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C.r. Puglia 09.03.18
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Prego i colleghi consiglieri di prendere posto.
Buongiorno a tutti.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Ha chiesto congedo Santorsola.
Sono pervenute risposte alle seguenti interrogazioni:
Marmo “Intervento sanitario per i pazienti affetti da SLA”;
Barone (n. 854) “Recupero e valorizzazione del villaggio turistico comunale Macchia di Mare”.
Il consigliere Conca ha comunicato che, a far data dal 1° marzo, il consigliere Cristian Casili è il nuovo Presidente del Gruppo.
Il consigliere Liviano D’Arcangelo ci ha comunicato di non voler più appartenere al Gruppo consiliare Emiliano Sindaco di Puglia e aderisce, pertanto, al Gruppo consiliare Gruppo Misto confermando la sua appartenenza alla maggioranza.
Comunico, inoltre, che il Governo nazionale, in data 8 febbraio, ha deliberato di impugnare le seguenti leggi regionali, la n. 53 e la n. 60 e ha deliberato nello stesso tempo di non impugnare le seguenti leggi regionali, le nn. 54, 55, 56, 57, 58 e 59. Per le seguenti leggi regionali, il Governo nazionale, per scadenza dei termini, non risulta aver promosso l’esercizio delle attribuzioni, di cui all’articolo 127 della Costituzione, le nn. 47, 48, 49, 50, 51 e 52.
In data 22 febbraio il Governo ha deliberato di non impugnare le seguenti leggi regionali: 61, 62, 63, 64, 65 e 66. Nello stesso termine, anche la 67 e la 68 non risultano impugnate.
Provvedimenti assegnati alle Commissioni.
Alla I Commissione sono assegnati una serie di debiti fuori bilancio, più la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 149.
Commissione II. Richiesta parere della delibera di Giunta n. 212.
Commissione III. Disegno di legge n. 3 del 31 gennaio 2018 e proposta di legge a firma del consigliere Congedo “Modifiche alla legge regionale n. 4”.
Commissione IV. Disegno di legge n. 4.
Commissione V. Petizione “Proposta di inserimento tra le azioni programmatiche approvate da DCR”.
Commissione IV e V. Proposta di legge a firma dei consiglieri Trevisi, Barone ed altri “Istituzione del Reddito energetico regionale”.
Sono state presentate le interrogazioni: Liviano “Protocollo d’intesa con l’Associazione europea via Francigene”; Conca e Galante “Spesa sanitaria per l’acquisto di farmaci di cura delle malattie oculistiche”; Conca e Galante “Rimborso prestazioni sanitarie”; Liviano “Tossicità PM10 nel rione Tamburi”; Trevisi “Interventi di efficientamento energetico”; Liviano “Legge n. 338. Programma stralcio degli interventi urgenti finalizzati all’adempimento degli obblighi comunitari”; Barone “Non conformità delle acque di scarico dei depuratori della provincia di Foggia”; Galante “Monitoraggio e studio degli inquinanti atmosferici a Taranto”.
Mozione Mennea “Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere”.
Passiamo all’ordine del giorno.
Comunico ai consiglieri che la Conferenza dei Capigruppo ha assunto questi orientamenti: i prossimi Consigli regionali sono 13, 20, e 27, però per il 20 mi è arrivata una richiesta della presenza a Roma di un numero consistente di consiglieri, per cui, se dovessero essere confermate queste scadenze, potrebbe essere anche rinviata la seduta del 20. Verificheremo nei prossimi giorni e vi sarà data comunicazione. Il 13 è già convocato. Inoltre, il prossimo Consiglio, dopo la pausa di Pasqua, sarà il 4 aprile; mentre, il 5 aprile procederemo, come da Regolamento, al rinnovo di tutte le Commissioni consiliari, che provvederemo rapidamente a convocare nella giornata del 5 aprile.
Prima di passare alle interrogazioni, la Conferenza dei Presidenti ha concordato di dare priorità alla mozione “Accesso all’insegnamento per i docenti diplomati magistrali e Graduatorie ad esaurimento”.
Chi chiede la parola? Il collega Marmo. Due minuti e poi procediamo al voto.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente.
Questa mozione è stata sottoscritta, con l’adesione dell’assessore Leo, da tutti i Capigruppo, dal sottoscritto, da Congedo, da Zinni, da Zullo, da De Leonardis, da Pellegrino, da Giannini, da Leo, da Pendinelli, da Colonna e da Campo. Quindi, tutti i Capigruppo si sono fatti promotori di questa mozione, che riassume e unifica quella presentata dal sottoscritto e quella presentata dal collega Congedo.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, consiglieri, un po’ di ordine, per favore.
Speaker : MARMO.
Leggo la mozione: “Premesso che, con sentenza n. 11 del 20 dicembre 2017, l’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha respinto le richieste dei diplomati magistrali abilitati entro l’anno scolastico 2001-2002 ad essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, di seguito definite “GaE”, per l’accesso diretto al 50 per cento dei ruoli assegnati annualmente, tale decisione ha vanificato le speranze di circa 43.600 docenti, i quali fidavano in un’occupazione stabile e dignitosa, che premiasse l’impegno profuso e i loro sforzi diuturni; tra questi ci sono circa 6.000 insegnanti già assunti in ruolo da diverso tempo;
considerato che ad oggi circa 3.000 docenti pugliesi sono assegnatari di una cattedra in varie località d’Italia poiché già inseriti nelle graduatorie GaE, a questi si aggiungono almeno 500 insegnanti in servizio presso le scuole pugliesi; premesso che la continuità didattica rappresenta un valore aggiunto nel percorso formativo e scolastico di ciascun alunno, oltre a rappresentare un legittimo diritto dei docenti ad avere un’occupazione stabile e dignitosa; tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio regionale impegna il Governo regionale pugliese, anche per il tramite della Conferenza Stato-Regioni, a chiedere la revisione sostanziale della normativa vigente in materia di GaE per evitare che i docenti diplomati e abilitati entro l’anno scolastico 2001-2002 siano ingiustamente esclusi dall’insegnamento scolastico, nonostante siano in servizio da diverso tempo.
Impegna, altresì, la Giunta regionale a sottoporre all’attenzione del Governo e della Conferenza Stato-Regioni le proposte normative avanzate dalle sigle sindacali, tra cui l’ANIEF, che eviterebbero applicazioni e interpretazioni inique della normativa oggi vigente.
Impegna, ancora, la Regione Puglia a farsi promotrice in seno alla Conferenza Stato-Regioni di un tavolo tecnico permanente tra Governo e sindacati al fine di risolvere la suddetta questione in tempi rapidi e senza provocare ulteriori discriminazioni tra i cosiddetti “docenti diplomati” e quelli laureati. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Leo?
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Presidente, ovviamente il Governo si impegna a recepire questa mozione e a portare sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni il problema dei diplomati magistrale, che è un problema che abbiamo affrontato ieri in VI Commissione, con il Presidente Santorsola. Quindi, l’impegno del Governo è al massimo e già la prossima settimana io farò una riunione con i sindacati per condividere ulteriormente questo problema e portare in IX Commissione, e quindi in Conferenza Stato-Regioni, questo annoso problema dei docenti diplomati magistrale e graduatorie ad esaurimento GaE.
Speaker : PRESIDENTE.
Passiamo al voto.
Chi è d’accordo sulla mozione? Per alzata di mano.
Chi è contrario? Astenuti? Contrari… Avevo visto che aveva firmato il Capogruppo. C’è un problema? Niente di grave.
Contrario il Movimento 5 Stelle.
La mozione è approvata a maggioranza.
Cosa c’è, collega Bozzetti? Un chiarimento? Rapido.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
Semplicemente per ribadire che ieri in Commissione si è discusso di questo provvedimento e mi era sembrato di capire che si sarebbe arrivato ad un testo, ad un ordine del giorno che avremmo condiviso anche in generale. Per quello noi abbiamo votato contro a questo, perché, in realtà, si era rimasti d’accordo che oggi avremmo valutato un nuovo testo che io ho adesso in mano da presentare anche agli altri colleghi che, insomma, è un attimo un po’ più corposo, più strutturato ed entra un po’ più nel merito della questione che, ieri, comunque avevamo affrontato. Semplicemente per quello.
Adesso non so se è il caso di ripresentarlo, perché noi comunque ce l’abbiamo qui e lo presenteremmo adesso.
Speaker : PRESIDENTE.
Al di là dei perfezionamenti, adesso votiamo a maggioranza, come abbiamo già fatto, questa volontà. Poi, se ci saranno perfezionamenti oppure ottimizzazioni sono tutti benvenuti.
La mozione è approvata a maggioranza. Andiamo avanti.
Passiamo all’ordine del giorno con la prima interrogazione.
Interrogazione 922, Damascelli.
L’assessore Capone è qui con noi.
La parola al collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente. È una problematica che ancora resta irrisolta in Puglia ed è fondamentale, sia perché ci sono tanti ragazzi che aspirano a svolgere in modo professionale il ruolo di guide turistiche e il ruolo di accompagnatori turistici, sia perché…
Speaker : PRESIDENTE.
Dobbiamo lavorare un paio d’ore. Un po’ di silenzio.
Speaker : DAMASCELLI.
… sia perché la Puglia è una regione a forte vocazione turistica e quindi ha una impellente necessità di avere degli operatori che possono svolgere, professionalmente, un sistema di accoglienza della nostra regione; una regione in cui vi sono tantissime potenzialità turistiche da un punto di vista paesaggistico, ambientale, culturale, artistico.
Dal mare alla Murgia, tra le nostre cattedrali e i prodotti tipici la Puglia è meta e deve continuare ad essere meta di tanti turisti. Lo è per i numerosi visitatori, italiani ed esteri, interessati a scoprire bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche. È, quindi, fondamentale che venga offerto un servizio qualificato di guida e accompagnatore turistico, che rappresenta, tra l’altro, un’opportunità per quanti abbiano acquisito le dovute competenze in materia.
Io mi sono interrotto perché c’è un continuo... Sinceramente, è quasi...
Speaker : PRESIDENTE.
Consiglieri, come si deve fare per avere un poco di silenzio? Ditemi voi. Anche per rispetto del collega, che sta provando ad esporre un’opinione.
Speaker : DAMASCELLI.
La Conferenza delle Regioni nella riunione del 2 febbraio 2016 ha approvato le linee di indirizzo, individuando i requisiti necessari per l’abilitazione allo svolgimento della professione di guida turistica e per il rilascio della relativa abilitazione.
Cerco di essere il più breve possibile per l’economia dei lavori e per non tediare i colleghi con il mio intervento. Che ci vuoi fare?
Con determinazione del dirigente della Sezione turismo n. 91 del 7 dicembre 2016, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia a gennaio 2017, è stata disposta la sostituzione dei tesserini personali di riconoscimento di guida turistica e dell’accompagnatore turistico, rilasciati dalle province pugliesi, scaduti o in scadenza.
È necessario che la Regione provveda con urgenza, Presidente, all’aggiornamento dei tesserini identificativi di chi già svolge questa professione, ma è altrettanto importante consentire a tutti coloro che hanno fatto domanda l’abilitazione di questi titoli importanti.
Chiedo al Governo regionale quali iniziative si intendano porre in essere per garantire finalmente agli aspiranti – guide e accompagnatori turistici – l’esercizio di tali professioni, fondamentali per offrire un servizio qualificato ai visitatori che giungono nella nostra regione per scoprirne conoscenze, bellezze artistiche e conoscerne tante altre; entro quali tempi il FORMEZ completerà l’organizzazione dell’intera procedura per la definizione degli aspetti logistici necessari per lo svolgimento delle prove, che non si sono ancore verificate; quando sarà definitivamente pubblicato l’avviso con l’indicazione delle date, della sede e della modalità dell’esame per il conseguimento dei titoli di guida turistica e accompagnatore turistico ai tanti ragazzi che ne fanno richiesta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola all’assessore Capone.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Grazie, Presidente.
Con la delibera n. 875 del 7 giugno 2017, la Giunta ha provveduto a modificare e integrare i bandi di concorso per guida turistica e accompagnatore turistico che erano stati approvati, riaprendo i termini per la presentazione delle domande, come sapete, e facendo salve le domande di ammissione già inoltrate, anzi consentendo a coloro che avevano già inoltrato la domanda di ammissione di provvedere anche a presentare le ulteriori certificazioni.
Con quella stessa delibera abbiamo autorizzato l’adeguamento e l’estensione delle attività previste nello schema di convenzione approvato per il Formez e anche i servizi di assistenza nell’organizzazione del concorso, immaginando che ci sarebbe stato un ulteriore incremento di domande per guida turistica, cosa che effettivamente è avvenuta, tanto che, al termine della presentazione delle istanze, cioè il 4 luglio 2017, complessivamente abbiamo verificato la presenza di 8.398 domande.
A questo punto, d’intesa con il Formez, si è provveduto a modificare lo schema di convenzione già approvato, unitamente ai relativi allegati, per consentire operazioni più semplici rispetto all’aumentato numero dei partecipanti.
La convenzione fra la Regione Puglia e il Formez si è perfezionata a dicembre 2017. Che cosa abbiamo chiesto al Formez? La struttura regionale preposta ai riferimenti del Formez ha avviato alcune attività già preliminari, corrispondenti alla presentazione della banca dati, l’individuazione della sede e l’istruttoria delle domande di partecipazione sotto diversi aspetti.
In data 5 febbraio 2018 ho inviato al Formez una lettera di sollecitazione – vi ricordate? –, corrispondentemente alla Commissione consiliare che abbiamo tenuto, per indicare il cronoprogramma relativo allo svolgimento degli esami di guida turistica e accompagnatore turistico di cui ai bandi che abbiamo adottato, con le domande sostanzialmente che sono contenute anche nella sua interrogazione.
Il Formez, in data 15 febbraio, ha riscontrato questa nota e ci ha detto che il cronoprogramma dettagliato è questo: contrattualizzazione della sede, con le sedi già indicate dalla Regione Puglia sulla base di precedenti manifestazioni di interesse, che sono risultate inadeguate per il numero dei candidati e per i costi elevati; l’individuazione di operatori con consolidata esperienza nel settore per la predisposizione dei quesiti non disponibili nella banca dati esistente, e ci ha risposto ancora con le attività relative all’istruttoria e analisi di 2927 documenti allegati alle domande di partecipazione, relativamente ai tre casi individuati dai bandi di cui alla delibera 875 per l’esonero delle lingue straniere. In considerazione di queste attività da svolgere e tenendo conto dei giorni previsti dal bando per la pubblicazione della banca dati, il Formez ha ipotizzato che le prove d’esame potranno essere sostenute nella seconda metà di maggio 2018.
A questo punto, pur comprendendo le criticità del Formez, ho riscritto una nota del 20 febbraio che invita il Formez a contenere ulteriormente i tempi, quindi a svolgere le prove entro la prima metà del mese di aprile. Non solo: insieme al direttore del Dipartimento turismo, lunedì mattina abbiamo fissato appuntamento con il commissario del Formez per chiedere di tenere fede alla data da noi richiesta e anche di distribuire subito la banca dati ai candidati – tramite internet, ovviamente – in maniera tale che possano prepararsi nello studio, sì da evidenziare che anche prima del termine di venti giorni che loro hanno previsto si possa procedere alla pubblicazione della banca dati.
Non solo: per opportuna conoscenza – lo dico qui e mi ero anche impegnata a farlo – in applicazione di quanto determinato con atto dirigenziale n. 91 del 2016, la struttura regionale competente ha rilasciato un migliaio di nuovi tesserini (anche questo era contenuto nella sua interrogazione), senza scadenza, di guida turistica e accompagnatore turistico in sostituzione di quelli rilasciati dalle Province di cui alla norma transitoria della legge n. 13/2012, evadendo così tutte le istanze di rinnovo ad oggi pervenute. Non c’è più una pendenza.
Io capisco che avremmo voluto che tutto si svolgesse prima. La nostra rincorsa nei confronti del Formez – la Regione da sola non sarebbe mai in grado di organizzare un concorso di questo tipo – è costante e lunedì mi farò portavoce delle esigenze non solo dell’assessore, non solo del Consiglio regionale, ma di tutta una regione che attende con ansia questo concorso.
Io più di così oggettivamente non posso fare.
Speaker : PRESIDENTE.
Damascelli, per favore rapidamente.
Speaker : DAMASCELLI.
Io ringrazio l’assessore per aver girato anche le mie domande al Formez, quindi di aver considerato anche l’interrogazione. Sono soddisfatto per questo, perché ha accolto positivamente il mio lavoro e quindi ha sollecitato il Formez.
Va bene la prima metà di aprile, ma mi accontenterei anche della seconda metà di maggio, purché siano fatte, considerato che dai miei dati risultano 69 in più. Va bene, 8.467. Io ho omesso, per l’economia dei lavori, di leggere tutta la interrogazione, però ci sono quasi 8.500 ragazzi che potrebbero avere una professione, che la svolgerebbero in modo molto egregio. Tutto questo è necessario per la nostra regione, che è una regione turisticamente molto importante e lei sa – ne abbiamo parlato più volte in Commissione – quanto io sia sensibile e quanto sia contento quando la regione cresce da un punto di vista turistico, per la nostra immagine, per il nostro bene, per la nostra economia.
Le chiedo un’unica cosa. Sono contento che si stia sbloccando, finalmente, questo procedimento e di aver contribuito con la mia interrogazione. Continuerò a seguire la vicenda affinché veramente nella prima metà di aprile o nella seconda metà di maggio questo procedimento si sia concluso definitivamente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Però, colleghi consiglieri, dobbiamo cercare di fare… Scusate, così non possiamo procedere. È vero che non ci vedevamo da qualche tempo, però non è possibile che vi dovete raccontare tutti insieme le cose. So bene che sono tante le cose da raccontarvi, però proviamo a dilazionarle un po’ alla volta, un po’ dopo Pasqua. Ora fermiamoci.
Interrogazione 924, Perrini.
Prego, Presidente, se è pronto: “Sistema regionale di trasporto in emergenza del neonato”. La parola al collega Perrini.
Speaker : PERRINI.
Dal 1° novembre del 2017 la Puglia si è dotata di un sistema regionale di trasporto in emergenza del neonato (STEN) che assicura il trasporto dei neonati dal punto di nascita di primo livello alle terapie intensive neonatali regionali con ambulanze attrezzate, dedicate e con personale qualificato e formato.
Dai tre centri hub individuati dalla Regione (il Politecnico di Bari, gli Ospedali Riuniti di Foggia, il Vito Fazzi di Lecce) partiranno le ambulanze per rispondere ad ogni richiesta proveniente dai punti nascita presenti in Puglia.
Tale impostazione è inserita nel Piano di riordino ospedaliero. La nascita dello STEN e la distribuzione geografica degli hub di riferimento Bari, Foggia e Lecce metta ancora una volta in evidenza l’impoverimento dell’offerta sanitaria della provincia tarantina e aggiunga possibili elementi di criticità organizzativa.
Rilevato, altresì, e faccio mie le parole del dottor Oronzo Forleo, direttore dell’Unità di terapia intensiva neonatale del SS Annunziata, la distribuzione dello STEN di tre hub designata dalla Regione sfavorisce un vasto territorio, come quello tarantino, che con tante difficoltà sta ricostruendo dei percorsi di nascita adeguati alle esigenze di una popolazione numerosa e ai bisogni di tanti di risarcimento.
Ciò premesso e considerato, chiedo al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con delega alla sanità, di rivedere in toto l’organizzazione degli STEN per ciò che concerne la ripartizione dei centri hub, valutando anche la possibilità di crearne uno nei territori di Taranto o, in seconda istanza, chiedo di rivedere la distribuzione delle risorse umane.
Speaker : PRESIDENTE.
Immagino che il consigliere Borraccino voglia anche riprendere la sua 934, che credo fosse sullo stesso tema. Accorpiamo le due interrogazioni.
Speaker : BORRACCINO.
Presidente, grazie.
Volevo dire all’assessore alla sanità che avevamo presentato anche noi precedentemente, poi ripresentata all’inizio dell’anno, come d’accordo nella Conferenza dei Capigruppo e dei Presidenti di Commissione, analoga interrogazione sull’attivazione del servizio trasporto emergenza neonatale a Taranto, simile a quella del collega Perrini.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
C’è una risposta scritta da parte del direttore generale, alla quale, però, voglio aggiungere che la questione ha natura esclusivamente tecnica, nel senso che, dopo un accurato iter di definizione delle reti STEN e STAM, la rete è stata strutturata in questa maniera. Se, ovviamente, ci sono situazioni che bisognerà monitorare, che dimostrano che questa organizzazione lungamente studiata da tutti i pediatri e neonatologi pugliesi ha bisogno di essere modificata, non c’è nessun ostacolo di natura politica. Anzi, per noi questa ipotesi è assolutamente coltivabile.
