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C.r. Puglia 21.12.18
FILE TYPE: Video
Revision
Speaker : PRESIDENTE.
Prego i consiglieri di prendere posto, che abbiamo una lunga giornata.
Diamo per approvato il verbale della seduta precedente.
Non ci sono congedi.
È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni: Liviano “Infopoint Aeroporti di Puglia, Bari e Brindisi”; Gatta “Legge regionale n. 45, Interventi a sostegno dei coniugi separati”.
Alla I Commissione sono assegnati una serie di debiti fuori bilancio.
Alla III Commissione: Proposta di legge a firma del consigliere Abaterusso, Interventi a sostegno dei soggetti con disturbi specifici d’apprendimento; Richiesta parere deliberazione n. 1438; Parere deliberazione della Giunta n. 1670.
Alla IV Commissione: Proposta di legge a firma dei consiglieri Damascelli, Marmo, Gatta valorizzazione delle risorse immateriali dell’impresa per lo sviluppo dell’economia pugliese.
Alla VII Commissione: Proposta di legge a firma dei consiglieri Blasi e Caroppo, Modifiche alla legge regionale n. 27.
Commissione III e V in sede congiunta: Richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 2304.
IV e VI Commissione congiunta: Richiesta parere deliberazione della Giunta n. 2302.
Commissioni IV e III: Proposta di legge a firma del consigliere Congedo “Norme in materia di punti vendita al dettaglio di prodotti a base di canapa”.
Commissioni V e IV (in seduta congiunta): Disegno di legge “Istituzione del Parco naturale regionale ‘Lama S. Giorgio’”.
Commissioni V e VII: Parere disegno di legge n. 39”.
Commissioni V e VI: Petizione “Sollecito all’intervento su questione ‘Le Torri’”.
Sono pervenute inoltre interrogazioni:
- Laricchia: “Affidamento incarichi legali ASL/LE”;
- Pellegrino: “Sollecito chiarimenti ex plesso scolastico Giovanni XXIII”;
- Galante: “Gestione del Parco naturale delle Gravine”;
- Casili: “Criticità della rete idrica”;
- Trevisi: “Realizzazione di opere di decongestionamento”;
- Trevisi: “Problematiche igienico-sanitarie”;
- Trevisi: “Potenziamento del serbatoio di acqua potabile”;
- Trevisi: “Lavori di completamento e potenziamento Porto Cesareo”;
- Liviano D’Arcangelo: “Consulenze AGER”;
- Laricchia, Bozzetti: “Linee guida regionali”;
- Galante: “Potenziamento degli organici della riabilitazione psichiatrica”.
Punto n. 3) dell’ordine del giorno: “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2019 e bilancio pluriennale 2019-2021”.
La parola al Presidente Fabiano Amati. Prego i consiglieri di prendere posto.
Speaker : AMATI, relatore.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, chiedo l’autorizzazione a unificare le relazioni su tutti i punti all’ordine del giorno, così da consentire lo sviluppo di un dibattito generale fondato su tutti i documenti contabili. Va bene? Grazie. Avendo ricevuto l’assenso, procedo.
Signor Presidente e colleghi consiglieri, con riferimento al bilancio di previsione del Consiglio regionale, su cui siamo chiamati ad esprimerci, mette conto di evidenziare che esso è lo strumento per verificare gli equilibri di bilancio ed è il documento con il quale il Consiglio regionale quantifica e organizza le risorse finanziarie da impiegare per il proprio funzionamento.
Anche per il 2019 l’obiettivo di contenimento dei costi è risultato prioritario e in linea con l’azione già intrapresa nei precedenti esercizi. Tuttavia, l’imminente trasferimento degli uffici del Consiglio nella nuova sede ha comportato, anche per l’anno 2019, una previsione di incremento sia dei costi di investimento sia delle spese correnti, che saranno ammortizzate nel corso degli esercizi successivi grazie anche al risparmio attuato dall’elusione dei costi, dal risparmio dei costi dei canoni di locazione. Il totale generale delle entrate, così come il totale generale della spesa per gli anni 2019, 2020 e 2021, per ciascun anno, è pari a euro 53.514.937,50.
