questa salute. Questo sto facendo. Non mi pare di essere andato oltre questo obiettivo. Poi è evidente che avrò anche commesso in altre partite errori, quando discuteremo dei trasporti, della sanità, dell’agricoltura – non pensare, Di Gioia, di farla franca – ci sono tante cose di cui io debbo rispondere, ma non credo che io ne debba rispondere attraverso il mezzo dell’ILVA.
È la cosa più sbagliata che noi possiamo pensare di fare. Io ne risponderò comunque, a tempo debito, nelle materie di competenza e mi direte voi come mi dovrò comportare durante questa campagna elettorale, se potrò sorridere, quello che devo fare. Quello che voglio fare è il Presidente della Regione Puglia, questo ve lo dico chiaramente, e voglio rappresentare gli interessi, i diritti e i doveri dei pugliesi. Questo è il mio obiettivo.
Anch’io andrò a votare e vedremo. Voterò assolutamente per il mio partito. Dopodiché, non penso che questa partita meriti, anche per l’onore della Regione Puglia, di essere utilizzata per altri fini. Questa è una vicenda bellissima, per certi aspetti, che ha unito in maniera straordinaria la città di Taranto con la Regione Puglia. Finalmente la città di Taranto si sente totalmente rappresentata dalla Regione. Questo, ovviamente, è importantissimo. Questa corrispondenza di obiettivi non si era mai realizzata con tanta nettezza.
Voglio anche dire, e concludo, che è molto importante il vostro supporto per evitare che tutto il terreno che abbiamo conquistato fino ad oggi possa esserci sottratto utilizzando questo banale argomento che Bentivogli – tanto per dirlo chiaramente – ha anticipato in un suo comunicato stampa dicendo: “Poi Emiliano se la vedrà con il Consiglio regionale martedì”. Io non lo so se Bentivogli abbia un ruolo in questo Consiglio regionale. Credo di no. Io l’ho sempre rispettato, come ho rispettato tutti i sindacati. Non mi avete mai sentito dire una parola sul sindacato. Ho persino detto qui, in quest’Aula, che comprendo le ragioni per le quali il sindacato mi ha implorato di ritirare il ricorso, però credo che il sindacato lentamente, come il Presidente del Consiglio, come Calenda, come il Viceministro Bellanova, come tutta l’Italia, stia comprendendo che se noi non avessimo presentato il ricorso non saremmo mai arrivati ad ottenere tanta attenzione, finalmente tanta attenzione, da parte del Governo al fine di redigere un atto che garantisca, nel limite delle umane possibilità, i diritti dei pugliesi.
Questo è stato il mio lavoro. Non mi pare che ci siano contraddizioni di sorta in quello che sto dicendo. È chiaro che, in questo momento, un voto su ordini del giorno, dal punto di vista della sincronia temporale, che rappresentavano una realtà completamente diversa, sarebbe onestamente un ostacolo alla soluzione di una vicenda che è a un passo dall’essere positivamente realizzata.
Quindi, vi chiedo, ai sensi dell’articolo 46, di non dar luogo alla votazione degli ordini del giorno su questo argomento, in modo tale da lasciare la possibilità al Consiglio regionale, ai Capigruppo, ai singoli Gruppi, alle forze politiche di apprezzare il complesso del lavoro del Governo, che sottoporrà il testo dell’accordo di programma, quindi da quella fase in poi cercare di lavorare in maniera unitaria.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Come ha detto per ultimo il Presidente, io sommessamente richiamo tutto il Consiglio che siamo dentro la procedura dell’articolo 46, e cioè quello che al terzo comma recita che il consigliere regionale, in questo caso il Presidente, ha motivato l’esigenza di rinviare la discussione e, come recita il comma 3, al verificarsi di scadenze determinate. La scadenza determinata, che ha già preannunciato il Presidente, è quella che, qualora si arrivasse, come tutti auspichiamo, a un buon accordo di programma sulla vicenda ILVA, in quel caso torneremo in Consiglio regionale per discutere degli esiti di questa lunga, difficile e complessa trattativa.
Quindi, siccome siamo all’interno dell’articolo 46, come recita il comma 4, adesso ogni consigliere, per Gruppo, può prendere la parola per cinque minuti. Dico questo per evitare che si riapra un secondo dibattito sull’intera vicenda ILVA, che credo sarebbe una mortificazione per tutti. Se poi il Consiglio regionale vuol rifare un secondo dibattito sull’insieme della questione ILVA, io credo che sarebbe una mancanza di rispetto per tutti noi.
Per questo, mi permetto sommessamente di richiamarvi – vedo già degli interventi – a rientrare nell’ambito dell’applicazione dell’articolo 46, quindi ogni consigliere regionale, per Gruppo, può prendere la parola, un consigliere per Gruppo, e può parlare per cinque minuti. Questo è quello che vi sto chiedendo.
Vedo qui già il consigliere Borraccino, che immagino parli per il Gruppo di appartenenza. Poi ho visto già il consigliere Liviano D’Arcangelo per il rispettivo Gruppo.
Prego.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente.
Premetto che parlo in quanto firmatario del primo ordine del giorno che, un paio di sedute di Consiglio regionale fa, discusse del caso ILVA ed era quell’ordine del giorno, appunto, che andava a votazione, ma fu non affrontata la votazione per mancanza del numero legale.
Dico questo per dire che il mio è un intervento personale, che non lega al mio intervento l’atteggiamento del mio Gruppo consiliare. Lo dico per rispetto dei colleghi Colonna, Santorsola e dell’assessore Sebastiano Leo. Io devo dire che oggettivamente non ho mai sentito il Presidente Emiliano così conciliante con il Consiglio regionale. Oggi, io personalmente, dopo due anni di presenza in Consiglio regionale, ho visto un altro Presidente, probabilmente il Presidente che mi sarebbe piaciuto vedere in questi 24 mesi di mia presenza in Consiglio regionale: un Presidente conciliante con il Consiglio e con la sua maggioranza. Devo dire che oggettivamente le sue argomentazioni riescono a convincere. Mi verrebbe da dire al Presidente Emiliano, senza arzigogolare, arrivo prima al dunque altrimenti poi la gente rischia di non capirci, sto dicendo queste cose per dire che io personalmente, per essere chiari, non sono d’accordo al ritiro dell’ordine del giorno e quindi io chiederò, almeno che per quanto riguarda il mio ordine del giorno, possa essere messo in discussione.
Lo dico per essere chiaro perché altrimenti negli altri due minuti o tre minuti che mi restano rischiamo di non capirci. Oserei dire al Presidente, quasi che così come lui ha affermato in quest’Aula che il suo ricorso al TAR ha aperto la discussione e al confronto con il Governo, mi verrebbe di dire che questo ordine del giorno e probabilmente gli altri ordini del giorno inducono il Presidente a discutere con il Consiglio, perché il Presidente rispetto a questa decisione non ha consultato la sua maggioranza e men che meno ha consultato i consiglieri tarantini o, se l’ha fatto, io personalmente non ero presente a quelle riunioni.
Così come c’è stato questo tono conciliante del Presidente, però, sui giornali virgolettate escono dichiarazioni abbastanza bellicose nei confronti del Consiglio regionale e nei confronti della Regione Puglia.
Voglio dire al Presidente Emiliano, davvero con garbo, che se lui in questi anni ha combattuto la mafia e gli siamo grati per questo, era il suo lavoro, probabilmente ci sono state persone che non combattendo la mafia perché non sono magistrati hanno svolto il loro ruolo nelle Istituzioni anche con grande rispetto della legalità.
Dico al Presidente Emiliano che è ingeneroso dire che per la prima volta il Consiglio regionale pugliese alza la schiena ed è dritto a difendere gli interessi dei pugliesi con delle leggi e con degli atti a tutela della città di Taranto.
Io voglio ricordare che questo Consiglio regionale nel 2008 ha varato la legge n. 44 per limitare le emissioni della diossina, qualche anno dopo ha fatto una legge per la limitazione del benzopirene e subito dopo ha approvato la legge per la valutazione del danno sanitario. La schiena dritta da parte di questo Consiglio regionale contro l’ILVA c’è stata. Quindi, dire che oggi scopriamo questa rettitudine morale io dico che non è corretto, Presidente, me lo consenta.
Così come, se vogliamo mantenere questa grande forza e questa grande attenzione sui temi ambientali, alla fine non possiamo lamentarci su alcune questioni se poi ci sono scelte compiute non su altri temi, Presidente, come quello della sanità, a cui lei faceva riferimento, ma sui temi ambientali, che stridono con quello che lei ha detto. Nel momento in cui noi nominiamo un direttore generale dell’ARPA che è un avvocato, che è una persona che ha avuto responsabilità nelle case popolari, che non è un tecnico, che non ha competenze specifiche, che non è uno scienziato, come invece avrebbe meritato la direzione dell’ARPA, penso che da una parte diciamo una cosa e dall’altra ne facciamo un’altra.
Non voglio dilungarmi, non voglio continuare a dire cose che probabilmente sono state già ascoltate. Chiedo di votare quell’ordine del giorno perché in quell’ordine del giorno, oltre alla richiesta di statalizzazione, che io posso anche togliere immediatamente con un subemendamento, c’è il primo punto – lo dico anche per chi ci segue – che è quello del rispetto della legge per quanto riguarda le emissioni della diossina. Al secondo punto vi è il rispetto e l’inserimento della legge della valutazione del danno sanitario nel DPCM. Il terzo punto, una cosa importante che prendo atto con piacere anche il Comune di Taranto e il Presidente Emiliano hanno chiesto al Governo, è quello dell’istituzione del Consiglio di sorveglianza e di vigilanza, dove finalmente possiamo dare forza agli operai, alla delegazione sindacale e agli enti locali per poter vigilare sugli aspetti importanti dello sviluppo ambientale, economico, produttivo del siderurgico di Taranto, oltre a chiedere il ritiro del ricorso al TAR, che dal mio punto di vista – probabilmente mi sbaglierò, ma l’ho detto tante volte, quindi non ho difficoltà a dirlo qui anche al Presidente Emiliano – altro non è, dal mio punto di vista, che una prova muscolare nei confronti del Governo. Ci sono i canali della politica. La politica, il Presidente della Regione, il Sindaco di una città, l’intero Consiglio regionale avrebbe potuto chiedere al Premier Gentiloni di ridiscutere alcuni aspetti importanti, senza arrivare a questa prova muscolare, che mette in difficoltà l’aspetto lavorativo della città di Taranto, specificando, e chiudo davvero, che qui non c’è nessuno, a partire dal sottoscritto che ha firmato questo ordine del giorno, ma penso tutti i cinquanta consiglieri regionali, che non chiede tutele dal punto di vista ambientale e che vuole privilegiare soltanto l’aspetto della produzione dei livelli occupazionali. Noi diciamo un secondo prima l’aspetto ambientale e poi che si deve coniugare quell’aspetto ambientale con il mantenimento dei livelli occupazionali. Questo c’è, questo ci può essere, perché lo Stato ha dichiarato l’ILVA azienda strategica e, se l’ha dichiarata azienda strategica, dovrà fare dei sacrifici per mantenere l’aspetto ambientale e sanitario, unito a quello occupazionale.
Ecco perché io penso che sia sbagliato l’aspetto del ricorso al TAR, ecco perché io penso che sia giusto e doveroso votare l’ordine del giorno posto in discussione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Liviano D’Arcangelo.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Grazie, signor Presidente.
Apprezzo il tono conciliante del Presidente Emiliano e lo ringrazio per questo tono, e lo ringrazio per l’impegno profuso a favore della mia città.
Per senso di responsabilità e per amore della città, oltre che per appartenenza alla maggioranza, ma proprio in quest’ordine, per senso di responsabilità, per amore della città e poi per appartenenza alla maggioranza, concordo con il rinvio della discussione. Mai vorrei essere di ostacolo a una trattativa così importante che riguarda il futuro della mia comunità e che va molto oltre, come priorità e come ordine di importanza, le nostre dinamiche interne di Consiglio. Quindi, da parte mia lei, Presidente, ha tutto l’appoggio possibile rispetto a questo argomento.
Voglio, però, provare a precisarle alcuni disagi. Intanto mi sembra che il Consiglio, Presidente, non possa essere solamente il luogo di omologazione delle sue scelte. Vorrei che il Consiglio fosse il luogo della condivisione delle scelte, cioè il luogo dove si prova a decidere insieme, nel rispetto dei ruoli. Lei è il nostro capo, Presidente, o almeno è la sintesi di un percorso che proviamo a condividere, però le chiedo, approfittando di questo momento in cui lei è disponibile al dialogo, di confrontarsi con il Consiglio, cioè di ascoltare le voci, qualche volta che assolutamente hanno la stessa corda delle sue note, ma qualche volta possono essere anche dissonanti. Tutti abbiamo l’interesse a essere, nel nostro piccolo, con i nostri limiti, costruttori di cose belle e positive. Nessuno qui ha voglia, neanche l’opposizione, di essere distruttore di percorsi. Tutti vogliamo contribuire a costruire. La prego veramente di essere disponibile a dialogare. Io vorrei avere notizie di che significa nel protocollo d’intesa inviato dal Governo l’anticipazione alla copertura dei parchi minerari, vorrei avere notizie sulla tematica della bonifica che mi pare venga ancora una volta confermata ai commissari, sulla valutazione del danno sanitario, sui percorsi di armonizzazione, sulla vicenda indotto. Vorrei provare a entrare nel merito.
Non sfugge a nessuno di noi che il ricorso non è l’argomento di questa nostra discussione. Il ricorso semmai è uno strumento che ci può consentire di avere maggiore o minore forza politica. Non stiamo parlando del ricorso come elemento centrale di questa nostra discussione. Stiamo parlando, invece, evidentemente, del futuro di Taranto e stiamo immaginando di capire come emancipare la città di Taranto da questa dipendenza ILVA e come coniugare l’aspettativa ambientale con quella economica e occupazionale. La ringrazio molto, veramente la ringrazio molto, per l’attenzione che sta avendo – lei e il Sindaco, non so se lei e la città di Taranto, lei e il Sindaco sicuramente – verso la dinamica ambientale. Le proporrei davvero di occuparsi anche della dinamica occupazionale ed economica e in questo senso le chiedo un impegno, Presidente. Le chiedo l’impegno ad approvare, entro questo mese, la legge per Taranto, per dare un segnale forte, che non stiamo ragionando solamente su quello che non deve essere, ma vogliamo ragione anche su quello che è il futuro e che vogliamo costruire per il futuro.
Grazie per questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Romano, prego.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Gli argomenti per i quali e con i quali divergiamo in questa fase politica dall’azione di governo del Presidente Emiliano sono tanti e li abbiamo enunciati e dichiarati formalmente in tante occasioni. Erano tutti – erano e rimangono – finalizzati a produrre di più e meglio, a raggiungere obiettivi più pregnanti, a raggiungere risultati per la Puglia e così via. Siamo arrivati al punto odierno, quello dello sviluppo di un’azione politica importante, quella della convocazione dei Consigli monotematici che hanno, per definizione, l’obiettivo di dare alcune coordinate sulla materia specifica.
Un Consiglio monotematico si convoca perché su quella materia specifica probabilmente, dal punto di vista del richiedente, si sta deragliando.
Questa è la ratio con la quale siamo arrivati a questi Consigli monotematici. Probabilmente, aver incardinato quattro argomenti così importanti (quelli che abbiamo discusso; uno dei quattro l’abbiamo chiuso e gli altri tre sono ancora aperti) in un’unica seduta consiliare è diventato un problema, perché non ha dato la possibilità per davvero di mettere le mani dentro alle questioni per le quali è stato richiesto il Consiglio regionale monotematico, tant’è che siamo al punto in cui siamo giunti.
Sulla materia specifica vi sono delle importanti novità che hanno sostanzialmente, secondo noi, modificato la base della richiesta di convocazione del Consiglio monotematico, sia per quanto riguarda i trasporti che per quanto riguarda l’ILVA. Quando nacquero, la vicenda andava in una certa direzione. Ferme restando le polemiche con le quali ci stiamo caratterizzando in questa fase come Articolo 1, va dato atto al Presidente Emiliano che la testardaggine con la quale, anche in controtendenza con l’opinione diffusa in Puglia, ha portato avanti la battaglia del deposito del ricorso al TAR e così via, da me prima che dalla Puglia non compresa in quella fase, sta incominciando a dare risultati, se è vero che stiamo addivenendo ad una disponibilità del Governo nazionale a sedersi per affrontare i temi nell’ipotesi di un accordo di programma, che è un fatto politicamente rilevante, che cambia la sostanza delle questioni.
Noi, come Articolo 1, nella discussione che abbiamo fatto in questa sede, in quest’Aula, già dichiarammo in quella fase, venti giorni fa, nonostante le coordinate di partenza diverse, che non eravamo d’accordo a chiudere una discussione di questo genere con un ordine del giorno, perché l’ordine del giorno rende parziale la conclusione di un ragionamento, di un approfondimento, e così via. In alcuni casi è necessario. Per quello che mi riguarda, per la sanità, per esempio. In altri casi, è complicato e complesso, perché non definisce gli obiettivi.
Allo stato dell’arte, le dichiarazioni presentate oggi in Aula dal Presidente Emiliano consegnano al Consiglio regionale un risultato importante. Io colgo il fatto politico dell’intervento con il quale è stata aperta la discussione questa mattina. Uno: il rischio che la materia diventi un braccio di ferro elettorale. Lo dico da rappresentante di una forza politica che ha tutto l’interesse a rendere visibile la sua azione politica in questa fase particolare. La materia è complessa e rischia di essere tirata per la giacca per i mesi che ci aspettano. La prima questione è questa.
La seconda, la necessità comunque di addivenire a un risultato che sia dell’intera Puglia. A me garantisce allo stato la dichiarazione, i fatti devono ancora venire. Però, allo stato, essendo una persona molto concreta, garantisce la dichiarazione detta in quest’Aula dal Presidente Emiliano, per la quale chiede che l’intero Consiglio regionale lo supporti rispetto all’obiettivo del merito dell’ipotetico accordo di programma per il quale si sta lavorando o sul quale c’è la disponibilità del Governo. Quando il Presidente dice questo, credo, Gianni, che siamo già in una fase diversa rispetto ai due anni di gestione con i quali abbiamo vissuto un po’ tutti il governo nostra Regione.
Dato che il tema è delicatissimo e tutti, a iniziare da me, veniamo da una cultura industrialista per la quale prima il lavoro, prima il pane a casa, poi la spesa, poi l’ambiente, poi la plastica, poi eccetera, eccetera, io vengo da quella storia e trent’anni fa scendevo in campo per difendere il lavoro, comunque raggiunto e consegnato alla famiglia, alla persona, perché da quello che ne conseguiva tutto il resto. Oggi le condizioni sono diverse, e io per primo dico che c’è necessità di rendere compatibile la condizione ambientale con le condizioni di vivibilità delle persone. Il pane a casa è una questione importante che mi sta portando, me per primo, a rivedere alcune pratiche per le quali la mia azione… E in questi quarant’anni di politica ne ho fatte tante. Non sono nato ieri. Sono sceso in campo alle quattro di mattina per volantinare per difendere il lavoro.