Resta il fatto che questo è il dimensionamento che è stato dato da tutti i soggetti della rete, compresi i neonatologi e i pediatri della provincia di Taranto. Se, viceversa, alcuni di essi dovessero rilevare incongruità tecniche di questo tipo, io sono lieto di approfondirle ed eventualmente introdurre le modifiche che questi medici tarantini dovessero richiedere e dimostrare necessarie. Ripeto, non credo che la questione avrebbe nessun particolare problema né costi supplementari, si tratta semplicemente di dare alla rete l’assetto che, in una consultazione generale di tutti i medici della regione Puglia, è stata definita. Dopodiché, voglio anche ribadire che l’ospedale Santissima Annunziata di Taranto continua ad essere il centro di secondo livello, dotato di terapia intensiva neonatale e di ginecologia ed ostetricia di secondo livello, che costituisce ovviamente il punto di riferimento fondamentale per tutto questo genere di necessità terapeutiche e assistenziali, ma la rete consente anche, ove necessario, di raggiungere con perfetta stabilizzazione dei pazienti, sia la gestante che il neonato, a bordo di una struttura mobile che è assolutamente equivalente alla struttura stanziale. Quindi, la rete è basata sul fatto che i mezzi che abbiamo acquistato – peraltro, è una delle cose delle quali siamo maggiormente soddisfatti – sono in grado di sostituire perfettamente tutti i macchinari che sono in una sede fissa. Quindi, anche il raggiungimento eventuale di una struttura più distante, ma più adatta alla terapia di questo tipo di situazioni, è una cosa che può essere fatta in perfetta sicurezza e sulla base, ovviamente, di decisioni di natura sanitaria.
Sono elementi tecnici che, ripeto, dal punto di vista dell’indirizzo politico, ove fosse necessario tecnicamente modificarli, non troverebbero in noi nessun particolare… Quello che non possiamo fare è modificare l’indirizzo tecnico ritenuto sufficiente a gestire la vicenda solo per ragioni politiche, perché questo ovviamente non è consentito dalle leggi e, devo dire, neanche dal principio di buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Borraccino, una breve replica.
Speaker : BORRACCINO.
Brevissimamente per dire all’assessore che questa risposta è una risposta tecnica che avevamo letto anche nella comunicazione scritta, però, Presidente, dagli ospedali di Castellaneta, di Martina Franca e di Manduria si potrebbe arrivare, anche se lei ha ragione, su un mezzo appositamente allestito per garantire il massimo delle cure sino all’arrivo nell’ospedale di secondo livello, anche nell’ospedale tarantino, perché la legge parla del trasferimento dagli ospedali di primo livello agli ospedali di secondo livello.
A Taranto, il Santissima Annunziata, come lei sa bene, perché come licenziato dal Piano del riordino ospedaliero, è ospedale di secondo livello. Pertanto, il trasferimento in sicurezza su questi mezzi che sono sicuri, però io penso che sia più logico il trasferimento in venti minuti, mezz’ora, da un ospedale di primo livello, che può essere Martina Franca o può essere Castellaneta al Santissima Annunziata, che non per arrivare a Taranto o finanche a Lecce, che sono i due più vicini nella rete.
Pertanto, si chiede con questa interrogazione la possibilità di rivedere questa decisione e di inserire gli ospedali di secondo livello all’interno della rete, perché penso che gli spazi ci siano, vale a dire, per inserire anche il Santissima Annunziata come ospedale di secondo livello all’interno della rete, per evitare una cosa che appare strana, perché noi a Taranto i parti in sicurezza al Santissima Annunziata li facciamo, ma paradossalmente, se una gestante ha problemi a Martina Franca, anziché essere spostata da Martina a Taranto dovrà essere spostata da Martina a Bari, con tempi maggiori, sebbene – ripeto, come lei giustamente ha detto – su un mezzo posto in massima sicurezza.
Io le chiedo se è possibile rivedere la rete ed inserire anche l’ospedale di secondo livello del Santissima Annunziata all’interno della rete STEN del trasporto dell’emergenza neonatale.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Ripeto, noi non abbiamo nessun problema a modificare la rete. Il principale progettista della rete stessa è il dottor Nicola Laforgia, che credo sia in rapporto di confidenza con la sua forza politica. Quindi, se con il dottor Laforgia voi riuscite a trovare una progettazione razionale che sia diversa da quella che lo stesso dottor Laforgia ci ha proposto, noi non abbiamo nessun problema.
Certamente nessuno di noi si è permesso, e meno che mai io, di dire al dottor Laforgia come doveva essere progettata la rete. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Perrini, per diritto di replica. Vi prego di essere sobri per rispetto degli altri vostri colleghi.
Speaker : PERRINI.
Rispetto a quello che ha detto il collega Borraccino aggiungo soltanto una cosa. Il Presidente dice “Io sono a disposizione”, ma come mai, quando si fanno i tagli, si taglia sempre a Taranto e si lascia sempre Bari, Lecce e gli altri? Io non ho tutta questa confidenza come ce l’ha Borraccino con questo dottore. Io ce l’ho con lei la confidenza e, secondo me, dipende da te fare queste cose, perché ho visto questa disponibilità. Come mai – lo ripeto – Bari, Foggia e Lecce sono sempre dentro a tutto, però poi deve essere il tarantino che deve fare i sacrifici con l’ambulanza e deve essere quello che si deve muovere? Io sono sempre più convinto che a Taranto serva più attenzione.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Prego, Presidente, rapidamente.
Speaker : BORRACCINO.
Al Presidente Emiliano voglio dire…
Speaker : PRESIDENTE.
No, così non è possibile.
Speaker : BORRACCINO.
Presidente, soltanto un secondo. Semplicemente vorrei dire di non svilire a battute da cabaret queste risposte, perché la professionalità del dottor Laforgia, del professor Laforgia e sua…
Io non ho confidenza, se non rispetto nei confronti del dottor Laforgia. Prendo atto, dalla risposta del collega Perrini, che, invece, c’è un buon rapporto di confidenza fra il collega Perrini e il Presidente Emiliano che, evidentemente, se ci fosse stato anche con me probabilmente avremmo evitato questo altro strafalcione su Taranto.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Possiamo stare al merito?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Sì. Voglio anche specificare che Taranto in materia sanitaria sta ricevendo un trattamento assolutamente e giustamente di vantaggio rispetto a ogni altra provincia della Regione dove stiamo investendo in macchinari addirittura, con una normativa speciale, oltre 70 milioni di euro che tra breve doteranno l’oncologico di Taranto, che è diventato il Moscati, dei macchinari più moderni in materia oncologica. Stiamo ovviamente procedendo. Mi auguro che il Governo che controlla la società che sta gestendo il contenzioso sul progetto del nuovo ospedale, investa moltissimo anche sulla nuova struttura. Quindi, non c’è alcuna intenzione e nessun indirizzo politico di pregiudicare Taranto che in questo momento è la priorità di tutti gli investimenti.
La quantità di danaro che la Regione e il Governo stanno investendo su Taranto non ha neanche un minimo paragone con quella delle altre province. Mi meraviglio anzi che gli altri delle altre province non si “rizzelino” di questo spaventoso quantitativo di danaro che viene investito e verrà investito nella città di Taranto. Però, secondo il mio giudizio, è sacrosanto questo investimento differenziato.
Siccome voi sapete in particolare del legame che ho con la città di Taranto, perché la frequento quasi quotidianamente, c’è l’impegno massimo. Se il progettista principale della rete, con il quale l’ho presentata, l’ha definita in questo modo ci sarà una ragione. Non è un problema incontrarlo e chiedergli se, per esempio, servono altri hub. Però, cercare di fare un ragionamento di natura politica generale su una struttura di questo genere, onestamente, che ha una dimensione esclusivamente tecnica, mi sembra una cosa non corretta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Mi permetto di dire al Presidente che se riuscissimo ad accorciare tra l’annuncio di queste sterminate risorse e la loro realizzazione ovunque forse staremmo un pochino tutti meglio. Dopodiché, andiamo avanti. Era una raccomandazione.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Però i soldi a Taranto sono in via di investimento.
Speaker : PRESIDENTE.
Ho capito. La questione è che...
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Sono quasi tutte le linee di finanziamento gestite da un tavolo, chiamato CISS, nel quale la Regione, purtroppo, non ha un ruolo guida, come il Presidente sa bene. Se avessimo un ruolo guida come Regione... Fummo espropriati, per ragioni di natura politica, dalla direzione del tavolo degli investimenti su Taranto. Questo per chiarezza.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Interrogazione n. 927.
Conca, non ha studiato? La vedo perplesso.
Speaker : CONCA.
Le progressioni verticali, certo. È quello lì sulle progressioni verticali? Di che cosa? Scusami. Ripetimelo.
Speaker : PRESIDENTE.
Collocamento obbligatorio delle persone con disabilità nelle Pubbliche amministrazioni.
Speaker : CONCA.
Ho capito. Sì. Pensavo si trattasse della mozione che avevamo con il dottor Nunziante.
Sinceramente, la questione dei disabili, quindi delle assunzioni e delle coperture che nella Pubblica amministrazione devono essere prese, è un problema annoso. In tutte le Pubbliche amministrazioni, nelle sedi regionali, nelle ASL, ci sono centinaia e centinaia di scoperture che potrebbero garantire, ai sensi della 99, un giusto collocamento per queste persone che hanno una disabilità.
Ogni impresa privata è obbligata ad assumere una persona con disabilità ogni quindici dipendenti. Se questo vale per le imprese private, mi spiegate come mai l’ente pubblico, che dovrebbe dare l’esempio, non riesce a garantire altrettante assunzioni. Ecco, questa mozione, questa interrogazione in questo caso serve ad accendere un faro su questa questione, perché tante persone che hanno una disabilità hanno maggiore difficoltà ad accedere al mondo del lavoro, quindi io credo che una Pubblica Amministrazione dovrebbe dare maggiore attenzione. Peraltro, è obbligata dalla legge.
Io, quindi, voglio ascoltare quello che ha da dire l’assessore al ramo, perché è chiaro che capisco che ci sono i blocchi assunzionali, che ci sono le risorse, ma dobbiamo avere un piano progressivo proprio per dare delle risposte e, quantomeno, delle aspettative a queste persone.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola all’assessore Leo.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Grazie, Presidente.
L’interrogazione partiva da altri presupposti, perché qui l’interrogazione verte essenzialmente sui centri per l’impiego. Intanto c’è una risposta scritta. Quindi, chiaramente voi la leggerete e poi vediamo se vi ritenete soddisfatti. Però, io voglio evidenziare che la gestione dei centri per l’impiego è di competenza, perché è stato fatto attraverso una convenzione tra Regione e Province, della Provincia.
Noi stiamo organizzando una nuova governance dei centri per l’impiego, pertanto questa funzione di indirizzo e coordinamento, quindi non abbiamo la funzione di sanzionare le aziende private che non assumono disabili o altro, spetta direttamente ai centri per l’impiego e, quindi, alle Province. Quindi, noi abbiamo questa funzione di indirizzo e coordinamento, che ovviamente stiamo facendo.
Io ringrazio il consigliere Conca per questa interrogazione che sicuramente è abbastanza pertinente, quindi il Governo sicuramente è impegnato per un controllo su queste strutture.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Perrini. Assessore Ruggeri, si prepari.
Prego, Perrini.
Speaker : PERRINI.
“Tempi di erogazione del beneficio economico previsto dalla deliberazione di Giunta regionale 11 luglio 2017, n. 1152.
Premesso che, con deliberazione della Giunta regionale 11 luglio 2017, si provvederà ad istituire il Fondo regionale per il sostegno delle persone non autosufficienti e i loro nuclei familiari, e si deve delineare l’indirizzo per la disciplina del nuovo assegno di cura per persone in condizioni di gravissima non autosufficienza;
con delibere veniva approvato l’avviso pubblico regionale con cui venivano disciplinati i criteri e le modalità di accesso al beneficio economico denominato “assegno di cura”, che fissava altresì quale termine ultimo per la presentazione della suddetta domanda il 6 ottobre 2017.
Numerose segnalazioni giungono dalle associazioni componenti il tavolo regionale per la disabilità, le quali, raccogliendo a loro volta le istanze dei destinatari della misura in oggetto, evidenziano anomalie e ritardi nell’espletamento delle procedure finalizzate all’erogazione dei contributi economici.
Tutto ciò premesso e considerato, si chiede al Presidente della Giunta regionale Michele Emiliano e all’assessore regionale al welfare Salvatore Ruggeri di accelerare i tempi di erogazione del beneficio economico, affinché i malati e le rispettive famiglie possano percepire nell’immediato tale contributo.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Ruggeri.
Speaker : RUGGERI, assessore al welfare.
Grazie, Presidente. Con riferimento all’interrogazione citata, l’assegno di cura non è un livello essenziale di assistenza (LEA) disciplinato e finanziato a livello nazionale, cioè non è connesso a un diritto esigibile riconducibile al diritto alla salute, perché in tal senso sarebbe finanziato in senso universalistico da legge statale, bensì è una delle modalità con le quali si rafforza il supporto alle famiglie i cui congiunti in condizioni di grave non autosufficienza restino assistiti al proprio domicilio e in ogni caso misura di sostegno economico al reddito delle famiglie, complementare ad altre prestazioni – queste sì – essenziali, quali le cure sanitarie domiciliari ad elevata complessità e le cure sociosanitarie e domiciliari e a ciclo diurno, nonché la valutazione multidimensionale e l’elaborazione del PAES.
Il quadro di disciplina dell’assegno di cura 2017 e annualità successive è definito in coerenza con il quadro normativo nazionale, ex decreto FNA 2016, in sostanziale discontinuità con le annualità precedenti. E proprio per effetto del decreto FNA 2016 accedono all’assegno di cura esclusivamente le persone affette da disabilità grave, incluse quelle affette da SLA, ma senza alcuna priorità rispetto ad altre patologie gravissime per le quali si sia verificata una delle condizioni previste dal comma 2 articolo 3. In questo senso si evidenzia la novità di questo decreto che amplia in modo significativo le famiglie di patologie gravemente invalidanti che diventano ammissibili ai benefici, vincola l’accertamento all’applicazione ex novo di scale di valutazione specifiche per ciascuna famiglia di patologie, il che comporterà l’introduzione dei nuovi strumenti nel modus operandi di tutte le UVM distrettuali, atteso che in Puglia l’unica scala uniformemente fin qui adottata era quella del Barthel, connessa all’elaborazione SVAMA.
Inoltre, non essendo esplicitate differenze di trattamento e alla luce della sentenza del giudice amministrativo che ha costantemente richiesto parità di trattamento a parità di gravissima non autosufficienza, si impone che la determinazione del beneficio economico sia unica per tutti i gravissimi, cioè, a parità di gravissima non autosufficienza, non è possibile graduare l’entità del sostegno economico.
Va precisato che, rispetto al decreto FNA, i contenuti relativi all’articolo 3, comma 2, sui criteri per la gravissima non autosufficienza sono stati oggetto di preventiva concertazione tra il Ministero per […] sociale e grandi organizzazioni nazionali delle persone con disabilità rappresentate anche al tavolo regionale per la disabilità.
Molte Regioni, tra cui la Puglia, in sede di formulazione del parere in Conferenza delle Regioni, espressero diverse obiezioni rispetto all’immediata applicabilità delle prescrizioni del decreto, a partire dall’effettiva possibilità delle ASL di riclassificare i casi di non autosufficienza rispetto alle nuove scale che, fino a tutto il 2016, erano pienamente applicate solo da Regione Lombardia.
Si precisa che ancora prima di definire la disciplina del nuovo assegno di cura, il Dipartimento delle politiche sanitarie e benessere sociale ha provveduto, a febbraio 2017, a notificare ai direttori generali ASL lo stesso allegato del decreto FNA 2016 richiedendo la pronta attivazione delle stesse ASL per provvedere per tempo a riclassificare i pazienti non autosufficienti già noti e ad implementare le nuove scale nella operatività delle Unità di Valutazione Multidimensionale, oltre a evitare nella fase successiva una concentrazione del lavoro.
Nessuna ASL da febbraio 2017 in poi ha dato seguito agli indirizzi regionali con il risultato che una volta pervenute le domande a metà novembre per tutti i pazienti è risultato da fare il lavoro di valutazione multidimensionale ovvero di riclassificazione dei casi noti.
Il solo dato raccolto a seguito della nota regionale a maggio 2017 è stato quello di una stima di gravissimi non autosufficienti rispetto alle categorie previste dal decreto FNA 2016 che portava a circa 6.600-7.000 pazienti gravissimi non autosufficienti in Puglia. A fronte di questa stima già così elevata, la proposta dell’assessore al welfare fu quella di contenere l’importo dell’assegno di cura per dare maggiori risposte possibili. Dati i vincoli finanziari, all’unanimità il tavolo regionale disabilità chiese che l’importo dell’assegno di cura fosse tarato a 1.000 euro, con la conseguente riduzione della platea dei beneficiari a 2.500 unità, a fronte di una spesa di 30 milioni di euro annui.
L’elaborazione della nuova procedura e la definizione di ogni singolo relativo aspetto è stato oggetto di concertazione con associazioni di disabili maggiormente rappresentative a livello nazionale e regionale, AISLA, AMAR, ANFFAS, FISH, Associazione paraplegici, ANMIC, [...], SFIDA, UIC, associazione Viva la Vita Onlus, Uniti per i risvegli e Comitato 16 novembre, a cominciare dalla definizione dell’importo mensile da riconoscere, per proseguire sulla durata, sui requisiti di accesso, sull’individuazione e l’introduzione dei criteri di priorità e relativo peso sui criteri di riparto del fondo complessivo per gli assegni di cura tra ASL, sulla data di decorrenza del beneficio, sulle modalità di semplificazione della domanda telematica.
In altre parole, nessuna prescrizione prevista dall’avviso pubblico, poi approvata formalmente, è stata calata dall’alto, ma ciascun aspetto della procedura è stato concertato, mediato e condiviso con le associazioni attraverso l’invio di contributi e proposte, nonché formalizzata nel corso di numerosi tavoli tecnici, le cui risultanze più rappresentative sono documentate nelle sintesi del tavolo regionale per la disabilità del 21 giugno 2017 e del 6 luglio 2017.
La DGR n. 1552/2017, con cui la Giunta ha provveduto a revocare gli effetti del precedente provvedimento di indirizzo, approvato con DGR n. 2530/2013, e dei precedenti provvedimenti a ogni titolo adottati per la disciplina dell’assegno a favore dei pazienti affetti da SLA e SMA e patologie affini, confermando negli effetti fino alla data di entrata in vigore della presente deliberazione pubblicata sul BURP in data 14 luglio 2017.
Con la medesima DGR n. 1552/2017, la Giunta regionale ha provveduto ad approvare indirizzi puntuali per l’implementazione della nuova misura dell’assegno di cura introdotto in Puglia a partire da luglio 2017, in attuazione delle prescrizioni di cui al decreto del 2016 del Ministero del lavoro e politiche sociali e del Ministero della salute.
Con A.D. n. 502 del 17 luglio 2017, la Sezione inclusiva sociale attiva e innovazione delle reti sociali ha provveduto ad approvare l’avviso pubblico per la presentazione delle domande di accesso al contributo denominato “Assegno di cura per gravissimi non autosufficienti”. Sostanzialmente, la disciplina introdotta a valle della concertazione con l’associazione nel Tavolo regionale per la disabilità, per effetto del decreto FNA 2016 stabilisce che accedono agli interventi di cui all’articolo 2 esclusivamente alle persone in condizioni di disabilità gravissima, incluse quelle affette da SLA, per le quali si è verificata una delle condizioni previste dal comma 2 dell’articolo 3.
I beneficiari. I beneficiari di indennità dell’accompagnamento di cui alla legge n. 18/1980 o, comunque, con autosufficienti ai sensi dell’allegato 3 del DPCM n. 159/2013 almeno una delle condizioni di non autosufficienza gravissima di cui al comma 2, lettere a), b), c), e), f), g) ed h), e dell’articolo 3 del decreto FNA 2016, come comi vigili, stadi vegetativi, pazienti affetti da Alzheimer e Parkinson, pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico, pazienti psichiatrici, pazienti sordo-ciechi con pluriminorazioni, malati rari con quadro clinico assai compromesso, persone che, a seguito di ictus o traumi, dipendono stabilmente da ausili meccanici per la respirazione e l’alimentazione, tra questi anche malati di SLA e SMA, da valutare rispetto alle scale di cui all’Allegato 2 dello stesso decreto FNA.
La valutazione sanitaria da parte dell’UVM è passaggio ineludibile, che comunque la disciplina regionale ha molto snellito, consentendo che per i pazienti già noti, cioè in carico alle strutture sanitarie, non si dovesse procedere a nuova visita medica e a nuova valutazione in UVM, ma solo alla riclassificazione del caso, senza quindi richiamare i pazienti.
Non può sfuggire che, se da una parte il decreto FNA 2016 ha fornito alla Regione Puglia un’inequivocabile definizione e tipizzazione delle persone in condizioni di gravissima non autosufficienza, peraltro non esplicitando ulteriori graduazioni di gravità all’interno delle varie classi di patologia, dall’altra ha ampliato, e in modo significativo, la platea dei potenziali soggetti interessati a presentare domanda di assegno di cura, stimandosi una platea di almeno 6.607 persone potenzialmente coinvolte, con i rispettivi nuclei familiari in tutta la Puglia, una parte dei 10.400 pazienti gravissimi, considerando anche tutti gli utenti che fruiscono di altre prestazioni cofinanziate dal FNA.