Con il presente atto, che si sottopone all’attenzione del Consiglio regionale, si provvede ad approvare il bilancio gestionale. Tale bilancio è finalizzato a recepire ed attuare le disposizioni di cui al decreto legislativo n. 118/2011, garantendo l’introduzione di un sistema più articolato di programmazione quale strumento operativo, informativo e di controllo dell’attività gestionale. Esso costituisce l’atto fondamentale che realizza il raccordo tra le funzioni di indirizzo politico-amministrativo espresse dall’Ufficio di Presidenza e le funzioni di gestione finalizzate a realizzare gli obiettivi programmati spettanti alla struttura organizzativa dell’ente.
Tale bilancio è finalizzato, quindi, alla definizione degli obiettivi di gestione, all’assegnazione di risorse necessarie al loro raggiungimento e alla successiva valutazione.
L’argomento è stato sottoposto all’esame della Commissione referente ed ha ottenuto parere favorevole.
Con riferimento, invece, al Documento di economia e finanza regionale, c’è da dire che il documento rappresenta il presupposto per l’attività di controllo strategico e per la valutazione dei risultati conseguiti, nonché persegue un obiettivo di trasparenza nei confronti dei cittadini, delle imprese, degli operatori sociali e culturali, degli enti locali e del territorio rispetto alle linee strategiche e ai risultati attesi.
Come avrete capito, ho poca voce, quindi vi chiedo di regalarmi un po’ di silenzio, non l’attenzione perché quella dipende da me.
Il Consiglio dei ministri ha approvato, il 16 aprile 2018, il Documento di economia e finanza 2018, predisposto dal Governo, composto da tre sezioni.
Dopo l’esame parlamentare, sono stati trasmessi alle Istituzioni europee, entro il 30 aprile, sia il programma di stabilità che il programma nazionale di riforma. Sono stati trasmessi alle Istituzioni europee entro il 30 aprile. La nota di aggiornamento al DEF viene presentata alle Camere entro il 27 settembre di ogni anno. La nota propedeutica alla legge di bilancio, da presentare in Parlamento entro il 20 ottobre, aggiorna le stime del Governo sul quadro macroeconomico per l’anno in corso e il triennio successivo, nonché gli obiettivi programmatici.
La nota viene poi trasmessa alle Camere per la successiva approvazione. A seguito dell’approvazione a livello nazionale dei suddetti documenti programmatici, che fissano strumenti ed obiettivi della politica economica del Governo, le Regioni provvedono alla predisposizione del Documento di economia e finanza regionale.
La Giunta regionale poi adotta il suo documento e ciò è accaduto con deliberazione n. 38 del 2018, con cui è stato approvato il bilancio finanziario gestionale e con cui sono state definite le risorse finanziarie assegnate ai vari centri di responsabilità.
La Giunta regionale ha approvato gli obiettivi strategici stabilendo quali contenuti allegati agli atti e a cui faccio riferimento.
Inoltre, con la delibera della Giunta regionale n. 57 del 2018 è stato approvato l’aggiornamento al 2018 del Piano di performance della Regione Puglia, allegato A del suddetto provvedimento, in cui si sono specificati nel dettaglio per ciascuna struttura regionale obiettivi operativi, stakeholder, indicatori e relativa descrizione e target.
Per il 2019 il controllo di gestione e l’organismo di valutazione indipendente hanno provveduto a rilevare gli obiettivi triennali operativi, che saranno formalizzati a breve con provvedimento della Giunta regionale.
L’assegnazione delle risorse alle strutture regionali avverrà con l’approvazione del bilancio gestionale all’inizio del 2019. Così facendo, si realizza l’integrazione tra gli obiettivi richiesti dal decreto legislativo n. 118 e gli obiettivi del ciclo della performance organizzativa, in maniera che il DEFR vada a costituire il presupposto dell’attività di controllo strategico con particolare riferimento allo stato di attuazione dei programmi all’interno delle missioni e alla relazione al rendiconto di gestione.
La I Commissione, anche in questo caso, ha esaminato il documento e ha espresso, a maggioranza, il proprio parere.
