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C.r. Puglia 31.05.18
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Hanno chiesto congedo Abaterusso, Mazzarano e Romano Pino.
Sono stati assegnati alla I Commissione quattro debiti fuori bilancio.
Sono inoltre pervenute interrogazioni e mozioni: Marmo “Postazioni di diagnostica per immagini nell’ASL di Bari, nelle ASL pugliesi”; Turco “Esistenza protocollo d’intesa per la libera e gratuita circolazione sui treni regionali agli appartenenti alle Forze armate”; Gatta “Procedure per l’erogazione del buono servizi per minori gravi ritardi”; Gatta “Deliberazione di Giunta regionale n. 5”; Galante, Bozzetti, Casili, Laricchia ed altri “Stato di attuazione della legge numero 219/2017”; Gatta “Sanitaservice ASL di Foggia”; Zullo “Applicazione articolo 86 della legge n. 67”; Gatta “Attività servizio trasfusionale ospedale di Manfredonia”; Barone “Contributo straordinario per lavori di bonifica dei fondali degli impianti di mitilicoltura”; Barone “Recupero e valorizzazione delle strutture del Consorzio per lo sviluppo industriale dell’Alto Tavoliere”.
Mozioni: Abaterusso “Inquinamento del torrente dell’Asso”; Galante, Laricchia e Casili “Consorzi di bonifica. Situazione debitoria, contributo 630 e programmazione regionale”.
Primo punto: prosecuzione risultanze seduta monotematica del 23 maggio ultimo scorso.
Informo il Consiglio regionale che pochi minuti fa la Conferenza dei Presidenti ha concordato un ordine del giorno unitario sulla questione della Xylella.
A questo punto, passo alla votazione.
Stanno arrivando? Va bene, attendiamo un momento per il voto.
Approfitto per informare il Consiglio regionale che procediamo, adesso, con i punti nn. 5), 6), 7), 8) e 9). Non vedo, per quanto riguarda la questione Pro Loco, l’assessore competente, la Capone, nella speranza che ci possa raggiungere. Ci fermeremmo qua. Intorno alle 4 penso che si possano discutere e votare questi tre punti.
Poi abbiamo aggiornato il Consiglio regionale al 12. Martedì prossimo, essendo l’ultima settimana di campagna elettorale per le amministrative, abbiamo deciso di non tenere il Consiglio regionale. Il 12, per contemperare il fatto che saltiamo il 5, abbiamo le prime due ore dedicate a interrogazioni e mozioni, che concorderemo, e successivamente procederemo con i tre punti all’ordine del giorno aggiuntivi, fauna selvatica, disciplina del pescaturismo e norme in materia di “Bottega scuola” disciplina dell’apprendistato.
Sulle prime due questioni ci sono articoli e norme abbastanza articolate e controverse, per questo è utile che tutti i consiglieri che decideranno è bene che consegnino gli emendamenti nelle prossime quarantotto ore per consentire agli uffici di fare i referti in maniera ponderata e approfondita. Entro le prossime quarantott’ore. Questo per quanto riguarda i tre punti del 12, l’ordine aggiuntivo, primo punto, secondo punto e terzo punto. Su quell’ordine aggiuntivo è bene presentare gli emendamenti nelle prossime quarantott’ore. Quando arriverà la legge, la inseriremo nell’ordine del giorno. Per ora non c’era e non l’abbiamo inserita. Se si fosse completato l’iter, sarebbe stata messa all’ordine del giorno. Faremo un ordine del giorno integrativo prima del 12. Per quelle e per altre eventuali leggi che dovessero trovare la conclusione in Commissione.
Adesso credo che ci siamo tutti e procediamo al voto sull’ordine del giorno firmato dai consiglieri, ma soprattutto da tutti i Presidenti dei Gruppi.
Facciamo la votazione con il sistema elettronico, così verifichiamo il tutto. Prego, votiamo.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 39.
È approvato.
Consentitemi di dire che abbiamo consumato una scelta giusta e opportuna per la nostra regione. Volevo ringraziare tutti i Capigruppo per questa loro sensibilità e per aver lavorato alla stesura del testo.
Il Presidente Emiliano chiede la parola.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Volevo sinceramente ringraziare il Consiglio per il lavoro che ha fatto a seguito della monotematica sulla Xylella. È di fondamentale importanza aver condiviso il cammino che è stato fatto e che faremo in questo difficile contrasto a questa fitopatia.
Volevo anche precisare che già gli effetti positivi di questa unità di azione di tutta la Regione Puglia in ogni sua componente strutturale, scientifica e politica si è potuta constatare nel rapporto con gli ispettori che ci hanno fatto visita e che stanno acquisendo man mano notizie sull’atteggiamento della Regione in questa materia. In particolare, c’è stato un momento di incontro che ha avuto specifica relazione con l’esame giuridico che mi pare di grandissima importanza. Il documento che è stato appena approvato raccoglie la gran parte di queste analisi, che sono il cuore della discussione tecnica, sollecitando il Governo nazionale ad ottenere interventi normativi speciali che consentano di fronteggiare tempestivamente una situazione di emergenza nazionale grave come quella della Xylella fastidiosa, agevolando l’applicazione immediata delle misure fitosanitarie e in particolare la rimozione delle piante infette, nonché misure di sostegno per l’economia pugliese.
Devo ringraziare il Consiglio perché aver ottenuto un sostegno in questa nostra richiesta mi pare essenziale per la buona riuscita della nostra strategia di contrasto.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Emiliano.
Procediamo con l’ordine del giorno. È pervenuta una mozione urgente, firmata da tutti i consiglieri della provincia di Foggia. L’abbiamo distribuita. Attiene a una questione che riguarda i lavori in una galleria importante sul Gargano.
Credo che, se non ci sono opinioni, possiamo metterla ai voti.
Possiamo votare per alzata di mano. Contrari? Astenuti?
È approvata all’unanimità.
Passiamo adesso al punto n. 5). Faccio osservare che ci sono già… Ci vogliono 26 voti. Ci sono tre congedi. Spero che ci siamo tutti. Qualche soccorso non sarebbe male per approvare questi debiti fuori bilancio, che sono – come sapete – obbligazioni dovute.
La relazione l’abbiamo già svolta. Dobbiamo solo votare. Ci siamo tutti? Di Gioia, abbiamo bisogno dei voti. 26. Tutti i disponibili sono qua. Spero che ci sia qualche volontario.
Votiamo.
Non è il numero legale, ma la norma di bilancio. Ci vuole la maggioranza qualificata.
Abbiamo votato tutti? Siamo 30. Meno 3. Dovevamo trovarne 27. Passo al risultato.
Non è approvato.
Sapete tutti qual è la natura dei provvedimenti. Siccome non vedo qualche altro, possiamo aspettare? Vediamo se riusciamo a recuperare Piemontese.
Prego.
Speaker : AMATI.
Presidente, mi scusi, vorrei soltanto far rilevare che il risultato del voto non è “non approva”, ma “la votazione è infruttuosa”, non valida, altrimenti noi non potremmo più riportarla.
Speaker : PRESIDENTE.
Il programma fa uscire “non approva”.
Speaker : AMATI.
Onde evitare equivoci...
Speaker : PRESIDENTE.
Non ha la maggioranza qualificata.
Speaker : AMATI.
...vorrei che a verbale risultasse...
che…
Speaker : PRESIDENTE.
Non c’è la maggioranza qualificata.
Speaker : AMATI.
E sì. Siccome lei ha detto che…
Speaker : PRESIDENTE.
Quello era scontato.
Speaker : AMATI.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non è scritto lì “maggioranza non qualificata” purtroppo nel software, sennò l’avremmo recuperata.
Adesso possiamo rinviare alla seconda votazione, nella speranza che recuperiamo qualche altro della maggioranza? Non vedo qui Piemontese, non so chi altro manca. Abaterusso è in congedo.
Pertanto, nella speranza di poter raggiungere il numero necessario per approvarla, passiamo al punto n. 7).
Proposta di legge Franzoso, Marmo: “Disposizioni per l’esecuzione degli obblighi vaccinazione degli operatori sanitari”.
È pervenuto un unico emendamento, che spero sia stato distribuito. La parola, nel frattempo, alla collega Franzoso. Considerate la procedura speciale con cui è stata messa all’ordine del giorno.
Speaker : FRANZOSO.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, siamo chiamati a esaminare e approvare la proposta di legge “Disposizioni per l’esecuzione degli obblighi di vaccinazione degli operatori sanitari”.
Gli operatori sanitari, a causa del loro contatto con i pazienti e con materiale potenzialmente infetto, sono a rischio di esposizione e di trasmissione di patogeni, prevenibili attraverso la vaccinazione.
La presente proposta di legge ha come obiettivo un adeguato intervento di immunizzazione del personale sanitario… Presidente, chiedo un po’ di silenzio all’Aula, per il semplice motivo che questa proposta di legge non è stata esaminata dalla III Commissione, quindi presumo che i colleghi dovrebbero ascoltare la relazione.
per gli operatori sanitari un adeguato intervento di immunizzazione è fondamentale per la prevenzione e il controllo delle infezioni. Le vaccinazioni negli operatori sanitari hanno una triplice valenza di sanità pubblica: proteggono l’utente del servizio sanitario, che proprio in quanto tale si trova il più delle volte in una condizione di maggiore suscettibilità alle infezioni; proteggono l’operatore sanitario, che per motivi professionali è maggiormente esposto al contagio; tutelano, infine, il servizio sanitario, che in situazioni epidemiche potrebbe fronteggiare una carenza acuta di personale, fatto che si è verificato in più contesti nel corso degli ultimi anni proprio a causa di malattie prevenibili da vaccino quali morbillo e influenza.
È indispensabile citare l’articolo 20, comma 2, lettera b) del decreto legislativo n. 81 del 2008, che indica come il lavoratore debba osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti ai fini della protezione collettiva e individuale. Anche in questo caso appare difficile, in particolare nell’ambito di cui qui ci occupiamo, restringere l’indicazione a non compromettere la sicurezza di altri ai soli colleghi di lavoro e non anche al paziente. Quando si parla di operatori sanitari non si intende solo medici o infermieri, ma anche volontari e tutti coloro che sono quotidianamente a contatto con pazienti ospedalizzati.
Le evidenze correnti dimostrano come l’adesione alla vaccinazione tra gli operatori sanitari non sia ottimale e in alcuni casi largamente insoddisfacente. L’elevato numero di casi di morbillo tra gli operatori sanitari registrato nel corso dei recenti eventi epidemici e lo sconfortante tasso di adesione alla vaccinazione antinfluenzale offrono la misura dell’urgenza del tema. I vaccini e devono essere considerati fondamentali strumenti di prevenzione primaria nella lotta a numerose infezioni e malattie infettive di grande impatto sanitario, sociale ed economico.
Società scientifiche e scienziati hanno recentemente sottoscritto la Carta di Pisa, redatta con il contributo di esperti, operatori e ricercatori che hanno partecipato ai lavori della Conferenza nazionale “Le vaccinazioni nell’operatore sanitario” tenutasi a Pisa il 27 e 28 marzo 2017 in cui si afferma, senza riserve, l’importanza assoluta delle vaccinazioni negli operatori sanitari per il raggiungimento del controllo delle malattie prevenibili con vaccinazione.
In Puglia sono stati segnalati dal 1° gennaio al 30 giugno 2017 22 casi di morbillo. Il 18 per cento dei casi aveva meno di un anno di età e la maggior parte di questi ha contratto la malattia in ospedale. Due casi segnalati tra operatori sanitari. Inoltre, ricordiamo il caso emblematico dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, che a gennaio scorso ha dovuto richiamare in servizio una parte del personale a riposo per sopperire all’assenza per influenza di medici e infermieri.
Per raccogliere le finalità di protezione dei singoli lavoratori, dei pazienti e della collettività del Servizio sanitario regionale nel suo insieme, la proposta di legge si propone come requisito di idoneità lavorativa nelle strutture sanitarie l’aver assolto da parte dell’operatore sanitario agli obblighi vaccinali prescritti, incluse le vaccinazioni raccomandate per soggetto a rischio per esposizione professionale dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente.
Speaker : PRESIDENTE.
Ci sono interventi? Non vedo iscritti.
Passiamo all’articolato.
Collega Zullo, prego.
Speaker : ZULLO.
Semplicemente per dire, colleghi e Presidente, che noi non parteciperemo al voto, per una semplice considerazione. Esiste un Piano vaccinale nazionale che detta tutte le regole per le vaccinazioni degli operatori sanitari. Non ci sentiamo di essere coloro che obbligano o che impartiscono regole che sono già vigenti.
Per cui, per non far torto a chi crede in questo provvedimento, noi non parteciperemo al voto. Avremmo dovuto votare contro, però non vogliamo far torto, perché abbiamo stima, abbiamo colleganza ideologica con chi ha presentato questo provvedimento. Però, per coscienza e incoscienza, non ci sentiamo di partecipare al voto.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Zullo.