Di fronte a numeri così sensibili e più elevati della platea che, pur con diversi criteri di selezione, ha beneficiato fino al 2016 dell’assegno di cura in Puglia è stata da subito evidente la necessità che l’Amministrazione pervenisse ad una disciplina regionale capace di selezionare i più bisognosi sia sotto il profilo della complessità del bisogno di assistenza sia sotto il profilo della fragilità socioeconomica.
Essendo stata rigettata, sia dalla Giunta regionale che dalle associazioni, la proposta di strutturare una procedura cosiddetta “a sportello”, in cui cioè il criterio temporale di presentazione della domanda agisce da selettore automatico fino ad un esaurimento delle risorse disponibili, si è sin da subito compresa l’esigenza di introdurre dei criteri di priorità per la graduatoria in caso di domande superiori alla disponibilità economica per il finanziamento della misura, in ogni caso nella forma di un punteggio sintetico quale combinazione di più criteri di priorità.
Sostanzialmente si è ritenuto, a seguito di concertazione, di graduare la fragilità socioeconomica familiare dei richiedenti l’assegno di cura sulla base di un punteggio sintetico generato dai seguenti criteri: composizione del nucleo familiare, composizione reddituale dell’ISEE e assenza di lavoro da parte di tutti i componenti del nucleo familiare.
Il senso del punteggio sintetico determinato dai criteri di priorità enunciati nell’avviso pubblico è dunque esclusivamente quello di dare priorità a quei pazienti che pur gravissimi, cioè solo se gravissimi non autosufficienti, vivono in condizioni di maggiore fragilità socioeconomica.
Per questa ragione, il punteggio di fragilità è il criterio che ha ordinato in un elenco le priorità le 9105 domande pervenute al fine di indicare esclusivamente l’ordine con il quale le ASL sono tenute con le rispettive UVM a valutare le effettive condizioni di non autosufficienza. In pratica le ASL possono utilizzare l’ordine temporale in arrivo e non possono utilizzare l’ordine alfabetico o altri criteri del genere; al fine di assicurare oggettività e imparzialità si è scelto l’unico criterio coerente con la natura di sostegno economico al reddito che l’assegno di cura ha.
Il fatto che una domanda abbia 100 o 99 o 98 punti di fragilità economica non significa che il paziente con cento punti ha diritto all’assegno di cura, rispetto a colui che ha un punteggio 85 o 84 o meno. Il discrimine è sempre la effettiva presenza di gravissima non autosufficienza, cioè se il caso non presenta i requisiti dal decreto FNA 2016 non accederà all’assegno di cura e sarà esaminato il caso successivo fino ad esaurimento fondi. È noto già da giugno scorso alle famiglie e alle associazioni che solo 2500 pazienti potranno accedere all’assegno di cura. È quindi assai probabile che uno stato vegetativo o un malato di SLA o una persona affetta da autismo o da Parkinson possa rimanere fuori dall’assegno di cura purché sia certo che gli altri pazienti ammessi vivano in condizioni di maggiore fragilità economica.
Peraltro, nessuna assicurazione di continuità poteva ragionevolmente essere data a chicchessia considerando che, in precedenza, per i diversi requisiti considerati, la procedura era a sportello e la valutazione UVM era basata sul solo punteggio Barthel, quindi con contenuto di discrezionalità più ampio.
Sono stati ammessi utenti gravissimi, ma anche, ad esempio, pazienti SLA alla prima diagnosi, quindi senza un quadro di complessità conclamato, e utenti più o meno abbienti.
Le domande pervenute per comprendere la complessità del lavoro in corso si consideri che sono complessivamente 9.250 domande a fronte di 2.500 ammissibili. Già da solo il dato di numero di domande pervenute dal distretto di Altamura (804) dice di come in alcuni territori molte più famiglie hanno provato a fare domande rispetto a quelle che hanno effettivamente i requisiti di idoneità per l’accesso, a sottolineare quanto una valutazione attenta e rigorosa sia la principale garanzia per i pazienti realmente gravissimi anche se in prima istanza richiede tempo.
Distribuzione delle domande pervenute alle ASL: Bari 2.810, BAT 760, Brindisi 621, Foggia 1.584, Lecce 2.194, Taranto 1.280, per un totale di 9.250.
Di seguito, invece, la distribuzione delle domande per gravi condizioni di non autosufficienza. Ogni altro paziente in condizioni di dipendenza, in condizione di gravissima non autosufficienza, ogni altro paziente in condizioni di dipendenza vitale che necessiti di assistenza continuativa e monitoraggio nelle ventiquattro ore, sette giorni su sette, 2998; pazienti in condizione di coma, stato vegetativo oppure di stato di minima coscienza 215; pazienti dipendenti da ventilazione meccanica assistita o non invasiva continuativa 246; pazienti con gravissima disabilità comportamentale dello spettro autistico ascritto a livello 3 della classificazione del DSM/5 441; pazienti con lesioni spinali tra C0 e C5 di qualsiasi natura 135; pazienti con gravissima compromissione motoria da patologie neurologica o muscolare 2.926; pazienti con grave o gravissimo stato di demenza 1.246; pazienti con diagnosi di ritardo mentale grave o profondo 774; pazienti con deprivazione sensoriale complessa intesa come compresenza di minoranza visiva totale o con residuo visivo non superiore a 1.20 a entrambi gli occhi o nell’occhio migliore...
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Ruggeri, solo per capire. Di questo interessantissimo trattato siamo verso la fine? Perché il resto si può dare per iscritto alla collega...
Speaker : RUGGERI, assessore al welfare.
Presidente, abbiamo finito. Siccome il caso è molto importante e visto che ogni giorno la Regione viene attaccata dalle varie associazioni perché non riesce a chiudere... A questo punto, abbiamo dovuto scrivere molto per far capire come stanno le cose.
In tutti i modi, per chiudere, si evidenzia che non vi è alcuna possibilità di stralciare dall’apatia complessiva i richiedenti pazienti affetti da SLA, SMA e patologie affini per assicurare loro l’erogazione dell’assegno di cura immediatamente nelle more dell’avanzamento delle valutazioni sanitarie.
Per chiudere, la Giunta regionale si è, inoltre, impegnata, nell’ambito della ricognizione dell’avanzo di amministrazione, che sarà condotta nelle prossime settimane, ad individuare maggiori risorse e finanziamenti per circa 20 milioni di euro, per passare dalle 2.500 persone, che fino ad oggi potevano essere accontentate, e arrivare almeno a 4.000 persone.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Ruggeri, siccome a me non sfugge la rilevanza sociale del tema, le chiedo di poterci dare questa risposta. Facciamo delle fotocopie e la distribuiamo, in modo tale, a cominciare dall’interrogante, che ognuno possa avere consapevolezza di quali passi avanti abbiamo fatto su questa questione molto delicata.
[...] chiede di anticipare la n. 958, a firma di Borraccino.
Poi arriva la sua.
Speaker : BORRACCINO.
Presidente, quale ha chiamato?
Speaker : PRESIDENTE.
La n. 958: “Bonifica dell’immobile di Villa Luisa”. Me lo chiede l’assessore Capone, che ha bisogno di tornare a Lecce.
Parco rurale e area delle cave limitrofe. Ci siamo?
Speaker : BORRACCINO.
Quindi, Presidente, questa la facciamo prima saltando gli altri perché c’è l’esigenza dell’assessore Capone. Va bene.
Presidente, devo leggere. Presidente, devo leggere. È particolare, quindi la devo leggere. Non è molto lunga, però. Non è molto lunga. La vorrei leggere, però insomma…
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, come vuole.
Speaker : BORRACCINO.
…ripetere giova.
Il sottoscritto consigliere regionale, premesso che Villa Luisa è un complesso immobiliare costituito da un’antica residenza nobiliare in stile liberty, costruita nel secolo scorso e situata a Tuglie, in provincia di Lecce.
Nel ‘55 fu acquistata dalla Provincia di Lecce per essere adibita a centro di assistenza per la cura del tracoma. La villa è rimasta abbandonata per diversi anni ed è stata inserita nel programma di recupero e valorizzazione del patrimonio immobiliare della Provincia di Lecce per individuarne il miglior utilizzo possibile.
Tra il 2004 e il 2005 la Provincia di Lecce ha avviato e concluso la procedura di affidamento in concessione con project financing trentennale per la ristrutturazione, ampliamento e gestione dell’indicato complesso per la realizzazione di una struttura di tipo alberghiero anche per lo sport e tempo libero, centro benessere, rieducazione alimentare, parcheggio multipiano interrato.
Tra la Provincia di Lecce e la società denominata Villa Luisa Srl, costituita dal raggruppamento di società aggiudicatarie del progetto, veniva stipulato un contratto per la concessione della ristrutturazione, ampliamento e gestione del complesso immobiliare denominato Villa Luisa in agro di Tuglie sulla base del progetto presentato e l’importo complessivo di oltre 11 milioni di euro.
Il primo quadro economico del progetto prevedeva un intervento pari a 12.700.000 euro, di cui 9,5 milioni per lavori, 1,5 milioni per arredi e attrezzature, e per il resto per spese e oneri fiscali.
In data 11 luglio 2006, Villa Luisa trasmetteva il progetto esecutivo e rideterminava l’importo dei lavori in euro 12.800.000. Eravamo partiti, ricordo, invece da 12.700.000.
I lavori venivano avviati in data 11 dicembre 2006, ma con verbale del 31 luglio 2007 la direzione lavori disponeva la sospensione parziale dei lavori.
Nel marzo del 2009 Villa Luisa trasmetteva gli atti integrativi allegati alla perizia di variante depositata nel gennaio 2008 e presentava un ennesimo nuovo quadro economico di progetto, rideterminato a seguito della redazione della perizia di variante in complessivi 15 milioni 770 mila. Eravamo partiti da 12 milioni e 700.
La Provincia di Lecce, con delibera n. 64 del 2 ottobre 2009, approvava il nuovo Piano economico finanziario presentato dalla Villa Luisa S.r.l.. In data 23 luglio 2010, la Provincia di Lecce, accertava la sospensione dei lavori da parte di Villa Luisa e, fatto ancor più grave, si appurava che l’indicata compagine societaria aveva realizzato opere per soli 3 milioni di euro, a fronte di lavori previsti per 11 milioni e 700 mila euro. Con delibera 64 del 3 ottobre 2011, sempre il Consiglio provinciale di Lecce deliberava la decadenza della concessione – io dico anche giustamente – rilasciata alla società Villa Luisa per la ristrutturazione, l’ampliamento e la successiva gestione del complesso di Villa Luisa in Tuglie di proprietà provinciale, con conseguente risoluzione del correlato contratto e dei successivi atti aggiuntivi in ragione dell’accertato riscontro di irregolarità e negligenze gravemente pregiudizievoli della gestione delle opere.
Sennonché, con nota del 25 febbraio 2012, sempre Villa Luisa S.r.l., concessionaria inadempiente e quindi dichiarata decaduta dalla concessione, si dichiarava disponibile ad una definizione transattiva della vicenda, anche mediante l’acquisto dell’immobile. Il Presidente della Provincia di Lecce confermava la disponibilità ad una definizione bonaria della lite, all’uopo dichiarando di restare in attesa di conferma della disponibilità della società per l’acquisto di Villa Luisa.
Con delibera n. 6 dell’1 marzo 2013 il Consiglio provinciale di Lecce, su proposta della maggioranza e della Giunta, inseriva il compendio immobiliare Villa Luisa nel Piano delle alienazioni triennali 2013-2015, dato formale e presupposto per l’avvio della procedura di vendita del compendio immobiliare, e in data 4 agosto 2013 la società Villa Luisa si dichiarava disponibile ad acquisire il bene previo pagamento di un importo pari a 2,5 milioni. Ricordo che aveva fatto opere per 3 milioni, quindi 3 milioni più 2,5 milioni, 5,5 milioni a fronte di 11,7 milioni che avrebbe dovuto fare.
Considerato che tale fatto appare sconcertante, atteso che con relazione di stima dell’11 maggio 2012, l’Agenzia del territorio di Lecce, commissionata dalla Provincia di Lecce, aveva già indicato in un notevole maggior valore (7,3 milioni) il valore complessivo di Villa Luisa. Quindi, l’Agenzia del demanio, l’Agenzia del territorio scusate, valutava in 7,3 milioni il valore di Villa Luisa.
Alla luce dei fatti descritti paiono incomprensibili le decisioni concretizzate negli anni passati che hanno prodotto l’enorme deprezzamento di un bene pubblico, unico nel suo genere in tutta la Provincia di Lecce; la realizzazione di scheletri cementizi addossati all’antica struttura e con grave deturpamento edilizio ambientale, oltre che paesaggistico, al fine di conciliare un contenzioso preannunciato, ma mai né avviato né tantomeno coltivato dalla Villa Luisa con una compagine societaria decaduta dalla concessionaria di project financing con conseguente risoluzione dell’indicato contratto del 2005 in ragione già di accertate irregolarità e negligenze da parte del concessionario gravemente pregiudizievoli per la gestione delle opere.
La Corte dei conti, la Sezione regionale di controllo della Puglia, con deliberazione del 18 luglio 2014, ha evidenziato gravissime irregolarità nella gestione contabile e finanziaria della Provincia di Lecce, avendo evidenziato che alcune situazioni contabili costituiscono violazione di norme a garanzia della regolarità della gestione finanziaria e che tali fattispecie costituiscono anche irregolarità suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari dell’ente, formulando, nel contempo, rilievi gravi irregolarità nella gestione delle entrate e della spesa.
Si interroga l’assessore regionale alla gestione e alla valorizzazione dei beni culturali, alla luce dei fatti descritti, per conoscere quali iniziative intende intraprendere la Regione Puglia affinché vengano svolti opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti con ogni valutazione sui profili di legittimità e illiceità degli atti amministrativi e negoziali e possa tornare a essere fruibile la bellissima villa in stile Liberty attualmente in completo stato di abbandono.
Ovviamente, qui l’ente è la Provincia che ha gestito, però, siccome parliamo di un bene di pregevole valore, di stile Liberty, io penso che la Regione, l’Assessorato competente non possa non guardare con attenzione quanto analiticamente descritto, probabilmente anche noiosamente, ma che certamente andava illustrato anche perché resti traccia delle cose scritte e discusse in questo Consiglio.
Ringrazio l’assessore anticipatamente per la risposta che vorrà darmi.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Capone, prego.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
È comprensibile tutta l’attenzione rivolta dal consigliere Borraccino. Certamente sono fatti degni di nota quelli rappresentati.
Detto questo, però, l’immobile è di proprietà della Provincia di Lecce, così come oggettivamente il consigliere Borraccino ha scritto. C’è già un interesse della Corte dei conti, che ha evidenziato le gravissime irregolarità nella gestione contabile e finanziaria della Provincia di Lecce con riferimento a questo immobile, esattamente come ha detto il consigliere Borraccino.
Non c’è nessun tipo di procedura per la quale la Regione Puglia possa intervenire con poteri di controllo sostitutivi rispetto alla Provincia di Lecce. Quindi, ci dobbiamo rimettere ai poteri degli organi competenti e sperare che questo immobile possa ritornare nell’effettivo uso da parte dei cittadini di Tuglie che ne meritano – e non solo, tra l’altro; era un immobile molto bello – l’attenzione.
Non ci sono poteri ulteriori che la Regione possa esercitare, se non quelli esercitati dal consigliere Borraccino oggi, della messa in evidenza di tutte queste situazioni. Ci risulta anche che, all’interno del Consiglio comunale, i Gruppi di opposizione si sono mossi in maniera significativa. Quindi, c’è anche un’attenzione della politica molto forte in questo senso.
Speaker : PRESIDENTE.
La n. 929 mi pare superata.
Interrogazione n. 932, Perrini, per l’assessore Mazzarano.
Prego, consigliere Perrini. “Economia della Città di Taranto”. Di Gioia.
Sentiamo, prego, Perrini.
Speaker : PERRINI.
“Interventi urgenti a favore della mitilicoltura e dell’economia della Città di Taranto”. È inutile che ve la leggo tutto, tanto vi faccio venire mal di testa.
Allora “Si interroga il Presidente della Regione e l’assessore alle attività produttive per intervenire con misure urgenti e finalizzate al rilancio del comparto mitilicoltura tarantina, nell’attesa che la Presidenza dei Ministri accolga la bozza dell’accordo di programma e che i vari fondi stanziati per Taranto diventino operative.
Nello specifico, si chiede di: dare una risposta concreta ai tanti allevatori che chiedono la riconsegna del primo seno del Mar Piccolo, quindi accelerando e monitorando lo stato delle bonifiche; velocizzare l’iter burocratico per l’assegnazione dei fondi alle aziende beneficiarie e che, allo stesso modo, si emetta il nuovo bando per il 2018; istituire uno speciale fondo per supportare tutte le aziende che, pur non appartenendo direttamente all’indotto Ilva, abbiano subìto una grave perdita di immagine e denaro a causa dell’inquinamento e della situazione ambientale avversa del territorio tarantino; valutare la possibilità di introdurre una specie di tassa sulla produzione annua dello stabilimento, che consenta la creazione di un fondo speciale destinato al finanziamento della riqualificazione e riconversione del territorio direttamente proporzionale all’uso delle risorse utilizzate”.
Speaker : PRESIDENTE.
Per la mitilicoltura, l’assessore Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Sulla vicenda oggetto dell’interrogazione, tengo a precisare che è stata emessa una determina di liquidazione, con l’esito anche di tutta la procedura istruttoria circa il bando di cui all’oggetto dell’interrogazione stessa.
Cinquantaquattro domande sono state ritenute ammissibili, tra cui ci sono tredici domande che hanno necessità di un approfondimento istruttorio. Delle cinquantaquattro ammesse trentasei sono state avviate alla liquidazione, ovviamente richiedendo il DURC, di cui ventuno hanno già prodotto il DURC e c’è un provvedimento di liquidazione dei primi 333.000 euro, con l’elenco che posso fornirle.
C’è l’esigenza per quindici aziende di produrre il DURC ai fini della possibilità di essere liquidate, quindi questa cosa è nell’esigenza dell’azienda stessa che deve produrre la documentazione. Ci sono tredici domande sulle quali ci sono delle verifiche da fare per capire i requisiti soggettivi e oggettivi. Non ci facciamo mancare qualche contenzioso, quindi questo è ovviamente un cavallo di battaglia anche in tema di acquacoltura, in questo caso particolare.
Per gli anni a venire 2018 e 2019 ci sono le risorse per fare dei bandi da 500.000 euro, quindi penso che siamo nella condizione di poter rasserenare quelli che hanno diritto ad avere queste risorse e dire che questa misura, che è una misura che è nata d’impulso dell’assessore Mazzarano nella vecchia legislatura con un emendamento e che continua con la nostra attività, credo che possa essere considerata utile e proficua, anche e soprattutto per il territorio di Taranto.
Speaker : PRESIDENTE.
Perrini si ritiene soddisfatto. Adesso il Presidente per la seconda parte, che è relativa…
Pendinelli, per il Presidente, “Attività dell’Agenzia regionale della Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti”. Non è pronto il Presidente. Pendinelli, devi pazientare. È rinviata.
Riguarda la discarica in località Guarini di Cavallino.
Allora rinviamo, a meno che non riesci dopo ad avere delle informazioni.
Passiamo a De Leonardis. Se n’è andato. È superata.
939, per l’assessore Leo, Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Signor Presidente, si tratta di una interrogazione che ad onor del vero è stata anche più volte discussa con l’assessore Sebastiano Leo, anche attraverso una delegazione di cittadini, di insegnanti, di operatori della scuola del Comune di Vieste. Si cerca di capire il perché di un dimensionamento scolastico nel Comune di Vieste, dando vita ad un mega istituto comprensivo, se non ricordo male di 1300 alunni, distribuito in sei plessi scolastici. Sappiamo le particolarità del Gargano, dei numeri per via della conformazione geofisica di quelle zone e quindi l’anno scorso, per la stessa situazione, si è tenuto in piedi un istituto con 399 alunni, mentre quest’anno con 419 alunni si è deciso di fare l’unificazione dei due istituti e di arrivare ad un mega istituto che, oggettivamente, sarà difficile gestire con 1.300 alunni, soprattutto strutturato in sei sedi differenti.
So anche bene, perché l’assessore Leo mi ha informato che c’era un parere favorevole del Comune, della Provincia e anche di alcune organizzazioni sindacali, però io ritengo che forse per la particolarità della… Non parliamo di un Comune della provincia di Taranto, che, per dirla come il Presidente, è sempre oggetto di attenzione e quindi non stiamo parlando della provincia di Taranto dove un istituto di 419 abitanti ovviamente in una situazione di normalità, di condizioni territoriali ovviamente non ha senso tenere in piedi. Parliamo del Gargano e noi pensiamo che, invece, quella particolarità poteva tranquillamente tenersi in vita e nonostante tutto forse si sarebbe potuto fare uno sforzo così come fatto l’anno scorso per tenere distinti i due istituti che, invece, poi sono stati accorpati creando questo mostro da 1.300 alunni.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Grazie, Presidente.
