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C.r. Puglia 22.05.18
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Ha chiesto congedo l’assessore Piemontese.
Il Consiglio dei ministri, in data 11 maggio, ha deliberato la non impugnativa per le seguenti leggi regionali: la n. 6, la n. 7, la n. 19 e la n. 9.
Il Consiglio dei ministri, in data 16 maggio, ha deliberato la non impugnativa della legge regionale n. 8.
Assegnazioni alle Commissioni.
Commissione I, riconoscimento debiti fuori bilancio.
Commissione II, Proposta di legge a firma dei consiglieri Bozzetti, Galante, Barone ed altri: Norme per l’accesso alle spiagge degli animali da affezione.
Commissione III, Proposta di legge a firma del consigliere Abaterusso: “Modifiche della legge regionale n. 43”.
Commissione IV. Proposta di legge a firma di Damascelli, Gatta, Perrino ed altri: “Disposizioni in materia di agricoltura di precisione”. Disegno di legge n. 70 “Disciplina della pesca e dell’itticoltura”. Disegno di legge n. 81 “Modifica alla legge regionale n. 9”.
V Commissione. Richiesta parere determina del Commissario Straordinario, bilancio di previsione.
VI Commissione. Disegno di legge “Norme in materia di politica regionale”.
IV Commissione in sede referente e III e V in sede di parere. Proposta di legge a firma del consigliere Damascelli “Disposizioni in materia di smaltimento delle carcasse proveniente da allevamenti zootecnici”.
V Commissione e VII Commissione. Proposta di legge a firma D’Arcangelo, Borraccino: “Modifiche al testo dell’articolo 11 della legge regionale n. 9”.
Interrogazioni e mozioni presentate.
Galante: “Emanazione regolamento interno dirigenza delle professioni sanitarie”. Bozzetti: “Riattivazione del servizio svolto dal Centro di prima accoglienza fauna selvatica di Brindisi”. Bozzetti: “Chiarimenti sulla possibile apertura della discarica sita nel comune di Brindisi”. Barone: “Realizzazione di un parco urbano nel Comune di Foggia”. Barone e Bozzetti: “Misura ‘lavoro minimo di cittadinanza’”. Conca: “Unità farmaci antineoplastici”. Conca: “Direzione Distretto sanitaria di Ginosa”. Barone: “Riorganizzazione della segnaletica turistica della Regione Puglia”. Trevisi e Casili: “Progetto di riutilizzo dei reflui”. Congedo: “Convenzione per utilizzo impianto di raccolta di Poggio Imperiale”. Gatta: “Stato di calamità naturale nel territorio di Cerignola”.
Mozione Abaterusso: “Mantenimento e potenziamento del punto di primo intervento di Nardò”. Turco: “Accordo di programma riconoscimento invalidità pazienti oncologici”. Zullo: “Mantenimento e ampliamento dei livelli occupazionali presso il Centro di Controllo d’Area di Brindisi”. Cera, Blasi, Liviano D’Arcangelo ed altri: “Conferimento rifiuti dalla regione Lazio in diversi siti della Puglia”. Borraccino: “Promuovere il mantenimento e l’ampliamento dei livelli occupazionali e salariali del Centro di Controllo di Brindisi”.
Ordine del giorno. Come sanno i consiglieri, i primi quattro punti richiedono la maggioranza di ventisei, che al momento io non vedo. Per questa ragione, propongo di cominciare dal punto n. 5): “Deliberazione di Giunta regionale Piano degli indicatori di bilancio. Adozione”.
La parola al Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Signor Presidente e colleghi, siamo chiamati in questa Assemblea a esaminare e a prendere atto della deliberazione della Giunta regionale n. 56 del 25/01/2018, recante ad oggetto “Piano degli indicatori di bilancio, ai sensi dell’articolo 18-bis del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”.
Con deliberazione della Giunta regionale, è stato adottato il Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio e sulla base della normativa che ho appena citato.
La I Commissione ha esaminato la deliberazione della Giunta regionale e, dopo un ampio confronto – ma questa è clausola di stile, in realtà non intervenne nessuno –, ha espresso parere favorevole a maggioranza dei voti dei commissari presenti.
In virtù di questo, sottopongo all’approvazione del Consiglio regionale la delibera all’esame di questa Assemblea.
Grazie.
Speaker : LARICCHIA.
Scusi, Presidente, con tutta la buona volontà, ma ho capito bene? Siamo passati al punto n. 5) perché non c’è la maggioranza per cui…
Speaker : PRESIDENTE.
No perché non c’è la maggioranza, prima di poter verificare…
Speaker : LARICCHIA.
…non possiamo affrontare i primi quattro punti?
Speaker : PRESIDENTE.
Siccome ci vogliono i ventisei, se dovessi votare e per caso non ci sono, non è tanto il provvedimento, ma poi si rischia di sciogliere di nuovo il Consiglio, numero legale…
Speaker : LARICCHIA.
Ma questa è responsabilità…
Speaker : PRESIDENTE.
…per cui stiamo verificando e chiamando tutti.
Speaker : LARICCHIA.
Ma questa è responsabilità della presenza o meno dei consiglieri soprattutto di maggioranza.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay. Adesso stiamo verificando, dopodiché procediamo.
Speaker : LARICCHIA.
Io credo che, se ci debba essere un’inversione dei punti all’ordine del giorno, vada quantomeno fatta a norma di Regolamento. Immagino serva un voto sull’ordine dei lavori. Non credo si possa procedere così, che, ripeto, con tutta la buona volontà, perché sa che riusciamo spesso a capirvi, però ci sembra un po’ difficile davvero riuscire a capire come si può procedere in questo modo. Cerchiamo di riportare – le chiedo, Presidente – un po’ a norma di Regolamento quello che ha cercato di fare prima.
Speaker : PRESIDENTE.
Io capisco tutto. Era soltanto una prassi consolidata. Al fine della funzionalità del Consiglio e al fine di espletare tutti i punti, facendo prevalere anche il buon senso, in attesa che si stavano presentando in Aula tutti i consiglieri che sapevo essere nei vari uffici, ho detto per non stare fermi ancora ad attendere “cominciamo a risolvere qualche problema”. Questa era un’idea di buon senso. Adesso, appena ho visto che sono quasi tutti rientrati, cominciamo dal punto primo.
Era solo un tentativo per evitare di perdere altro tempo. Anziché attendere passivamente che arrivassero tutti in Aula, ho detto “cominciamo a risolvere qualcosa”. Peraltro, il punto n. 5) era solo una presa d’atto dove bisognava alzare la mano, oltre che fare una discussione se è necessaria. Solo per questo buon senso. Non volevo creare scorciatoie o nascondere eventuali difficoltà. Era solo un’idea di buon senso.
Dopodiché, votiamo su questo punto, che è un punto semplice, e passiamo adesso al punto n. 1).
Se non ci sono interventi di merito, io propongo che si passi al voto.
Votiamo la deliberazione di cui al punto n. 5).
Abbiamo votato tutti? Mi pare di sì.
Presenti 38, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 10.
È approvato.
Adesso riprendiamo l’ordine del giorno.
Punto n. 1): “Variazione di bilancio di previsione”.
La parola al Presidente Amati.
Speaker : AMATI, relatore.
Presidente, se lei è d’accordo e i colleghi pure, ovviamente, io unificherei la relazione su entrambe le variazioni di bilancio, rispettivamente iscritte al punto n. 1) e n. 2) dell’ordine del giorno.
Va bene così?
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, va bene.
Speaker : AMATI, relatore.
Signor Presidente, colleghi, l’Assemblea è chiamata ad esaminare il disegno di legge sulle variazioni di bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2018 e pluriennale 2018-2020 approvato con legge regionale n. 68/2017, con cui sono state introdotte rimodulazioni e modifiche negli stanziamenti, sia di entrata che di spesa, in relazione alle intervenute modifiche normative da necessità finanziarie stringenti e non derogabili connesse a prioritarie esigenze di spesa.
È stato iscritto in parte entrata un maggiore stanziamento a titolo di trasferimento statale per il finanziamento del Fondo nazionale trasporti per un importo pari ad euro 26.516.234, tanto in relazione alla revisione dei criteri di riparto del Fondo nazionale trasporti operata con l’articolo 27 del decreto legge n. 50/2017.
Io stavo agevolando.
Ciò ha consentito la riduzione del concorso delle risorse del bilancio autonomo destinate al finanziamento del trasporto pubblico locale, per un importo di euro 20.025.030. Detta disponibilità è destinata ad integrare il finanziamento dell’assegno di cura per pazienti gravissimi non autosufficienti. A seguito di detta integrazione sarà possibile ampliare considerevolmente la platea dei richiedenti l’assegno di cura che saranno risultati ammissibili sulla base della condizione di gravissima non autosufficienza e che sarebbero esclusi dal contributo per carenza di risorse.
Fanno parte integrante del disegno di legge appositi tabulati dove sono esposte analiticamente le variazioni introdotte. In particolare, la tabella delle variazioni di competenza evidenzia le modifiche introdotte sulle varie missioni, programmi e titoli di spesa che titoli “tipologia e categoria di entrate”. Questo è quanto alla prima variazione di bilancio è scritto al punto n. 1 dell’ordine del giorno.
Con riferimento, invece, alla seconda variazione di bilancio, essa ha avuto la possibilità di ottenere coperture attraverso minori necessità di finanziamento del bilancio autonomo al trasporto pubblico locale regionale, a seguito di maggiori entrate a valere dal Fondo nazionale trasporti e introitate al bilancio regionale con precedente legge di variazione.
Al fine di un’analitica esposizione delle variazioni introdotte con il presente disegno di legge, di cui per semplificazione vi cito il titolo, “Contributo regionale straordinario per la gestione corrente dei Consorzi di bonifica commissariati”, è stato predisposto apposito tabulato, parte integrante del disegno di legge stesso. In particolare, la tabella delle variazioni di competenza evidenzia le modifiche introdotte sulle varie missioni, programmi e titoli di spesa.
La I Commissione, sia per il primo che per il secondo, ha effettuato il suo esame, ha discusso, si è confrontata e ha espresso parere favorevole a maggioranza dei commissari presenti.
Prima di sottoporre le due variazioni di bilancio all’attenzione dell’Assemblea, e questo a titolo personale e non con riferimento all’intervento in quanto relatore, rivolgendomi all’assessore all’agricoltura, faccio rilevare che, relativamente al disegno di legge che finanzia i Consorzi di bonifica, allo stato, sulla base del cronoprogramma inserito nella legge di riforma dei Consorzi di bonifica, risultiamo – e questo lo dico anche per via dell’imminente scadenza del 31/12/2018 – e osserviamo la necessità di dare un’accelerata al rispetto della tempistica. A titolo personale le dico – e non ovviamente per una ritorsione – che, siccome l’impianto della riforma è tutto attagliato su quella tempistica, qualora in futuro dovessimo avere la necessità di ulteriori finanziamenti in favore dei Consorzi di bonifica, a fronte di quegli inadempimenti diventerebbe abbastanza complicato cogliere il senso proficuo di ulteriori interventi finanziari. Per questo motivo, quindi, la invito, come lei è solito fare, a dare agli uffici, al Consorzio commissariato, ai Consorzi non commissariati, perché anche per loro vi è un adempimento inserito nella legge di riforma, e ad Acquedotto pugliese una sollecitazione affinché, qualora nei prossimi mesi dovesse riemergere una necessità di ulteriori finanziamenti, e anche affinché si possa fare la valutazione più appropriata entro il 31.12.2018, questo Consiglio regionale sia nelle condizioni di completezza per poter esprimere un giudizio.
Ritornando adesso nella qualità di relatore, invito l’Assemblea ad esaminare e a sottoporre ad esame i due disegni di legge.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Zullo.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente. Colleghi, ovviamente io parlo per il disegno di legge che è in discussione, cioè il primo, e parlo per annunciare il parere favorevole e il voto favorevole del nostro Gruppo, per una semplice questione, perché riguarda una necessità delle persone non autosufficienti in condizioni gravissime. Io voglio vorrei l’attenzione dell’assessore Ruggeri. Vorrei l’assessore l’attenzione dell’assessore Ruggeri per dire questo, caro assessore: io penso che su tutto il territorio regionale bisognerebbe omogeneizzare i criteri di valutazione della condizione di non autosufficienti in condizioni gravissime, perché quello che rileviamo noi sul territorio, che da alcune parti si valuta in modo, da altre parti si valuta in un altro modo, da altre parti si valuta in altri modi ancora, e devo dire anche che la condizione di non autosufficienza e di gravissima condizione non può essere fatta da uno specialista, deve essere fatta da un’unità di valutazione multidisciplinare, perché si tratta di soggetti fragili che hanno in sé una condizione di non autosufficienza che deriva da una complessità di fattori, che non sono solo di tipo medico,0 sono anche di tipo sociale, sono anche di tipo psicologico e che attengono a una serie di situazioni che vanno valutate nella globalità, perché sono persone che devono essere prese in carico nella loro globalità anche in fase valutativa. È proprio questo che crea la disomogeneità di valutazione, perché da una parte li valuta uno specialista, un fisiatra, da un’altra parte un neurologo, senza nessuna guida di uniformità e di omogeneità di condizioni e di criteri per mettere tutti sullo stesso piano.
Con questa raccomandazione, caro assessore, noi voteremo favorevolmente questa delibera, perché è un fatto giusto. Peraltro, potendolo fare senza creare danni al sistema dei trasporti, noi quantomeno voteremo favorevolmente.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Arriva, anche se con grande ritardo, il fondo necessario a colmare quella grave lacuna relativa al finanziamento degli assegni di cura. Ciò denota palesemente una scarsa capacità di programmazione, perché non si doveva arrivare ad una variazione di bilancio, ma un Governo avrebbe dovuto già prevedere tali somme all’interno del proprio bilancio. Si dice “meglio tardi che mai”. Comunque, finalmente sono arrivati. Quindi, personalmente, condivido questa possibilità di recupero, almeno in zona cesarini.
Quanto, invece, alla variazione relativa ai Consorzi di bonifica, di cui abbiamo nei giorni scorsi ampiamente discusso in seno alla IV Commissione consiliare, e ringrazio il Presidente Pentassuglia perché è sempre pronto a ricevere i nostri suggerimenti, le nostre richieste, così come l’assessore per essere stato comunque presente e disponibile al confronto all’interno della Commissione, anche su questo argomento, io voterò a favore per stanziare i 4 milioni di euro necessari all’avvio della stagione irrigua, indispensabili all’avvio della stagione irrigua, considerato che non vi è ancora – e siamo ormai già in piena stagione – un’attività seria di programmazione. Anche questo, caro assessore, è incredibilmente assurdo.
Addirittura, i Consorzi hanno fatto assunzioni a tempo determinato, per pochi giorni, forse neanche per un mese. Sono stati assunti a maggio e queste assunzioni scadono a giugno, pur sapendo che la stagione irrigua è lunga, impedendo così, quindi, agli agricoltori di ricevere un servizio efficace, mettendo a rischio le produzioni agricole pugliesi e, naturalmente, cagionando grave danno all’economia della nostra regione. Anche in questo caso, purtroppo, si arriva con grande ritardo. Anche qui, meglio tardi che mai.
Con responsabilità voterò a favore, però anche questo doveva essere programmato al tempo giusto. Questo significa amministrare e gestire, secondo me, una Regione e una Istituzione.
Sulla vicenda del Consorzio di bonifica noi chiediamo chiarezza. Votando, Presidente, a favore dall’opposizione io personalmente chiedo chiarezza. Io e i miei colleghi non la pensiamo tutti alla stessa maniera, però noi chiediamo chiarezza, perché abbiamo già votato in passato altri provvedimenti e poi abbiamo riscontrato che sono stati utilizzati per la falcidia della massa debitoria. Allora, l’Amministrazione regionale, il Governo, la Giunta si occupi, nella programmazione del suo bilancio e della sua legge di stabilità, già di prevedere le somme necessarie alla falcidia della massa debitoria, che non devono venire ogni volta in Consiglio regionale. Noi vogliamo votare per consentire ai Consorzi di essere operativi.
Sulla questione del Tributo 630 una volta per tutte è giusto fare chiarezza. Io personalmente sono contrario e, come dicevo in Commissione, ho dimostrato con documenti fotografici e video che quelle opere di manutenzione non sono mai state effettuate. Nella lettera che gli agricoltori, e non soltanto… È notizia che anche proprietari di piccoli appartamenti stanno ricevendo cartelle dal Consorzio di bonifica, in quelle cartelle il Commissario straordinario scrive che è dovuto il Tributo 630 per le opere di manutenzione del territorio e per le opere di bonifica. Io ho personalmente constatato, qualche giorno fa sono stato sulla Murgia barese, a Santeramo, e nei prossimi giorni girerò altri territori, ho personalmente constatato e documentato che quelle opere di manutenzione non vengono fatte, che i canali sono tutti ostruiti da arbusti, che gli invasi sono abbandonati e che non vi è alcuna opera né ordinaria né straordinaria di manutenzione del territorio, così come non sono svolte opere di bonifica. E, allora, per legge quel tributo non è dovuto, perché gli agricoltori non ricevono nessun beneficio, non ne traggono alcun beneficio.
Tra l’altro, nella comunicazione che si sta inviando viene chiesto il Tributo 630 per l’anno 2015. Quindi chiedo: nel 2015 sono stati fatti i lavori di manutenzione del territorio? No. E, allora, non è dovuto il tributo, con molta semplicità. Non si può chiedere oggi un tributo per gli anni precedenti per opere che non sono state mai effettuate. Inizino i Consorzi a svolgere le opere di manutenzione in modo serio da subito e poi vedremo se quel tributo è dovuto o meno per l’anno in corso. Questo giusto per fare chiarezza. Non condividiamo le politiche di gestione dei Consorzi di bonifica, ma voteremo a favore per consentire l’avvio della stagione irrigua, assicurare agli agricoltori di poter ricevere l’acqua e anche consentire ai dipendenti di poter beneficiare di quanto stabilito dalla legge sui Consorzi di bonifica, le famose 151 giornate.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare, quindi procediamo.
Laricchia?
Speaker : LARICCHIA.
In realtà volevo fare la dichiarazione di voto. Non so se è già passata quella fase. Ne approfitto. In realtà, è per annunciare il nostro voto favorevole sia alla prima che alla seconda variazione al bilancio. La prima perché, come è già stato detto precedentemente, sono risorse necessarie a questi cittadini che ne hanno fatto poi richiesta e hanno affrontato tantissime difficoltà nell’ultimo periodo, dovute anche ad alcuni cambiamenti recenti e quindi per gli assegni di cura e la seconda perché riteniamo fondamentale riuscire e provare ancora a lavorare nella direzione della riforma dei Consorzi di bonifica, una riforma necessaria che ci auguriamo che presto porti all’autogoverno dei Consorzi di bonifica, non dimenticando il rischio concreto che stiamo per vivere, perché se tra qualche mese le cose non si sistemano, secondo la legge che è stata approvata e che noi proveremo a modificare in questo aspetto, poi la parte irrigua finisce ad Acquedotto pugliese, che ancora non si capisce bene che fine deve fare. Si è preso qualche anno di tempo, ma per noi non può in nessun modo occuparsi anche del servizio idrico e deve continuare a occuparsi del servizio idrico integrato.
Tutto questo per dire che in Commissione Bilancio, come spesso è capitato, noi affrontiamo una questione sempre da due punti di vista. È proprio previsto dal Regolamento. Nel merito la affrontano le Commissioni e quindi abbiamo espresso parere favorevole. Poi, il parere in Commissione Bilancio è sul parere finanziario appunto. Naturalmente può capitare che si discosti dal parere nel merito. È già capitato due volte per i Consorzi di bonifica, ma questo non significa che noi nel merito non siamo a favore.
