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C.r. Puglia 12.06.18
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Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno a tutti.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Ha chiesto congedo il consigliere Romano Giuseppe.
È pervenuta l’interrogazione a risposta scritta del collega Marmo: “Recupero somme salario accessorio dei dipendenti della Regione”.
Il Governo nazionale, in data 7 giugno, ha deliberato di non impugnare le seguenti leggi regionali: la n. 10, la n. 11, la n. 12 e la n. 13.
Assegnazioni alle Commissioni.
Alla I Commissione una serie di riconoscimenti di debiti fuori bilancio.
Alla IV la proposta di legge a firma del consigliere Abaterusso “Modifica alla legge regionale n. 4”; richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 799.
Alla VII Commissione la proposta di legge a firma della consigliera Maurodinoia “Modifiche agli articoli 7 e 8 della legge regionale n. 2”.
Sono pervenute, inoltre, le interrogazioni Turco “Imprese alimentari domestiche”; Conca “Stato procedure ‘Dopo di noi’”; Laricchia “Adozione del Piano di sviluppo regionale”; Casili “Disservizio alle linee delle Ferrovie Appulo-Lucane”; Gatta “Ospedale di Manfredonia”; Bozzetti “Lavori ampliamento Strada provinciale 74”; Gatta “Condizioni all’ospedale Teresa Maselli Mascia di San Severo”. Mozioni: Conca “Promozione ed individuazione dell’utilizzo dei farmaci con brevetto scaduto”; “La Regione Puglia al fianco delle famiglie arcobaleno” di Borraccino; Damascelli “Adozione della Carta dei diritti della bambina”.
Ordine del giorno. Chiedo ai colleghi consiglieri di prestare un minuto di attenzione. Avete sui vostri banchi una mozione da me firmata, sollecitata dal Garante dei minori. È una mozione con cui si chiede al Governo di modificare la legge istitutiva dei tutori volontari per i minori non accompagnati per poter consentire di svolgere la loro funzione.
Se non ci sono obiezioni, io vi chiederei di metterla al voto.
Lo facciamo ovviamente per alzata di mano. Chi è d’accordo?
La mozione è approvata.
Avevamo concordato nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo di dedicare la prima parte, fino alle 13, alle interrogazioni. Siccome siamo alle 13 ormai e il tempo è stato dedicato a ben altro, procediamo con l’ordine del giorno. Per le interrogazioni troveremo un’altra data dedicata nei prossimi giorni.
Primo punto all’ordine del giorno, così come abbiamo concordato, è il punto n. 8): “Disciplina dell’apprendistato e norme in materia di ‘bottega scuola’”.
L’assessore è in Aula. Do la parola al Presidente Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA, relatore.
Grazie, Presidente. Con questo disegno di legge il Governo regionale ha inteso adeguare la normativa regionale alla novella apportata dal decreto legislativo numero 81/2015 relativo alla Disciplina organica dei contratti di lavoro e mansioni, nonché dal DM 12/10/2015, che ha definito gli standard formativi dell’apprendistato e i criteri generali per la realizzazione dei percorsi di apprendistato.
Il disegno di legge si ispira al principio dell’integrazione tra le funzioni in materia di apprendistato ripartite tra i diversi livelli di Governo e tiene conto nel confronto le parti sociali. Riprende, inoltre, le norme in materia di botteghe artigiane e maestro artigiano, eliminando le criticità evidenziate dalla precedente disciplina.
In data 17 maggio ultimo scorso, dopo ampia discussione e l’approvazione di alcuni emendamenti, frutto anche del recepimento dei suggerimenti di drafting, la proposta di legge è stata approvata a maggioranza dei componenti della VI Commissione. Si rimette, pertanto, il provvedimento all’Aula per la sua trattazione
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Il collega De Leonardis ha chiesto di parlare. Prego.
Speaker : DE LEONARDIS.
Sull’ordine dei lavori, perché noi eravamo qui in Aula e qua attorno, la Giunta c’era, non c’era necessità del numero legale, avevamo stabilito in Conferenza dei Capigruppo di procedere con le interrogazioni, adesso non capisco perché, pur avendo alcuni assessori presenti che potevano rispondere, non si vuole procedere con le interrogazioni. Facciamo fino alle 14-14.30 le interrogazioni, dopodiché procediamo con l’ordine dei lavori. Decidiamo una cosa in Conferenza dei Capigruppo, veniamo qua e cambiamo improvvisamente il modo di procedere.
Speaker : PRESIDENTE.
Nella Conferenza dei Capigruppo avevamo deciso di fare le interrogazioni fino alle 13. Siamo arrivati alle 13 e purtroppo, per una serie di circostanze varie, comprese le assenze di tanti anche interroganti… Perché, se dovessi cominciare, se ti ricordi l’ordine del giorno, dovrei far decadere le prime ottanta interrogazioni perché non ci sono. Per cui, siccome non voglio creare ulteriori tensioni, prendo atto e andiamo avanti, sperando di fare qualcosa di utile in questi Consigli regionali. Questa è la ragione. Peraltro, intorno alle 16 dobbiamo andar via. Per cui, teniamo conto di tutte le esigenze. Okay?
Riprendiamo il punto n. 8). Votiamo questo e poi passiamo al punto n. 1).
Non vedo emendamenti. Vedo che c’è un consenso unanime. Dovremmo fare abbastanza rapidamente.
Torniamo al punto n. 8): «Disciplina dell’apprendistato e norme in materia di “bottega scuola”».
Non ho iscritti sulla discussione generale.
Procediamo al voto sugli articoli.
Cominciamo a votare l’articolo 1. Votiamo.
Presenti 27, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato.
Articolo 2.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Articolo 3. Ripetiamo la votazione. Abbiamo cominciato da dieci minuti. Non si riesce a stare seduti dieci minuti. Sono 18 anni che sto in questo Consiglio. Mai visto un film del genere. È incredibile. È l’evoluzione della specie, in peggio però.
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato.
All’articolo 4 il collega Zullo ci suggerisce di eliminare la parola “allegato”, “di cui all’allegato regolamento”. Toglie la parola “allegato”. È un emendamento tecnico.
Votiamo.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
Adesso votiamo l’articolo 4. Cosa vuoi correggere? Va bene. Lo formalizzi? Inserire? Dopo il “profilo dell’igiene e sicurezza del lavoro […]”. Va bene. Okay. Votiamo questo emendamento
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 33.
È approvato.
Adesso votiamo l’articolo 4.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Articolo 5.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Articolo 6.
Presenti 28, votanti 27, favorevoli 27.
È approvato.
Articolo 7.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Articolo 8.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 28.
È approvato.
Articolo 9.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Articolo 10.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 31.
È approvato.
Articolo 11.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Bozzetti, prego.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
Per dichiarazione di voto. Ovviamente, il nostro voto sarà favorevole rispetto a questa legge, però mi preme – anche per lasciarla agli atti – raccontare brevissimamente la genesi di questo disegno di legge, che nasce come una proposta di legge del Movimento 5 Stelle per poi essere accorpata e assorbita da un successivo disegno di legge dell’assessore Leo.
C’è stato un lavoro che forse si è protratto fin troppo per le lunghe. Sono quasi due anni che si è lavorato su questo disegno di legge. Però, come Movimento 5 Stelle e anche personalmente, sono contento che alla fine si sia arrivati alla redazione finale di questo documento. Il disegno di legge assorbe in maniera quasi totale le richieste della nostra proposta di legge, anche, ad esempio, la rivalorizzazione di quelli che possono essere definiti “antichi mestieri” per creare nuova occupazione giovanile in questo settore, ma anche l’apprendistato nei distretti produttivi pugliesi introdotto con un nostro articolo, così come il nuovo sistema di monitoraggio per gli apprendistati non genuini e appunto anche, ad esempio, la clausola valutativa e quant’altro.
Siamo assolutamente contenti di questo disegno di legge, che riprende quasi tutte le nostre proposte e speriamo che possa dare un nuovo impulso soprattutto nel settore giovanile dell’occupazione. Questa è la dimostrazione, per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, che si lavora sempre nel merito al di là molto spesso anche delle divisioni e delle visioni politiche differenti. Quando c’è qualcosa di buono per il territorio pugliese non abbiamo nessuna remora nel lavorare in maniera coordinata, solo ed esclusivamente mettendo avanti gli interessi dei cittadini rispetto a quelli politici o di partito. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore Leo, prego.
Speaker : LEO, assessore alla formazione e al lavoro.
Grazie, Presidente.
Ringrazio ovviamente tutti quanti, ringrazio il consigliere Bozzetti che, effettivamente, ha contribuito in maniera importante a questa legge. Ringrazio, ovviamente, la VI Commissione, il Presidente, tutti i consiglieri.
Ringrazio Confartigianato. Ha contribuito anche questa confederazione in maniera determinante alla redazione di questa piccola legge, ma importante. Ovviamente, questa sarà una legge che ci darà la possibilità di inserirci in maniera più organica nelle scuole e nelle tante attività di artigianato che, ovviamente, rappresentano un’eccellenza nel nostro territorio regionale.
Adesso convocherò subito il partenariato economico per redigere in maniera… Noi abbiamo 90 giorni, però io lo farò subito, perché è importante adesso costruire le linee guida in materia di apprendistato, che è assolutamente uno strumento importantissimo, oltre ai tirocini che servono appunto per i nostri giovani, soprattutto per intraprendere in maniera più efficace questi antichi mestieri che sono la nostra peculiarità e rappresentano il nostro territorio. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo adesso al voto dell’intero testo di legge. Votiamo.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato.
Passiamo adesso al punto n. 1): “Disposizioni per l’esecuzione degli obblighi di vaccinazione degli operatori sanitari”.
Riprendiamo il percorso. Nella precedente seduta ci eravamo fermati al subemendamento di pagina 1 a firma del consigliere Colonna. Avete il testo con cui si chiedeva di modificare, credo, il comma 2 dell’articolo 1 proposto dai colleghi Franzoso e Marmo. C’era il parere favorevole del Governo. Ci siamo? Possiamo riprendere la votazione? Allora, votiamo il subemendamento di pagina 01.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 25, contrari 7.
È approvato.
A questo punto votiamo l’emendamento sostitutivo, così come è stato emendato sia al punto 2 che al punto 3. Votiamo.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 23, contrari 7.