Collega Conca, prego.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che questa legge non sia da votare perché la competenza non è regionale, ma nazionale in materia di vaccinazioni. La stessa ragione per cui la legge del collega Amati fu all’epoca non discussa, perché non era prerogativa di una Regione quella di legiferare in tal senso. Non possiamo pensare di fare un federalismo vaccinale. Pertanto, noi chiediamo ai colleghi di ritirarla perché, a prescindere dalla votazione, riteniamo che sia palesemente anticostituzionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Forse se voi leggete l’emendamento sostitutivo dell’articolo 1, siamo riusciti a recuperare anche questo, se ho capito bene.
La parola alla collega Franzoso.
Speaker : FRANZOSO.
Grazie, Presidente.
A proposito del federalismo vaccinale, io vorrei ai colleghi far osservare che noi potevamo essere una Regione apripista in tal senso, potevamo arrivare a posizionarci sul podio come medaglia d’oro, oggi corriamo per conquistare la medaglia d’argento. C’è l’Emilia-Romagna che ancora una volta, così come è stato per le vaccinazioni per i minori, ha svolto il ruolo di Regione apripista. L’Emilia-Romagna ha attuato un provvedimento di obbligo vaccinale per gli operatori sanitari all’incirca otto mesi fa e già dopo otto mesi l’Emilia-Romagna ha raggiunto il 96 per cento di copertura vaccinale tra gli operatori sanitari.
Quindi, a tutti i colleghi che parlano di presunta incostituzionalità e di federalismo vaccinale vorrei fare osservare come Regioni più virtuose da un punto di vista legislativo e che conoscono bene qual è il dovere del legislatore hanno già anticipato l’azione che oggi, con questa proposta di legge, noi stiamo offrendo a questo Consiglio regionale.
Tra l’altro, faccio fatica a capire come i colleghi qui in Aula potranno spiegarlo alle famiglie fuori. Cioè, alle famiglie fuori abbiamo detto: tutti i ragazzi dai zero ai sedici anni devono essere vaccinati per garantire il diritto alla salute delle persone più sfortunate, e penso agli immunodepressi; adesso diciamo che lo stesso obbligo non deve essere riservato agli operatori sanitari che con quelle persone, con quella tipologia di persone hanno quotidianamente a che fare.
Fossi stata io il legislatore, avrei prima previsto una copertura vaccinale all’interno delle strutture ospedaliere e dopo nelle scuole. Ora, come questo si possa spiegare al di fuori di quest’Aula è cosa davvero per me incomprensibile. Non possiamo pensare di tutelare i più sfortunati nelle scuole per creare l’immunità di gregge e non negli ospedali. Tra l’altro, vorrei far notare una cosa: il servizio sanitario regionale ne gioverebbe da un punto di vista economico, ma soprattutto mi chiedo qualora un operatore sanitario, un medico, un infermiere, dovesse essere contagiato all’interno di una struttura ospedaliera e dovesse rivolgere o intraprendere un contenzioso con la Regione perché non gli sono stati forniti i dispositivi di protezione individuale.
Ecco, il vaccino dobbiamo intenderlo come un dispositivo di protezione individuale. Io non credo, davvero, che la Regione ne uscirebbe vincente, perché lo dice il decreto legislativo n. 81 e voglio ribadirlo in quest’Aula: spetta a noi fornire ai lavoratori tutti gli strumenti per essere protetti sui luoghi del lavoro, e il servizio sanitario regionale è un luogo di lavoro che appartiene e deve essere preservato dalla Regione.
Speaker : ZULLO.
Presidente, riprendo la parola perché lei mi ha esortato a porre attenzione sull’emendamento e soprattutto al comma 3. Attenzione a quello che facciamo. “La copertura vaccinale tra gli operatori sanitari è un requisito per l’accreditamento delle strutture private accreditate del servizio sanitario regionale”. Attenzione! Ripeto, io non voterò. Però, attenzione, perché siamo allo stravolgimento di ogni logica. Anche il discorso che si fa adulti e bambini è fuori da ogni logica scientifica e medica.
Speaker : PRESIDENTE.
Conca.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente. Rileggendo l’emendamento, che non avevo visto, si tratta di un provvedimento di Giunta. Io non capisco a cosa serva una legge. Se proprio uno vuole impegnare il Governo sarebbe bastata una mozione. Oltretutto, non si tratta di obbligo, ma di forte raccomandazione.
Quello che volevo stigmatizzare è che mi fa piacere che ci si preoccupa dell’incolumità dei pazienti, ma qualcuno forse dovrebbe sapere che con il rifiuto sanitario ospedaliero mal gestito all’interno degli ospedali ci sono molti più contenziosi verso le ASL. Le infezioni nosocomiali, per cui giace ancora all’ordine del giorno una mia mozione, perché non vengono seguite le procedure, fanno molte più morti che questo tipo di raccomandazioni, che peraltro non servono ad un infermiere, ad una persona del comparto o ad un dirigente medico, che è il primo ad essere interessato a preservare la sua incolumità, oltre quella dei suoi familiari.
Ancora di più ritengo che sia una legge non utile, perché è un provvedimento di Giunta, al massimo, che dovrà esortare i direttori di struttura complessa, i direttori generali o chi per loro a far rispettare tutta la profilassi necessaria ad evitare contenziosi e a preservare l’incolumità delle persone.
Se dobbiamo parlare più nel dettaglio, andiamo a verificare gli ambienti di lavoro dove queste persone operano, che spesso operano in ambienti che non coincidono con la salute del lavoratore.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Colonna, prego.
Speaker : COLONNA.
Buongiorno. Grazie, Presidente.
Come immagino sappiano soprattutto i colleghi proponenti, chi parla ha assunto in maniera molto chiara una sua posizione in merito a questa vicenda o alla tematica complessiva delle vaccinazioni sottoscrivendo una proposta di legge con i colleghi Amati, Sabino Zinni e altri, poi superata dal mutato quadro normativo nazionale. È una posizione assolutamente in linea con quanto ragione e scienza ci consegnano, ovviamente, senza incorrere nell’errore speculare di avere un approccio anch’esso fideistico nei confronti della scienza. Ognuno ha il suo ruolo.
In quel tentativo normativo, poi superato, noi andavamo a tradurre in norme quanto la scienza e la ricerca ci consegnavano. Quindi, i colleghi proponenti in particolare, ma tutti, possono ben immaginare come sia assolutamente ben disposto rispetto a un tentativo normativo diretto a dare indicazioni più puntuali anche con riferimento agli operatori sanitari, in questo caso tema che va al di là della tutela della salute del diretto interessato, ma va a coinvolgere soprattutto le persone, i soggetti, i contatti di questo stesso operatore sanitario.
Fatta questa premessa di piena disponibilità, non posso che rilevare, per un verso, come l’emendamento superi in maniera significativa l’impostazione originaria, e mi sembra assolutamente in linea con il quadro dei riferimenti costituzionali che ci impongono cautela, insomma di non travalicare alcune prerogative anche delle persone, dei diretti interessati. Quindi, mi sembra assolutamente convincente la nuova formulazione dell’articolo 1. Però, non posso evitare di sottolineare come il riformulato articolo 1 mal si concili con il resto dell’articolato. Uno, concordo con Ignazio Zullo come una previsione che era già nel testo originario, ma ribadita nel terzo comma, vale a dire l’assolvimento dell’obbligo vaccinale del personale, tra l’altro indistintamente richiamati, che aveva senso nella formulazione originaria, ma come è cambiato ovviamente andrebbe calibrata con riferimento alle singole esigenze. Non ha più senso questo terzo comma, soprattutto caricandolo della funzione di essere condizione addirittura e requisito per l’accreditamento. Quindi, concordo assolutamente sulla necessità di espungere questo terzo comma. Ma, come dicevo, mal si concilia l’articolo 3 in particolare e il sistema delle sanzioni con la riformulazione dell’articolo 1.
Mi permetto, allora, nel massimo rispetto delle prerogative soprattutto dei colleghi proponenti, ma di tutti noi, soprattutto da parte mia, fortemente interessato a uno sviluppo il più puntuale e efficace possibile di questa proposta, di questo tentativo di normazione, di proporre di rivedere il tutto in sede di Commissione, anche in tempi più stretti possibili, perché è necessario coordinare meglio la nuova impostazione dell’articolo 1, completamente diversa dall’originale, raccordandola meglio, più adeguatamente, con l’articolo 3 e anche il regime delle sanzioni, che andrebbe meglio calibrato a questo punto.
La mia proposta è di rivederlo in Commissione, nella Commissione competente, per fare quest’opera di coerenza, di riassetto complessivo di un intervento normativo che può essere davvero limitato a due articoli essenziali che confermano la traccia che i colleghi proponenti Marmo e Franzoso ci suggeriscono nell’emendamento proposto all’articolo 1.
Speaker : PRESIDENTE.
Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente e colleghi, io veramente sono stupefatto del fatto che un argomento come questo ci tenga in discussione per più del tempo necessario. Questa proposta di legge è stata trasferita all’Aula perché in Commissione languiva e non c’era il parere degli uffici della Giunta. Gli uffici della Giunta sono arrivati quando la proposta di legge era già transitata all’Aula. Che si debba fare ogni volta l’andirivieni tra Aula e Consiglio, Consiglio e Aula, io credo che sia abbastanza mortificante di quelle che sono le iniziative legislative del Consiglio e dei consiglieri.
L’emendamento nella sua formulazione ha tenuto conto delle osservazioni avanzate dall’ufficio. Per cui, io credo che debba trovare in questa sede anche eventuali proposte di modificazioni, sia all’articolo che riguarda le sanzioni, ma anche al primo articolo se qualcuno ritiene.
La cosa che mi fa specie è che c’è chi è contrario per principio e chi è contrario perché non è una delibera, ma una proposta di legge. Le proposte di legge si fanno per rendere cogente il dovere da parte di chi è l’Esecutivo e anche per altre proposte di legge avremmo potuto eccepire questo fatto e non lo abbiamo sollevato.
Ciò accade quando l’Esecutivo non fa o perché non è convinto o perché non ritiene di farlo o perché non ha tempo, perché gli uffici ritengono che sia un fatto marginale. Ritenere un fatto marginale la possibilità di contagio di malattie come il morbillo o altre malattie che si sono riaffacciate dopo tanti anni e che hanno reso di fatto necessaria una normativa nazionale, che è intervenuta subito dopo le iniziative di Regioni come l’Emilia-Romagna e la Puglia.
Dopodiché, ci si è resi conto che l’attesa che ci sia la spinta del gregge a vaccinarsi per raggiungere quel livello di vaccinazione di gregge, come ritenuto dalla legge, non accadeva se non ci fosse stato l’obbligo. Ritengo che, prima ancora dei cittadini, sia proprio degli operatori sanitari l’obbligo di vaccinarsi e di non essere trasmettitori di contagio. Questo vale sia per le strutture pubbliche, ma ancor di più per quelle private e per tutti i livelli di operatori sanitari che operano in quei servizi.
A me sembra di stare nel teatro dell’assurdo. Una cosa importantissima diventa libera scelta o – come dice l’ufficio della Regione – autodeterminazione dei popoli o dei singoli secondo i trattati della UE, ma la mia libertà finisce quando incontro la libertà degli altri. Quindi, non devo causare danni agli altri. quindi quella tua libertà viene assolutamente limitata e devi soggiacere a delle disposizioni normative quali quelle di una legge e non di una delibera o di una delibera che prende corpo dopo una legge per obbligare questa pratica, che riteniamo assolutamente indispensabile.
Quindi, sono contrario alla ritrasmissione dell’atto in Commissione e invito i colleghi a emendare e, se le sanzioni previste sono elevate, a proporne di altre, ma facciamo in modo che una iniziativa legislativa dei consiglieri non venga mortificata continuamente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Liviano, prego.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Presidente, grazie.
Il mio voto sarà favorevole a questa proposta di legge. Forse, se mi posso permettere, qualche chiarimento all’interno del testo di legge va fornito. Per esempio, al terzo comma dell’articolo 1 c’è scritto: “la copertura vaccinale”. Forse vanno esemplificati e chiariti quali sono i vaccini a cui si fa riferimento. E poi “tra gli operatori sanitari”. “Gli operatori sanitari” forse rischia di essere letto come un po’ generico. Per esempio, il direttore amministrativo di una struttura sanitaria è un operatore sanitario? Stiamo parlando dei medici, degli infermieri, degli OSS o di chi? Premesso che sono d’accordo sul testo di legge, sono assolutamente d’accordo, però forse esemplificherei meglio… Adesso era evidentemente un’esemplificazione. Però, se mi posso permettere, chiarirei meglio di cosa stiamo parlando.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Io non so se perverranno delle modifiche, qui non vedo subemendamenti.
Prego, collega Zinni.
Speaker : ZINNI.
Solo per esplicitare un paio di cose.
Uno, premesso che, come ha già detto il collega Colonna, ricordandolo, sullo spirito di questa legge io sono assolutamente d’accordo, riterrei però opportuno approfondire alcuni passaggi. Forse non so se questa sede ci dà il tempo e il modo. Se è proprio necessario votarla, la votiamo cercando di emendarla.