In questo caso in Commissione Bilancio abbiamo votato contro anche perché le risorse provenivano dalle risorse del bilancio autonomo inizialmente destinate ai trasporti. In realtà, poi abbiamo fatto anche degli approfondimenti, perché in quella sede mancava l’assessore, quindi nessuno poteva rispondere a questa domanda. Ho chiesto agli uffici, grazie alla presenza di una dirigente – se non erro – della Ragioneria, di una dipendente della Ragioneria, che mi ha individuato in Commissione bilancio a quale dipendente fare riferimento, dei trasporti, e ci hanno detto che, oggettivamente, come immaginavamo, il ricalcolo del Fondo nazionale trasporti, che era già previsto da aprile 2017, non è stato applicabile in sede di legge di stabilità perché in quel momento mancava il decreto attuativo, che invece c’è stato a gennaio. A quel punto, si sono liberati questi fondi.
Quindi, cambia naturalmente la prospettiva, ma in ogni caso il parere nel merito è rimasto sempre lo stesso.
Speaker : PRESIDENTE.
Sempre per dichiarazione di voto il collega Colonna, prima di procedere al voto.
Speaker : COLONNA.
Buongiorno. Grazie, Presidente.
Ovviamente, il voto sarà favorevole su entrambe le manovre di variazione di bilancio; la prima per un importante obiettivo e sforzo che la Regione sta compiendo integrando il fondo per i disabili gravissimi, il fondo destinato agli assegni di cura, e il voto favorevole con alcune precisazioni anche per il contributo straordinario erogato ai Consorzi di bonifica commissariati.
Tengo, però, a dire a questo riguardo, dopo aver ascoltato i colleghi delle forze di opposizione, che dovremmo tutti quanti riuscire a recuperare un po’ il senso della misura e dell’equilibrio nelle cose che andiamo dicendo e diciamo soprattutto all’esterno. Io sono convinto, perché era un obiettivo della riforma, della disciplina sui Consorzi, che quella materia debba avere l’esito naturale necessitato, scritto nella normativa statale, per giunta anche nel Codice civile, nel Regio Decreto del ’33, che l’esito naturale necessario è l’autogoverno dei Consorzi. Nel momento in cui diciamo questo, e io ne sono assolutamente convinto per aver contribuito in piccola parte alla stesura di quell’articolato, dobbiamo essere altrettanto onesti e responsabili nel dire che “autogoverno” significa anche assunzione di responsabilità, assunzione di doveri. È esattamente la dinamica descritta nel Codice civile. Ogni proprietario ha l’obbligo di contribuire a interventi di bonifica, oltre che il resto. Lo dice il codice civile proprio nella disciplina sulla proprietà, codice civile e disciplina sulla proprietà, codice civile del 1942: sancisce un obbligo a carico dei proprietari di contribuire. Allora, prego tutti – e mi rivolgo anche ai mezzi di informazione – di far arrivare un messaggio di cautela alla platea degli interessati, perché questo non è un tributo, non è una tassa, è un contributo. Non è una tassa regionale, ma il contributo richiesto a ciascun proprietario per la realizzazione di un piano di opere di bonifica, di interventi destinati per l’irrigazione e così via.
Aggiungo che qui si sta parlando un contributo straordinario. Cioè, la Regione Puglia, come da quindici anni a questa parte – uso l’espressione che credo usò il collega Fabiano Amati – continua ancora a essere il bancomat dei Consorzi. Non ha nulla a che fare questo contributo con il fondo che con quella legge regionale del 2017 abbiamo garantito come Regione e abbiamo messo a disposizione dei Consorzi o, meglio, per la definizione transattiva delle esposizioni debitorie, 250 milioni, non so quanti siano esattamente, non ricordo esattamente, perché quel fondo fu inserito nel bilancio e devo dire che per quella parte la legge sta assolvendo il suo compito. L’ultimo dato che ho acquisito è che, a fronte della definizione di un’esposizione debitoria per 37 milioni dei 250 e passa milioni di euro, i Consorzi hanno liquidato 37 milioni, con un impegno di spesa, di cui si è assunto in carico la Regione, di 12 milioni. Quindi, quella norma così stringente con cui la Regione, proprio per azzerare una pesante esposizione debitoria che appesantiva la funzionalità dei Consorzi, quella parte della legge sta funzionando e vede la Regione assumersi, accollarsi gli oneri della definizione transattiva di quell’esposizione debitoria alle condizioni così definite nell’articolo 3 della legge.
Qui parliamo, invece, del contributo straordinario, che in realtà tanto straordinario non è, insomma, nel momento che viene ripetuto sistematicamente nel bilancio e in variazione di bilancio ormai da diversi anni a questa parte, ma questa stagione può finire con l’autogoverno, ma quando decliniamo l’espressione “autogoverno” dobbiamo essere chiari nel dire che autogoverno significa assunzione piena degli obblighi connessi allo status proprietario. Vi cito un dato. Siccome ci siamo occupati, anche noi giriamo i territori e così via, constatiamo il livello e i ritardi nell’attività di bonifica, che è sotto gli occhi di tutti, voglio citare un dato sempre a beneficio degli operatori dell’informazione.
Ex Consorzio Terre d’Apulia. A fronte di un contributo 2014 per 3.060.000 euro in realtà il Consorzio ne ha incassati poco più della metà, 1,6 milioni. Da questi 1,6 milioni dobbiamo detrarre le somme destinate alla gestione di un pesante contenzioso, molto spesso alimentato artatamente con false informazioni, con una sobillazione nei territori davvero irresponsabile, ebbene, a fronte di 1,6 milioni di costi di contenzioso per 280.000 euro, detratte altre spese di funzionamento e così via, opere concretamente messe in capo di bonifica sono state pari a 800.000 euro.
Con 800.000 euro immaginare un intervento sistematico spalmato su tutto il territorio di competenza del Consorzio Terre d’Apulia, di bonifica, di pulizia, oltre che per la manutenzione degli impianti di irrigazione, è pura fantasia.
Chiudo dicendo che io, al contrario di qualche collega dell’opposizione, in particolare dal collega Laricchia, di cui rispetto una tenuta e una tenacia a fronte anche degli sviluppi che a livello nazionale si stanno profilando, invece vedo con grande favore la stagione in cui l’evoluzione di quella legge, così come tracciata in quella legge, vede consegnare alla regia della società pubblica regionale Acquedotto pugliese, società dei pugliesi, la regia e il coordinamento degli schemi idrici regionali e di tutta la sezione irrigazione, così come descritta e organizzata nella legge di un anno fa.
Aggiungo che anche da questo punto di vista la bontà del lavoro svolto in questi banchi da questa maggioranza, da questo Governo, trovano, non me ne voglia la collega Laricchia, anche conferme – mi riferisco ad AQP – nelle tracce che, per quelle che riusciamo a cogliere di un testo abbastanza evasivo, abbastanza approssimativo, troviamo conferme anche nel contratto di programma che i nuovi governanti nazionali si accingono a tradurre in azioni concrete, nel momento in cui proprio sull’acqua pubblica si conferma come strumento di gestione dei servizi idrici locali siano anche le società di servizi di interesse locale. Noi siamo ben oltre, anzi siamo ben avanti nei tempi, perché la Puglia è ampiamente presidiata da una società pubblica, organismo di diritto pubblico, come AQP, società per azioni. Uno schema privatistico, ma in realtà una società e un organismo di diritto pubblico, come ribadito più volte in tante occasioni non da me o da tanti colleghi che hanno tenuto ferma quella posizione a difesa di quel presidio di qualità, di certezza di un patrimonio dei pugliesi, ma ribadito in tante sentenze di Corti superiori.
Dobbiamo essere, da questo punto di vista, anche orgogliosi del lavoro svolto in quest’Aula dai banchi della maggioranza.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Colonna e altri, consiglio di attenervi alla dichiarazione di voto. Ogni dichiarazione che deborda provoca altri iscritti. Quindi, adesso faremo una discussione sul sistema idrico pugliese. Proviamo a stare alle dichiarazioni di voto.
Collega Galante.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
In effetti, non volevo andare oltre l’intervento della nostra collega Laricchia, però, stando a Colonna, dobbiamo pregare, quasi, sperare di passare all’Acquedotto pugliese. Vorrei ricordare al consigliere Colonna che sono stati commissariati i Consorzi. “Commissariati” significa che la responsabilità è della politica regionale. Non so che cosa abbiano fatto in questi anni i commissari. Si sono solo dedicati a questa famosa debitoria, cercando di trovare il modo migliore per risparmiare su dei debiti che sono stati accumulati perché il 630 non è stato più acquisito dai Consorzi dal 2003.
Quindi, non capisco di che cosa stai parlando. Se non ci sono fondi per i Consorzi per un autogoverno... A parte che, fino a quando non sono stati commissariati i Consorzi, questo disastro non esisteva. Tra l’altro, capisco che volete passare ad AQP a tutti i costi perché vedete veramente la soluzione a tutti i mali, ma lì ci sta anche un aumento della bolletta, sicuramente. Ci sarà l’IVA da pagare con l’Acquedotto pugliese, che oggi non si paga.
Poi, se proprio vuoi intervenire, se vuole intervenire... Scusami, ti davo del “tu”. Il tema è caro a tutti. Per intervenire, risanare e dare di nuovo dignità ai Consorzi bisognava creare anche degli investimenti in questi anni, che sono stati inesistenti. Si è mantenuto solo in piedi un carrozzone, come definito da voi, di dipendenti, direttori e roba varia, che dovevano gestire quelle risorse. Quindi, non ci sono stati neanche i progetti, a differenza, ad esempio, della Capitanata di Foggia, dove sono stati bravi anche ad avere i fondi, e a quanto pare più dei tre quarti sono riusciti ad avere fondi, proprio perché hanno un ufficio tecnico che funziona, hanno degli ingegneri che esistono, ciò che non hanno i Consorzi commissariati, non hanno mai avuto questa facoltà. Quindi, io non ho capito il tuo intervento, sinceramente, se stai dicendo “speriamo che falliscono i Consorzi, andiamo subito da AQP, così ci togliamo il dente”. Invece di trovare i modi innanzitutto per appianare un debito che non è stato causato dai Consorzi, ma dalla mancanza di questo famoso introito, dove ancora oggi si chiede ai cittadini di pagare, pur in assenza di questo beneficio diretto, pur in assenza di opere idrauliche e di messa in sicurezza del territorio. Addirittura stanno arrivando delle cartelle su immobili urbani di 12 euro, quando c’è una convenzione che dice… Quindi, parlate di questo! Parlate di quello che avviene realmente nei Consorzi! Non di questa fantasia dell’Acquedotto pugliese che risolverà tutti i mali dei Consorzi.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Mennea.
Speaker : MENNEA.
Grazie, Presidente.
Era solo per ribadire che questi disegni di legge li abbiamo già approvati in Commissione, ma questa era forse l’occasione per esprimere qualche riflessione di tipo più politico, anche se sarà brevissima.
Sul primo disegno di legge, il trasferimento delle risorse di circa 20 milioni di euro dal Fondo trasporti agli assegni di cura, mi sembra un provvedimento utile, giusto. Però, c’è da chiedersi se questa disponibilità di spesa diventa poi strutturale nei prossimi bilanci e se c’è ancora quella disponibilità a poter garantire degli assegni di cura a una platea maggiore con questi 20 milioni in più. Non vorrei che nel prossimo bilancio ci trovassimo di fronte a un fabbisogno che rimane tale o cresce e ha una disponibilità finanziaria che non troviamo. La riflessione la consegno all’assessore Ruggeri, che non vedo, per chiedergli se questa sarà una spesa strutturale del bilancio.
Per quanto riguarda il secondo disegno di legge, che prevede un trasferimento, l’ennesimo trasferimento straordinario, contributo straordinario ai Consorzi di bonifica, anche qui sarebbe opportuno, per evitare di trovarci sempre a rincorrere l’emergenza finanziaria dei Consorzi, conoscere se siamo arrivati alla fine o meno dell’iter di accorpamento dei Consorzi di bonifica, perché, se così fosse, allora possiamo ritenere che questo sia l’ultimo contributo straordinario. Se così non fosse, è chiaro che bisogna approfondire quali sono le cause che non consentono di completare e di attuare la riforma che noi abbiamo approvato coraggiosamente, anche con un ottimo schema di legge, circa un anno. Questo ritardo mi preoccupa un po’ e spero che l’assessore mi possa rassicurare. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente. Ne approfitto semplicemente, dato che mi ha più volte chiamato in causa il consigliere Colonna, per tranquillizzare naturalmente tutti quelli che si sono letti e riletti, e mi fa molto piacere, il contratto di Governo pesando ogni singola parola. Sono contenta perché sono certa che si tratti veramente della prima volta in cui in questo Paese dalle elezioni alla formazione di Governo si parla e si riparla continuamente di temi e si è spostata l’attenzione sui temi e non, se non naturalmente in un ultimissimo momento, sulle persone. Questo è sicuramente un grande obiettivo, un grande risultato anche di questa forza di cambiamento che ha vinto le elezioni del 4 marzo.
Volevo tranquillizzare rispetto al fatto che sebbene naturalmente il contratto di Governo contenga, come detto, qualcosa che possa essere più generico rispetto alla gestione pubblica, e so che questa cosa ha divertito molti pugliesi, molti consiglieri pugliesi, naturalmente la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese è qualcosa che faranno, che questo Governo farà, perché è quello che abbiamo fatto ovunque abbiamo amministrato. Lo stiamo facendo a Roma, lo stiamo facendo a Torino naturalmente con tutte le difficoltà del caso, partendo dal tavolo tecnico paritetico che abbiamo istituito e di cui abbiamo chiesto l’istituzione – vi ringrazio per aver partecipato – anche qui in Consiglio regionale.
C’è già una proposta di legge, a prima firma Federica Daga, che va in questa direzione. Il rimando alla volontà popolare espresso con il referendum del 2011 è quello in cui è scritto ed è contenuto tutto il riferimento alla ripubblicizzazione pugliese, scusate alla ripubblicizzazione del servizio idrico. Se noi facciamo il rimando alla volontà popolare emersa con il referendum del 2011, facciamo riferimento proprio a quei comitati, al comitato promotore, a quello che ha messo in piedi quel referendum, che poi è quello che si è seduto al tavolo anche qui in Consiglio regionale grazie alla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, approvata, e vi ringrazio, all’unanimità.
Di conseguenza, se facciamo riferimento a loro, per loro la volontà popolare è chiara. È ovvio che un referendum abrogativo non poteva dire di più, ma le persone che hanno tirato su quel referendum ci dicono qual è la volontà dietro quel referendum. Quindi, è in quella direzione che si andrà. Su questo voglio tranquillizzare tutti quelli che si sono preoccupati e anche tutti quelli che, magari, si sono divertiti.
Speaker : PRESIDENTE.
Un momento. Mettiamo un po’ d’ordine.
È esattamente questo. Non vorrei, man mano che andiamo avanti, arrivare a fare una discussione sul Governo nazionale, qui in Aula. Qui la discussione generale sui due punti che abbiamo unificato l’abbiamo già fatta. Adesso, consumata la discussione generale unificata, come chiesto dal Presidente Amati, sui due disegni di legge, siamo alle dichiarazioni di voto sul primo, che riguarda gli assegni di cura. Quindi, fermiamoci qua. Quando arriveremo al secondo, che riguarda i Consorzi di bonifica, ci saranno le dichiarazioni di voto sui Consorzi di bonifica. Mettiamo un po’ d’ordine, perché non riesco a capire questa discussione generale. È vero che il Presidente Colonna è quello che sistematicamente aiuta ad aprire discussioni, però proviamo un pochino a calmarci.
Trevisi, vedo che ha chiesto di parlare. Hai chiesto tu per Trevisi e vuoi parlare tu? Non ho capito.
Ho capito, ma se tutti qua si allargano... Non a caso ho detto di restare sul punto. La dichiarazione di voto l’ha fatta già la collega Laricchia.
Non mi pare che siano in dissenso. Sono abbastanza compatti. I guai li abbiamo da questa parte. Lì sono abbastanza compatti. Andiamo avanti.
Collega Congedo.
Speaker : CONGEDO.
Interverrò sul prossimo. Pensavo fosse anche la dichiarazione di voto congiunta.
Speaker : PRESIDENTE.
No. La discussione generale era unica. Adesso siamo sul singolo punto.
Pentassuglia, ovviamente, ritira.
Adesso votiamo, a meno che non ci sia chi non ha fatto dichiarazioni di voto sul primo punto, che riguarda gli assegni di cura. L’assessore non ha chiesto di parlare. Procediamo al voto. Sul punto n. 1).
L’incremento del fondo per gli assegni di cura.
Abbiamo votato tutti? Bene.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato.
Adesso passiamo al secondo punto, che riguarda, per semplificare, i Consorzi di bonifica e passiamo alle dichiarazioni di voto. La discussione l’abbiamo già fatta.
C’è un emendamento a firma dell’assessore Di Gioia, che credo sia un emendamento aggiuntivo… Okay.
Votiamo l’urgenza per alzata di mano.
È approvata.
Collega Di Gioia, l’emendamento lo vuole…? Chiedono chiarimenti, perché è un po’ criptato.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Questo emendamento me lo ha proposto la Ragioneria per ovviare alle lungaggini tecniche che sono conseguenti ai pagamenti sulla parte delle transazioni e, quindi, per uniformare il meccanismo del Commissario ad acta oppure eventualmente del Commissario straordinario, cosa che già avviene per la gestione ordinaria. Quindi, di fatto si consentirebbe di nominare il Commissario ad acta o di fare il pagamento.
Se lei vede nella relazione che c’è degli uffici, è anche spiegato, in modo da alleviare la Ragioneria da questa incombenza. Oggi è la Ragioneria che fa la liquidazione a seguito degli atti che fa il Consorzio, invece in questa maniera lo farebbe un Commissario ad acta oppure la struttura stessa, a seconda di come la Giunta va ad individuare. È una procedura che viene richiesta dagli uffici per evitare di allungare i tempi, che invece potrebbero essere più rapidi, qualora ci fosse questo meccanismo, che già funziona nella legge per le spese generali.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere De Leonardis. Vuoi parlare sull’emendamento o per dichiarazione di voto?
Speaker : DE LEONARDIS.
Presidente, io innanzitutto volevo avere un chiarimento. Dopo che è stata fatta da parte del collega Amati una relazione congiunta si è aperta la discussione generale. Io, comunque, farò una cosa molto veloce, se la vuole intendere come dichiarazione di voto o come discussione generale su questo disegno di legge. Comunque, voglio intervenire sul disegno di legge che riguarda i Consorzi di bonifica, uno dei punti… Chiedo scusa, Presidente, lei non ha dato la possibilità di intervenire in discussione generale su questa variazione di bilancio: la vuole mettere come che voglio fare una dichiarazione di voto?
Speaker : PRESIDENTE.
Non le sto togliendo la parola. Sto dicendo che adesso siamo sull’emendamento, poi prendi la parola e dici tutto quello che vuoi. Siamo in fase di votazione sull’emendamento del Governo. Votiamo l’emendamento.
Speaker : DE LEONARDIS.
Sull’emendamento voglio un chiarimento dall’assessore Di Gioia.
Speaker : PRESIDENTE.
Parli sull’emendamento.
Speaker : DE LEONARDIS.