Circa, invece, le disposizioni per la formazione del bilancio di previsione, faccio presente che anche questo è un atto su cui siamo chiamati a esprimerci e anche per il biennio 2019-2020, nonostante alcuni aspetti migliorativi derivanti dalla sottoscrizione dell’accordo tra Governo e Regioni in materia di concorso regionale alla finanza pubblica, di rilancio degli investimenti pubblici e sul riparto del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, in attuazione della sentenza della Corte costituzionale, la programmazione regionale è condizionata dall’adozione da parte del legislatore nazionale di provvedimenti normativi in materia di finanza pubblica di natura emergenziale.
La riduzione delle risorse trasferite alle Regioni per l’anno 2019 fa riferimento a diverse normative, che sono esplicate all’interno della relazione, a cui rimando.
Nel corso del 2018, il POR Puglia 2014-2020 risulta in fase di attuazione, con un ammontare complessivo di procedure avviate pari a euro 4.354.139.181 e con ulteriori procedure in corso di avvio pari a euro 191.700.000. A luglio 2018, è stata effettuata la terza dichiarazione di spesa, con una certificazione pari a euro 672.145.155,18, ripartiti a valere su FESR e FSE. Le quote di ripartizione sono esplicitamente riportate all’interno della relazione.
Sul fronte della gestione finanziaria, la Regione Puglia ha assicurato il rispetto degli impegni in termini di vincoli di bilancio, decisi a livello nazionale, rispettando gli stretti margini di spesa imposti dal pareggio di bilancio. Da tempo le politiche di bilancio della Regione sono improntate al pieno rispetto degli equilibri finanziari e alla sana e corretta gestione finanziaria.
No, collega. Ho poca voce, quindi non riesco a sovrastare.
La Regione Puglia, pur in un contesto finanziario nazionale caratterizzato da rinnovate riduzioni di risorse trasferite agli enti territoriali, non ha aumentato la pressione fiscale. La complessità della legge di stabilità regionale 2019 rende dispendiosa una illustrazione dettagliata, per cui si preferisce rinviare al testo legislativo e ai relativi allegati.
Il disegno di legge “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2019” si compone di due Titoli, tre Capi e 93 articoli. In I Commissione sono stati presentati 94 emendamenti, di cui 67 sono stati approvati e 27 sono stati ritirati dai proponenti, ovvero respinti dalla Commissione.
Il Titolo 1 si compone di disposizioni di carattere contabile; il n. 2 contiene norme settoriali di rilievo finanziario e diverse, all’interno di due Capi: il primo “Disposizioni con rilievo finanziario” comprende gli articoli dal n. 3 al n. 92; il secondo Capo contenente “Disposizioni relative alla copertura delle spese previste dal Titolo I e dal Titolo II per l’esercizio finanziario 2019 e pluriennale 2019-2021”. Il Capo III, invece, è composto dai disegni di legge sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, ai sensi del decreto legislativo n. 118/2011, poi modificato dal decreto legislativo n. 126/2014.
Anche in questo caso, la Commissione ha esaminato il provvedimento e a maggioranza ne ha approvato il suo contenuto.
Con riferimento invece, e per ultimo, al bilancio di previsione della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2019 e pluriennale 2019-2021, mette conto evidenziare che il Collegio regionale dei Revisori dei Conti, verificata e accertata la congruità, la coerenza e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio e dei programmi, in data 13 dicembre 2018 ha espresso il suo parere favorevole al bilancio di previsione 2019 e al pluriennale 2019-2021.
Il disegno di legge è composto dal titolo 1, Norme di bilancio, contenente 17 articoli. Allo stesso sono annessi lo stato di previsione dell’entrata e lo stato di previsione della spesa per l’anno 2019 ed il bilancio pluriennale della Regione Puglia per il triennio 2019-2021.
Lo stato di previsione delle entrate della Regione Puglia per il 2019 è di euro 16.448.219.447,61, in termini di competenza, e di euro 28.422.404.973,52, in termini di cassa; di euro 15.333.294.435,43 in termini di competenza per l’anno finanziario 2020, e di euro 14.621.324.063,43 in termini di competenza per l’anno finanziario 2021.