Oggi forse è giusto che la generazione successiva scenda in campo per difendere la qualità della vita piuttosto che l’occupazione. Quindi, questo fatto che l’accordo di programma su una materia così complessa sarà gestito in modo statalistico, sarà gestito in modo centralizzato, sarà delegato ai Comuni è una cosa importante. E il fatto che il territorio su un obiettivo, su una materia strategica, come può essere la produzione dell’acciaio, in uno stato, l’Italia, che non ha materia prima e per questo è strategica quella produzione, diventa l’obiettivo di avere un tavolo che comprenda anche il territorio, e cioè il Comune di Taranto e la Regione Puglia è un fatto importante, nuovo.
Vogliamo buttare le carte per aria? Vogliamo andare a vedere? Noi siamo dell’avviso che sia utile andare a vedere. E quando il Presidente in quest’Aula dice “voglio andare a vedere e chiedo formalmente che il Consiglio, per esso i Capigruppo, e chi per loro, mi supporti rispetto agli obiettivi per i quali scendo in campo in quell’accordo di programma”, è un fatto importante.
Per cui, per quello che ci riguarda, la novità la cogliamo in tutta la sua determinazione e sosteniamo quest’azione del Presidente Emiliano.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Zullo, prego.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente.
Cari consiglieri, la nostra posizione è stata ferma, decisa e credo chiara fin dall’inizio. Al di là di chi antepone il lavoro alla tutela della salute, alla tutela dell’ambiente, noi abbiamo sempre detto che vanno contemperati tre valori di pari rango costituzionale: da una parte il patto di leale collaborazione che deve esistere tra Stato e Regione, dall’altra il diritto al lavoro, dall’altro ancora il diritto alla salute e alla tutela dell’ambiente.
Veniamo al primo valore. Credo che il valore della leale collaborazione si basi e si fondi soprattutto sull’autorevolezza della politica, delle Istituzioni e di chi le rappresenta. Se chi rappresenta la Regione Puglia deve ricorrere al ricatto di un ricorso per poter instaurare un patto di leale collaborazione del Governo io credo che dimostri un difetto di autorevolezza. Ecco perché noi dicevamo e abbiamo sempre sostenuto che il ricorso va ritirato. Va ritirato proprio perché è l’autorevolezza della politica che deve fare passi in avanti per farsi sentire nell’interazione con un Governo nazionale, peraltro di pari segno della politica partitica.
Noi siamo all’interno dello stesso PD che poi è guidato a livello nazionale dal Premier Gentiloni e dai suoi Ministri e a livello regionale dal Presidente Emiliano dello stesso partito. Non riusciamo a comprendere, non riusciamo a capire come mai dentro questo partito e dentro questo valore di rango costituzionale del patto di leale collaborazione tra Stato e Governo si debba ricorrere al ricatto del ricorso per poter interagire dando questa frattura con la città tra chi propende maggiormente per il lavoro e l’occupazione e chi propende maggiormente per salute e ambiente dicendo poi che rappresenta l’intera Puglia quando a me sempre consta che gran parte dei sindacati rappresentanti lavoratori e le loro famiglie sono contro questo ricorso.
Dentro tutto questo noi abbiamo sempre detto che vanno contemperati i due valori, la tutela della salute e l’occupazione e il lavoro. La salute è un bene prezioso che viene meno non solo quando c’è inquinamento; viene meno anche quando c’è perdita del lavoro. Sono altre patologie, ma viene meno anche questo bene della salute. Io sfido chiunque ad avere nella propria famiglia, tra i propri amici, chi ha perso il lavoro e non vederlo in condizioni di depressione o in condizioni tali da pensare anche a fatti abbastanza negativi, quali addirittura il suicidio.
Che dire? Noi abbiamo assistito a delle sceneggiate. Abbiamo assistito alla prima sceneggiata di questo Consiglio. Caro Presidente Loizzo, la ringrazio per il saper orchestrare questo teatrino della politica. Lo orchestra molto bene con il suo Presidente Emiliano. La prima volta dovevamo votare un ordine del giorno contestualizzato nel periodo. Oggi si dice: “Non votiamo più, perché l’ordine del giorno è decontestualizzato rispetto agli eventi”. Per forza. Siamo noi stessi, con il nostro comportamento, che li decontestualizziamo. Lì dovevamo votare e siete scappati dall’Aula. Non c’era più il numero legale. Questa maggioranza è andata via.
Per Statuto e Regolamento, dovevamo iniziare questo Consiglio votando l’ordine del giorno del collega Borraccino, uno della vostra maggioranza, che avete lasciato solo tra i banchi la volta scorsa quando siete andati via. Dovevamo iniziare con questo e abbiamo questa sorpresa della pregiudiziale e del rinvio. Altra sceneggiata.
Vediamo tante posizioni, che prima erano per il ritiro del ricorso, che oggi diventano buoniste e prendono per oro colato il coinvolgimento del Consiglio da parte del Presidente Emiliano. Io mi sarei aspettato un coinvolgimento del Consiglio da parte del Presidente Emiliano dall’inizio della vicenda.
Il collega Perrini ha presentato mozioni e interrogazioni sull’ILVA. Mai ascoltato. Finora questo Consiglio è stato ridotto a tappetino della volontà di chi è uomo solo al comando. È stato ridotto a questo. La prima volta scappate e manca il numero legale. La seconda volta vi ricomponete per fare un rinvio, ma questo rinvio non toglie nulla a una debolezza, un’inadeguatezza di chi guida questa Regione. Penso che questo rinvio sia dannoso per l’immagine della Puglia. È dannoso perché dà l’idea che questa Puglia può ragionare con il Governo nazionale solo se c’è un ricorso in piedi, solo se ha la forza di un ricorso, quando, invece, questo Consiglio regionale ha la forza intrinseca di una politica capace di poter interagire, dentro quel patto di leale collaborazione con lo Stato attraverso l’autorevolezza della politica. Ecco perché quel ricorso va ritirato. Ecco perché, caro Presidente, noi non dobbiamo rinviare nulla. E lo dico per l’immagine della Puglia e di chi rappresenta la Puglia oggi. Noi non dobbiamo rinviare nulla, dobbiamo votare il ritiro del ricorso e senza ricorso dimostrare la forza della politica, non la forza dei ricatti di questa Puglia, perché questa è una Puglia che non ha mai fatto ricorso a ricatti. Ha sempre messo in evidenza grandi uomini e grandi stature politiche, e io non li nomino, grandi stature politiche che oggi vengono offese perché questo Consiglio regionale fugge, ancora una volta, rispetto alla capacità e alla determinazione che può avere di determinare con la politica un cambiamento di quelle che possono essere le politiche di gestione di questa regione e soprattutto in quello che a noi sta a cuore, il contemperamento di due valori, occupazione e lavoro, tutela salute e ambiente.
Se rinviate questo Consiglio, non solo continuerete a decontestualizzare tutti gli ordini del giorno e tutte le decisioni, ma darete ancora di più due esempi. L’esempio che questo Consiglio è stato derubricato a teatrino della politica e a sceneggiate che ormai non si contano più. Primo esempio. Il secondo esempio è quello che avete bisogno di ricorsi per ricattare e non avete, invece, la forza di un’autorevolezza della politica capace di convincere i vostri stessi compagni di partito per fare in modo di dialogare su un problema che io credo stia a cuore sia al Governo che alla Regione.
Noi voteremo contro questo rinvio, perché lo riteniamo contro l’immagine della Puglia, un rinvio che lede l’immagine di un’autorevolezza politica della Puglia, che la Puglia può vantare per la sua storia politica e per gli uomini che in politica l’hanno sempre rappresentata a livello regionale e a livello nazionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Pellegrino.
Speaker : PELLEGRINO.
Grazie, Presidente.
Il mio Gruppo voterà a favore della richiesta proposta dal Presidente Emiliano di rinviare la discussione e, quindi, l’approvazione degli ordini del giorno in ordine al problema dell’ILVA. Però, per motivare questo nostro sostegno, che non è di mera adesione che deriva dalla partecipazione alla maggioranza, devo dire che un problema di questa enormità, come è stato detto, che attiene a profili che incidono e attraversano il lavoro, le famiglie, ma soprattutto la salute e l’ambiente, non può essere ridotto a mero terreno di scontro politico o peggio ancora di scontro elettorale.
Io vorrei brevissimamente, forse all’interno addirittura dei cinque minuti che gli altri non hanno rispettato, dire che la richiesta del Presidente Emiliano è una richiesta non di rinvio immotivato, ma è una richiesta di rinvio, come dice l’articolo 46, terzo comma, della discussione rinviata a scadenze determinate. Ed egli ha indicato la scadenza determinata in un fatto che sta per verificarsi e che è stato preannunciato da documenti ufficiali da parte del Governo nazionale, e cioè l’invio di una bozza che possa consentire, finalmente diciamo noi, alla Regione e al Comune di Taranto di interloquire in una materia che in base alle leggi non avrebbe visto come protagonista né la Regione Puglia né il Sindaco di Taranto.
Il motivo non condivisibile che pone il consigliere Zullo, cioè che il ricorso sarebbe una forma di ricatto e di pressione, mi sembra veramente puerile e anche in distonia con le regole che governano sempre tutti i contatti e tutta la dialettica contrattuale e negoziale.
È chiaro che se non ci fosse stato quel ricorso probabilmente il Governo nazionale, anzi sicuramente, non avrebbe acceduto ad aprire un dialogo con la Regione Puglia e non avrebbe voluto nemmeno il dialogo con il Sindaco di Taranto perché, senza alcuna pressione di ordine giudiziario, non di ordine extragiudiziario, probabilmente il Governo nazionale non avrebbe avuto interesse a rivedere le sue posizioni.
Per cui, questo ricorso, che io credo che il Presidente Emiliano non debba ritirare, è servito proprio a stimolare il Governo nazionale e a far salire il tasso di credibilità della nostra Regione a un livello tale che ha consentito di diventare interlocutori in una materia, come ho detto prima, che, in linea di diritto, non lo vedeva come protagonista di questa vicenda. Mi pare che la richiesta, che non è, ripeto, immotivata, ma che è collegata a un fatto che sta per verificarsi, sia assolutamente da accogliere anche perché il dato politico che è stato anche rilevato da altri miei colleghi e cioè che il Presidente Emiliano intenda portare a livello di Assemblea regionale la valutazione della fattibilità di questo protocollo, che speriamo tutti possa servire a coniugare sia l’aspetto dell’occupazione che l’aspetto della salute. Mi pare che questo sia un elemento di enorme importanza, una svolta – come è stata definita da qualcuno – nei rapporti tra Governo regionale e Consiglio regionale.
Confermo, per queste motivazioni, il voto favorevole alla richiesta di rinvio della discussione, in attesa di poter tornare a lavorare tutti insieme in questa Assemblea per valutare la bozza di protocollo che sarà proposta e validata dal Governo regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Galante, prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che bisogna andare avanti con la discussione. Come Gruppo abbiamo già l’altra volta manifestato la nostra contrarietà al ritiro del ricorso, innanzitutto. Abbiamo, anzi, al contrario, presentato un nostro ordine del giorno che, a differenza delle discussioni che abbiamo sentito, delle varie posizioni, tutte legittime, a partire dalla tutela del lavoro, della salute, dell’ambiente... Se vogliamo veramente tutelare i diritti garantiti dalla nostra Costituzione, come salute e ambiente, i giorni in cui ci sono i wind days, quando – è provato ormai scientificamente – c’è un altissimo rischio di morire, di ammalarsi, di essere ricoverati, bisogna intervenire sulle fonti inquinanti, chiudendo, riducendo la dispersione del particolato, che sappiamo contenere altissime sostanze cancerogene, come il PM2,5, il PM10, gli IPA, i benzopirene. Sono tutte sostanze che, sappiamo ormai accertato dal Centro salute e ambiente, da zero a sei giorni c’è un aumento di morti e ricoveri per problemi cardiovascolari, polmonari, neurologici e quant’altro. Purtroppo, sono diversi i problemi.
Riteniamo più opportuno votare il nostro ordine del giorno, dove tuteliamo realmente la salute dei cittadini.
Giusto per aggiungere qualcos’altro, noi crediamo che continuiate a non capire effettivamente qual è il problema. Non so se vi nascondete dietro questi problemi politici, dietro questi problemi di campagne elettorali, che noi non abbiamo, lo continuiamo a dire. Sono anni che ormai abbiamo definito la linea, la nostra posizione di sviluppo del territorio di Taranto. Voi continuate a parlare, invece, di compatibilità questo stabilimento. È stato detto anche dalle alte personalità dell’ARPA che prima venivano citati dal consigliere Borraccino, dagli scienziati che diceva Borraccino, che quello stabilimento è incompatibile con la salute umana, quindi con gli operai che ci lavorano dentro, che sono a contatto tutti i giorni, tutti i giorni, non c’è un termine che viene sospeso perché c’è un ordine del giorno o una mozione, tutti i giorni è a contatto con l’amianto, e sappiamo che l’amianto, se viene inalato, può dare questo tumore, questo mesotelioma, questo tumore alla pleura, che è uno dei peggiori che esiste.
Sappiamo benissimo, detto dagli scienziati, che effettivamente è impossibile chiudere questi parchi. Mettetevelo in testa. Non prendete più in giro la gente, i cittadini di Taranto, che non sanno più di chi fidarsi. Non si fidano più di nessuno perché sono anni che state dicendo che dovete tutelare tutti i diritti della Costituzione. I parchi minerari, questi 700 metri, alti 80 metri, è impossibile metterli in sicurezza. Bisognerebbe decontaminare le falde e il sottosuolo, bisognerebbe mettere in sicurezza una realtà che ormai è decadente e in una situazione irreversibile.
Vorrei ricordare a tutti i consiglieri anche più grandi di me che, quando è nata l’ILVA, veniva data una scadenza, veniva detto che l’ILVA non può andare oltre i quaranta o cinquant’anni, altrimenti si va verso un disastro ambientale. Bisognava mettere… Perché già si sapeva negli anni Sessanta. Non dovevano aspettare il 2000 per dire che là ci sta un rischio per la salute e per l’ambiente. Si sapeva che uno stabilimento del genere doveva essere poi chiuso per mettere in sicurezza tutto l’ambiente e non compromettere le matrici principali, l’aria, il suolo, l’acqua, per evitare, appunto, di arrivare ai disastri ambientali.
Quindi, voi non volete essere coerenti anche con quello che è stato scritto prima di voi. Probabilmente non avete una visione che è chiara a tutti. Prima il Presidente ha parlato di tutelare l’agricoltura, il turismo, la cultura. Ebbene, se volete fare questo, dovete andare verso una visione diversa, riconvertire quell’area, cominciare a sedersi al tavolo, ma accordo di programma non significa ricattare, come magari qualcuno pensa di arrivare al tavolo istituzionale e dire “ci dovete dare qualche data o qualche scadenza”. Nell’accordo di programma si parte innanzitutto dalla chiusura delle fonti inquinanti, immediata. Non è più prorogabile questa data. Quindi, la visione diversa è proprio quella. Anche perché – e sono studi fatti da diversi centri di ricerca – i soldi che state sprecando in questi anni per la cassaintegrazione per mantenere in piedi situazioni assurde, per pagare gli interessi alle banche, perché poi il problema è che dietro l’ILVA – viene detto spesso anche da molti di voi, compreso il Presidente – è talmente potente tra le lobby del carbone e le banche che non riesce la politica a venire fuori e a imporre la sua agenda di sviluppo politico diverso del territorio. Se si investissero questi soldi negli altri settori, stabilito che se si investisse 1 miliardo, ad esempio, nelle fonti rinnovabili, nel rinnovamento energetico si potrebbe arrivare anche a 15.000 posti di lavoro, se si investisse 1 miliardo in agricoltura si potrebbe arrivare a 4.000 posti di lavoro, e così per il turismo, così per tutta la cultura in generale, per la pesca, per tutte le nuove tecnologie.
Probabilmente, per la legge dei grandi numeri, l’ILVA cadrà a pezzi e poi saremo costretti a chiuderla. Noi vogliamo accelerare il corso e ve lo ribadiamo. Sediamoci a un tavolo per un accordo di programma diverso da quello che viene presentato da voi e andiamo a far capire a Roma, andiamo a far capire a chi continua solo a parlare con banche e grandi lobby, che il territorio ha bisogno di una nuova visione. Non è assolutamente strategica l’ILVA come qualcuno continua a dire, anche qui forse per ignoranza di questo cambiamento epocale che avviene nel mondo di cambiamento delle materie utilizzate nelle merci; cambiamento anche del numero che ci sarà in futuro per quanto riguarda i posti di lavoro che andranno a diminuire sempre di più perché le tecnologie prenderanno il posto degli uomini. Non deve essere un lavoro in questo caso pericolosissimo per la salute e l’ambiente, ma un reddito: assicurare alle persone un reddito che dia dignità alla vita di ognuno di noi, che possa assicurare questa realtà.
Non possiamo pensare di tutelare un lavoro pericoloso come l’ILVA solo perché bisogna portare il pane a casa, ma bisogna sapere che comunque statisticamente ci si può ammalare, statisticamente si può morire.
Parlate con chi ha perso i propri figli, i propri genitori, i propri fratelli e vi dirà che se potesse tornare indietro in quella schifezza di ambiente, in quella schifezza di industria non tornerebbe più. Andate a chiedere agli operai se vogliono lavorare nell’ILVA e sentirete dire che in quell’ambiente non vogliono più lavorare, anche perché di voi non si fidano più. Non avete una visione, non c’è la sicurezza che quell’ambiente possa mai diventare un ambiente sano e sicuro.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Cera, prego.
Speaker : CERA.
Grazie, Presidente. Noi come Gruppo dei Popolari annunciamo il nostro voto a favore della richiesta del Presidente Emiliano pur convinti fin dall’inizio, fin da quando abbiamo fatto il dibattito sull’ILVA, che le questioni, anche quelle delicate, che trattano i temi dell’ambiente, del lavoro non vanno trattate con carte bollate o con la minaccia di denunce, ricorsi e altro, soprattutto quando si tratta di parlare con lo stesso partito di governo.
Dobbiamo, in questa sede, però, perché il dibattito sull’ILVA già lo abbiamo fatto, anche dire che l’UDC e i popolari non faranno di temi delicati, come quelli dell’ILVA, una campagna elettorale nazionale, benché questo tema, cioè il coinvolgimento di temi nazionali con quelli locali, così come siamo, secondo me, l’unica Regione in Italia a essere coinvolti da dinamiche nazionali, è stato inserito, introdotto – lo ripeto e lo sottolineo – anche da campagne elettorali nazionali, come le primarie del PD, che hanno coinvolto il Consiglio regionale in pieno.