Stiamo ancora, dopo vari anni, a rimpinguare quel pozzo senza fondo che riguarda i Consorzi di bonifica commissariati. Io non so quante volte in quest’Aula – chiedo scusa, colleghi – abbiamo sentito le seguenti parole: “Questa sarà l’ultima volta che diamo risorse ai Consorzi di bonifica commissariati. Non vi preoccupate, sta ripartendo tutto, stanno facendo i Piani di classifica e quindi, avendo fatto i Piani di classifica, ci sarà la possibilità di emettere i ruoli e avere, di conseguenza, dei Consorzi pienamente funzionanti, pur se commissariati”.
Chiedo all’assessore Di Gioia a che punto siamo con i Piani di classifica, se sono stati approvati. Il Commissario sta procedendo o non sta procedendo? Com’è la situazione generale visto che stiamo qua ancora una volta a dare 4 milioni di euro ai Consorzi di bonifica? Questo era il punto sul quale vorrei avere un chiarimento.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo con un po’ di ordine. Non ci sono altri interventi. Siamo l’articolato del punto n. 2).
Votiamo prima l’articolo 1 e l’articolo 2 e poi dopo l’emendamento aggiuntivo.
Articolo 1.
Presenti 42, votanti 36, favorevoli 32, contrari 4, 6 astenuti.
È approvato.
Articolo 2. Non viene registrato il voto. Voto favorevole. Vediamo un po’, proviamo a votare. Apro la votazione sul primo articolo. Sull’articolo 1 abbiamo registrato tutte le votazioni, compreso il voto favorevole di Marmo e di Gatta.
Adesso votiamo l’articolo 2 e vediamo se ci sono criticità.
Presenti 43, votanti 38, favorevoli 34, contrari 4, astenuti 5.
È approvato.
Adesso votiamo l’emendamento aggiuntivo.
L’assessore lo ha spiegato poco fa.
Ti eri allontanato? Poi farai un emendamento suppletivo, un chiarimento suppletivo. Non so come fare. Lo abbiamo già chiarito.
Era allegato un referto tecnico.
Possiamo votare? Procediamo al voto.
Presenti 39, votanti 28, favorevoli 27, contrari 1, astenuti 11.
È approvato.
Prima di procedere al voto, c’è l’assessore Di Gioia per una breve replica.
Facciamo le dichiarazioni di voto e poi una replica dell’assessore.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente. Una brevissima dichiarazione di voto.
Noi, come avete visto, sull’articolato ci siamo astenuti e ci asterremo anche sull’intero disegno di legge, per una motivazione molto semplice e comprensibile. È evidente che non vogliamo fermare che possano essere pagati, retribuiti o possa essere ristorato chi comunque ha delle pretese legittime da questi Consorzi di bonifica. Però è anche vero, lo voglio ricordare, che noi come Gruppo abbiamo sempre proposto l’unificazione dei Consorzi di bonifica come elemento centrale della risoluzione dei problemi dei Consorzi. Per noi la Puglia deve essere incentrata su un unico Consorzio di bonifica. È quello che si fa quando si fanno le ristrutturazioni. Non si possono lasciare da parte i Consorzi di bonifica che stanno in salute e poi accorpare quei Consorzi di bonifica che stanno alle pezze, per cui lasciamo che chi sta in salute resti in salute e chi sta alle pezze resti alle pezze e interveniamo continuamente con queste rimesse.
Per questa ragione, fino a quando non vi deciderete a comprendere che queste vostre riforme sono fasulle e non comprenderete che c’è necessità in questa Regione di mettere insieme chi sta bene e chi sta male per creare quella solidarietà consortile di tutti i Consorzi di bonifica e, quindi, metterli in condizione, tutti, di andare in autonomia, in autogestione, e finirla con queste rimesse, fino a quando non farete questo saremo sempre chiamati, come dicono i colleghi, a dare rimesse, rimesse e rimesse. Un voto di astensione è rivolto soprattutto e solo a chi pretende ristoro da questi Consorzi di bonifica perché legittimamente ha lavorato oppure avanza dei crediti che ad oggi non vengono pagati.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Pentassuglia. Dopo, il consigliere Congedo.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente.
Purtroppo prima non era in dissonanza da Mennea il voto, che era favorevole, ma era una richiesta all’assessore Ruggeri, che poi farò a margine. Volevo rimanesse agli atti del Consiglio, perché è bene trovare le risorse, ma è bene capire dove vanno a finire le risorse, per cui le chiederò di elencare quali sono i soggetti che chiederanno questi benefici, a che famiglia appartengono, di quanti benefici godono e se hanno soggetti in famiglia che l’aiutano. Quindi, dobbiamo capire un attimo come noi stiamo spendendo i soldi, perché un conto è fare il titolo, aumentiamo di 50 milioni, un conto è capire come noi aiutiamo quelle persone. Ma ci rivedremo in Commissione, assessore, perché è un tema assai delicato e stringente per la nostra regione e per le persone che hanno davvero bisogno, perché molte volte sbraitano coloro i quali forse devono fare spazio a chi, nell’anonimato e nel silenzio, vive il dramma tra le mura domestiche. Ma ci vedremo in Commissione.
La dichiarazione di voto sui Consorzi è una dichiarazione di voto positiva. Mi dispiace sentire, ancora una volta, in Aula parlare di carrozzoni. Lo dico perché quando stiamo nelle assemblee con gli agricoltori, i Consorzi offrono un servizio e il voto è favorevole. Volevo fare la dichiarazione. Parlo poche volte perché da Presidente devi avere un ruolo terzo, un ruolo di garanzia, ma siamo consiglieri e dobbiamo dire anche la nostra. Per cui, chiedo all’assessore di accelerare il più possibile le procedure sul Consorzio unico, perché tutti gli atti, come ci è stato detto in Commissione, sono stati forniti già l’anno scorso.
Dobbiamo chiudere la partita, assessore. Poi discuteremo del Consorzio unico, discuteremo degli investimenti, perché è giusto che quelle risorse del Patto della Puglia vengano spese e spese bene, però siamo già all’interno della campagna irrigua 2018. Stiamo deliberando oggi 22 maggio. Si sta lavorando in dodicesimi. Le chiedo, per chiudere, due questioni: quella di chiudere sul Consorzio unico e quella di chiudere il tavolo sul prezzo dell’acqua, perché non è possibile che il Consorzio mandi a pagare bollette salvo conguaglio. L’agricoltore deve sapere, sottoscrivendo il contratto, qual è il prezzo dell’acqua in ossequio alla norma che parla dei bacini e quindi ognuno deve fare il prezzo del proprio bacino, altrimenti noi arriveremo all’assestamento di bilancio…E mi auguro che a quella data si abbia contezza delle somme che servono a far concludere il 2018 con dignità rispetto alle norme che abbiamo fatto, che non sono solo quelle di garantire il servizio, ma di garantire le giornate per fare le manutenzioni tanto richiamate. Senza la manodopera e senza gli operai quella manutenzione, sia pure in economia, non si potrà fare. Per cui, queste due cose sono necessarie per guardare in termini diversi. Quello che ha detto il collega Colonna lo sottoscrivo. Poi, mi auguro che le parole, le rassicurazioni verbali che arrivano sui contratti nazionali… Io sono uno pratico, vorrei vedere gli atti consequenziali e la operatività vera, non quella detta a parole. Per cui, proviamo a chiudere queste partite, altrimenti, onestamente, è imbarazzante essere tutti d’accordo ad andare avanti. Altrimenti, discuteremo di un nuovo modello, qualunque esso sia come Consiglio regionale, per vedere tutta la linea acqua e tutte le fonti di approvvigionamento come devono essere governate in questa Regione, senza rimpalli di responsabilità.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Congedo.
Speaker : CONGEDO.
Grazie, Presidente.
Il mio intervento per dichiarare il voto di astensione rispetto a questa variazione di bilancio, a differenza di quanto fatto, invece, per la precedente che riguardava gli assegni di cura. Questo non perché ritenga la destinazione dei 4 milioni ai Consorzi di bonifica una destinazione non valida e non utile, anzi la ritengo vitale per il mantenimento in piedi dei Consorzi, ma perché c’è – come è stato detto in precedenza – un’idea di fondo che non mi ha mai convinto, quella di una riforma dei Consorzi di bonifica con un modello a due velocità: per una parte della Regione in un modo e per la gran parte restante della Regione in un altro.
Sostanzialmente, per quanto riguarda in particolare il Consorzio commissariato, è cambiato il modello di governance, ma non la sostanza. Con questo intendo dire che non cambia la sostanza perché siamo, ancora una volta, dinanzi a un contributo che la Regione dà ai Consorzi di bonifica, pur avendo ascoltato, nel corso di questi anni, tante volte dire che sarebbe stata l’ultima volta. Non è stata l’ultima volta quella che ha preceduto questa. Probabilmente non sarà nemmeno questa l’ultima, tanto è vero che si è perso, sostanzialmente, il conto di quanto la Regione abbia dato in termini di contributi ai Consorzi di bonifica. Ancora di più perché, a differenza, probabilmente, di altre parti del territorio regionale, io registro dalla Provincia di Lecce una situazione completamente diversa. Sono ora in sede di notifica gli avvisi di pagamento per i contributi consortili, in particolare il codice 630, per il 2014 e il 2015. Sono stati preannunziati anche, ovviamente, gli avvii degli avvisi per il 2016 e il 2017. A fronte di queste richieste di contribuzione, ancora gli agricoltori o i semplici proprietari terrieri non riescono a legare il pagamento del contributo a un servizio, a un beneficio ottenuto.
È evidente che è cambiato il modello. Siamo passati ad una fase commissariale, ma non cambia la percezione sul territorio di un’organizzazione che, ovviamente, non sarà il carrozzone, per non ripetermi, ma un ente del quale i proprietari, gli agricoltori, gli operatori del settore non percepiscono, nella stragrande maggioranza dei casi, né un’utilità né un servizio né un beneficio.
Da qui il mio voto di astensione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Casili.
Speaker : CASILI.
Grazie, Presidente.
Io, serenamente, vorrei chiedere a tutti i colleghi… Abbiamo veramente discusso tanto dei Consorzi di bonifica e sappiamo che, se siamo arrivati a questo punto, è soprattutto per colpa della politica, che ha portato poi evidentemente i Consorzi di bonifica a soffrire, e soprattutto mi riferisco alla gestione ordinaria del nostro territorio, però vorrei chiedere al collega Colonna, al collega Fabiano Amati, a tutti i colleghi che sono intervenuti, se questa regione ha necessità di interventi per l’assetto idrogeomorfologico, per la regimazione delle acque, per la distribuzione delle acque.
Vorrei sottoporvi – così parliamo di questioni molto pratiche – ciò che avviene, per esempio, nel Consorzio Arneo, consorzio del mio territorio. 4.300 ettari potenzialmente irrigui, quindi c’è la rete irrigua di distribuzione da parte dei Consorzi di bonifica, e di questi 4.300 ettari soltanto su 350 ettari viene utilizzata acqua da parte dei consorzi irrigui. Io ho sottoposto al Governo una questione molto importante per il Salento, forse – anzi, tolgo quel “forse” – la questione ambientale più importante della provincia di Lecce, che è la salinizzazione delle nostre falde. Perché gli agricoltori non utilizzano gli altri ulteriori oltre 3.000 ettari di superficie che viene asservita dai Consorzi di bonifica? Perché è più facile emungere abusivamente l’acqua, che ha un costo inferiore, rispetto all’acqua che gli costerebbe 50, 60, 70 centesimi della rete ufficiale di distribuzione da parte dei Consorzi di bonifica. Abbiamo sottoposto al Governo e all’assessore questa immane problematica della provincia di Lecce, perché evidentemente se vogliamo strappare… Perché è impensabile che il Consorzio Arneo possa gestire la questione irrigua soltanto con 350 ettari su ben 4.200 ettari asserviti dagli stessi. Allora la questione da porre è questa.
Sul territorio di Foggia sappiamo che questa problematica non c’è perché l’acqua costa 15 centesimi a metro cubo da parte degli agricoltori. Ma per strappare a questo punto io ritengo il forte emungimento e, quindi, lo stress delle nostre falde che imbarcano costantemente acqua marina dallo Ionio e dall’Adriatico e vengono strappate continue superfici, ettari, perché poi voi sapete non è che la salinizzazione è qualche cosa di romantico, esiste nella realtà, e gli agricoltori non possono chiedere l’emungimento di quelle acque perché non hanno l’autorizzazione all’interno di quei buffer dove c’è il divieto di emungimento. E quegli stessi agricoltori non possono chiedere una pratica, per esempio, di finanziamento all’Unione Europea, un PSR per intenderci, perché voi sapete che senza la prima, la fonte, senza la fonte irrigua, non si può chiedere un finanziamento e non si può fare agricoltura. I punti su cui ci dobbiamo interrogare non sono punti da disquisire sugli errori, su cosa si deve fare, sull’autogestione. Per l’amor di Dio, tutti vogliamo che i Consorzi di bonifica possano essere auto-sostenibili e si possano autogestire, ma qua c’è un punto cruciale, la domanda delle domande: chi fa chi e che cosa. Chi si occupa della pulizia dei nostri canali che tracimano in alcune zone in cui passano e lambiscono i nostri centri abitati e qualche volta, per la verità, abbiamo pianto pure qualche morto, purtroppo? Il punto su cui interrogarsi è: chi sistema chi, se non la politica. Abbiamo fatto lo sforzo di creare questo Consorzio unico che si spera possa partire quanto prima e possa avere, perché la ratio era quella che, insieme, potessero avere più competitività e potessero dare i contributi… Giustamente il collega Congedo diceva: “Se arriva un tributo e il cittadino non percepisce il beneficio” come poi è all’interno deontologicamente della parola tributo, “chiaramente il cittadino si ribella e non paga”. È un cane che si morde la coda.
La coperta, quindi, è abbastanza corta. Il discorso riguarda lo sforzo che dobbiamo fare tutti. Vorrei dirlo a chi sta in Commissione Bilancio da molto prima di me. Se non si fossero acquisiti dei debiti e se questi debiti ancora non fossero pendenti, hai voglia che i Consorzi di bonifica gli avremmo già fatti morire da tempo! Il problema è che se questo non si è fatto non si è fatto perché ciò andava a ricaduta sul bilancio del Governo regionale mandando in manicomio un’intera Regione che non si poteva permettere quell’azione. E l’ho detto a tutti, ai sindacati e agli altri che si rivolgono alla politica, a un interlocutore che in questi anni non c’è stato e che non è riuscito a mettere nelle condizioni ordinarie di far funzionare i Consorzi di bonifica. Qui tutti hanno ragione e nessun ha torto. Prendiamoci la responsabilità, se ce la facciamo, di cercare, oltre a dare i contributi straordinari, e su quello sono d’accordo con voi, veramente con un impegno molto forte, vi ho fatto un esempio molto concreto, che sono i 4.300 ettari di superficie irrigua non utilizzata, di mettere nelle condizioni i territori di poter utilizzare quell’acqua. Questa è una questione molto importante, il prezzo e il costo dell’acqua. Altrimenti, cosa avverrà? Avverrà che avremo centinaia di migliaia di pozzi abusivi fuori controllo. Chiaramente è una extrema ratio. Io non biasimo coloro che cercano di sopravvivere pur di avere la fonte irrigua, che è una fonte necessaria per fare impresa. Qui, però, ci dobbiamo veramente interrogare, perché poi se la politica non acquisisce, e mi accingo alla conclusione, quella forza di avere una visione di lungo periodo. Io capisco che, magari, la salinizzazione non manderà allo sfacelo un territorio nei prossimi due anni. Si è iniziato da tempo. Però dobbiamo avere il coraggio di pensare anche alle future generazioni, di pensare a quello che potrebbe succedere nella prossima programmazione del PSR, quando moltissime aziende non saranno nella condizione di richiedere una pratica di finanziamento perché non hanno la fonte irrigua primaria.
Queste sono le grandi tematiche che ci devono interessare, piuttosto che disquisire di responsabilità, di problemi legati al tributo e quant’altro. Altrimenti, ripeto, il nostro territorio soffrirà problematiche legate in principal modo alla principale fonte, che è l’acqua, che è un bene. In provincia di Lecce, per la verità, l’acqua di falda viene utilizzata anche da Acquedotto pugliese, con la compartecipazione dei Consorzi di bonifica. Non si fa certamente da pochi anni, ma da tantissimo tempo.
Diamoci delle regole ben precise e capiamo come strappare da alcune anomalie, alcune distonie, che purtroppo ci sono, tra il mondo agricolo e il mondo della politica queste grandi tematiche che dovrebbero far parte di un Governo che non ragiona a tirare a campare con delle riforme spezzatino o con dei contributi spezzatino. Questi sono i temi.
Quando sentiremo la politica, di tutti i colori, parlare di queste tematiche saremo pronti a costruire – insieme a tutti, ripeto – una visione di Governo che noi, in questa legislatura, ancora non abbiamo visto.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente.
Qualche tempo fa l’assessore, in una polemica richiesta di solidarietà interassessorile tra ex assessore e nuovo assessore, richiamava, appunto, polemicamente l’origine di queste contribuzioni ai Consorzi di bonifica. L’origine è il 2004 e chi vi parla ne è stato promotore. Solo che dal 2004 ad oggi sono passati la bellezza di 14 anni e sono intervenute tre riforme dei Consorzi di bonifica: una da parte dell’assessore Russo, una da parte dell’assessore Stefàno, l’altra da parte dell’assessore Di Gioia.
Io condivido in parte quello che i colleghi che mi hanno preceduto hanno detto, in particolare i due interventi del collega Casili e del collega Pentassuglia. Noi mostreremo questa sera la solidarietà interassessorile del nostro Gruppo nei confronti dell’assessore Di Gioia votando a favore di questo provvedimento, anche se all’interno dell’opposizione, del nostro Gruppo e della maggioranza ci sono dei distinguo, ma è certo, è certificato ormai che non vi è stato in questi anni il governo del sistema idrico e del sistema idrogeologico. E perché siamo favorevoli a questa contribuzione che noi riteniamo essere assolutamente parziale e molto probabilmente tra qualche settimana o qualche mese dovremo rimpinguare nuovamente le fonti di sostegno ai Consorzi di bonifica? Ma perché il Governo non fa quello che dovrebbe fare in base alle proprie competenze.
La prima questione è quella del governo delle risorse idriche, la seconda è quella della manutenzione del territorio, che spetta alla Regione e in modo sussidiario ai Consorzi di bonifica e ai cittadini, che dovrebbero partecipare, contribuire al finanziamento della manutenzione del territorio. Ora, anziché ritrovarci ogni volta a ripetere le stesse parole, ascoltare qualcuno che dice che parliamo di consorzi decotti e carrozzoni, mentre altri consorzi sarebbero floridi, e io ho qualche dubbio sulla floridità di taluni consorzi e sulla non passività di altri, io credo che, invece, dovremmo guardare tutto con la lente di ingrandimento.
Noi siamo stati contrari al Consorzio unico del Centrosud Puglia e poi al Consorzio di Capitanata ed eravamo contrari perché tutto il bacino idrografico del Mezzogiorno e suddiviso in sub-bacini che hanno una propria omogeneità e quei bacini o sub-bacini andavano mantenuti perché in questo modo si è contraddetta nei propri termini la natura di consorzio, e cioè il consorzio fatto da agricoltori che controllano un territorio. Una dimensione così grande, dunque anche il Consorzio unico, non sarebbe stato un Consorzio controllabile da illegittimi detentori di quella funzione, che sono i consorziati e che sono gli agricoltori.