Con il consigliere Borraccino più volte abbiamo dialogato su questa questione e so il suo impegno verso questo problema sul piano di dimensionamento scolastico del Comune di Vieste. Io ho già spiegato che sia il Comune – in realtà l’ha detto anche l’amico consigliere Borraccino – che il piano provinciale, che l’USR hanno dato un parere positivo a questo accorpamento.
Quindi, è chiaro che la Regione ha dovuto in qualche modo adeguarsi, anche se devo dire la verità si tratta poi essenzialmente di un problema di natura amministrativa, perché le sedi e l’erogazione del servizio restano tali.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Interrogazione 940, Laricchia, “Progetto Maggiore”. Credo che sia la stessa di quella dopo, di Perrini. Si riferisce alla stessa cosa, Perrini, o sono due cose diverse?
Collega Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Le domande sono molto semplici e le premesse, forse, ancora di più, di questa interrogazione. In sostanza, chiedo chiarimenti rispetto a un progetto che è in capo – se vogliamo – all’ARIF, il progetto Maggiore, in osservanza delle previsioni di cui al decreto legislativo n. 30/2009, che definisce le linee operative per garantire un monitoraggio quantitativo e chimico-qualitativo dei corpi idrici, da realizzare sulle relative reti di monitoraggio.
I dodici – dovrebbero essere – interinali interessati da questo tipo di progetto, che lavorano a questo progetto in ARIF, stando a un articolo che abbiamo potuto leggere sulla Gazzetta del Mezzogiorno di poco tempo fa, sono quasi tutti parenti, parenti tra di loro, amici più che altro di funzionari, in particolare anche padrini di battesimo. In qualche modo, si conoscono molto bene e, probabilmente, conoscono anche molto bene il responsabile di questo progetto, nonché – ripeto – altri funzionari dell’Agenzia.
Le domande sono molto semplici e vengono di conseguenza. Qual è lo stato di attuazione di questo progetto? Chi sono i componenti dei comitati di monitoraggio e le attività svolte? A dirla tutta, i nomi dei componenti li ho già ricevuti in risposta a una PEC che ho inviato all’ARIF stessa. Quello che ci interessa di più, a questo punto, è sapere come sono state scelte queste persone, quali sono state le modalità di selezione del personale coinvolto nel progetto, se c’è stato in qualche modo un avviso pubblico e se c’è stata una valutazione comparativa.
Inoltre, ovviamente, a questo punto, diventa doveroso conoscere le spese effettuate e la relativa rendicontazione relativamente ad ARIF, ARPA e Autorità di bacino e al progetto nel suo complesso e ricevere copia di queste spese.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Di Gioia, prego.
Lo accorpiamo. Vuole dire qualcosa? A posto. Okay. L’importante è che accorpiamo anche la n. 942. È lunga la risposta?
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Questa materia non attiene al mio Assessorato. Per questo motivo, avendo comunque avuto l’incarico di procurare, tramite gli uffici, una risposta, sono venuto e sono stato notiziato dal dottor Zotti, che è il dirigente, circa le questioni che sono state sollevate.
Sono quattro pagine che a questo punto, per evitare di essere rimproverato dal Presidente, fotocopierei e vi trasmetterei adesso anche pro manibus, in modo da valutare se sono esaustive o meno, tenendo conto – ribadisco – che faccio l’intermediario, né più e né meno, perché questa materia credo che abbia a che fare con i lavori pubblici e non con la parte agricola, se non per il fatto, se vogliamo, che ARIF, nell’essere funzionale all’attività dei lavori pubblici, comunque indirettamente riferisce anche a noi.
Quindi, se con il vostro permesso è più semplice darvi il cartaceo, evito di fare questa lettura così minuziosa e lunga.
Speaker : PRESIDENTE.
A me sembra giusto. Mi permetto, e chiedo scusa agli assessori se li richiamo a una nota che vi avevo già fatto: quando è possibile, mandatela prima la risposta scritta, in modo tale che oggi già la Laricchia avrebbe avuto elementi per dire se è soddisfatta o meno di questa risposta. Invece, adesso gliela dai e forse avremo dopo un’altra possibilità.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Presidente, siamo d’accordo. Però, allora, io vi faccio la stessa preghiera di non trasmettermi le interrogazioni che non sono di competenza mia. Potrebbe essere un’idea anche questa.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Dica agli uffici di distribuirle meglio.
Okay, procediamo. Va bene così, collega Laricchia? A meno che non ti vuoi ascoltare quattro pagine. È meglio leggerle. Le vuoi ascoltare? Prego. Secondo me, voleva liberarsi dalla pressione di Colonna, per cui ha detto “fatemi leggere”.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Con la deliberazione n. 224 del 20 febbraio 2015, la Regione ha provveduto ad approvare il nuovo programma di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei – questo progetto si chiama “Maggiore” – per adeguarlo alle nuove disposizioni normative e questo piano è stato affidato all’ARIF, all’ARPA e all’Autorità di bacino.
Con la delibera di Giunta regionale del 2016 è stata poi assicurata la prosecuzione delle attività di monitoraggio per il triennio 2016-2018. Ai fini del coordinamento di queste attività, ai sensi dell’articolo 7 delle convenzioni stipulate con i soggetti attuatori, è stato costituito un comitato di coordinamento, presieduto dal dirigente della Sezione risorse idriche e composto da rappresentanti dell’autorità di bacino Puglia, dell’ARPA e dell’ARIF, le stesse di prima. Partecipano al Comitato i responsabili tecnici delle diverse convenzioni.
Il Comitato così costituito ha svolto una serie di attività. Nel 2015 ha riattivato la rete di monitoraggio che proveniva dal cosiddetto Progetto Tiziano.
Nel primo semestre si è concentrata l’attività sul recupero della documentazione della strumentazione - doveva essere un disastro la situazione a quell’epoca - sulla definizione delle modalità operative di dettaglio per le attività di campo.
Con il successivo avvio delle attività di monitoraggio, che corrispondono al secondo semestre del 2015, sono emerse criticità, ed era ovviamente evidente che sarebbero insorte, sia per i tempi che per le modalità operative di rilevamento.
A conclusione di queste attività, l’ARIF, l’Autorità di bacino e l’ARPA hanno presentato delle relazioni tecniche consuntive e poi è emersa la necessità di ridefinire la rete dei pozzi. Nel gennaio 2016 per questo lavoro è stato istituito un gruppo di lavoro costituito da referenti delle strutture impegnate nella complessiva azione di monitoraggio.
Nel corso del 2016 sono state svolte tre campagne di monitoraggio quantitativo e due di monitoraggio qualitativo per le quali è stata inviata relazione finale.
A valle della completa acquisizione della suddetta documentazione, che è intervenuta solo nel dicembre 2017, è di prossima convocazione del Comitato di coordinamento per la valutazione congiunta degli esiti del monitoraggio, per sottoporre le valutazioni della Giunta.
Le attività del gruppo di lavoro sono proseguite nel 2017 per risolvere le criticità sopra individuate. Si è proceduto alla ridefinizione delle sezioni di misura significative con riferimento alle diverse scaturigini, nonché a stabilire le più corrette modalità di esecuzione delle misure di portata.
Nel corso del 2017, in sintesi, sono state svolte quattro campagne di monitoraggio quantitativo e due di qualitativo. Per quanto concerne la rendicontazione delle spese, l’ARIF ha riferito, con una nota del 12 ottobre 2016, che ha liquidato un importo di 281.391,60. L’ARPA ha liquidato 49.000 euro come anticipazione, pari al 35 per cento della somma di 140 da corrispondersi per l’annualità 2016. Si tratta di attività documentale.
Verificata l’ammissibilità della spesa, l’importo di 130.348,91 euro è stato anche individuato come da corrispondersi per l’annualità 2016.
L’ARPA Puglia, con nota del 22 febbraio 2018, quindi recentissima, ha trasmesso la rendicontazione finale di spesa relativa alle attività di laboratorio per l’anno 2016, pari a 136.000 euro e rotti, richiedendo il rimborso della successiva quota, pari al 60 per cento.
L’Autorità di bacino Puglia, con nota dell’11 novembre 2016, ha comunicato che con propria determina sono stati individuati il RUP, il responsabile tecnico, il responsabile amministrativo e il gruppo di lavoro e che le attività di competenza dell’Autorità sono state regolarmente avviate e che, pertanto, formalmente, si richiedeva di liquidare la prima anticipazione, pari a 17.500 euro circa.
Visti gli articoli 4 e 9 della Convenzione, hanno liquidato questo anticipo e, a seguito della rimodulazione finanziaria delle spese da sostenersi nell’ambito dell’assunto impegno triennale, pari a 150.000 euro, e previa verifica di quanto dettato dall’articolo 5 della richiamata Convenzione, che consente tale rimodulazione, si è provveduto a liquidare altri 28.875 euro.
Allo stato, si resta in attesa della ricezione della rendicontazione finale.
Questo è il testo della risposta.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Laricchia, va bene?
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Non sono assolutamente soddisfatta, perché sono state date le risposte alle domande sulle attività e sulla rendicontazione delle spese, sullo stato di attuazione, ma naturalmente nessuna parola sulle modalità di selezione del personale coinvolto.
Avrei voluto sapere se questo nucleo familiare è stato scelto, magari, durante un pranzo di Natale o durante un pranzo di Pasqua. Almeno una risposta del genere, ma non c’è nulla di tutto ciò. Vorrà dire che continueremo ad approfondire.
Grazie.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Condivido la curiosità e, devo dire, il doveroso approfondimento di questa questione. Chiederemo immediatamente – l’abbiamo già chiesto – come mai questo ulteriore quesito non è stato soddisfatto nella risposta.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Interrogazione n. 943, Borraccino: “Centri cottura ASL Taranto”.
Non c’è risposta. Andiamo oltre.
Prego.
Speaker : BORRACCINO.
Non deve ingannare il fatto che questa interrogazione porti la data del 31 gennaio. Questa era stata presentata già nei mesi autunnali e poi, su richiesta del Presidente Loizzo, nella Conferenza dei Capigruppo e dei Presidenti di Commissione abbiamo deciso di ripresentare, qualora fossero ancora aperte quelle discussioni, tutte le interrogazioni a partire dall’anno nuovo. Quindi, rispetto a questa cosa – lo dico per ricordarlo al Presidente e assessore alla sanità – non è un’interrogazione di un mese e qualche giorno fa, questa è un’interrogazione – e mi riferisco all’intero Consiglio regionale, perché non ha ricadute solo su Taranto, ma su tutta la regione Puglia – che è datata alcuni mesi. Quindi, chiederei al Presidente Emiliano prossimamente di poter dare una risposta su questa cosa che è abbastanza importante dato che riguarda il futuro di 1.200 lavoratori. Anche perché la gara è anche in corso, tra le altre cose.
Mi riferisco a lei, Presidente Longo, perché… Ah, finalmente il Presidente Emiliano mi ha ascoltato. Dicevo, Presidente, purtroppo abbiamo in corso la gara su questo tema, quindi, siccome so molto bene che lei si è anche interessato a questa cosa in una delle riunioni che ha avuto a Taranto su altre questioni, ha incontrato un gruppo di lavoratori e anche alcuni sindacati, la pregherei prossimamente di arrivare con una risposta su questa questione, perché è davvero molto cogente e anche da lei è stata ritenuta degna di considerazione e di attenzione, garantendo i lavoratori sul loro futuro lavorativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Interrogazione n. 944, sempre del collega Borraccino, “Indennità personale infermieristico reparti Pronto soccorso, 118”. Relatore il Presidente.
Prego, collega.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente.
Premesso che, negli ultimi anni, i servizi sanitari, soprattutto quelli di emergenza-urgenza, sono avanzati grazie al continuo progresso della scienza, premesso che il personale infermieristico riceve una formazione costante per consentire conoscenze e capacità per la gestione di interventi di soccorso avanzato e per utilizzare strumentazioni sanitarie di avanguardia, premesso… Ho tolto un po’ di “premesso che” perché, dopo aver letto l’interrogazione di Villa Luisa, siamo abbastanza… Considerato che l’articolo 44, comma 6, del contratto collettivo nazionale del lavoro, comparto di sanità, recita che al personale infermieristico operante nelle terapie intensive, nelle sale operatorie, nei servizi di nefrologia e dialisi e nei servizi di malattie infettive compete un’ulteriore indennità per ogni giornata di effettivo servizio prestato. Considerata la gravosa responsabilità del personale in servizio presso il pronto soccorso, 118 e psichiatria, considerato che appare fortemente lesivo della professionalità continuare a dare una visione di secondo ordine del servizio di pronto soccorso, 118, psichiatria e SerT, interroga il Presidente, nella qualità di assessore alla sanità, per sapere se la Regione Puglia intende mettere in atto il riconoscimento dell’indennità di rischio e disagio previsto dall’articolo 44, comma 6, del contratto collettivo nazionale del comparto sanità agli infermieri dei suddetti reparti poiché svolgono un ruolo delicato, impegnativo e rischioso durante l’assistenza sanitaria loro affidata.
Grazie per la risposta.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
La ringrazio della richiesta di estensione. Ovviamente, come il consigliere ha appena ribadito, consisterebbe nel carattere gravoso e rischioso delle prestazioni del personale. Effettivamente questa condizione è certamente fonte di rischio e di disagio lavorativo. Sul punto occorre precisare, così mi dicono gli uffici, che la giurisprudenza pronunciatasi in materia afferma costantemente che questa indennità di cui all’articolo 44 del contratto collettivo nazionale di lavoro spetta esclusivamente al personale infermieristico addetto ai servizi intesi quali articolazioni strutturali dell’organizzazione sanitaria, destinati alla cura di determinate tipologie e di malattie, vale a dire al personale operante nei servizi di terapia intensiva e sub-intensiva e nelle strutture qualificate – vi sono poi citate le sentenze – come servizi di malattie infettive o equipollenti o nei reparti in cui sono ricoverati pazienti la cui malattia è stata già diagnosticata come infettiva, nonché nelle sale operatorie.
I giudici di legittimità, inoltre, precisano… Una di queste pronunce è della Corte dei conti, il che fa pensare che qualcuno abbia subito una procedura dei dirigenti sanitari per aver pagato questa indennità e ha subito il relativo procedimento che è arrivato addirittura a sentenza. Ora, al di là del fatto che è stato assolto o condannato, questo non lo sappiamo, perché il testo della sentenza per esteso non ce l’ho presente, vuol dire che la partita in corso è dirigenziale ed è questa.
È chiaro che il Presidente della Regione largheggerebbe sempre con tutti, però, con tutto il rispetto, poi sono i dirigenti che debbono effettuare questo hanno, ovviamente, dalla parte loro posizioni di natura giuridica che in sede politica è difficile – devo dire che sarebbe anche ingiusto – forzare.
I giudici di legittimità, inoltre, precisano che appare impossibile il riconoscimento delle indennità in parola anche ad infermieri che operino in altri segmenti dell’organizzazione sanitaria, differenti rispetto a quelli predetti, ogniqualvolta si verifichi di fatto e non in maniera strutturale una situazione di rischio assimilabile a quella propria dei reparti già citati.
Ne deriva, pertanto, che allo stato attuale l’indennità ex articolo 44 del comparto sanità non può essere riconosciuta al personale infermieristico che presta servizi nei reparti di pronto soccorso, 118, psichiatria e SerT.
Ovviamente, io posso essere d’accordo o non d’accordo, e per certi versi, sinceramente, anch’io mi pongo, da cittadino qualunque, quale sia intrinsecamente la differenza tra un pronto soccorso, un 118, la psichiatria e il SerT. Evidentemente, ci sono delle condizioni, che sono state man mano individuate dalla giurisprudenza, dalle interpretazioni dei contratti collettivi, che inducono i dirigenti della Regione Puglia a dare questa risposta, della quale io le ho dato conto.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene così, collega?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Questa la consegno.
Speaker : BORRACCINO.
Ringrazio il Presidente.
A me è sfuggita, forse mi sarà stata anche notificata, questa risposta scritta. Chiederei, cortesemente, se tramite i commessi è possibile avere una copia di questa risposta da parte del Presidente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Interrogazione n. 945 del consigliere Borraccino, cui è pervenuta risposta scritta. Non so se gli è arrivata. La n. 945.
Speaker : BORRACCINO.
Per la verità, è arrivata – almeno a me – last minute, due giorni fa, da parte del sempre attivo assessore Nunziante.
Io vorrei semplicemente mettere in evidenza come la risposta dell’assessore, che essenzialmente, da una parte, dice che ci sono dei fondi a disposizione per mettere in sicurezza da Gioia del Colle sino a San Basilio di Mottola, nella parte strettamente tarantina, e ancora una volta mi tocca fare il campanilista, quando invece non lo sono, però purtroppo stiamo parlando di Taranto, quindi devo parlare di questo aspetto particolare, perché la statale 100 sino a Gioia del Colle, nel tratto barese, come tutti quanti sapete, è messa in sicurezza, gli incidenti mortali, che anche recentemente si sono verificati nella tratta tarantina, invece, mettono in attenzione questo intervento, che si rende necessario.
Assessore e Vicepresidente Nunziante, la cosa che non mi convince sinceramente, nel senso che è un’opzione che dobbiamo verificare insieme, è quella del tratto autostradale, dell’aspetto del tratto autostradale. Per la verità, questa cosa informalmente… Anche prima di presentare l’interrogazione ebbi modo di parlarne anche con il già assessore Giannini, che mi riferiva di questa opportunità, che è condivisibile, vale a dire utilizzare la tratta autostradale che va da Gioia del Colle, nel tratto tarantino, per far viaggiare in sicurezza i cittadini che utilizzano quel tratto di strada.
Ciò su cui io vorrei un approfondimento, assessore, e su cui gradirei che insieme svolgessero quest’azione è sul futuro che quel tratto autostradale, che, come noi sappiamo, è privato, è gestito da una cordata, dove c’è anche Benetton e altri soci privati, ma ci interessa relativamente, poteva essere anche completamente pubblico, l’oggetto della discussione sarebbe lo stesso, mi piacerebbe capire come gestiamo i caselli tarantini anche alla luce del personale che lavora in quei caselli, perché la fruizione gratuita di quel tratto di strada praticamente rischierebbe di far saltare quei caselli.
Io penso che sia giusto e doveroso un approfondimento da parte della Regione con il responsabile della rete autostradale italiana, nella fattispecie quella che gestisce il tratto pugliese, per capire come affrontare questa emergenza, che da un lato dà una risposta importante, ed è quella, assessore, per essere chiari, importante e necessaria che io condivido, perché questo metterebbe in sicurezza quella strada, ma nello stesso tempo dobbiamo guardare anche al futuro di un’autostrada, perché non soltanto dal punto di vista dell’aspetto del personale, ma io voglio anche citare come alcune realtà produttive, io che sono sempre molto distante dalle aziende e molto attento, invece, solo ed unicamente alla questione dei lavoratori, ma me ne faccio carico in questo caso, alcune realtà produttive rivestono un’importanza particolare se possono dichiarare di essere vicine al casello autostradale. Penso al casello autostradale di Massafra, penso al casello autostradale di Palagianello, che è stato fatto recentemente, penso al casello autostradale di Castellaneta-Mottola. Vale a dire, per quelle comunità e per quelle aziende che insistono nelle immediate vicinanze del casello, poter dire di essere vicine al casello autostradale, quindi alla dicitura “autostrade”…
Mi è stato detto, mi è stato riferito… Io purtroppo conosco molto relativamente questo mondo che invece conosce molto bene l’assessore Mazzarano, in quanto assessore alle attività produttive, che gli è proprio per la sua attività di assessore. Però da alcune aziende mi è stato riferito che questo potrebbe creare un disagio. Allora, invito l’assessore Nunziante, non per dire “ci vuole ben altro”, questa cosa mi soddisfa, è positiva, quindi non sto dicendo che questa è una strategia sbagliata, perché penso che questo metterebbe finalmente in sicurezza chi viaggia su quella strada, che ha visto tantissimi morti. Dall’inizio dell’anno ci sono stati quattro incidenti mortali in quella tratta, soltanto in due mesi. Chiedo soltanto un ulteriore approfondimento sul tema della gestione dei caselli autostradali, e ovviamente, non soltanto per quello che ho poc’anzi detto dal punto di vista della presenza delle aziende e di quelle comunità che usufruiscono del casello autostradale, ma anche, come accennavo precedentemente, al numero dei lavoratori che lavorano in quei caselli autostradali.
Quindi, assessore Nunziante, un approfondimento. Magari gradirei essere invitato quando ci sarà questa discussione con Autostrade per l’Italia per parlare del futuro di questo tratto di autostrada.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Nunziante.
Speaker : NUNZIANTE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla protezione civile, al personale e ai trasporti.
Grazie, Presidente. Nella scia di quello che fu il primo incontro presieduto dal collega Giannini, io ho proseguito e stiamo approfondendo la questione di come fare questa convenzione con Autostrade. Ovviamente, nel momento in cui si decide sulla convenzione, saranno prese anche in considerazione quelle situazioni che riguardano la gestione del personale e come esso sarà utilizzato. Quindi, la voglio rassicurare su questa cosa.