È approvato.
Adesso andiamo all’articolo 2.
Presenti 26, votanti 26, favorevoli 26.
È approvato.
Articolo 3. Votiamo.
Presenti 28, votanti 28, favorevoli 27, contrari 1.
È approvato.
Articolo 4.
Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 25, votanti 25, favorevoli 18, contrari 7.
È approvato.
Passiamo, adesso, all’articolo 5.
C’è un subemendamento. Credo sia un fatto tecnico riveniente da quando abbiamo approvato l’articolo 1. Votiamo.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 27, contrari 2.
È approvato.
Mi pare che l’emendamento sia superato. Abbiamo sostituito i commi con l’articolo. È così? Il punto n. 4 decade.
Votiamo l’articolo 5, nella nuova formulazione.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 27, 7 contrari.
È approvato.
Adesso credo che abbiamo votato tutto. Dobbiamo votare il testo finale. Dichiarazioni di voto? Non ne vedo. Votiamo l’intero articolato. Prego, collega Franzoso.
Speaker : FRANZOSO.
Grazie, Presidente. Il mio è solamente un ringraziamento; un ringraziamento ai colleghi della maggioranza. Senza di voi questa proposta di legge non sarebbe stata approvata e quindi è chiaro che delle forze politiche hanno deciso oggi, a prescindere da quelli che sono i reciproci orientamenti politici, di votare a favore di quanto ci ha indicato la comunità scientifica. Perciò, grazie. Sono felice che anche la Puglia, dopo l’Emilia-Romagna, si sia fornita di questo importante strumento legislativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo al voto dell’intero testo di legge.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 27, 7 contrari.
È approvato.
Adesso torniamo al punto n. 3) sui debiti fuori bilancio. Ci siamo? Siamo tutti presenti in Aula? Avevo visto Pisicchio prima. Qui non siamo molti. Se non li troviamo tutti…
Approfitto per farvi presente che il collega Giannini è tornato di nuovo nella sua postazione. Ha fatto un giro ed è tornato qua. L’ho visto qua seduto e allora l’ho ricordato, se per caso ci fosse qualche distratto… Di questo io sono contento. Allora, l’avete trovato? Okay. Allora… Non lo so… Rimarrà pure questo nella storia di questa legislatura. Scriveremo un libro. Allora, mi aiuti il Presidente della Commissione: la relazione è già stata fatta su tutto? Quindi possiamo procedere al voto.
Votiamo il punto n. 3). Allora, non ci siamo? Perrini, vuoi dare una mano? Manca un voto: vedi un po’ come fare. Come siamo messi?
Non è approvato.
Bene, il primo è rimandato. Proviamo il secondo. È tornato qualche altro? Ce l’abbiamo? Allora, sospendiamo e passiamo all’altro punto all’ordine del giorno, nella speranza di ripetere la votazione che possa essere utile. Consentitemi questa forzatura.
Passiamo al punto n. 6): “Proposta di legge Pentassuglia ‘Norme in materia di danni provocati dalla fauna selvatica’”.
Do la parola al Presidente Pentassuglia. Gli emendamenti sono stati tutti presentati. Se c’è qualche ritardatario, che si affrettasse, qualche ultimo emendamento, in modo tale da poter procedere in maniera ordinata. Prego, Presidente Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA, relatore.
Grazie, Presidente.
Signor Presidente e colleghi consiglieri, con la presente iniziativa si intende introdurre una serie articolata di misure maggiormente efficaci in materia di gestione dei danni provocati dalla fauna selvatica, un problema che costituisce una vera e propria emergenza per l’agricoltura.
Si tratta di problematicità che vanno affrontate senza ulteriori rinvii, anche rinnovando alcuni princìpi in materia di pianificazione faunistico-venatoria del territorio e della programmazione dell’attività venatoria, tenendo conto dei nuovi strumenti di tutela e di gestione dell’ambiente previsti dall’Unione europea.
Si richiama, a tal proposito, la pubblicazione degli orientamenti dell’Unione europea per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali 2014-2020, che stabiliscono le misure che possono essere adottate per prevenire e risarcire i danni causati agli agricoltori dagli animali protetti, intendendosi per tali quelli individuati dalla legislazione europea e nazionale.
In tal senso, anche il Regolamento n. 702/2014 della Commissione del 25 giugno 2014, che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, alcune categorie di aiuti nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali e che abroga il Regolamento della Commissione n. 1857/2006.
Purtroppo, si deve prendere atto del fatto che la normativa nazionale che disciplina il settore, in particolare le previsioni contenute nella legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), che avrebbero dovuto contenere il fenomeno, non risultano efficaci né sul piano della prevenzione né sotto il profilo del controllo numerico degli animali o del risarcimento dei danni.
Lo stato dei fatti ci mostra che le imprese agricole e di acquacoltura soffrono notevoli disagi a causa della mancanza di strumenti adeguati per arginare la presenza eccessiva di determinate specie di animali selvatici, come i cinghiali, le lepri, gli storni, i cormorani, che in caso di ingresso nei fondi agricoli o negli impianti di acquacoltura arrecano danni significativi e spesso irrecuperabili.
Quando le misure di prevenzione si rilevano non efficaci deve, dunque, essere avviato un efficace controllo faunistico tramite le attività di contenimento numerico, allontanamento e controllo della fauna selvatica, che si rendono necessarie per il soddisfacimento di un legittimo quanto primario interesse pubblico. Occorre, peraltro, tener conto dei principi di efficacia ed economicità delle modalità di attuazione perseguendo il minimo impatto ecologico. Tali misure dovrebbero essere integrate, inoltre, disciplinando in modo puntuale anche l’aspetto della prevenzione dei danni da fauna selvatica in quanto è necessario che il fenomeno sia contenuto alle origini. Per cui, occorre stabilire quali siano le misure che le imprese agricole devono adottare stabilendo adeguati regimi di sostegno finanziario.
D’altra parte, il caso specifico dei danni provocati dagli ungulati all’agricoltura non deve far dimenticare che esistono altre specie problematiche quali le forme domestiche di specie selvatiche e le forme inselvatichite di specie domestiche. In questo ambito sono numerosi i danni provocati dai cani inselvatichiti agli allevamenti. Un altro problema rilevante è quello del controllo di alcune specie alloctone, che si sono diffuse in modo invasivo provocando gravi danni all’acquacoltura e all’agricoltura. Ne sono un esempio il cormorano e lo storno.
In particolare, quest’ultimo, soprattutto nelle zone olivicole della Puglia, è diventato stanziale e procura danni ingentissimi alle coltivazioni tanto da essere stato ripetutamente oggetto negli anni scorsi del provvedimento di prelievo in deroga in quanto specie protetta ai sensi della direttiva comunitaria 147/2009.
Lo storno vulgaris è stato inserito nell’Allegato 2 parte B della richiamata direttiva a causa di un mero errore formale che ha esteso la qualificazione di specie protetta, quindi non cacciabile, allo storno e non esclusivamente allo storno rosso. Quindi, come è accaduto in altre regioni è necessario un intervento che escluda la qualificazione di specie protetta per lo storno vulgaris.
D’altra parte, per quanto riguarda i danni da fauna selvatica provocati da specie protette di grandi carnivori si tratta di procedere ad attuare misure di prevenzione quali recinzioni elettriche, elettrificate, addestramento e presenza di cani da guardia, ricoveri temporanei per il bestiame al pascolo e di cattura attraverso cui può essere effettivamente riscontrato un contenimento dei danni.
Altro aspetto rilevante riguarda il risarcimento in merito al quale occorre introdurre precisi criteri di stima e di valutazione prevedendo l’obbligo che tale computo sia effettuato sulla base dei prezziari dei prodotti agricoli vegetali e degli animali pubblicati sui mercuriali delle Camere di commercio o, in alternativa, delle quotazioni riportate dall’ISMEA. Attualmente, infatti, i danni sono spesso sottostimati e si traducono in un indennizzo piuttosto che in un vero e proprio risarcimento a favore dell’imprenditore agricolo.
La seguente iniziativa si conforma agli atti di indirizzo della Commissione europea, che prende atto finalmente della gravità della situazione, riconoscendo che il successo della politica di conservazione dell’Unione europea dipende in parte dalla gestione effettiva dei conflitti tra gli animali protetti e gli agricoltori, e che pertanto saranno riconosciuti compatibili con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera c).
Non soltanto gli orientamenti per gli aiuti di Stato ma anche il Regolamento 702/2014 individuano nelle perdite subite dagli agricoltori danneggiati dagli animali selvatici le condizioni per beneficiare di un aiuto compatibile con gli articoli 107 e 108, in osservanza alle condizioni previste dalle linee guida. In particolare, possono essere compresi nel danno anche i costi indiretti rappresentati da spese veterinarie derivanti dal trattamento degli animali feriti e dalle spese sostenute nell’attività di ricerca degli animali dispersi e saranno valutati i danni materiali arrecati alle attrezzature, ai macchinari, ai fabbricati agricoli, agli impianti di acquacoltura e alle scorte. Il danno materiale deve essere calcolato in base al costo di riparazione o in base alla diminuzione del valore di mercato del bene danneggiato. Le linee guida, inoltre, individuano i criteri da seguire in materia di aiuti concessi alle imprese agricole di acquacoltura per il pagamento dei premi assicurativi previsti a copertura di perdite causate anche dalla fauna selvatica.
Il Regolamento 702, al suo articolo 28, fissa poi le condizioni che rendono compatibili con il mercato interno, dunque esenti dall’obbligo di notifica, gli aiuti per il pagamento dei premi assicurativi concessi a favore delle imprese agricole o di acquacoltura che abbiano subìto danni, tra l’altro, dagli animali protetti. Il paragrafo 6 dell’articolo 28 fissa al 65 per cento del costo del premio assicurativo l’intensità massima di aiuto concedibile dallo Stato.
Il lavoro delle Commissioni congiunte II e IV, svolto in diverse sedute, ha costituito un impegno condiviso e molto approfondito, non solo grazie alle audizioni, ma anche al fattivo contributo fornito dal dottor Luca Limongelli. Si invia il provvedimento, che era stato inviato dalla I Commissione per il parere finanziario, che ha avuto regolarmente.
Per cui, si rimette all’Aula del Consiglio regionale per la sua trattazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Presidente Pentassuglia.