Mi accodo a quello che ha già detto il collega Colonna e quello che ha appena detto il collega Liviano: secondo me il terzo comma dell’articolo 1, così come emendato, va espunto, in quanto è molto generico e rischia di ingenerare equivoci peggiori di quelli che mira a risolvere, nel senso che parlare di copertura vaccinale tra gli operatori sanitari è una dicitura assai generica. Farne un requisito non ho capito bene se è per l’ottenimento dell’accreditamento da parte di future strutture oppure per il mantenimento di quelle che già ce l’hanno è un requisito abbastanza forte, sempre se collegato con la genericità della precettività della prima parte. Cioè, che succede? Io ho cento unità di personale latamente sanitario, non ne è vaccinato uno e mi si ritira l’accreditamento? È assai pericoloso, questo terzo comma, secondo me, scritto almeno così.
Io direi, quindi, se fosse possibile con il consenso di chi ha proposto, di togliere questo terzo comma, perché si presta a equivoci molto forti, e anche, se è possibile, di limare il secondo comma, perché affidare o a un medico competente o alla direzione sanitaria la definizione di una fattispecie anche qui può creare delle discrasie. Cioè, in una struttura ospedaliera questo è necessario, io mi trasferisco in un’altra struttura ospedaliera e questo cambia improvvisamente, perché il direttore sanitario la pensa diversamente.
Io credo che la necessità di questa omogeneizzazione di leggi, di strutture precettive vada assicurata. Quindi, se siamo in grado, facciamolo pure adesso. Altrimenti, la proposta del ritorno in Commissione non è una tattica dilatoria, collega Marmo, è soltanto per provare a fare un lavoro un po’ più puntuale soprattutto. La mia proposta è questa: lavoriamoci su perché ci sono delle cose che non quadrano, secondo me.
Speaker : PRESIDENTE.
Pendinelli.
Speaker : PENDINELLI.
Dichiarando il voto favorevole alla proposta di legge, rivolgo lo stesso invito che hanno rivolto i colleghi Liviano e Zinni, perché, tutto sommato, anche se il testo ha avuto un periodo di gestazione molto lungo noi in altri casi abbiamo utilizzato questo sistema e io credo che essendo l’argomento importante la possibilità di arrivare a un testo condiviso giustifichi anche un ritorno in Commissione per un breve periodo anche con tempi magari fissati, dato che la Conferenza dei Capigruppo anche stamattina era stata molto chiara sulla volontà di discutere il testo di legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, solo per dire una cosa. È un piccolo sfogo, Presidente. Noi dobbiamo rendere le nostre sedute, sia di Consiglio che di Commissione, conclusive. Il fatto di rinviare quando siamo in Commissione ad una sottocommissione, e quindi rinviamo per diverso tempo alcuni provvedimenti, arriviamo in Consiglio e si chiede di rinviare in Commissione dove probabilmente ci può essere la richiesta di un’altra sottocommissione e si perde il tempo che non è più possibile perdere. Siamo in Aula, nel luogo in cui queste cose si decidono. Nulla osta. Non abbiamo detto: “Questo è il verbo e non si cambia”. Questo è il testo. Cambiamolo come riteniamo opportuno, come l’Aula, che poi è sovrana, può anche decidere alcune cose non concordemente con quello che pensiamo noi. Siamo qui a disposizione. Andiamo avanti. Abbiamo altre due ore, fino all’ora che abbiamo deciso di chiudere la seduta, e lavoriamo su questo testo. Lasciate pure la possibilità di concludere un percorso, insomma.
Speaker : AMATI.
Grazie, Presidente.
Io vorrei ricordare che in sede di audizione sulla proposta di legge nostra, eravamo veramente tanti, sia maggioranza che opposizione, sentimmo in quest’Aula i responsabili dei Dipartimenti di prevenzione e, a domanda su una norma del genere, ci dissero: beh, forse sarebbe il caso. In virtù di questo, si innescò tutto quel meccanismo, poi ricordato dal collega Colonna, quando decidemmo di ritirarla per sopravvenuto intervento normativo nazionale.
Mi pare di poter dire, a questo punto, che sicuramente il comma 3 dell’articolo 1 può essere espunto, anche per una ragione molto semplice. Quella eventuale prescrizione è chiaramente contenuta anche nei commi precedenti. Nel momento in cui si delega alla Giunta regionale di intervenire sul punto, il Piano nazionale vaccinale oppure il provvedimento amministrativo non può riguardare soltanto le strutture pubbliche.
Quindi, la nostra tendenza non è quella di togliere l’accreditamento, ma è quella di avere medici vaccinati. Questo è il nostro problema. Siamo del tutto estranei dall’idea dell’accreditamento, per il semplice motivo che l’obiettivo è quello di avere i medici vaccinati. Riteniamo che si possa eliminare il comma 3 dell’articolo 1.
Con riferimento, invece, agli altri articoli, in particolare all’articolo 5, bisognerebbe fare una modifica e sostituire le parole “ai commi” con le parole “agli articoli”, perché, almeno dal testo che ho io, “il mancato adempimento alle prescrizioni, di cui ai commi 1 e 3” è scritto. Immagino che ci si riferisca agli articoli 1 e 3.
Con riferimento agli altri articoli, in particolare all’articolo 2 sulle esenzioni, credo che non vi sia nessuna questione da introdurre né alcuno l’ha introdotta. Con riferimento, invece, all’articolo 3 questo è il procedimento di verifica classico, che è già contenuto in diversi atti amministrativi che sono presenti su tutto il territorio nazionale, in particolare in Emilia-Romagna, con una delibera recentissima, quindi mi pare che in fondo non vada a sconvolgere il mondo.
In questo senso credo che si possa tranquillamente operare. Poi, se c’è qualcuno che ritiene di poter presentare altri emendamenti, ben vengano, e in questo senso chiedo anche ai colleghi presentatori di aderire a questi suggerimenti emendativi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Potremmo lavorare in questo modo: dare il compito alla proponente, cioè la collega Franzoso, mentre andiamo avanti sugli altri punti, di coordinare queste piccole modifiche che ho ascoltato, che diventerebbero dei subemendamenti evidentemente, e poi di procedere al voto. Se siamo d’accordo. Si tratti di eliminare il comma 3, di aggiustare le sanzioni, di coordinare un po’ il testo.
Speaker : FRANZOSO.
Va bene, Presidente. Naturalmente quelli di cui parlava il collega Amati sono dei refusi, quindi sostituiremo comma ad articolo. Coordiniamo gli emendamenti, va bene.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Okay. Sospendiamo per il momento il passaggio agli articoli del punto n. 7) e passiamo al punto n. 8).
Prima di dare la parola al Presidente Santorsola, pregando l’assessore competente, l’assessore Capone, di venire in Aula, perché era qui, spero che stia da qualche parte, informo inoltre i consiglieri che sono già arrivati alcuni emendamenti, che prima di arrivare al punto n. 9), e cioè la disciplina delle associazioni Pro Loco, se intendono presentare degli emendamenti, lo facciano il più presto possibile in modo da favorire il lavoro degli uffici. Grazie.
La parola al collega Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA.
Credo che chiedere di darla per letta sia assolutamente inopportuno. Per cui, la prenderò con calma.
Presidente, colleghi consiglieri, con questa proposta di legge si intende sostenere la prestigiosa designazione di Matera quale capitale culturale della Unione europea 2019 attraverso un insieme di interventi volti a favorire la valorizzazione e la fruizione del patrimonio storico, architettonico, archeologico e culturale regionale da parte dei flussi turistici che visiteranno Matera nel 2019 e negli anni successivi.
L’evento verrà celebrato alle porte della nostra Regione e, pertanto, rappresenta un’occasione unica e irripetibile per la promozione turistica e culturale della Puglia a livello internazionale.
La proposta di legge intende giovarsi dell’attiva collaborazione di una pluralità di attori e stakeholders territoriali. Questi soggetti saranno i destinatari dei contributi economici stanziati dalla legge per i progetti che essi presenteranno e che riguarderanno cinque tipologie di azioni: interventi di recupero, restauro e allestimento dei beni mobili e immobili di interesse storico, artistico e di valore religioso; approfondimenti di studio; organizzazione e diffusione delle conoscenze per la valorizzazione di itinerari e percorsi tematici; didattica dei beni culturali; promozione culturale e turistica. La gestione delle modalità di presentazione delle domande per l’accesso ai contributi della selezione delle proposte e la valutazione dei progetti sono affidati alla struttura competente.
La proposta prevede che l’intervento a sostegno di queste iniziative venga attuato nel corso degli esercizi finanziari 2018, 2019 e 2020. La estensione sino al 2020 è motivata essenzialmente dalla necessità di operare un intervento incisivo e organico che consenta di potenziare e qualificare gli enti gli itinerari pugliesi del turismo culturale, anche al di là dell’evento Matera 2019.
La copertura finanziaria viene assicurata dall’inserimento nel bilancio regionale 2018 di un apposito capitolo di spesa che viene applicato negli esercizi finanziari 2019 e 2020. A questi fondi si aggiungono le linee di attività e le rispettive fonti di finanziamento di seguito elencate: a) FESR-FSE Programma operativo regionale Puglia 2014-2020, con riferimento alle risorse assegnate alle azioni di cui all’obiettivo tematico sesto “Tutela dell’ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali”; b) FEASR, Programma sviluppo rurale Puglia, con riferimento alle risorse assegnate alle azioni per il sostegno allo sviluppo locale; c) Patto per il sud, delibera CIPE n. 26/2010, avente ad oggetto “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, Piano per il Mezzogiorno, assegnazione risorse per il finanziamento del Patto per il sud” sottoscritto tra Regione Puglia e Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 10.09.2016; d) Risorse da bilancio regionale di cui al comma 2 dell’articolo 5; e) ulteriori risorse statali e regionali con destinazione corrente rispetto alle misure di cui alla presente legge.
In data 12 aprile ultimo scorso, dopo ampia discussione e l’approvazione di alcuni emendamenti, la proposta di legge è stata approvata a maggioranza dalle Commissioni VI e IV in seduta congiunta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Santorsola.
Apriamo la discussione generale,
Il primo iscritto a parlare è il collega Colonna.
Ci sono interventi? Prego, collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, come è noto, come riportava il Presidente Santorsola, io sono tra i sottoscrittori dell’iniziativa del collega Gianni Liviano. Ovviamente, siamo tutti davvero motivati, come Regione, come Istituzione, a tutti i livelli, a cogliere fino in fondo la portata dell’appuntamento del 2019.
Come ho avuto modo di dire, tra l’altro, un paio di settimane fa, in occasione della conferenza stampa, di cui dirò fra poco, in realtà il 2019 è solo una data. Noi dobbiamo essere molto più interessati e motivati a capire cosa succede nel 2020, nel 2021, eccetera. È giusto un pretesto il 2019. Non è un fine. È una leva, ma non è certo lo scopo di un’azione amministrativa, di un’azione di Governo.
Tengo a dire, ripeto, da sottoscrittore, avendo condiviso lo spirito complessivo dell’iniziativa, tengo a dire per completezza e per onestà, essendone stato non solo testimone oculare, ma qualcosa di più, che il lavoro messo in campo dal Governo regionale e in particolare dall’assessore Capone è stato un lavoro molto importante, che ovviamente non poteva essere conosciuto al momento della presentazione della proposta di legge, perché è un lavoro che si è sviluppato, in particolare per quello che ho seguito io personalmente, negli ultimi 4-5 mesi, un lavoro intensissimo, che ha avuto un esito molto importante, che sta destando estremo interesse, estrema attenzione non solo nelle comunità locali e nella comunità pugliese, ma anche in Basilicata. Mi riferisco a Istituzioni come il Comune di Matera, la Regione Basilicata, la Fondazione Matera 2019 e così via. Mi riferisco a un pacchetto di iniziative che l’assessore Capone, con Paolo Verri, Salvatore Adduce, i sindaci di un’area vasta che coinvolge la Murgia barese e la Murgia tarantina, comuni legati a Matera da un punto di vista proprio morfologico, culturale e storico, quindi la terra della Murgia, Fossa Bradanica, ma anche la Terra delle Gravine, appunto nel Tarantino, ebbene queste comunità sono state coinvolte direttamente, ma ce ne saranno altre che hanno caratteristiche simili, in un pacchetto di iniziative che, appunto, l’assessore Capone ha presentato, dopo una deliberazione di Giunta di un mese fa circa, un paio di settimane fa alla Presidenza della Regione.
È un pacchetto che destina risorse FESR – lo dirà sicuramente l’assessore – ma anche – tengo a dirlo io personalmente – razionalizza e mette a sistema una serie di misure che noi, in Consiglio regionale, con mie proposte, formulate sia l’anno scorso che nella sessione di bilancio di quest’anno, avevamo già, con un voto unanime, inserito nella manovra di bilancio, nella legge di stabilità 2017-2018, vale a dire le iniziative per la valorizzazione dell’architettura rurale e dall’archeologia industriale del territorio murgiano, inteso come territorio di area vasta, iniziative dirette al posizionamento strategico di questa area in vista dell’appuntamento del 2019, attività destinate ai bambini e ai ragazzini da zero a tredici anni per laboratori e iniziative di educazione alla fruizione consapevole dei beni culturali. C’è l’iniziativa che con Napoleone Cera e Mario Romano abbiamo inserito in bilancio, una pianificazione, una valorizzazione delle linee ferroviarie dismesse da destinare a uso turistico, da valorizzare in chiave turistica. Ebbene, tutte queste misure sono state messe a sistema in un programma organico presentato, appunto, pochi giorni fa, che vede un’azione organica in vista dell’appuntamento di Matera 2019.