In questo modo li abbiamo volontariamente esclusi, deliberatamente esclusi, dalla gestione di questo ambito importante della nostra agricoltura. Sarebbe stato bello vedere una Regione che si attiva non all’inizio dell’anno, ma alla fine dell’anno precedente e fa un programma di interventi, un programma di interventi distinto per manutenzione del territorio, lo diceva poco fa Casili, pulizia dei canali, attività fondamentali per mantenere in salute il nostro territorio. La seconda attività è quella di manutenzione delle tubazioni, che non sono ancora iniziate e probabilmente tra qualche giorno entreremo nel vivo di una campagna agricola che avrà bisogno di tanta acqua. Rispetto a questo, non c’è l’attività di programmazione della Regione, in modo tale che il Governo regionale, la Regione Puglia compia e disponga di somme che servono a manutenere il territorio e a dare l’acqua agli agricoltori, perché non si possono emettere i Tributi 630 del 2014, del 2015, del 2016, del 2017 quando non c’è stata l’attività di servizio. Né si può chiedere agli agricoltori: “Prima paga e poi ti faccio la manutenzione”. No, “prima ti faccio la manutenzione e poi pago, perché la devo vedere la manutenzione fatta”.
Siccome sappiamo che i Consorzi non riescono a farlo per mancanza di liquidità, in queste attività deve sovvenire la Regione e sostenere quella parte di attività e prevedere quello che servirà per la rimessa in moto del servizio idrico. Con quale coraggio andiamo a dire agli agricoltori: “Siccome andavano bene e sono stati approvati i Piani di classifica, pagate”? Sono stati approvati, va bene, ma non sono stati attivati. L’attività non c’è stata. Questo è il tema. Il grande tema è quello della programmazione. La Regione deve stabilire ogni anno qual è il proprio contributo al mantenimento del territorio? Qual è il proprio contributo alla distribuzione di acqua per gli agricoltori se riteniamo che il sistema agricolo debba essere competitivo e ricevere un sostegno sul prezzo dell’acqua? Perché se poi riteniamo che i prezzi dei prodotti agricoli siano sufficientemente adeguati, gli agricoltori se la possono vedere per i fatti loro tranquillamente, allora i Consorzi alla Regione disporranno che pagheranno l’intero costo industriale del trasporto dell’acqua, e fine, ma va fatto ogni anno, non va fatto adesso, che servono i 4 milioni per pagare l’energia elettrica e per rimettere in moto i pozzi. Poi serviranno 10 milioni per cominciare a pagare gli stipendi. Gli stipendi devono essere inclusi in una serie di attività programmate nell’arco dell’anno. Non si può continuare così.
Ciononostante, siccome riteniamo che sia in capo alla Regione la responsabilità di fare talune attività e di essere al fianco dei Consorzi, riteniamo di votare a favore di questo provvedimento, come voteremo sicuramente a favore del prossimo che arriverà, degli altri 10, 12 o 15 milioni di euro che serviranno.
Se noi sappiamo che per la manutenzione del territorio servono 30 milioni all’anno, beh, signori miei, programmiamoli, programmiamo le attività, facciamo lavorare gli operai quando devono preparare prima il territorio per poi dare l’acqua. L’unica cosa che dovremmo fare è la programmazione, ma non la facciamo.
Quindi, rispetto a questo, Presidente, ho ripetuto ancora una volta quello che dico ormai da anni. Non va più richiamato il principio di solidarietà tra assessori, perché il 2004 era il 2004. Qui siamo nel 2018. Credo che la situazione sia totalmente diversa con il passaggio sotto i ponti non dell’acqua, ma di diversi Governi regionali e di assessori regionali.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Caroppo.
Speaker : CAROPPO.
Grazie, Presidente.
Io sottoscrivo e condivido tutto il ragionamento del Presidente Marmo, ma alla fine mi porta ad una valutazione finale che è esattamente opposta. Nel preannunciare il voto contrario sulla variazione di bilancio, mi soffermo pochissimi minuti per spiegarla. Condivido, come dicevo, le premesse e quello che dovrebbe essere il punto di arrivo. Realmente, gran parte delle attività che oggi i Consorzi fanno sono delle attività, sulla gestione del suolo in maniera particolare, che dovrebbero essere in capo ad una gestione quasi ordinaria della Regione. Accade nel mio Comune di origine, in cui – ero consigliere comunale fino a pochi giorni fa – abbiamo sollecitato un intervento che rischiava di mettere a repentaglio l’incolumità delle persone. Un canale di bonifica, completamente bloccato e che ostruiva il deflusso delle acque, stava mettendo a repentaglio era l’incolumità e proprio la vita delle persone perché rischiava di esondare. Questo per dire che il senso di responsabilità e la richiesta sempre di responsabilità e di votare dei contributi che sono straordinari dovrebbe accadere solo laddove il contributo è effettivamente straordinario. Nel momento in cui non abbiamo mai condiviso la filosofia delle presunte riforme che si sono susseguite in questi anni, non può che essere in linea con quello che è stato il mio voto contrario a tutti i contributi straordinari verificatisi quest’anno.
In più, assessore Di Gioia, io credo che l’impianto generale dei piani di classifica sia sbagliato. Del resto, se è vero quello che diceva il collega Congedo che non c’è un beneficio diretto e, quindi, le opere non sono state eseguite, la stragrande maggioranza delle sentenze delle commissioni tributarie che stanno arrivando in questi anni mette in discussione in sé il piano di classifica. Cioè, le commissioni tributarie annullano le cosiddette cartelle, e non perché non c’è il beneficio diretto o perché non è stata eseguita l’opera nell’anno 2014-2015, ma perché il piano di classifica non prevede, pur prevedendola in maniera nominalistica, nell’effettività un beneficio nei confronti di quel terreno in maniera specifica.
Quindi, l’intero aspetto economico su come oggi si mantengono i Consorzi è viziato da una sopravvalutazione delle risorse che i cittadini dovranno pagare, e sol perché gran parte delle cartelle sono bagatellari, sono piccoli importi, quindi gran parte dei contribuenti non sta ricorrendo, proprio perché l’importo è così modico e così ridotto, per cui gran parte sia della parte politica che degli avvocati tributaristi stanno sconsigliando di ricorrere, ma nel momento in cui il sistema andrà a regime e sistematicamente arriveranno i ricorsi verranno puntualmente accolti nella stragrande maggioranza perché è sbagliato il piano di classifica, perché gran parte dei piani di classifica, area per area, ambito per ambito, va a ricomprendere per fare cassa… Questa è la vera responsabilità della Regione, cioè la Regione ha consentito l’approvazione di quei piani di classifica dell’allora Commissario del Consorzio, in realtà, nonostante ci fosse una serie di osservazioni da parte dei cittadini e dei Comuni, non ha avuto la responsabilità di far ritirare quel piano di classifica e di farne dei nuovi che siano realmente confacenti a quelli che sono i bisogni del territorio.
Per questo, e concludo, al di là del fatto che chiaramente siamo tutti d’accordo che servono le risorse per far partire la stagione irrigua, ma questo accade ogni volta, cioè ci chiedete ogni volta l’emergenza, oggi sui Consorzi, domani sulla sanità, prima sugli assegni di cura, domani su un’altra cosa, ma questo è un deficit di programmazione che non è possibile affrontare volta per volta, e per questo esprimiamo un voto contrario. Al di là del merito in sé del provvedimento, è un voto sul sistema che se non sarà oggi sarà domani, è insostenibile e non potrà più continuare ad essere sostenuto in un modo che non ha oggettivamente la sussistenza per potersi mantenere.
Speaker : PRESIDENTE.
Per l’ultimo intervento, collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente. Questa variazione di bilancio parla di un aspetto molto importante di uno dei settori vitali della nostra Regione: l’agricoltura.
Premetto che voterò a favore di questo punto all’ordine del giorno. Non posso contemporaneamente però non rimarcare gli strafalcioni e gli errori grossolani da parte del Commissario straordinario dei Consorzi che, ad esempio, in quello che era il Consorzio di bonifica Stornara e Tara di Taranto, adesso accorpato nell’unico Consorzio, fa sì che in queste settimane stiano arrivando cartelle che chiedono il contributo 630 per il miglioramento fondiario alle civili abitazioni all’interno dei centri abitati. C’è davvero da mettersi le mani nei capelli per chi ce li ha.
Nello stesso tempo, sempre a Taranto, le Commissioni tributarie stanno bocciando continuamente le resistenze in giudizio da parte degli avvocati nominati dall’assessorato e quindi dal Consorzio perché sul ricorso dei contribuenti sul Tributo 630, quando non c’è l’intervento di miglioramento fondiario, il tributo non è dovuto. Basterebbero queste analisi per giudicare negativo quello che sta avvenendo all’interno dei Consorzi e per votare contro, ma, ovviamente, questo voto contrario, sebbene la maggioranza ha i numeri per votarsi questo provvedimento, non mi metterebbe nelle condizioni di tranquillità e di serenità con la mia coscienza rispetto a queste persone.
Vorrei immaginare se questi 4 milioni di euro non fossero destinati ai Consorzi che cosa accadrebbe dai prossimi giorni: tanti servizi che non verrebbero erogati, e siamo oramai con la stagione irrigua iniziata, personale, dipendenti che non sarebbero pagati. Vi immaginate se accadesse tutto ciò? Per questo motivo, così come ho votato a favore anche della variazione di bilancio nel punto precedente, quella sugli assegni di cura, ritengo che, a fronte di una gestione che non ha dato la svolta rispetto a quello che doveva avvenire nelle premesse, con la nomina del commissario unico dei Consorzi, penso che questo aspetto negativo giustificherebbe da solo il voto negativo, ma il voto non è negativo ed è favorevole per rispondere alle esigenze di un settore che rappresenta soltanto il 2 per cento del prodotto interno lordo della nostra nazione, ma che certamente è un settore importantissimo, che in questi ultimi anni, anche in Puglia, nonostante le difficoltà, assessore Di Gioia, a far partire il PSR, nonostante alcune difficoltà, soprattutto per quanto riguarda i giovani agricoltori, i giovani imprenditori che si cimentano con questa nuova attività, questo è un settore che dà prospettive di crescita.
Su questo la Regione, il Governo regionale, l’intero Consiglio regionale deve dare un aiuto, deve continuare ad essere vicino al settore dell’agricoltura, che richiede tanti aiuti rispetto a vicende grandi, grandissime che portano multinazionali e il latifondo ad assalire e a rinchiudere in angoli sempre più stretti gli imprenditori agricoli che, con pochi ettari di terra, portano avanti la loro attività, la loro esistenza e danno un risultato importante non soltanto al settore agricolo, ma anche alla manutenzione del verde, del paesaggio e della ruralità in senso lato.
Però, e chiudo, noi non possiamo continuare – come diceva anche qualche collega che mi ha preceduto – ancora ad avere una mancanza di programmazione in questo settore. Adesso è sul Tributo 630. Lo sarà sulla vicenda dell’acqua, quando arriveremo più in là, sicuramente, ad erogare un ulteriore contributo straordinario.
Se non c’è la pianificazione, se non ci sono interventi di miglioramento fondiario, gli agricoltori si sentiranno, oltre che dal punto di vista strettamente legale, di non pagare, ma anche dal punto di vista strettamente psicologico portati a non pagare e a resistere in giudizio perché i loro terreni, i loro appezzamenti non vedono nessun miglioramento fondiario. Allora, assessore e Presidente Michele Emiliano, che sicuramente, rispetto al Commissario straordinario dei Consorzi, ha un contatto diretto in quanto è un commissario da lui nominato, dico che serve e serve immediatamente, a partire dal miglioramento fondiario, dal Tributo 630, iniziare una programmazione, che in questi anni è mancata e che continua a mancare.
Nonostante questo, come ho detto all’inizio e come ribadisco adesso a conclusione del mio intervento, proprio in direzione degli agricoltori, per venire incontro all’esigenza impellente di un settore per molto tempo abbandonato, ma che nello stesso tempo dà dei segnali importanti di ripresa, il mio voto su questa variazione di bilancio sarà favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare. Collega Galante, siamo in fase di dichiarazione di voto e abbiamo ricordato poco fa che parla uno per Gruppo, e ha parlato già Casili per dichiarazione di voto… Per dichiarazione di voto ha già parlato Casili. Tu hai già parlato in discussione generale.
La parola all’assessore Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Grazie, signor Presidente.
Venendo al merito della variazione di bilancio e cercando di rispondere ad alcuni dei rilievi mossi dai colleghi, anzitutto tendo a rimarcare che questa è la prima erogazione di finanziamento per le spese di gestione, comprese anche quelle per la campagna irrigua, e a fronte di questi 4,5 milioni storicamente tutti sapete che i Consorzi hanno percepito somme non inferiori ai 17-18 milioni di euro annui. Quindi, come inizio, come primo semestre è sicuramente una progressione di rilievo. Valuteremo in termini di assestamento cosa eventualmente dovrà essere ancora fatto, ovviamente tenendo da riguardo quella che è la norma sulla quale stiamo tutti lavorando, cioè l’attuazione di questa integrazione dei Consorzi, che nelle prossime settimane speriamo arrivi a conclusione. Sarà mia cura intensificare le attività dell’ufficio per esprimere i pareri su questo Statuto che è stato in una prima fase prodotto come bozza, per poi chiudere tutte quelle attività che pure erano previste all’interno della legge. Quindi, sono fiducioso che si possano fare tutte le attività così come sono state individuate, ovviamente con una tempistica un po’ diluita, sapendo che il Consiglio regionale, però, ha imposto una tempistica molto rigorosa e quindi gli Uffici faranno il possibile per potervisi attenere.
Per quanto riguarda la riforma, abbiamo la parte sulla debitoria, e con questo segnalo ancora una volta l’importanza strategica che la Regione ha voluto dare a quella decisione, cioè l’ipotesi di accollarsi, seppur ratealmente, in maniera transattiva, la vecchia debitoria dei Consorzi, segnalo il fatto che con 12 milioni di euro stanziati per le annualità precedenti a questa, quindi la vecchia legge del 2017 e il bilancio di previsione 2018 abbattiamo debiti per 37,5 milioni di euro rispetto ai Consorzi, con un’incidenza circa di un terzo e quindi in maniera significativa possiamo dire che quella misura sta funzionando.
Abbiamo un’ulteriore fase, che è quella della programmazione, così come ci viene chiesta. Ovviamente, la programmazione non può competere soltanto all’assessorato all’agricoltura. Sarebbe auspicabile una maggiore integrazione con fondi e con competenze anche di altri assessorati. In questo senso, per la prima volta da tanti anni, anche prima della solidarietà tra assessori, c’è un fondo, che è quello del Piano del sud, quindi il Piano per la Puglia, con il quale noi eroghiamo 110 milioni di euro. Il fondo nazionale. In realtà non è così, Nino, perché quelli sono minori finanziamenti o cofinanziamenti regionali per via del fatto che il Governo nazionale ha utilizzato delle risorse per altri impieghi. Quindi, sono anche soldi regionali. Tra l’altro, sono meno di quelli che avremmo dovuto avere, perché, come ricorderete, nel riparto che ha fatto il vecchio Governo ha trattenuto a sé per i Ministeri molte risorse libere dell’FSC. Paradossalmente sono anche soldi nostri. Per la prima volta, però, ci sono 110 milioni di euro, di cui 60 sono già stati stanziati per gli interventi straordinari. I prossimi 50 andranno ad agire, per volontà condivisa anche dei vari Consorzi, su una sorta di manutenzione straordinaria, cioè daremo un impulso anche noi affinché vengano puliti i canali, soprattutto quelli delle zone dove insiste la Xylella, perché con lo stesso principio con il quale imponiamo ai Comuni l’obbligo di pulire i terreni evidentemente dovremmo fare per i canali che sono nella gestione del Consorzio quindi, indirettamente, sotto una competenza politica commissariale anche della Regione. Quindi, 60 più 50.
Sulla questione del tributo, io non ho particolare propensione per difendere una misura che può sembrare impopolare, però, oggettivamente, il Tributo 630 è dovuto. È un tributo che non si paga in funzione delle manutenzioni. È un tributo che per legge si paga per l’utilità che l’opera assegna o indirettamente riverbera sui terreni. Non c’è un nesso. Poi con quel valore si devono fare le manutenzioni. Cura del commissario è stata quella di utilizzare la maggior parte delle risorse non per le spese di gestione, ma per le spese di manutenzione. Stiamo parlando di piccoli interventi. A fronte – ripeto – dei 3,5 milioni di cui parlava prima Colonna messi a ruolo, incassati 1,9, si sono potuti utilizzare solamente 800.000 euro per un’estensione di territorio di proporzioni enormi.
C’è bisogno di un patto, secondo me, di un salto di qualità. Questo patto potrebbe essere che la Regione, tramite i fondi del Piano per la Puglia, ricomincia quelle manutenzioni straordinarie più importanti, ma contemporaneamente gli agricoltori iniziano a pagare quel piccolo tributo che, a regime, può servire a far funzionare i Consorzi.
Diversamente, non esiste una ricetta magica. Se io dovessi tenere insieme quello che mi chiedete, da un lato ci sono quelli che non vogliono far pagare il 630 e dall’altro quelli che non vogliono dare il contributo. Messi assieme, in alcuni casi, anche coesistendo con lo stesso soggetto che pronuncia queste due posizioni, io vi chiedo, i Consorzi con quali risorse dovrebbero funzionare? Se non volete che gli agricoltori paghino i tributi e non volete che la Regione paghi il suo straordinario trasferimento di danaro, i Consorzi con quali risorse funzionano? Me lo spiegate? Con tutta la buona volontà, almeno una delle due ipotesi dovremmo avallarla tutti quanti. O, dividendoci, ci dovrebbero essere metà che dicono una cosa e metà che ne dicono un’altra. È paradossale che ci sia chi dice contemporaneamente tutte e due le cose. I Consorzi chiediamo di chiuderli e facciamo prima, se questa è la posizione. Mi pare più onesto. Però diciamo agli agricoltori che l’acqua... Non so se la ricevono, quei pochi che la ricevono tramite i Consorzi di bonifica, e non so a che prezzi la ricevono.
Quindi, con grande semplicità, io mi atterrei a quella che oggi è una variazione di bilancio, 4,5 milioni che ci consentono di far partire la stagione irrigua, 4 milioni che ci consentono di far partire la stagione irrigua, risorse che servono anche per consentire un bilancio previsionale che, in mancanza di alcun tipo di entrata era difficile da potersi produrre in pareggio. Poi faremo, ripeto, tutti gli adempimenti così come previsti dalla legge per andare all’unificazione, sapendo che questa norma comunque nella fase della debitoria sta funzionando ed è l’unica norma possibile che nel medio termine ci potrà consegnare di nuovo l’autogoverno degli agricoltori ed evidentemente mantenere questa divisione tra la gestione irrigua agricola e quella per usi civili. Questa è una mia posizione, però è evidente che il Consiglio su questo è sovrano. Bisognerà raccogliere su queste posizioni… Anzitutto, i Consorzi dovranno fare quello che è stato loro assegnato e poi fare una valutazione complessiva per quella che è l’attività che dobbiamo svolgere.
Quindi, il mio invito è a votare questa variazione di bilancio per avere cognizione di quello che sta accadendo, perché è comunque in una prospettiva di miglioramento della situazione che abbiamo trovato.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo l’intero disegno di legge. Ci siamo tutti in Aula? Abbiamo votato tutti?
Presenti 46, votanti 41, favorevoli 38, contrari 3, astenuti 5.
È approvato.