Di queste storie l’UDC ne sarà al di fuori. Per questo, voteremo convintamente il rinvio dell’ordine del giorno.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Franzoso, prego.
Speaker : FRANZOSO.
Grazie, Presidente.
Presidente, noi voteremo convintamente in maniera contraria alla proposta del Presidente Emiliano, per un semplice motivo. Noi abbiamo presentato una mozione che, al contrario di quella degli altri colleghi, del collega Borraccino o dei colleghi del Movimento 5 Stelle, non lascia possibilità di interpretazione. Noi chiediamo il ritiro del ricorso. Abbiamo compiuto un gesto vero, perché pensavamo di avere di fronte a noi un interlocutore vero. Invece, oggi scopriamo che, in realtà, il nostro interlocutore ha timore di prendere atto delle decisioni di quest’Aula, forse perché le conosce già.
Diversi colleghi, anche della maggioranza, hanno espresso il loro punto di vista, dichiarandosi fondamentalmente contrari all’atteggiamento, al gesto compiuto dal Presidente Emiliano.
In ballo qui non c’è, in realtà, il mancato diritto alla partecipazione della Regione Puglia. La Regione Puglia ha avuto la possibilità di partecipare. La Regione Puglia ha già inviato le sue osservazioni al DPCM ILVA. La verità è che la Regione Puglia confonde il diritto alla partecipazione con il dovere di doversi vedere accettate le proprie posizioni, le proprie idee. Questa non è partecipazione, questa è imposizione, ma la Puglia non è uno stato a sé e il Presidente della Regione non è il nuovo sovrano.
La Regione Puglia contesta allo Stato la capacità di saper preservare la salute dei propri cittadini, al pari di quanto fanno i “No Vax” quando pensano che lo Stato non sappia preservare il diritto alla salute dei propri cittadini con l’obbligo vaccinale.
Allora io credo, Presidente, che questa commedia sia stata abbastanza patetica e il finale lo sia ancora di più. Immagino che non dovrebbe in alcun modo porre un freno alla votazione degli ordini del giorno oggi in Aula, ma che dovrebbe lasciare tutti liberi di esprimere quella che è la propria posizione, e che, se questo voto oggi sarà negato, in fondo quest’Aula avrà, per una via diversa, espresso un voto favorevole a ciò che chiedevamo noi. Quest’Aula, oggi, negando a sé stessa la volontà di compiere il proprio dovere, e cioè di esprimere un voto, avrà fondamentalmente avallato il fatto che lei la maggioranza su questo argomento non ce l’ha e che la stragrande maggioranza di questi consiglieri, messi in una condizione libera di poter esprimere il proprio convincimento, il proprio voto, le avrebbe indicato una via diversa rispetto a quella giudiziaria per espletare la propria funzione di Governatore di questa Regione.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Campo.
Speaker : CAMPO.
Grazie, Presidente.
Io, al contrario, penso che la richiesta di rinvio del Presidente Emiliano sia un atto politico molto serio. È un atto anche che restituisce dignità al ruolo del Consiglio e alla qualità del dibattito che noi svolgiamo in quest’Aula.
Gli ordini del giorno, sui quali si chiede il voto, riflettono, alla fine, una situazione originata in gran parte dalla emotività che è succeduta alle dichiarazioni del Ministro Calenda nel momento in cui la Regione Puglia iscrisse al ruolo, depositò il ricorso presso il TAR; emotività derivata anche dal rischio paventato, immediato, che la vicenda ILVA prendesse una piega diversa, che l’interlocutore abbandonasse il tavolo e che si compromettesse sostanzialmente tutto ciò che era stato fino all’ora compiuto per individuare una nuova proprietà.
A distanza di alcune settimane si è dimostrato che ciò non è accaduto e dunque il tavolo è ancora in piedi. Quello che alla fine si riteneva fosse utile, ossia la presenza della Regione e dell’Amministrazione comunale ai tavoli in cui si discute del futuro del territorio, la necessità evidentemente di approfondire il confronto sul piano industriale, la decisività di una valutazione approfondita tecnica, seria, meditata, non osservazioni a margine all’ultimo giorno utile, rispetto anche alle possibili scelte che possano rendere quello che molti hanno invocato in quest’Aula, ossia più fattibile, più attuabile il tema della sostenibilità ambientale, di un impianto industriale di quelle dimensioni e di quella complessità, sono tutti temi che oggi appartengono all’agenda che Governo e Regione hanno all’ordine del giorno per provare a trovare un’intesa.
Io quindi credo che oggi il tema non sia più esprimersi o meno sul ricorso. Il ricorso non ha nessun senso. Qui stiamo parlando dell’ILVA, di uno scenario, come ha detto il Presidente, in evoluzione, di un confronto che prima mancava e che oggi, invece, si è riaperto e della possibilità di mettere il Consiglio regionale consapevolmente nella condizione, all’esito di questo confronto, di esprimersi, di esprimersi chiaramente non se il ricorso è giusto o sbagliato, non se l’ILVA fa bene o fa male (che l’ILVA abbia fatto male e procurato dei danni è sotto gli occhi di tutti), ma come è possibile coniugare l’esigenza di ripresa di quell’importante asset produttivo con l’esigenza sovraordinata della tutela della salute e dei diritti dei cittadini, in un contesto – badate, lo dissi a dicembre – in cui noi e io in primo luogo reclamai e invitai a riflettere sull’importanza, in vicende come questa, che fosse salvaguardata la coesione sociale e che il territorio, le istituzioni non si contrapponessero. Errori che abbiamo commesso in passato e che sono costati, in altre vertenze, anche in maniera molto dolorosa.
Pertanto, non c’è il fuggire di fronte alle proprie responsabilità. C’è, anzi, la voglia di assumersi fino in fondo la responsabilità di scelte che saremo chiamati a fare appena le condizioni lo consentiranno. C’è da riconoscere che finalmente sull’ILVA abbiamo avviato un percorso per cui Regione e territorio non sono spettatori, ma sono, al pari degli altri interlocutori, soggetti che dicono la loro e hanno il diritto di essere ascoltati.
Credo che, dunque, sia politicamente serio, e non un escamotage, rinviare la discussione su ordini del giorno messi su in fretta e furia, all’indomani delle dichiarazioni del Ministro Calenda, in occasione di un Consiglio regionale che non era stato nemmeno convocato per discutere di quella vicenda (quando fu convocato, il quadro era ulteriormente diverso) ed attendere, invece, come ci ha invitato a fare il Presidente, che si chiariscano gli elementi, le possibilità che abbiamo ancora di influenzare o di interloquire per cercare di influenzare quel percorso, tenendo fermo – come abbiamo già detto in passato – che i nostri obiettivi restano quelli: tutelare, come ha detto Pino Romano, il lavoro, ma al primo posto iscrivere la necessità di fare in modo che la città di Taranto non abbia a soffrire i patimenti e i danni all’ambiente e alla salute dei propri cittadini che ha sofferto in passato.
Credo che oggi si sia aperto uno spazio di dialogo e una possibilità grazie alla politica, una possibilità che prima non avevamo. Dunque, prima di chiamare a esprimerci, a impiccarci su “ricorso sì o ricorso no”, che non è il tema che interessa ai pugliesi, facciamo in modo che il Consiglio abbia la possibilità di riflettere su una scelta o su un’opzione, che io mi auguro possa essere la più condivisa possibile e possa scaturire dal confronto che si è aperto e deve chiaramente approdare a una sintesi tra Comune di Taranto, Regione Puglia e Governo nazionale.
Noi, pertanto, voteremo favorevolmente alla richiesta formulata ad inizio lavori dal Presidente Emiliano.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : COLONNA.
Grazie, Presidente. Buongiorno.
Io mi sento in dovere di intervenire per dar conto di una posizione differenziata, che è evidente in quello che dirò, rispetto a quella che ha espresso Mino Borraccino, pur entrambi appartenenti formalmente allo stesso Gruppo. Ovviamente, sono sensibilità diverse.
Speaker : PRESIDENTE.
Il consigliere Borraccino ha parlato in dissenso dal Gruppo, come prevede l’articolo 53.
Speaker : COLONNA.
Oppure, io sto parlando in dissenso rispetto al consigliere Borraccino. Come volete. Secondo una priorità temporale.
Per dire che cosa, molto rapidamente? Che aderisco per mera ragionevolezza alla sollecitazione, più che richiesta, sollecitazione, mossa dal Presidente Emiliano al termine di un intervento che ritengo estremamente istituzionale proprio, come non mai, perché è riuscito a mettere insieme una serie di tasselli che vanno dall’aggiornamento al recupero e al rispetto delle posizioni e dei ruoli in questa Assise, ha centrato appieno quello che io molto limitatamente e molto precariamente avevo tentato di fare la volta scorsa, qual è la partita vera.
Intanto dico ai colleghi che mi sembra bizzarro nel nostro sistema presentare un ricorso al TAR come un atto quasi eversivo. Mi sembra davvero bizzarro. In secondo luogo, la partita vera, centrale è semplicemente aver fatto sinora un tentativo, ora si traduce in qualcosa di concreto alla luce di quanto ci ha aggiornato il Presidente Emiliano, aver recuperato voce come Regione. La partita è tutta qui. Nel momento in cui su queste materie, come la questione ILVA, la Regione Puglia le comunità locali sono state sostanzialmente espropriate di una competenza, una concorrenza decisionale avendole dichiarate interventi, aziende, opere di interesse strategico nazionale, era doveroso mettere in campo, da parte della Regione, di tutta la comunità locale, dei tentativi e prendiamo atto con grande soddisfazione andati a buon termine, con un buon esito; recuperare un ruolo negoziale. Ciò che ci era stato sottratto, avendole dichiarate opere e aziende di interesse strategico, l’abbiamo recuperato con un attivismo, un protagonismo come Istituzioni locali regionali.
Questo è un vanto per tutti, soprattutto da parte di quelle forze politiche che più volte hanno evocato, anche con riferimento ad altre questioni, vedi questione TAV, hanno anzi lamentato una certa timidezza a volte forse impropriamente o hanno contestato di non aver impugnato certi atti governativi. Sembra davvero contraddittorio ora su questa partita evocare il ritiro di un ricorso che, invece, ha consentito, se volete strumentalmente, se volete in una partita a scacchi, di recuperare un ruolo negoziale con il Governo centrale.
Non mi meraviglio di questo, perché quando si dice “collaborazione tra Stato e Regioni” e si aggiunge “leale collaborazione”, lealtà che deve venire da entrambe le parti, collaborazione significa che ciascuno deve mettere il suo. Ora siamo nelle condizioni, come Regione, di dire la nostra.
Chiudo dicendo che non vedo un dramma, non vedo un problema anche in termini politici nel rinviare la conclusione di queste riflessioni all’esito della trattativa e alla luce dei futuri aggiornamenti che il Governo regionale ci farà sulla materia anche perché, ripeto, ci sono negli ordini del giorno sottoposti spunti tutti interessanti.
A me è piaciuto molto l’intervento di Pino Romano all’inizio quando riportava la natura e la funzione dei Consigli monotematici al loro vero obiettivo, alla loro vera essenza: una riflessione collettiva. Banalizzare la discussione con un esito, un vicolo cieco è assolutamente riduttivo della complessità delle questioni, della ricchezza dei contributi.
Io personalmente avrei votato favorevolmente a due dei punti dell’ordine del giorno proposto dal collega Borraccino, ad un punto dell’ordine del giorno del Movimento 5 Stelle. Avrei votato contro solo all’unico ordine del giorno che vedo ideologicamente coerente, forte, che è quello proposto e difeso dalla collega Franzoso e dai colleghi di Forza Italia dove vedi lì dietro un impianto ideologico forte, vale a dire un’idea, un recuperato centralismo, un centralismo forte, una logica orientata forte al mercato, orientata alla logica produttivistica. Lì vedo un documento ideologicamente, e non lo dico... Lungi da me qualunque forma di critica. Davvero, è un apprezzamento.
Per il resto, invece, siccome io mi consegno e sono notoriamente ideologicamente debole, preferisco stare sul merito. Il merito, ora, mi restituisce un nuovo protagonismo, un ruolo in una partita negoziale con il Governo centrale. Per me, questo è molto rassicurante. Quindi, qualunque esito non può essere imbrigliato da un ordine del giorno. Da qui, la necessità di soprassedere in questa fase.
Aggiungo una cosa, me ne stavo dimenticando. Tra gli ordini del giorno io avrei votato a scatola chiusa, integralmente quello proposto da Gianni Liviano, che effettivamente sta molto sul merito delle questioni, con una puntualità che apprezzo.
Dopodiché, accedo all’invito-sollecitazione del Presidente Emiliano e voterò a favore della mozione da lui proposta.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri iscritti a parlare.
Invito i consiglieri che hanno molto da fare fuori dall’Aula del Consiglio, se hanno la bontà, a sedersi. Dobbiamo procedere al voto.
Come recita il Regolamento, votiamo per alzata di mano sulla richiesta di rinvio della discussione del primo punto all’ordine del giorno. Chi è d’accordo per il rinvio?
Non vedo nulla. Che succede?
Certo. Se lo chiedete, io lo faccio. Chiedete il voto elettronico? Facciamo il voto elettronico, non è un problema. Basta chiedere.
Non vedo nessun iscritto a parlare.
Votiamo. Chi è per il rinvio, ovviamente, vota a favore. Chi è per il non rinvio, vota contro.
Presenti 45, votanti 45, favorevoli 26, contrari 19.
È approvato.
Passiamo adesso al secondo punto all’ordine del giorno.
Do la parola all’assessore Nunziante per la relazione, cui seguirà spero un dibattito più consapevole. Prego, assessore Nunziante.
Speaker : NUNZIANTE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla protezione civile, al personale e ai trasporti.
Presidente, grazie.
La tragedia del 12 luglio…
Speaker : PRESIDENTE.
Aspetta, assessore. Il pubblico, chi deve uscire che lo faccia rapidamente.
Prego, assessore Nunziante.
Speaker : NUNZIANTE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla protezione civile, al personale e ai trasporti.
Grazie, Presidente.
La tragedia del 12 luglio 2016 e le vittime dell’incidente, a cui va il nostro più affettuoso e sentito ricordo, hanno determinato un cambiamento epocale nella storia trasportistica non solo di questa regione, ma anche dell’intero Paese. Infatti, dopo venti giorni da quel tragico incidente, il Ministro Delrio firmava un decreto con l’annessione delle ferrovie regionali nel novero delle ferrovie interconnesse, sotto il controllo dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, il che ha comportato una serie di obblighi che porteranno nel breve e nel medio tempo un rilevante, quanto decisivo salto di qualità.
Io ho chiesto al Presidente che la mia relazione fosse data ai colleghi consiglieri.
La programmazione dei fondi strutturali del ciclo 2007-2013 sono stati 83 milioni, tutti impegnati per la sicurezza, e di quello in corso 2014-2020 ulteriori 171 milioni cominciano a dare i primi frutti.
Sulla linea Bari-Barletta l’intervento di raddoppio dei binari è stato completato fino a Corato. Il sistema di controllo marcia treno, cosiddetto SCMT, è stato completato ed è in esercizio fino a Ruvo. Entro il corrente anno le velocità commerciali e il regime di circolazione della linea ritornerà alla normalità almeno fino a Corato, mentre il raddoppio sulla Corato-Andria vedrà la luce nel 2019.
Allo stesso tempo stiamo operando sulle altre reti. Le Ferrovie del Gargano sono già interoperabili ed adeguate agli standard RFI ad eccezione della marittima Rodi-Peschici (Calenelle).
Le Ferrovie del Sud-Est hanno i cantieri aperti per il rinnovo dell’armamento e per l’installazione sull’anello di Bari del metodo SCMT; lavori che verranno completati nel 2018 mentre il 2019 sarà l’anno della conclusione degli adempimenti SCMT sulle linee salentine.
Sulla Bari-Gravina delle FAL, benché si tratta di linea non interconnessa, con risorse tutte regionali, abbiamo attivato il cosiddetto sistema di supporto alla condotta SSC “Train Stop”, mentre procedono gli interventi infrastrutturali di potenziamento della linea per aumentarne la capacità.
Come tutti ben sapete e ricorderete, è stata firmata dal nostro Governatore Emiliano e dal Ministro Delrio, in data 10 ottobre, una convenzione per l’utilizzo di una parte dei 700 milioni che sono previsti di interventi per la sicurezza.
Il Piano nazionale della sicurezza, di 700 milioni, prevede che 300 di questi 700 milioni siano per le ferrovie interconnesse alla rete nazionale, cioè le nostre Sud-Est, Ferrovie del Gargano, Bari Nord, mentre 398 milioni sono per le cosiddette Ferrovie isolate, cioè le nostre FAL.
Le risorse sono quelle della delibera CIPE n. 54 del 1° dicembre 2016.
La Regione Puglia di questi 300 milioni ne beneficia una larghissima parte, cioè 115.224.000 euro, che sono tutti destinati al potenziamento e al miglioramento del servizio di trasporto pubblico, in particolare al miglioramento della sicurezza ferroviaria, così ripartiti: Bari Nord Ferrotramviaria, 27.490.000 euro; Ferrovie del Gargano, 11.950.000 euro; Sud-Est, 75.300.000 euro. Anche sulle FAL siamo intervenuti, con una messa in sicurezza di interventi pari a 23.940.000 euro.
Il Governo regionale si sta muovendo in due specifiche direzioni. La prima, con una campagna di rinnovo del materiale rotabile, sia automobilistico che ferroviario. La seconda, con l’imposizione nei nuovi contratti di obbligazioni di servizio orientati sempre di più alla qualità, alla quantità dei servizi, al loro accento smart, all’intermodalità e efficacia.
L’obiettivo più volte dichiarato è quello di rinnovare completamente la flotta dei treni regionali di qui al 2023. Saranno investiti complessivamente 400 milioni di euro per i nuovi treni, di cui 100 milioni quale quota parte di cofinanziamento delle società di trasporto. Questo denaro pubblico proviene dalle risorse PO FESR 2014-2020, dalle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione e dalle risorse proprie della Regione.
Questo sforzo di cambiamento è stato chiesto a tutti i concessionari e da tutti abbiamo ricevuto la disponibilità a fare la propria parte. È questa la ragione per la quale, con la massima trasparenza, abbiamo pre-informato il mercato del nostro intendimento di riaffidare ai concessionari i servizi di trasporto ferroviario.
Questa nostra interpretazione è stata anche condivisa da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, dall’ANAC, cioè l’Autorità nazionale anticorruzione, dall’ART, cioè l’Autorità di regolamentazione dei trasporti.