Questo mi fa dire che lo spirito, la sollecitazione alla proposta di legge che ha visto Gianni Liviano primo soggetto, primo consigliere proponente e sollecitatore, è già stata recepita in termini di azione di governo. Mi ha fatto dire anche in Commissione, come sanno tutti i colleghi presenti in quella Commissione, la IV Commissione, mi ha fatto dire anche come l’effettiva necessità di un articolato, trattandosi di un appuntamento così ravvicinato, il 2019, forse portava a dire che una legge non fosse necessaria.
Io volevo solo testimoniare, attestare, oltre che ringraziare, come il lavoro compiuto dalla struttura regionale, mi riferisco in particolare al Dipartimento turismo, beni culturali, in particolare la sezione valorizzazione del territorio e dell’assessorato in generale con Loredana Capone è stato un lavoro molto importante, che ha visto il coinvolgimento di Comuni, dell’ente Parco nazionale dell’Alta Murgia, un’interlocuzione avviata anche con il Ministero dei beni culturali. È una traccia importante di lavoro, cose concrete, azioni concrete, risorse concrete già messe in campo che devono essere semplicemente attuate. Io insisto nel ritenere questa legge non necessaria, ma se si vuole andare al voto non farò delle barricate. Però, un lavoro è già stato fatto e sviluppato per mesi e ora va semplicemente attuato, portato avanti e assolutamente, se è possibile, arricchito ulteriormente.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti sulla discussione generale.
Vuole concludere la discussione? La parola all’assessore Capone.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Grazie, Presidente. Il consigliere Enzo Colonna è stato molto puntuale, ad integrazione di quanto già affermato dal Presidente Santorsola. Vorrei solo fare delle integrazioni che magari possono servire per la conoscenza generale. Su Puglia e Matera noi siamo molto impegnati. Siamo talmente tanto impegnati che la Basilicata ci riconosce un ruolo che talvolta vede impegnata la Murgia e il resto della Puglia collegato, ben collegato a Matera, compresa l’area di Bari e l’area della Valle d’Itria, che sembra essere addirittura preponderante rispetto alla stessa organizzazione che sta avvenendo nella Basilicata.
Abbiamo messo in campo una serie di iniziative. Alcune già l’anno scorso. Sono partiti alcuni bandi per generare anche un’animazione territoriale e sociale. Sono state compiute una serie di azioni con tutti i Comuni della Murgia, che hanno fatto i loro incontri, che hanno fatto le loro attività e hanno messo in campo iniziative di promozione delle strutture ricettive ricadenti nel percorso tra la Puglia e Matera proprio per enfatizzare la presenza di questo evento così importante, Matera 2019.
Già nel 2016, alla fine del 2016 abbiamo firmato un protocollo d’intesa tra Pugliapromozione, la Regione, l’APT di Basilicata e la Fondazione Matera 2019 proprio per compiere una serie di iniziative. A queste iniziative si è dato corso. Queste iniziative, probabilmente, non erano completamente note agli estensori della legge, perché erano solo alcune già eseguite. Le altre erano tutte in fase di programmazione.
Quando abbiamo visto la legge, la proposta di legge, perché l’abbiamo conosciuta, sostanzialmente, quando era già composta, abbiamo illustrato queste iniziative e devo dire che gli uffici in Commissione hanno rappresentato la circostanza che, forse, la legge, come ha sostenuto il consigliere Colonna, non fosse proprio necessaria, in quanto avevamo in campo tutto un programma di attività che si fondava su altra legge, già approvata dal Consiglio regionale, la n. 68/2017, che ancora conteneva una serie di iniziative per Puglia e Matera 2019 che venivano finanziate con i fondi di bilancio autonomo.
A quelle, abbiamo avuto modo di dire in Commissione, io e gli uffici, stavamo aggiungendo tutta una serie di operazioni, di programmazioni, che erano in corso proprio di redazione nell’arco di quei giorni, tanto che era fissata una data nella quale questi incontri sarebbero avvenuti con i Comuni e con il Parco nazionale dell’Alta Murgia. Perciò, mi ero permessa di invitare anche tutti i consiglieri che avessero ritenuto di parteciparvi.
Detto questo, quelle iniziative sono andate in porto, nel senso che abbiamo fatto una programmazione che oggi utilizza i fondi FESR, i fondi FSC del Patto per la Puglia e il bilancio autonomo, e l’abbiamo presentata alla presenza della Fondazione Matera 2019 alla presenza del presidente Salvatore Adduce, del direttore Paolo Verri, di tutti i sindaci di un’ampia area fatta dell’area del barese, dell’area della Murgia e dell’area del tarantino, ovviamente aperti anche a tutti coloro e a tutte quelle Amministrazioni che volessero parteciparvi.
Non c’è da parte nostra, da parte del Governo, e non c’è mai stata, come ho ribadito in Commissione, alcuna contrarietà alla legge. Ho letto anche alcuni articoli di stampa secondo i quali l’assessore era contrario, ma non è così, come può risultare chiaramente dal verbale. Abbiamo soltanto espresso alcuni dubbi rispetto all’utilità, tenuto conto che il 2019 è arrivato e che le attività sono già in campo, sono già in corso, sono attività proficue, rispetto alle quali, peraltro, se ci sono ulteriori indicazioni da parte dei consiglieri nulla quaestio, si possono non solo accogliere, ma anche rilanciare.
Ma tutto questo – insisto – non indica una contrarietà rispetto alla legge che oggi viene messa in discussione, chiede soltanto che ci sia integrazione, che ci sia compenetrazione, che non ci sia sovrapposizione di capitoli. Ce ne prenderemo cura. Se il Consiglio regionale dovesse ritenere di approvare, per noi andrà benissimo, ci prenderemo cura di evitare che ci siano sovrapposizioni e di coordinarci con l’attività del Consiglio perché tutto sia fatto al meglio. Questo era il parere in Commissione e questo rimane il nostro parere.
D’altra parte, se ci sono ulteriori fondi che si possono mettere in campo, l’unica cura, anche con questa legge, per svolgere attività che evidentemente siano ulteriori rispetto a quelle già programmate, per noi va benissimo. L’unica cura che avremo sarà quella proprio di far sì che queste attività siano integrative e complementari e di far sì che non ci sia sovrapposizione di capitoli di bilancio, come le norme ci chiedono.
Quindi, ci rimettiamo tranquillamente al Consiglio regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Prego, collega Liviano D’Arcangelo.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Io sono contento che il parere dell’assessore Capone non sia ostativo rispetto a questa proposta di legge. Mi fa piacere. Sono contento che si ritorni, evidentemente, all’opzione originaria, che era quella che ha visto protagonisti i dirigenti della Regione, Bruno e Patruno, nella stesura di questa proposta di legge presentata nel novembre del 2017, come testimoniano ampiamente mail, relazioni, rapporti. Questa cosa l’abbiamo ampiamente condivisa. Mi è parso di capire durante le Commissioni diversamente, ma sono molto contento che l’assessore Capone abbia cambiato idea e che sia d’accordo su questa cosa.
Bene così. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri iscritti. Procediamo al voto sull’articolato. Prego i consiglieri di prendere posto.
Articolo 1. Non ci sono emendamenti. Prego i colleghi consiglieri di prendere posto per votare. Votiamo.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Articolo 2. Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato.
Articolo 3.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28,
È approvato.
Articolo 4.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Ultimo articolo, articolo 5.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Votiamo, adesso, l’intero testo.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Passiamo, adesso, al punto n. 9): “Disciplina delle associazioni Pro-loco”.
La parola al Presidente Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA, relatore.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, il presente disegno di legge, con gli aggiornamenti dovuti alla sopravvenuta vigenza di leggi nazionali, si pone come strumento adeguato per una presenza ed un riconoscimento delle associazioni Pro-loco della Puglia e dell’UNPLI, che le rappresenta e le coordina, più rispondenti alle dinamiche sociali e culturali del nostro tempo e ad un nuovo approccio strutturale e strategico alla programmazione, promozione e gestione dell’accoglienza.
Peraltro, da tempo le associazioni Pro-loco di Puglia hanno evidenziato la necessità dell’adozione di una nuova legge regionale, considerando che la legge in vigore, la n. 27/90, è ormai inadeguata e insufficiente.
In particolare, la proposta riconosce le Pro-loco come uno degli strumenti della promozione turistica di base, nonché della valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, artistiche, storiche, culturali, sociali ed enogastronomiche, favorendone il ruolo attivo, finalizzato all’attrattività del proprio territorio; riconosce il Comitato regionale della Puglia dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (UNPLI) quale rappresentante delle Associazioni Pro-loco aderenti nei rapporti con la Regione; definisce gli ambiti di intervento delle Pro-loco; prevede la possibilità per i Comuni e le unioni dei Comuni di stipulare con le Pro-loco convenzioni che definiscono i criteri e le modalità di organizzazione o della gestione di eventi turistici locali, di gestione degli uffici per l’informazione e l’accoglienza di turisti, di gestione delle attività di promozione sociale verso soggetti terzi, per l’utilizzo a titolo gratuito di locali e attrezzature del Comune; riserva la fruizione della dicitura “Pro-loco” alle sole associazioni iscritte all’Albo regionale; stabilisce la competenza in materia di contributi alle Pro-loco e alle loro strutture associative di rilevanza regionale; introduce delle procedure semplificate di iscrizione e di tenuta dell’Albo regionale.
Il disegno di legge sulla disciplina delle associazioni Pro-loco è stato oggetto di discussione in Commissione anche a seguito dell’audizione del presidente UNPLI. Dopo ampia e diffusa discussione, la Commissione ha approvato all’unanimità il testo del disegno di legge, rimandando al Consiglio la presentazione di emendamenti che meglio specificano alcuni articoli. Si rimette il provvedimento all’Aula per la sua trattazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Pentassuglia.
Ci sono interventi in discussione generale? Non ne vedo.
Procediamo con l’articolato. Spero che tutti abbiate gli emendamenti.
Articolo 1.
Non ci sono emendamenti. Votiamo. Questa riunione si può sciogliere. È proprio indispensabile questa riunione in contemporanea? Ditemi voi. Ha superato Perrini, che aveva il primato all’inizio, poi si è calmato. Allora, stiamo votando.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Articolo 2.
Non vedo emendamenti. Votiamo.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato.
All’articolo 3 c’è il primo emendamento, a firma Di Blasi, con cui chiede di sostituire il comma 3. Non c’è richiesta di intervento. Prego, Blasi.
Speaker : BLASI.
Presidente, solo per precisare una cosa: non di sostituire il comma 3, ma di cassare la lettera a) del comma 3 dell’articolo 3.
Speaker : PRESIDENTE.
“Con l’eliminazione del punto alla lettera a)”.
Marmo, ha chiesto di parlare sull’emendamento?
Speaker : MARMO.
Sì, voglio capire perché un soggetto che non viene riconosciuto poi può utilizzare la denominazione Pro-loco. È contraddittorio l’emendamento.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Presidente, posso?
Speaker : PRESIDENTE.
Il proponente ha da chiarire il senso?
Speaker : BLASI.
Presidente, confrontandomi con le persone, chiamiamoli “consulenti”, con i quali ho ragionato sulla legge, mi hanno segnalato che la lettera a) contrasta con alcune norme nazionali riferite alle associazioni Pro-loco.
Tutto qua.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi, assessore Capone. C’è il collega Marmo.
Speaker : MARMO.
La legge dice: “L’iscrizione all’Albo regionale è disposta con atto del dirigente competente per materia e costituisce condizione indispensabile per fruire della denominazione Pro-loco”. Significa che per utilizzare la determinazione “Pro-loco” devi essere iscritto.
Qual è il problema nazionale, della legge nazionale? Significa che qualche altra associazione che non viene iscritta nell’elenco delle associazioni Pro-loco può lo stesso definirsi Pro-loco. Che la facciamo a fare la legge? Si chiamasse in latino “Pro-locus”, non lo so.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Ci siamo capiti.
Prego, Presidente Capone.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
L’emendamento, praticamente, negherebbe la stessa istituzione dell’Albo, qualsiasi tipo di controllo sulle associazioni e nega la stessa identificazione delle Pro-loco. Cioè per definirsi “Pro-loco” e per venire in contatto con tutta una serie di opportunità che la legge mette in campo, bisogna osservare alcuni requisiti, anche a garanzia della trasparenza, a garanzia della democrazia interna, a garanzia che gli Statuti siano fatti in un certo modo. Se noi eliminiamo la lettera a), praticamente, tutto questo viene a cessare.
Quindi, il parere è negativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Blasi, prego.
Speaker : BLASI.
Presidente, per quello che mi riguarda, le osservazioni poste dal collega Marmo e dall’assessore Capone sono convincenti. Ritiro l’emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay, grazie.
Ci sono altri emendamenti? Non ci sono.
Votiamo l’articolo 3.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato. Adesso andiamo all’articolo 4, dove c’è l’emendamento di pagina 2. Per cortesia, fornite gli emendamenti al dirigente della sezione. Emendamento di pagina 2: si chiede di sostituire, all’articolo 4, il testo attuale con il testo seguente.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Questa è la questione che avevi posto anche in Commissione.