Il risultato di amministrazione presunto dell’esercizio finanziario 2018 è determinato in euro 3.110.888.511,62, come da allegato 17, alla presente legge, ed è composto di due macro voci: la parte accantonata e la parte vincolata.
L’esame del disegno di legge è stato preceduto, così come per tutti gli altri documenti, dall’esame in sede consultiva delle Commissioni di merito, i cui pareri espressi sono tutti allegati ai provvedimenti finanziari.
Su quest’ultimo la Commissione ha espresso il suo parere favorevole a maggioranza. In virtù di quanto detto e di quanto rassegnato all’attenzione dell’Aula, chiedo l’esame. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al Presidente Amati anche per lo sforzo enorme che ha dovuto fare viste le condizioni delle corde vocali di questa mattina. Collega Liviano, che succede?
Avviamo la discussione generale. Dopodiché conveniamo che a conclusione della discussione generale con la replica dell’assessore Piemontese si chiude il termine per presentare ulteriori emendamenti. Dopodiché, sospenderemo, come già concordato nella Conferenza dei Presidenti, per poter fare le necessarie refertazioni e riprenderemo intorno, spero, alle 16. Ovviamente, dipenderà dal numero degli emendamenti che adesso metteremo insieme. Chi chiede di parlare? Tocca a te, collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri, io ripeterò più o meno il discorso che ho fatto in Commissione, tenendo conto che quell’atto pervenuto in Commissione si è un po’ allungato con gli emendamenti che abbiamo approvato nella Commissione stessa e durante i lavori della stessa.
Cosa ho detto in Commissione? Lo rendo pubblico attraverso l’Assemblea consiliare. Ho detto che quello che ci era pervenuto in Commissione era uno schema di bilancio approvato dalla Giunta che metteva delle pezze ai diversi settori della vita dei pugliesi. C’era un capitolo che prevedeva delle risorse per il trasporto pubblico locale, un capitolo che prevedeva delle risorse per i Consorzi, un capitolo che prevedeva delle risorse per il servizio sanitario regionale, poi qualche norma ad personam, e nulla di più, nulla di più nella continuità e nel “copia-incolla” di tutto quello che è stato fatto negli anni precedenti.
Con la Giunta Emiliano, il primo bilancio di previsione che noi abbiamo approvato è stato nel 2016, perché la prima volta siamo andati in autorizzazione all’esercizio provvisorio, e i problemi erano quelli, i problemi della sanità, i problemi dei Consorzi, i problemi del trasporto pubblico locale, e null’altro. Nei bilanci successivi le stesse cose. Insomma, ci ritroviamo sempre con gli stessi problemi, problemi che evidentemente nascondono la capacità o, meglio, l’incapacità del Governo regionale di guardare a tutto tondo, a trecentosessanta gradi alla natura dei problemi, analizzandoli, capendone le soluzioni, pianificando e programmando le soluzioni stesse.
Non è possibile che tra un anno, nel 2020, saremo chiamati alla rielezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio e facciamo in modo che chi ci succederà erediterà gli stessi problemi che questa Puglia vive ormai dal 2005. Io penso che non sia un fatto bello.
Io avrei voluto vedere che almeno un settore della vita dei pugliesi sia stato preso e riformato, e finalmente quella riforma va avanti e va avanti bene. Caro Presidente Loizzo, purtroppo non c’è nulla.
Si va a tentoni, si va a mettere delle pezze, si rincorre l’emergenza e ci ritroviamo di fronte agli stessi problemi, e io li enuncio i problemi. Consorzi di bonifica… Io avrei voluto anche non parlare. Però, siccome dobbiamo prendere un po’ di tempo… Del resto, ripetiamo le stesse cose tutti gli anni, alla fine. Consorzi di bonifica, dicevo. Prima riforma del presidente e della Conferenza degli assessori nazionali, il senatore Stefàno: un fallimento. Ci veniva presentata come la riforma delle riforme, quella fatta – scusate, lo dico senza offesa per nessuno, perché ho un’ottima stima del senatore Stefàno, stima personale e anche politica, però è rapportata come la riforma fatta da chissà quale cervellone.