Ci sono interventi sulla discussione generale? Non ne vedo.
Passiamo all’articolato.
Votiamo l’articolo 1.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 30.
È approvato.
Articolo 2.
Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 29, votanti 29, favorevoli 29.
È approvato.
Articolo 3.
Primo emendamento di pagina 1, a firma Bozzetti ed altri: “Sopprimere la lettera b) del comma 1 dell’articolo 3”.
Collega Bozzetti, prego.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente.
L’emendamento è abbastanza chiaro.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo? Prego, assessore.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
[...] una sorta di piccola relazione tecnica su ogni singolo emendamento. Quindi, io mi rimetterò alle questioni tecniche sollevate e anche alle proposte sostitutive che in alcuni casi ha formulato, che poi proverò ad illustrare.
Su questo e per quelli a venire, in base al parere che è stato iscritto all’emendamento, il parere è favorevole. Posso leggere velocemente il parere dell’ufficio? Il parere dell’ufficio conferma la circostanza che la messa in opera di trappole costituisce azione di controllo e non già di prevenzione. Questo è l’ufficio.
Quindi, il parere è favorevole. Ma è stata distribuita?
Speaker : PRESIDENTE.
Scusa, appunto.
L’assessore nel dare il parere di volta in volta leggerà la motivazione. Punto. Poi si potrà discutere. Pentassuglia, ha chiesto la parola? Dopo, su che cosa?
Votiamo l’emendamento Bozzetti.
Presenti 37, votanti 33, favorevoli 25, 8 contrari, 4 astenuti.
È approvato.
Prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, noi abbiamo votato questo emendamento di Bozzetti con il parere favorevole dell’ufficio. Quello che, però, viene meno adesso nel contenuto della legge è proprio quello che Bozzetti specifica nel secondo comma della relazione che fa, e cioè non va bene la messa in opera di trappole che possono arrecare danno alla fauna, ma possono essere messe in atto trappole che catturano gli animali senza danneggiarli, per un controllo numerico, così come sta facendo il Parco dell’Alta Murgia che dispone di gabbie che catturano. Quindi, noi abbiamo tolto, eliminato la lettera b) immaginando solo quelle trappole che possono catturare gli animali, i volatili e possono far loro del male, ma abbiamo tolto anche la possibilità di impianto di gabbie, di trappole che servono al controllo numerico, che serve proprio per i cinghiali. Quindi, volevo richiamare l’ufficio che ha dato parere favorevole ad approvare questo emendamento che probabilmente non ci siamo chiariti, perché Bozzetti lo specifica bene nella relazione e dice: se noi utilizziamo trappole che possono danneggiare la fauna selvatica, ferirla, trappole che possono agganciare l’animale, quelle non vanno bene; però, se noi realizziamo delle trappole che catturano per il controllo numerico, come già avviene per i cinghiali e dovrebbe essere ancor più favorito, questo dovrebbe essere favorito, appunto. Quindi, eliminando che cosa abbiamo combinato? Che non abbiamo né l’una né l’altra. Mentre, dovevamo specificare che non possono essere installate trappole di un tipo, ma trappole di un altro tipo sì.
Questo è il mio pensiero, ma credo che avendo già votato…
Speaker : PRESIDENTE.
È chiaro: un conto sono trappole per fare del male e per catturare impropriamente gli animali, un conto sono trappole che servono per l’attività di prevenzione concordata. Questo mi è chiaro. Collega Gatta, si è iscritto a parlare? Dopo.
Che facciamo? Prego.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
In forma telematica l’Ufficio chiariva, però mi pare assolutamente comprensibile anche dal tenore della norma così come proposta, che le misure dell’articolo 3 sono autorizzazioni che noi daremmo per misure di prevenzione al privato, mentre le misure di controllo, che sono quelle che stiamo praticando, ad esempio, a Bari, noi, come Regione, per aiutare il Comune, vengono fatte in funzione della natura pubblica dell’intervento, quindi non ha niente a che fare con questo articolo. Nella parte della prevenzione ci atteniamo a questo articolo, nella parte, invece, di interesse pubblico ci rifacciamo alla legge statale e, quindi, a tutte le misure che già abbiamo in campo, tra l’altro senza questa norma, tant’è che oggi l’applichiamo.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Con questo chiarimento, avendo peraltro già votato, possiamo passare all’articolo 3, pagina 2, sempre Bozzetti. Governo?
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Parere favorevole all’emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole del Governo. Stiamo parlando dell’emendamento di pagina 2: “È sostituito il punto f”.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Per l’ufficio appare improprio utilizzare il termine “controllo” in un articolo che ha a che fare con la prevenzione, che in fondo si sposa con il meccanismo di cui si parlava prima.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Votiamo.
Presenti 34, votanti 33, favorevoli 23, contrari 10, astenuti 1.
È approvato.
Siamo sempre sull’articolo 3. Pagina 3, emendamento al comma 2 dell’articolo 3, sempre Bozzetti.
Il Governo?
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Favorevole.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole del Governo.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
La formulazione della proposta di legge non discrimina tra aree protette nazionali e aree protette regionali.
Secondo l’ufficio, il parere è favorevole all’emendamento in quanto la formulazione della proposta di legge non discrimina tra aree protette nazionali e aree protette regionali. Articolo 2, comma 3. Favorevole.
Speaker : GATTA.
Presidente, la ragione giustificatrice di questo emendamento a firma Bozzetti non è quella evocata dall’assessore Di Gioia. Nella relazione al proprio emendamento, se leggo bene, quello a pagina 3, il collega Bozzetti scrive che “come sottolineato nell’ATN, si esprimono dubbi in merito alla possibilità di impegnare gli enti gestori delle aree naturali protette a concedere il contributo alla realizzazione delle misure di prevenzione”, eccetera. Non c’è alcun riferimento a questa differenza tra le aree naturali protette, immagino tra i parchi nazionali e i parchi regionali. Quindi, la ragione giustificatrice del suo parere favorevole è diversa rispetto a quella enunciata da Bozzetti nell’emendamento.
Oltretutto, mi sembra, francamente, paradossale che si debba sopprimere un comma che fa riferimento alla concessione del corrispondente ente gestore del contributo alla realizzazione delle misure di prevenzione. Non riesco a capire come si possa poi correre, come si possa ovviare al ruolo che eserciterebbe il corrispondente ente gestore sopprimendo questo comma.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
La questione è che con una norma regionale noi stiamo dando disposizioni a enti che tra l’altro sono costituzionalmente o comunque da leggi statali previsti, quindi al di fuori delle nostre competenze su come devono comportarsi in presenza di danni. Noi non abbiamo la competenza per dire al parco paga un ente che sia diverso da uno che noi gestiamo. Quindi, o stabiliamo che questa norma si applica per la Regione e per gli enti sottoposti o questa norma ha un eccesso di potere manifestato. Questo è. Quando tu dici “Qualora tali soggetti esercitano le proprie attività all’interno di un’area naturale protetta” che potrebbe essere un’area statale Parco, io come faccio come Regione a imporre al Parco cosa deve fare?
Ho capito, è proprio questo il discrimine. È quello che sta scritto nel parere. Dice: “Il parere è favorevole perché nella formulazione non si distingue, cioè non c’è una discriminante tra aree protette nazionali e aree protette regionali”. Se ci aggiungi “regionali” può andare bene. Ma non è ovvio. Per come è scritto non è ovvio. Subemenda. Ho capito, va da sé. Ci impugnano tutte le leggi per questo motivo. Se andasse da sé, Giandiego, non avremmo impugnata nessuna legge.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente. Eviterò di intervenire ogni volta perché ho sentito il collega Marmo che giustamente diceva “ma non ne avete parlato in Commissione?”. Collega Marmo, questi emendamenti di stamattina sono stati discussi e bocciati in Commissione. Sono stati discussi e bocciati in Commissione. La prerogativa di un consigliere di ripresentarli all’Aula è legittima, ma dire che non abbiamo lavorato in Commissione… Si va oltre. Semmai, non c’è stata alcuna interlocuzione tra il Governo e il dirigente della struttura per i pareri che aveva reso in Commissione, per il lavoro che la Commissione ha fatto, emendando e subemendando, guardando la 157 e altro, le direttive comunitarie rispetto anche alle richieste che faceva legittimamente per la parte politica che rappresenta Bozzetti, e il voto che io ho articolo per articolo per come si è articolato in Commissione.
Su questo emendamento non aggiungo altro, perché bastava subemendarlo, qualora ce ne fosse stata volontà da parte del Governo regionale di trattare l’argomento, perché è un argomento spinoso, vergognoso da richiamare in quest’Aula per i danni che provoca alle persone, fosse solo per l’aspetto di igiene e sanità pubblica, e mi fermo qui… Poi a fare articoli e a sparlare sui territori c’è gente molto più brava di me, perché io non faccio articoli, ma provo a stare in Aula con rispetto ed educazione. Però, è paradossale accogliere, dopo quello che è avvenuto in Commissione, cioè bocciato l’emendamento, con la richiesta agli uffici di articolare eventuali subemendamenti per modificare secondo norma, arrivare in Consiglio, rivedersi e vedere un voto esattamente… E poi mi si chiede: perché hai votato in maniera contraria? Per un fatto di dignità, di lealtà istituzionale e di correttezza. Perché quando qualcuno non ha avuto il tempo di vedersi le carte, ne chiede l’aggiornamento sul merito e sul testo. E mi fermo qui, perché vorrei non intervenire più, perché la giornata si è guastata già da sé.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Bozzetti.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente. Ci provo io magari ad aggiustare un po’ la giornata. Ci provo… Ma no.. Noto un certo…
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Bozzetti, non cadere nella trappola.
Speaker : BOZZETTI.
Era una battuta e tale voleva essere, ovviamente.
Volevo innanzitutto precisare che non tutti gli emendamenti che oggi sono stati ripresentati sono stati bocciati, perché alcuni ci si era presi l’impegno con la struttura, che oggi correttamente invece sta dando la sua opinione, su alcuni che, appunto, si erano ritirati per chiedere un approfondimento della struttura con l’assessorato competente, e questo sta avvenendo oggi.