Speaker : PRESIDENTE.
Non l’ho capito l’emendamento. Cioè, che cosa dice, lasciare solo la lettera a)? Togliere b), c) e d)? Che cosa propone? Cioè, si propone di cancellare le lettere b), c) e d), se capisco bene. C’è da aggiungere solo “scrittura privata registrata”.
Prego, collega Blasi.
Speaker : BLASI.
Normalmente, quando scrivo in italiano, sono compreso. Dice di aggiungere alle parole “atto pubblico” le seguenti “o scrittura privata registrata”, per dare una pluralità di possibilità. Tutto qua. Non mi sembra che ci sia niente di stravolgente.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, si tratta di aggiungere soltanto “o scrittura privata registrata”. Questo è. Va bene.
Prego.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Ordinariamente l’atto pubblico e la scrittura privata registrata assolvono agli stessi obiettivi, per cui nulla quaestio. Sotto il profilo giuridico non c’è nessun problema. Quindi, il parere è positivo.
Voglio, comunque, precisare il motivo per il quale si era scelto esclusivamente l’atto pubblico, conformemente, peraltro, alla norma precedente.
Trattandosi di associazioni che prevedono una serie di persone che devono incontrarsi, devono condividere, devono confrontarsi e poi l’associazione avrà la possibilità di interloquire nel modo in cui la legge stabilisce anche con gli altri enti, si era scelto una formula un tantino più rigida, qual è l’atto pubblico, per far sì che tutti andassero davanti al notaio e avessero la certezza, reciprocamente, che condividono le scelte che si sono fatte. Detto questo, però, giuridicamente l’emendamento va bene comunque. Se il consigliere Blasi ritiene di confermarlo, il parere è positivo. Senza dubbio la scrittura privata registrata può assolvere allo stesso compito. Era solo un indirizzo di partecipazione maggiore, di coinvolgimento maggiore da parte di tutti i soci.
Speaker : PRESIDENTE.
Siccome state facendo riferimento a notai, qui c’è un notaio in Aula che ha chiesto la parola, giustamente.
Speaker : ZINNI.
Siccome state parlando dei miei ferri del mestiere quotidiano, se mi permettete, l’emendamento è condivisibile nello spirito, ma è superfluo, perché il decreto legislativo 460 del 1997, che disciplina gli enti di natura non commerciale, dice che nel nostro ordinamento ormai le associazioni, qualunque tipo di associazione che vuole essere interlocutore anche di enti pubblici si può costituire con atto pubblico, con scrittura privata autenticata o con semplice scrittura privata registrata, quindi va bene. Se, però, proprio lo dobbiamo fare questo emendamento, dobbiamo aggiungerci “con scrittura privata autenticata o semplicemente registrata”, perché le forme sono tre: l’atto pubblico, la scrittura privata autenticata e la scrittura privata registrata.
La differenza tra le tre forme è la presenza o no di un notaio o di un pubblico ufficiale. Solo nella scrittura privata registrata il notaio non è necessario.
Terza e ultima annotazione. Quando scriviamo queste norme un po’ più di attenzione, perché le norme in materia di forma non attengono alla legislazione di carattere regionale. Noi non possiamo normare forme diverse da quelle previste dall’ordinamento nazionale, perché porteremmo un aggravio nell’esercizio dei diritti da parte di cittadini della Puglia rispetto a cittadini di altre parti d’Italia.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Scrittura privata, registrata e autenticata. O autenticata.
Speaker : BLASI.
Si può aggiungere, visto che è nel verbale della discussione dell’Aula. L’importante è che rimanga quella forma, proprio per la ragione che diceva adesso il collega Zinni, per evitare il conflitto di interesse, naturalmente, e per evitare che uno debba necessariamente rivolgersi al notaio.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Adesso votiamo, con questa modifica, l’emendamento di pagina 2, che è un subemendamento, con questo “autenticata”. Non si può scrivere “autenticata a titolo gratuito” nella legge? No, non si può scrivere.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Sempre all’articolo 4, c’è l’emendamento di pagina 3, a firma di Rosa Barone.
Prego.
Speaker : BARONE.
Devo dire anche un’altra cosa. In pratica, va coordinata. La modifica di prima va coordinata anche con l’allegato, che è presente, che riguarda lo Statuto delle Pro-loco.
Quindi, va modificato anche l’allegato. Questo è l’emendamento che prima abbiamo accolto.
Speaker : PRESIDENTE.
Tu intervieni sul punto b).
Speaker : BARONE.
Sì.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri. Poi vediamo il prosieguo. Tu chiedi di sostituire il punto b). Prima abbiamo agito sul punto a) dell’articolo 4.
Speaker : BARONE.
Io ho fatto una precisazione. Volevo chiedere agli uffici che l’allegato presente, che riguarda lo Statuto delle Pro-loco, venga modificato, poiché c’era un allegato anche con la legge. Questo riguarda l’emendamento di prima.
Io avevo chiesto la parola, in realtà, non mi aveva visto, quindi mi tocca...
Speaker : PRESIDENTE.
Volevi parlare prima? Scusami.
Speaker : BARONE.
Non fa niente. Perdonato.
Sono stata chiara? Forse no. Ripeto? Abbiamo approvato l’emendamento di prima di Blasi? Okay. Quell’emendamento comporta anche che, però, va coordinato l’allegato che riguarda lo statuto delle Pro-loco…
Speaker : PRESIDENTE.
Lo statuto tipo, che è allegato.
Speaker : BARONE.
Bravo, lo statuto tipo delle Pro-loco.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi?
Speaker : BARONE.
Va modificato anche quello. È soltanto questo. Volevo sottolineare solo questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Quando coordineremo…
Speaker : BARONE.
Io avevo chiesto la parola prima, quindi l’avrei detto prima.
L’emendamento che proponiamo riguarda la cosa che in pratica ogni Comune dovrebbe avere una sola Pro-loco, però laddove ci sono specificità legate magari ad autonomie particolari può essere la Regione, una volta ascoltato il Comune, a dar vita ad altre Pro-loco. Di questo avevamo già parlato in Commissione ed era stato accolto. Per dire, abbiamo Ginosa e Ginosa Marina: laddove il Comune ritiene che ci devono essere due Pro-loco, ascoltata la Regione, si potrebbero avere delle deroghe; altrimenti, in ogni comune una sola Pro-loco proponiamo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Assessore?
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Parere favorevole. L’avevamo già condiviso in Commissione effettivamente.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay. Quindi, votiamo l’emendamento di pagina 3, che sostituisce la lettera b) dell’articolo 4, con il parere favorevole del Governo… Collega Blasi, scusa.
Speaker : BLASI.
Sull’emendamento, Presidente, io non sono d’accordo. Scusa, perché limitare la possibilità associativa, libera, volontaria nei territori, obbligando alla presenza di una sola Pro-loco dentro una realtà? Può avere un senso se è una realtà piccola, ma può non avere un senso se è una realtà medio o grande, o comunque effervescente sul piano culturale e sociale. Non capisco perché bisogna limitarle. Tutto qua. Non capisco poi la condivisione da parte dell’assessore.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Con queste opinioni del collega Blasi, procediamo al voto… Scusa, assessore Capone, siamo in fase di votazione. Votiamo e quello che sarà l’esito del voto vale. Scusate, sempre nell’ambito delle nostre flessibilità, diamo la parola all’assessore Capone. Sospendiamo un momento il voto.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Qual è la ragione di avere una Pro-loco o, su deroga, anche più di una laddove ci siano diverse località che hanno, tra l’altro, diverse esigenze? Non è certo quella di limitare la libertà associativa, poiché le associazioni si possono costituire e in questa legge né in nessun’altra si limita l’articolo 38 del Codice civile o la Costituzione. Possono costituirsi in quante associazioni vogliono. Qual è il problema, però? Che non le devono chiamare tutte Pro-loco, perché altrimenti viene meno l’esigenza stessa che ci sia un’organizzazione che si struttura con quella denominazione, con quell’attività, con quel tipo di Statuto. Pro-loco è una, ed è quella individuabile, quella strutturata. Associazioni quante ne vogliamo, con qualunque denominazione vogliamo. Non c’è nessun limite.
Come no? Sta scritto nella legge, perché le Pro-loco hanno una specifica funzione, devono avere uno Statuto, devono avere alcuni obblighi, hanno una specifica funzione civile e costituzionale. Invece, le altre associazioni, di qualsiasi tipo di promozione siano, possono darsi autonomamente, come dice la libera iniziativa prevista dalla Costituzione e il codice civile, qualsiasi tipo di attività. Non si limita in nessun modo l’associazionismo, ci mancherebbe altro. Solo è la tutela della denominazione Pro-loco proprio per le specifiche funzioni che sono state impartite. Questo è l’obiettivo.
Speaker : PRESIDENTE.
Intanto annulliamo la votazione.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Se c’è una deroga, ci sono…
Allarga nell’ipotesi che ci sia una deroga autorizzata dalla Regione…
Speaker : PRESIDENTE.
Calma, calma, uno per uno.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Allarga nell’ipotesi che ci sia una deroga autorizzata dalla Regione per grandi Comuni che hanno diversi obiettivi di promozione, ma una deroga autorizzata. Per esempio, c’è un Comune che ha un grosso centro storico e poi ha una marina che ha una sua autonomia. Questo è l’obiettivo, ecco.
Speaker : PRESIDENTE.
Chiedete la parola, sennò non si capisce niente. Laricchia ha chiesto di palare. Calma.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente. In merito all’importanza che le Pro-loco siano più o meno una per ogni paese, salvo, ovviamente, eventuali specificità da affrontare con un iter particolare, non deve essere letta, a mio parere, in contrasto con la libertà associativa. Con le Pro-loco non solo cresce un Paese quando la Pro-loco naturalmente funziona bene, ma anche i membri della Pro-loco crescono profondamente, proprio perché imparano a superare molte differenze, che spesso sono di tutti i tipi. Possono essere idee, anche orientamenti politici, religioni differenti. Per cui, ci si confronta e si lavora per un unico scopo in una Pro-loco.
Naturalmente, le divergenze sono, come in ogni gruppo umano, spesso all’ordine del giorno. Se limitiamo la possibilità che le Pro-loco proliferino diamo un segnale nella direzione che, alla minima divergenza, non è data la possibilità di creare un’altra Pro-loco. Credetemi: questo vi è il rischio concreto che accada. Per questo, è importante che ce ne sia, a mio parere, il più possibile una sola, salvo – ripeto – specificità, di cui l’emendamento tiene conto, ma mi impegnerei e farei arrivare questo messaggio da parte del Consiglio che è bene che la Pro-loco sia il più possibile una soltanto, anche perché, ripeto, come giustamente diceva l’assessore, di associazioni ce ne possono essere tante. È bene che nella Pro-loco ci si riunisca il più possibile in un unico gruppo, superando le difficoltà che si possono avere in un gruppo umano, qualunque esso sia, ma senza sapere e senza agitare lo spauracchio della divisione incontrollata alle prime divergenze.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Barone, prego.
Speaker : BARONE.
Nella legge che abbiamo approvato, l’articolo 2, il comma 3 dell’articolo 2 dice: “Le Pro-loco possono articolarsi in ambiti territoriali sub-comunali attraverso specifici comitati di iniziativa locale”. Cioè, laddove in una città più grande ci sono motivi per cui, in maniera sub-comunale, hanno delle iniziative locali, si possono pure organizzare in maniera diversa. Non è detto che l’unica Pro-loco debba rimanere unica. È la stessa legge che dice che, in fondo, c’è la possibilità di organizzarsi e articolarsi in maniera differente in comitati di iniziativa locale.
Quindi, la stessa legge già lo permette.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare.
Collega Blasi, prego.
Speaker : BLASI.
Vorrei presentare, a questo punto, se è possibile, Presidente, un subemendamento con il quale chiedo di cassare la lettera b) dell’articolo che stiamo discutendo, del comma che stiamo discutendo.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Il subemendamento era: “Soppressione lettera b)”, praticamente. La soppressione della lettera b), è così? Marmo ha chiesto di parlare. Prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, io dichiaro la mia contrarietà all’emendamento Blasi di soppressione del comma b), anche perché come riscritto dai colleghi Barone e Casili io credo che debba essere tutto riportato sotto l’egida comunale. Quindi, sarà il Comune, per esempio il Comune di Bari, che decide se far nascere per vecchi comuni, che ora sono diventati quartieri di Bari, come Santo Spirito, Carbonara e Palese, delle Pro-loco specifiche in quel luogo. Altrimenti, siamo una nazione di oltre 8.000 comuni e noi sicuramente vedremo il nascere di tante Pro-loco conflittuali che possono esistere in uno stesso luogo.
Peraltro, lo scopo di questa legge spero sia quello di sostenerle con finanziamenti, finanziamenti che i Comuni non sono più in grado di dare alle associazioni Pro-loco che esistono nei propri territori. Ora, andare a determinare una miriade di Pro-loco magari in un comune piccolissimo significa alimentare conflitti, litigi e non competitività. Potrebbero nascere due Pro-loco, ma con l’autorizzazione del Comune di Adelfia, che sappiamo bene che da secoli ha le sue due frazioni, Canneto e Montrone. Questo può essere comprensibile. Ma non può essere una regola per tutti i Comuni: ovunque ognuno faccia quel che vuole.