Acqua. Poi siamo arrivati all’altra riforma, alla terza riforma. Siamo arrivati a togliere ai Consorzi di bonifica l’unica attività che poteva renderli redditizi, cioè l’acqua. Scorporata la gestione dell’acqua e data all’Acquedotto. Quindi, ancora più impoveriti questi Consorzi di bonifica.
È la nostra amarezza. Perché io parlo e riparlo, parlo e riparlo, tanto da dire che mi sono stancato e che non voglio parlare più? Perché quando tu parli ai sordi che non vogliono ascoltare è evidente che tu dici: “Fate quello che volete”. Solo che ci portate ogni volta di fronte a uno stato di coscienza. Noi siamo di fronte alla nostra coscienza. Noi dobbiamo dire: se votiamo contro il finanziamento di 10-15 milioni di euro per pagare i dipendenti, questi dipendenti “non mangiano a Natale”. Se votiamo a favore perpetuiamo tutta l’inefficienza, l’inefficacia, l’antieconomicità di riforme che voi avete fatto e che fanno acqua da tutte le parti. Noi non sappiamo più come votare su articoli di questo tipo, quando la nostra posizione non è stata mai una posizione di “no” netto senza dirvi nulla.
Noi vi abbiamo sempre detto: guardate, per i Consorzi occorre fare un Consorzio unico, unico per la Puglia, atteso che sono enti previsti dalla Costituzione e non possono essere minimamente tolti, eliminati. Fate un Consorzio unico, perché ci sono i Consorzi non commissariati che sono forti, che hanno delle redditività, che hanno delle attività e che hanno delle potenzialità strutturali, culturali, di aziendalizzazione, che possono trainare e possono trasferire know-how a Consorzi deboli, che sono i Consorzi commissariati. Il Consorzio che sta bene, non commissariato, è gestito da chi li deve gestire, cioè dalle associazioni degli agricoltori.
Qui il problema è che avete Consorzi commissariati dove i fruitori dei servizi non riconoscono un servizio reso, perché nemmeno ce ne sono, ma non riconoscono nemmeno il management di quei Consorzi. Un Consorzio unico noi ve lo abbiamo proposto. Bocciato. Bocciato perché si doveva mantenere e coltivare l’orticello delle proprie Province.
Continuate così, ma quando la questione dei Consorzi non la risolvete con una riforma che sia una riforma radicale, fuori dalle competenze o dalla territorialità dei nostri collegi elettorali. Tenetela fuori, quella storia. Badate all’efficienza dei Consorzi. Voi permettereste che ogni anno 10-15 milioni di euro del bilancio autonomo potessero essere utilizzati per soddisfare altre esigenze, che vengono chiamate – io dico maldestramente e in modo non appropriato – mance, marcette.
Ma non è così. Non è così perché noi raccogliamo sul territorio tante di quelle esigenze che ovviamente sembrano mance e mancette perché vanno a mettere pezze e rimedi a delle situazioni emergenziali, quando noi stessi avremmo voluto che non ci fossero, perché c’è una programmazione, una pianificazione, una soluzione dei problemi. Quando andiamo a risolvere un’emergenza rispetto al mare di necessità dentro un problema, un settore della vita, è chiaro che quella sembra una mancetta.
La sanità. Sulla sanità più volte noi abbiamo detto: guardate, il problema della sanità, delle liste d’attesa, eccetera, è quello delle assunzioni. Noi abbiamo vissuto nel comparto della sanità due fenomeni che sono stati coincidenti e che nella coincidenza hanno aggravato la situazione occupazionale nella sanità. Pensate al blocco delle assunzioni per il Piano di rientro dove voi, questa Giunta ci avete condotto. Questa Giunta, o meglio il centrosinistra, la Giunta Vendola, ci ha condotto in un Piano di rientro. L’effetto qual è stato? Il blocco delle assunzioni. Con il blocco delle assunzioni è arrivata la legge Fornero. Ovviamente, gli operatori sanitari che potevano approfittare per andare in pensione senza essere penalizzati dalla legge Fornero sono andati in pensione. Il comparto della sanità si è depauperato di risorse, non solo mediche e infermieristiche. Guardate: quello che sta succedendo sul territorio è drammatico, e forse non interessa a nessuno.