A parte questo, ovviamente sia il punto di vista dell’assessore sia la relazione dell’emendamento presentato giustificano la natura di questo emendamento. Come faceva rilevare il consigliere Gatta, proprio perché a noi per primi credo ci possa essere riconosciuto che abbiamo lavorato nell’interesse di portare quanto più possibile concretamente l’applicazione di questa legge, io sono assolutamente disponibile a ritirare questo emendamento a favore di un emendamento del Governo, o se lo vuole proporre Gatta o il Presidente Marmo, subemendando questa parte ed esplicitando il fatto che l’ente deve essere regionale. Non ci sono assolutamente problemi, perché l’interesse è proprio quello di venire incontro alle varie esigenze di agricoltori, cittadini ed enti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, il collega Bozzetti propone un emendamento che elimina totalmente una parte dell’articolo tranquillo e semplice: “La Regione concede in via prioritaria agli agricoltori contributi per l’acquisto di materiale necessario alla realizzazione di misure di prevenzione, comprendenti anche le spese per la messa in opera di realizzazione”. Poi dice, il testo del disegno di legge: “Qualora tali soggetti esercitino la propria attività all’interno di un’area naturale protetta – non sono solo i parchi regionali, ma ci sono anche altre zone protette, come SIC, ZPS e altre entità – il contributo alla realizzazione delle misure di prevenzione è concesso dal corrispondente ente gestore”. È naturale che sia un ente gestore sottoposto al controllo della Regione. Non potremmo emanare norme che riguardino altri.
Quindi, non si comprende perché Bozzetti voglia eliminare questa parte, che renderebbe l’articolo monco. Le aree protette che hanno un organismo di gestione se la vedranno, naturalmente, con la Regione per ottenere i finanziamenti da riversare agli agricoltori che vogliono porre in essere opere di prevenzione.
Stiamo perdendo tempo su un emendamento perfettamente inutile. Così come è scritto l’articolo, è tranquillo. Domani, alla lettura del dibattito che stiamo facendo, siamo tutti quanti convinti che non possiamo intervenire con una norma di legge regionale su enti che sono di competenza dello Stato. È evidente.
Io propongo al collega Bozzetti di ritirare l’emendamento e di rassegnare al dibattito dell’Aula la convinzione che siamo tutti quanti convinti che tutto ciò riguarda gli enti che dipendono dalla Regione, che hanno rapporti con la Regione.
Speaker : GATTA.
Presidente, le dico subito che oggi ho il segno concreto dell’utilità del lavoro, della inutilità del lavoro che spesso viene svolto in Commissione.
Nella Commissione presieduta dal collega Pentassuglia abbiamo fatto un lavoro che è stato davvero costante, sistematico. Abbiamo lavorato tutti e ognuno ha dato il suo contributo. Piemontese, non c’è da ridere. È un fatto serio. Ti meraviglia il fatto che io stia riconoscendo il lavorio profuso da tutti? È inutile il lavoro fatto in Commissione se poi, portato qui in Aula, coloro i quali tra l’altro in Commissione hanno votato bocciando gli emendamenti che oggi vengono riproposti votano favorevolmente. La cosa un po’ mi sconcerta. Probabilmente è frutto del disagio che si vive all’interno della maggioranza, problemi forse anche di natura politica o personale, ancora peggio, ma che non devono riverberare gli effetti su un testo di legge che sin dalle prime battute oggi sta – ahimè – risentendo di un approccio ideologico ed ideologizzato che avevamo cercato in Commissione di arginare cercando di approvare il testo migliore che si potesse approvare e contemperando le diverse sensibilità su un tema.
Io, per esempio – era già stato approvato –, ritengo francamente paradossale che siano stati approvati i primi due emendamenti dove si è sostanzialmente approvata l’abrogazione, la soppressione della lettera b) che fa riferimento all’utilizzo delle trappole perché è un metodo di controllo diretto e non è intervento di protezione, ma santo iddio la legge si titola “Norme in materia di prevenzione, contenimento ed indennizzo”. Quale tipo di contraddizione aveva mai l’utilizzo delle trappole con l’espletamento della funzione di contenimento? Se cerchiamo di conciliare l’esigenza della prevenzione, del contenimento e dell’indennizzo, che poi è la fase ultima, per quale motivo mai si è potuto votare a favore dell’abrogazione di quelle lettere in quegli articoli che abbiamo votato?
Invito i colleghi, ma lo dico sommessamente, prego i colleghi di rivolgere la massima attenzione, perché approvare un emendamento magari in un momento di leggerezza può poi riverberare degli effetti perniciosi per gli allevatori, per gli agricoltori, per quelli che lavorano soprattutto nel nostro comparto, che è quello della zootecnia, per non dire il resto.
Mi pare che abbiamo iniziato con il passo sbagliato, perché in Commissione questi articoli erano stati approvati. Oggi, votando gli emendamenti a firma di Bozzetti, avete sostanzialmente cassato l’utilizzo delle trappole soltanto per una definizione, per un problema tassonomico, per un problema di definizione, perché erano riferite al contenimento e non alla prevenzione. Ma se noi cerchiamo con questa legge sia di prevenire che di contenere, come si può pensare mai di evitare l’utilizzo delle trappole? A meno che non si voglia fare così facile demagogia sposando il buonismo in favore degli animali e penalizzando, ancora una volta, le categorie degli agricoltori e degli allevatori, oltre che pregiudicando per l’aspetto sanitario, che ha evidenziato il collega Pentassuglia, le condizioni di salute di un’intera collettività.
Presidente, abbiamo iniziato questo esame di questa legge questa mattina con il passo sbagliato, e me ne dolgo. E mi dolgo anche del fatto che la struttura in Commissione questi pareri favorevoli non li aveva dati, se è vero come è vero che avevamo approvato il testo di legge che oggi viene all’esame di quest’Aula.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Perrini.
Speaker : PERRINI.
C’è stato un lungo lavoro in Commissione su questa legge, caro Presidente, dove la struttura ha partecipato sempre, escluso l’assessore all’agricoltura che è venuto qualche volta. Non riesco a capire a questo punto a che cosa serve la Commissione del Presidente Pentassuglia. Perché io condivido tutto quello che ha detto il Presidente Pentassuglia, perché gli emendamenti si fanno in Commissione. Qua si devono portare dei miglioramenti. Addirittura all’interno della maggioranza noto che c’è un problema proprio all’interno, Donato, problema che in Commissione su questa legge abbiamo lavorato maggioranza e opposizione a fare in modo che andavamo spediti, mentre oggi in Aula vedo che il problema tu ce l’hai all’interno della tua maggioranza.
A questo punto o ci fermiamo un attimo e vi parlate fra di voi, sennò questa legge credo che il mio Gruppo non la voterà, se già all’interno vostro c’è un problema. Se delle leggi devono essere migliorativi gli emendamenti che andiamo a fare, bene. Ma di migliorativo non sto vedendo proprio niente, perché addirittura la struttura qui presente sto vedendo che sta facendo alcune cose che sono il contrario di quello che ha detto in Commissione. Allora, voglio capire dalla parola dell’assessore Di Gioia cosa sta succedendo, perché noi siamo favorevoli a questa legge, però sta nascendo molto male.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : COLONNA.
Presidente, buongiorno. Buongiorno, colleghi.
Io inviterei tutti a stare sul merito delle questioni e anche degli emendamenti. Personalmente ho votato a favore di questo emendamento, come del precedente. Ora vedo gli altri. Però voglio restituire qui in Aula anche il confronto che c’è stato in Commissione. È vero che il testo è arrivato in Aula così articolato, ma era consapevolezza di tutti come il testo della proposta di legge andasse rivisto alla luce dei rilievi non formalizzati in proposte emendative dell’assessorato. Quindi, eravamo consapevoli che il testo andava rimaneggiato.
Anche su questo punto specifico, cioè l’intervento normativo con riferimento ad attribuzioni di compiti o responsabilità in termini di indennizzo in capo ad enti gestori, o meglio di contributi per la realizzazione in capo a enti gestori di aree protette, era stato oggetto di discussione e di perplessità.
Tutto questo per dire cosa? Io vorrei stare sui temi, però questo non mi esime dal far rilevare, assessore Di Gioia e Presidente Pentassuglia, che mi sembra alquanto bizzarro e ben poco ortodosso, dal punto di vista sia istituzionale sia in termini politici, che questa esigenza di migliorare il testo di una proposta sulla base di valutazioni assolutamente tecniche – ripeto, non so il resto, ma in buona parte da me condivise, come ho già detto in Commissione – possano passare attraverso non una proposta emendativa dell’assessorato e dell’assessore o fatte anche veicolare, proprio per il rispetto del lavoro della Commissione, attraverso il Presidente della Commissione. Con tutto il rispetto – lei lo sa bene – sincero, personale e politico nei confronti del collega Bozzetti, vengono fatte veicolare attraverso il lavoro del collega Bozzetti. Questo mi sembra, a dir poco, poco ortodosso.
Da qui il mio suggerimento. Donato Pentassuglia è il proponente, quindi non voglio assolutamente andare oltre. L’indicazione, il suggerimento che Renato Perrini ha dato in Aula, vale a dire di un rinvio ai lavori della Commissione, di riportarlo nella sede da cui è partito e fare lì in quella sede rispettando il lavoro della Commissione e del Presidente della Commissione da Presidente e componenti credo che sia, a questo punto, doveroso.
Rimetto questo tipo di suggerimento, che viene da Renato Perrini, al proponente oltre che al Presidente della IV Commissione, Donato Pentassuglia. Però, mi sembra, al momento, assolutamente doveroso, sia per un profilo istituzionale, sia per un profilo politico della questione così come si va dipanando.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Scusa un attimo, Enzo.
L’intesa con il Presidente della Commissione è stata quella, sempre, su tutte le materie, di lavorare con la massima velocità e con il massimo impegno. I ritmi che ha imposto in Commissione sono molto serrati e di questo lo ringrazio perché questa cosa ci ha consentito di approvare diverse leggi. In alcuni casi, come in questo specifico caso, le convocazioni della Commissione erano concomitanti ad impegni già assunti da me, ad esempio, la Conferenza. Quindi, con il Presidente avevamo convenuto che la presenza degli uffici e una condivisione di fondo sulla materia potevano consigliarci di lavorare egualmente senza il livello politico in Aula sapendo che l’ufficio avrebbe rappresentato quelle che erano le dinamiche tecniche e che tutti, maggioranza e opposizione, avrebbero lavorato per il miglior testo possibile.