Quindi, io invito il collega Blasi a ritirare l’emendamento e a confluire tutti quanti sull’emendamento Barone e Casili.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : COLONNA.
Presidente, credo che si sia fatto un po’ di confusione in Aula. Il quadro è ben chiaro sia nel disegno di legge sia nell’emendamento dei colleghi, e ne avevamo parlato in Commissione. Già il disegno di legge prevede, come regola, che ci sia una sola associazione e prevede in via particolare, dettata da alcune condizioni ben precisate in questo articolo, le condizioni per il riconoscimento di altra associazione Pro-loco. L’emendamento di Rosa Barone, che aveva formulato già verbalmente in Commissione, va nella direzione di spiegare meglio, dettagliare meglio come si arriva a riconoscere e a quali condizioni si arriva a riconoscere una seconda o terza o quarta associazione Pro-loco. Abbiamo immaginato situazioni in cui ci sono località con frazioni, immagino Fasano con Torre Canne, piuttosto che Ginosa con Ginosa Marina e così via. Tutto qui. Era già un dato acquisito. Aggiungo che immaginare una proliferazione di associazioni Pro-loco credo che rischi di compromettere un impianto complessivo, perché le associazioni Pro-loco rientrano in un circuito ben determinato con dei riferimenti puntuali per comune e non dobbiamo immaginare una disseminazione poi incontrollata, perché alle Pro-loco, alle associazioni di Pro-loco corrispondono altre azioni previste sempre nella legge: le aggregazioni, le aggregazioni sovraterritoriali e così via. Quindi, dobbiamo cercare di razionalizzare tutta la rete delle Pro-loco e non accedere all’idea che possano proliferare senza alcun controllo. Aggiungo che nello statuto allegato alla proposta di legge, lo schema di statuto come nella legge stessa, è chiaramente indicato l’obbligo sostanzialmente di prevedere una iscrizione a chiunque all’associazione. Non siamo in presenza di associazioni che possano in qualche maniera arbitrariamente limitare l’accesso e l’agibilità all’interno di una associazione ispirata a principi di democrazia, di parità di voto e quant’altro. Non siamo dinanzi ad associazioni di tendenza.
Le preoccupazioni, sempre in linea teorica, salvo casi puntuali e patologici, l’indicazione che viene dalla legge è di associazioni che siano aperte al contributo di chiunque voglia operare nel segno della promozione, del turismo, della valorizzazione dei territori.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ci sono altri interventi. Per cui, Blasi, insiste nel suo subemendamento?
Speaker : BLASI.
Tra l’altro sono un po’ afono. Non solo insisto, ma mi hanno rafforzato gli interventi che ho ascoltato nel mio convincimento. Anche perché se qualcuno in Aula mi legge la norma nazionale che obbliga le Regioni a legiferare, nel senso che ci deve essere una sola associazione Pro-loco per ogni Comune. Se qualcuno qui è in grado di farlo, io ritiro l’emendamento. Se non è in grado di farlo, vuol dire che qualcuno sta bluffando.
Speaker : PRESIDENTE.
Consentiamo che sia l’assessore a fare l’ultimo intervento, sperando di mettere un po’ d’ordine.
Collega Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Io volevo solo capire, a questo punto, il subemendamento che sta presentando il consigliere Blasi che effetti avrà. È un subemendamento che andrà a incidere sulla lettera b) dell’emendamento della consigliera Barone?
Quindi, sostanzialmente, lascia il testo originario.
Speaker : PRESIDENTE.
Non c’è dubbio.
Speaker : LARICCHIA.
Quindi, non cambia nulla. D’accordo.
Speaker : PRESIDENTE.
Possiamo vedere di capirci. Il subemendamento è all’emendamento Barone, altrimenti non poteva essere presentato. Così è scritto qua: “Eliminare all’articolo 4 la lettera b)”.
Speaker : LARICCHIA.
Quindi è un emendamento.
Questo ce lo può spiegare il consigliere Blasi. Voglio capire questo, perché se è un emendamento...
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento Barone all’articolo 4.
Speaker : LARICCHIA.
Non l’emendamento Barone. Blasi sta presentando un subemendamento all’emendamento nostro, che quindi non farebbe cambiare nulla rispetto al testo originario? Se sta presentando un emendamento al testo, mi pare che sia fuori tempo, quindi non possa presentarlo. Il tempo per presentare gli emendamenti è scaduto.
Speaker : PRESIDENTE.
Io che cosa ho detto poco fa? Ho detto semplicemente che c’è un subemendamento all’emendamento Barone che stavamo discutendo, e chiede di sopprimere la lettera b). È l’unica cosa che poteva presentare in questo momento.
L’emendamento Barone lo avete davanti? È chiaro o no? L’emendamento Barone parla della lettera b). Il subemendamento chiede di abolire questa lettera b), così come declinata.
Chiede l’eliminazione. Scusate, io non capisco, la cosa è semplicissima. Stavamo discutendo un emendamento e a un emendamento si può semplicemente produrre un subemendamento. Il subemendamento parla della lettera b), quello di Barone. Quindi, se dovesse passare, torna in campo l’emendamento precedente.
Prego, collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, la voglio aiutare. Non è ammissibile un subemendamento che vada a modificare un emendamento nella sua sostanza e lasciando in piedi la parte scritta con “il comma 1 dell’articolo 4 è così sostituito”, altrimenti resterebbe in piedi quella.
Speaker : PRESIDENTE.
Che cosa? Non sto capendo che cosa chiedi.
Speaker : MARMO.
Non si possono presentare subemendamenti soppressivi di un emendamento. Si vota o a favore o contro. Non è possibile, perché significa in questo modo eliminare il dibattito sull’emendamento e avere la possibilità di presentare un subemendamento, che di fatto non è comprensibile. Cioè, non è che lui va a modificare l’emendamento Barone e Casili, lui lo va a togliere, ma un emendamento si toglie con un voto, non con un subemendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
No, il subemendamento viene votato. Mica non viene votato. E se viene votato quella è l’opinione dell’Assemblea.
Speaker : MARMO.
Non può essere votato.
Speaker : PRESIDENTE.
Non è scritto questo nel Regolamento.
Speaker : MARMO.
Non è ammissibile l’emendamento, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Mi consenta, Marmo…
Speaker : MARMO.
Il subemendamento non è ammissibile, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Non capisco dove sta scritto che non è ammissibile.
Speaker : MARMO.
Senta a me, non è così.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. A me non sembra che sia inammissibile. Non ne vedo le ragioni. Rimane in vigore il testo originario della legge.
Speaker : MARMO.
Ma il testo dell’emendamento può essere eliminato con il voto, non con un subemendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Perché? E chi l’ha detto questo?
Speaker : MARMO.
Cioè, se lui andava a modificare una parte, si giustificava il subemendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Ma chi l’ha detto. Il subemendamento ha il suo valore, parziale o totale.
Speaker : MARMO.
Allora noi a questo punto potremmo presentare i subemendamenti a tutti gli emendamenti per non far votare gli emendamenti.
Speaker : PRESIDENTE.
E non c’è dubbio.
Speaker : MARMO.
Ma non è così. Non è così, Presidente. Si informi.
Speaker : PRESIDENTE.
Non capisco il senso di quello che dite.
La parola al collega Amati.
Speaker : AMATI.
Presidente, il collega Blasi, siccome ha visto sul sito del Piemonte che in Piemonte ci sono oltre mille Pro-loco, ha dedotto che in Italia è possibile che vi siano più di una Pro-loco per comune. Questa è la deduzione. In realtà, poi ci siamo applicati e abbiamo visto che in tutte le regioni italiane c’è un numero spropositato di Pro-loco. Ciò significa, evidentemente, che le Pro-loco possono esserci più di…
Ho capito, però io, se posso dire…
A quel punto, siccome era scaduto il termine per presentare gli emendamenti, il collega Blasi, ricordandosi del Regolamento, così come accade sempre, io sono quasi tre legislature che sono qui, quindi ho una serie di precedenti, però il Regolamento presenta un subemendamento; un subemendamento che ha la natura integralmente soppressiva dell’emendamento, cioè si aggancia all’emendamento. È un fatto che abbiamo ripetutamente operato: la maggioranza, l’opposizione. Poi, siccome io frequentavo quest’Aula anche quando non ero consigliere regionale, voi dovete immaginare che la maggioranza nella quale il collega Marmo militava anche da assessore, da questo punto di vista, e Loizzo lo sa meglio di me, da questo punto di vista erano addirittura creativi al massimo. Voi pensate un po’ che una volta con un subemendamento approvarono l’intero Piano di riordino della rete ospedaliera, perché pendevano ricorsi al TAR…
Però, fatemi parlare. Pendevano ricorsi al TAR e gli avvocati dei Comuni avevano sostenuto che c’era una legge speciale che prevedeva che la delibera bisognava approvarla in Consiglio. Allora, il Consiglio regionale si riunì di tutta fretta e con un subemendamento ad un emendamento decise di approvare il Piano di riordino della rete ospedaliera. Gli avvocati che difendevano i Comuni, e Marmo, che è una persona onesta, sorride a conferma, furono abbastanza sconvolti quando lo sollevarono dinanzi alla I Sezione del TAR di Bari, il presidente Ferrari, un avvocato più impertinente, perché forse era giovane, perché le impertinenze erano consentite soltanto a Giovanni Pellegrino di quel fronte, non erano consentite a quelli più piccoli, disse il Presidente: “Lei come si chiama” perché voleva evidentemente sollevare la questione dinanzi al Consiglio dell’Ordine.
Per dirvi che la tecnica usata dal collega Blasi è una tecnica conforme. Che cosa succederebbe nel caso di approvazione? Però, fatemi parlare. Che cosa succederebbe nel caso di approvazione dell’emendamento di Blasi, interamente soppressivo dell’emendamento della collega Barone? Verrebbe via la lettera b) della legge originaria. Senza discutere facendo gli avvocati, se va bene o non va bene, la questione all’osso è questa. C’è una parte di Consiglio regionale che ritiene che vi possano essere più Pro-loco all’interno di un Comune, così come accade in tutte le Regioni italiane, e c’è una parte di consiglieri regionali che, invece, ritiene che ve ne debba essere una, ovvero una deroga qualora il Comune è d’accordo e lo chiede alla Regione. Perché non ci pronunciamo su questo, invece di andare a spaccare il capello sul Regolamento? Potremmo davvero stare qui a lungo e divertirci sui casi precedenti. Questa è la questione, è semplice. C’è chi voterà per più di una Pro-loco e chi voterà per una sola Pro-loco.
A un certo punto la collega Lavecchia ha svelato... Io ero per una Pro-loco per Comune. Quando ha parlato la collega Lavecchia, ho capito che dovrei essere per più Pro-loco. Non per antipatia. Come sapete, in realtà ci stiamo molto simpatici. Almeno io. Lei non l’ha mai dichiarato. Almeno a me lei sta molto simpatica. Ha detto: “Guardate, quando si litiga all’interno di una Pro-loco, se c’è una norma che consente di fare un’altra Pro-loco, uno va e si fa un’altra Pro-loco”. Pure al Rotary Club e ai Lions è così. Pensate al Rotary Club. Me l’hanno detto. Io non sono iscritto a queste associazioni.
Ha aggiunto: “Invece, se c’è questa norma, l’associazione ha la possibilità di far venire a più miti consigli la libertà del socio”. Immagino che il sistema Rousseau sia più o meno questa cosa, cioè far venire a più miti consigli chi scantona dalla strada maestra. Siccome posta così, io che sono per la libertà, soprattutto perché questa legge dà anche risorse a quelli iscritti in quell’albo, e quando si tratta di risorse divento ancora più fortemente schierato per la libertà, questi venti sinistri di una rieducazione del Consiglio di amministrazione del reprobo che vuole andare via è una cosa che non appartiene alla mia cultura di libertà, confortato dal fatto che in tutte le Regioni italiane, soprattutto in quelle del nord, dove forte è questo tipo di associazionismo, ce ne sono migliaia, io sono a favore del subemendamento del collega Blasi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Non si può parlare tre volte, però.
Andiamo avanti.
Speaker : DI BARI.
Se il collega è per la libertà, noi siamo per la verità. Devo sconfessarlo, perché la legge del Piemonte prevede, all’articolo 4, lettera c): “Svolga la propria attività in un comune nel quale non operi altra associazione turistica Pro-loco”. Qualora nel comune coesistano più località fortemente caratterizzate e distinte sotto il profilo turistico, possono essere riconosciute anche più associazioni turistiche Pro-loco in uno stesso comune, come quello nostro, uguale. Per di più, anche quello nazionale prevede una Pro-loco in una città, a meno che non ci siano delle caratteristiche particolari per cui è prevista più di una Pro-loco. Questa è la verità.
Speaker : PRESIDENTE.
La questione in discussione è chiara. Adesso che c’entra questa discussione. La cosa è chiara.
Prego, collega Campo.
Speaker : CAMPO.