È drammatico, quello che sta succedendo sul territorio, perché quando si guarda agli ospedali, è evidente che negli ospedali non si possono fare i turni e si deve assumere per forza qualcuno, altrimenti chiude il reparto. Ma quando guardiamo al territorio, noi come Regione, ma dico voi, soprattutto – perché basta dire “noi” – guardate a quello che sta succedendo per esempio nell’assistenza dei soggetti con disturbi dello spettro autistico.
Siamo stati bravi, bravi a reclamare un regolamento, bravi a dire: la Regione fa fronte e si fa carico dei problemi delle persone e delle famiglie. Però dove stanno le risorse? Dove stanno i centri? Stanno emergendo, stanno venendo fuori casi che arrivano alla diagnosi… Il neuropsichiatra infantile con la sua équipe fa la diagnosi e quando poi le mamme dicono “per questo bambino mi dicono che se io intervengo, se l’intervento è precoce, subito, il bambino può recuperare” non c’è nessuno che tratta quel bambino. Bella cosa.
Noi assistiamo a situazioni in cui gli assegni di cura devono essere valutati da équipe che devono valutare nell’insieme le disabilità nella multidisciplinarietà e nella multidimensionalità del disagio e dell’handicap della persona che, invece, non sono nemmeno visti, nemmeno visti in faccia, perché si basano su alcune carte in dispregio dei bandi; bandi che non prevedono nemmeno la possibilità di ricorrere. Devono andare al giudice. Se io non sono convinto di quella diagnosi funzionale devo andare al giudice. È una cosa assurda, perché dappertutto c’è la possibilità di un ricorso gerarchico, tranne che nella valutazione di chi chiede di poter accedere a questo beneficio dagli assegni di cura. È assurdo. Questa è una sanità che quando si dice delle liste di attesa, ma voi avete bloccato i tetti di spesa agli accreditati, quando prima i tetti di spesa non erano bloccati. Sapete che cosa succedeva? Che all’azienda accreditata o al laboratorio accreditato “x” si dava un budget di 1 milione e quando raggiungeva il budget di 1 milione c’era la regressione tariffaria, la prestazione veniva pagata al 30 per cento. Non si fermava l’assistenza. Ma quando tu blocchi e si blocca l’assistenza, se io ho bisogno dove vado? O vado nel pubblico, nella lista di attesa di due anni o vado fuori regione, dove invece di pagare al 30 per cento paghiamo al 100 per cento la prestazione. È tanto facile! È tanto facile capire queste cose, ma ve le abbiamo dette più volte. È una sanità che ha previsto nel territorio, piuttosto che l’allargamento delle ore di medicina convenzionata, la restrizione. E gli ambulatori distrettuali? Si dice: “Gli ambulatori distrettuali devono essere potenziati perché dobbiamo potenziare la medicina territoriale” e fate l’inverso. Fate l’inverso e riducete le ore di specialistica ambulatoriale. Bella cosa.
La riabilitazione dei disabili o delle persone che si operano e che devono riabilitarsi nel post acuto. Scommetto con ognuno di voi se siete capaci di farmi vedere un caso che si è operato di un intervento al cuore o di un intervento ortopedico o di un intervento neurochirurgico che dall’ospedale per acuti passa direttamente nell’ospedale della riabilitazione. Io voto voi la prossima volta, io vi voto, ma un caso mi dovete dire. Non c’è un caso che così, per dimissione protetta, passa dall’ospedale per acuti alla riabilitazione. Tenete presente che la riabilitazione post acuzie è importante se avviene nelle fasi precoci dopo l’intervento, perché lì c’è il recupero. E quando non c’è recupero si aggravano i costi sanitari e i costi sociali.
Voi avete ridotto i tetti di spesa delle strutture di riabilitazione post acuzie e delle strutture di riabilitazione per la disabilità fisica, psichica e neurosensoriale. Non solo li avete ridotti, ma li avete bloccati. Non c’è più nemmeno la regressione tariffaria che c’era una volta. Questa è la sanità.