Le posso dire che comunque il fatto che i baresi possono avere qualcosa di più o qualcosa di meno non è così, perché i 24,5 milioni che noi abbiamo avuto, questo addendum, andranno nella parte del…
Tenete conto che proprio nella parte di Gioia, Mottola, eccetera, insistono delle attività produttive molto importanti. Glielo assicuro. Stiamo approfondendo, dal punto di vista, più che politico, giuridico, su come poter risolvere. Sarà reso edotto di questa situazione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente. Prendo spunto dalla richiesta del collega Borraccino perché proprio l’addendum di giovedì scorso dei 24,5 milioni che mette e prova, proverà, meglio, così siamo seri anche nella comunicazione, proverà a mettere in sicurezza, perché non c’è progetto, almeno fino a questo momento, di ANAS e quindi non c’è la immediata cantierabilità. Però, apprezzando lo sforzo che è stato fatto per questo addendum, è importante fare una valutazione di merito della utilizzazione dei caselli autostradali e quindi della tratta Massafra direzione Bari, perché il traffico soffocante del tratto di Massafra e soprattutto il tratto che non è messo in sicurezza in questo momento della 100, mettono a rischio il fatto che quotidianamente migliaia di macchine, migliaia di persone percorrono quella strada.
Per cui se – il mio intervento è in questa direzione – fosse possibile, poiché abbiamo individuato con l’assessore Mazzarano lunedì una discussione di merito sulle ZES e, successivamente, una riunione ad hoc con la task force per valutare la spesa del Patto per la Puglia, delle opere che lì insistono, perché proprio nel Piano regionale dei trasporti c’è la risposta alla utilizzazione di quel casello autostradale e dello spostamento sul casello autostradale di Taranto di un’attenzione che faccia una interconnessione seria e quindi una intermodalità rispetto alle cose che diceva il collega Borraccino, che mette nella condizione di parlare.
Per cui, se possiamo in quella occasione valutare anche questi aspetti, noi avremmo fatto cosa buona per il territorio e dato risposte concrete ai bisogni.
Nel frattempo, perché passeranno almeno 3-4 settimane, possiamo valutare la accelerazione della spesa e soprattutto a che punto il Ministero sta dialogando con il CIPE, quindi il MIT con il CIPE, nella riconversione e rimodulazione delle risorse. A quanto mi risulta, per un incontro fatto stamattina, non sono state sottoscritte tutte le convenzioni necessarie a che poi al 31 dicembre 2019 ci siano le obbligazioni giuridicamente vincolanti. Quindi, non vorrei che da una parte facciamo buone proposte politiche e dall’altra, come al solito, di mezzo c’è un elemento indistinto, indefinito e indefinibile, chiamasi “burocrazia”, che non è in capo a noi, ma che va richiamata alle responsabilità.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Nel frattempo, sono arrivati i ragazzi dell’Istituto comprensivo Leonardo da Vinci di Monteiasi-Montemesola, che salutiamo.
Interrogazione n. 948 del collega Damascelli: “Sblocco erogazione AGEA per la campagna 2016”.
Relatore, assessore Di Gioia.
Prego, collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Nel 2016 furono ammesse a finanziamento 8.240 domande, per un impegno di circa 70 milioni di euro, a seguito di richieste delle aziende agricole per le Misure 10 integrato e 11 biologico del Piano di sviluppo rurale Puglia 2014-2020.
A seguito di alcune criticità del portale SIAN e di procedure lunghe e farraginose, l’erogazione di tali contributi è rimasta ferma per oltre un anno, creando non pochi disagi alle aziende agricole, che nella loro programmazione avevano fatto affidamento su quei contributi regionali.
A novembre scorso ci fu una riunione presso l’Assessorato all’agricoltura dove fu garantito che entro il 15 dicembre 2017 sarebbero stati sbloccati questi fondi, ma anche questa scadenza è stata largamente disattesa. Soltanto a fine gennaio, inizi di febbraio, sono stati sbloccati questi fondi, in parte: una parte è stata erogata, finalmente, dopo molto tempo (parliamo di domande presentate a maggio 2016); una parte residua, però, è rimasta ancora ferma.
Adesso è fondamentale che la Regione Puglia scongeli anche gli ultimi pagamenti dei premi relativi alle domande ammesse a finanziamento delle Misure 10 e 11 del PSR attuati nel corso della campagna 2016 e gli anticipi della campagna 2017. Quindi, chiedo entro quali tempi e quali iniziative si intendano adottare per sbloccare definitivamente anche gli importi residui e, considerato che parliamo di PSR 2014-2020, cioè un Piano di sviluppo rurale che doveva cominciare il 2014 e dovrebbe terminare il 2020, che purtroppo oggi in Puglia è ancora all’anno zero, considerato che dalle statistiche siamo riportati come Regione fanalino di coda con un 9,64 per cento, ma anche quello è un dato fittizio perché nei fatti nessun contributo oggi realmente è stato erogato, al di là di piccole somme, rispetto agli 1,6 miliardi, che possono offrire una grande opportunità di sviluppo alla nostra regione, ma che oggi, per una serie di motivazioni, sono ancora bloccati.
Preannuncio che depositerò, in data odierna, una richiesta di audizione dell’assessore e della struttura, ma chiedo e auspico che ci sia anche la presenza del Presidente Emiliano, perché quella del PSR Puglia 2014-2020 è una partita così importante e così preziosa per il destino dell’agricoltura pugliese, ma anche per l’intera economia regionale, che oggi rischia non solo di tradursi in una mancata opportunità per la nostra Puglia, ma anche di mettere in ginocchio tante aziende che, a seguito di quegli annunci, avevano assunto impegni finanziari importanti, e mi riferisco, per esempio, a fabbriche, quindi a produttori e a rivenditori di macchine, macchinari e attrezzature per il mondo agricolo, che hanno prodotto e acquistato, ma poi quelle attrezzature e quei macchinari sono rimasti invenduti. Ci sono rivenditori, assessore, che questa estate – se vuole posso anche accompagnarla presso questi rivenditori e produttori – hanno dovuto fare politiche di svendita dei loro macchinari, perché non sapevano più cosa farsene, non essendo stato più sbloccato il PSR.
Ci sono vivai, per esempio, che hanno – mi comunicavano girando sul territorio – contratti per milioni di euro e che hanno iniziato la produzione di quelle piante, ma oggi purtroppo anche quelle restano invendute. Quindi, oltre a una mancata opportunità di sviluppo, anche addirittura il rischio di mettere in ginocchio tante realtà economiche della nostra regione.
Penso che sia fondamentale fare il punto della situazione con una richiesta di audizione, che depositerò subito dopo i lavori del Consiglio regionale, a cui, oltre alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura, spero e auspico partecipi anche il Presidente Emiliano, perché siamo in una fase molto, ma molto delicata.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Di Gioia, prego.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Grazie. Anzitutto sull’ultimo punto (questo lo volevo comunicare anche al Presidente) è mia intenzione protocollare, dopo il termine del Consiglio, la richiesta di un Consiglio regionale monotematico sul PSR. Queste audizioni in Commissione sono sicuramente importanti, però credo che sia il caso un po’ di affrontare, davanti anche al pubblico e alle telecamere, il tema del PSR, sul quale, al di là delle vicende elettorali, molti o alcuni in particolare consiglieri, pur mettendo il massimo dell’impegno nell’attività che svolgono, hanno difficoltà oggettive a compenetrarsi nella materia.
Questo vale ovviamente per quelli che hanno meno dimestichezza sul tema, ma che pure vengono chiamati a questa attività di dover spiegare nei territori, ma vale anche stranamente per quelli che una tecnicalità, almeno teoricamente, la dovrebbero avere, ma che invece dimostrano, con i propri comunicati, la totale non conoscenza della materia o, in altra ipotesi, la volontà di strumentalizzare questo argomento a fini meramente politici.
Quindi, io chiederei, se ritieni, di non dare seguito alla richiesta di audizione, perché io voglio che qui tutto quello che raccontate in termini così generici lo possiate dimostrare e motivare. Visto che giro anche io e conosco le difficoltà sul Piano di sviluppo rurale, facciamo una sorta di verifica incrociata, in modo tale che più che argomentare sui comunicati possiate dimostrare qui la vera competenza e questi numeri che citate come se fossero una scienza oggettiva, che a noi non risultano e che quindi è doveroso mettere agli atti del Consiglio.
Detto questo, l’interrogazione è pregevole. Avrebbe, secondo me, la caratteristica di un’interrogazione parlamentare, perché il tema sul quale parliamo è AGEA, e quindi la Regione è, se vogliamo, prima parte lesa di tutte le inefficienze di AGEA, però anche in questo caso si trova a dover almeno simbolicamente interpretare il ruolo di chi deve dare spiegazioni. Quindi, è pregevole, è di fatto un’interrogazione parlamentare.
Per quello che si può, rispondiamo comunque con dovizia di particolari, anche analiticamente. Poi, se vuoi, ti consegno anche queste tabelle riassuntive che ha preparato il direttore del dipartimento.
Il blocco dei pagamenti da parte di AGEA, effettuato negli ultimi mesi del 2017, è stato superato. Questo blocco era causa di un ritardo informatico. Infatti, nei successivi decreti, a partire dal 24 gennaio, 23 febbraio, AGEA ha liquidato gli elenchi così come trasmessi e quindi sono stati autorizzati altresì gli elenchi fino alla data del primo di marzo.
La situazione ad oggi. Ci sono 8.311 domande, di cui 6.536 già liquidate. “Già” è un termine forse improprio. Quelle liquidate sono il 78 per cento circa: 6.536 liquidate. Di queste 5.193 domande con istruttoria automatica, quindi 46,2 milioni di euro semplicemente con la procedura informatizzata sono stati liquidati; 1.143, invece, sono state istruite direttamente dalla Regione perché c’erano delle anomalie nel caricamento dei dati da parte di AGEA che hanno richiesto un intervento regionale.
Rimangono 1.775 domande, per un valore di circa 12 milioni di euro, che sono però correggibili solo con istruttoria manuale. Quindi, abbiamo preparato una piccola task force che guarderà pratica per pratica. Valutiamo che AGEA dovrebbe in teoria pagare automaticamente. Purtroppo, le anomalie o la mancanza di procedure informatiche per gestire alcune tipologie di richieste tipo il cambio titolare del fondo o cose equivalenti porta a questo tipo di controindicazioni.
632 domande di queste 1.700 saranno completate entro marzo 2018. Le restanti 1.143 oggi non sono ancora lavorabili da parte della Regione, perché non sono on line da parte del sistema di AGEA. Quindi, il pagamento sarà consequenziale all’istruttoria che potremo fare quando AGEA renderà disponibili i fascicoli, perché stanno cercando di risolvere le anomalie informatiche connesse.
Il 2016 più o meno funziona così.
Passiamo al 2017: 4608 domande nel mese di dicembre sono state rese ammissibili al pagamento del saldo tramite istruttoria automatizzata, quindi 38,6 milioni di euro; 3.703 domande saranno trattate in istruttoria manuale – quindi, 28 milioni vanno a istruttoria manuale – direttamente dalla Regione e con l’accordo di AGEA dovremmo chiudere entro luglio 2018 per ultimare i pagamenti all’annualità 2018.
Queste sono due tabelle riassuntive.
Ovviamente, alla luce di questi dati, è chiaro che c’è una situazione di difficoltà, però sarebbe improprio addebitare questa responsabilità al nostro ufficio, che pur tante altre “colpe” potrebbe avere, ma questa proprio non ce l’ha.
Stiamo cercando, con AGEA, di costruire un rapporto per il quale ci possano mettere a disposizione anche dei tecnici per velocizzare la manualizzazione di queste pratiche. Stiamo lavorando con AGEA che, nei giorni scorsi, ha visto terminare le procedure di assegnazione del pacchetto informatico, che gestirà con l’ausilio di nuove società, cosa che il CONSIP ha deliberato – credo – qualche settimana fa, con la speranza che chi arriva oggi ad affrontare il problema informatico possa avere un’efficienza superiore, quantomeno organizzativa, rispetto a chi lo ha fatto prima e possa non incappare nelle stesse vicissitudini di chi ha lavorato prima, che si è visto fallire aziende importanti del pacchetto che gestivano tutto il sistema software e che, quindi, ha indirettamente costruito le condizioni per questo ritardo e rallentamento di pagamento.
Basilicata e altre Regioni, che pure hanno, come noi, la stessa tematica, si stanno attivando addirittura per delle mobilitazioni con gli agricoltori. Noi, in maniera un pochettino più pragmatica, credo che siamo riusciti a scrivere un cronoprogramma con AGEA al fine di poter dare contezza di quello che è il lavoro che stiamo facendo.
Purtroppo, questo è un argomento facilmente strumentalizzabile, però, anche in questo caso, abbiamo buona coscienza, buonafede e messo il massimo del nostro impegno e delle nostre strutture al servizio della regione Puglia.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Prego, collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Parto anche io dalla questione audizione in Commissione e in Consiglio regionale. Io, assessore, ho lasciato questo argomento fuori dal periodo elettorale. So che non si riferisce a me. La depositerò sicuramente oggi, quindi fuori dal periodo elettorale, non ho fatto note stampa ufficiali perché è un argomento così importante che noi tutti abbiamo il dovere di approcciarci con grande responsabilità, e le dirò di più, non soltanto nel settore agricolo. Il 1° marzo ho depositato un’interrogazione anche abbastanza piccata sulla questione dell’articolo 60 e 60-ter del Regolamento sui servizi sociosanitari, ma non ho fatto nessuna nota stampa ufficiale. Nei prossimi giorni interverrò anche su questo argomento, perché certe tematiche non possono essere discussione di campagna elettorale.
Condivido pure la possibilità di parlare di Piano di sviluppo rurale in Consiglio regionale, anzi sarebbe quantomeno auspicabile, e sostengo la sua proposta, ma l’audizione ha un’altra funzione: dà voce anche ai cittadini. Quindi, oltre al Consiglio regionale, che va benissimo, noi dovremmo anche fare un’audizione in Commissione Agricoltura, così diamo la possibilità innanzitutto di ascoltare anche la parte tecnica, che in Consiglio regionale non può esprimersi, e poi diamo la possibilità anche ai corpi intermedi, alle organizzazioni di categoria e ai cittadini di poter interloquire con i rappresentanti istituzionali, quindi con la politica, e anche con le strutture. Quindi, è un momento anche costruttivo per cercare di risolvere alcune problematiche. Poi che se ne parli anche in Consiglio regionale. Possiamo anche fare un momento di confronto politico. Ma non voglio che il PSR diventi un momento da dibattito da palchi elettorali. È per questo che ho risollecitato l’argomento subito dopo la chiusura delle urne, proprio per non svilire un momento così importante.
Poi, quanto alla Misura 10 e 11, quello che chiedo e sollecito ancora una volta è che, comunque, queste problematiche, queste lungaggini, queste farraginosità burocratiche creano inevitabilmente disagio e danno alle aziende agricole, perché loro fanno una programmazione, quella programmazione è anche basata sui contributi che riceveranno, per cui poi non ricevendo quei contributi naturalmente creiamo delle difficoltà di natura finanziaria, di natura economica e di natura imprenditoriale.
Chiedo cortesemente di ricevere quella copia con il cronoprogramma, affinché poi tutti insieme si possa avere delle rassicurazioni. Ma quello che sollecito è, appunto, che anche i restanti pagamenti siano sbloccati, quindi il 22 per cento rispetto all’ammontare totale, e che si metta a regime un sistema che consenta alle aziende agricole di beneficiare dei loro diritti con una cadenza ben precisa, periodica, e non soltanto quando si riescono a sbloccare delle procedure assurde, scriteriate, che creano soltanto disagio al mondo agricolo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Interrogazione n. 949 del collega Borraccino “lavoratori dei call center sottopagati”. Relatore è l’assessore Leo. Prego, collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente Longo. Più volte con l’assessore Leo abbiamo affrontato questo tema anche con sue presenze sul territorio per stigmatizzare e mettere in evidenza quanto l’attività di alcuni imprenditori, che, per la verità, poco hanno a che fare con questo nobile termine, sfoci nello sfruttamento dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici. Parliamo del caso di un call center della provincia di Taranto che è stato oggetto di indagine da parte degli organi di Polizia che ha portato anche alla chiusura di questo call center, che ha visto dei lavoratori e delle lavoratrici, soprattutto lavoratrici, lavorare con una retribuzione oraria davvero risibile, da non voler neanche citarla tanto è ridicola. Questo elemento è stato oggetto anche di attenzione da parte degli organi di informazione a livello nazionale: La7, Mediaset, RAI si sono interessati intervistando anche queste lavoratrici che, tra le altre cose, durante la loro attività di lavoro, quando andavano a svolgere qualche bisogno fisiologico, veniva tolta loro anche un’ora di retribuzione sulla busta paga.
Mi rendo conto che l’attività della Regione su questo tema non può essere se non quella di un’azione moralizzatrice, di un’attenzione. La cosa che chiedo all’assessore Sebastiano Leo, oltre che non è nell’indirizzo, ma ovviamente si interfaccia molto l’assessore Mazzarano in quanto assessore alle attività produttive, di tenere in debita considerazione il nome di queste aziende, perché io penso che queste aziende non potranno mai, per quello che hanno svolto, usufruire di benefici, di accordi, di erogazioni per la formazione del personale, di accordi di programma su questo tema per come volgarmente e vilmente sono state trattate queste lavoratrici e questi lavoratori. Quindi, chiedo un’attenzione particolare da parte della Giunta regionale nel tenere sotto controllo monitorato queste aziende.
Io ho citato quelle della provincia di Taranto perché, venendo da quel territorio, sono a conoscenza di queste realtà, ma sicuramente ce ne saranno altre, perché è una piaga sociale che investe tutta la nazione, in particolare l’Italia meridionale. Ci saranno casi simili nelle altre province della nostra regione.
All’assessore Leo e all’assessore Mazzarano chiedo un’attenzione particolare a tenere sotto controllo, a tenere in vista queste aziende che si sono macchiate di questi reati, per non aver alcun beneficio, alcuna collaborazione, alcuna erogazione, alcun accordo con la Regione Puglia per l’esempio di legalità e, chiaramente, di moralità che un ente pubblico, lo Stato, deve avere di un’attenzione morale molto alta nei confronti di chi si è macchiato di questo reato.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Leo, prego.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Grazie, Presidente.
Ringrazio il consigliere Borraccino per questa interrogazione. Come lui stesso ha raccontato, l’attenzione della Regione Puglia è molto alta su questo tema. Indubbiamente, non riguarda soltanto ed esclusivamente la provincia di Taranto. Riguarda tutta la regione Puglia, riguarda – oserei dire – tutta l’Italia. L’attenzione, quella di monitorare, quella di fare attenzione, quella di prendere in considerazione anche eventuali situazioni di controllo e di contrasto a questo fenomeno, sicuramente è un argomento, questo, che ci tiene molto interessati.
Ringrazio il consigliere Borraccino, davvero tanto, per questa interessante interrogazione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Per l’interrogazione n. 950, del collega Borraccino, è stato chiesto il rinvio da parte del Presidente.
Passiamo alla n. 951, del collega Damascelli.
Relatore, assessore Ruggeri.
Prego, collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Si è verificato che presso il centro Messeni a Rutigliano da qualche tempo non vengono più svolti importantissimi corsi per videolesi. Stiamo parlando, naturalmente, di un centro che prima era seguito dalla Provincia di Bari, quindi ha valenza pubblica, e che è l’unico centro specializzato per consentire a tante persone l’opportunità di svolgere delle attività lavorative.
In diversi hanno sollecitato il ripristino di tali attività di formazione molto importanti. È un centro che, dopo la seconda guerra mondiale, ha visto già erogare funzioni molto importanti per l’educazione, l’istruzione e la riabilitazione di fanciulli disabili, fisici, psichici e sensoriali. E a Rutigliano, grazie a una generosa donazione che all’epoca la signora Maria Localzo, vedova Messeni, in memoria di suo figlio Gino, fece alla provincia di Bari, fu istituito, appunto, questo centro nel 1955. Quindi, è attivo da oltre cinquant’anni ed è un organo strumentale attualmente della Città metropolitana di Bari, che offre gratuitamente molteplici servizi finalizzati al recupero funzionale e all’integrazione scolastica, lavorativa e sociale di coloro che hanno problemi della vista, di ogni età e grado.
Cerco di sintetizzare per l’economia dei lavori, perché l’interrogazione è abbastanza lunga. Da qualche tempo, però, nonostante questo importante e prezioso servizio che il centro offre alla collettività, si registrano difficoltà sia nel reperire risorse finanziarie per le attività socioeducative e riabilitative ordinarie del Centro Messeni, che a fatica riesce a far fronte persino alle spese di ordinaria amministrazione e al pagamento anche degli stipendi dei dipendenti.
Quest’anno, in particolare, sono partite solo le attività del centro diurno e quelle del corso di orientamento e mobilità, mentre risultano sospesi i corsi di informatica, fondamentali per la formazione e l’aggiornamento delle persone videolese, che si servono del Pc per ragioni di studio e di lavoro. Ed è uno dei pochi centri specializzati proprio sulla formazione informatica per i videolesi, che oggi non possono più riceverla a causa di questo stop da parte del centro.
Tra l’altro, tra le professionalità di cui il centro si avvale per i suoi corsi, al momento risulta contrattualizzato soltanto l’oculista. Restano, invece, in sospeso assistenti sociali, pedagogisti, insegnanti di informatica e musica, ortottico, logopedista, psicologi e musicoterapeuti.