Gli attuali contratti di servizi, che sarebbero spirati il 2021, verranno assorbiti dai nuovi contratti pluriennali, cioè fino al 2027. Saranno tutti equiparati anche con quello di Trenitalia e saranno negoziati nel rispetto del rinnovato quadro normativo che impone, appunto, trasparenza, parità di trattamento, efficacia dell’azione amministrativa, massima considerazione delle esigenze e delle necessità dell’utenza. Laddove arrivassero manifestazioni di interesse da parte del mercato, metteremo a disposizione degli interessati tutte le informazioni che ci verranno richieste e valuteremo con il massimo rigore se perfezionare l’affidamento diretto o piuttosto procedere con un confronto competitivo.
Alcune notizie sui servizi automobilistici. Stante la condizione di stress del sistema pugliese dei trasporti, la politica regionale di indirizzo alla programmazione del trasporto pubblico ha auspicato, da parte degli ATO, l’adozione di condizioni di flessibilità nell’attuale fase di definizione delle relative reti di competenza.
Verranno affidati al mercato circa cento milioni di chilometri all’anno, che le imprese sapranno raccogliere proponendo le migliori soluzioni, tese ad assicurare tanto l’equilibrio economico di gestione quanto il miglioramento della qualità del servizio erogato.
Saranno 130 i milioni di euro che saranno investiti nei nuovi bus, ecologici, moderni, sicuri e adeguati all’utenza con mobilità ridotta. Di questi, i primi 56 milioni sono già stati programmati e assegnati con la delibera di Giunta n. 325/2017. Le imprese assegnatarie del contributo garantiranno un cofinanziamento del 30 per cento. Le procedure di gara sono già state concluse e nel primo semestre 2018 verranno consegnati ai pugliesi 378 nuovi bus. Di questi, sempre nel 2018, ne aggiungeremo altri 200 riguardo il 30 per cento dell’attuale flotta dei bus adibiti a servizio interurbano, migliorando l’attuale anzianità media dei 1.700 bus in circolazione, portandola dagli attuali sedici anni a meno di dieci anni.
Passiamo ora alle infrastrutture, Ferrovie. Il potenziamento del trasporto ferroviario di persone e merci costituisce uno dei punti di forza del piano attuativo del Piano regionale dei trasporti 2015-2017. Il corrente ciclo di programmazione, e in particolare i fondi strutturali PO FERS 2014-2020, possono concretizzarsi in tre azioni: 7.1 intervento di potenziamento dell’offerta ferroviaria e miglioramento del servizio; rafforzare le connessioni dei nodi secondari e terziari delle aree interne e di quelle dove sono localizzati significativi distretti di produzione agricola e agro industriale con i principali assi viari e ferroviari della rete transeuropea dei trasporti. La terza azione, la 7.3, è l’intervento di potenziamento dei servizi di trasporto pubblico regionale e interregionale, sicurezza ferroviaria.
Prima di passare alle nostre connesse, un breve cenno ai cosiddetti interventi della lunga percorrenza, le cui priorità strategiche sono il completamento del raddoppio della linea adriatica tra Lesina e Termoli, per il quale sono da tempo disponibili i finanziamenti per la tratta Lesina-Ripalta, 106 milioni, che riguarda il contratto integrativo di sviluppo 2012 e la realizzazione della linea ad alta capacità (Napoli-Foggia-Bari) necessaria per garantire il collegamento dell’intera regione alla rete alta velocità nazionale.
Sulle altre reti d’interesse nazionale, cioè San Severo, Foggia, Barletta, Taranto, Brindisi e Lecce, sono parimenti previsti interventi finalizzati a migliorare l’interscambio tra i servizi ferroviari di lunga percorrenza e il trasporto regionale, in modo da migliorare l’accessibilità alla grande rete da parte dei territori di riferimento.
Per quanto attiene agli investimenti, a valere sui fondi strutturali PO FESR 2007-2014, per un totale di oltre 346 milioni, sono stati programmati dalla Giunta con varie delibere, da ultima la n. 883/2017.
Entriamo nel merito delle nostre connesse. Ferrovie Bari Nord. Di particolare rilievo il completamento del grande progetto “Adeguamento metropolitano Bari Nord” per 145 milioni di Ferrotramviaria che prevede diciannove interventi, sinteticamente riconducibili in quattro opere principali. Su tutte, il raddoppio della linea Corato-Barletta, l’interramento della stessa in abitato di Andria, l’interconnessione con la linea RFI in Barletta ed una serie di interventi complementari finalizzati al potenziamento e alla riorganizzazione della viabilità e dell’intermodalità multimodale in corrispondenza di pressoché tutte le stazioni dislocate lungo la linea Bari-Barletta, in particolare parcheggi di scambio, parcheggi pertinenziali, soppressioni di passaggio a livello.
Il progetto definitivo dell’interramento della linea della stazione nel centro urbano di Andria e la costruzione della nuova fermata Andria Nord è stato trasmesso alla Regione Puglia nello scorso mese di giugno al fine dell’istruttoria e del procedimento di propria competenza. Il progetto è stato oggetto di revisione, alla luce degli aggiornamenti legislativi in materia di appalti pubblici, nonché a seguito dell’emanazione del decreto ministeriale sopra richiamato, cioè quello del 05.08.2016, e del conseguente passaggio delle ferrovie rientranti nell’ambito di applicazione del decreto legislativo n. 112 sotto il regime delle direttive e disposizioni dell’Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria.
Il suddetto progetto dovrà essere sottoposto a verifica preliminare da parte di un validatore indipendente di sicurezza accreditato presso l’agenzia e dovrà, quindi, essere presentato all’agenzia per i necessari pareri.
Superate queste fasi, previa approvazione del progetto da parte della Regione Puglia, si potrà passare all’avvio delle procedure di gara. Riteniamo che tanto possa aver luogo nel primo semestre 2018.
I lavori riguardanti l’intervento raddoppio della tratta Ruvo-Corato della linea ferroviaria Bari-Barletta, con importo complessivo pari a 31.300.000 euro, risultano conclusi per quanto attiene alle opere strettamente ferroviarie, cioè le opere civili, armamento e trazione elettrica. Tuttavia, l’apertura all’esercizio delle opere non può aver luogo in quanto, a seguito dell’entrata in vigore del decreto ministeriale n. 58/2016, più volte qui richiamato, il progetto degli impianti di segnalamento e di sicurezza del servizio dovrà essere sottoposto a verifica da parte dell’Agenzia nazionale della sicurezza.
Ad oggi, Ferrotramviaria sta predisponendo il bando per l’avvio dei lavori di attrezzaggio tecnologico di entrambi i binari con blocco automatico MGRC, sistema di controllo marcia treno e attrezzaggio della stazione di Corato con il nuovo apparato centrale computerizzato multistazione. L’apertura all’esercizio dell’intera opera è stimata entro il 31/12/2018.
Relativamente al raddoppio e all’ammodernamento della tratta Corato-Andria, con importo complessivo pari a oltre 32 milioni di euro, in data 19/04 è stato sottoscritto il contratto di appalto per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori. Attualmente sono in corso le attività propedeutiche alla consegna dei lavori principali, quali la bonifica da ordigni bellici, gli espropri e le indagini archeologiche. È in fase di approvazione il progetto esecutivo dell’intero intervento.
Si ritiene di poter siglare il concreto inizio dei lavori entro questo mese di gennaio.
FAL. Per quanto attiene alle Ferrovie FAL è stato assegnato un finanziamento di 44 milioni per la realizzazione dell’intervento denominato cosiddetto potenziamento e velocizzazione della linea ferroviaria Bari-Matera, con risorse del Fondo di sviluppo e coesione, con l’obiettivo di potenziare l’infrastruttura ferroviaria della rete nel territorio pugliese e di elevare gli standard di sicurezza e confort potenziando l’offerta.
A ciò deve aggiungersi il positivo impatto che la designazione di Matera quale Capitale della cultura europea per il 2019 avrà nel settore culturale e sulla capacità attrattiva, non solo nella scala strettamente locale, ma anche nella scala territorialmente più ampia che compie anche la Puglia con la dorsale della Murgia e delle Gravine che congiunge Matera senza soluzione di continuità morfologica infrastrutturale fino a Bari e Taranto, che costituisce una grande opportunità per entrambe le regioni, cioè la Puglia e la Basilicata.
È di questi giorni il completamento dei lavori del sistema di sicurezza SSC “Train Stop” di 85 milioni della linea ferroviaria Bari-Matera-Altamura-Gravina.
Ferrovie Sud-Est. Gli interventi programmati per le Sud-Est sono sostanzialmente finalizzati alla messa in sicurezza della linea quali finanziamenti aggiuntivi di un programma specifico sulla sicurezza finanziato con fondi statali Piano operativo infrastrutturale, legge n. 190 del 2014. Di particolare rilievo anche altri interventi rivenienti dalla passata programmazione fra cui la metropolitana di superficie, la cosiddetta Martina-Lecce-Gagliano, per cento 30 milioni di euro che prevede opera di elettrificazione della linea e soppressione dei passaggi a livello. Intervento per il quale è stato sottoscritto di recente il disciplinare tra Regione e Ferrovie Sud-Est per l’avvio dei lavori, che dovrebbe avvenire in questo mese di gennaio, e la cosiddetta “bretella ferroviaria Sud-Est barese” per 120 milioni, che interessa i Comuni di Bari, Triggiano, Capurso e Noicattaro.
Consente di potenziare, questo, la linea ferroviaria Bari-Taranto, mediante l’interramento di parte della linea, nonché la realizzazione nella tratta interrata di due stazioni, Triggiano e Capurso, di impianti meccanici tipici delle gallerie, di attraversamento pedonali, di un ponte a quattro luci e degli impianti necessari alla circolazione ferroviaria.
Sono in corso di realizzazione i lavori di intervento armamento ferroviario dell’anello di Bari, rinnovo binari e risanamento massicciata sulla linea Bari-Taranto, tratta Bari-Sud Est-Mungivacca, e sulla linea Mungivacca-Putignano, a valere sui fondi PO FESR 2014-2020. Per il completamento dei lavori di potenziamento dell’intero anello, questa Regione ha chiesto un finanziamento aggiuntivo di 70 milioni di euro.
Con i fondi statali vengono finanziati ulteriori interventi specifici di tipo prettamente metropolitano afferenti all’asse tematico C. Per quanto riguarda, invece, l’asse tematico B, interventi nel settore ferroviario di collegamenti con i nodi urbani e produttivi, è in corso di definizione tra RFI e il Comune di Manfredonia l’intervento di penetrazione urbana nella città di Manfredonia, con tecnologia treno-tram, finalizzato con 50 milioni di euro, che comporterebbe l’eliminazione di tutti i servizi extraurbani automobilistici e l’integrazione con il servizio urbano di Manfredonia.
Sono in via di definizione, attraverso incontri tra il Comune di Taranto e RFI, gli interventi per la realizzazione della nuova stazione Taranto-Nassisi, con terminal intermodale passeggeri ferro-gomma, per 22 milioni di euro sulla linea Taranto-Brindisi di RFI. La nuova stazione, ubicata nel quartiere Paolo VI, è facilmente accessibile da tutte le principali direttrici di traffico del quadrante sudorientale della provincia di di Taranto è pensato per rendere rapido ed efficiente l’interscambio tra i servizi ferroviari e i numerosi servizi automobilistici extraurbani che penetrano nella città di Taranto.
Qualcosa sulla sicurezza ferroviaria. La Regione Puglia, come vi ho detto prima, grazie alla delibera CIPE 1 dicembre 2016, è assegnataria di una quota di riparto fondi FSC pari a oltre 115 milioni di euro, destinati al potenziamento e miglioramento del servizio trasporto pubblico, e in particolare al miglioramento della sicurezza ferroviaria.
In data 10 ottobre 2017, sono state sottoscritte apposite convenzioni tra il Governatore della Puglia, il Ministro delle infrastrutture e ciascuna delle tre ferrovie interconnesse operanti sul territorio regionale.
Con i fondi del Programma operativo 2007-2013 e del Programma operativo 2014-2020, la Regione ha già finanziato interventi di messa in sicurezza ferroviaria in specifiche tratte per un importo complessivo di oltre 72 milioni. Questi 72 milioni vengono così ripartiti: oltre 27 milioni alla Ferrotramviaria, 11.950.000 euro al Gargano, alle Ferrovie del Sud-Est 75 milioni. Anche FAL, che non è interconnessa, avrà un finanziamento di 23 milioni.
Materiale rotabile. Risultano finanziati 25 elettrotreni, così distribuiti fra le diverse società: con il POR Puglia, Azione 7.3, sono stati dati 5 elettrotreni alle Sud-Est, 3 elettrotreni a Trenitalia, 3 elettrotreni alle Ferrovie Lucane; con la delibera Asse tematico C, 5 elettrotreni alla Ferrotramviaria, 2 elettrotreni alle Ferrovie Appulo-Lucane, 1 elettrotreno alle Ferrovie del Gargano; per il Patto per la Puglia, 5 elettrotreni alle Ferrovie Sud-Est; con il PAT, 1 elettrotreno alle Ferrovie del Sud-Est.
Un breve cenno, così la relazione è molto più completa, per quanto riguarda la sicurezza delle strade, sicurezza delle strade il cui soggetto attuatore è l’ANAS.
Sono completamente in itinere e già programmati la Statale 16 Tangenziale Ovest Foggia per 186 milioni, completamento di itinerari già programmati sull’itinerario Bradanico-Salentino 105 milioni, intervento di adeguamento per quanto riguarda Taranto 65 milioni. Qui è stata proposta, da parte della Provincia di Taranto, una rimodulazione delle opere.
Interventi di adeguamento e razionalizzazione sulla Strada Statale 89 di San Giovanni Rotondo, 68 milioni. La Statale 16, tratto San Severo, 128 milioni. La variante Bari-Mola, 250 milioni.
Sono stati inoltre programmati, come il collegamento della Strada Statale 7 aeroporto Grottaglie, per migliorare l’accessibilità all’aeroporto di Grottaglie. Sempre in provincia di Taranto è stato finanziato l’intervento di realizzazione della litoranea interna Talsano-Avetrana per 193 milioni di euro.
Inoltre, ci sono stati interventi per la messa in sicurezza delle infrastrutture viarie, la strada dei Monti Dauni, per 30 milioni.
È stato dato – questa è una cosa molto importante – un nuovo impulso alla Strada Statale 275. Qui ci troviamo davanti a una situazione, dopo parecchi incontri dove con i Sindaci abbiamo convenuto che il tratto Maglie-Montesano Salentino si deve attuare con quattro corsie. Da Montesano Salentino a Leuca si andrà con il vecchio tracciato, cioè con due corsie. Qualche problema si ha nel territorio di Tricase, laddove l’Amministrazione comunale propone un tracciato alternativo, la strada cosiddetta Cosimina, rispetto alla precedente soluzione che trova l’opposizione del Sindaco di Tiggiano.
Un breve cenno agli aeroporti.
Sono in corso diversi interventi di potenziamento infrastrutturale degli aeroporti di Brindisi per 30 milioni di euro, nonché l’adeguamento delle infrastrutture di volo dell’aeroporto di Grottaglie. Sono in corso le procedure per il prolungamento della pista di volo dell’aeroporto di Foggia e l’affidamento ad Aeroporti di Puglia degli studi propedeutici alla sua destinazione quale polo della Protezione civile.
Chiudo brevemente. Attività che abbiamo svolto e che la sezione di vigilanza ha svolto per controllare tutte le attività (il dato è aggiornato al 27.12): sono state effettuate 1.925 ispezioni, più 25 sui servizi urbani, più vi sono state 8 verifiche amministrative, per un totale di 1.958. Le sanzioni derivanti ammontano a quasi 4 milioni di euro.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola alla collega Di Bari.
Speaker : DI BARI.
Grazie, Presidente.
Cittadini e colleghi, il Consiglio monotematico di oggi è stato fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle a seguito del disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato, che ci ha fatto comprendere, purtroppo, quanto l’affermazione che con Ferrotramviaria si viaggiasse sicuri fosse opinabile.
Oggi avremmo voluto avere risposte concrete ed è grande la delusione per aver dovuto ascoltare un discorso fatto di belle intenzioni, di rinvii, di date che, come sappiamo già, non verranno rispettate. La storia ci insegna questo.
Come non sono stati rispettati, fra l’altro, tutti i viaggiatori che, come me, ogni giorno vivono i tantissimi disagi di viaggiare sui mezzi messi a disposizione dalla Regione. Se avesse accolto il mio invito a prendere anche solo per una volta i mezzi che viaggiano in Puglia, oggi forse avremmo avuto delle risposte e avremmo avuto delle soluzioni. Invece, nulla. Ancora rinvii.
La tratta ferroviaria Barletta-Bari non era e non è tuttora completamente sicura, in quanto la sicurezza era completamente affidata al blocco telefonico e lo è ancora oggi in larga parte, mentre per la mole di traffico ferroviario su binario unico esistente avrebbe dovuto essere stato già adottato il sistema di controllo marcia treno, sistema di sicurezza che avremmo avuto già se solo Ferrotramviaria avesse proceduto a effettuare i lavori del raddoppio dei binari, già finanziati lungo tutta la tratta, nei tempi da essa stessa previsti.
Oggi, con questo mio intervento, darò voce anche agli oltre duemila pugliesi che, nei giorni scorsi, hanno potuto firmare una petizione, con la quale chiedono sicurezza e potenziamento del servizio di trasporto pubblico, perché bisogna dire basta ai viaggi della speranza, perché viaggiare in Puglia è questo, è diventata una speranza.
Procederò con ordine e farò la storia dei lavori che hanno interessato la nostra tratta ferroviaria Barletta-Bari.
L’adeguamento ferroviario dell’area metropolitana nel barese, approvato nel 2007 e finanziato con 180 milioni di euro di fondi europei FESR Puglia 2007-2013, avrebbe dovuto essere ormai al taglio del nastro rosso, invece purtroppo è ancora tutto fermo.
Il progetto iniziale, nonché quello approvato dalla Comunità europea, prevedeva il completamento di tutte le opere entro la fine del 2015. Questo è il cronoprogramma di Ferrotramviaria. Ma nel 2014, come recita la delibera di Giunta regionale n. 499/2014, l’acquisizione dei pareri richiesti dalle norme vigenti, ivi compresi gli adempimenti a cura delle Amministrazioni locali interessate dai singoli interventi, nonché l’adeguamento progettuali e le prescrizioni impartite dalle autorità competenti in sede di conferenza di servizi preliminare, ha determinato un allungamento imprevisto della fase istruttoria, propedeutica all’avvio delle attività di realizzazione degli interventi e, conseguentemente, uno slittamento dei termini per la conclusione degli stessi.