Credo che possiamo dare l’urgenza anche su questo. Votiamo l’urgenza per alzata di mano.
È approvata.
Passiamo al punto n. 3): “Riconoscimento debiti fuori bilancio”.
La parola al Presidente Amati… Diamo per letta la relazione.
Ci sono interventi? Non vedo nessun iscritto.
Procediamo al voto. Ricordo che ci vuole la maggioranza qualificata. Abbiamo votato tutti? Non ci siamo? Che vuole da me? È lui che comanda.
Presenti 43, favorevoli 24. Qui non ci siamo. Non ci sono i ventisei voti. Sta facendo le fotografie, Galante? È roba da matti. Volete tornare a posto? Continua tranquillamente.
Scusi, collega Barone, a questo punto dobbiamo passare al prossimo punto, al punto n. 4). È tornato qualcuno? Siamo nella stessa condizione? Stanno in bagno due, non lo so. Si è organizzato un ammutinamento.
Presenti 28, votanti 26, favorevoli 25, contrari 1, astenuti 2.
Non è approvato.
Bene, proseguiamo. [...] intesa nella Conferenza dei Presidenti, anticipiamo il punto n. 14).
La parola a Fabiano Amati.
Prego, Presidente Amati.
Speaker : AMATI, relatore.
Grazie.
Signor Presidente, colleghi, siamo chiamati ad esaminare ed approvare la proposta di legge di modifica dell’articolo 61 della legge regionale n. 67/2017. L’articolo 61 di detta legge ha disciplinato la definizione del contenzioso in materia di imposta regionale sulla benzina per autotrazione (IRBA).
Nello specifico, la norma ha previsto che, al fine di finire il contenzioso tributario pendente presso le Commissioni tributarie della Regione in materia di imposta regionale sulla benzina per autotrazione, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli definisce con transazioni, entro il termine del 28 febbraio, tutte le liti fiscali pendenti alla data del 30 giugno 2017.
Il 28 febbraio 2018, individuato dalla norma come termine entro cui decidere le liti fiscali pendenti, risulterebbe eccessivamente stringente qualora i contribuenti interessati alla transazione presentino l’istanza nell’imminenza dello scadere del termine medesimo. Tale criticità è stata rappresentata dall’Agenzia delle dogane che, in qualità di titolare della procedura transattiva, ha altresì evidenziato che il predetto termine, così come posto dalla norma regionale, non può che intendersi come perentorio per la stipula della transazione e non già come scadenza per la presentazione dell’istanza da parte del contribuente.
Con la presente proposta di legge, al fine di risolvere i problemi applicativi per i casi in cui le istanze dei contribuenti siano state presentate in prossimità del termine del 28 febbraio, si intende modificare l’articolo 61 della legge regionale n. 67/2017 individuando il termine indicato come termine perentorio per la presentazione dell’istanza di definizione del contenzioso, dal quale invece decorrono ulteriori novanta giorni per la definizione e la sottoscrizione della transazione, con conseguente slittamento di novanta giorni per il pagamento da parte del soggetto passivo dell’imposta dell’importo pari al 20 per cento del tributo dovuto.
La proposta di legge è stata esaminata in Commissione e, esaurita la discussione e il confronto, è stato espresso parere favorevole, con emendamenti rispetto al testo presentato in origine, a maggioranza dei voti dei commissari presenti.
Si sottopone, pertanto, la proposta di legge all’esame dell’Assemblea.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non vedo nessun iscritto a parlare. Prego, consigliere Pellegrino.
Speaker : PELLEGRINO.
Sull’emendamento…
Speaker : PRESIDENTE.
No, l’emendamento no. Stiamo ancora in discussione generale. Non vedo nessun iscritto, per cui la discussione generale è chiusa.
Passiamo adesso all’articolato.
C’è un emendamento a firma di Pellegrino, che è chiaro: modifica dal 30 giugno al 31 luglio 2018; poi riscrive tutto il testo, ma sostanzialmente la modifica è sulla data. Possiamo procedere? Votiamo l’emendamento a firma Pellegrino. Siamo all’emendamento.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 31, contrari 3.
È approvato.
Adesso votiamo l’articolo 1, così come è stato modificato, che è l’unico articolo dell’intera legge.
Speaker : ZULLO.
Quindi votiamo l’intera legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Esattamente. Bravo, consigliere Zullo.
Votiamo.
Presenti 41, votanti 40, favorevoli 33, contrari 7, astenuto 1.
È approvato.
Votiamo anche l’urgenza, dati i tempi stretti di scadenza.
L’urgenza è accordata per alzata di mano.
Adesso passiamo al punto n. 6).
Il Presidente Romano purtroppo non c’è, è ancora in convalescenza, speriamo che si possa rimettere il più presto possibile. C’è un Vicepresidente o diamo per letta la relazione? La diamo per letta. Ci sono interventi? No. Procediamo con l’articolato.
Articolo 1. Stiamo parlando del punto n. 6) “Proposta di legge Turco, Vizzino, Pellegrino, Pisicchio e Pendinelli”.
Hanno votato tutti?
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato.
Articolo 2. C’è un altro ammutinamento? C’è la maggioranza. Stanno tutti qui. Chi si è allontanato? Non lo so. Votiamo. Che ci posso fare?
Presenti 36, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 5.
È approvato.
Prego la maggioranza… Zinni sta lì. Sta arrivando Zinni.
Articolo 3. Presenti 38, votanti 32, favorevoli 32, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 4.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
Articolo 5.
Presenti 40, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 6.
Presenti 40, votanti 34, favorevoli 34, astenuti 6.
È approvato.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Galante, prego.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Noi ci asterremo su questa proposta di legge del consigliere, in quanto abbiamo presentato delle osservazioni a cui non abbiamo avuto risposta. Questa proposta di legge, anche se prima non è stata illustrata, individua le finalità, gli immobili regionali concedibili in comodato alle associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, Onlus in ambito sociosanitario. Queste attività sono atte, comunque, a soddisfare, mediante percorsi assistenziali integrati, i bisogni di salute della persona.
Ferma restando la bontà della norma, noi solleviamo una questione relativa ad alcune norme che vanno in contrasto con quanto previsto dalla legge regionale 26 aprile 1995, n. 27. L’articolo 18 individua come modalità di concessione in uso dei beni immobili del patrimonio disponibile solo la locazione a titolo oneroso, a differenza di quanto dispongono alcune leggi regionali.
Premesso ciò, questa deroga al principio generale di redditività del bene pubblico può essere giustificata solo dall’assenza di scopo di lucro delle attività concretamente svolte dal soggetto destinatario di tali beni.
A questo proposito, anche se la legge in alcune parti lo dice, ma non è chiara, la sussistenza o meno dello scopo di lucro va accertata in concreto, le modalità concrete con le quali viene svolta l’attività che coinvolge l’utilizzo del bene pubblico e messo a disposizione. In questo caso noi abbiamo sollevato questi dubbi, perché la possibilità che il soggetto comodatario sia accreditato potrebbe concretizzare un’indebita duplicazione di vantaggi in favore della beneficiaria stessa, invero l’accreditamento istituzionale potrebbe comportare in favore del comodatario l’assegnazione di contributi da parte della Regione per l’erogazione del servizio specifico, con il configurarsi di forme di indebito arricchimento in favore del comodatario medesimo, il quale verrebbe così a percepire la detta contribuzione e, al contempo, in virtù del comodato d’uso gratuito, disporrebbe già dell’intero immobile in assenza di proprie controprestazioni onerose. Quindi, per queste situazioni, per questa osservazione, su cui, ripeto, abbiamo chiesto delucidazioni e chiarimenti, che non sono arrivati, noi ci asteniamo, pur avendo la legge un buon fine per quanto riguarda il sistema sociosanitario delle associazioni di volontariato.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Galante.
Procediamo al voto. Abbiamo votato tutti?
Presenti 43, votanti 35, favorevoli 35, astenuti 8.
È approvato.
Passiamo adesso al punto n. 7): disegno di legge n. 66 sul demanio armentizio.
La parola al Presidente Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Presidente, siccome è una relazione abbastanza lunga, se i colleghi lo ritengono appropriato, possiamo darla per letta.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Okay.
Ci sono interventi in discussione generale? Non vedo iscritti.
Procediamo all’articolato.
Articolo 1. Abbiamo votato?
Presenti 39, votanti 35, favorevoli 35, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 2.
Presenti 38, votanti 34, favorevoli 34, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 3.
Presenti 38, votanti 32, favorevoli 32, astenuti 6.
È approvato.
Andiamo all’articolo 4.
Presenti 42, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 5. Credo che sia l’ultimo. Votiamo.
Presenti 43, votanti 40, favorevoli 40, astenuti 3.
È approvato.
Adesso votiamo l’intera legge.
Presenti 38, votanti 36, favorevoli 36, astenuti 2.
È approvato.
Adesso andiamo al punto n. 8): «Proposta di legge Bozzetti, Laricchia ed altri “Istituzione commissione di studio e inchiesta sulle Fondazioni culturali pugliesi”».
La parola al Presidente Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA, relatore.
Possiamo darla per letta.
Si tratta di un provvedimento che in Commissione non ha avuto un esito favorevole.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di legge in esame prevede l’istituzione di una commissione di studio e inchiesta finalizzata a vigilare e indagare sulle attività di governance delle Fondazioni culturali pugliesi, sulla Fondazione lirico sinfonica Teatro Petruzzelli e Teatri di Bari, sulle procedure assunzionali, sull’utilizzo dei fondi assegnati dal Ministero e dalla Regione, sulle procedure di affidamento e assegnazione di appalti, sulla congruità della normativa vigente in materia. Articolo 2.
Avevo proposto di darla per letta.
Il provvedimento è stato dibattuto dalla VI Commissione consiliare, che ha manifestato critiche sulla PdL, evidenziando preliminarmente che l’idea di proporre l’istituzione di una commissione speciale su qualunque problematica è inopportuna e confligge con le competenze istituzionali delle Commissioni consiliari permanenti, intralciando i lavori delle stesse.
È stato rilevato, inoltre, che le commissioni di inchiesta regionali non godono di poteri inquisitori né possono svolgere attività diverse da quelle già previste dal Regolamento interno del Consiglio e riconosciute alle Commissioni permanenti.
Al termine del confronto e dell’esame, la VI Commissione ha espresso a maggioranza parere sfavorevole al provvedimento e lo sottopone all’attenzione di questa Assemblea.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Santorsola.
La parola al collega Bozzetti.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
Mi preme illustrare la genesi di questa proposta di legge. Approfitto anche della presenza del Presidente Emiliano. Questa proposta di legge nasce come proposta nella sessione di assestamento di bilancio del 4 agosto 2016, quando vennero stanziati circa 800.000 euro per la Fondazione Petruzzelli. Nell’ambito di quella seduta di assestamento si aprì una discussione. In quella discussione io lanciai la proposta di una commissione di studio e di indagine proprio sulle Fondazioni, su tutte le Fondazioni culturali controllate dalla Regione Puglia, tra cui anche il Petruzzelli, ovviamente, proprio per cercare di addivenire ad una visione trasparente di quelli anche che sono i soldi che la Regione ogni anno mette a disposizione di queste fondazioni, il cui ruolo dal nostro punto di vista è molto importante per la promozione e la valorizzazione della cultura in regione Puglia.
Nell’ambito di quella discussione, il Presidente Emiliano, alla fine della discussione, disse che “tutte le opacità di cui si è parlato è legittimo e io sono il primo che necessita di comprenderne l’origine, e se lo riterrete sarà possibile per il Consiglio fare la Commissione d’inchiesta”. Ecco, a fronte di queste esternazioni del Presidente, il Movimento 5 Stelle, io mi sono mosso per istituire questa Commissione d’inchiesta attraverso una proposta di legge, che preciso leggere quali erano le finalità, perché rispetto a quello che poi è stato detto in Commissione anche da alcuni consiglieri, ovvero che se ci sono delle opacità bisognerebbe andare in procura a denunciarle, ma almeno per quanto mi riguarda questo lo faccio quotidianamente, lì dove è necessario, le finalità erano brevemente queste: indagare lo stato dell’arte dal punto di vista gestionale, finanziario e amministrativo delle stesse e le relative vicende e problematiche, laddove esistenti, che interessano le fondazioni anche in merito all’utilizzo dei finanziamenti regionali e ministeriali sulle procedure assunzionali e di affidamento e sull’assegnazione di appalti, per accertare le responsabilità anche gestionali e manageriali, in ossequio dei princìpi di trasparenza, e per riportare al centro il ruolo strategico e fondamentale della cultura nel territorio regionale; pervenire alla proposizione di modifiche e/o integrazioni tese a eliminare le criticità inerenti alle attività connesse alla gestione delle fondazioni; rafforzare le funzioni di trasparenza anche in merito alle nomine regionali; controllo strategico e potenziamento degli aspetti gestionali che hanno dato prova di positività.
Nel mentre la proposta di legge venne presentata a gennaio 2017, per poi essere bocciata in Commissione qualche mese dopo, oltre alle notizie che sappiamo per quanto riguarda la Fondazione Petruzzelli, sono successi anche altri interventi poco trasparenti che hanno riguardato anche la Fondazione Fòcara di Novoli, e in quel caso un collega, il consigliere Manca, intervenne, giustamente dal nostro punto di vista, chiedendo anche, oltre a una trasparenza e ad una risposta della Regione Puglia in quanto fondazione controllata dalla Regione, una revisione eventualmente dello Statuto; revisione dello Statuto che è una delle finalità che si proponeva questa legge, ovvero studiare le criticità, capire lì dove queste sono presenti ed eventualmente addivenire, appunto, ad una proposta di modifica anche di alcuni Statuti che potessero andare nel segno della trasparenza e della miglior gestione possibile.
A fronte di questo vorrei precisare, qualora ci fossero dei dubbi, che la Commissione d’inchiesta sulle fondazioni non riguarda solo ed esclusivamente la Fondazione culturale Petruzzelli, ma riguarda anche la Puglia Film Commission, la Fondazione Carnevale di Putignano, la Fondazione Fòcara di Novoli, la Fondazione Petruzzelli, la Fondazione Notte della Taranta, la Fondazione Paolo Grassi Onlus, la Fondazione Pino Pascali Museo d’arte contemporanea, quindi tutte le fondazioni culturali controllate dalla Regione Puglia.
Riteniamo, e questa credo che non sia solo una richiesta che venga dal Movimento 5 Stelle o dai singoli consiglieri, ma da un intero settore, che per quanto riguarda le fondazioni che gestiscono molto del patrimonio culturale della Regione Puglia, anche in termini di finanziamenti e dotazione finanziaria, ci sia bisogno di chiarezza; chiarezza che la Regione Puglia deve fare e che può fare attraverso degli strumenti. Uno di questi è, appunto, la Commissione di studio e di indagine che è prerogativa dei consiglieri regionali.
Noi la proposta l’abbiamo fatta. Siamo venuti incontro anche ad una positiva richiesta che c’era stata, un’apertura che c’era stata fatta anche dal Presidente Emiliano.
La Commissione, all’unanimità, non ha voluto intendere questa apertura e questo senso di responsabilità nei confronti di tutto il settore culturale pugliese. La riproponiamo in Consiglio regionale e ci auguriamo che l’indirizzo del Presidente e spero anche dei consiglieri sia diverso rispetto a quello della Commissione, perché la cultura pugliese ce lo chiede. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare. Procediamo al voto. Dobbiamo votare articolo per articolo. Zullo, ha chiesto di parlare? Prima di votare sul testo finale farà la dichiarazione di voto. La vuole fare subito, così si toglie il pensiero? La faccia.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente. È così gentile lei, mi mette a mio agio. Presidente, noi non parteciperemo al voto per una semplice questione: vogliamo vedere il comportamento di questa maggioranza. Io credo che questa maggioranza, che si proclama sempre trasparente e sempre pronta ad accogliere istanze che mettono in evidenza l’operato delle strutture che dipendono dalla Regione e che comunque sono influenzate dall’attività politica e amministrativa della Regione, credo che questa maggioranza voterà e accoglierà favorevolmente questa proposta di legge degli amici del Movimento 5 Stelle, anche per la sintonia che si è formata negli ultimi giorni tra il Presidente Emiliano e il pensiero del Governo che sta nascendo a livello nazionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Procediamo al voto sui singoli articoli.
Articolo 1.
Parere del Governo?
Votiamo.
Presenti 34, votanti 32, favorevoli 10, astenuti 2.
Non è approvato.
Adesso chiedo aiuto agli esperti giuristi. Credo che, avendo bocciato l’articolo 1, decadano tutti gli altri. Bene. Quindi, il testo è decaduto.
Collega Bozzetti, come lo dobbiamo chiamare questo intervento? Prego.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
Mi sarebbe piaciuto...
Speaker : PRESIDENTE.
Però non approfittate della mia flessibilità.
Speaker : BOZZETTI.
La ringrazio per la parola, Presidente.
Mi sarebbe piaciuto ascoltare il parere del Presidente Emiliano, che ha ripreso quelle che sono le sue dichiarazioni. Visto che, puntualmente, su giornali e tv ci sono sempre aperture nei confronti del Movimento 5 Stelle, alla prova dei fatti, come sempre, non si smentisce. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Queste riflessioni rimandiamole ai comunicati stampa. Adesso andiamo avanti.
L’ultimo punto, come da accordi, è il n. 9).
Io ho il dovere, sommessamente, di ricordare al consigliere Borraccino che i Presidenti di Commissioni, considerata sia l’ATN sia la delicatezza, avevano raccomandato di chiedere il ritiro del provvedimento. Questo è quello che ti voglio rappresentare.
La relazione Romano non potrà svolgerla. La parola al consigliere Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
So molto bene, Presidente, che su questa Pdl, su questo progetto di legge c’è stato un ostracismo in Commissione sanità, con una doppia votazione, la prima volta con alcuni Gruppi che hanno votato a favore, e penso ad esempio ai colleghi componenti la Commissione iscritti al Gruppo del Partito Democratico, che poi nella seconda votazione, nella figura del suo segretario, che adesso non c’è più qua in Aula, ovviamente non c’è più qua in Aula, è chiaro, non è qui con noi, ma sta più sopra, e il Capogruppo Campo votarono contro.
Nello stesso tempo io feci rilevare l’atteggiamento strano dei due colleghi del Movimento 5 Stelle, Galante e l’altro componente, che adesso mi sfugge, della Commissione sanità, che si dichiaravano favorevoli e che avevano presentato… Conca, l’assessore Conca, scusi. L’assessore Conca, il Sottosegretario Conca, della sanità, che, pur dichiarandosi favorevoli a questo progetto di legge, hanno presentato anche una mozione uguale, però si astennero al momento del voto. Devo dire che, rispetto a tutto questo, spiccava per coerenza l’atteggiamento del collega Marmo, che si era detto contrario, fermamente contrario, e continuava a esserlo su questo punto.