Gli utenti del Messeni e i loro familiari e i dirigenti dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti confidano nell’impegno della Città metropolitana di Bari e delle Istituzioni locali nel reperire i fondi necessari per consentire l’espletamento di tali attività, che rappresentano un momento insostituibile.
Nel 2015, a seguito della erogazione di fondi necessari da parte della Regione Puglia alla Città Metropolitana, fu avviata l’undicesima annualità del progetto Centro diurno socioeducativo e Riabilitativo e Servizio domiciliare per persone videolese e pluriminorate. Ecco, qui è il fulcro dell’interrogazione.
La Regione ha sostenuto e finanziato nel 2015 questi progetti per consentire ai videolesi di poter svolgere gli atti quotidiani della vita principali, tra studio e lavoro. Tale progetto prevede due tipologie di interventi: attività formativa e di laboratorio e servizio mensa presso il Centro Messeni di Rutigliano in favore di soggetti videolesi pluriminorati di grado medio o lieve che abbiano completato l’obbligo scolastico, un servizio domiciliare anche in favore di soggetti videolesi e pluriminorati di grado medio grave.
L’attuazione del progetto è affidata in convenzione alla Sezione provinciale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Onlus in modo integrato e coordinato con il Dirigente del Servizio politiche sociali della Città metropolitana avvalendosi della cooperazione e del personale dell’istituto e utilizzandone gli ambienti e le risorse strumentali.
Chiedo di conoscere quali iniziative si intendono intraprendere per garantire lo svolgimento di tutte le attività socioeducative e riabilitative e degli interventi di assistenza tiflologica, medica, psicologica e pedagogica che favoriscono e consentono l’integrazione e l’autonomia dei soggetti videolesi; entro quali tempi si provvederà alla riattivazione di numerosi corsi ancora in sospeso che rappresentano un prezioso sostegno formativo per le persone videolese e pluriminorate della terra di Bari, dell’intera provincia; se la Regione intenda adottare dei provvedimenti utili a garantire la piena e organica funzionalità del Centro Messeni di Rutigliano assicurando ai cittadini videolesi un servizio essenziale non solo per la quotidianità, ma anche per lo svolgimento delle attività lavorative per le quali è necessaria una specifica formazione per consentire l’utilizzo dei personal computer e di altri supporti informatici.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, assessore Ruggeri.
Speaker : RUGGERI, assessore al welfare.
La rilevanza strategica del centro Messeni Localzo, per la Provincia di Bari prima e per la Città metropolitana di Bari dopo, è attestata dagli sforzi fatti nell’ultimo quinquennio per portare la struttura destinata nel tempo a varie attività formativo-educative in favore di persone non vedenti, ipovedenti, pluriminorate, non a rilevanza sanitaria.
In particolare, è doveroso citare gli investimenti strutturali per riqualificare la struttura, che era priva di ogni presidio minimo di sicurezza e richiedeva adeguamenti rispetto alla normativa antisismica, antincendio, abbattimento delle barriere architettoniche e che non aveva neppure i requisiti strutturali per l’autorizzazione al funzionamento, ai sensi degli standard minimi, di cui al Regolamento regionale n. 4/2007, e l’iter per portare le attività variamente svolte con modalità gestionali diverse dal personale della Provincia e dagli operatori dell’UIC ad una configurazione professionale e ad un assetto gestionale tale da conseguire l’autorizzazione al funzionamento e standard di qualità più elevati.
Si precisa, inoltre, che per decenni il centro ha operato assicurando attività assai apprezzate nell’alveo della configurazione di un’Istituzione pubblica, con pieno inserimento nel bilancio e nell’organico della Provincia di Bari di tutti gli oneri connessi al funzionamento del centro e da un decennio lo stesso centro operava in difformità da qualsivoglia normativa di riferimento, nazionale o regionale, rispetto agli standard strutturali e organizzativi.
La più recente riforma, che ha portato alla quasi abolizione delle Province e alla revisione delle funzioni essenziali ad esse assegnate, non ha più contemplato per le Province la possibilità di erogare funzioni socioassistenziali che, invece, devono essere cedute ai Comuni di riferimento, atteso che non è dato alla Regione di esercitare competenze gestionali in materia socioassistenziale.
Nel caso di specie, la presenza della Città metropolitana consente di incardinare le attività di che trattasi nell’ambito di quelle assegnate alla stessa, pur non essendo più trasferite alla Città metropolitana risorse per il mantenimento di una simile struttura.
Tutto ciò premesso, si deve precisare che la Città metropolitana ha concluso con il Comune di Rutigliano, titolare del procedimento di un’autorizzazione al funzionamento, l’iter per l’autorizzazione al funzionamento del centro diurno polivalente per persone con disabilità, ex articolo 105 del Regolamento regionale n. 4/2007.
È in corso, peraltro, con la Regione Puglia l’iter di iscrizione del centro diurno nel catalogo regionale delle unità di offerta di prestazioni sociali e socioeducative a ciclo diurno, al fine di poter utilizzare lo strumento del buono servizio per la compartecipazione delle rette a carico delle famiglie, come la disciplina nazionale e regionale prevede. A tal fine, in particolare la Città metropolitana di Bari dovrà assicurare, nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di appalto di servizi pubblici, l’individuazione di un soggetto gestorio, ovvero di un raggruppamento di imprese e soggetti del terzo settore, per la gestione del centro diurno che assicuri il rispetto dei profili professionali richiesti in uno, con l’apporto prezioso di esperti tiflologi, operatori sociali e altri volontari specificatamente coinvolti dalle organizzazioni di volontariato e di rappresentanza delle persone non vedenti o ipovedenti, o dei loro nuclei familiari.
La copertura delle spese di funzionamento per il centro è, pertanto, assicurata in Puglia dalle seguenti fonti: per le attività di produzione di ausili didattici e altri supporti agli studenti e agli adulti non vedenti la Città metropolitana attinge alle risorse nazionali, assicurate solo fino al 2017, e alle risorse regionali, annualmente fissate per il 2017 e per il 2018 a 10 milioni di euro per anno, da ripartire fra tutte le province, per l’assistenza specialistica e per l’intestazione scolastica; per le attività del centro diurno ex articolo 105 del Regolamento regionale n. 4/2017, nella fase transitoria la Regione ha provveduto ad assicurare in via transitoria ed eccezionale un contributo di euro 108.000 all’UIC per la prosecuzione delle attività socioeducative in corso e nelle more della formale individuazione di un soggetto gestore e del passaggio a regime dei buoni servizio; per l’attività del centro diurno ex articolo 105 del Regolamento regionale n. 4/2017, nella fase a regime la Regione assicurerà la compartecipazione delle rette a carico delle famiglie, come per tutte le altre strutture di pari finalizzazione, con lo strumento del buono servizio.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Prego, collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Chiedo cortesemente di avere una copia della risposta che l’assessore ha letto in Aula. Presidente Emiliano lo dica al Presidente Renzi quello che ha combinato con le sue politiche, lo sfacelo che ha creato, perché lo diceva l’assessore. Da quando purtroppo lui ha finto di chiudere le Province, perché ha finto di chiuderle, le Province ci sono, gli uffici ci sono, le strutture ci sono, il danno a chi l’ha fatto, Presidente? L’ha fatto ai ragazzi videolesi, che purtroppo, non avendo più la configurazione, non possono più le province oggi finanziare dei centri così importanti che offrivano gratuitamente a questi ragazzi videolesi la possibilità di fare dei corsi e quindi andare a lavorare, andare a lavorare utilizzando il PC avendo una formazione. Questa è stata la riforma delle Province. A chi hanno fatto danno? Noi ci stiamo sempre. Anzi, i seggi provinciali sono merce di scambio tra noi politici, però il danno l’hanno avuto i cittadini, e questo è quello che ha combinato il Presidente Renzi. È evidente. È un caso tangibile di cattiva politica solo per fare demagogia nelle Istituzioni.
Oggi, purtroppo, un centro così importante, che noi abbiamo grazie alla donazione di una signora a Rutigliano e che era finanziato dalle Istituzioni pubbliche, in questo momento, in una fase straordinaria, ha avuto un finanziamento, per fortuna, ma fino al 2017 ha potuto utilizzare i fondi pubblici, ma diventerà come un centro privato che andrà a catalogo come tutti gli altri centri privati. Questo è quello che, purtroppo, hanno creato, ahimè. È veramente qualcosa di indescrivibile, che il Presidente Renzi dovrebbe sapere considerato che le nostre comunità oggi soffrono a causa anche delle sue politiche improntate soltanto alla demagogia.
Spero che il centro continui… Erogava bene. Quello che lei ha detto, assessore, lo so bene, perché prima di scrivere quell’interrogazione ho fatto anche io delle ricerche e ho potuto constatare che era una realtà preziosa e importante, un punto di riferimento per l’intera provincia di Bari. Oggi, purtroppo, ci sono tanti ragazzi che attendono questi corsi e che riusciranno forse a farli, ma veramente in situazioni ormai di precarietà rispetto, invece, ad una attività ordinaria, istituzionale e storica che veniva offerta alla nostra terra.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
Interrogazione n. 952 del collega Borraccino.
Relatore il Presidente. “Prestazioni sanitarie in forma indiretta presso centri di altissima specializzazione all’estero”.
Prego, collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente Longo.
Ovviamente non citerò, per una questione di privacy, anche se nell’interrogazione, che è un atto pubblico, andava necessariamente indicato, il nome della nostra cittadina pugliese che è oggetto di questa interrogazione, che è un caso molto particolare che comunque so, per stessa ammissione della mamma di questa ragazza, che in questi giorni il Presidente Emiliano si è incontrato con la mamma di questa ragazza, accompagnata anche da qualche collega o, comunque, sollecitata dall’attenzione di qualche collega consigliere regionale tarantino.
Io presentavo questa interrogazione, che ho ripresentato il 1° febbraio, sempre per la stessa prassi cui facevo riferimento poc’anzi. Ho presentato questa interrogazione verso il mese di settembre, nella tarda estate. Chiedevo, rispetto a questa signora, a questa ragazza, che è affetta da una malattia chiamata “tetraparesi spastica” fin dalla nascita, quindi dichiarata portatrice di handicap in situazione di gravità. Questa ragazza nel 2002 ha frequentato il New York Hospital for Joint Diseases di New York, dove la ragazza è giunta in condizioni di totale compromissione della deambulazione. Dal 2009 al 2014 e poi nel 2016, con appositi provvedimenti, la signora in oggetto ha ottenuto l’autorizzazione ad effettuare numerosi interventi chirurgici e la riabilitazione nel centro statunitense, essendo stati reputati tali trattamenti indispensabili e insostituibili ai fini del miglioramento dello stato di salute e di qualità della vita della paziente, considerando la reale impossibilità a svolgere tali trattamenti in modo tempestivo ed adeguato in Italia.
Considerato che, a seguito di numerosi interventi chirurgici e riabilitativi sostenuti presso il suddetto centro di altissima specializzazione, la ragazza ha presentato un significativo e progressivo miglioramento, al punto di riuscire a sostenere la stazione eretta e la deambulazione con appositi supporti e avendo migliorato la fruizione degli arti superiori. Tali miglioramenti dello stato di salute della signora di cui ci stiamo interessando sono attribuiti al programma riabilitativo cui la paziente è stata sottoposta presso il centro statunitense, il quale si caratterizza per una metodica di tipo full immersion multidisciplinare, ovverosia un trattamento continuo in collaborazione con vari esperti, che sembra non potersi realizzare in Italia, dove le linee guida del Ministero della sanità per le attività di riabilitazione prevedono solo tre ore giornaliere massimo di terapia riabilitativa a fronte delle cinque-sei effettuate nel centro statunitense. Quindi, il doppio.
Il 5 ottobre 2016 l’ASL di Taranto, attraverso il centro di riferimento delegato al caso in questione ha negato, questa volta, a differenza di quanto avvenuto dal 2009 sino all’anno precedente, alla signora l’autorizzazione alla prosecuzione delle cure all’estero, considerando la paziente portatrice di esiti stabilizzati e affidando le cure riabilitative e di mantenimento alle strutture sanitarie territoriali, per la durata di un’ora al giorno;
considerato che c’è stato un ricorso, depositato il 30 marzo dalla famiglia, in cui si impegnava il diniego alle cure all’estero presentato presso il Tribunale di Taranto, ottenendo, con ordinanza emessa il 24 aprile 2017, l’autorizzazione al proseguimento delle cure, per la durata di un ulteriore ciclo terapeutico neuroriabilitativo di tre mesi presso il centro di altissima specializzazione statunitense. Dobbiamo anche considerare che la suddetta sentenza di primo grado che autorizzava la cura negli Stati Uniti venne impugnata in secondo grado dall’ASL di Taranto. E qui non faccio commenti, perché vorrei dire tante cose ma… Qui si sarebbero dovute impugnare tante altre sentenze su tante questioni, e non si è fatto, invece si è impugnata questa sentenza. Va beh, è una mia considerazione personale. Il quale, con ordinanza del 19 settembre 2017, ha rigettato la richiesta di trattamento all’estero della signora in oggetto, ritenendo tale attività compresa nei LEA, previsti nella normativa italiana ed erogabili presso strutture accreditate.
considerato – e questo lo abbiamo visto con esattezza – che, in merito ai contenuti della sentenza di diniego, si evidenzia che i livelli essenziali di assistenza emanati con il recente DPCM del 2017 e pubblicati a marzo dello scorso anno non conterrebbero le cure necessarie alla paziente.
Ci sono altre considerazioni da fare, io però mi fermo qui, perché il Presidente sicuramente avrà letto l’interrogazione, dunque per brevità mi fermo e non continuo nell’elencare altre questioni, come quella che l’interruzione della continuità terapeutica assistenziale nel centro statunitense sta avendo un’incidenza negativa sulla signora in oggetto.
Ho già chiesto nei mesi tardo estivi dello scorso anno un intervento al Presidente. Confido nell’incontro che ha avuto pochissimi giorni fa con la famiglia della paziente che finalmente ci sia stata l’autorizzazione a poter concedere le cure a questa persona, che, indipendentemente dal fatto che sia residente a Taranto o residente in qualsiasi altro posto della Puglia, io penso che se queste cure non sono contenute all’interno dei livelli essenziali di assistenza previsti dal DPCM emanato nel 2017 e pubblicato a marzo in Gazzetta Ufficiale, penso che ogni ASL dovrebbe autorizzare – laddove ci sono anche tante relazioni scientifiche che dimostrano il miglioramento della cura di questi assistiti – le cure all’estero per queste persone.
Certamente la mobilità passiva extraregionale non si risolve sulle spalle di pochissimi, dico davvero pochissimi casi umani come questo, ma si risolvono con ben altre politiche e, ripeto, non su questo. Confido nell’incontro che ha avuto il Presidente con la famiglia nei giorni scorsi, proprio recentemente, nella risoluzione del problema e aspetto fiducioso la risposta dell’assessore alla sanità e Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Emiliano. È sulla 952, Presidente.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Io ho incontrato i vertici della ASL con la famiglia della paziente. Ovviamente sarebbe stato relativamente semplice trovare una soluzione se nell’ultimo periodo non si fosse avviato un contenzioso giudiziario che ha finito per dare torto alla famiglia e ragione all’ASL. Perché dico che questo è un ostacolo? Perché è evidente che, dopo una perizia che nella sostanza dice che una volta individuati i centri di riferimento regionali e nazionali la prestazione può essere effettuata nel Paese… Peraltro, ricordo che si tratta di una prestazione, sia pure di alto profilo, ma di natura legata ad una ampia riabilitazione vocale, motoria, anche relazionale. Naturalmente con riferimento al piano della cura che viene assegnato alla paziente all’interno di una struttura molto moderna che è l’Osmairm di Laterza, credo, ovviamente c’è stata una divergenza, anche qui di natura sanitaria nella quale, ovviamente, si può fare ben poco; una divergenza sanitaria che poi si è conclusa con una sentenza da parte del giudice monocratico di Taranto credo, di rigetto dell’istanza della ragazza. Ovviamente, io ho invitato le parti a riconsiderare, anche perché non posso disporre io il viaggio all’estero, non c’è una discrezionalità da questo punto di vista. Quindi, ho invitato a riconsiderare le questioni, eventualmente anche valutare se si sia a questo punto determinata una sorta di incompatibilità, perché si è già espresso, del funzionario, eventualmente trovare anche degli organismi terzi che possano riesaminare la vicenda e provare a risolverla, anche perché il costo dell’operazione non è particolarmente elevato. Insomma, è un investimento che, a fronte di vantaggi dichiarati dalla famiglia, particolarmente interessanti, ha un costo intorno ai 70.000 euro. Quindi, non c’è minimamente una questione di bilancio. Certo, c’è, e questo capita spesso, la convinzione che andare all’estero dia dei risultati migliori.
Effettivamente, con riferimento a questo paziente, almeno fino a quando la ASL di Taranto non ha ritenuto che la situazione si fosse stabilizzata a causa dell’età della paziente, quindi la possibilità di miglioramento fosse azzerata a causa ormai della crescita avvenuta da parte della paziente, insomma questi interventi avevano obiettivamente dato dei vantaggi che in Italia non erano stati conseguiti. Naturalmente, il passare del tempo, sostiene l’ASL, la stabilizzazione della paziente, il miglioramento della qualità dell’assistenza, che peraltro potrebbe tranquillamente essere rafforzata nei tempi, cioè, se si ritenesse necessario allungare i tempi della riabilitazione in sede, perché uno degli elementi di contestazione era che negli Stati Uniti il trattamento dura per cinque ore al giorno mentre da noi è organizzato diversamente, si può fare un piano diverso. Questo non è minimamente l’ostacolo. Però, il punto è che la famiglia non ritiene che la struttura locale possa svolgere questo compito.
La soluzione, quindi… Adesso stiamo cercando di far reiterare una nuova domanda da parte della famiglia. La faremo esaminare ad un organismo terzo, al limite anche non legato alla ASL di Taranto, in modo da avere il nuovo giudizio non influenzato da quello che è già avvenuto.
Più di questo non è possibile fare.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente, se vuole, può rispondere alle domande fatte dai ragazzi qui presenti.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Ovviamente, per me è molto importante che voi siate qui. Eventualmente, mi lascerete la vostra mail, della classe. Io non voglio limitarmi a rispondere oggi a questa domanda, e poi la chiudiamo qua. È una classe intera o sono più classi? È una classe. Vorrei mantenere con la vostra classe – due classi – un rapporto, ovviamente, che mi consenta di rispondere man mano anche ad altre domande, man mano che le situazioni evolvono.
Voi mi fate la domanda delle domande, quella che per me è la cosa più importante di questi cinque anni di Governo. Mi state chiedendo: “Presidente, ma vuoi risolvere il problema dell’inquinamento di Taranto, perché qui, a Taranto, i nostri coetanei si ammalano e muoiono?”. Il fatto che voi vi occupiate di questa cosa è comprensibile, perché nessuno capisce fuori da Taranto come si vive in un posto nel quale si presume che il nemico sia l’aria o il nemico sia il cibo o il nemico sia la polvere che sui balconi della vostra città le vostre mamme, i vostri padri, le vostre nonne devono pulire, perché c’è qualcuno che, per produrre acciaio, deve mettere a rischio la vostra salute.
Questa battaglia, ovviamente, la Puglia la sta facendo con tutto il cuore e con tutta l’energia di cui dispone, ma fino ad oggi i Governi che si sono succeduti nel nostro Paese non credono al nostro grido di dolore. Non ci hanno creduto. Credono che noi utilizziamo questo argomento per fare polemiche, perché non riusciamo a occuparci d’altro, quindi pensiamo di parlare di Taranto e dell’inquinamento dell’Ilva in maniera strumentale.
La vostra domanda, assolutamente non concordata, perché sono stato sorpreso dal bigliettino che mi avete mandato... Non è mai successo. Quindi, deve essere una classe abbastanza intraprendente. Questo, ovviamente, significa che la scuola pubblica sta facendo il suo dovere, vi sta insegnando lo spirito critico. Andare a scuola non significa solo imparare delle nozioni o, peggio ancora, solo imparare un mestiere, perché c’è qualcuno che vorrebbe che la scuola fosse un posto dove si impara solo il lavoro o dove si imparano solo delle nozioni. Invece, le vostre insegnanti vi stanno trasmettendo lo spirito critico, che è la base della democrazia. Non servirebbe a nulla un Consiglio come questo, non servirebbero le elezioni, non servirebbe la Costituzione, se gli individui non avessero la libertà e lo spirito critico per utilizzare i mezzi della democrazia per prendere decisioni. Per esempio, mi piacerebbe che queste decisioni su Taranto fossero prese anche con il contributo dei cittadini della città di Taranto. Invece, qui sapete che succede? Che tutti gli italiani che non vivono a Taranto vogliono prendere le decisioni su Taranto normalmente, senza ascoltare noi pugliesi o noi tarantini. E questo evidentemente è un problema davvero serio, sul quale però vi prometto il massimo dell’impegno perché, come voi sapete, stiamo combattendo, assieme al Comune di Taranto, la battaglia contro il decreto di aggiudicazione della fabbrica a un nuovo acquirente, una battaglia che mira a ottenere la cosiddetta decarbonizzazione della fabbrica, perché essa possa funzionare senza più inquinare l’aria. È una battaglia che sto facendo assieme al Sindaco di Taranto, che è un bravo Sindaco, che è un Sindaco che mi auguro mantenga ferma la sua posizione. Voi dovete aiutarlo a mantenere ferma la sua posizione, spiegandogli che è difficile che a Roma pensino o possano pensare bene al destino di Taranto, è necessario che siano i tarantini a decidere del loro destino.