Quando dite che avete risparmiato sul Fondo sanitario regionale 4 milioni di euro, è una vergogna dire questo. Perché è una vergogna? Chi fa la manutenzione del patrimonio strutturale della sanità? Ma vedete gli ospedali che stanno cadendo? L’ASL Bari fino ad ora impegnava 100.000 euro nel bilancio per la manutenzione ordinaria delle strutture sanitarie. Ma vi rendete conto che patrimonio strutturale voi consegnerete a chi arriverà dopo di voi? È assurdo. È assurdo tutto quello che fate.
Peraltro, in un periodo in cui noi viviamo gli stress relazionali, stress economici, stress da perdita del lavoro, stress dall’abbandono, eccetera, che incidono sul disagio psicosociale delle persone, voi che fate? Non vi impegnate a rafforzare l’assistenza psicologica. Sapete quanti costi impropri si scaricano sulla medicalizzazione di patologie che, invece, hanno bisogno semplicemente di supporto psicologico e non riuscite né a rafforzare la psicologia clinica, né la psicologia nella neuropsichiatrica infantile, né nei DSM, né nei distretti e nella disabilità, né nei consultori familiari, né nelle dipendenze patologiche. C’è una sanità senza dipendenti amministrativi. Oggi, se avete una persona con un tumore che vorrebbe operarsi, non può operarsi. Deve aspettare il 1° gennaio perché le strutture hanno esaurito il tetto di spesa. Con tumori maligni. È mai possibile che non c’è una deroga per dire: “Opera, poi l’anno prossimo ti togliamo questa spesa. Opera e salva quella persona”. Stanno aspettando il 1° gennaio. O meglio il 2 gennaio, perché il primo è festa e non lavora nessuno. È questa la sanità che voi state consegnando alla gente, alla gente di Puglia a cui dicono: “Noi non aumentiamo le tasse”. Sì, non le aumentate perché le pagano già da dieci anni. La gente di Puglia paga superticket, paga l’euro per la ricetta farmaceutica, paga aumenti di IRPEF, eccetera, da dieci anni.
I trasporti.
Presidente, tanto non parlava nessuno. Lo prendo io un po’ di tempo, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
La deroga al primo intervento.
Speaker : ZULLO.
Se poi finisco, è finito il dibattito. Se stanno, tranquillo, ora finisco. Finisco, Presidente, perché mi sono pure stancato di dirlo tutte le volte. Tanto alla fine fate quello che volete.
I Piani di zona. Chi controlla la spesa dei Piani di zona? Noi abbiamo ambiti che addirittura... È veramente da incorniciare questo episodio. Lo dico anche ai dirigenti. Lo dico a tutti. Noi abbiamo...
Scusi, Presidente. Io quattro parole devo dire. Presidente, però se non parlavo, non parlava nessuno. Ora ho iniziato. Mi faccia parlare. Però faccia fare silenzio, Presidente.
Piani di zona.
Per favore, silenzio, perché questo è emblematico di come va questa Regione. Sentitemi, per favore. Sentitemi almeno voi.
Piani di zona. Noi abbiamo in vigore il piano delle politiche sociali 2017-2020 e vengono chiamati gli ambiti a programmare i Piani di zona 2018-2020. C’è un ambito che, rispetto a un project financing che va dal 2020 al 2040, acquista prestazioni natatorie, cioè c’è un project financing per una piscina natatoria, e acquista prestazioni di nuoto dal 2020 al 2040. Con quali soldi? Non si sa. Non si sa e non c’è un controllo. Io faccio un’interrogazione e non c’è una risposta. Non c’è nessuno che dica: “Zullo, non hai capito niente”. Ma evidentemente non si vuol dire “Zullo, non hai capito niente”, perché Zullo ha capito tutto, e non vi va bene. Magari quel Sindaco appartiene alla vostra parte politica; non vi va bene, ma è sbagliato. È sbagliato perché state creando dei casini, nei vent’anni successivi, sia ai Comuni, sia ai Piani di Zona, sia ai Sindaci che si avvicenderanno dal 2020 al 2040. Come posso io impegnare delle somme dal 2020 al 2040 quando sono chiamato a gestire il Piano di Zona 2018-2020? E mi avete assegnato solo la dotazione per il primo anno, 2018? Come posso farlo? Assurdo!