Ma si può capire quali sono queste Amministrazioni anche locali che hanno, quindi, causato il ritardo? Avete il coraggio di farlo? Nomi e cognomi. In effetti, la Regione, con le delibere nn. 1450 e 499 del 2014, ha sancito che il cronoprogramma dei lotti funzionali residui di seguito elencati, dell’importo globale pari a 105 milioni di euro, non è compatibile con i tempi di attuazione e chiusura del periodo di programmazione in corso. Il tutto ha causato dei ritardi delle Amministrazioni locali interessate dai singoli interventi.
Gli interventi più rilevanti, da completare entro il termine massimo del 31.12.2015 erano: Bari, potenziamento e adeguamento della tratta Bari-Fesca; Bitonto, ammodernamento impianto ferroviario di stazione; Corato-Andria, raddoppio di linea; Andria, nuova fermata a sud; Barletta, adeguamento della stazione di Barletta Scalo, con interconnessione con rete ferroviaria italiana. A proposito del raddoppio Andria-Corato questo era inizialmente tra le opere da completare entro il 30 giugno 2015.
A causa dello slittamento dei tempi, la programmazione è stata spacchettata in due lotti da completare, in due programmazioni di fondi europei diversi. Successivamente a una mia richiesta di informazioni a luglio del 2015 all’allora assessore dei trasporti regionali Giannini, lo stesso ammetteva che, invece, tutto il raddoppio della tratta Andria-Corato era stato spostato nella nuova programmazione 2014-2020. Però, tornando alle opere previste, gli interventi più rilevanti spostati poi alla nuova programmazione a causa dei ritardi erano: Andria, interramento della linea e della stazione del centro urbano con la nuova fermata Andria Nord; Barletta, raddoppio dal chilometro 66 al 68 e segnalamento Andria Nord Barletta esclusa.
Ad oggi quali sono le opere finanziate con la precedente programmazione e previste nel cronoprogramma che sono quindi state completate ed hanno ricevuto il collaudo entro il 31.12.2015 o comunque entro il termine ultimo previsto dall’Unione europea?
A quanto ammonta la spesa rendicontata di tutte queste opere sui 106 milioni previsti dall’attuale programmazione?
Sul tema dei ritardi dei lavori voglio citare un estratto del verbale ufficiale degli interventi della delibera di Consiglio comunale numero 8 del 14 marzo 2016 con la quale il Comune di Trani approvava ai fini urbanistici il progetto di raddoppio poiché un tratto della ferrovia tra Andria e Corato passa proprio da Trani.
Il Sindaco Bottaro, incalzato da un consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, dichiarava: “Non è un caso, infatti, che in tutte le riunioni fatte in Regione ho preso gli improperi dell’assessore, perché chiaramente Trani – però, devo dire, eravamo in ottima compagnia – con gli altri Comuni non avevano ancora deliberato e quindi, di fatto, non consentivano che l’iter potesse procedere”.
In queste poche parole, pronunciate dal Sindaco di Trani, anche se riportate un po’ maldestramente evidentemente nel verbale, c’è il fulcro della questione e da queste parole si comprende quanto è accaduto.
Allora, mi e vi chiedo nuovamente, quali sono gli enti pubblici o privati che hanno determinato un allungamento imprevisto della fase istruttoria propedeutica all’avvio delle attività di realizzazione degli interventi e, conseguentemente, anche lo slittamento dei termini per la conclusione degli stessi?
Passiamo agli elementi emersi dalle indagini. Andando sul sito di Ferrotramviaria, anche in questo momento, si può leggere che nel 2012 sono stati avviati i lavori di raddoppio per altri 8 chilometri circa fra le stazioni di Ruvo e Corato e i lavori di costruzione della connessione con RFI per l’utilizzo del piazzale ovest della stazione di Bari Centrale; entro il 2015 verrà completato il raddoppio dell’intera linea sino a Barletta; nel 2013 è stato avviato ad attrezzaggio l’intera linea con il Sistema di controllo marcia treno nell’ambito del progetto di interconnessione con Rete Ferroviaria Italiana. L’interconnessione sancita dalla direttiva 2016 n. 797 prevede l’utilizzo obbligatorio del Sistema di controllo marcia treno, poiché la tratta Bari-Nord, oltre ad essere collegata con RFI, è un collegamento importantissimo con l’aeroporto di Bari Palese.
Rilevo, quindi, da queste parole che la società concessionaria si poneva già nel 2013 il problema di adeguare gli impianti di sicurezza a causa dell’interoperabilità della tratta, ma l’ente ferroviario, della tratta ferroviaria, cioè la Regione, non se lo doveva porre prima questo problema di sicurezza, a prescindere dall’obbligo di sicurezza richiesto dall’interoperabilità della tratta? In buona sostanza, in base al contratto di concessione in essere, quali erano gli adempimenti che Ferrotramviaria doveva rispettare e su cui la Regione doveva vigilare?
Nel frattempo, la DG FEMA (Direzione generale per le investigazioni ferroviarie marittime) nel suo rapporto rileva che quei sistemi di sicurezza al ribasso dovevano essere abbandonati già nove anni fa. Non erano previste in tal senso né deroghe né proroghe. Un disastro che ha come causa a monte la lentezza con cui l’Italia si è messa al passo con le regole imposte da Bruxelles.
Purtroppo, alcune ipotesi, seppur parziali e da verificare, ovviamente, ma agghiaccianti se confermate, le abbiamo lette due mesi fa da organi di stampa, precisamente dalla Gazzetta del Mezzogiorno pubblicata l’8 novembre 2017, a pagina 9. Riguardano proprio le indagini della Procura di Trani. Dalle prime conclusioni dei magistrati, pare che la società Ferrotramviaria si sarebbe resa responsabile di non aver utilizzato tutti i fondi stanziati dalla Regione per la manutenzione della rete ferroviaria, violando quindi il contratto di servizio. Cito testualmente la Gazzetta: “Lo testimonia, oltre che il contenuto del contratto, anche una lettera da parte della Regione, che è stata acquisita dai militari e destinata a tutte le ferrovie private pugliesi a fine 2015 e che ricordava ai concessionari che l’utilizzo dei fondi per la manutenzione va rendicontato anno per anno, cosa che almeno per Ferrotramviaria, secondo la procura di Trani, non sarebbe avvenuta”. Questa è la citazione. Ora vi chiedo: senza dover attendere per forza la Procura, ditemelo voi, Ferrotramviaria ha risposto, ha rendicontato, sì o no?
L’11 dicembre 2017, la Procura di Trani ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a diciannove persone. A Ferrotramviaria è stato contestato di aver risparmiato ben 664.000 euro sui lavori per l’installazione del blocco conta assi, con cui si sarebbe potuta evitare evidentemente la tragedia. Nel frattempo, nel 2016 la società romana portò a casa ben 4,7 milioni di utili, di cui 2,5 distribuiti agli azionisti. Chiamati in causa anche i dirigenti di Ferrotramviaria, accusati anche loro di non aver operato per prevenire l’incidente, ignorando le direttive sulla sicurezza del lavoro, le circolari ministeriali sull’aggiornamento tecnologico delle reti ferroviarie regionali, gli obblighi del contratto del servizio con Regione, e di aver nascosto al Ministero e al suo braccio tecnico DG FEMA una serie di venti incidenti, venti incidenti, sfiorati tra il 2012 e il 2016, oltre che di aver dotato la linea ferroviaria di una insufficiente copertura della rete di telefonia mobile lungo la tratta Andria-Corato e, quindi, delle consequenziali difficoltà di comunicazione fra personale di terra e personale di bordo.
Inoltre, il Nucleo di polizia tributaria di Bari ha eseguito mirati approfondimenti investigativi nella gestione degli incentivi e contributi finanziari erogati periodicamente dalla Regione Puglia a favore della società ed espressamente destinati alla manutenzione e implementazione del sistema di sicurezza lungo la tratta ferroviaria. È emerso che Ferrotramviaria, nonostante la disponibilità di ingenti risorse finanziarie, destinate in parte al raddoppio della linea ferroviaria Bari-Barletta e in parte per l’ammodernamento dei sistemi di sicurezza sulla stessa linea, compresa la tratta dell’incidente, è rimasta priva di idonei sistemi di sicurezza automatizzati che potevano essere realizzati al costo di 600.000 euro, pur disponendo anche di notevoli mezzi finanziari propri in parte destinati al pagamento dei dividendi a favore dei soci.
Negli ultimi cinque anni Ferrotramviaria ha, inoltre, ricevuto dalla Regione Puglia, come previsto dal contratto di servizio, compensi per circa 180 milioni di euro, il 58 per cento dei quali destinati contrattualmente alla gestione delle infrastrutture e alla sicurezza del trasporto.
Nel corso dell’attività investigativa è stato accertato che oltre 97 milioni di euro sono stati distratti rispetto agli obiettivi di sicurezza per i quali erano stati erogati: 97 milioni di euro.
Sulla base di questi fatti accertati, due dirigenti e il rappresentante legale della società sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per malversazione e danno allo Stato. La mia domanda è sempre la stessa: cos’altro deve emergere perché la Regione possa decidere di revocare immediatamente la concessione a Ferrotramviaria? Per non parlare poi del raddoppio del binario della tratta Andria-Corato. Ferrotramviaria, sempre secondo quanto riportato nella Gazzetta di cui sopra, avrebbe scelto di impiegare i fondi europei, già stanziati per il raddoppio, per la metropolitana Bari-Aeroporto in quanto ritenuta una scelta più redditizia per Ferrotramviaria: i soldi in cambio della sicurezza.
Qual è la vostra posizione al riguardo? La Regione cosa dice? Analizziamo la rivoluzione dei lavori sulla rete dal 12 luglio 2016 ad oggi.
Al 12 luglio 2016 la linea elettrificata è a scartamento normale a doppio binario nel tratto Fesca-San Girolamo-Ruvo, per circa 33 chilometri, mentre per i restanti 33 chilometri è a binario unico. La circolazione dei treni avviene con blocco automatico bidirezionale da Bari a Ruvo mediante l’ACEI, l’apparato centrale elettronico di itinerari di Bitonto, e gli ACS, gli apparati centrali statici di Terlizzi e Ruvo, con consenso telefonico da Ruvo a Barletta.
Il 23 agosto 2016 Ferrotramviaria comunica alla Regione che entro dicembre 2016 la linea verrà dotata del sistema di controllo marcia treno fino a Ruvo dove oggi è già operativo un altro sistema per il controllo della circolazione. È successo questo? A dicembre avevamo questo sistema? Il doppio binario tra Ruvo e Corato sarebbe dovuto essere operativo entro fine 2017, insieme al Sistema di controllo marcia treno. L’11 aprile 2017 Ferrotramviaria fa sapere che i lavori infrastrutturali di raddoppio dei binari, di ammodernamento della linea Ruvo-Corato sono in avanzata fase di ultimazione e che l’adeguamento tecnologico e l’adozione del Sistema di controllo marcia treno sarà completato tra i mesi di giugno e luglio, o comunque prima della riapertura dell’anno scolastico, al fine di limitare al minimo i disagi dei passeggeri. Cosa che, evidentemente, non è avvenuta. Impegni non mantenuti.
Solo il 21 luglio 2017 Ferrotramviaria ha comunicato che dal 24 luglio è stato attivato il primo stralcio del Sistema di controllo marcia treno per 26 chilometri da Bari Centrale a Bitonto, ripristinando, quindi, la velocità di circolazione dei treni, che nel frattempo era stata ridotta a 50 chilometri orari. Quando sarà stivato il Sistema di controllo sulla Bitonto-Terlizzi-Ruvo-Corato e poi Corato-Andria-Barletta, con i relativi lavori di raddoppio?
Come si può, dopo tutto quello che è successo e quanto riportato dagli organi di stampa circa le indagini in corso, prorogare il contratto con Ferrotramviaria fino al 2027, con l’aggiudicazione diretta? E che dire dei Fondi per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, quindi degli interventi previsti per il Patto della Puglia? Interventi per la sicurezza del sistema ferroviario, 20 milioni. Messa in sicurezza della linea ferroviaria Andria-Corato e Barletta-Andria, 40 milioni. Miglioramento della sicurezza delle linee ferroviarie binario unico e ferrovie concesse, 50 milioni.
Sempre da organi di stampa ho appreso che la Regione, per accedere a questi fondi, doveva presentare entro il 30 giugno 2017 un Piano operativo di investimenti, richiesto anche da me tramite PEC, sottoscrivendo poi un accordo con il Ministero e il gestore delle Reti ferroviarie per la realizzazione degli investimenti. Dal riscontro che ho avuto dall’assessore Nunziante a questa mia richiesta, ho appreso che è stata prevista l’installazione del Sistema di controllo marcia treno da Bari a Ruvo, da Fesca-San Girolamo a Cecilia e da Barletta a Andria. Ci sono stati rilievi da parte del Ministero in merito al Piano operativo di investimenti presentato? Qual è la tempistica di completamento di questi lavori? C’è una sovrapposizione di fondi, tra quelli nazionali, FSC, o FESR europei, per l’adozione del sistema di controllo da Bari a Ruvo? Risposte che non abbiamo ancora avuto.
Veniamo ora alla gestione del servizio dal giorno successivo alla tragedia fino ai giorni nostri. Per descriverlo posso usare una sola parola: indecente. Perché dico così? Sempre più corse ferroviarie e automobilistiche sono state soppresse, costringendo tutti i pendolari ad alzarsi da una a due ore prima solo per sperare di trovare un posto a sedere, previa lotta fisica tra i pendolari, a causa del numero insufficiente di autobus. Ritardi continui dei mezzi e tempo di percorrenza elevato. Va a finire che si spende più tempo per viaggiare che per lavorare o studiare.
In questi giorni di pioggia, poi, ho ricevuto diversi video di autobus dal cui tetto filtrava acqua, impregnando i sedili, e gente che scendeva bagnata fradicia. Dopo un anno, sembra che nessuno, tranne noi, si sia accorto del disagio che provano i pendolari ogni giorno a causa dei veri e propri viaggi della speranza, con autobus e treni stracolmi. A volte i capistazione sono addirittura costretti a far scendere i viaggiatori per far partire i mezzi.
Ma non solo, anche i lavoratori delle biglietterie di Corato e di Andria facenti parte della cooperativa faticano a portare a casa uno stipendio a fine mese a causa del basso numero di biglietti venduti, perché la qualità dei servizi è scadente e costringe i pendolari a viaggiare o con auto privata o con altri gestori. Di questo ci vogliamo preoccupare? Ed è per questo che, oltre alle mie numerose segnalazioni, ho presentato un emendamento che destina 100.000 euro per il trasporto pubblico per la tratta Spinazzola-Minervino Bari, non ancora utilizzati purtroppo, da luglio, e promosso una petizione sottoscritta da duemila cittadini per richiedere un degno servizio di trasporto pubblico, con proposte ben precise dai pendolari.
Caro Presidente Emiliano, che non c’è, e caro assessore Nunziante, vi affido queste firme, queste duemila firme, che richiedono una cosa molto semplice: sicurezza e garantire il servizio pubblico attraverso un adeguato numero di mezzi, aumentando le corse sia ferroviarie che automobilistiche nelle tratte di maggiore affluenza e accelerando l’iter perché quei soldi che sono stati stanziati, i famosissimi 100.000 euro, vengano finalmente utilizzati.
Io le porto sia le firme che la petizione, ma anche un ordine del giorno, che presento, che riprende chiaramente quelle che sono le richieste dei pendolari.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente.
Colleghi consiglieri e assessore, abbiamo vissuto una giornata tragica, un incidente che mai avremmo voluto potesse accadere e questo anche la sua relazione, per la quale il mio Gruppo la ringrazia per i dati che ci espone, ci dà l’idea che la consapevolezza dell’investimento sulla sicurezza dei trasporti è migliorata e si è rafforzata in questa nostra Regione. Questo è un dato molto, molto positivo.
È evidente che abbiamo bisogno di investimenti. Abbiamo bisogno di investimenti sia sulle infrastrutture, sia sui mezzi di trasporto, oltretutto anche sulla formazione delle risorse umane. Su questo, da quello che mi è dato leggere e ascoltarla nell’illustrare la sua relazione, Presidente, sono confortato. Sono confortato nel senso che sicuramente questa consapevolezza e questa attenzione verso il tema della sicurezza dei trasporti è ormai parte integrante dei contenuti di questa Regione.
Voglio porre all’attenzione, forse anche andando fuori tema, ma non mi sembra, anche quella che deve essere la qualità del servizio rispetto alla sicurezza.
Assessore, noi stiamo rivoluzionando i sistemi dei servizi pubblici. Mi riferisco, per esempio, al servizio sanitario dove noi convertiamo delle strutture ospedaliere, attiviamo altra tipologia di struttura che tende a potenziare la medicina territoriale, andiamo incontro alla necessità dell’integrazione sociosanitaria tra Comuni e ASL all’interno dei Piani di zona e questi ridefiniscono i collegamenti tra i territori, che molto spesso non sono previsti nei Piani di trasporto.
Abbiamo dei Piani di trasporto rigidi e che non si adattano flessibilmente a queste trasformazioni flessibili che noi stiamo vivendo. Abbiamo un sistema scolastico che si regge sempre più sull’autonomia delle istituzioni scolastiche e questa autonomia è fondata soprattutto sul numero degli iscritti che varia da anno ad anno. Anche qui molto spesso il sistema dei collegamenti trasportistici non va incontro a questi cambiamenti, che sono veloci, che di anno in anno ci pongono di fronte ad esigenze differenti.
Andiamo incontro a Matera, Città della cultura 2019, e credo – le ho dato un esempio stamattina in una chiacchierata che abbiamo fatto a quattr’occhi – che il nostro sistema dei trasporti, il nostro Piano dei trasporti non sia adeguato per le coincidenze opportune per poter portare la gente di Puglia verso Matera, Città della Cultura 2019, che tanto può dare in termini di arricchimento culturale alla gente di Puglia.
Abbiamo molto spesso, tra di noi, in Consiglio dibattuto tra il rafforzamento degli aeroporti di Puglia. Io credo che vadano rafforzati i collegamenti tra i territori e gli aeroporti e tra gli aeroporti tra loro. Credo sia indispensabile.
Assessore, io non so quanto sia competenza della Regione. Credo che quello che si è verificato ieri nell’area metropolitana di Bari, e non so – ripeto – se la competenza sia della Regione o della Città Metropolitana... Le competenze sono interconnesse, a mio modo di vedere, tra i diversi livelli istituzionali. Ieri è successo un fatto molto grave sul piano etico. È ripresa l’attività scolastica e nel territorio della Città Metropolitana non c’è stato il servizio di trasporto per i disabili, che sono rimasti a casa. Una cosa molto grave.
Il problema è, sì, e di questo io sono, a nome del Gruppo, anche felicemente impressionato dalla sua relazione di oggi, è sì di investimenti, ma anche di attenzione per capire come andiamo incontro a delle trasformazioni molto veloci e che molto spesso attengono a una necessità, quella di razionalizzare la spesa e di efficientare i servizi, cioè trovare un migliore equilibrio tra un’economicità di spesa e una maggiore efficienza ed efficacia dei servizi pubblici. Questo presuppone una flessibilità anche dei Piani di trasporto, che non possono essere rigidi.