Poi mi avete fatto un’altra domanda, che è connessa, perché qualcuno pensa di potere ottenere il disinquinamento dell’Ilva chiudendola. Io non sono di questa idea perché, se noi chiudiamo la fabbrica, potremmo avere un contraccolpo molto forte sull’occupazione e, peraltro, secondo il mio giudizio e secondo le analisi degli uffici tecnici della Regione Puglia, esiste la modalità tecnica di produrre acciaio senza inquinare, che chiamiamo processo di decarbonizzazione, con l’utilizzo del gas e dei forni elettrici. Su questo punto, per esempio, sarebbe bello se voi mi invitaste nella vostra scuola e io potessi spiegarvi come funziona il processo di decarbonizzazione dell’Ilva. In realtà, quando qualcuno dice che non è possibile fare a meno del carbone, dice una bugia. Anche i grandi dicono bugie. Anzi – faccio una battuta – soprattutto i grandi dicono bugie perché, spesso e volentieri, pur di avere ragione, dicono le cose “a modo vostro”. Siete la cosa più importante che abbiamo, quindi questo bigliettino che mi avete mandato io me lo conservo, anzi penso che avrà un quadretto attaccato nella stanza del Presidente, per ricordare al Presidente e a tutti quelli che parlano con me che la cosa più importante che abbiamo da fare in questi anni si chiama restituire la vita e la salute a Taranto, costi quello che costi. Grazie per la vostra presenza.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente.
L’interrogazione 953 del collega Borraccino dovremmo rinviarla perché l’assessore Pisicchio si è allontanato.
Passiamo all’interrogazione 954, sempre del collega Borraccino: meno ricoveri eccetera. Relatore il Presidente Emiliano.
Prego, collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
I programmi delle Regioni in merito alle REMS dovevano focalizzare attenzione e investimenti per i percorsi di cura e riabilitazione individuali necessari per evitare l’internamento e capaci di andare verso il potenziamento dei servizi sociosanitari territoriali. Si sarebbe dovuta aprire una nuova fase per applicare le nuove norme, nello spirito della legge 180.
Oggi invece abbiamo assistito al quasi automatico trasferimento dei pazienti dagli OPG alle REMS. Chiaramente stiamo parlando di una cosa particolare: parliamo di quelle persone che sono sottoposte a misura cautelare e che molto spesso vengono rinchiuse in posti dove, forse per chi è cattolico (ed io lo sono), neanche Gesù potrebbe riuscire a guardare lo stato in cui stanno alcune persone. Comunque, andiamo avanti.
Le REMS, che sono le residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza – quindi persone che sono ricoverate perché affette da patologie psichiatriche particolari, molto particolari, ma che si sono anche macchiate di reati penali – sono 23 in tutta Italia, di cui due in Puglia, attivate nel 2016: una pubblica a Spinazzola, con 20 posti, con liste d’attesa sino a poche settimane fa di 28 persone che attendevano di essere ricoverate lì e una privata, convenzionata, a Carovigno di 20 posti letto con liste di attesa di dieci persone.
Chiaramente questi dati sono riferiti alla scorsa estate, quando ho presentato questa interrogazione, poi ripresentata, come le altre, all’inizio dell’anno.
Le persone in attesa del ricovero nelle REMS attualmente o vengono sistemate per breve periodo nelle infermerie delle case circondariali oppure sono trasferite fuori Regione spesso in un posto incredibile, che è Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, una mega struttura con una capienza di 205 posti con condizioni di vivibilità non proprio delle migliori.
Il problema delle REMS, che è generalizzato in gran parte d’Italia, bisogna riconoscerlo comunque, non è un problema pugliese, bisogna affrontarlo integralmente, focalizzando l’attenzione sull’applicazione della legge n. 81 del 2014 che ha convertito con modifiche il decreto-legge n. 52 del 2014. Aver legiferato lo spostamento delle misure di sicurezza detentive verso sistemi di sicurezza alternativi alla detenzione, di fatto, obbliga le ASL – dico “obbliga” secondo la legge le ASL – a formare progetti di presa in carico per le dimissioni degli internati, cioè quelle persone che stanno là dentro, che hanno commesso dei reati e che hanno problemi psichiatrici, e prevede inoltre che si specifichi in maniera circostanziata le motivazioni che non rendono possibile la presa in carico dei servizi nelle varie ASL.
Si tratta in primis quindi di favorire l’adozione da parte dei magistrati di sorveglianza delle misure di sicurezza diverse dall’internamento nelle REMS e poi assicurare il rispetto degli obblighi da parte delle Regioni e attuare programmi con i percorsi terapeutico-riabilitativi individuali di ogni persona sottoposta alle stesse misure.
Infine, c’è la possibilità di modificare i progetti sulle REMS diminuendo quanto più possibile i ricoveri dirottando fondi per la riqualificazione dei Dipartimenti di salute mentale.
L’auspicio, in ossequio alla nuova normativa, è che ogni persona sia presa in carico dalle ASL attraverso i progetti terapeutico-riabilitativi individuali predisposti dai Dipartimenti di salute mentale in collaborazione con i servizi per le dipendenze, orientati verso funzioni di cura e non di custodia, quindi la cura e non la custodia, la repressione in queste carceri mascherate da centri psichiatrici.
chiaramente, interrogavo tempo fa il Presidente assessore alla sanità per sapere se si intendono adottare soluzioni previste per esplicitare dalla legge, nello specifico se intende diminuire il numero dei ricoveri nelle REMS e indirizzare pazienti e risorse verso i Dipartimenti di salute mentale di ogni singola ASL.
Mi rendo conto che non è una cosa facile e che non è una cosa che si fa in due giorni o con un semplice atto amministrativo. Ci vuole una strategia, ci vuole una visione d’insieme del progetto, che non può essere demandato al singolo funzionario che fa la determina dirigenziale. Questo lo so molto bene. Però chiedo questo per evitare ai nostri sfortunati conterranei di dover essere internati, spesso, anche in strutture fuori regione, e ce ne sono tantissime a Barcellona Pozzo di Gotto, che è una struttura terribile, dove inevitabilmente diventa più complicato ricevere anche le visite. Quindi, praticamente, isolano ancora di più e distaccano ancora di più dagli affetti questi sfortunati nostri conterranei.
Grazie, Presidente, per la sensibilità che lei, oltre che da Presidente, per il lavoro che ha svolto prima di fare politica, vorrà dare a questo tema.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
C’è una relazione compiuta, che dà il senso dell’intensissima attività che la Regione Puglia ha svolto per dare adempimento alla solita riforma sbrigativa da parte di Governi che hanno liquidato gli Ospedali giudiziari senza trasferire specifiche risorse, ovviamente chiedendo alle Regioni di fare il possibile. Devo dire che, quando io sono diventato Presidente, ho trovato già una discreta impostazione di questa vicenda, tant’è che nei mesi successivi al mio insediamento già fu possibile aprire due REMS e, comunque, fare una serie di attività, che ci hanno consentito in breve di essere tra le Regioni ritenute adempienti, quindi non commissariate in questa vicenda.
È chiaro che il resto della relazione le darà conto di quello che le ASL stanno provando a fare. Noi, ovviamente, abbiamo autorizzato le ASL all’assunzione di una micro équipe che possa, in qualche modo, contribuire alla presa in carico e al monitoraggio dei pazienti psichiatrici. Abbiamo finalizzato una quota della spesa corrente al superamento degli OPG. Quindi, ci sono già i pagamenti delle rette in favore dei soggetti autori di reato che sono ospitati presso strutture riabilitative psichiatriche del territorio. Abbiamo finanziato la formazione del personale, sia dei DSM che delle REMS, delle comunità riabilitative e degli istituti di pena. In più, per la presa in carico sul territorio degli autori di reati di maggiore complessità, abbiamo già approvato il Regolamento regionale del 2014 ed è stata disciplinata una specifica tipologia di comunità riabilitativa psichiatrica dedicata, con dieci posti letto, e requisiti organizzativi rinforzati, arricchendo in tal modo la rete territoriale riabilitativa, con l’obiettivo di una più corretta gestione e misure di sicurezza non detentive anche degli utenti che non accettano facilmente i trattamenti sanitari. Ma queste sono le situazioni più gravi, che eccettuano dal concetto che lei correttamente sta ponendo di facilitare la deistituzionalizzazione di questi pazienti in ossequio ai princìpi generali della legge n. 180, cercando ovviamente di mediare tra l’esigenza della commissione del reato e quelle della cura della malattia mentale in uno stato che non privi dei diritti fondamentali i pazienti in questione.
L’apertura sul territorio delle CRAP dedicate, permettendo alla magistratura di optare tra una più vasta gamma di soluzioni residenziali, sta accelerando i processi di dimissioni dalle REMS, ovviamente non abbastanza, questo è inutile negarlo. Si può anche in questo modo persino evitare del tutto il ricovero delle medesime.
Naturalmente per un utilizzo ottimale di questa rete assistenziale a risposta “graduata” non si può prescindere dalla gestione dell’intero processo di superamento degli OPG da parte delle istituzioni coinvolte, per cui capita spesso che il magistrato, ritenendo la struttura disponibile non adatta al contenimento della pericolosità, ricorra anche a trasferimenti anche fuori zona in funzione di giudizi che, però, ovviamente non sono sindacabili, nel senso che sono legati allo specifico della procedura giudiziaria e alla responsabilità che il giudice assume.
Questi programmi terapeutici riabilitativi individuali, che poi sono il segreto di tutta questa vicenda, anche perché consentono di verificare, con il giudice, con il Ministero della Giustizia e con gli operatori, quei progressi che consentono la deistituzionalizzazione, sono stati approvati con provvedimenti 23 e 24 del 22/12/2015, la Giunta ha approvato le convenzioni anche con la Regione Campania, per l’utilizzo del sistema informativo per il monitoraggio del superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, in modo da avere un panorama più chiaro delle varie opzioni disponibili per i magistrati che devono prendere queste delicate decisioni.
In ultimo, si richiama nella nota che abbiamo fatto un accordo importante con l’Istituto penale di Lecce, nel quale c’è un potenziamento enorme (devo dire che è stata una delle cose più importanti fatta dal direttore generale Melli) che appunto ha consentito l’apertura di una sezione intramuraria per la tutela della salute mentale presso l’Istituto penale di Lecce, con venti posti letto, dedicata a soggetti detenuti con particolari problematiche psichiatriche, come previsto peraltro dall’accordo del 2011.
L’attivazione della sezione, tra le prime in Italia a seguito del citato accordo, riservata ai detenuti in osservazione psichiatrica o con infermità psichiatrica sopravvenuta, nonché ai detenuti condannati a pena diminuita per vizio parziale di mente e che servirà la popolazione carceraria della Puglia, permetterà di evitare in ogni caso l’invio fuori regione di tale tipologia di detenuti.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Prego, collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Mi ritengo soddisfatto e gradirei, se è possibile, attraverso i commessi, ricevere la relazione. Non so se è una risposta scritta all’interrogazione o una relazione. Chiedo se è possibile averla. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Senz’altro. L’interrogazione 955 della collega Laricchia dovremmo rinviarla perché l’assessore è andato via.
Passiamo alla 956 del collega Borraccino “Utilizzo pista aeroportuale Arlotta di Grottaglie”. Relatore il Presidente.
Prego, collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Il Presidente ha detto ai ragazzi che ci ascoltano che la loro domanda era una delle domande più importanti, la domanda da un milione di dollari, sull’inquinamento a Taranto.
Mi permetto di dire che dopo quella vicenda l’oggetto di questa interrogazione – ovviamente non leggerò l’interrogazione perché è risaputa – è stato affrontato decine di volte, se non anche più, nel corso di riunioni, di assemblee, di delibere della Giunta regionale, incontri, mozioni presentate da colleghi consiglieri regionali (più di una per la verità), approvate, delegazioni ricevute dall’assessore alle attività produttive. L’ultimo nell’ordine di tempo, mi riferisco al collega Mazzarano, è l’incontro al quale partecipai anch’io, quell’incontro con le associazioni. Stiamo parlando dell’aeroporto di Grottaglie, di Taranto; stiamo parlando della possibilità dell’utilizzo di quella pista per fare di quell’aeroporto, dell’aeroporto di Grottaglie, un aeroporto da utilizzare anche per l’uso passeggero, per i voli di linea passeggeri.
Ripeto, ci sono state, se non erro, due mozioni votate in Consiglio regionale, c’è stata una delibera da parte della Giunta regionale che istituiva un tavolo tecnico, chiamiamolo così. È scesa in campo anche la Provincia di Taranto, Enti locali, Comuni, il Comune di Grottaglie che, per la verità, si è mosso tanto, e il Presidente Emiliano che sin dalla campagna elettorale, in controtendenza rispetto al suo predecessore, in quest’Aula vengo additato, ma è una cosa che mi fa onore, come il difensore della purezza dell’azione del Governo Vendola, molto spesso questo mi viene rinfacciato, ma per me è una cosa che ripeto mi fa enormemente piacere, su questo tema devo dire, però, che la posizione del Presidente che ha preceduto Emiliano, Presidente Vendola, era differente.
Riconosco anch’io di aver mutato atteggiamento nel corso degli anni. Lo dico perché se non si ha il coraggio di fare queste affermazioni non si può avere credibilità e si mente a se stessi prima di mentire agli altri. Quindi, io ho riconosciuto nel corso degli anni l’errore di una valutazione fatta nel Piano regionale dei trasporti di individuare l’aeroporto di Grottaglie solamente ed esclusivamente come aeroporto industriale.
Penso che quell’aeroporto può essere industriale, può essere cargo, può essere di voli passeggeri, di voli di linea, con quello che si ritrova quell’aeroporto. Chiaramente il Presidente Emiliano ha sempre detto, nei numerosi incontri che si sono avuti anche all’interno dell’aeroporto di Bari, presso il Comune di Taranto e in altre sedi, che il problema importante è trovare chi vuole venire a volare dalla pista, vale a dire i vettori che vogliono volare da Grottaglie.
A tal proposito sono stati destinati 7 milioni di euro, se ricordo bene, per il nuovo bando per gli aeroporti di Grottaglie e per l’aeroporto Gino Lisa di Foggia.
La richiesta dell’interrogazione, Presidente, è: vogliamo dare, al di là delle parole, che a me piacciono, notoriamente non sono tantissime le parole di politica amministrativa degli ultimi anni, che ho condiviso, pur stando in questa maggioranza, di quelle che lei ha proferito, ma su questo tema le sue parole mi piacciono, mi piacciono molto.
Vorrei, però, Presidente, che a queste parole ci fosse un seguito, ci fosse l’attività amministrativa rispetto ad una cosa di cui si parla da anni, oramai, da due anni e mezzo, anche più, da quando lei è Presidente della Regione, che però, purtroppo, al di là della delibera, al di là di tutto... Adesso è stata creata anche una unità di gestione all’interno dell’aeroporto pugliese, che essenzialmente è fatto dalle stesse persone che hanno questa funzione. Mi sia consentito questo, Presidente. Dallo stesso direttore generale, dallo stesso direttore amministrativo, dallo stesso responsabile dell’esercizio dell’aeroporto di Grottaglie. Insomma, dalle stesse persone che sono pagate da noi, dalla Regione, che siamo proprietari al cento per cento della società di gestione aeroportuale, quindi sono pagati dai cittadini italiani per fare questo. Dai cittadini pugliesi, per fare questo.
Chiedo, Presidente, in che tempi lei pensa che ci possa essere l’avvio all’esercizio dell’aeroporto di Grottaglie dei voli passeggeri di linea, in una strategia nazionale che prevede sempre più l’attivazione dei voli, tant’è vero che anche nel 2017 la crescita, seppure con intensità minore rispetto a quella degli anni precedenti, ha visto ancora una volta arrivare ad aumento i passeggeri degli aeroporti pugliesi, sino a fare di Bari e di Brindisi la meta di 7 milioni di passeggeri.
Penso che ci sia lo spazio, anche in previsione di quello che avverrà a Matera 2019, anche rispetto alla questione della ZES tarantina, che prevede il coinvolgimento di Matera, di una parte della Basilicata. Noi abbiamo, da Taranto, la possibilità di avere flussi turistici della Basilicata e di utilizzare passeggeri della Basilicata, oltre che del nord della Calabria. Inoltre, la pista tarantina è una delle pochissime che potrebbe avere anche la possibilità di utilizzo per i voli intercontinentali, cosa che da Roma Fiumicino in giù non esiste.
Al di là delle parole, Presidente, l’unica cosa che non mi convince quando lei, anche con la recente presenza a Taranto, quando abbiamo parlato della legge per Taranto, che lo prevede anche all’interno della legge per Taranto, questo che è uno dei pilastri della legge speciale per Taranto che noi abbiamo fatto e che quasi all’unanimità abbiamo votato in Consiglio regionale, ebbene anche quella serata, nel palazzo della Provincia di Taranto, insieme alla presenza del collega Liviano D’Arcangelo, che è stato il motore di quella legge, l’ideatore e l’ispiratore, insieme al collega Turco e al collega Marco Galante, lei in quell’occasione a qualcuno che a voce alta diceva “Presidente, dobbiamo muoverci” ha continuato a dare una risposta che non mi piace: “Portatemi le compagnie e io faccio attivare i voli”. Presidente, al di là dei buoni uffici che può avere il singolo cittadino che si può interfacciare con il management di Aeroporti di Puglia, il management di Aeroporti di Puglia è pagato per fare questo. Non si può dire sbrigativamente al cittadino che volontariamente si impegna su questi temi di dire: “Portatemi la compagnia ‘x’ o ‘y’ e io la metto in contatto”.
Io penso che bisogna non dico redarguire, perché è un brutto termine, ma sollecitare adeguatamente il management di Aeroporti di Puglia, se c’è davvero una convinzione nel fare questo. Del resto, alla fine, Presidente, quando di questa cosa se ne parla da mesi, da anni, e poi non si danno mai le gambe a questi progetti, alla fine c’è la sfiducia dei cittadini. Quando poi si arriva a un risultato che la sfiducia dei cittadini penalizza chi ha governato, non possiamo lamentarci, perché su questi temi da due anni e mezzo parliamo un linguaggio positivo per chi guarda con attenzione – e penso sia un’intera comunità a guardarvi con attenzione – a questo progetto, però alla fine, nonostante la delibera, nonostante tutto, nonostante – mi permetto di dire – anche le polemiche sterili e un po’ campanilistiche delle popolazioni di qualche altro aeroporto – non voglio fare assolutamente polemica –, quello è un aspetto importante che arricchisce il sistema aeroportuale, il sistema dei trasporti della regione Puglia, garantisce il diritto alla mobilità in una zona dove anche i collegamenti con i treni sono paurosamente scandalosi, e ci sono gravissime responsabilità dei Governi nazionali che si sono succeduti in questi anni, che hanno penalizzato sempre più Taranto e la sua provincia, ma oltre a questo io dico che garantirebbe maggiori crescite di flussi turistici per l’intera regione, non penalizzando (lo dico in ultimo, ma non da ultimo) le attività industriali, le attività cargo, le attività industriali che si stanno mettendo in campo e che vedono alcuni progetti sperimentali. Ma se questi progetti sperimentali devono fare di quell’aeroporto soltanto ed esclusivamente il luogo dove fare la vicenda dei droni, dove fare la pista per andare a testare i droni, io personalmente su questo tema non sono d’accordo.
Penso che si possa e si debba mettere in atto una strategia tale da non escludere l’una con l’altra attività, come avviene in altri aeroporti. E dico, assumendomi le responsabilità di quello che sto per dire, che se questa attività, vale a dire quella dei voli civili, no, scusate, quella dell’attività industriale deve inibire quella dei voli civili, io non la penso così, ma se questo dovesse essere in ultima analisi, io sto, senza mezzi termini, dalla parte della possibilità di attivare i voli civili da quell’aeroporto. Ripeto, così come avviene in tanti altri aeroporti italiani, l’una attività non esclude l’altra. L’attività cargo o l’attività industriale non esclude l’attività dei voli industriali.