Ora, nella specifica materia il mio dirigente, che ha assistito e partecipato agli incontri che adesso stiamo individuando come quelli dai quali è scaturita la norma, mi ha rappresentato che diverse posizioni tecniche da lui espresse non sono state tradotte in attività emendative sulla legge e che quindi con le prerogative che pure i consiglieri hanno sono andati avanti al netto di quelle che erano le posizioni addirittura di incostituzionalità che aveva enunciato. Di fronte a questa materia io ho l’obbligo, nel momento in cui il mio dirigente mi segnala dei profili di incostituzionalità, compresa questa materia per la quale discipliniamo così in maniera indistinta su tutti gli enti protetti, io ho l’esigenza di predisporre degli emendamenti che, pur non accolti dalla maggioranza, testimonino la posizione dell’ufficio e quelle che sono le responsabilità legislative dell’Assemblea, di fronte alle responsabilità legislative dell’Assemblea. Quindi, io gli emendamenti li ho tutti fatti e ce li ho tutti fatti da me… Ce li ho tutti fatti da me. Un momento, Enzo, scusa un attimo.
Per fare in modo che tutti gli emendamenti venissero refertati, nello scorso Consiglio ho chiesto al Presidente di stabilire una data anticipata di consegna degli emendamenti aggiuntivi in modo da fare i referti anche a quelli. Okay? Quindi, il Presidente l’altra volta ha indicato la data, ha raccolto gli emendamenti, li ha trasmessi all’ufficio. Che cosa è emerso dall’analisi che è stata fatta dal mio ufficio? Che tutte le proposte di modifica che sono contenute all’interno dei miei emendamenti erano già assorbite da quelli che sono stati presentati nel caso specifico anche dal consigliere Bozzetti, non credo solo dal consigliere Bozzetti. Per questioni di semplicità all’Aula e per non duplicare gli atti, ha espresso i pareri su quelli e io ho mantenuto i miei emendamenti quali alternative possibili che formulerei qualora non ci dovesse essere condizione di accoglimento di questi. Questo è successo. Quindi, la Commissione è andata avanti al netto di quello che ha detto il dirigente. Lo poteva fare e lo ha fatto. Io sposo le posizioni tecniche, perché sinceramente di politico in questa materia ci vedo sicuramente l’ispirazione generale, ma non i singoli commi o i singoli articoli. Quindi, ho fatto in modo da tradurre in emendamenti questa cosa. C’è chi dal Consiglio ha fatto, come me, e quindi con la stessa ispirazione prima di me, perché ha consegnato nel termine che aveva stabilito il Presidente. Per rispetto a questo lavoro abbiamo refertato quelle attività e non le nostre, e le posso consegnare adesso.
Io, quindi, inviterei tutti a un po’ di serenità. Le Commissioni sono sicuramente utili ed è sicuramente un lavoro importante che ci ha consentito, soprattutto quello della Commissione agricoltura, di approvare la maggior parte delle norme di riforma di temi che erano pendenti da 15-20 anni in questa Regione. Però, in presenza di una tale difformità tra tecnica e politica, io penso che il Consiglio sia sicuramente un luogo vocato per fare questo tipo di atti. E non è lo schieramento di maggioranza o di minoranza che può essere orientato in blocco su queste dinamiche, ci sono sensibilità, ci sono punti di vista che vanno molto al di là della politica. E io non richiamerei un accordo di maggioranza per capire se le gabbie devono andare o no in un comune in forma di prevenzione o in forma di controllo. Io mi affido a chi questa materia la studia. Sono convinto che sia una norma da regolamentare quanto prima.
Detto questo, se ritenete che in Commissione si possa fare un passo di semplificazione per tutto questo lavoro, io non ho nulla in contrario a tornare in Commissione, sapendo che noi riproporremo questi temi tecnici e che io non posso impedire al Consiglio, quando torneremo la prossima volta, a Bozzetti o a chi per lui, di rifare gli stessi emendamenti bocciati in Commissione.
Io oggi intanto faccio fare il referto in quanto il Presidente ritiene idoneo e valido un emendamento pur bocciato in Commissione. Altrimenti, ci saremmo anche sottratti da questo tipo di dibattito.
Fate ciò che ritenete più utile, sapendo che la posizione nostra, tecnica, è quella che il dottor Limongelli ha rappresentato e che è tradotta nei suoi pareri. Su questo, io mi rimetto alle decisioni. Se dovessimo andare avanti e non dovessi io presentare i miei emendamenti per una questione stilistica, continuerò a dare i pareri così come li ha impostati l’ufficio. In difformità da questi pareri, ad avviso dell’ufficio, si incappa in infrazioni, in contrasti con le norme sovraordinate, quindi in profili di incostituzionalità della legge. Siccome ci è già capitata questa roba e abbiamo fatto diverse modifiche anche alla legge sulla caccia, che dovrà essere a sua volta modificata, inviterei tutti a contemperare la politica nell’alveo delle norme che si possono approvare.
Speaker : PRESIDENTE.
Intanto, chiariamo che non è il Presidente che decide di far votare in Aula emendamenti bocciati in Commissione. È la prassi. Non solo lo prevede il Regolamento, ma è la prassi consolidata, che si può in Consiglio presentare ogni emendamento.
Collega Pentassuglia, prego.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente.
Soltanto per due cose. La prima: chiedo che il provvedimento venga trattato dal Consiglio e che non torni in Commissione, per rispetto del lavoro che si è fatto. Le assenze di chi è voluto essere assente sono agli atti della Commissione.
Secondo: noi non abbiamo trattato e sorvolato su alcun tema di incostituzionalità. Lo voglio dire. Gli emendamenti hanno modificato il testo originario e accolto le tesi dell’ufficio in questa circostanza. Ve lo dirò dopo, per il prossimo emendamento, come il lavoro è stato fatto, perché è un emendamento pleonastico che duplica quello dell’Aula.
Mi pare strano – e chiudo – che ancora una volta gli emendamenti siano uguali, quelli della struttura con quelli di una forza politica. Stranamente le stesse cose sono avvenute in Commissione.
Ringrazio del lavoro che ha fatto l’assessore, però in Commissione questo lavoro lo avevamo già valutato e…
Speaker : PRESIDENTE.
[…]di non avventurarvi sulle questioni dei profili di incostituzionalità perché non lo sa nessuno. Lasciamo decidere a chi ha queste funzioni. Collega Gatta, vuole parlare di nuovo?
Speaker : GATTA.
Sì, ma brevissimamente. Soltanto per chiarire all’assessore Di Gioia che certamente non è né di destra né di sinistra l’utilizzo delle trappole e quindi non ha una connotazione politica. Forse ideologica sì, ma non ha una connotazione politica il fatto che l’utilizzo della trappola debba essere previsto o non previsto nel testo normativo. Ha certamente, però, un senso logico. Se la legge si intitola anche “contenimento” oltre che “prevenzione” e oltre che “indennizzo”… Perdonami. Campo, un attimo. Anche perché non riesco a sentirti. Sei fuori microfono. Valeva la pena di ragionare su ciò che era stato fatto in Commissione. Questa discussione fu fatta in Commissione ed in Commissione non vi furono censure all’articolazione dei commi per come sono stati presentati in Aula. Quanto alle eventuali censure di eccezioni di incostituzionalità, francamente credo che non sarebbe il primo e l’ultimo caso. Ne sono successi altri e abbiamo sempre corretto il tiro dopo delle osservazioni fatte, ammesso che ve ne siano, né mi pare che il parere, seppur autorevole, di un dirigente possa essere vincolante per ciascuno di noi a ritenere che una norma solo perché formulata in un determinato modo possa essere suscettibile di censura presso la sede competente relativamente ad una non manifesta incostituzionalità.
Ritengo che si debba riportare la discussione per come era stata incardinata in Commissione. Mi pare, invece, che questa mattina l’approccio proprio della struttura, ma anche del Governo su questo tema sia mutato rispetto a quella funzione di contemperamento e anche di prevalenza del senso logico che invece aveva contraddistinto i lavori in Commissione. A me non è piaciuto, ma non per le trappole ma perché la trappola rientrava esattamente nel contesto normativo del testo che oggi andiamo ad approvare. Mi pare che se continueremo così sconfesseremo il lavoro che è stato alacremente svolto dalle due Commissioni in seduta congiunta e oltretutto daremmo un senso illogico a questa legge, che non è una legge qualunque, perché questa legge, caro Presidente, è attesa da diverse categorie di persone, e non voglio di nuovo ripetere qui tutte le categorie che attendono questa legge. Sono stati citati i cinghiali, gli storni, i cormorani, che arrecano dei danni che si traducono in un sensibile decremento del PIL della nostra regione. Basti parlarne con gli agricoltori.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Bozzetti.
Speaker : BOZZETTI.
Presidente, grazie.
Mi preme puntualizzare, perché personalmente ritengo che ci sia una polemica abbastanza strumentale e anche abbastanza surreale. Primo perché è chiarissimo e credo davvero che sia semplicissima la questione delle trappole. L’emendamento che toglie quel comma nelle trappole prevede di togliere le trappole come sistema di prevenzione. Ovviamente, rimangono le trappole come sistema di controllo, perché è quello che devono fare. E credo che sia assolutamente pacifica la cosa. Non vedo dove ci sia questa grandissima ristrettezza nei confronti di chi o di cosa. Ovviamente è previsto e si capisce anche nell’articolato. Così come eventualmente l’emendamento presentato adesso anche dal collega Marmo può essere assolutamente condivisibile, perché sono previste nel sistema di controllo le trappole, non di prevenzione, che è tutt’altra cosa. Credo che questo sia italiano e non credo che ci sia tantissimo per poterlo capire.
Per quanto riguarda, invece, l’altra questione di questo emendamento che stiamo portando in discussione adesso, il parere del Governo, dell’ufficio, del dottor Limongelli era stato favorevole anche in Commissione, quindi è in linea con quanto detto anche in Commissione, che poi giustamente nelle prerogative dei consiglieri fu bocciato, perché voleva essere bocciato. Okay, è giusto e legittimo. Così come è legittimo che io oggi lo ripropongo e il parere del Governo è coerente con quello della Commissione. Anche in questo caso non ci vedo nulla di strano. Le prerogative dei consiglieri sono votare ed eventualmente prendersi le responsabilità se una norma poi può essere giudicata costituzionale o incostituzionale dal Governo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Allora, stavamo votando l’emendamento di pagina 3. Nel frattempo, c’è un subemendamento che, come avevamo detto, prova a chiarire, anche se la logica della legge dovrebbe essere chiaro che riguarderebbe le aree protette regionali. Però, se aggiungessimo dopo le parole “un’area naturale protetta” con “aree protette regionali”, credo che non cambierebbe. Specifichiamo meglio.