Presidente, si sta facendo confusione. Nessuno può limitare la presenza di Pro-loco in un comune. Le Pro-loco si possono costituire rispettando uno statuto, una finalità, e ci possono essere in un comune quante Pro-loco vuole. Nessuna legge lo può impedire. Il punto è: ai fini della legislazione regionale, cioè ai fini dell’attribuzione, come dice Fabiano, di determinate provvidenze noi decidiamo di registrare, di accreditare un’unica Pro-loco, o no? Questo è il punto. Ci siamo intesi? Nessuno può limitare la formazione di Pro-loco, sono tutte legittime, tutte riconosciute dall’ordinamento, nei limiti in cui l’ordinamento le riconosce.
Ciò di cui stiamo discutendo, quindi è il punto che poneva Fabiano e sul quale dovremmo stare, è se la Regione Puglia, quando distribuisce risorse, debbo supporre, attraverso questa norma, o quando riconosce dei benefici, o quando prende in considerazione la soggettività delle Pro-loco che già esistono, ne sceglie una e, laddove ce ne sono di più, in base a che criteri ne sceglie una e l’altra no? Questo è il punto. Perché l’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco Italiana) certifica che in Piemonte ce ne sono 961 iscritte all’UNPLI, in Italia sono oltre 6.000. Questi sono dati ufficiali. E su questo si può questionare poi.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso dobbiamo mandare una delegazione a contare le Pro-loco del Piemonte.
Dopodiché, si deve scegliere se la Puglia…
Io non lo so.
Speaker : CAMPO.
Presidente, è una cosa seria, perché noi poi nei piccoli Comuni, nel Subappennino ci sono le faide familiari. Se la Pro-loco è una e l’altra. Pro-loco sono tutte e due, ma quale viene riconosciuta dalla Regione ai fini dell’attribuzione dei fondi?
Le Pro-loco ci sono già e ne possono nascere altre. La Regione sceglie di avere un unico interlocutore e se lo sceglie. Attraverso quali criteri lo sceglie? Perché quel consiglio di amministrazione è più vicino a quel consigliere regionale? Tutto qui. O è dei Cinque Stelle o del PD? O è vicino a Paolo Campo? Questo è il punto. Punto.
Speaker : PRESIDENTE.
Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente, colleghi, il discorso che fanno i colleghi di maggioranza è un discorso che, a mio avviso, potrebbe anche essere condivisibile. Il problema, però, è quello di stabilire anche le regole dentro le quali si organizzano e si formano le Pro-loco, perché detto così significa lasciare i Comuni o le collettività nel far-west, dove io con altri due amici al bar ci facciamo una Pro-loco, altri si fanno una Pro-loco. Se fate una cosa del genere, lasciata così, senza nessuna regolamentazione, fate veramente una cosa che non può essere. Il principio è giusto, il principio della competitività, anche della concorrenza per migliorarsi qualitativamente, per fare di più, potrebbe anche essere condivisibile, ma dovete dettare delle regole che devono essere seguite quando si organizzano più Pro-loco dentro uno stesso Comune. In assenza di queste regole il vostro ragionamento, se è condivisibile sul piano del principio, non può essere attuato, perché, se venisse attuato sarebbe un danno.
Speaker : PRESIDENTE.
Siccome a me la questione era chiara dall’inizio, vanno bene tutti questi arricchimenti, però adesso dobbiamo procedere per assumere una decisione. Io ringrazio il collega Amati per il supporto regolamentare…
Ma tu pensi che parli e questi si convincono di quello che dici tu? Prego, ha la parola.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Non penso. Io voglio potare solo un ulteriore contributo alla discussione, perché se si pensa che questa norma sia a tutela di piccoli centri di potere, si sbaglia.
Al collega Fabiano Amati e al collega Paolo Campo vorrei ricordare le discussioni che noi abbiamo avuto in Commissione sviluppo economico con la collega del Piemonte, che lamentava che, siccome ci sono in Piemonte più di mille Comuni, aveva bisogno di più risorse per la banda ultra larga. Ricordo questo fatto di più di mille comuni in Piemonte. Forse sono 1.200.
Quindi, è evidente che se sono 960 le Pro-loco sono meno di una per Comune. Però non vorrei fare questo discorso di quante sono le Pro-loco in Piemonte, ma riprendere un discorso più generale.
A cosa serve questa norma? Serve ad evitare che ci sia una proliferazione di associazioni che si chiamano Pro-loco senza che queste abbiano i requisiti previsti, senza che possano iscriversi all’UNPLI e determinando una scelta che possa essere per noi uguale a quella delle altre Regioni. Queste Pro-loco tutte all’UNPLI poi dovranno iscriversi. L’UNPLI è un’organizzazione nazionale.
La preghiera che io vi faccio è di valutare attentamente il fatto che consentire la deroga per avere le situazioni di autonomia più definita mi sembra giusto, ma consentire una totale proliferazione è come non fare la legge. A questo punto, meglio non fare la legge. A questo punto, rimane la vecchia normativa, che è desueta, vorrei dire anche inutile allo stato attuale, e non almeno che abbiamo ragionato sulla base di un discorso nazionale.
Se vogliamo apportare una novità, un’innovazione, adeguandoci anche ai nuovi bisogni del turismo, oggi noi dobbiamo prevedere una regolamentazione che tenga conto di queste attività e che, quindi, non generi una proliferazione per la sola voglia di chiamarsi Pro-loco, ma, prevedendo le Pro-loco e le loro caratteristiche, mantenga salva la possibilità di associarsi a fini turistici per chiunque altro, ma chi si chiama Pro-loco deve rispettare determinate regole perché si chiamerà Pro-loco per i turisti che vengono da noi, per quelli che vengono dalla Lombardia, dalla Francia, dall’Inghilterra, da tutte le parti, perché avrà una normativa comune e standardizzata.
Questo era l’obiettivo.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Marmo, che forse ha trovato il numero preciso delle Pro-loco del Piemonte.
Speaker : MARMO.
No. Solo per dire, Presidente, frecciata per frecciata, che abbiamo capito perché sono 900 le Pro-loco in Piemonte: perché sono mille i Comuni.
In più, agli amici dei banchi di fronte leggo il comma 4 dell’articolo 2 della legge di una Regione molto più vicina a loro che a me, che dice: “Le Pro-loco possono articolarsi in ambiti territoriali subcomunali attraverso specifici comitati di iniziative locali”, che dipendono sempre dalla Pro-loco. E questa è la legge dell’Emilia-Romagna.
Non dico più niente. Votiamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo. Il subemendamento Blasi, come ho avuto modo di dire in due parole, è pertinente, per cui votiamo. Sopprime la lettera b) dell’emendamento Barone e, qualora venisse approvato, torna in vigore l’articolo originario della legge.
Prego, collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
In questa divertita conversazione su un punto davvero di una banalità e scontatezza, e mi dispiace dirlo perché alla fine qua si sta parlando dell’iscrizione nell’albo. La libertà associativa nessuno la sta mette in discussione, l’articolo 21 e tutto il resto della Costituzione e l’ambaradan che ne consegue.
Faccio presente al collega Blasi e a chi si accinge a votare favorevolmente che è necessario, di conseguenza, in caso di approvazione, modificare un’altra serie di articoli del disegno di legge che sono coerenti, invece, con l’impostazione che prevede, appunto, di regola una sola associazione Pro-loco iscritta e riconosciuta nell’albo regionale, salvo, come si sta tentando di dire, perché nessuno sta dicendo che non è possibile, si sta tentando di dire sia nel disegno di legge sia nella più efficace e più immediata e redazionalmente più corretta ed esteticamente versione formulata con l’emendamento Barone si sta dicendo semplicemente che ci sono tante situazioni che possono portare all’iscrizione di più associazioni Pro-loco in base alle conformazioni turistiche e territoriale di quel comune, sentito il Comune. Poi immaginare che ci siano tante Pro-loco contraddice già l’idea stessa di essere Pro-loco, l’etimologia stessa della formulazione. Pro-loco significa per il luogo, non per il condominio o per il quartiere. Significa pro luogo e il luogo è un territorio.
Speaker : PRESIDENTE.
A me le opinioni sembrano chiare. Adesso dobbiamo procedere con il voto. Chiarisco ancora una volta. Il subemendamento di Blasi tende ad eliminare la lettera b) dell’articolo 4 così come Barone l’aveva articolato, perché solo in questo modo si giustifica il subemendamento.
Dopodiché, rimane in vigore l’articolo 4 così come dal testo di legge. Bene.
Votiamo il subemendamento Blasi.
Amati, ho capito, però… Prego.
Speaker : AMATI.
Presidente, per me la cosa è indifferente. L’emendamento del collega Blasi, dove la Barone dice “la lettera b) è sostituita con la seguente”, Blasi interviene e dice “la lettera b) è soppressa”. Quindi, la collega Barone interviene in termini emendativi sulla lettera b) della legge, Blasi interviene in termini soppressivi della lettera b) della legge.
Certo, la volontà è quella. Dice Marmo: sono preclusi i subemendamenti, tant’è che dice addirittura “sono inammissibili” i subemendamenti che sovvertono la volontà. Io gli ho fatto una serie di esempi. Aggiungo il canguro. Il canguro è il classico esempio in cui uno interviene su un emendamento e toglie tutto quello che sta sugli emendamenti per far rivivere il testo originario. Quindi, da un punto di vista tecnico…
Un momento. Però, fatemi finire. Io non parlerò più. Poi, se dobbiamo dialogare, è un altro discorso. Da un punto di vista tecnico è questo. Ne deriva, come vi ho detto, poi il Presidente deciderà e io non è che mi metterà a fare questioni su questa storia, ne deriva che qui c’è soltanto da votare se va bene quello che dice Blasi. Ove venga bocciato ciò che dice Blasi, rivive l’emendamento Barone come presentato, perché altrimenti perché voteremmo prima sul sub e poi sull’emendamento? Che poi dovremmo votare. Se è così, chiarita la volontà, penso che non ci sia bisogno di scontrarsi, perché semplicemente è un fatto di volontà tra i colleghi, se si vuole una cosa piuttosto che un’altra. Punto.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il subemendamento, confermo, interpreto come è possibile farlo. Un subemendamento riguarda l’emendamento presentato. Non può intervenire sull’articolato.
Dopodiché, votiamo il subemendamento Di Blasi, che elimina l’emendamento Barone.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 15, contrari 17.
Non è approvato.
Adesso votiamo l’emendamento Barone. Le volontà si esprimano. C’era il parere favorevole del Governo. Non so se in questa circostanza sia di aiuto o meno, però io devo richiamarlo.
Presenti 33, votanti 31, favorevoli 23, contrari 8, astenuti 2.
È approvato.
All’articolo 4 non ci sono altri emendamenti.
Votiamo l’articolo 4. Scusate, un po’ di silenzio.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 30, contrario 1.
È approvato.
Articolo 6.
C’è un emendamento a firma Blasi di pagina 4.
Prego, assessore Capone.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Io direi di riportare…
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, insomma, è in corso una riunione? Capisco l’importanza… Sì, ma sta parlando.
Prego.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Io direi di riportare la nostra discussione e gli emendamenti alla legge e alle sue caratteristiche. Prima stavamo discutendo del regolamento e dell’iscrizione all’albo regionale, ora con l’emendamento precedente, con le posizioni precedenti si rischiava di uscire oltre la semplice iscrizione all’albo. Qui io voglio sottoporvi una circostanza: quando si dice “30 per cento di quelle operanti sul territorio regionale” l’obiettivo è quello di avere nella Pro-loco le associazioni maggiormente rappresentative, quindi le Pro-loco maggiormente rappresentative.
Qui si dice: “Sono da considerarsi maggiormente rappresentative le strutture associative delle Pro-loco non più considerate a livello regionale, ma a livello provinciale”. Quindi, stiamo parlando di strutture associative delle Pro-loco cui aderisca un numero di Pro-loco non inferiore al 20 per cento di quelle operanti sul territorio provinciale. È un’altra modalità di calcolo del sistema associativo. Ci spostiamo dal livello regionale a livello provinciale, un po’ alterando il senso delle norme. Io vorrei capire dal proponente, dal consigliere Blasi qual è la finalità dello spostamento dal territorio regionale al territorio provinciale, posto che il riconoscimento delle strutture associative delle Pro-loco in questo ambito riguarda il livello regionale non il livello provinciale. Quindi, qual è l’obiettivo. Se capiamo qual è l’obiettivo, forse possiamo esprimerci meglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Blasi.
Speaker : BLASI.
Semplicemente ampliare la base di rappresentanza. Siccome si chiamano Pro-loco, visto quello che diceva il collega Colonna poco fa, restringere e riportare all’ambito più stretto, territoriale, è dentro lo spirito delle associazioni di cui stiamo discutendo in questo testo di legge. Avere il 20 per cento della rappresentanza su base provinciale amplia rispetto al 30 per cento su base regionale. Tutto qua.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Io non ho nulla in contrario ad ampliare. Il tema è solo che passiamo dal regionale al provinciale. Però, se questo può servire anche per mitigare le idee relative al fatto che questa legge sembri limitare la partecipazione, e invece non è così, se vogliamo ulteriormente allargarla, questo può essere comunque un buon metodo. Il parere è favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Presenti 29, votanti 26, favorevoli 26, astenuti 3.
È approvato.