Quindi, mi affido a lei, assessore, affinché – se condivide questo mio pensiero, che è il pensiero del Gruppo – lei possa trasferire alla parte operativa, dirigenti e aziende che poi collaborano con la Regione, anche questa possibilità di una flessibilità che sia anche istantanea per rispondere prontamente a nuove esigenze della nostra collettività, nuove esigenze di trasporto pubblico, che – ripeto – sono dipendenti dalle nostre scelte, non dalla volontà della collettività; da nostre scelte di riorganizzare il servizio sanitario, scelte delle istituzioni scolastiche di riorganizzare l’offerta didattica e l’offerta formativa negli istituti, scelte che poi provengono dall’alto e che ci danno la fortuna, nel nostro territorio contiguo, di avere Matera Città capitale della cultura 2019, ovvero scelte che sono opportunità per la gente di Puglia, verso la quale noi dobbiamo sforzarci di fare in modo che possano essere colte queste opportunità in pieno.
Questo è il discorso che questo Gruppo le rassegna, nella speranza che lei lo possa condividere, ne possa far tesoro e possa adoperarsi affinché sia messo in atto e attuato per una più sicura, ma anche più funzionale mobilità pubblica per la nostra collettività.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Io non ho relazioni preparate, assessore, perché il tema dei trasporti è un argomento che ogni consigliere deve conoscere a menadito. È perché era giusto ascoltare prima le sue considerazioni in qualità di esponente del Governo regionale e per il lavoro che sta facendo e sta programmando.
Oggi affrontiamo un problema fondamentale per l’intero Paese e, quindi, anche importantissimo per la nostra regione. Sappiamo, però, che la Puglia ha delle gravi criticità, delle manchevolezze, dovute anche all’inerzia di chi in questi ultimi anni l’ha governata. Ma noi vogliamo, a prescindere da questo, che ognuno di noi faccia la propria parte affinché si risolvano tante criticità del trasporto pubblico locale della regione Puglia. Sono tanti gli scandali e le brutte figure che questa Regione ha fatto a causa dell’argomento dei trasporti, a cominciare dagli ultimi eventi delle FSE, in cui addirittura i treni in Puglia deragliano. Insomma, una cosa veramente da rabbrividire. Qualcosa che ci fa ritornare forse ai tempi del far west, quindi indietro di tantissimi anni. Sono cose che non possono e non devono mai più accadere, riportate anche dalla cronaca nazionale.
Così come la Puglia ancora piange il tragico evento del luglio dello scorso anno, quell’incidente nella tratta Corato-Andria, verso cui tutti abbiamo assunto, assessore, un atteggiamento di responsabilità. Nessuno si è permesso di strumentalizzare nel modo più assoluto un evento così tragico, che ha ferito ognuno di noi, che ha colpito al cuore ogni pugliese. Però, dobbiamo imparare la lezione e dobbiamo anche dagli errori ripartire per migliorare quello che è il sistema dei trasporti pubblici pugliesi, che oggi langue, perché è così.
Quando si parla di sicurezza ferroviaria, che deve essere il primo argomento, sicurezza ferroviaria è rendere le linee sicure con nuovi sistemi di sicurezza come l’SCMT (veniva pronunciato prima), con convogli tecnologicamente all’avanguardia, ma fondamentalmente si parla di infrastrutture.
Lei ha fatto una elencazione di lavori che saranno svolti e noi su questo saremo molto ma molto vigili, però devo dirle con tutta sincerità che lei sa che quando viene affrontato un problema e risolto io sono il primo a renderne pubblico il merito e anche a ringraziare.
L’ho fatto anche con lei per alcuni casi che insieme abbiamo risolto per la nostra collettività, vedi il caso del disagio nelle tratte del nord barese, adesso risolto dopo un’audizione che facemmo in Commissione con Ferrotramviaria e con una delegazione di pendolari. Però, oggi, con grande rammarico, assessore, devo farle rilevare che nella sua relazione non vi è un minimo riferimento ad un caso che io le ho ampiamente esposto per cui si è tenuto un incontro, in questo lei è stato solerte e anche prontamente disponibile, e quindi riconosco ai miei interlocutori, al di là dell’appartenenza, quando appunto c’è un impegno, lei è stato solerte nel convocare subito un incontro su un problema che io ho sottoposto a nome di un’intera comunità, che è la questione del sottopasso Bitonto-Santo Spirito, un passaggio a livello teatro di infiniti tragici incidenti, incidenti mortali con diversi decessi.
Ho sottoposto questa problematica a lei. C’è stato un incontro subito con l’Amministrazione comunale, con i vertici di Ferrotramviaria. Si è prospettata una soluzione che non è fattibile, perché i fondi messi a disposizione dalla Regione potevano prevedere solo quella soluzione. Quella soluzione, non ci vuole una laurea in ingegneria per capirlo, non è fattibile. Allora, a fronte di tutti questi importi citati nella relazione, come si fa a non prevedere un importo adeguato per una situazione gravissima? E non stiamo ad elencare i decessi continui. Non è citato nella relazione.
Mi aspettavo che dopo una riunione che si è tenuta soltanto tre mesi fa, non tre anni fa, assessore, lei desse delle risposte non soltanto a un consigliere regionale che con atteggiamenti collaborativi e costruttivi ha posto un problema, ma desse delle risposte a una comunità che è quella dei cittadini di Bitonto, di Palo del Colle, di Grumo, di Bitetto, di un comprensorio di non meno di 300.000 abitanti che, soprattutto nei periodi estivi, percorre proprio quel tratto di strada.
Io avevo auspicato un suo forte impegno. Quell’opera bisogna farla a tutti i costi. Bisogna fare il sottopassaggio. Non si può fare una strada parallela. Finita quella riunione, assessore, io sono andato sul posto. Non sono un tecnico. Ho fatto delle fotografie. Le ho sul mio telefonino. Sono andato nelle campagne, mi sono reso conto, ho fatto anche il calcolo del percorso che un automobilista dovrebbe percorrere per raggiungere la strada. Non è una situazione alternativa fattibile.
Siccome è una questione che va avanti da decenni, oggi una comunità, un intero territorio, tramite anche un suo rappresentante, perché io sento il dovere di rappresentare una comunità in questa Assise, deve porre questa problematica. Quindi, io le chiedo adesso, pubblicamente, una risposta e le chiedo un impegno nel prevedere le somme adeguate per risolvere questo problema una volta per tutte. Glielo chiedo in toni veramente costruttivi. Lei è il primo che ha interesse, perché viene anche lei da quel territorio, affinché questa problematica sia risolta. Ci sono le possibilità. Lo ha detto lei. Oggi lo dice lei nella sua relazione. Lei oggi indica persino le date. Ci fa piacere che ci siano delle date, che ci sia un cronoprogramma, seppur di massima. Su questo noi saremo vigili. Controlleremo lo stato di avanzamento di quello che avete scritto, non perché vogliamo essere di fastidio a qualcuno, ma perché ci teniamo che le cose scritte vengano realmente realizzate.
Non chiediamo di fare cose irrealizzabili. Faremmo demagogia in quest’Aula, e non sarebbe opportuno. Chiediamo che quello che realmente si può fare, limitatamente agli importi che sono stati stanziati, si faccia. In questo siamo anche pronti a lavorare insieme, a collaborare. Veramente noi siamo qua e dobbiamo essere qua per dare risposte alla nostra comunità.
C’è anche una mozione depositata, e lei l’ha pure letta. Chiediamo che questo problema sia risolto, quello del passaggio a livello sulla Bitonto-Santo Spirito, uscendo da Bitonto per Santo Spirito, che non è soltanto frequentato dai bitontini, ma anche dall’hinterland interno che attraversa la città di Bitonto per raggiungere la località di Santo Spirito e la 16bis, quindi per altre località, sia nel periodo estivo sia non nel periodo estivo, perché la 16bis sappiamo che è un’arteria di comunicazione importantissima.
Quanto, invece, alla questione relativa alle infrastrutture, voglio anche farle rilevare che chi vi parla in Commissione Trasporti, all’epoca dell’Assessorato Giannini, quando fu presentato il Piano regionale, aveva riscontrato la possibilità di rendere quel tratto della strada provinciale 231, quindi parliamo adesso di trasporto su gomma e su strada, che va da Bitonto a Modugno, l’unico tratto ad altissima intensità di insediamenti industriali, perché è lì che inizia la zona industriale di Bari capoluogo di regione, quel tratto tra Bitonto e Modugno è l’unico tratto oggi ancora a due corsie, che non è a quattro corsie e non è con lo spartitraffico, anche quello teatro di tragici eventi. Proprio qualche anno fa c’è stato il decesso di un dipendente pubblico della società partecipata dal Comune di Bitonto, che ha sede sulla ex strada provinciale 231, dove il mezzo che svolgeva un servizio pubblico alla comunità purtroppo in un incidente ha fatto perdere la vita a un dipendente di quella società pubblica, che è la SV. Così come quel caso, si verificano continui incidenti, perché ci sono gli affacci delle industrie, delle aziende, e rendono pericolosissimo naturalmente, per il traffico veicolare intenso, quel tratto di strada.
Sul piano, assessore, votai a favore in Commissione. C’era l’assessore Giannini. Io votai a favore. E perché? Perché raccolsi un aspetto molto positivo. Quando si tratta di dare un contributo per risolvere un problema, anche se io sono un componente dell’opposizione, io sento di votare a favore, perché seguo prima di tutto il mio cervello, oltre che il mio cuore, quando esprimo un voto. E in quel caso riscontrai che era previsto un intervento che avrebbe dovuto svolgere l’ANAS. Io ho fatto degli accertamenti all’ANAS e parrebbe che l’ANAS non sia stata incaricata. Allora le chiedo – questo è un altro aspetto importante – di intervenire anche su questo argomento, cioè nel tratto Strada Provinciale 231, ex Strada Statale 98, compreso tra Bitonto e Modugno, perché poi da Modugno in poi diventa nuovamente a quattro corsie con spartitraffico.
Parlando del trasporto su gomma e quindi degli autobus, mi permetto soltanto di ricordare, ma questo lei lo ha fatto già suo, così come lo fece già suo il suo predecessore, il problema relativo all’abbattimento delle barriere architettoniche. Ho visto che è inserito. Spero che veramente… Io ho ricevuto tante segnalazioni, tanti, tutti i bus… Chi per un motivo, chi per un altro, chi per minore abilità, chi perché magari anche ha difficoltà nella deambulazione, per motivi di salute, per motivi anche di anzianità, hanno il diritto alla mobilità. Chiedo che tutti gli autobus abbiano definitivamente abbattute le barriere architettoniche.
Così come volevo farle rilevare – lei era presente e devo dire offrì anche in quell’occasione la sua disponibilità a ragionare sul caso – il problema del trasporto pubblico su gomma nel capoluogo di regione, e cioè l’annosa questione dell’AMTAB e della mancata sicurezza dei passeggeri, degli autisti e dei controllori, sempre più aggrediti, purtroppo, da malfattori o delinquenti che creano disagio ai cittadini baresi, ma non solo, perché l’AMTAB è utilizzata anche da chi arriva a Bari come mezzo di trasporto per poi spostarsi all’interno del capoluogo di regione e che penso abbiano diritto i cittadini, i passeggeri, gli automobilisti, i controllori e gli operatori tutti, quindi anche gli autisti a una maggiore sicurezza.
La Regione trasferisce… Lei ha detto che gli autobus in media hanno una vita di sedici anni e la vuole ridurre a dieci. Benissimo. Io condivido alcuni aspetti della sua relazione, perché in effetti va a migliorare, però la Regione passa all’AMTAB all’incirca 27.412.000 euro all’anno per il trasporto pubblico qui a Bari. Abbiamo, però, un’età media dei bus di ventidue anni, quindi con mezzi che versano in condizioni pietose, che assicurano un servizio di qualità scadente e che non vede il Comune di Bari impegnato ancora nel risolvere il problema della sicurezza dei cittadini.
Naturalmente, questo scoraggia l’utilizzo del mezzo pubblico che noi, invece, dovremmo incentivare. Anche su questo, penso che sia fondamentale intervenire.
Lo dicevo in apertura. Era importante questo confronto perché il trasporto è uno degli argomenti fondamentali per tutto il Paese. È fondamentale come lo è la sanità, è fondamentale come lo è l’agricoltura. I trasporti sono importantissimi. Io confido in un suo impegno serio, concreto per le questioni che ho sollevato quest’oggi in Aula perché penso siano... Non lo penso io. La collettività e la comunità. I nostri cittadini ritengono siano fondamentali tali interventi. Siccome è passato fin troppo tempo e hanno avuto veramente tanta pazienza, su questo sarò incalzante più che mai perché è un diritto che quei cittadini hanno e noi dobbiamo in ogni modo cercare di risolvere questa problematica.
Ci sono le possibilità. Lei lo ha detto. I soldi ci sono. La possibilità di mettere in sicurezza determinate situazioni vi è. Allora facciamolo. Facciamolo e concretizziamo questi interventi. Noi saremo propositivi, noi saremo collaborativi, ma saremo anche vigili, incalzanti e da pubblico, nell’interesse soltanto, assessore, del bene pubblico.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Zinni, prego.
Poi il consigliere Giannini per l’ultimo intervento.
Speaker : ZINNI.
Presidente e colleghi, un intervento flash per alcune precisazioni che mi sembra doveroso porgere a questa Assise. Intanto, ringrazio l’assessore Nunziante e il suo predecessore, collega consigliere Giannini, per l’instancabile lavoro che in questi anni hanno fatto in questa materia davvero complessa. Ringrazio anche l’assessore Nunziante per un altro motivo: con estrema puntualità, ha voluto fornire a tutti i consiglieri del Consiglio regionale una relazione dettagliata in materia, che penso possa e debba essere oggetto di approfondimento e di eventuali nuove puntate di questo tema, che è un tema annoso e complicato.
Confesso a me stesso, prima che ai colleghi, un po’ di disagio nell’avvertire una certa sicumera che impregna gli interventi dei consiglieri in questo contesto, che con molta tranquillità e con molta nonchalance danno patenti che abbracciano l’intero scibile umano, dalle questioni relative alla percorribilità, alla fattibilità, alla costituzionalità… Quando ascolto molti colleghi qui mi sento completamente inadeguato, perché io credo che l’approccio alle situazioni dovrebbe essere molto più umile, molto più approfondito. C’è gente che per una vita studia queste cose, si approccia a queste cose in maniera molto cauta, noi invece qui tracciamo giudizi sul fatto che un progetto va bene, che una legge è costituzionale, come se fossimo detentori della verità. Io credo che noi, invece, siamo al limite umili servitori della verità, se ne abbiamo la forza e il coraggio.
Entro nel merito. La vicenda del 12 luglio 2016 è una vicenda tragica. Sono convinto, come ha detto il collega Damascelli, che qui dentro per fortuna non sono state fatte speculazioni né strumentalizzazioni, e questo è qualcosa che fa onore a tutti. Io credo, però, che quella vicenda abbia segnato così profondamente non solo la nostra terra, perché si è svolta nel territorio della mia comunità, non solo l’intera Puglia, ma tutto il sistema dei trasporti locali, tant’è vero che, dopo quel tragico evento, un intero sistema è stato rivisto dal Ministro Delrio, da tutta la struttura ministeriale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, perché c’erano delle cose che, ahimè, all’italiana tragicamente vengono fuori purtroppo per paradosso grazie a una disgrazia, perché quella disgrazia è stata foriera di una serie di accorgimenti che probabilmente servono o serviranno a evitarne altre.
Ciò posto, io credo, però, che il nostro compito in questa Assise, se chiediamo un Consiglio monotematico sulla situazione dei trasporti pubblici locali, è ergerci a fare quello che ci compete fare, cioè i legislatori e coloro che provano a non fare le indagini, perché a questo è preposto un organo dello Stato che si chiama magistratura, né a sovrapporsi a compiti che non ci appartengono cioè quello di giudicare la bontà di progetti, quanto piuttosto a verificare se le cose che si possono fare vengono fatte e come vengono fatte.
È chiaro che la relazione dell’assessore in questo contesto è molto doviziosa. Si spinge e lui sa bene, perché è un uomo delle Istituzioni da sempre, che questa è un’arma che si può ritorcere contro di lui. Si spinge a dare date, si spinge a dare un cronoprogramma come è stato riconosciuto anche dal consigliere Zullo e del consigliere Damascelli che è qualcosa che domani potrebbe inchiodarlo a delle responsabilità. Ma lui lo fa e lo fa con assoluta coscienza della gravità del compito che si assume.
Questo significa che siamo di fronte a una Regione che ha senso di responsabilità in questo contesto. I Piani non vanno assolutamente confusi. I disagi a cui si riferisce la collega Di Bari, che i pendolari, specialmente quelli della tratta di Andrea e di Corato, vivono dal giorno dopo di quella immane tragedia sono reali, sono una cosa che ha una sua drammaticità.
I disservizi che sono seguiti a quell’evento sono sotto gli occhi di tutti. Però, sarebbe troppo facile trovare a quei disservizi e a quei disagi un capro espiatorio. Bisogna analizzare le responsabilità e soprattutto provare a fare un’operazione diversa: trovare dei rimedi possibili tenendo conto che quella tratta, come tutti sappiamo, forse non tutti i cittadini vengono messi a conoscenza di questo, ancora oggi si trova, quanto all’esercizio, sotto sequestro, e quindi non è possibile ripristinarla.
Organizzare un trasporto sostitutivo su gomma lo sappiamo tutti che è un’opera non solo non facile, ma per ovvi motivi il trasporto su gomma ha dei ritardi che, invece, il trasporto ferroviario non accumula, perché la civiltà anche dei nostri Comuni nei quali i pullman sostitutivi sono costretti ad entrare per prendere a bordo l’utenza è tutt’altro che elevata. Quindi, intralci, traffico che non scorre, semafori che non funzionano, macchine parcheggiate in doppia fila, tutto questo credo che sia assolutamente incongruo addebitarlo a chiunque, meno che meno alla Regione Puglia.
Credo anche che sia un tentativo abbastanza non percorribile quello di sovrapporre il piano dell’indagine penale sulle responsabilità di quel tragico evento con il piano civilistico del rapporto del contratto di servizio tra la Regione Puglia e la società che esercisce quel servizio, perché i due piani non sono sovrapponibili. A parte che siamo ancora in una fase di conclusione delle indagini di richiesta di rinvio a giudizio, che non significa ancora niente dal punto di vista del giudizio penale, quand’anche queste responsabilità fossero acclarate, bisogna vedere la ricaduta di quelle responsabilità sul piano civilistico.