Possiamo votare questo subemendamento tecnico? A quel punto, cadrebbe l’emendamento Bozzetti. È così? Va bene? Votiamo questo subemendamento: sostituire “aree protette regionali”. L’emendamento di pagina 3 viene, a questo punto, ritirato.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato.
Il 3 è superato.
Non ci sono più emendamenti all’articolo 3.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Mi sorge solo un dubbio sul comma 4.
Speaker : PRESIDENTE.
Sul comma 4?
Speaker : MARMO.
Dell’articolo 3, prima di votarlo. Viene detto: “Il contributo finanziario non è concesso per le misure di prevenzione finalizzate a proteggere allevamenti o colture i cui prodotti sono destinati all’autoconsumo se i richiedenti non sono titolari di partita IVA agricola o di pensione INPS da contribuzione agricola”. Questi chi sono? Figli illegittimi della nostra comunità?
Noi tutti quanti insieme abbiamo sostenuto, nell’incontro con i commissari, che sono gli ispettori della Xylella, di tener conto non solo delle aziende agricole, ma anche della miriade di appezzamenti di piccola dimensione di proprietari che non sono più agricoltori perché hanno raggiunto un limite di età. Per cui, nessuno si deve occupare del reimpianto in quei terreni. In questo caso, questi sono figli di un Dio minore nella nostra legislazione. È obbligatorio avere una partita IVA. Ricevere danni, anche se le produzioni sono per autoconsumo... Questi sono figli che non vengono riconosciuti. Non mi sembra normale. Eppure sono tantissimi coloro i quali hanno appezzamenti, allevamenti che non sono più in attività economica conclamata, ma che comunque sono un presidio del territorio, mantengono quel territorio. Lei sa meglio di me, Presidente, quanto importante sia che si mantengano presidi territoriali.
Speaker : PRESIDENTE.
Tu dici il cittadino che coltiva un po’ di finocchi e ha una produzione. Le lepri li mangiano perché…
Speaker : MARMO.
Vicino a dove ho io il mio terreno, a Castel del Monte, c’è un poveraccio, un signore che è uscito dal settore economico perché pensionato e ha due ettari di mandorleto. Puntualmente, arrivano i cinghiali e si mangiano tutto. Secondo voi, questo è figlio di nessuno? Non è figlio dello stato di diritto della nazione italiana e della Regione Puglia? Eppure, questo mantiene quel territorio, lo coltiva, lo va ad arare, lo pulisce, lo fa manualmente. Non vi sembra che sia veramente contro natura? Oggi sono di più gli anziani che stanno in campagna di quelli che hanno floride aziende agricole. Solo nel triangolo della zona vicina a quella del collega Pentassuglia, a Noci, a Gioia del Colle, le aziende di allevamento sono passate, nell’arco degli ultimi cinque anni, da 980 a 650. Si sono tolte la partita IVA, ma io non credo che abbiano cancellato la propria esistenza come piccoli allevamenti. Questi devono ricevere tutti i danni e nessuno deve fare niente per loro. Già le partite IVA sono asfittiche per conto proprio perché sono ancora martoriate. Io credo che bisognerebbe occuparsi anche di questo. Se l’Aula concorda, potremmo presentare un emendamento soppressivo. Se l’Aula non è d’accordo, non lo presentiamo nemmeno.
Speaker : PRESIDENTE.
È chiaro che le risorse si devono ripartire per più soggetti. Possiamo procedere? Ho capito. Adesso, al di là della provenienza, il collega Marmo propone di sopprimere il punto 4, se capisco bene. È così? Non cambia molto: o togliamo il “non” o sopprimiamo tutto il punto 4.
Prego.
Speaker : AMATI.
Presidente, da un punto di vista finanziario la scelta non è neutra. Cioè, il collega Marmo pone l’esistenza di un problema e dice: perché non a quelli in autoconsumo oppure che non hanno partita IVA? Bene, faccio presente che una proposta del genere dovrebbe contenere anche un’ulteriore proposta con cui si aumenta la dotazione nella norma finanziaria. Del resto, da quello che leggo vengono disposti per questi contributi 250.000 euro. Quella norma amplia la platea dei soggetti che possono ricevere i contributi. Quindi, questo è il dato.
La discussione non può essere incentrata solo sulla semplice circostanza dell’eventuale volontà del Consiglio regionale di andare incontro agli uni o agli altri, ma deve anche sollecitare l’eventuale ampliamento della dotazione finanziaria, perché altrimenti si suddivide ulteriormente i 250.000 euro e non si raggiunge l’obiettivo su cui i proponenti della legge abbiano confidato.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, io faccio rilevare, condividendo appieno le considerazioni del Presidente Marmo, che questo tipo di intervento, però, sarebbe in contrasto con la definizione dell’ambito applicativo che abbiamo già operato nell’articolo 1, perché il taglio, l’impostazione della proposta normativa si iscrive proprio nel solco della definizione di un sistema di controlli, di misure di prevenzione, di contenimento, oltre che di indennizzi, orientati all’impresa agricola. Non a caso, nell’articolo 1 abbiamo circoscritto l’ambito alle attività, ai danni e, comunque, ai rischi derivanti dalla fauna selvatica che possano subire le attività delle imprese agricole e della coltura, di cui all’articolo 2135. Tutto l’articolato è ispirato a questa impostazione, come pure gli articoli successivi relativi all’indennizzo, in quanto la copertura o il ristoro del danno è circoscritto ai danni subiti dalle attività agricole così definite e non quelle connesse all’autoconsumo, quelle che vengono svolte al di fuori dell’attività agricola di cui si occupa il 2135 del Codice civile.
Credo sia poco opportuno o, comunque, incongruo un intervento di cassazione di questo comma in questo momento.
Speaker : MARMO.
Sto preparando l’emendamento, Presidente.
Premesso che la dotazione dei 250.000 euro è del tutto aleatoria, virtuale, non sappiamo quanto questa disponibilità possa essere utile o meno e quante aziende può andare a soddisfare, io propongo di modificare questo comma in questo modo: “Il contributo finanziario per le misure di prevenzione finalizzate a proteggere allevamenti o colture, i cui prodotti sono destinati all’autoconsumo e alla integrazione del proprio reddito, è concesso anche ai richiedenti non titolari di partita IVA agricola o di pensione INPS nella misura del 50 per cento”.
Sicuramente, questa legge, quando entrerà a regime, comincerà ad avere le domande e a poter valutare nel corso degli anni qual è la risorsa finanziaria necessaria. Se dovessimo ricorrere a quanto suggerito dal collega Amati, noi dovremmo fermarci qui e obbedire alle disposizioni della Corte dei conti, che ci dice che ogni disposizione di legge deve avere una quantificazione chiara di quelli che sono gli impatti economici sul bilancio regionale, cosa che non abbiamo nemmeno in questo caso.
L’impatto reale economico noi lo vedremo nel procedere degli anni e nel verificare quanti siano coloro i quali accederanno o richiederanno finanziamenti.
Se mi dà un minuto, Presidente, completo di scrivere l’emendamento e glielo deposito.
Speaker : PRESIDENTE.
Accantoniamo la votazione sull’articolo 3 e andiamo all’articolo 4. Poi, acquisiamo l’emendamento, lo stampiamo.
Andiamo all’articolo 4. Accantoniamo l’articolo 3.
Articolo 4. C’è un primo emendamento di pagina 4, a firma di Bozzetti. Che vuoi fare? Va bene. Il parere del Governo è contrario.
Stiamo votando l’emendamento di pagina 4. Votiamo.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 6, contrari 27.
Non è approvato.
All’articolo 4 c’è l’emendamento Marmo con cui si chiede di aggiungere la lettera d) per ripristinare le trappole e altri mezzi ritenuti efficaci regolarmente autorizzati. È chiaro che è legittimo perché la prima parte riguardava la prevenzione. Qui vale il controllo e quindi le trappole hanno una funzione diversa.
Collega Bozzetti, prego.
Speaker : BOZZETTI.
Vorrei semplicemente far presente – l’avevo già preannunciato prima – che comunque l’emendamento è coerente perché fa riferimento alla cattura, anche se in questo caso, mi preme comunque dirlo, potrebbe risultare comunque pleonastico perché ovviamente con la cattura è previsto che ci debbano essere delle trappole per la messa in opera della cattura o comunque di altri mezzi utili. Però, nulla vieta, appunto nelle prerogative del consigliere Marmo di presentarlo e noi anche dal nostro punto di vista non abbiamo nessun problema a votare favorevolmente.
Speaker : PRESIDENTE.
Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, comprendo benissimo le ragioni di Giandiego e mi sono espresso già prima. Però, inviterei tutti davvero ora a stare sul merito e a curare anche la tenuta redazionale del testo. Non mi pare opportuno questo inserimento, perché il comma 1 di questo articolo introduce, individua i criteri che devono guidare e sulla cui base vanno individuate le misure ordinarie di controllo. Quindi, alle lettere a), b) e c) sono enucleati i criteri, che sono contenimento e allontanamento, con una serie di parametri ben precisi e una precisa finalizzazione, l’incolumità, la sicurezza, la propagazione di malattie, rischio di ibridazione di specie animali e così via.
Ora introdurre una tecnica, perché la trappola è solo una tecnica, attraverso cui si persegue, appunto, la cattura, l’eventuale abbattimento e così via, mi sembra incongruo, poco coerente, l’introduzione di questo tipo di lettera in una enucleazione di criteri generali, sulla cui base va guidata la scelta delle misure ordinarie di controllo.
Speaker : PRESIDENTE.
Le obiezioni sono chiare. Io devo mettere in approvazione questo emendamento all’articolo 4 del collega Marmo. Parere del Governo?
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Contrario.
Votiamo.
Presenti 33, votanti 32, favorevoli 13, contrari 19.