A questo punto, quello di pagina 6 decade in quanto non c’è più il riferimento al territorio regionale.
Non ci sono altri emendamenti all’articolo 6.
Votiamo l’articolo 6, così come è stato emendato.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Articolo 7.
Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Scusate, non mi avevano passato l’emendamento Zullo all’articolo 7: “È aggiunto il seguente comma 8”, se ho capito bene. È così? Parere favorevole? Sono riaperti i termini per l’iscrizione all’albo regionale per un periodo di sessanta giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore. In fase di prima applicazione? Va bene. È in corso una consultazione? Va bene? Okay.
Votiamo l’emendamento Zullo. Parere favorevole, okay.
Collega Colonna, ha chiesto di parlare? Sospendiamo la votazione. Sentiamo il collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Io non ho sottomano l’emendamento, però vi invito a verificare la coerenza con quanto previsto nell’ultimo comma dell’articolo 3, già votato, per non pasticciare: “L’albo regionale è soggetto a revisione triennale. In sede di prima applicazione, la revisione è effettuata entro la data del 31 dicembre del terzo anno successivo all’entrata in vigore delle presenti disposizioni”. Non pasticciamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Zullo.
Speaker : ZULLO.
Vorrei dire al collega Colonna che quella è la tempistica ordinaria. Ora ci sono dei Comuni nella Puglia che non hanno fatto in tempo, per la tempistica precedente, dettata dalla norma precedentemente in vigore, a iscriversi all’albo regionale. Ora, visto che stiamo legiferando, a quelle in prima applicazione diamo la possibilità di rimettersi in pista e poi, ovviamente, saranno assoggettate alla tempistica ordinaria, 31 dicembre, la verifica triennale. Tutto qui. È solo un discorso di favorire tutti i Comuni, metterli tutti sullo stesso piano.
Speaker : PRESIDENTE.
Ritorniamo al voto, con il parere favorevole del Governo. Una volta che approviamo, vediamo dove coordinare il testo.
Votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Votiamo adesso l’articolo 7, così come è stato emendato.
Votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Andiamo adesso all’articolo 8.
C’è l’emendamento Blasi. Viene integrato l’articolo 8.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Oggi non esistono, però potrebbero esistere, e noi non lo possiamo impedire. Quindi, rispetto a una norma di questo tipo, il nostro parere non è contrario, è favorevole. Ovviamente, dovranno avere le caratteristiche di rappresentanza che sono state indicate nei precedenti articoli, con l’ulteriore norma che prevede che, per esempio, debbano avere, a livello provinciale, non meno del 20 per cento delle Pro-loco che aderiscono e a livello regionale il 30 per cento.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
L’emendamento di pagina 7, collega Barone, credo che vada nella stessa direzione, anche se è scritto in maniera leggermente diversa. Per cui, decade.
All’articolo 8 non ci sono altri emendamenti.
Votiamo l’articolo 8.
Presenti 27, votanti 26, favorevoli 13, astenuti 1.
È approvato.
Votiamo l’articolo 9. Non ci sono emendamenti.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Articolo 10. Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Andiamo all’articolo 11.
Votanti 25.
È approvato.
Articolo 12.
Prego i consiglieri di restare in Aula.
Stiamo votando il 12.
C’è un emendamento aggiuntivo dell’articolo 12-bis.
Votiamo il 12.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Adesso abbiamo l’emendamento di pagina 8, a firma Barone: “Clausola valutativa”. Ho capito bene? Parere favorevole del Governo? Okay.
Stiamo votando? Siamo vicini al numero critico.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Adesso c’è l’ultimo emendamento, una norma finanziaria a firma Damascelli. La parola al Governo. Il fatto che ci vogliono 50.000 euro lo abbiamo letto, lo capiamo. Lo vuoi illustrare? Prego.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
L’emendamento riviene da un’audizione fatta in IV Commissione consiliare, dove i rappresentanti dell’UNPLI Puglia lamentavano l’impossibilità di poter mantenere in piedi la struttura regionale con tutte le strutture provinciali e territoriali che afferiscono ad essa, quindi chiedevano un minimo di stanziamento per consentire almeno alla struttura principale di essere in vita. Al di là poi dei progetti che potranno essere finanziati attraverso bandi per la promozione turistica del territorio, loro lamentavano la necessità di avere un minimo importo utile a far funzionare l’UNPLI Puglia.
Di qui la mia proposta di emendamento per stanziare una minima somma che consenta all’UNPLI, Comitato regionale della Puglia, di poter operare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al Governo.
Speaker : CAPONE, assessore all’industria turistica e culturale.
Su questo emendamento il parere è negativo. Non abbiamo, ad oggi, la copertura finanziaria su questo emendamento. Non possiamo. Invece, nella legge di bilancio abbiamo inserito 50.000 euro a favore delle Pro-loco, che peraltro ci impegniamo, in sede di assestamento, a rimpinguare. Però, oggi, non abbiamo di più.
Speaker : DAMASCELLI.
Nessuno, in sede di audizione, ha risposto all’UNPLI dicendo che c’erano delle somme a disposizione per svolgere attività istituzionali, e quindi abbiamo presentato l’emendamento. Se lei legge il comma 2, è scritto: “Alla copertura della spesa per l’annualità 2018 si provvede mediante prelevamento dalla Missione 20, Programma 3, Titolo 1, Capitolo 1110070”, che sarebbe il Fondo globale per il finanziamento di leggi regionali di spesa corrente in corso di adozione. Quindi, 50.000 euro – una cifra abbastanza simbolica – nel Fondo globale per il finanziamento delle leggi in corso di adozione sono a disposizione. Ci sono questi fondi.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario del Governo. Votiamo. C’è il parere contrario del Governo. Abbiamo votato tutti.
Presenti 33, votanti 30, favorevoli 13, contrari 17, astenuti 3.
Non è approvato.
Articolo 13.
Votiamo.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Votiamo, adesso, l’intero testo di legge, con l’allegato A.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Adesso torniamo al punto n. 7), che avevamo accantonato. Vediamo cosa ha prodotto.
[...] gli emendamenti o i subemendamenti.
Andiamo all’articolo 1. C’è il subemendamento che cancella il punto n. 3.
Vediamo di trovare un ordine. Colleghi consiglieri, lo decidiamo.
È possibile sedervi, sì o no? Ma è roba da matti qua. Collega Capone, vuoi venire? Fra poco ce ne andiamo e parlate tutto quello che avete da chiarire. Roba da pazzi, mai vista una cosa del genere.
Torniamo al punto n. 7), articolo 1.
C’era l’emendamento a firma Franzoso. C’è il primo subemendamento, con cui viene cancellato il comma 3 dell’emendamento sostitutivo.
Prego, collega Laricchia.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Io vorrei chiedere di ritirare questo subemendamento sinceramente, perché definitivamente va a eliminare il comma 3, cioè va a togliere il fatto che la copertura vaccinale tra gli operatori sanitari è un requisito per l’accreditamento delle strutture private accreditate con il sistema sanitario regionale.
Questo tema voi sapete che si è spesso usato per strumentalizzazioni politiche, un tema delicatissimo come quello dei vaccini, e la nostra posizione rispetto a questa legge che obbligherebbe gli operatori sanitari a delle vaccinazioni obbligatorie è contraria anche e soprattutto dal punto di vista tecnico, perché è discutibile, discutibilissima, l’ha già detto prima il consigliere Conca, la possibilità che una Regione, autonomamente e difformemente dalla normativa nazionale, possa estendere un obbligo nazionale, imponendo un trattamento sanitario in modo coercitivo a una certa categoria di persone. Però, andare a togliere questo comma è molto contraddittorio rispetto alle intenzioni che dovrebbero essere dei proponenti.
Io immagino che i proponenti siano convinti che questa coercizione sia necessaria. Allora, se questa coercizione è necessaria, coerentemente il mancato rispetto di questo obbligo deve essere motivo per impedire l’accreditamento di una struttura privata. Altrimenti, è un tema che sembrerebbe essere utilizzato per strumentalizzazioni politiche, lo fate al punto da spingervi a proporre una proposta praticamente incostituzionale, che non sta né in cielo né in terra, l’importante, però, vi preoccupate che almeno lasci in pace il privato. Anche perché non è affatto vero che è già compreso, insomma un po’ le scuse che ho sentito accampare poco fa per cui vi siete convinti a presentare questo subemendamento o avete convinto a presentare questo subemendamento. In assenza di una dicitura espressa e quindi andando a togliere quella che era prevista nel testo originario dell’emendamento non sarà possibile integrare i requisiti dell’accreditamento che oggi sono indicati nella legge 9 del 2017. Quindi, è una questione di coerenza. Se ci crede fino in fondo, fatelo appunto fino in fondo e non pensate e non accontentatevi di agitare ancora una volta questo tema per strumentalizzazioni politiche, perché così dimostrate di averlo fatto se pensate che questo tema, insomma, vi sta a cuore finché non disturba, appunto, non dà fastidio agli operatori sanitari che operano nel privato e quindi alle strutture private. Questo io chiedo: coerenza. Credo che la coerenza possa giustificarsi, possa manifestarsi con il ritiro di questo emendamento, di questo subemendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, come spesso accade, la collega Laricchia fa una tempesta in un bicchier d’acqua. Innanzitutto la norma non è assolutamente incostituzionale, quindi respingo al mittente questa affermazione. Secondo, i commi 1 e 2 contengono l’obbligo per i medici senza distinzione, se sono in strutture private o in strutture pubbliche. Terzo, ci è stato chiesto di eliminare il comma 3 perché non si possono inserire in una norma specifica che riguarda l’obbligo di vaccinazione che ha un obiettivo con norme che riguardano l’accreditamento, che devono essere contenute in altro strumento normativo. Nessun timore, nessuna incostituzionalità, nessuna incoerenza, ma adesione a quelle che sono state le richieste di altri colleghi. Poi, l’emendamento, l’Aula è sovrana, decide se approvarlo o non approvarlo. Voi potete votare in modo tale da mantenerlo, e rimarrà così, alla storia, che avete sostenuto un emendamento che probabilmente non doveva stare lì, ma deve stare in un altro strumento normativo.
Non è una questione alla quale ci impicchiamo, ma abbiamo aderito alla richiesta di altri colleghi.
Speaker : COLONNA.
Nino Marmo è stato chiarissimo. Davvero mi pare una questione prima di tutto non dirimente, ma nel momento in cui il primo comma dice con chiarezza che, una volta individuati i reparti con il provvedimento di Giunta, c’è l’obbligo per gli operatori di procedere alle vaccinazioni, questo vale, ovviamente, per tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private. Da qui, poi, ad avere riverberi sull’accreditamento ci vado cauto, perché sinceramente è una materia che controllo con molta cautela.
Non vedo quale sia la contraddizione in quello che si sta facendo. Noi stiamo sancendo l’obbligo per gli operatori, in alcuni reparti sensibili e per esigenze di tutela della salute personale e collettiva, stiamo prevedendo l’obbligo di avere operatori che abbiano una copertura vaccinale o l’immunità, salvo le esenzioni di cui si parla nell’articolo 2.
Speaker : AMATI.
Rapidamente, Presidente.
Noi voteremo a favore perché questa è una norma sull’obbligo ai medici di fare i vaccini, ovunque essi lavorino. Non vogliamo intervenire nel campo dell’accreditamento.
Ovviamente, la collega Laricchia ha spostato l’attenzione su questo argomento. Perché? Per lisciare il pelo al popolo “no vax”, alla fine di questo Consiglio regionale, ci sarà il seguente comunicato stampa: “Con la scusa dell’obbligo vaccinale, la casta Big Pharma, i complottisti hanno detto che hanno tutelato la sanità privata. Vergogna, schifo”. Like, Condividi, Sigh, Augh, tutti i gesti delle emoticon.
Lo dico da subito. Questa legge non c’entra niente con la sanità privata e gli accreditamenti. Non c’entra proprio niente. Tenete conto che, probabilmente, quando entrerà in vigore ci sarà il Governo giallo-verde, carioca, non lo so quale sarà la colorazione. Nel contratto famoso, a proposito di questo argomento, c’è scritto che non faremo nulla, non toccheremo nulla, con riferimento a quello che è accaduto nella scorsa legislatura.
Vi voglio dare un consiglio. Ad evitare che poi io, in quel momento, possa fare un intervento un po’ per scherzare tra noi, forse sarebbe il caso di evitare di aprire questo fronte polemico, perché questa è la legge sull’obbligo vaccinale dei medici. La sanità privata e l’accreditamento non c’entrano niente. Per questo lo abbiamo proposto ai colleghi che avevano avanzato il progetto di legge.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il subemendamento a firma Franzoso sopprime il comma 3 del suo emendamento. Presenti 28, votanti 26, favorevoli 22, contrari 4, astenuti 2.
È approvato.
Adesso c’è un subemendamento a firma del consigliere Colonna. Ce l’avete? Io ce l’ho qua. Lo avete sul tavolo? Va bene. Passiamo al voto. Stiamo votando il subemendamento a firma del consigliere Colonna.
Presenti 24, votanti 23, favorevoli 23, astenuto 1.
Il Consiglio non è in numero legale.
La seduta, ovviamente, è sciolta.
Ci aggiorniamo a martedì 12 giugno.