Io, rispetto ai suggerimenti di qualche buon amico e compagno della maggioranza, che mi suggerivano di ritirare questo progetto di legge, io dico che questo progetto di legge – parliamo della piena applicazione della legge n. 194 e, quindi, di un aspetto importante per le donne – merita la discussione ed eventualmente meriterà anche la bocciatura di questo progetto di legge, che avrà dei nomi e dei cognomi, che le donne pugliesi sapranno di quei consiglieri che, rispetto alla richiesta semplice, non come è avvenuto nella Regione Lazio, di fare dei concorsi per medici non obiettori, stante che in Puglia oramai abbiamo soltanto diciassette medici non obiettori, a Taranto ne abbiamo uno e che Dio ce lo tenga sempre che fra un anno e mezzo andrà in pensione. A Brindisi ce ne sta uno, a Lecce ce ne stanno due. Per dire quanto questo tema sia importante e caldo. Noi non chiedevamo e non chiediamo con questo progetto di legge di fare i concorsi per medici non obiettori, abbiamo chiesto che le ASL si facciano portatrici di un’attenzione maggiore sui servizi dell’IVG, sul servizio dell’IVG e che ci sia una relazione da presentare entro un tempo determinato all’assessorato e che ci siano anche delle soluzioni rispetto a eventuali tempi di attesa lunghi rispetto ad una carenza del servizio che, molto spesso, in molte ASL, non l’ho detto io, lo hanno detto i direttori sanitari o le direttrici sanitari o i responsabili dei servizi di tutte le ASL pugliesi intervenute nella Commissione sanità. L’ha detto la rappresentante della Consulta femminile della Regione Puglia eletta da questa maggioranza. Hanno detto che le preoccupazioni contenute in questa legge sono fondate. C’è stato l’attacco da parte dell’associazione del Forum delle famiglie, etichettandomi come colui che su questo tema vuole necessariamente soffocare il diritto alla nascita in una Regione con una bassa natalità. Nulla di più falso. Nessuno vuole incentivare la pratica dell’interruzione volontaria della gravidanza, ma soltanto la piena applicazione di una legge che a quarant’anni dalla sua nascita, da quel famoso 1978, la legge Basaglia, da quel famoso 1978, anche se entrò in vigore nel 1979 la legge per il servizio sanitario pubblico, da quel 1978, dalla legge per l’interruzione volontaria della gravidanza, una stagione di grande prospettiva e di grande progresso dei diritti civili e dei diritti sociali in questa nazione. Noi a quarant’anni non abbiamo dato la piena attuazione nella nostra Regione. Medici obiettori che, chiaramente avvalendosi del sacrosanto principio, anche costituzionalmente riconosciuto oltre che dalla legge, giustamente non vogliono praticare l’IVG, con il peso maggiore che c’è su quei pochi medici che praticano l’interruzione volontaria della gravidanza, che non hanno neanche una crescita professionale perché sono costretti a fare soltanto ed unicamente quello, perché all’interno di tutte le ASL oramai non c’è più nessuno che fa queste prassi, che sono previste per legge, da una norma nazionale.
Chiedo all’intero Consiglio regionale, a tutti, di farsi carico e di leggere la legge, perché non è nulla di trascendentale. Non è prevaricato il diritto all’obiezione, non c’è un incentivo alla pratica dell’interruzione volontaria della gravidanza, non c’è nulla. C’è soltanto il richiamo al rispetto di una legge nazionale. Chiedo questo. Chiedo questo ai partiti della sinistra, ai partiti del centrosinistra. Chiedo questo agli amici del Movimento 5 Stelle, che si dicono sempre attenti a questi temi, tanto è vero che hanno presentato una mozione che è quasi la fotocopia di questo progetto di legge molto elementare e molto semplice che noi abbiamo presentato. Chiedo a quest’Aula, indipendentemente dalle contrapposizioni politiche e di schieramento, di dare un segno distintivo di civiltà nei confronti delle donne pugliesi e di approvare questo progetto di legge.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Borraccino.
La parola al Presidente Marmo.
Speaker : MARMO.
Grazie, Presidente.
Ritengo che questa proposta di legge non avrebbe dovuto approdare nemmeno in Aula per la sua palese incostituzionalità. Ciò era stato evidenziato dagli uffici nell’ATN, in tutte le audizioni che abbiamo avuto in Commissione, ma è opportuno anche perché questa proposta di legge fa seguito ad una deliberazione della Giunta regionale del precedente Governo regionale che fu impugnata al TAR, bocciata e non più attivata.
È necessario che le donne pugliesi sappiano tre cose. La prima, che questa non è una discussione sulla IVG, perché quella è garantita come possibilità – nemmeno come diritto – da una legge dello Stato. Secondo, che la proposta riguarda la possibilità di… Prima si parlava di assunzioni, poi di altro tipo di atteggiamento discriminatorio al contrario nei confronti di coloro i quali, medici, si dichiarano obiettori. La terza questione è la mistificazione del titolo stesso di questa legge, e cioè questa legge parla della piena applicazione della 194. Ebbene, il collega Borraccino dimentica – e non credo che sia un caso, ma sia un dato costitutivo della propria cultura politica – tutte quelle azioni positive previste dalla legge, che dovrebbero essere attivate attraverso i consultori, i servizi sociali della Regione, e attraverso finanziamenti ad hoc a sostegno della maternità, tutti quegli istituti che, invece, non sono assolutamente attivati in alcuna parte – posso dirlo a gran voce – d’Italia e in questa regione in particolare, dove la maggior parte, la stragrande maggioranza delle interruzioni di gravidanza avviene per motivi economici e sociali, e non per deliberata volontà o scelta che sia attribuita dalla legge.
Allora di questa legge in questo Consiglio non se ne doveva parlare, perché il falsare con il titolo stesso il contenuto io credo che sia già un elemento che faceva venire meno la necessità di una legge, perché di tutto ciò che, invece, va applicato per l’effettiva tutela della maternità non se ne parla. Ci si preoccupa soltanto del numero dei medici non obiettori. Ebbene, a questo può provvedere la Giunta. Sarebbe bastato un ordine del giorno per prevedere la par condicio. Ma è venuto fuori, ed è venuto fuori molto chiaramente dalle audizioni, che in Puglia non ci sono elementi di criticità rispetto alla volontà di interruzione della gravidanza. Anzi, è una delle regioni dove maggiormente viene praticata, nonostante la limitazione di medici a questa funzione preposti. Allora qual è il problema? È una questione che non esiste. È una questione di voler far valere una concezione politica che viene da lontano, viene dalla bocciatura di una delibera del Governo Vendola, assessore alla sanità, l’assessore Fiore, e oggi Borraccino, per essere il migliore della classe nel mantenere alti i propri valori, la propria cultura, ritiene di dover insistere senza alcun ragionamento critico. E noi su questo non siamo d’accordo. È già assai che ci stiamo esprimendo su una legge che non doveva approdare all’Aula, perché è incostituzionale ab origine, e lo avevamo detto in Commissione, lo avevamo detto in tutte le sedi possibili. Non è possibile essere trascinati in una discussione per acritica volontà di un solo consigliere.
Come vedi, quello che era in Commissione continuo ad essere a viso aperto anche in Consiglio. Noi siamo assolutamente contrari e chiediamo che non si passi al voto rispetto a questa proposta di legge.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Liviano.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Grazie, Presidente. Io, invece, mi permetto di ringraziare il collega Borraccino per aver sottoposto alla nostra attenzione un argomento così fortemente importante, che ci interpella, perché ci interpella evidentemente la vita delle persone, ci interpella il fatto stesso di essere appartenenti a un’unica razza, che è la razza oserei dire degli umani: tutto ciò che è vita non può tenerci indifferenti. Io non sono in grado di dire se la proposta di Borraccino è incostituzionale ab origine, non sono in grado di dirlo, però mi permetto di fare alcune riflessioni e lo faccio tenendo conto di due livelli: il livello del diritto e il livello della valutazione morale. Se il livello del diritto non può perdere la propria autonomia rispetto al punto di vista morale religioso, cioè sono due livelli evidentemente differenti, è vero anche che per me che credo nella vita come dono, la valutazione morale in questo caso non può essere terza e indifferente. Io non sono certo che la 194 sia nata per favorire l’aborto. In verità mi sembra di poter dire il contrario. Non è nata per favorire l’aborto, ma è nata per prevenirlo. Però, è anche vero che è evidente che se delle donne arrivano a interrogarsi sull’opportunità di interrompere la gravidanza è perché alla base spessissimo – oserei dire quasi sempre – ci sono sofferenze, drammi rispetto ai quali noi non possiamo essere terzi o indifferenti. Non ci può lasciare indifferente la sofferenza, il dramma, gli interrogativi di quelle donne, di quelle persone che si stanno interrogando.
È antipaticissimo parlare di argomenti così importanti mentre gli altri parlano per conto loro. Veramente, Presidente, io la prego di chiedere al Presidente Emiliano di imparare ad ascoltare. Forse sarebbe utile anche per lui.
Stavo dicendo...
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi, un attimo di silenzio, per favore. Il tema è delicato.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Una donna che si approccia all’interrogativo se interrompere la gravidanza o no, evidentemente racconta sofferenze, racconta drammi rispetto ai quali noi non possiamo essere terzi, non possiamo essere indifferenti.
Il mio voto rispetto a questa legge sarà negativo, perché il valore della vita, il valore della vita che nasce, che viene concepita è, a mio parere, un dono grande rispetto al quale non si possono immaginare percorsi di interruzione. Questo mi porta anche a pensare che tutto ciò...
Speaker : PRESIDENTE.
Colleghi, per favore, c’è un collega che sta parlando. Un attimo di rispetto.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
...che è contenuto nella legge n. 194, penso ai consultori, penso ai servizi sociali, penso alle fasi di accompagnamento, alle fasi di accompagnamento nella fase della gravidanza e alle fasi di accompagnamento post gravidanza quando il bambino è nato e la famiglia, magari, fa fatica e non sa bene come portare avanti... Non possiamo essere terzi.
Se penso che i consultori sono vuoti, se penso che non stanno funzionando, se penso che la rete dei servizi sociali e sociosanitari nei nostri territori sta facendo cilecca, se penso che i servizi di accompagnamento e di prevenzione stanno raccontando sofferenze, allora, più che agevolare la presenza di medici non obiettori, mi permetterei di spingere e di sottolineare l’opportunità di valorizzare ancora di più e di avvantaggiare ancora di più un lavoro di accompagnamento.
È facile parlare di qua. Ovviamente, stiamo parlando della vita delle persone, degli interrogativi, dei dubbi, delle sofferenze. Andare a legittimare o a non omologare, insomma a commentare le scelte delle persone è impossibile. Da un lato c’è questa sofferenza incredibile, perché il diritto non può perdere la propria autonomia; dall’altro, però, la valutazione morale mi porta a dire che la vita viene prima di ogni cosa. Quindi, il mio voto è negativo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al collega Liviano.
La parola al collega e Presidente Amati.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo non si farà arruolare dai toni abili di Borraccino e Marmo, nel senso che l’aborto e la 194 con questa legge non c’entrano niente. Devo dire che il collega Borraccino ha avuto una certa abilità, perché il tono ha pronunciato ideale, il testo invece ha consegnato, al più, un provvedimento amministrativo, cioè una determina dirigenziale di una ASL, proprio al più, a tutto concedere. Ed egli, che l’ha impostata bene, ha fatto sviluppare questo dibattito molto sostenuto sulle questioni al fondo della legge n. 194/1978, a cui il collega Marmo ha prontamente prestato adesione e a cui il collega Liviano poi si è adeguato mettendo in evidenza i suoi convincimenti. Bene, vi devo dare una notizia, ed è il motivo per cui il nostro Gruppo voterà contro: non c’entra niente la 194.
C’è un unico articolo, che è l’articolo che ha determinato qualche impegno argomentativo, che in fondo è quello che determina una riflessione in più, perché per il resto sono buone intenzioni o manifesti, i quali mettono in evidenza lo scopo di una legge che vuole semplicemente riattribuire un’ipotesi di discussione attorno a questo argomento. E l’articolo che ha un minimo entro cui dovrebbe indugiare una riflessione, perché per il resto, colleghi, potete ovviamente continuare a discutere sulla 194 del 1978 e su tutti gli effetti che questa ha generato negli anni, è l’articolo 4. Cosa dice l’articolo 4? L’articolo 4, in particolare il terzo comma, l’unico comma con effetti vagamente dispositivi o precettivi, l’unico comma, perché per il resto non c’è precetto, quindi non c’è evidentemente norma, quindi al più sarebbe una legge provvedimento, ma questa è una grande concessione, perché nella verità sarebbe una determina dirigenziale di un’ASL, dice che il direttore generale e le ASL adottano ogni misura idonea, anche disponendo la sostituzione di personale mediante turni di reperibilità, attivando procedure di mobilità nel rispetto della normativa vigente in materia qualora non c’è la possibilità di avere medici abortisti. Bene. È ciò che regolarmente accade ed è stato pure detto nel corso delle audizioni. Noi dobbiamo prestare credito a quello che è stato detto da chi opera e non prestare credito eventualmente alle suggestioni.
Io so che questa proposta di legge nasce sulla base di una notizia che riguardava la Regione Lazio, dove anche lì fu svolto un percorso di riapposizione di principi, però accade e accade regolarmente, con regolarità, che nelle ASL si proceda a ciò, ovvero, dice la norma, procedendo all’indizione di concorsi specificamente riservati a personale sanitario non obiettore.
Questo inciso è un inciso che sicuramente non passerebbe il vaglio di nessuna valutazione di congruità con la Costituzione per un motivo evidente, perché qualora il legislatore assegni un rilievo alla tendenza, cioè alla tendenza culturale, essa tendenza può essere revocata in ogni momento altrimenti non sarebbe una tendenza, per cui non ci può essere un bando di concorso, una lex specialis, all’interno del quale si pongano delle limitazioni per l’iscrizione ad un concorso fondate su problemi di cultura e di tendenza.
Su questo, se avete la passione per queste cose, vi inviterei a rileggere la famosa controversia tra il professore Lombardo Vallauri e l’Università di Firenze quando egli insegnava alla Università di Firenze, che non poteva esistere né la pena eterna e né l’inferno. Lui insegnava filosofia del diritto e andarono sino alla Corte europea dei diritti dell’uomo, se vi interessa questo argomento. Da questo punto di vista è un inciso che, in realtà, va a cozzare con tutti i principi di rango costituzionale e con i principi di rango continentale contenuti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Ciò detto, quindi, tutta questa legge per dire cosa? Per dire che il direttore generale qualora non può stabilire un turno per poter effettuare le interruzioni volontarie di gravidanza deve fare cosa? Deve disporre servizi sostitutivi attivando procedure di mobilità. Qui ci sarebbe da dire, perché attivare una procedura di mobilità è abbastanza complesso con riferimento a questo singolo argomento, ma quello che conta, in realtà, è la disposizione della sostituzione di personale, che è ciò che già i direttori generali fanno.
Se volete impegnarci, come Gruppo politico, come Gruppo del Partito Democratico, a discutere sull’intero impianto della legge, così come è stata presentata, che in realtà, come ho detto avviando l’intervento, assume questi toni solo per l’abilità con cui il collega Borraccino la propone, noi non ci arruoleremo.
Chiederci cosa pensiamo dall’aborto, chiederci cosa pensiamo delle donne non c’entra. Noi non possiamo rispondere ad una domanda che non c’entra. Non è quella la domanda. Se ci chiedete, invece, cosa ne pensiamo dall’articolo 4, perché questa è la domanda, l’articolo 4 è a tutto concedere un provvedimento amministrativo, una parte; un’altra parte soffre di incongruenza, sia costituzionale sia di rango continentale.
Quindi, noi voteremo “no” non perché stiamo mettendo in discussione la n. 194/78, le battaglie, i movimenti delle donne. No. Ci è estranea questa discussione. Non è questa l’ora, perché non è questo il tema su cui ci avete interpellato. Noi voteremo contro perché l’unica parte vagamente precettiva è una parte incongrua che assomiglia ad una legge provvedimento. Non esiste la legge determina, il concetto di legge determina. Prima o poi qualche giurista lo inventerà, però se qualcuno volesse applicarsi, in realtà, ha queste caratteristiche. La legge determina. Noi, che abbiamo una considerazione di noi stessi molto alta e ci sentiamo legislatori, non presteremo le nostre parti e il nostro lavoro per tenere in piedi quello che sembra, in realtà, un espediente per dire ben altro rispetto a quello che è contenuto nella legge.
Il diritto deve avere una prima qualità. La prima qualità del diritto è che non può essere bugiardo. Questa legge, siccome il suo contenuto precettivo è soltanto in quella piccola parte dell’articolo 4, qualora venga organizzato attorno, invece, ad altre questioni, che sono questioni estranee alla nostra competenza, rischia di diventare un diritto bugiardo. Si badi: non è che ripeterlo dieci volte o ripeterlo cento volte nei comunicati stampa fa diventare questo argomento una verità, come facevano i migliori ministri della propaganda. Peraltro, lo fa anche spesso la collega Laricchia, l’ha fatto oggi per il servizio idrico integrato, ma lei ha toni gentili, lei non urla, quindi lei è più pericolosa in questo senso, perché quando ripete la stessa cosa in maniera difforme dalla realtà tu rischi di crederci. Nel caso del collega Borraccino, invece, il tono così sostenuto è sicura garanzia che noi non possiamo cascarci con riferimento al fatto che, ripetuto cento volte, poi d’incanto diventi verità, perché questa legge non tratta la 194 e l’interruzione volontaria della gravidanza, e per questi motivi voteremo contro.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Galante.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
In Commissione c’è stata questa discussione se accettare o meno di portare in Consiglio questa proposta di legge e io e il consigliere Conca abbiamo dichiarato che effettivamente questa legge può essere, perché siamo ancora convinti di questo, superata e si può evitare un dibattito su “aborto sì, aborto no”, evitando di scontrarci ulteriormente su qualcosa di acquisito ormai. Quindi, qua non stiamo parlando se la legge n. 194 è attuale, ma si parla di una efficacia della legge n. 194 e se effettivamente in regione Puglia questo avviene. Allora noi dicemmo: non partecipiamo al voto, presenteremo una mozione, forse è più veloce, perché dovrebbe essere la Giunta ad occuparsene, in questo caso a maggior ragione il nostro Presidente di Regione Emiliano dato che è anche assessore alla sanità, e abbiamo detto anche “poteva fare qualcosa di sinistra forte” e applicarla questa 194, e toglieva le castagne dal fuoco a tutti, perché in realtà chi abbiamo ascoltato ci ha detto che questi problemi sono reali. Nelle ASL c’è questo problema degli obiettori di coscienza, c’è un numero limitato, i consultori non funzionano, c’è da riorganizzare la rete distrettuale, quindi abbiamo detto: noi presentiamo una mozione non perché la preoccupazione di Borraccino non fosse reale, ma perché abbiamo detto che era una cosa che andava oltre quella che poteva essere un’azione più efficace portata avanti dal Presidente Emiliano.
Io credo che qui stiamo discutendo “del nulla”. Oggi magari possiamo anche vedere, non so se questo può avvenire nelle procedure: se approvassimo la nostra mozione che è ferma da tantissimo tempo, il Presidente Emiliano potrebbe togliere questo problema di questa discussione. Ripeto, qui non stiamo discutendo di un diritto acquisito da parte delle donne, che le tutela sotto diversi punti di vista. Quindi, è inutile discutere di questa realtà. Poi, se ognuno in sua coscienza vuole votare a favore o meno per evitare poi strumentalizzazioni, che magari qualcuno ha votato contro ed è contro l’aborto, perché non si capisce che questo è un passaggio dovuto dalle direzioni generali, dovuto anche dal controllo di un assessorato alla sanità che deve controllare effettivamente nelle ASL se questo viene rispettato e se il percorso delle donne quando devono abortire per mille motivi viene tutelato in tutti i suoi aspetti. Su questo ognuno si potrà esprimere come vuole. Evitiamo di strumentalizzare questa discussione perché, ripeto, la 194 è ormai attuale e acquisita. Il fatto che poi non sia realmente applicata è un problema delle Regioni, degli assessori alla sanità e dei direttori generali.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al Presidente Zullo.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente. Colleghi, sono contento di essere stato colui che in Conferenza dei Capigruppo ha detto stamattina: “Si deve discutere. Borraccino ci tiene e dobbiamo discuterla”. Perché sono contento? Perché da questo confronto stanno venendo fuori i veri temi della vita delle persone e sta venendo fuori anche l’onestà intellettuale di alcuni di noi. Io ringrazio il collega Liviano, lo ringrazio quando dice che noi viviamo un sistema sanitario che ha rarefatto i consultori. Non solo li ha rarefatti nel numero, ma li ha rarefatti anche nella composizione multi-professionale delle équipe consultoriali.