Non è approvato.
Siamo sempre all’articolo 4. Non ci sono altri emendamenti, per cui votiamo l’articolo 4.
Presenti 35, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 7.
È approvato.
Adesso torniamo all’articolo 3. Spero che il Governo abbia approfondito.
Articolo 3: “Il comma 4 è sostituito dal seguente comma”. L’emendamento Marmo. Nella misura del 50 per cento. È chiaro. Il testo è semplicissimo. Si estende a tutti e si riduce al 50 per cento.
Il Governo?
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
La circostanza che non ci sia una stima, così come diceva il consigliere Marmo, non è veritiera. C’è uno storico delle richieste di risarcimento e di rimborso, che è molto più basso, tra l’altro, del finanziamento. In assenza di una procedura e di un fondo adeguato, in molti semmai preferivano non denunciare perché erano più le pastoie amministrative.
Questo fondo sarebbe capiente, per come è stata scritta la norma. Io mi impegnerei a fare una valutazione semmai l’anno prossimo, in sede di verifica dell’efficacia sia della norma finanziaria che di quello che è scritto all’articolo 3, per poter implementare ed aumentare la potenziale platea.
Oggi quello che a noi interessa è far emergere i danni connessi alle attività professionali. Quindi, per come è scritta la norma, credo ci siano le condizioni per approvarla senza emendamenti.
Chiederei di non presentarlo oggi, consigliere Marmo. Lo faremo quando capiremo quanti tipi di risarcimenti vengono attivati. Diversamente, chiederei il voto contrario.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Avete avuto il testo e lo abbiamo illustrato.
Procediamo alla votazione dell’emendamento all’articolo 3, a firma Marmo. Votiamo.
Presenti 37, votanti 37, favorevoli 16, contrari 21.
Non è approvato.
Adesso credo che possiamo votare l’articolo 3.
Presenti 37, votanti 36, favorevoli 36, 1 astenuto.
È approvato.
Articolo 5. C’è un emendamento di pagina 5 a firma Bozzetti, che sopprime la lettera d) del punto al comma 2.
Collega Bozzetti, prego.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente. Questo è il comma di cui tanto si è discusso. Tra le varie misure di controllo della fauna ci sono anche quelle per le quali si può prevedere l’abbattimento anche delle specie, delle forme domestiche di specie selvatiche nonché le forme inselvatichite di specie domestiche, ovvero cani e gatti selvatici. Si scatenò, a mio modo di vedere magari anche un po’ in maniera esagerata, una polemica perché noi avevamo già proposto un emendamento per eliminare questa possibilità coerentemente anche con la legge sulla caccia regionale, che appunto la prevedeva e l’avevamo tolta sempre con un nostro emendamento e anche del collega Borraccino. Quindi, anche in questo caso abbiamo riproposto, così come fatto in Commissione, un emendamento soppressivo della lettera d) del comma 2 semplicemente perché ho visto che successivamente c’è anche l’emendamento del collega Borraccino che elimina solo la parte relativa alle forme domestiche, ma andando ad eliminare solo quella parte il comma risulta pleonastico semplicemente perché fa riferimento a ciò cui fa riferimento la legge, ovvero i danni causati da specie selvatiche. Diventa inutile mantenerlo nel momento in cui viene tolto. Per quello abbiamo proposto la soppressione.
Spero che, rispetto alla polemica che si è creata precedentemente, questa volta ci sia l’unanimità del Consiglio perché, come ben sapete, è un tema molto, ma molto sentito dalle associazioni animaliste, ma non solo, anche dai semplici cittadini, che possono vedere in questo il rischio di vedersi abbattere i propri animali che magari sono scappati e si ritrovano nelle campagne o nelle zone di caccia.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Io voterò contro questo intervento che va a cancellare completamente questa lettera d), perché sembra minare uno strumento operativo. Cioè, se non si va a intervenire proprio sugli animali selvatici, vedi cinghiali, che per la loro presenza e densità eccessive provocano danni all’equilibrio ambientale, all’equilibrio faunistico, all’equilibrio della flora e così via, sembra smontare proprio un elemento centrale su cui si articola la proposta di legge. Quindi, sono assolutamente contrario rispetto a questo tipo di intervento che abroga complessivamente la lettera d).
Altra cosa è magari un intervento più circoscritto, come si è detto in Commissione, che vada a cancellare giusto l’inciso riferibile agli animali inselvatichiti. Ma noi dobbiamo lasciare, invece, la possibilità di intervenire complessivamente sugli animali selvatici, perché lì è il problema.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti a parlare. Vuoi parlare? Prego, collega Gatta.
Speaker : GATTA.
Mica mi potevo esimere da questo meraviglioso confronto su questo tema.
Mi rendo conto che possa essere impopolare sostenere la tesi relativamente – sto parafrasando il testo di legge – a forme domestiche di specie selvatiche e forme inselvatichite di specie domestiche, ma voglio soltanto consegnare alla pacata riflessione di ciascuno di voi un brano tratto dall’enciclopedia della facoltà di scienze naturali, laddove si dice che “il randagismo e la presenza di cani vaganti sono un fenomeno recente, rapidamente divenuto un rilevante problema ecologico, sanitario e sociale. Leggo (lo dicono gli studiosi, non lo dico io): “Il ruolo degli animali inselvatichiti può essere pericoloso per una serie di fattori (per la trasmissione di zoonosi, rabbia, leptospirosi, sindrome da larva migrans, febbre bottonosa) nel causare danni al bestiame domestico ed alla fauna, nell’aggressione verso l’uomo, nella competizione alimentare con il lupo, nel rischio di inquinamento genetico nel lupo”. Qui dovrebbero esserci degli studiosi di queste materie. Oltretutto, quindi, è attenta anche ad un valore fondamentale che si studia prodromicamente rispetto ad altre materie, che è quello della biodiversità, per chi si approccia ai temi anche biologici.
A un certo punto, questo studioso dice che gli animali inselvatichiti sono presenti in aree a bassa densità abitativa e rinfoltiscono man mano i branchi di cani inselvatichiti sostituendo i deceduti e riproducendosi con essi. Costituiscono un grave pericolo per la comunità umana.
Ritengo che quell’articolo, così come approvato, rispondesse ancora una volta al buonsenso. Per chi, come me, ha una visione antropologica della vita, laddove l’uomo è al centro delle varie dinamiche, pur contemperando chiaramente questo rapporto con tutte le altre forme viventi, penso che per chi abbia una visione moderatamente antropologica ed ispirata al buonsenso questo articolo non possa che essere approvato nella sua formulazione attuale.
Per cui, invito i colleghi a respingere l’emendamento come è stato formulato e da parte del collega Bozzetti e da parte del collega Borraccino.
Grazie.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Visto che i due emendamenti trattano lo stesso tema, chiederei al consigliere Bozzetti di ritirare il suo e io esprimerei parere favorevole all’emendamento Borraccino, con un dato. In questo caso, non è Limongelli che sta ipotizzando l’impugnativa. Sullo stesso articolo è già arrivata l’impugnativa sulla legge della caccia. Quindi, è già una cosa abbastanza acclarata. È stato intimato che o lo ritiriamo o viene impugnato alla Corte costituzionale. C’è già un iter avviato e pende in Commissione un disegno di legge per modificarlo anche negli altri provvedimenti regionali, ove è rimasto questo retaggio che, ricordo, non è di questo Consiglio, ma è della vecchia legge. Quella è una parte che non avevamo noi innovato, che, però, era stata trascritta nella nuova norma. Quindi, il buon senso a cui ti richiami tu, secondo me, in questo momento è quello di evitare di farci impugnare pure questa e poi di doverla modificare. Poi, per l’amor di dio, il Consiglio è sovrano. Io vi dico che voterò a favore di Borraccino, dell’articolo, però mi rimetto all’Aula per quello che decidete voi.
Speaker : PRESIDENTE.
Devo porre ai voti l’emendamento Bozzetti di pagina 5. Votiamo.
Presenti 31, votanti 30, favorevoli 7, contrari 23.
Non è approvato.
Adesso passiamo all’emendamento di pagina 6, a firma Borraccino.
Il collega Borraccino ha chiesto di parlare.
Speaker : BORRACCINO.
Grazie, Presidente. Di questo emendamento si era già discusso nella Commissione, per la verità anche a tinte un po’ forti. Preso dall’enfasi aveva abbandonato l’Aula della Commissione, pur nella funzione di Presidente insieme al collega al collega Pentassuglia, in quanto era una Commissione congiunta, perché ritenevo che aver respinto non l’emendamento mio, ma l’emendamento che il collega Bozzetti aveva presentato rappresentasse un emendamento soppressivo simile uguale nelle forme e nei contenuti a quello che oggi stiamo discutendo e che ho presentato giorni fa per l’esame in Consiglio.
Ritengo, e mi fa piacere del parere favorevole espresso dall’assessore Di Gioia, ma ne avevo parlato anche con il collega Pentassuglia nella sua qualità di estensore del progetto di legge, che su questo tema nella lettera d) del comma 2 dell’articolo 5 quando noi diciamo che i Comuni, insieme agli ambiti gestiti dalla Regione possono prevedere piani di abbattimento per i motivi che citava nel suo intervento e che spiegava anche il collega Colonna. Poi, alla fine, quando con la lettera d), che da un punto di vista proprio del confezionamento della norma non è che ci va, perché noi diciamo alla lettera a) che si fa l’abbattimento nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica, alla lettera b) per prevenire i danni rilevanti alle attività agricole e all’economia locale, alla lettera c) per la protezione della flora e della fauna. Alla lettera d) si vorrebbe, se si continua di questo passo, probabilmente specificare l’altra motivazione, qui invece nella lettera d) si specifica quali sono le specie oggetto del piano degli abbattimenti che saranno previsti dalla Regione, insieme ai Comuni. Si specifica degli animali selvatici, e siamo d’accordo su questo, però si includono – ed ecco il motivo dell’emendamento presentato, che, ripeto, era già stato presentato dal collega Bozzetti in Aula e respinto – le forme domestiche di specie selvatiche, nonché le forme inselvatichite di specie domestiche. Io penso che questo rappresenti un reato contro gli animali da affezione, lo dico in maniera molto chiara, contro i cani e contro i gatti, perché non ci può essere qualcuno che, nel momento in cui sta per abbattere un cane, gli deve chiedere… So molto bene che il collega Giacomo Diego Gatta, che stimo, al quale voglio bene e riconosco grande competenza, mi dirà che questo che sto per dire vale anche all’opposto, però io penso che, nel momento in cui si sta per abbattere un animale d’affezione, un cane o un gatto, non si può chiedere il documento di riconoscimento per vedere geneticamente la sua razza da quante generazioni è stata abbandonata e, quindi, si è inselvatichita. Io penso che questo rappresenti uno schiaffo agli sforzi che sono stati fatti in tutti questi anni per riconoscere i diritti agli animali di affezione, ai cani e ai gatti in particolare.