Ricordo a me stesso e a tutti quanti che, proprio dalle risultanze di quella indagine e dalla richiesta di rinvio a giudizio, esce con molta nettezza il fatto che la Regione Puglia non ha alcuna responsabilità in quell’evento, che da quella richiesta di rinvio a giudizio nessuno, né della struttura tecnica né tantomeno della struttura politica della Regione Puglia, è incorso in responsabilità, e questo credo sia un merito di tutta l’Istituzione Regione e non della maggioranza o dell’opposizione. Credo sia un merito di cui dovremmo menar vanto, trattandosi sempre di un evento tragico, la cui tragicità non sfugge a nessuno.
Credo sia importante, in questo contesto, fare quello che l’assessore Nunziante e prima l’assessore Giannini hanno fatto, cioè provare a trovare le soluzioni che, all’interno di una situazione complessiva di disagio, riescano a ridurre questi disagi. Risolverli, allo stato, non è possibile. Ritornare alla situazione quo ante non è possibile, in quanto la bacchetta magica, purtroppo, agli uomini l’hanno tolta. Dopo il mago Merlino, non mi risulta che molti altri ne siano in possesso. Quindi, lo sforzo che deve essere fatto e per quanto mi consta personalmente, e l’assessore Nunziante si è reso sempre disponibile in questo senso, risolvere nei limiti del possibile quei disagi, attenuarli, cercare di venire incontro all’utenza, che ha i suoi sacrosanti diritti e che può a giusta ragione lamentarsi di quei disagi, ma in qualche modo bisogna avere il senso di responsabilità di raccontare le cose come stanno e non come vorremmo che fossero nel migliore dei mondi possibili.
Un’ultima annotazione. Io credo sommessamente che parlare di una sovrapposizione tra il piano delle indagini e della conclusione delle indagini rispetto a una revoca di un contratto di servizi che ha una sua consistenza economico patrimoniale notevole e che ricordo a me stesso, per non saper molto di diritto, ma qualcosa sì, che può esporre laddove il profilo della risoluzione per inadempimento, perché di questo si dovrebbe trattare, fosse non acclarata, a un risarcimento dei danni a chi revoca senza un legittimo titolo un contratto di servizio che costa diversi milioni di euro.
Allora qual è l’alternativa? Quella di starsene con le mani in mano? Assolutamente no. L’alternativa è quella di vigilare su quel contratto, sull’osservanza di quel contratto, verificare se ci sono inadempienze e, se ci sono, farle valere nelle sedi opportune, perché siamo in uno stato di diritto e non possiamo farci giustizia da soli, come nel far west, e soprattutto alla luce delle eventuali acclarate e definitive responsabilità penali verificare se quelle responsabilità possano dar luogo a profili di risoluzione per inadempimento di quel contratto. Lo so, questo significa tempo. Purtroppo non siamo nello stato del Bengodi, siamo in uno stato di diritto, con i suoi tempi, con i suoi modi, con le sue procedure, ma anche con le sue garanzie, che vanno osservate nell’interesse di tutti, anche magari di quelle persone o di quelle società o di quelle istituzioni che non ci sono proprio simpatiche e che non hanno fatto nulla per meritare la mia simpatia. Per essere molto chiari, io non ho in grande simpatia la gestione post tragedia che è stata operata dalla società che esercisce quel servizio, ma ciononostante non posso esimermi dal dire che le procedure che vanno seguite sono le procedure di legge, le procedure che lo Stato di diritto prevede e che laddove queste procedure dovessero portare a un acclaramento di responsabilità, ripeto, e a una sovrapponibilità di quelle responsabilità penale sul piano civilistico sì che allora bisognerebbe muoversi. In attesa, dobbiamo fare il meglio possibile, perché l’ottimo, come insegnano i teologi della morale, molto spesso è nemico del bene.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Giannini, prego.
Speaker : GIANNINI.
Grazie, Presidente. Il mio sarà un intervento teso a dare un contributo di conoscenza del sistema trasportistico pugliese, perché dalle cose che ho sentito mi rendo conto, per mia responsabilità, quando ho rivestito la carica assessorile, che molte cose non sono entrate nel patrimonio cognitivo dei consiglieri regionali, proprio dal punto di vista della organizzazione del servizio, oltre che delle responsabilità che gravano in capo alla Regione.
Mi dovete consentire di tediarvi un attimino, perché ero convinto che il Piano di attuazione del Piano regionale dei trasporti fosse noto a tutti. Non è così. Mi rendo conto che non è così, e cominciamo da quello. Quando si ha la responsabilità di governo e si deve affrontare un tema delicatissimo come quello della mobilità, ha ragione Damascelli, è un diritto costituzionale, da quello dipende il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il diritto a curarsi, il diritto alle relazioni parentali e amicali, quindi è fondamentale, è un diritto fondamentale che viene finanziato dallo Stato con 4,9 miliardi a fronte di un fabbisogno di 6,5 miliardi.
Quindi, è un diritto fondamentale che ha un gap di 1,6 miliardi che viene fornito e viene messo a disposizione dai bilanci regionali. Allora, si comincia a ragionare: che cosa si vuole realizzare con questo? Che cosa fa il piano di attuazione del Piano regionale dei trasporti? Definisce il sistema attraverso il quale viene garantita la mobilità a tutti i cittadini, ricorrendo a dei principi che sono l’interoperabilità, l’interconnessione, l’intermodalità, la sicurezza, la qualità dei servizi.
Poi c’è il Piano triennale dei servizi, un Piano con il quale la Regione definisce i servizi minimi, cioè quelli che debbono essere garantiti per forza. Come viene organizzato? Qual è l’autorità che deve occuparsi della gestione di questo Piano e dell’attuazione di questo Piano? Sono i bacini, che coincidono con i territori delle Province. Il governo di questi bacini è in capo alle Province e alla Città Metropolitana, che hanno l’onere di organizzare il servizio sul territorio.
Quindi, la Regione Puglia non ha l’obbligo o non è nelle sue responsabilità l’organizzazione materiale del servizio e la programmazione di carattere generale nell’ambito della quale si inserisce l’organizzazione dettata, come è giusto, dai territori, per un concetto di immediatezza, di conoscenza del territorio e delle esigenze. Siamo in attesa che le Province e la Città Metropolitana di Bari forniscano alla Regione i loro Piani di bacino, per i quali – mi sia consentito sottolinearlo – hanno ottenuto anche un contributo per la loro elaborazione, se non sbaglio, di 40.000 euro. Non hanno ancora provveduto a questa incombenza, mettendo la Regione nella condizione che, se non fanno subito e si avvicina ancora di più la scadenza del 30 giugno per la celebrazione della gara, la Regione Puglia individuerà i servizi minimi e, sulla base di quei servizi minimi, saranno celebrate le gare, una per bacino, anche qui, per evitare un sistema monopolistico che poi avrebbe dettato le condizioni alla Regione Puglia.
È impostato in questa maniera il servizio. Quello su ferro è impostato sulla base di contratti di servizio stipulati dalla Regione con i concessionari del servizio, che naturalmente sono ancora in corso e che saranno modificati non appena scadranno, non appena si concretizzerà la scadenza.
Cominciamo a fare delle considerazioni. Chi si approccia a questo sistema – mi dispiace, Grazia, te lo devo dire – non può farlo con il piglio con il quale lo fai tu, perché denunciare le carenze, le lacune, senza sapere, senza rendersi conto da dove siamo partiti e da che cosa è successo, significa fare un’operazione scorretta, che strumentalizza la rabbia, il dissenso dell’utenza per fini diversi da quelli che animano chi sta parlando e chi siede tra quei banchi di risolvere il problema.
Io sono arrivato il 2013 in Regione. Facevo altro. E quando sono arrivato in Regione mi sono trovato immediatamente, dopo un mese, un problema immenso: una sentenza del Consiglio di Stato che condannava la Regione Puglia a pagare delle somme in favore delle Ferrovie Sud-Est per adeguamento del corrispettivo. La richiesta era di 156 milioni. Noi siamo stati capaci di resistere e di pagare il giusto, il dovuto, 72 milioni, a una società, e state vedendo tutti quanti che cos’era, ma molti in quest’Aula la conoscevano prima, che aveva una linea ferroviaria completamente funzionante, ma – adesso lo sappiamo – certamente non sicura. E che cosa abbiamo fatto? E rispondo ad una tua domanda. Io risponderò solo alle domande che riguardano il periodo in cui ho fatto io l’assessore. Poi, per una questione di correttezza, sarà l’assessore Nunziante a darti le risposte. Quando abbiamo verificato, anche qui, non da solo, non da soli, ma con i sindacati, gli operatori, i consiglieri regionali del territorio che erano interessati, quando abbiamo valutato e verificato che rischiavamo di perdere 145 milioni dei 180 milioni previsti per il grande progetto da Bari a Barletta, per non perdere quelle risorse, abbiamo riprogrammato… Quindi, quella delibera di Giunta non è un atto negativo, ma è un atto che ha salvato delle risorse per la Regione, che sono state destinate per 83 milioni a interventi di messa in sicurezza della rete ferroviaria. La Regione, quando individua l’opera da realizzare, assegna le risorse. Dopo verifica e controlla sul progetto e sulla realizzazione delle opere in tema di sicurezza della circolazione ferroviaria restavano in capo ad USTIF e ad ANSF, oggi solamente ad ANSF, dopo il tragico episodio di Andria che vi prego, per favore, per una questione di rispetto nei confronti delle vittime e dei parenti delle vittime, non appartiene solo a qualcuno, appartiene a tutti quanti, perché quello che hai provato tu lo abbiamo provato tutti nell’immediatezza di quel tragico incidente.
Ci siamo avviati sul percorso della realizzazione della messa in sicurezza della rete ferroviaria, 1.500 chilometri.
Di sicurezza ferroviaria in Italia si parla dal 1980 con una serie di proroghe e di rinvii adottati dal legislatore nazionale, ed è vero, io non faccio fatica a dire che il blocco telefonico probabilmente era uno strumento obsoleto. È pur sempre, però, uno strumento legale riconosciuto dalla legge italiana e quindi adottato dai concessionari del servizio e non solo in Puglia, in tutto il territorio nazionale.
L’episodio purtroppo ha determinato non solo la perdita di vite umane, ma ha determinato anche delle altre conseguenze, ha determinato l’adozione di provvedimenti perché questo è un Paese strano. Quando capita qualcosa si stringe la vite, si dà un giro di vite e allora il provvedimento è che tutti i progetti che riguardano infrastrutture ferroviarie debbono passare per l’Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria.
Vi do un dato. Su quarantuno progetti presentati solo cinque sono stati valutati dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, perché funziona così: si fa il progetto, si sottopone il progetto ai valutatori indipendenti, ad un nucleo di valutazione indipendente, questo lo assevera, dopodiché va all’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria che si pronuncia con i suoi tempi. Quindi, si è determinato un imbuto. Tutti i progetti che si fanno in Italia arrivano lì, vengono convogliati lì e quindi i tempi di valutazione dell’intervento e di realizzazione dell’intervento si allungano inevitabilmente, per responsabilità di nessuno. Hai chiesto quali sono i Comuni che hanno ritardato la realizzazione del grande progetto entro il 31 dicembre 2015. Lo abbiamo detto alla Procura della Repubblica. Alla Procura della Repubblica abbiamo consegnato un tabellone sul quale il sottoscritto, con i dirigenti dell’assessorato, assegnava i tempi entro i quali dovevano essere fatti gli atti che competevano loro. Purtroppo, anche lì, una serie di intoppi, pareri, ritardi nell’erogazione del parere, ritardo nell’adozione del provvedimento, nel 2013, a fine periodo di programmazione dei Fondi europei, solo 35 milioni si potevano trasformare in infrastruttura. Abbiamo adottato quella decisione sacrosanta. La rivendico ancora. Altrimenti, la Puglia avrebbe restituito 145 milioni all’Unione Europea. Non solo. Avrebbe dovuto restituire anche i 35, visto che l’opera non si completava.
La manutenzione. Solo nel 2015 il Governo italiano ha emanato un decreto legislativo che ha sancito l’obbligo della separazione del soggetto che gestisce l’infrastruttura dal soggetto che gestisce il servizio, quindi la separazione delle contabilità. Quindi, l’obbligo della rendicontazione arriva dal 2016 con il decreto di attuazione di quel decreto legislativo.
La procedura seguita per l’affidamento diretto del servizio, seguita per Trenitalia e poi coerentemente seguita per gli altri concessionari. Sono d’accordo con le cose che ha detto il collega Zinni, non le ripeto, però quella non è una procedura di affidamento diretto immediato. È una procedura prevista da un Regolamento europeo, il n. 1370/2007 – non ti spazientire – che consente una procedura particolare che può sfociare nell’affidamento diretto. È una procedura ad evidenza pubblica, ma può sfociare anche in una gara sostanzialmente se ci sono soggetti, oltre a quello che fa la proposta dell’affidamento diretto, soggetti interessati a gestire il servizio. Quindi, adesso vedremo che cosa succederà. E che cosa determina questa procedura? Determina la possibilità di alzare la qualità del servizio, perché con quella procedura debbono cambiare le condizioni contrattuali, deve essere elevato lo standard qualitativo del servizio, quindi l’utenza viaggerà in condizioni migliori di quelle attuali.
Che abbiamo fatto ancora? Abbiamo impostato tutta una politica finalizzata al rinnovo del parco rotabile. Damascelli è stato buono: ha detto che gli autobus di Bari hanno ventidue anni di media. Ne hanno ventotto. Arrivano fino a ventotto. Ma in quest’Aula abbiamo fatto discussioni sul fatto che volavano le portiere degli autobus, si incendiavano gli autobus, si fermavano i treni. Ebbene, avete sentito la relazione dell’assessore, avete sentito quanto abbiamo investito. Non promesse, non “vedremo” o “forse”, no, somme, soldi disponibili per l’acquisto di treni nuovi e per l’acquisto di autobus nuovi, sia autobus extraurbani… Credo che entro la metà di quest’anno circoleranno circa 370-380 autobus nuovi… Le chiedo scusa, Presidente, ma mi dia qualche altro minuto… No, pensavo mi avesse sollecitato. Dicevo, sia autobus extraurbani nuovi, come oculatamente sottolineato da Damascelli e opportunamente, perché, è vero, fino ad oggi si viaggiava con autobus che non avevano le pedane per i soggetti diversamente abili, che hanno diritto anche loro, soprattutto loro alla mobilità, sia autobus urbani. Sta per essere pubblicato un bando per l’acquisto di autobus urbani per 68 milioni di euro.
Quindi, noi stiamo vivendo una fase di transizione, di difficoltà oggettive, Sud-Est, l’incidente, l’iradiddio dei passaggi a livello che non funzionano, e anche lì ci sono i soldi per intervenire ed eliminare i passaggi a livello, che non può chiudersi così con uno schiocco di dita, ci vuole tempo.
Alla fine di questo percorso noi avremo un servizio di trasporto pubblico urbano in Puglia fortemente competitivo. So che qualcuno adesso magari sorriderà sarcasticamente, ma è vero, lo è già adesso: il sistema di trasporto pubblico pugliese è già adesso competitivo e con alcune opere che si andranno a realizzare, il grande progetto sulla Bari-Andria, la realizzazione, l’attuazione dell’accordo di programma tra Ferrovie Sud-Est ed RFI che consentirà di sfruttare le interconnessioni tra le due linee e quindi migliorerà la circolazione ferroviaria a tutto vantaggio dell’utenza, dei pendolari, ma anche dei turisti e da ultimo, ha ragione Zullo, quello che manca è la flessibilità, ma la flessibilità non può caratterizzare il piano di attuazione del Piano regionale dei trasporti perché non si può dire “Faccio questa opera. Forse ne faccio un’altra, se non mi serve un’altra ancora”.
La flessibilità deve caratterizzare i contratti di servizio. Bisogna dire ai concessionari che è arrivato il momento di rivisitare il sistema del servizio e di pensare, per esempio, che durante i periodi estivi devono viaggiare anche di domenica i treni, perché c’è il turista, perché c’è chi vuole andare al mare o vuole raggiungere località turistiche senza utilizzare la macchina e anche questo è uno strumento per ridurre e disincentivare l’utilizzo del mezzo privato e quindi migliorare la circolazione e la qualità dell’aria, perché si riducono le emissioni, tutte quelle cose che sappiamo.
Proprio in quelle procedure che sono state avviate dall’assessorato, dalla struttura tecnica dell’assessorato questi concetti ci sono. Così come bisogna convincere i bacini, ma soprattutto i dirigenti scolastici che prima dell’inizio dell’anno scolastico vanno concordati gli orari del servizio.
Chiudo con una considerazione. Si chiama servizio di trasporto pubblico locale e deve soddisfare esigenze pubbliche generali. Non è un servizio che si può addomesticare o modificare a seconda della convenienza, della comodità o della necessità del singolo. Bisogna cambiare cultura. Bisogna cambiare stile di vita. Non si può pretendere che l’autobus arrivi sotto il portone di casa propria, non si può pretendere che l’autobus faccia un giro doppio perché a quell’ora io esco di casa. Bisogna capire che il servizio deve rispondere a esigenze di carattere generale. Soprattutto, se vogliamo far mantenere la caratteristica di servizio pubblico ad un servizio così importante, dobbiamo renderci conto che ci vogliono soldi. In questo periodo, ovviamente, i soldi in Italia, come in altri Paesi, vista la crisi che stiamo vivendo, sono pochi. Con quelli che abbiamo – anche qui, riprendo un concetto che ha sottolineato il collega Zullo – dobbiamo fare di necessità virtù: razionalizzare la spesa ed evitare gli sprechi.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri iscritti a parlare.
Collega Marmo, chiedo scusa.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente. Sarò brevissimo, per i cinque minuti che restano al mio Gruppo, per rassegnare brevissime e telegrafiche riflessioni sulla giornata di oggi.
Quella che sembrava una riunione del Consiglio regionale monotematica sulla questione del trasporto locale, oltre alle due relazioni, quella dell’assessore Nunziante e successivamente quella dell’ex assessore Giannini, si è rivelata, sì, una discussione dove si è trattato di tutto ciò che riguarda il trasporto pubblico locale, quindi dei vari aspetti connessi a questo, ma la relazione di chi ha chiesto questo Consiglio regionale monotematico si è, invece, concentrata su un unico aspetto, che è quello conseguente all’incidente del 12 luglio 2016.
Io sono dello stesso parere di chi ha sostenuto che di quell’incidente, sebbene sia passato un anno e mezzo circa, sia ancora prematuro discuterne nel modo in cui abbiamo assistito oggi e in cui si è discusso o presentato l’argomento in quest’Aula. Sappiamo bene che si sono concluse le indagini preliminari che hanno prodotto il rinvio a giudizio di un certo numero di soggetti. Credo che sia stato di cattivo gusto replicare con piglio inquisitorio, anche in quest’Aula, una discussione che riguarda le responsabilità di questo o di quell’altro, perché è di cattivo gusto, appunto, intervenire dopo, a posteriori, quando i fatti sono accaduti e il dramma ha coinvolto non solo persone di questa regione, ma italiani un po’ anche di altre regioni. È una questione che doveva essere trattata con la compostezza adeguata e non doveva essere mischiata con il fatto dell’aggiunta o meno di alcune corse di pullman qui e là.