Lo ringrazio quando dice che abbiamo un sistema di welfare, di assistenza sociale rarefatto, che fa cilecca diceva, ed è così. È così perché non è vero che noi non dobbiamo parlare di quello che avviene perché semplicemente questa proposta di legge può essere tradotta in una direttiva, e sono d’accordo, ne dobbiamo parlare per prendere coscienza di quello che avviene in questa Regione.
La legge n. 194 nasce per tutelare la vita, non per andare incontro all’aborto e tanto nasce per tutelare la vita che pone in sé due situazioni. Dice che gli uffici e le strutture devono rimuovere tutte le cause che sono di ordine psicologico, sociale, economico, eccetera che creano impedimento alla prosecuzione di una gravidanza.
La Puglia ottempera a questo dettato di legge? Ce lo dobbiamo chiedere. Ringrazio Borraccino, perché ci dà la possibilità di interrogarci. La Puglia fa tutto questo? Io credo proprio di no. Dice che l’interruzione di gravidanza è un fatto eccezionale, che deve verificarsi se ci sono delle condizioni particolari, tant’è che dice alla donna o alla coppia: “Dovete soprassedere sette giorni prima di decidere”. Quindi, non è una situazione che si determina così, d’emblée.
Noi abbiamo il dovere di rispettare le generazioni future, quello che avverrà. In un momento storico caratterizzato da una forte denatalità, credo che di questo una classe politica dirigente si debba far carico per capire nel futuro la nostra specie come potrà sostenersi, come potrà sostenersi nel rapporto tra nuovi nati e persone anziane o nel saldo tra natalità e decessi. Chi ha visto i dati ISTAT dell’andamento demografico della popolazione in questo nostro Paese si può rendere conto che tra 25-30 anni ci sarà una catastrofe in tutto questo.
Effettivamente, non si può dire “facciamo una legge perché il direttore generale deve fare qualcosa”. Io sono per la semplificazione delle leggi. Quando ho letto qualche quotidiano mi si diceva che il professore indicato premier a livello nazionale ha parlato di un dato: semplificare le leggi, semplificare la burocrazia, cancellare le leggi. Stamattina un collega di Gruppo mi diceva: “Perché non presentiamo una proposta di legge?”. Io ho detto: se presentiamo una proposta di legge è per cancellare tante leggi, perché non ce la facciamo più.
Noi riteniamo questa proposta di legge inutile. Non apporta nulla a quello che già c’è. Proponiamo, invece, un’esortazione a chi è chiamato a governare questa Regione a governare il servizio sanitario regionale, ad esortare a organizzare i servizi, a organizzare soprattutto partendo dai servizi di prevenzione. Quanto è più bello prevenire una gravidanza attraverso un’informazione e un’educazione sanitaria ai giovani, utilizzando i metodi di contraccezione. Quanto è più bello, piuttosto che poi arrivare all’atto riparativo. È molto più bello attuare politiche di prevenzione, che io penso che siano deficitarie in questa regione, lo dico e lo sosterrò. Tant’è che, se noi guardiamo anche i dati economici dei documenti di indirizzo di questa Regione, si nota che le risorse messe a disposizione del sistema della prevenzione si riducono sempre più rispetto agli anni precedenti, il che va in controtendenza rispetto a quello che deve essere la corretta e l’appropriata allocazione delle risorse per poter rispondere alle esigenze reali della popolazione.
Detto questo, io penso, Borraccino, che forse sia meglio ritirare la proposta di legge e dico, assessore Ruggeri, che noi dobbiamo fare provvedimenti, non so se legislativi o se amministrativi, o se comunque delle direttive, noi dobbiamo fare dei provvedimenti che devono essere di aiuto alla famiglia, di essere di aiuto alla natalità, di fare in modo di essere non quei politici che guardano al momento, ma quei politici che si proiettano nel futuro e guardano con drammaticità quello che avverrà in questo futuro, ed è una drammaticità che prende tutti, prende i giovani e i nuovi nati, ma prende noi, che abbiamo un’aspettativa di vita molto alta, che abbiamo l’ambizione e la voglia di godere della pensione, ma se non c’è natalità quella pensione fino a quando arriveremo a 80-85 anni, che è la nostra aspettativa di vita, non ce la pagherà nessuno.
Caro assessore Ruggeri, sta gestendo un assessorato molto difficile, difficile perché incontra il disagio della gente e molte richieste di interruzione volontaria di gravidanza sono legate al disagio della gente, ma sta gestendo un incarico difficile perché non guarda solo questo incarico alle esigenze del presente, guarda soprattutto alle esigenze del futuro, ed è sul futuro che noi ci dobbiamo concentrare, e certamente questa proposta di legge non guarda al futuro, guarda a un momento forse contingente, e dico forse, ma il futuro ha bisogno di ben altri provvedimenti.
Con il voto contrario rispetto a questa proposta di legge, caro assessore, noi le dichiariamo la nostra disponibilità a essere accanto a lei per guardare a quel futuro, a fare in modo che ci siano proposte che vadano incontro a sostegno per chi si approccia a mettere su famiglia, a fare coppia, a coronare il sogno della vita, a coronare quel sogno che noi abbiamo potuto coronare e che molti giovani, invece, proprio perché le politiche di supporto sociale sono molto spesso deficitarie, non riescono a fare coppia, a fare famiglia e a fare figli. Questa nostra disponibilità è totale e completa in questo senso. Grazie. Confermo la nostra contrarietà a questa proposta di legge.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Manca.
Speaker : MANCA.
Collega Borraccino, può dire alle donne che il dottor Luigi Manca, consigliere regionale, è tra coloro che ha votato no a questa legge. Mi prendo tutte le mie responsabilità. Lo faccio volentieri per un motivo semplice: io non vado contro le donne. Forse lei non sa che io sono specialista in ostetricia e ginecologia, quindi sono un ginecologo. Fino a qualche anno fa ho seguito le donne da questo punto di vista e non sono mai stato contrario alla richiesta delle donne di essere sottoposte a un’interruzione di gravidanza.
La Regione Puglia, ormai, come ha detto il collega Zullo, è al primo posto per fare una legge, per far rispettare la legge. È allucinante. A livello nazionale abbiamo già la legge n. 194 che dice esattamente quello che bisogna fare e rispetta le donne. Anzi, dà questa opportunità. Da un lato dà la libertà di scelta alle donne di poter fare l’interruzione di gravidanza senza essere fuori legge, dall’altro dà delle regole ben precise. L’interruzione di gravidanza si fa entro la dodicesima settimana, quindi non si fa quando la donna vuole. Ci sono delle regole ben precise. Noi abbiamo una legge che deve essere - e questo va benissimo – rispettata. Dobbiamo fare in modo che le donne abbiano la visita quanto prima possibile. Naturalmente è tutto in regola. Noi specialisti, se dobbiamo fare un certificato di interruzione, lo facciamo, ma la donna ha a disposizione sette giorni di tempo per poter pensare a cosa fare. Poi, spetta alla Regione, spetta all’assessorato, spetta ai direttori generali fare in modo che questo venga attuato.
Se, eventualmente, abbiamo carenza di ginecologi che sono gran parte obiettori, facciamo in modo che chi non è obiettore faccia dei turni. Ai non obiettori facciamo fare quello che devono fare, le interruzioni di gravidanza. C’è un problema importante, non deve essere fatta una legge per favorire questo, e sono d’accordo con il consigliere Liviano e, una tra le poche volte, sono d’accordo con la maggioranza. Dobbiamo capire per quale motivo le donne vogliono fare l’interruzione. Forse, collega, lei non lo sa, ma gran parte delle donne che chiedono di fare l’interruzione di gravidanza sono donne sposate che hanno una certa età. Vuol dire che ci dobbiamo porre il motivo per cui si chiede di fare l’interruzione. Vuol dire che già hanno diversi figli, vuol dire che non c’è il lavoro, vuol dire che c’è la problematica di seguire i vari figli.
A questo punto, do atto che su questo hai dato l’opportunità a tutti di poterne parlare e fare in modo che si discuta seriamente su questa problematica. Poniamoci il problema di aiutare le famiglie e fare in modo che eventualmente – questo, sì, facciamolo – chi chiede l’interruzione di gravidanza non per un errore fatto, ma perché c’è una problematica economica, di aiutare queste famiglie a non fare l’interruzione, ma a portare avanti la gravidanza, quindi anche a dare aiuti negli anni successivi.
Non ci vuole una legge. Facciamo la stessa cosa con le liste d’attesa. Facciamo una legge per fare un’altra legge per far rispettare le liste d’attesa. È allucinante. Noi facciamo una legge per far rispettare la legge n. 194.
Ribadisco quello che ho già detto in Commissione. Io sono contrario per il semplice motivo che non ci vuole una legge per poter dare rispetto alle donne. Il mio “no” non è per andare contro le donne. Il mio “no”, invece, è per fare in modo – questo da oggi facciamolo tutti, anche tu – che i direttori generali rispettino le regole e per fare in modo che la donna non debba andare in giro per il mondo per ottenere quello che la legge le permette di fare. Aiutiamo anche le donne.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, collega Manca.
Ha chiesto di nuovo la parola il collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Presidente, se ci sono altri interventi...
Speaker : PRESIDENTE.
Ci sono altri interventi, sì.
Speaker : BORRACCINO.
...posticipo il mio intervento.
Speaker : PRESIDENTE.
Alla fine per una breve replica?
La parola al collega De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
Questa cosa della replica mi risulta nuova, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Poi facciamo fare le controrepliche, come nelle migliori udienze.
Speaker : DE LEONARDIS.
C’è tutto. Proprio adesso stavo vedendo sull’ANSA che oggi risulta il quarantennale dell’approvazione della legge n. 140. Si dice che per la prima volta si è sotto i 60.000 aborti. Ritengo positivo che si stia scendendo e si stia riducendo questo numero.
D’altronde, durante le audizioni, venendo a conoscenza ed entrando nel merito della legge, di quella che è la situazione attuale in Puglia, dopo che abbiamo approvato qui la pillola del giorno dopo, nonostante questo, abbiamo visto che cosa? Naturalmente dopo tanti anni si sono fatte delle statistiche e ci sono anche dei numeri per capire chi ricorre alla pratica abortiva e quanto, e si è visto che, come anno di base, nel 2015 ci sono state in Puglia 7.574 interruzioni volontarie di gravidanza, cioè siamo secondi in Italia, dopo la Liguria, per rapporto di abortività e terzi per il relativo tasso dopo Liguria ed Emilia. Ma la cosa più interessante è questa: il 22,9 per cento delle pugliesi che hanno abortito nel 2015 lo aveva già fatto una prima volta, l’8,3 per cento due volte, il 2,7 per cento tre volte. Quindi, abbiamo il record nazionale delle recidive.
Quindi io mi chiedo, volendo anche entrare nel merito della legge, e sicuramente il collega Borraccino sarà voluto intervenire dopo ciò che è successo nel Lazio, dove c’è stato quel bando famoso riservato per l’assunzione di medici non obiettori, quindi la Puglia non poteva essere seconda in questo al Lazio e, quindi, si è voluta fare promotrice di questa che io direi più che legge e nemmeno, collega Amati, una determina, ma parlerei più di una circolare esplicativa, con delle intenzioni varie da mandare ai direttori generali della ASL, perché la questione è la seguente: noi siamo oggi in carenza e in difficoltà da questo punto di vista? Abbiamo visto con i numeri che non è così. Abbiamo anche visto, proprio leggendo questo articolo sull’Ansa, che non è il numero dei medici obiettori il parametro nazionale che incide in maniera forte, ma è soprattutto l’organizzazione delle strutture sanitarie che danno questa possibilità alle donne. Non è, quindi, quanti medici obiettori ci sono, ma come le strutture si organizzano. Anche perché per fare un’interruzione di gravidanza occorrono, sempre in base ai dati di cui sono in possesso, non più di dieci minuti.
Capisco la volontà del collega Borraccino di mettersi, per l’ennesima volta, la medaglietta rossa al petto e di portare avanti un tema politico importante, ma entrando nel merito della questione oggi non c’è questa carenza nella Regione Puglia, non c’è una carenza di medici abortisti. Se si fanno dei bandi dedicati per l’assunzione dei medici abortisti, se dopo sei mesi il medico diventa obiettore di coscienza, noi che facciamo, lo licenziamo? Non diamo a lui la possibilità di cambiare idea? Oggi il tema di questa legge non è un tema importante della nostra Regione. Io ritengo che oggi la Regione Puglia sia ampiamente nella possibilità di dare la possibilità alle donne che lo vogliano di poter abortire. Piuttosto mi sembra che bisogna portare di nuovo al centro dell’attenzione la famiglia e soprattutto la denatalità in Puglia.
La Puglia è la regione dove c’è una denatalità che sta sempre maggiormente aumentando. Indirizzerei l’attenzione del Governo, di tutto il Consiglio regionale soprattutto verso la possibilità di dare alle donne, alle famiglie italiane la possibilità di avere delle risorse importanti per poter crescere dei figli, per avere la possibilità di avere un minimo mensile… Io ho proposto una volta anche in una variazione di bilancio un bonus di questo tipo. Poi, naturalmente, ci fu una grossa discussione con il dirigente dell’epoca, che ancora adesso è in assessorato, sulla copertura finanziaria per il famoso bonus bebè. Il tema, mi sembra, colleghi, non sia quello dell’aborto, ma della denatalità.
Noi dobbiamo mettere delle risorse sostanziose – Assessore Ruggeri, so che lei è attento a questo tema – per dare alle donne, alle famiglie, contributi mensili fino all’età di 18 anni direi io per poter portare avanti i figli, perché oggi il vero problema è questo. Ci sta una emigrazione della nostra Regione a cui si sta affiancando la denatalità. Questo tema che oggi viene affrontato, collega Borraccino, lo affronterei in quest’altra maniera, senza mettersi medaglie e medagliette, ma cercando di dare risposte ai pugliesi da questo punto di vista, dal punto di vista dello sviluppo e della crescita di questo territorio.
Non voglio dire che votiamo contro questa legge, perché questa non può assurgersi nemmeno a titolo di legge. È quasi, direi – Amati non c’era prima – più una circolare esplicativa per i direttori generali. Dobbiamo cercare di portare avanti un tema che vada in una direzione che è completamente opposta a quella che lei indica, collega Borraccino, e a cui noi saremo molto attenti.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al Presidente Congedo.
Speaker : CONGEDO.
Grazie, Presidente.
Ritengo questa discussione un’occasione assolutamente persa. Credo ci sia bisogno di una discussione sulla legge n. 194 e sulla sua applicazione in questa Regione per ragioni completamente opposte a quella del collega Borraccino, per ragioni che sono più aderenti al reale spirito della legge n. 194. Basta guardare il titolo della legge n. 194 per comprendere che non è la legge per l’aborto. È la legge a tutela della maternità e anche per l’interruzione volontaria della gravidanza. Per la tutela sociale della maternità. Noi, invece, abbiamo derubricato un dibattito che poteva essere interessante per comprendere le ragioni del ricorso all’aborto, ma anche per capire se questa legge sta realmente funzionando nell’aspetto più nobile, a mio modo di vedere, che è quello della tutela sociale della maternità. Invece l’abbiamo derubricata a un dibattito su una legge che ha evidenti profili di incostituzionalità, non perché lo dica il consigliere Congedo. Basta andare a guardare la sentenza della giustizia amministrativa rispetto ad una delibera di Giunta del precedente Governo regionale, del Governo Vendola, per comprendere che un’impostazione di questo genere è un’impostazione del tutto incostituzionale.
È un’occasione persa perché bisognava interrogarsi e bisogna interrogarsi in questa Regione per comprendere se esiste un problema di interruzione volontaria, di accesso all’interruzione volontaria della gravidanza. Se un problema come questo esiste – ma mi sembra di aver capito, dalle audizioni fatte in Commissione, che non esiste un problema di questo genere – non era necessario un atto legislativo, peraltro con profili, torno a ribadire, di illegittimità costituzionale. Serviva un atto amministrativo, come suggeriva il collega Amati, un provvedimento, la delibera di un direttore generale.
Allora è il caso, invece, di interrogarci. Se un problema esiste in questa Regione è quello della difesa della vita, che è un diritto difeso dalla nostra Costituzione, è un diritto costituzionale che deve essere onorato. Per comprendere se questo diritto è realmente presente nella nostra Regione, credo che non ci sia fotografia migliore di quella che ci dà l’ultimo rapporto ISTAT sul tasso di denatalità nel nostro Paese e nella nostra regione. I dati ISTAT ci dicono che nel 2007 ci sono state appena 464.000 nascite, ben il 2 per cento in meno rispetto al 2016, che è il nono anno consecutivo in cui vi è, dal 2008, un decremento delle nascite. Nove anni fa erano 557.000, oggi sono 464.000. Questi sono dati ovviamente nazionali, ma in quota parte sono anche riscontrabili nella nostra regione. E ci dice anche che i residenti al 1° gennaio 2018 sono 100.000 in meno rispetto a quelli dell’anno precedente, il che ci pone un problema e un interrogativo veramente di prospettiva: comprendere come affrontare un problema di questo genere, che l’Istat stesso definisce un inverno, l’inverno più gelido sotto il profilo della natalità dal dopoguerra in poi.
Io credo che un discorso più serio sarebbe stato quello di comprendere – e do per buoni, ovviamente, i dati che ci citava il collega De Leonardis, in cui ci dice che la nostra regione è la seconda regione in Italia per accesso all’interruzione di gravidanza, se i dati sono quelli, ma non ho dubbi nel ritenerli tali, oltre 5.000 aborti nella nostra Regione – quali sono le reali cause dell’accesso all’interruzione di gravidanza da parte delle donne. La stragrande maggioranza delle volte si tratta di motivi di carattere sociale ed economico. Allora forse un dibattito sulla 194 sarebbe stato più utile nell’individuare quali risposte una Regione come la nostra possa dare a una scelta così difficile per una donna. Il vero problema è quello di comprendere come affrontare questo problema, se la nostra rete dei consultori funziona, se non sia il caso di mettere in campo delle reali politiche di sostegno alla maternità, di avere anche una semplice ricognizione di quali sono le cause dell’accesso all’interruzione di gravidanza.
Allora l’invito che faccio al collega Borraccino è quello magari di ritirare questa proposta di legge e di affrontare, magari in Commissione, con l’ausilio degli uffici e dell’assessorato, e poi anche in Consiglio, una discussione vera sulla 194, nella sua totalità, nel suo vero spirito, che non è, come è nell’immaginario collettivo, la legge per abortire, torno a ribadire è la legge a difesa della maternità e della funzione sociale della maternità. Allora, ovviamente, se l’invito dal collega Borraccino non dovesse essere accolto, non posso che esprimere, come già hanno fatto altri colleghi, il mio voto contrario a questa legge, non solo perché viziata da profili di illegittimità costituzionale, ma perché completamente contraria al vero spirito della 194.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al collega Congedo. La parola al collega Pellegrino.
Speaker : PELLEGRINO.