Per questo, io chiedo che l’Aula accetti questo emendamento, perché rappresenta un emendamento di civiltà. Cosa a parte rappresentano, invece, i cinghiali e gli animali selvatici, che sono ben altra cosa dagli animali d’affezione.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Gatta.
Speaker : GATTA.
Presidente, la battuta del collega Borraccino mi era stata preannunciata. Poi è una battuta che feci io al contrario: bisognerebbe, cioè, dire agli allevatori di chiedere al cane selvatico, magari quando con fare minaccioso ci sta per aggredire, da quante generazioni sia selvatico, magari facendogli compilare un questionario prima di deciderci se abbatterlo o meno. Mi sembra, francamente, che siamo nella sagra dei paradossi.
Capisco e non può far velo all’intelligenza del collega Borraccino, che stimo parimenti, che sia davvero una provocazione ed una forzatura poter solo pensare che qualcuno tra noi cinquanta possa essere a favore della soppressione dei cani e dei gatti. Piuttosto, dobbiamo decidere questa mattina se intendiamo anteporre o no – questo è il momento – le ragioni della tutela della incolumità personale, le ragioni della tutela dell’economia di un comparto prezioso, quale quello della zootecnia e dell’agricoltura, le ragioni della tutela della salute pubblica rispetto a quella delle forme inselvatichite di animali domestici. Non di animali domestici. Alle forme inselvatichite di animali domestici. Nessuno di noi potrà mai sapere se quell’animale che si avvicina ai nostri greggi con fare minaccioso e ci lascia venti, trenta, quaranta, cinquanta pecore a terra sgozzate o ci lascia un intero gallinaio depredato, razziato, distruggendo lo stesso futuro economico di quell’allevatore, di quel poverino che, con tanti sacrifici, ha portato avanti quell’allevamento, bisognerà poi chiedere a quell’agricoltore o a quell’allevatore se abbia chiesto o meno a quel cane che ha abbattuto, a quel cane selvatico che ha abbattuto se quel cane fosse pericoloso o meno. Questo è il quesito che ci dobbiamo porre. O se dobbiamo anteporre, invece, le ragioni della tutela degli animali, di qualunque tipo di animale, rispetto alle ragioni della tutela dell’uomo.
Io ipocritamente dico – anzi non “ipocritamente” – che prediligo sempre e comunque le ragioni della tutela dell’uomo. Ecco perché nel corso del mio precedente intervento parlavo di visione antropocentrica che ho della vita.
Al di là di questo, voglio soltanto dire che la differenza, collega Borraccino, tra un lupo, quindi un animale selvatico per cui si dà luogo al risarcimento dei danni, e il cane selvatico non è evincibile ictu oculi. È scientifico. Potete chiedere a qualunque veterinario. Non so se ci sia qualche veterinario tra noi colleghi. Nessun veterinario, vedendo la carcassa di un cane selvatico o di un lupo, può dirvi subito se sia un lupo o un cane selvatico, tant’è che anni fa il Parco Nazionale del Gargano stipulò una convenzione con l’Istituto Zooprofilattico proprio perché era soltanto dall’esame della mappa genetica che risultava se quell’animale che aveva razziato magari un intero allevamento fosse un lupo ed in questo caso si dava luogo al risarcimento dei danni o fosse un cane selvatico ed, invece, in questo caso il risarcimento dei danni non aveva luogo. Allora, alla luce di queste considerazioni questa mattina dobbiamo affrontare una scelta, che non è una scelta politica, è una scelta culturale, se dobbiamo anteporre cioè le ragioni della nostra economia, le ragioni della nostra tutela, le ragioni dell’incolumità di tante famiglie che vivono in campagna, le ragioni della nostra economia rispetto alle ragioni della tutela di animali inselvatichiti che certamente ci piacerebbe ricondurre nel loro humus, nel loro habitat domestico, ma che non è più possibile fare, perché, se questo è vero, non direbbero gli studiosi, non io, gli studiosi molto più autorevoli di me, che le forme inselvatichite di animali domestici sono pericolosissime, e lo voglio ripetere, per tutta una serie di ragioni per la trasmissione di zoonosi, per i danni al bestiame domestico e alla fauna, per l’aggressione verso l’uomo, per la competizione alimentare con il lupo, quindi con il pregiudizio per la biodiversità, perché si creano delle commistioni pericolose anche per il mantenimento in purezza di alcune specie, e per il rischio di inquinamento genetico delle specie stesse.
Speaker : PRESIDENTE.
Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente. Il collega Borraccino aveva già detto in Commissione che avrebbe presentato questo emendamento. Io mi auguro che i toni vengano circoscritti all’Aula, perché già dopo la Commissione sono arrivati rimproveri, finanche minacce, perché si fa passare l’idea che veniamo a Bari, non avendo nulla da fare, per uccidere cani e gatti. Mai così basso può essere e deve essere il tenore: rispetto delle idee di tutti e ragionamento scientifico.
Ho voluto dire questo perché voglio che anche oggi io avevo perso proprio la voglia di trattarla la legge stamattina. Obiettivamente, mi è passata l’idea di chiudere le carte e ascoltare e stare in Aula perché per 13 anni sono stato rispettoso di quest’Aula e lo farò nonostante i momenti bui di questa legislatura. Chiedo, però, ufficialmente in Aula, visto che in Commissione non è arrivato il disegno di legge di modifica della legge n. 59/2017… Non è arrivato. Ho chiesto al Presidente, assessore. Glielo avevo chiesto in Commissione. Le chiedo di far pervenire a noi commissari la nota con la quale la Presidenza del Consiglio ha impugnato la legge n. 59 per…
Che ha minacciato di impugnare, così da leggere quali sono le motivazioni e, a proposito dei cani e delle forme inselvatichite, di avere anche noi idea di quello che è stato il trattamento alla modifica della legge n. 59, che è andata a modificare la legge regionale n. 27/1998, che però ha come cartina di tornasole la legge n. 157/1992. Questo per avere noi contezza e cognizione. Glielo dico anche perché, se ci sono modifiche da fare, quella norma le consentirà di attivare, penso ancora una volta in deroga purtroppo, il Piano faunistico regionale e tutti gli atti consequenziali, fino al tesserino venatorio, perché stiamo parlando già in data 12 giugno e la proposta deve ancora venire in Commissione, avere i pareri e tornare al Consiglio. Mi auguro che questo avvenga entro la fine di luglio, mi auguro prima della sospensione, per evitare che, come al solito, dobbiamo rincorrere tra Ferragosto e i primi di settembre gli uffici per capire chi deve fare cosa e chi risponde alle periferie, cioè ai cittadini, visto che c’è questa moda comune di richiamare sempre l’attenzione ai cittadini.
Speaker : PRESIDENTE.
Torniamo all’emendamento di pagina 6. Ovviamente, fino a “domestiche” significa specie domestiche, perché nel periodo è scritto due volte “domestiche”. Si riferisce alla parte “specie domestiche” da cassare. È così? Okay.
Votiamo.
Presenti 33, votanti 31, favorevoli 21, contrari 10, astenuti 2.
È approvato.
Adesso andiamo a pagina 7, Bozzetti. Al comma 3 si chiede di togliere la lettera “o” e di sostituirla con la parola “e”. Prego.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
È favorevole il parere dell’ufficio, sul presupposto che gli elementi conoscitivi assunti dalle Pubbliche amministrazioni non possono essere sostitutivi del parere.
Comunque, il parere è favorevole. Non mi pare tanto impegnativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo.
Presenti 27, votanti 24, favorevoli 18, contrari 6, astenuti 3.
È approvato.
Votiamo, adesso, l’articolo 5.
Il collega Pentassuglia ha chiesto di parlare.
Speaker : PENTASSUGLIA.
[...] che danno origine al parere dell’ISPRA. Noi aggiungiamo problemi a problemi. Già per avere il parere dell’ISPRA per un’opera del genere...
Chiedo scusa, Presidente. Sta diventando un paradosso, uno dietro l’altro. Articolo 5, misure straordinarie: “Le misure di controllo della fauna previste ai sensi dell’articolo 2, esercitate selettivamente, saranno praticate mediante piani di abbattimento qualora l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale verifichi l’inefficacia degli altri metodi, compresi quelli ecologici”.
Già per avere il parere sulla base istruttoria di tante cose, compresi gli ecologici, che li abbiamo messi in Commissione, li abbiamo discussi e voluti proprio per andare incontro a un emendamento dei colleghi del Movimento 5 Stelle, aggiungiamo non “o di elementi”, ma “e di elementi”, cioè aggiungiamo altro. Appesantiamo i procedimenti. Solo per questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Capisco le preoccupazioni.
Votiamo l’articolo 5.
Presenti 26, votanti 23, favorevoli 23, 3 astenuti.
È approvato.
Articolo 6. Non ci sono emendamenti. Votiamo. Il Consiglio non è in numero legale.
La seduta è aggiornata a fra un’ora.
Riprendiamo la seduta.
Ovviamente, partiamo da dove ci eravamo lasciati. Stavamo votando – chiedo aiuto agli uffici – l’articolo 6.
Pongo in votazione l’articolo 6.
Non siamo in numero legale. Io raccolgo le masserizie.
La seduta è aggiornata a martedì 19. Abbiamo recuperato questa disponibilità del Presidente, avendo accertato che non è indispensabile che lui stia al Comitato di gestione. Il 19 partiamo da qui, dai debiti fuori bilancio e dall’ARPAL.
Ovviamente, approfitto per dire a tutti i consiglieri che volessero presentare degli emendamenti all’ARPAL di farlo subito, in modo tale che il 19 siamo in tempo per poterli refertare.
Buona serata.