Io credo che la riflessione che avrebbe potuto fare questo Consiglio regionale doveva essere più complessiva, più generale, riguardare il tema del trasporto pubblico locale e non incentrarsi su una questione drammatica, che ha coinvolto le nostre vite e le vite di quante famiglie hanno subìto quell’incidente.
Prima di quell’incidente, sfido chiunque in quest’Aula a dire che avesse avuto dubbi sulla qualità di quel servizio, sull’eccellenza di quelle carrozze, sull’innovazione che era stata introdotta su quella tratta. Sfido chiunque a dire che la Ferrotramviaria non fosse un fiore all’occhiello, operante in questa regione dagli anni Cinquanta. La prima carrozza con trasporto persone era quella inaugurata da Onofrio Iannuzzi, dal nostro senatore concittadino, ed è un pezzo di storia di quella città. E sfido chiunque ad avere il coraggio, il giorno dopo l’incidente, di dire che tutto era una schifezza. Io non lo so. Non voglio prendere parte a questa divisione di responsabilità: tutti i buoni da un lato, chi accusa, e tutti i cattivi dall’altro lato. Né mi interessa, caro Presidente, caro assessore e assessore emerito ai trasporti, comprendere quale sia il Comune che ha commesso dei ritardi nelle procedure amministrative, perché so dove vuole arrivare questa richiesta, lo so benissimo. Ma io posso certificare per iscritto anche che il Comune, che si spera abbia provocato dei ritardi, non è quello a cui sto pensando io, è quello a cui appartengo io.
Questo mostra la caduta ulteriore di stile in questa vicenda, nella discussione che si è incentrata in questa seduta. Io mi assumo la responsabilità, l’ho detto più volte, perché condivido quanto ha detto l’assessore Giannini e pur essendo egli di un altro schieramento ed è stato soggetto a numerose mie interrogazioni, mi assumo la responsabilità, ed egli può riconoscerlo o meno, che se abbiamo salvato il finanziamento per il grande progetto è grazie a un consigliere regionale che si accorgeva nel 2013-2014 si andava a scadenza e il grande progetto rischiava di vanificarsi.
È il sottoscritto che ha reperito la clausola comunitaria che consente, solo per i grandi progetti, di scavalcare le due programmazioni, 2007-2013 e 2014-2020, per mantenere in piedi tutto il finanziamento.
Io lo ascrivo alle sollecitazioni del sottoscritto all’assessore Giannini, che è stato immediatamente recettore di questa istanza per la costruzione della delibera poi approvata dalla Commissione europea del finanziamento a scavalco e quindi nulla è andato perso. È chiaro che tutti quanti vorremmo delle date più precise, quando e come la messa in sicurezza avviene in tempi rapidi e quindi date più precise, quando e come si completeranno quegli interventi visto che ci approssimiamo, assessore, alla scadenza della seconda fase di programmazione, 2014-2020. Mancano altri due anni.
Presidente, io non voglio dire altro perché mi rendo conto che abbiamo raggiunto i 7 minuti del mio intervento, ma dico che il tema da oggi al futuro non deve essere quello di implementare le corse dei bus o di incrementare altre iniziative di questo genere, dobbiamo continuare ad essere attenti sulla questione per quello che è successo e per la serietà che quello che è successo ci deve instillare, ma dobbiamo chiedere a tutte le autorità più celerità nella risoluzione delle questioni. Con la nuova normativa è l’Autorità nazionale che stabilisce la congruità dei progetti per la messa in sicurezza? Credo che bisogna insistere sul Ministero per dare il proprio parere sui progetti di messa in sicurezza. Non si può aspettare all’infinito. Già questa è una Nazione particolare, ma proprio particolare, una Nazione che teneva in piedi due Autorità per la sicurezza ferroviaria. Ci è voluto un grave incidente per trasferire tutto su un’Autorità di garanzia per la sicurezza, un’Agenzia per la sicurezza.
Questa è la prima questione che noi dobbiamo porre all’attenzione del Governo centrale. Non è sufficiente sottoscrivere accordi di programma con il trasferimento di somme per la messa in sicurezza quando quei progetti sono depositati a Roma e aspettano un riscontro.
Secondo. Sappiamo tutti che le indagini sono concluse e che ci sono stati rinvii a giudizio. La domanda che fa un comune cittadino che, nonostante quello che è successo, che è grave e che ancora ci induce a riflettere sul grave danno che abbiamo ricevuto, con la perdita di vite umane... I cittadini ci chiedono: “Quando potremo riutilizzare un mezzo sicuro anche a 50 chilometri all’ora?”. Questo a noi comuni mortali non è dato sapere. Se le indagini sono concluse, ci sono stati rinvii a giudizio, la Procura della Repubblica di Trani ha ricevuto anche il documento istruttorio dell’ANSF sull’incidente ferroviario ad Andria, la Procura stessa ha effettuato l’ultima prova indiscutibile e non più ripetibile sul tratto Andria-Corato, se è vero – lo chiedo – che su quel tratto sono state autorizzate le riparazioni dei binari, per cui il tratto appare oggi percorribile, perché mai oggi quel tratto non ritorna in esercizio, con qualsiasi mezzo di sicurezza, anziché attardarci nel richiedere ulteriori corse di pullman, che hanno determinato assolutamente una invivibile situazione da parte di molti utenti cittadini che gravitano su Bari.
Queste sono le domande, su come rimettere in moto la vita, garantendo quella vita, e sul perché oggi quella tratta è ancora chiusa. Poi, chiediamo certezze sulle date, su quello che dovrà accadere e su come il grande progetto possa essere realizzato senza termini della programmazione. Sappiamo bene che la programmazione scade nel 2020, 2020 più 2, la rendicontazione può avvenire nel 2022, quindi probabilmente ce la potremmo fare.
Noi dobbiamo rimettere in vita quello che è scomparso alle persone, cioè la speranza. Le famiglie oggi piangono ancora le loro vittime e ancor di più il disagio lo provano tanti cittadini che non riescono più a circolare in un modo tranquillo, sereno e sicuro, perché non è che con i pullman aumenti la sicurezza. Allora, rispetto a questo noi affidiamo ai giudici il potere che hanno di esercitare la magistratura su quelli che sono gli eventi e ci dissociamo, invece, dai giudizi sommari che possono essere stati lanciati quest’oggi in quest’Aula.
Chiediamo che ci sia un rinnovato impegno, come già i due assessori dimostrano, su quello che deve essere la sicurezza nell’esercizio delle reti ferroviarie. Lo chiediamo perché sulle reti ferroviarie si gioca il futuro di questa regione. Il futuro non si gioca sulla gomma. Credo che debba essere un retaggio del passato. Un ammodernamento e un continuo allargamento della rete ferroviaria credo debbano essere quello che più ci deve occupare in questo tempo, per quelle che sono le nostre competenze, e non quella di essere giudici sommari di qualche accadimento.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri iscritti a parlare. La parola all’assessore Nunziante per le conclusioni.
Speaker : NUNZIANTE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla protezione civile, al personale e ai trasporti.
Presidente, di nuovo grazie.
È stato un dibattito sereno su un argomento abbastanza importante e difficile. Ma posso dirvi una cosa molto importante. Vedete come abbiamo lavorato, la parte politica con i dirigenti a cui va il mio ringraziamento più affettuoso, più sincero, ma soprattutto come abbiamo lavorato, come ho lavorato con l’ex assessore Giannini e sembra strano, quindi non c’è nessuna gelosia in atto. Prendo atto, consigliere Di Bari, che lei mi porta 2.000 firme, però è strano come io non abbia avuto una richiesta di incontro quando io ho ricevuto Legambiente, sindacati, io ho ricevuto anche persone di Andria.
Da lei non ho mai ricevuto neanche una telefonata di disponibilità. Probabilmente oggi dovevamo fare la scena di 2.000 cose. Prendo atto di questa situazione. Come pure io devo ringraziare pubblicamente il collega Domenico Damascelli, il collega Morgante, perché hanno prodotto quelle due riunioni in Commissione dove sono intervenuti gli alti dirigenti sia di Sud-Est sia di Ferrotramviaria. Possiamo anche non condividere le idee, però la presenza, anche di quello che ha detto Damascelli, del cittadino è stata confortevole. Di questo le sono grato. In quella circostanza, consigliere Di Bari, io avrei voluto la sua presenza e le faccio presente un’altra cosa. Per quello che ho fatto io in passato, avendo anche vissuto in una famiglia di magistrati, dove io ho sempre subodorato il profumo della legalità, davanti a quell’incidente e quando c’è stata la conclusione delle indagini in data 22.12.2017 – questa è la lettera - ho informato doverosamente l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria.
Non sono connivente, non abbiamo voluto coprire nessuno. Questo sia ben chiaro.
Per cui, il collega Giannini, grazie anche a Nino Marmo, non ha buttato all’aria 140 milioni, ma io sono stato criticato da voi per aver fatto una delibera con cui ho preavvisato il mercato, perché mi è stato detto che io ho firmato i contratti. Non ho firmato nulla. Lei è avvocato, se non sbaglio. Era un termine perentorio perché avremmo perso il 15 per cento dei trasferimenti, pari a 35 milioni di euro. Lei oggi mi avrebbe contestato anche quello.
Domenico, ho sbagliato io. Purtroppo i soldi ci sono, ma ieri ho avuto il quadro sinottico dove sono stati destinati dal Ministero 38.061.000 euro. Non sono tutti per te. Sono destinati alla Città Metropolitana. Di questi, 7 milioni sono destinati a togliere il passaggio a livello.
Li troveremo. È meglio tenere dieci suocere che non lui. Allentiamo la tensione.
Già ci sono 7 milioni per il sottopasso. Sono soldi assegnati e vincolati alla Città Metropolitana.
Un’altra cosa. Peccato che il collega Zullo sia andato via. Per le altre questioni che lei mi dice, sulla strada provinciale 231, là bisogna vedere la competenza. Dobbiamo vedere come poter intervenire. Essendo una strada di competenza della Provincia di Bari o della Città Metropolitana ed essendo, questa, una delle più famose funzioni cosiddette “fondamentali”, dobbiamo vedere come poter intervenire, se quell’intervento che lei chiede può essere inserito in questo quadro sinottico, dove si vanno effettivamente a recuperare moltissime di quelle risorse.
Peccato che il collega Zullo se ne sia andato. In base a quello che ha detto anche il collega Giannini, a cui va il mio più affettuoso ringraziamento per il lavoro che ha fatto, ricordo, quando si parla della tratta dell’incidente, che in quell’incidente è morto un mio fraterno amico, Fulvio Schinzari. Era un vicequestore. Abbiamo lavorato insieme. Quando sono arrivato sul posto, caro Presidente, siamo arrivati primi, io come Protezione civile, e mi sono trovato questo cadavere, credetemi, è stato veramente durissimo.
A quest’Aula voglio anche ricordare un altro collega molto importante, Totò Negro, perché con lui stavamo parlando del trasporto dei diversamente abili, che era una sua competenza, e anche lì abbiamo finanziato, anche se dobbiamo vedere con l’assessore Leo come sistemare quest’altra competenza per quanto riguarda i disabili. Ma soprattutto l’indicazione che abbiamo dato e che gli ingegneri hanno dato, che sono qui presenti e che voglio ringraziare, è una cosa molto importante: abbiamo detto alle Province di essere innanzitutto celeri, e le abbiamo diffidate perché rischiano di avere il commissariamento, ma soprattutto di essere flessibili sui cosiddetti servizi minimi. E su quello noi andremo a vedere come poter affrontare la questione del trasporto.
Peccato che Zullo non c’è, ma avevamo immediatamente pensato, per esempio, l’interscambio a Barletta tra rete ferroviaria RFI con la Bari-Barletta per avere un prolungamento immediato e veloce verso l’aeroporto di Bari.
Voglio rispondere a Nino Marmo, che conosco grazie alla tua saggezza, eccetera, che certamente stiamo… Va beh, sono vecchio come lui, quindi ci possiamo capire sulle questioni. Sull’intervento sul Ministero dei trasporti, se questo quadro sinottico, dove abbiamo recuperato la bellezza di 1 miliardo e 400 milioni, che stavano per andare perenti, ecco questo è un continuo pressare da parte anche dei dirigenti e da parte dell’azione politica.
Stiamo anche immaginando, Nino, con molto garbo istituzionale, di incidere sulla Procura. Soltanto c’è una questione, perché sulla Corato-Andria non è possibile effettuare i lavori mentre la tratta è aperta all’esercizio, secondo quanto dice l’Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria.
Nino, tieni presente che io sono sì e no laureato in giurisprudenza, quindi, tecnicamente, così mi scrivono dall’Agenzia e così ti rispondo. Se sono ovviamente fesserie, fesserie ti sto dicendo. Però, è in atto anche una grande conversione, una convinzione che vogliamo dare sempre un servizio al di là della maggioranza o dell’opposizione. Per me non esistono queste cose, perché metto al centro della mia attenzione il cittadino e questa per me è una cosa molto importante.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto di parlare la collega Di Bari per alcune spero brevi precisazioni.
Qual è il problema? Il Regolamento non lo vieta. Può parlare. Ovviamente, è stata chiamata in causa più volte e vuole fare delle precisazioni.
Che cos’è questa agitazione? Non ha parlato per venti minuti la collega Di Bari. Qual è il problema? In base al Regolamento può parlare due volte sullo stesso argomento.
Se il Governo vuole parlare, può parlare in qualsiasi momento, così dice il Regolamento. Non l’ho scritto io a casa, ma sta qui. Siccome questa è l’Assemblea legislativa…
È fuori dal Regolamento? È una seduta fuori dal Regolamento, extraterritoriale? Questa è un’altra tua invenzione.
Prego.
Speaker : DI BARI.
Grazie, Presidente.
L’assessore mi ha accusata di non averlo mai notiziato in ordine alla richiesta di potenziare il servizio.
Un incontro, va bene. Non è vero questo. Perché poi ho dovuto procedere alla raccolta delle firme? Proprio perché volevo farle capire che non è un’esigenza che è sentita soltanto dalla sottoscritta, che prende quei treni, ma è un’esigenza sentita ampiamente. Prima di procedere a questo, che non è una sceneggiata, ma è soltanto il voler portare in Consiglio la voce dei cittadini, il 3 ottobre del 2017 le ho inviato una PEC, PEC alla quale non ho avuto mai risposta, dove appunto le chiedevo se fosse possibile modificare gli orari dei treni proprio sulle esigenze che già diversi…
Poi lo farò, consigliere Zinni, seguirò il suo consiglio. Grazie.
Assessore, non ci sto sulla sua questione che ho voluto utilizzare questo Consiglio monotematico e portare 2.000 firme soltanto per farmi grande davanti ai suoi occhi. Non era questa, assolutamente, l’intenzione. Era un’esigenza sentita alla quale non era seguita nessuna risposta. Quindi, ho dovuto seguire quella strada.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Con un po’ di calma si risolve tutto, con la serenità e la moderazione necessaria.
Abbiamo due ordini del giorno. Il primo ordine del giorno è a firma di Grazia Di Bari, primo firmatario, e altri. Mi permetto, anche qui, modestamente. Capisco tutte le esigenze, che nascono da esigenze che pongono i passeggeri, però prendiamole come sollecitazioni. Ognuna di queste proposte non è gratis. Comporta delle modifiche e dei provvedimenti di carattere organizzativo, finanziario, tecnico. Per cui, prendiamola come una raccomandazione al Governo, che si adopererà per vedere tutto quello che è possibile fare per poter venire incontro, in parte o in toto, alle richieste.
È inutile che ci fa votare un ordine del giorno che chiede l’immissione di nuove corse. Proveremo a vedere come fare. Puoi anche partecipare e verificare insieme quello che è possibile e quello che non è possibile, per ragioni non di volontà politica, ma per ragioni tecniche, organizzative e finanziarie. Vai in assessorato con i dirigenti e verifichi tu stessa se ognuna di queste proposte è percorribile o meno. È chiaro? È inutile metterlo in votazione.
Credo che sia più utile questa interlocuzione rispetto a un voto. Vai in assessorato e con l’assessore e i dirigenti verifica punto per punto come stanno le cose. Va bene?
Prego.
Speaker : DI BARI.
Voglio fidarmi di questo impegno preso da parte dell’assessore.
Speaker : PRESIDENTE.
Questo ha capito. Andiamo a verificare. Non stiamo dicendo...
Speaker : DI BARI.
Non ho capito altro, ex assessore Giannini. Non avevo capito altro. Non sono così...
Anche lei. Ricambio la dolcezza. Ho compreso benissimo le parole sia del Presidente Loizzo che dell’assessore Nunziante, quindi non ho bisogno della spiegazione di quello che è stato detto.
Stavo dicendo che accolgo la richiesta da parte dell’assessore Nunziante, proprio per far vedere che non c’è nessuna volontà né di recriminare né di fare l’inquisizione, non è mio compito, assolutamente, ma è quello, come ho già detto, ma lo ripeto e lo ribadisco, di portare la voce dei viaggiatori, di coloro che si sono rivolti a me, di coloro che hanno sottoscritto la petizione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Di Bari.
L’ordine del giorno ovviamente è ritirato.
Secondo ordine del giorno a firma Liviano D’Arcangelo. Anche qui, l’esigenza è giusta, però intanto non è competenza nostra, del Consiglio regionale. Prendiamo anche questo come una raccomandazione, una sollecitazione da fare presso Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia per cercare di potenziare la tratta Taranto-Bari-Roma. Va bene? Okay.
Abbiamo completato questo secondo punto.
Sul terzo punto, raccogliendo una serie di richieste anche da parte di numerosi consiglieri, tenuto conto che proprio stamattina abbiamo avuto la notizia che il Ministero ha approvato il Piano operativo sanitario, alla luce anche di questa novità importante… Spero di no. Adesso lo leggeremo tutti insieme. Alla luce anche di questa novità, rinviamo la discussione a tempi più sereni e con una maggiore consapevolezza. Certamente, il Piano operativo deve tornare in Commissione, essendo la funzione di un regolamento.
Detto questo, la seduta è tolta.
Il prossimo Consiglio regionale è convocato per martedì. Cominceremo con il punto relativo alla legge sull’editoria, che abbiamo abbandonato per mancanza del numero legale. Lunedì 15 è convocata la Conferenza dei Presidenti di Commissione e dei Presidenti dei Gruppi per disciplinare le sedute nei prossimi mesi.
Buona serata a tutti.