Quindi, io chiedo al Presidente Emiliano, che so essere favorevole a questa cosa, lo so per certo… Lo dico a tutte le persone con cui parlo che il Presidente Emiliano su questo tema è d’accordo, la pensa come noi. Però gli difetta, su questo tema, la capacità di riuscire a stringere. E io chiedo al Presidente Emiliano… Non lo chiedo io, Presidente, perché so molto bene che la mia voce è l’ultima di questa maggioranza e non me ne faccio un cruccio, assolutamente. Ma lo chiedo a nome di una provincia intera, lo chiedo a nome di tanti altri consiglieri regionali che prima di me si sono cimentati su questo aspetto e le hanno chiesto la stessa cosa. Lo chiedo soprattutto a nome di un popolo, di una popolazione, di tante associazioni, di una miriade di associazioni che continuano a chiedere l’attivazione dei voli di linea da Grottaglie per incentivare tutto quello che le ho detto e che non sto a ripetere, visto che oramai ho quasi preso tutto il tempo a mia disposizione.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Visto che siamo d’accordo, condivido il suo intervento. Ovviamente, tra il dire e il fare c’è sempre una bella differenza. Visto che, come lei ha chiaramente detto, su quell’aeroporto non si è investito, per scelta politica, per molti anni, adesso la riattivazione del processo che ne consenta l’utilizzo è enormemente complessa, prevede, peraltro, che la stazione aeroportuale sia adottata anche dal punto di vista infrastrutturale di tutte le attrezzature di sicurezza che devono poi servire per il suo utilizzo.
Noi dobbiamo finanziare, come può immaginare, non con fondi pubblici, l’incremento delle dotazioni di sicurezza dell’aeroporto con un’operazione sicuramente complessa, ma che dobbiamo evidentemente individuare…
Non è possibile investire fondi pubblici sugli aeroporti da adibire a voli di linea, come la vicenda Foggia ci insegna, perché mentre in passato questo, se fosse stato fatto, noi avremmo un aereostazione in grado di gestire qualunque tipo di traffico, adesso su quella stazione bisognerà investire e trovare, assieme alla compagnia privata che intende utilizzarla, e riattrezzare la struttura medesima, ovviamente con dei bandi che la delibera prevedeva di stimolo alla individuazione di queste compagnie private o di questi operatori privati che intendono investire sull’aeroporto. C’è il divieto di aiuti di Stato sugli aeroporti. La vicenda ha la sua complessità ed è questa la ragione per la quale le compagnie, soprattutto quelle a maggiore intensità, hanno quasi tutte scelto di dirottare il traffico che per il periodo dei lavori non era possibile poggiare su Bari, anche perché, nel frattempo, sempre per la passata Amministrazione, non me ne assumo il merito, tutti gli investimenti di rafforzamento infrastrutturale sono stati fatti su Bari e su Brindisi. Adesso cambiare l’indirizzo politico, e la ringrazio di avermi dato atto di questo cambio di indirizzo politico e di avere anche, sulla base di questo, cambiato idea, è un’operazione che, dal punto di vista dei tempi, non è assolutamente semplice.
L’individuazione del partner privato con il quale realizzare questa operazione, che peraltro va conciliata con l’utilizzo industriale dell’aeroporto, che pure corrisponde ad impegni ormai consolidati che, ovviamente, io non posso neanche sognarmi di non mantenere, perché sarebbe, dal punto di vista economico, una catastrofe. Ovviamente, devono essere compatibili con l’utilizzo civile dell’aeroporto, cosa che non è semplicissima. L’aeroporto di Grottaglie è un aeroporto a tutti gli effetti. Quindi, gli operatori che, una volta valutate le dotazioni di sicurezza e una volta avuta l’autorizzazione dell’ANAC, intendono utilizzarlo lo possono utilizzare anche domani. Bisogna vedere, però, che tipo di voli, che tipo di velivoli si utilizzano, qual è il traffico necessario. Ovviamente, in quel caso, noi siamo in grado, sia pure con la dovuta programmazione, di apprestare l’handling, cioè tutto ciò che serve alla gestione dei bagagli e all’accoglienza dei passeggeri.
Tutta questa operazione non si può realizzare in poche settimane o mesi, però è un’intenzione dell’Amministrazione. Noi siamo dell’idea che sia stato un errore pregiudicare negli anni l’aeroporto di Grottaglie, perché è un aeroporto messo in un luogo importantissimo, al punto che sarà il luogo della più importante ZES della regione Puglia, secondo il lavoro fatto dall’assessore Mazzarano. Provate a immaginare che combinazione straordinaria sarebbe stata avere nello stesso posto porto, aeroporto, Zona economica speciale in connessione con la Calabria e con la Basilicata, non solo in connessione con la capitale europea della cultura, che, per quanto importante, è una roba che si esaurirà nel 2019, che è praticamente domani.
È evidente che quell’aeroporto non sarà facile utilizzarlo e, anche questo per scelte della passata Amministrazione, il rapporto aeroportuale con Matera non potrà che essere Bari, visto che noi abbiamo finanziato, per decisione della precedente Amministrazione, il raddoppio della Bari-Matera proprio per consentire ai passeggeri che arrivano in treno o in aereo, prendendo la metropolitana di superficie dall’aeroporto, di arrivare alla stazione di Bari e di andare a Matera. Quindi, è tutto orientato su Bari.
Adesso riorientare sulla dorsale jonica l’aeroporto di Grottaglie è nostra ferma intenzione, ma non possiamo neanche illudere le persone di riuscirci in tempi brevi e senza avere come partner gli operatori locali. Rispetto al passato, quando invece era possibile investire i fondi europei direttamente sull’aereostazioni, senza rischio dell’infrazione per aiuti di Stato, oggi questa possibilità non c’è, al punto che, per consentire l’utilizzo di fondi già stanziati, appaltati e aggiudicati dell’aeroporto di Foggia, siamo stati costretti, per evitare l’eccezione degli aiuti di Stato, a dare all’aeroporto di Foggia e a quell’investimento totalmente pubblico – anche lì non abbiamo trovato partner privati che ci dessero una mano – a dare la motivazione per salvare questo investimento della dedicazione completa dell’aeroporto di Foggia, che era comunque una scelta assolutamente razionale, come base operativa della Protezione civile della Regione Puglia.
Ora, salvo fare una cosa simile, che però non è compatibile con l’adibizione a voli di linea, salvo fare una cosa del genere, facendo uno sforzo economico pur plausibile, dovremmo trovare un’altra funzione specifica regionale da espletare nell’aeroporto di Grottaglie per potere realizzare tutti questi investimenti con i fondi pubblici, dei quali pure in qualche maniera si dispone. È aperta la discussione.
La strada maestra è, però, trovare un grande vettore che, come è accaduto in altri aeroporti italiani, dimostri di avere interesse a Grottaglie, per le ragioni che noi abbiamo illustrato, e decida di investire sull’aerostazione, conciliando quell’utilizzo con l’utilizzo industriale dell’aeroporto, che non è più ritrattabile, perché peraltro, ove dovesse qualcuno pensare di demolire la struttura industriale che è sorta all’interno di quell’aeroporto, bisognerebbe poi fare i conti con le chiusure aziendali, cosa che evidentemente non sono neanche immaginabili. Peraltro, il distretto dell’aerospazio che è nato lì intorno, che non rende affatto incompatibili i voli… Qui c’era la storia che le sperimentazioni dei droni avrebbero reso inutilizzabile l’aeroporto. Non è affatto così. I droni sono compatibili con i voli civili, tant’è che vengono normalmente utilizzati nella vita quotidiana. Non sono tutti droni da combattimento. Ci sono anche droni di utilizzo civile, che ovviamente con determinate cautele e sotto il controllo delle torri di controllo, possono tranquillamente volare in qualunque posto e anche da Grottaglie.
È vero che la frase che io ripeto qualche volta è un po’ antipatica, anche se è semplificatoria, comunque io non ho mai detto: “Portatemi qualcuno…”. Sto facendo l’inferno per trovare un partner, ci sto provando con Turkish Airlines, ci sto provando con altri soggetti. Se, per esempio, i voli dalla Russia i russi volessero farli lì. Certo, dobbiamo poi trovare un gemellaggio anche con San Cataldo e Mosca, che è un po’ più complicato che quello tra Bari e Mosca, che ovviamente ha una predilezione particolare per i russi, però insomma bisogna darsi da fare, e in questo tutti abbiamo la possibilità di avere l’idea che consenta… Per esempio, col Sindaco di Taranto stiamo pensando a un collegamento tra il traffico crocieristico e quello turistico, che quindi si sganci e rompa il carico tra aereo e nave proprio a Grottaglie. Però tutte queste cose prevedono un forte impegno da parte dei privati, che noi possiamo sostenere anche con bandi specifici di milioni di euro per incentivare il loro interesse. E quello è il compito della delibera che abbiamo adottato.
Dopodiché, in tutta sincerità Aeroporti di Puglia si sta sforzando di tenere insieme queste cose, non nascondendo (parliamoci chiaro) che la cultura interna ad Aeroporti di Puglia è quella dell’indirizzo politico precedente. Cioè Aeroporti di Puglia è stata allevata per dieci anni dalla precedente Amministrazione per dire che a Grottaglie non si doveva volare civilmente. Adesso per me è molto complicato andare da ciascuno dei manager di quell’azienda che ripetono come un mantra “ma quell’aeroporto deve fare un’altra funzione”. Lo ripetono come un mantra. Quindi stiamo lottando controcorrente rispetto ad una cultura e, devo dire, a un piano di utilizzo…
Insomma, mi è capitato di fare una chiacchierata con il precedente manager Di Paola, che ovviamente ogni volta che io dico “ma si può volare, si possono fare i voli?”, quello è un manager che è stato lì dieci anni, mi dicono “guarda, Michele, è una stupidaggine incentivare i voli”. Io invece insisto col dire che, secondo me, quell’aeroporto può essere utilizzato anche per i voli civili, per un semplice ragionamento: che tutte queste strutture, porti, aeroporti, stazioni, più funzioni hanno, tra cargo, industriale, passeggeri, meno costano perché ammortizzano il costo sulla stessa struttura.
Spero, visto che non sono proprio un esperto di queste materie, di riuscire a convincere il nuovo Presidente, il nuovo Consiglio di amministrazione, che devo dire da questo punto di vista mi sembra un po’ più aperto al discorso, fermo restando che per continuità aziendale molte delle mie forzature qualche volta vengono respinte al mittente, per le ragioni che si possono facilmente…. E quindi lei l’ha capita, questa cosa, che ogni tanto vado a sbattere sul vetro, ma in politica può succedere anche di dover attendere molto tempo prima che le proprie idee si affermino. A me succede sistematicamente, devo dire, di dire le cose che sembrano il contrario dell’evidenza. Poi con calma, e per mia fortuna qualche volta, quelle che sembravano assurdità diventano delle cose che si realizzano. Speriamo che capiti anche a Grottaglie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente. Interrogazione n. 957, sempre del collega Borraccino “Mancata corresponsione degli stipendi ai dipendenti della struttura presidio di riabilitazione Padre Pio di Capurso”.
Relatore il Presidente Emiliano. La rinviamo? Questa viene rinviata.
Facciamo l’ultima, la n. 959, sempre del collega Borraccino “Revisione rete reumatologica regionale in provincia di Taranto”. Relatore il Presidente.
Prego, collega Borraccino. È l’ultima. Ho già chiamato l’ultima.
Speaker : BORRACCINO.
Anche questa è stata presentata molto tempo fa, poi ripresentata recentemente.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito le malattie reumatiche come prima causa di dolore ad elevato potenziale di invalidità permanente, coinvolgendo tutte le fasce di età, essendo malattie autoimmuni, sistemiche e degenerative a carattere infiammatorio, cronico evolutivo che colpiscono tutte le articolazioni ed organi di vari distretti anatomici e che determinano un aumento della mortalità e morbilità cardiovascolare.
Premesso che l’articolo 32 della nostra Costituzione afferma che la Repubblica italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, reputando tale diritto inviolabile e pertanto garantendo ad ogni cittadino pari opportunità di accesso ai servizi e la stessa qualità delle prestazioni sanitarie indipendentemente dal luogo di residenza o dalle condizioni socioeconomiche. Il tema della residenza è molto importante perché è centrale su questa interrogazione.
Premesso che un’indagine nel Senato della Repubblica ha riconosciuto la grave carenza e la disomogenea distribuzione dei centri di eccellenza di reumatologia con deficienza delle strutture reumatologiche sul territorio nazionale; considerato che tale situazione aumenta l’intasamento delle liste di attesa dei centri di riferimento per le malattie reumatologiche e incrementa il fenomeno della migrazione dei pazienti verso strutture extra territoriali…
Presidente, ritorniamo, ad esempio, sulla questione della mobilità passiva extraregionale, dove noi spendiamo 330 milioni di euro all’anno. Questo è uno dei fattori ad alto rischio per i bilanci della nostra Regione, cui consegue l’aumento dei costi sociali sia per i pazienti che per il Servizio sanitario nazionale per mobilità passiva, con una perdita di oltre 22 milioni di giornate lavorative.
Considerato che i ritardi cronici nell’erogazione delle prestazioni specialistiche, sia diagnostiche che assistenziali, provocano, oltre che un esborso notevole di fondi, anche un pericoloso ritardo nella valutazione e cura del paziente, con aumento della precoce invalidità.
Considerato che per la gestione dei servizi di prevenzione e cura delle malattie reumatologiche, già carenti, si è reso necessario realizzare una rete di centri di assistenza reumatologica, distribuiti su tutto il territorio regionale, sul modello hub and spoke e che per Taranto e provincia sono stati individuati due centri hub and spoke conformi alle indicazioni della delibera di Giunta regionale n. 225 del 3 marzo 2009, che include i requisiti strumentali, tecnologici ed organizzativi e individua lo specialista reumatologo e pediatrico per la prescrizione dei farmaci biologici, secondo quanto previsto dalle delibere in materia.
Questa è una cosa molto particolare, Presidente, perché la prescrizione dei farmaci biologici, per l’alto costo che hanno i farmaci biologici... Dobbiamo tenere molto viva l’attenzione su questo tema, perché parliamo di farmaci che costano cadauno migliaia di euro la dose.
Considerato che, purtroppo, nella provincia di Taranto, nonostante i circa 8.000 potenziali pazienti stimati, sono presenti molteplici criticità al riguardo, in quanto dei due centri hub a regime a Taranto solo uno è realmente operante per tre giorni la settimana a Martina Franca e per due giorni a Taranto. Il secondo hub, cioè il centro di eccellenza, non è stato ancora deliberato perché non c’è un reumatologo riconosciuto. Questo è davvero bizzarro.
Inoltre, non è previsto il day hospital nonostante i sei posti assegnati a Taranto per la reumatologia, mai messi in attivo per mancanza dei requisiti previsti nella delibera n. 255 dell’ottobre 2015. Cioè, sono previsti sei posti di day hospital, ma non sono stati ancora attivati.
Considerato che l’associazione reumatici italiani Arianna più volte ha segnalato tali problematiche presenti sul territorio regionale, senza mai ricevere risposta;
preso atto della situazione difficoltosa e delle carenze che il sistema sanitario regionale dimostra al riguardo;
interroga l’assessore alla sanità, nonché Presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano, per sapere quali misure intende mettere in atto per dare tempestiva e adeguata risposta ai malati reumatologi e al personale sanitario che opera nel settore, affinché ci sia un’efficace rete organizzativa capace di venire incontro ai pazienti nel percorso già sofferente a cui la malattia reumatologica costringe, per ridurre la mobilità passiva – a questo bisogna stare molto attenti – e i costi ad essa connessi e per fare chiarezza circa l’applicazione della delibera n. 691 e nel rispetto dei diritti di migliaia di pazienti del nostro territorio.
Praticamente l’oggetto dell’interrogazione, Presidente Longo, lei che ha la pazienza e la bontà, oltre a qualche altro assessore, di seguirmi, è nella richiesta dell’attivazione del secondo centro hub, perché a Taranto sono stati individuati due centri hub, uno attivo per alcuni giorni a Martina e per altri giorni a Taranto, e un secondo hub che non si attiva per la mancanza del medico reumatologo. Quindi, si chiede questo. E si chiede anche di attivare realmente i sei posti di day hospital, che sono stati, alla fine del 2015, attivati sulla carta, perché effettivamente, se una persona volesse andare a fare un day hospital in reumatologia presso l’ospedale di Taranto, purtroppo non potrebbe farlo, perché sono previsti sulla carta, ma non sono attivati.
Dico questo, e chiudo davvero in una giornata abbastanza intensa per le interrogazioni, che mi ha visto protagonista, e chiedo scusa, ma non è che le ho presentate in dieci giorni, non avendo nulla da fare ho presentato queste interrogazione. Queste interrogazioni sono il frutto di un lavoro dei mesi del 2016 che, lo ripeto per l’ennesima volta per non essere un soggetto da cabaret nei prossimi giorni, ho ripresentato e sto ripresentando perché purtroppo non si sono discussi l’anno scorso, e siccome non hanno avuto risposta, ma i problemi restano ancora tali, ho ritenuto necessario di doverli ripresentare, così come chiesto dal Presidente Loizzo nella riunione che abbiamo avuto alla fine del 2017 o all’inizio del 2018, quando ha chiesto di ripresentare le interrogazioni che non avessero avuto una risposta. Siccome queste non l’hanno avuta e parliamo di un tema molto particolare come le malattie reumatologiche, io chiedo al Presidente Emiliano, compatibilmente con le difficoltà, che conosco, che si hanno nel reperire il personale medico… Un problema che dipende pochissimo dalle Regioni e dipende molto dal Ministero della Sanità, che ha chiuso le scuole di specializzazione, che ha indotto con i numeri chiusi la difficoltà ad avere medici, ed è un problema non soltanto sui medici reumatologi ma è un problema generale, se è vero come è vero che entro cinque anni andranno in pensione 45 medici e noi rischiamo, fra 4-5 anni sul territorio di non avere neanche il medico di base, che è la prima frontiera a cui un cittadino si rivolge. Ma non voglio splafonare, non voglio andare oltre l’interrogazione.
Come dicevo, chiedo una maggiore attenzione su questo tema per poter attivare i sei posti letto di day hospital a Taranto per i malati reumatologici e per poter attivare, come da delibera, il secondo centro hub che è solo sulla carta e non è stato mai attivato. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Presidente.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Ovviamente la questione relativa ai parametri che il Piano di riordino deve rispettare per la specializzazione legata alle questioni della rete reumatologica derivano ovviamente da un’evoluzione della società e da una evoluzione epidemiologica connessa al fatto che queste malattie diventano sempre più rare. Un tempo erano legate alle condizioni generali di sanità delle abitazioni, dei luoghi, e adesso man mano queste malattie, dal punto di vista dei numeri, sono fortemente ridotte e quindi i parametri sono risicatissimi, quelli previsti dal DM 70.
All’interno di quei parametri, residua devo dire un forte interesse per la reumatologia pediatrica, che ha una sua particolare importanza e sulla quale stiamo provando ad incrementare. Dopodiché, ovviamente una struttura come quella del passato, con riferimento a questo tipo di malattie, senza violare il DM 70 è difficile, o direi impossibile, perché non abbiamo elementi epidemiologici che ci consentano di contestare i parametri del DM 70.
Resta il fatto che la discussione su eventuali aggiustamenti dentro la logica, però, del Piano di riordino sono sempre possibili.
Io parto dal presupposto che sia sempre possibile che delle cose si possano fare meglio di quanto non accada. Non so nello specifico, per esempio, quanti siano i bandi nelle ASL pugliesi per l’assunzione di reumatologi. Mi pare che siamo abbastanza scarsi, perché la previsione è che questi reparti perdano la centralità che avevano un tempo, perché un tempo queste malattie erano devastanti, diffusissime, legate alla povertà essenzialmente, a tutte le infezioni coronariche, le infezioni cardiache. Io non sono un medico, però sto studiando. Proprio di recente io stesso, onestamente, che non avevo cognizione di questo cambiamento epocale nella vita della società italiana, ho chiesto: “Come mai c’è questo crollo delle malattie reumatiche? Da che cosa dipende?”. Pensavo fosse una questione genetica e invece mi hanno spiegato che è proprio una questione legata alla maggiore igiene di vita, la maggiore salubrità delle case, dei quartieri. Questo, ovviamente, ha questa conseguenza, che è positiva. Non è che uno i medici se li deve inventare per le malattie che non esistono, però è evidente che se ci sono delle disfunzioni per quel che residua di questo genere di situazioni io sono pronto a riesaminare ogni atto dell’Amministrazione che consenta questo riesame, fermo restando, ovviamente, che i parametri tecnici si possono facilmente contestare quando sono sbagliati. Se, viceversa, sono corretti è un po’ più complicato per l’indirizzo politico dire al tecnico di fare delle modifiche anche se dobbiamo gestire i medici che abbiamo facendoli lavorare secondo le loro caratteristiche, anche laddove si possono immaginare utilizzi di questi professionisti nei contesti nei quali possono essere utilizzati o riutilizzati.
Questo è comunque pesante dal punto di vista della propria professionalità, però non trovo altra alternativa che affrontare le singole situazioni trovando la migliore delle soluzioni possibili.
Invertire i dati epidemiologici non è possibile, invertire il trend non è possibile. Possiamo solo cercare di adeguarci a questo progressivo cambiamento creando meno problemi possibili a chi comunque ha sempre fatto il proprio dovere e quindi colgo l’occasione comunque per ringraziare tutti per l’impegno che sempre mettono nelle giornate quotidiane di lavoro.
Speaker : PRESIDENTE.
Prima di chiudere, un ringraziamento ai ragazzi e alle maestre dell’istituto Leonardo da Vinci per essere stati qui presenti con noi.
Si chiude la seduta, così come concordato nella riunione dei Capigruppo.
Grazie. A martedì.