Grazie, Presidente. In Commissione ho già avuto occasione di esprimere la mia contrarietà a questa proposta di legge, che non è né una circolare né una legge provvedimento, come è stato pure detto, perché, invece, afferma dei principi estremamente significativi nel senso negativo del termine e, in particolare, perché all’articolo 1 sembra questa proposta voler sovvertire quella che è la finalità della legge 194, che è stata qui ricordata da molti di noi e che quindi non starò a ripetere, che fonda le sue radici (la 194) nella finalità di tutela sociale della maternità. Poi, come fase che vedremo subito dopo, che significazione può avere, quella dell’interruzione volontaria della gravidanza.
La legge 194, che è frutto di un compromesso storico, un compromesso sociale, l’anno in cui fu emanata io l’ho vissuto perché ero allora giovanissimo, fu un compromesso perché fu naturalmente dato spazio anche a quel settore femminile che vedeva nella rivendicazione della proprietà del proprio utero una conquista della propria femminilità. Non voglio entrare naturalmente in valutazioni di merito sul punto, ma il mio dissenso è totale sotto questo profilo. La femminilità si esprime in maniera diversa e non certamente rivendicando la proprietà del proprio utero e l’uso che se ne può fare ai fini della maternità.
Detto questo, la legge n. 194 prefigurava un percorso, un percorso che partirà, però, dall’esigenza della prevenzione finalizzata alla tutela della maternità e vedeva l’aborto come fase finale… Scusate, colleghi, mi dispiace. Siccome anche voi siete molto sensibili spesso al richiamo sul rispetto chiederei analoga attenzione.
Stavo dicendo che la legge 194 vede la fase dell’aborto come una fase del fallimento, non solamente del fallimento della donna, che distrugge il prodotto del suo concepimento, ma soprattutto il fallimento della fase della prevenzione, il fallimento di quella fase sociale per la quale la legge era stata emanata, cioè la tutela sociale della maternità. La fase finale di quella legge, cioè l’aborto, rappresenta il fallimento, in concreto, della fase della prevenzione.
Ecco perché io sono contrario. Questa legge, all’articolo 1, che forse non è stato attentamente letto, afferma un principio di una pericolosità, dal punto di vista del contenuto legislativo, che credo vada sottolineata. Dice: la Regione Puglia, cioè tutti noi, questo Consiglio, dovrebbe, nel rispetto dei princìpi posti a tutela della salute della persona umana, garantiti dalla Costituzione e dallo Statuto, detta con la presente legge – cioè noi detteremmo con la presente legge – nell’ambito delle nostre competenze, al fine di assicurare su tutto il territorio pugliese, nell’ambito del sistema sanitario regionale, le prestazioni sanitarie richieste dalle donne che intendano procedere all’interruzione volontaria della gravidanza, garantendo l’osservanza dei requisiti di sicurezza e dignità delle persone interessate.
Nella proposta di legge che ha il vanto di fregiarsi del titolo “Norme in materia di concreta attuazione in Puglia della legge n. 194”, questa norma è la smentita di quel titolo, perché questa norma, il contenuto essenziale della proposta di legge, privilegia, esalta la fase finale di quel percorso a cui prima ho accennato, cioè esalta il diritto all’aborto come attuazione concreta della legge n. 194. Questa logica, questa ideologia io non la condivido nella maniera più assoluta, mentre credo che l’appello sollevato, proposto da molti colleghi, cioè quello di una riflessione concreta sulla n. 194 in Puglia, attraverso una rivisitazione delle fasi consultoriali, delle fasi della prevenzione, delle fasi territoriali, delle fasi sociali, dall’educazione alla scuola, alla famiglia, che sono il substrato in cui poi si matura la decisione dell’aborto, penso sia utile affrontarlo in questa sede.
Ecco perché io, nell’associarmi a quanti hanno auspicato un ritiro della proposta di legge, do merito al collega Borraccino perché questo dibattito ha aperto uno squarcio su un problema che forse per motivi di paura, che è trapelata anche qui oggi nel dibattito, perché qualcuno dice “sia ben chiaro, io non è che sono contro perché io…”, no, qui bisogna dire se si è contro o non si è contro, perché nascondersi dietro il dito è la peggiore qualità o dote o difetto di un legislatore.
Io penso che, nel momento in cui il collega Borraccino dovesse accogliere questa richiesta, questo auspicio che molti di noi stanno facendo, la sua funzione in questo momento storico, naturalmente storico in questo contesto regionale, segnerebbe un merito alla sua attività di consigliere regionale. Quindi, in questo senso io concludo, auspicando naturalmente il ritiro della proposta e annunciando naturalmente il mio voto contrario nel caso in cui si andasse al voto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
All’intervento del collega Caroppo si aggiungono altri interventi. Io voglio dirvi questo.
La parola al collega Caroppo.
Speaker : CAROPPO.
Grazie, Presidente. Allora proverò ad essere breve.
Credo che, al di là dell’impostazione ideologica o dei valori o dei princìpi che possono guidare ognuno di noi e che hanno guidato il legislatore nel 1978 nell’approvazione della legge n. 194, questa non sia la sede adeguata e siano delle visioni dalle quali nessuno può uscirne vincitore, perché sono delle questioni che attengono alla visione antropologica in qualche modo.
Io credo che la proposta di legge del collega Borraccino sia una bufala normativa o, meglio, sia una proposta normativa che parte da una fake news, cioè parte da dati ufficiali che sono fasulli, cioè vede un allarme, un impedimento all’accesso all’aborto in Puglia che non esiste o che forse lo vede solo ed esclusivamente il collega Borraccino, insieme a qualche organo di stampa in alcune occasioni. D’altronde, se partiamo dalla relazione ufficiale che è stata presentata in Parlamento e che riguarda nello specifico i dati pugliesi, in Puglia non esiste questo accesso, in Puglia non c’è notizie in cui a una donna il servizio sanitario regionale abbia impedito, laddove stava in una condizione a rischio salute, di praticare l’aborto.
Come si diceva, il carico per i medici non obiettori di aborti è di circa 3,5 aborti. Cioè, parliamo, come diceva il collega De Leonardis, di una pratica che dura lo spazio di dieci minuti, quindi non si riesce a comprendere quale sia la necessità che abbia spinto il collega a presentare questa proposta di legge. Peraltro, a differenza di altre regioni, in Puglia più della metà delle strutture presenta, e quindi ben la Puglia ha fatto ad organizzarsi, la presenza di un medico non obiettore che può quindi praticare l’aborto. Già la legge n. 194 delega alle Regioni la capacità organizzativa, rimette alle Regioni la possibilità di organizzarsi in una maniera tale che alla luce della presenza dei medici obiettori possano non impedire l’accesso alle donne che vogliono praticare l’interruzione volontaria della gravidanza.
Alla luce di tutto questo, ripeto, non scegliamo oggi il fatto se è più giusta la tutela della maternità o se è più giusto l’accesso all’aborto, se è riconoscibile un diritto all’aborto. Credo sia una legge non necessaria, oltre che incostituzionale nella parte in cui, appunto, come diceva bene il collega Amati, blocca un diritto costituzionalmente garantito, che è il diritto all’obiezione di coscienza, e lo blocca come se fosse sine die, a tempo indeterminato, perché mette un diritto, che è il diritto a partecipare ad un concorso pubblico e però lo condiziona fino a quando rimane la condizione, per così dire, di medico non obiettore.
Per questo, al di là dell’invito che si fa da più parti, se la proposta di legge, se il collega vorrà continuare a proporre la votazione della proposta di legge, esprimo in maniera convinta l’inutilità di questa legge e quindi, al di là dei nostri principi e dei nostri convincimenti voterò convintamente contro ad una legge di cui in questo momento in Puglia non si avverte assolutamente la necessità.
Forse è ben più necessario, e credo che forse domani, laddove ci sarà la possibilità, lo dico al Presidente del Consiglio Loizzo, Presidente, laddove ci sarà la possibilità nel prossimo Consiglio regionale già domani o nel Consiglio regionale successivo di accendere un faro che una trasmissione televisiva Domenica ha acceso, anche quello riguarda il diritto delle donne, quello che sta accadendo in alcune realtà pugliesi alle guardie mediche. Prendendo atto di quello che la ASL di Lecce ha fatto con un protocollo molto interessante stipulato ed un percorso che si sta portando avanti insieme alla Prefettura per consentire di dotare tutte le guardie mediche in Puglia, e su questo vanno bene i buoni propositi della ASL di Lecce, ma mi auguro che possa essere…
Io proporrò, Presidente, già nel Consiglio regionale di domani, di discutere un ordine del giorno che possa consentire a tutte le guardie mediche della Puglia di avere i servizi logistici organizzativi e tecnologici per impedire che ritorni ad esserci quello che, invece, hanno denunciato un po’ di donne pugliesi, di medici pugliesi intervistate alla trasmissione L’Arena di Giletti domenica.
Quella ritengo che, invece, oggettivamente, sia un’emergenza a cui la sanità pugliese e la Regione Puglia dovrebbe guardare.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al consigliere Conca.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente.
Noi avevamo in Commissione l’anno scorso deciso di non partecipare al voto perché ritenevamo che questa legge fosse ridondante essendo la n. 194/78 ancora in voga. Semplicemente, andava applicata. Per questo motivo, decidemmo di non partecipare e a novembre presentammo una mozione, che giace ancora all’ordine del giorno.
Piuttosto che preoccuparci di fare un’altra legge, dovremmo impegnare il Governo regionale affinché possa garantire la presenza di medici obiettori e non obiettori all’interno degli ospedali e del privato accreditato. Dovremmo garantire quell’informazione post IGV che, a quanto ne so io, a nessuna donna è stata negata. Il problema vero è che oggi non c’è bisogno di interrompere le gravidanze perché la gente non riesce a concepire i figli per l’incertezza in cui viviamo.
Io suggerirei al collega Borraccino di ritirare questa proposta di legge. Sottoscriva la nostra mozione, insieme a chiunque lo voglia fare, cosicché la Giunta prenda impegni seri davanti all’Aula consiliare e si attivi consequenzialmente. Approvare una legge che già esiste in una Italia iper-normata lo ritengo assolutamente inutile.
Invito il consigliere Borraccino a pensare di fare questo atto di coraggio. Le battaglie non sono politiche, ma sono di chiunque le voglia fare. In questo caso, c’è già una legge sovraordinata. Probabilmente, nella legge che si vuole approvare oggi ci possono essere profili di incostituzionalità, perché va a prevaricare le prerogative del Governo nazionale.
Se vuole, la nostra mozione è qui e la approviamo oggi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Damascelli.
Poi, se non si aggiungono altri colleghi, chiude Borraccino per una brevissima replica.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Sarò molto breve. È un argomento che tocca la sensibilità e la coscienza di ognuno di noi, quindi abbiamo l’esigenza comunque di manifestare il nostro disappunto rispetto a una proposta di legge che ci vede quasi trasversalmente tutti uniti nell’appello accorato al collega Borraccino affinché non fosse messa in votazione.
Tra l’altro, non mi risulta che vi siano casi di difficoltà nell’abortire in Puglia. Anzi, le dirò di più, collega Borraccino, lei che è molto anche attento ai problemi della sanità: ci sono ospedali con reparti di ostetricia e ginecologia, per cui annuncio già un’interrogazione scritta, che ho già preparato ma non ancora depositato, che sono diventati ormai dei reparti non più utili a quella specialità, ma soltanto ad abortire. Le faccio un esempio, avendo parlato direttamente con medici, operatori e con chi opera in quel reparto: questo avviene, per esempio, all’ospedale San Paolo di Bari. È diventato solo un luogo dove abortire, ma purtroppo non si ha più quella efficienza in quel reparto che vi era una volta.
In Puglia dobbiamo occuparci di tanti altri problemi che afferiscono anche alla questione della vita familiare, soprattutto in una regione con un altissimo tasso di denatalità. Peraltro, nella proposta di legge si ravvisano dei profili anche anticostituzionali, così come non vi è nessuna possibilità che impedisce a chiunque di poter praticare l’aborto.
Faccio, allora, un appello nei suoi confronti affinché si possa evitare questo scontro di natura ideologica, perché nessuno lo vuole in questo momento, nessuno vuole arrivare su questi argomenti, tra l’altro, molto sensibili a uno scontro diretto. Non è opportuno. Anzi, è giusto che ci sia un clima di serenità all’interno di questo Consesso. Evitiamo di mettere in votazione una proposta di legge che non deve essere utilizzata soltanto per uno scontro di natura ideologica o, comunque, per altri tipi di battaglie. Cerchiamo, invece, oggi di pensare, di programmare e di pungolare anche il Governo regionale a programmare adeguate politiche di assistenza alle donne, che ne hanno tanta necessità, in considerazione anche della loro situazione. Per questo, Presidente Gatta, preannuncio che, nella riunione che ho tenuto nell’adunanza pubblica, a cui ho partecipato, a Bitonto, della FIDAPA, è venuta fuori la necessità che il Consiglio adotti la Carta dei diritti della bambina. Quindi, mi farò promotore, avendo ascoltato le autorità fin da prima in questa pubblica adunanza, di presentare questa mozione in Consiglio regionale. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al collega Damascelli, a cui, a nome del Consiglio, formulo anche gli auguri per le imminenti nozze.
La parola al collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Davvero brevemente.
Speaker : PRESIDENTE.
Non capisco il motivo di tanta ilarità. Ho formulato, a nome dei colleghi, gli auguri al collega Damascelli che tra qualche settimana convolerà a giuste nozze.
Prego, collega Borraccino.
Speaker : BORRACCINO.
Dal dibattito abbastanza fitto su questa proposta di legge sulla piena attuazione della legge 194 del 1978 in Puglia è emerso chiaramente che tutti i Gruppi, dicasi tutti, hanno espresso un parere contrario a questa proposta di legge, con sfumature differenti, con toni anche in alcuni casi conciliabili e condivisibili sulle ragioni della richiesta di ritiro, altri alteri, altezzosi e abbastanza saccenti da parte di novelli costituzionalisti, perché costituzionalista qui ne abbiamo uno solo, di novelli costituzionalisti che si sono avventurati in nozioni… Non stavo parlando di lei, De Leonardis, ma di colleghi che hanno dato la patente di incostituzionalità ad una legge che neanche probabilmente hanno guardato. Si raccontano delle falsità, perché sarà mia cura, anche se farò lavorare un pochettino i collaboratori che mi assistono, sarà mia cura inviarvi, magari non soltanto per mail anche in cartaceo, almeno ai Capigruppo, non dico a tutti e 50 per evitare spreco di carta, a tutti quanti, e poi sarà mia cura anche mandarle ai giornalisti, le osservazioni che sono state fatte non dalle associazioni in III Commissione, un luogo istituzionale, ma dalle direzioni generali delle ASL di Puglia, tutte, nessuna esclusa. E tutte ravvisavano la necessità dell’opportunità di questa norma, di questa legge. Tutte, nessuna esclusa.
Io vi distribuirò queste cose. Se vi avrò raccontato in questa sede delle corbellerie sarete autorizzati a mettermi al pubblico ludibrio per quello che io sto dicendo.
Inoltre, la consigliera responsabile della Consulta femminile ha detto la stessa cosa. Il garante per i minori, di recente votato da questo Consiglio regionale, ha detto le stesse cose, anche pubblicamente, con interventi fatti sulla stampa locale a più riprese.
Se io sto raccontando delle corbellerie rispetto alla reale esigenza del personale, problemi non ce ne sono. Ai tanti attenti osservatori che hanno letto la legge, all’articolo 4, comma 2 e comma 3... Il comma 3 recita testualmente: “All’esito della ricognizione di cui al comma precedente, ove dovesse emergere che le ASL presentino nei propri organici carenze di figure professionali non obiettori tali da pregiudicare la corretta e puntuale applicazione della disciplina in materia”. Cari colleghi, se il problema non esiste, come è stato detto da tanti, da molti colleghi, che il problema non esiste, che me lo sono inventato io o certa stampa, allora la legge si approva perché quando ci sarà la ricognizione dell’unico comma degno di una legge, testato e bollato dal costituzionalista del Consiglio, io dico che, laddove non ci sarà bisogno, è chiaro che non ci saranno bandi per medici non obiettori e che, quindi, tutto andrà avanti così come puntualmente sta andando.
Io, invece, ritengo, e non lo penso soltanto io, che su questa vicenda, invece, ci sia una grave lacuna da parte della Regione dettata dal rispetto giusto, sacrosanto dei medici di professare la loro obiezione. Qui non si sta dicendo nulla di strano, nulla di retorico, nulla di ideologico, se non soltanto: facciamo fare la ricognizione, diceva l’articolo 4, e soltanto ove necessita per la carenza, se dovesse essere, testato dai direttori generali, si procederà o alla mobilità o alla reperibilità e, dulcis in fundo, eventualmente al concorso riservato ai medici non obiettori.
Detto questo, noi non stiamo travalicando nulla, non stiamo dicendo nulla, stiamo soltanto, visto che il problema c’è e, ripeto, lo dicono le direzioni generali delle ASL della Puglia, lo hanno detto in Commissione sanità, c’è il resoconto stenotipato, c’è tutto lì da ascoltare, quindi non c’è problema, allora rispetto a questo io non comprendo questa crociata al contrario. Ho subìto offese? Non fa niente. Ho subìto scherni? Non fa niente. Ho subìto spallucce da parte di alcuni che ritengono che questa non sia degna neanche addirittura di una circolare? Sembra qualcosa che, per decenza di questo Consesso, non si vuole dire, ma siamo arrivati quasi a paragonarla a quello. Allora, rispetto a questo io dico che, visto che voi ritenete che questa legge sia assolutamente inutile, ritengo invece, da pari mio, che questo sia uno strumento importante per garantire alle donne, in un momento particolare della loro vita, perché è un momento drammatico, sempre drammatico, quello di una donna di arrivare all’interruzione volontaria di gravidanza, di non subire ulteriori ritardi, traversie, difficoltà, che io so le donne della provincia di Taranto molto spesso sono costrette ad affrontare. Vi dico quello della provincia di Taranto perché lo conosco bene, ma è stato testato e attestato che anche in altre ASL ci sono problemi.
Rispetto a tutto questo, io ritengo che il dovere di un legislatore, oltre che essere un grandissimo costituzionalista, e io non lo sono, a differenza di molti miei colleghi, è quello di interpretare le esigenze delle nostre persone, della gente di Puglia, in questo caso delle donne, e io ritengo che questa legge vada semplicemente in quella direzione. Per questo io la voterò, nonostante quest’Aula, secondo me, abbia sprecato un’occasione straordinaria per intervenire soltanto qualora ve ne fosse necessità attestata dalle ASL perché, chiudo, questa non è una legge che impone nulla, questa legge chiedeva soltanto la rendicontazione alle ASL e poi, eventualmente, una volta che ci fosse stata la necessità di carenza, e secondo me c’è e, ripeto, non lo dico solo io, intervenire. Ma se, come dite voi, non c’è bisogno e non c’è carenza non si sarebbe intervenuti. Io penso che ci sarà un giudice a Berlino.
Speaker : PRESIDENTE.
Si può procedere all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1. Devo invertire la scheda.
Esito della votazione: presenti 33, votanti 28, favorevoli 3, contrari 25, astenuti 5.
Non è approvato.
Ritengo che essendo stato non approvato l’articolo 1 decada tutta la proposta di legge.
I lavori del Consiglio si chiudono adesso. Riprenderanno domani per il Consiglio monotematico sulla Xylella fastidiosa. Buona serata. Auguri ancora al collega Damascelli.