E poi dite: ma la politica deve risolversi nella politica. Non può più risolversi nella politica quando queste assurdità non vengono affrontate dalla politica. Ed è evidente che poi vanno fuori dai limiti della politica e investono altri organi. È evidente, questo. Eppure continuate.
Stesso discorso per il trasporto pubblico locale. Noi presenteremo qui un ordine del giorno – ma c’era bisogno di presentarlo noi? – per capire se si possono riformare un po’ gli orari e avere una fermata per i dipendenti (ma anche forse per noi) che devono fermarsi alla nuova sede del Consiglio regionale. Ora presenteremo un ordine del giorno, se lo volete approvare, ma non ce n’era bisogno. Io penso che una Regione che bada alla fruizione degli spazi, al disagio dei lavoratori e al miglior servizio per la gente, dovrebbe fare lì una fermata per permettere che vi si acceda con il mezzo pubblico. Poi mi venite a parlare di mobilità sostenibile, che siete i migliori per l’antinquinamento delle città, lo smog…: tutte chiacchiere in cui siete bravi, quando fate slogan, quando fate i manifesti, sono i più belli del mondo. Quando invece dovete concretamente dimostrare di essere veramente al servizio dei pugliesi, fate acqua da tutte le parti.
Questa è la Puglia che noi stiamo vivendo. Certo, è difficile creare l’alternanza di governo con questo modo di fare, state destrutturando anche il tessuto politico, culturale e ideologico di questa Regione, ormai non si capisce più niente delle appartenenze. Ormai le poltrone condizionano molto e l’esercizio del potere sta condizionando molto. Però, si condiziona molto per il mantenimento della propria posizione, ma non si condiziona per servire al meglio la Puglia e i pugliesi. Questo bilancio potrà avere tutte le valutazioni positive di Moody’s, eccetera, perché sul piano contabile noi non abbiamo da dire nulla, grazie – lo diciamo – a chi con la sua professionalità, i tecnici, segue tutto l’andamento della contabilità del bilancio, ma sul piano politico noi dobbiamo dire che questa spesa dei fondi del bilancio è inefficace, perché non raggiunge la soluzione dei problemi, è inefficiente ed è antieconomica. Ci dispiace, ma anche questa volta saremo costretti a dire di no.
Speaker : PRESIDENTE.
Ignazio, ti voglio bene, ma sono ventidue minuti.
Speaker : ZULLO.
Presidente, anche io le voglio bene. Due secondi, mi faccia chiudere.
Qualche articolo che va incontro a delle esigenze noi lo voteremo con il cuore, perché sono esigenze che richiedono atti di generosità e di comprensione.
Speaker : PRESIDENTE.
Ovviamente, il primo intervento ha avuto una deroga. Non vale per gli altri. Dobbiamo lavorare a lungo. Collega Laricchia, ha quindici minuti.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente. Vedrà… Non voglio dirlo, perché poi chi dice che sarà breve non lo è. Grazie, Presidente. Anche io devo esprimere parecchia amarezza rispetto a come stanno andando le cose nella nostra Regione e ancora di più amarezza rispetto a come sta reagendo questo Governo regionale di fronte ai suoi fallimenti. La strategia che sta mettendo in campo, è evidente a tutti, è “prendiamoci le colpe, prendiamoci i meriti delle azioni degli altri, come è successo ad esempio per le stabilizzazioni degli infermieri con la Madìa, oppure per la candidatura di Taranto ai Giochi del Mediterraneo in cui la Regione ha semplicemente dato un assenso, e invece diamo le nostre colpe agli altri” come, ad esempio, sta succedendo con la manfrina che avete messo in campo e che per giorni avete ripetuto rispetto all’accantonamento e allo stanziamento dei 50 milioni per il rinnovo del contratto nel comparto sanità non dirigenziale.
Anche in questo caso io voglio fare chiarezza, perché si è detta questa cosa davvero per giorni, per giorni e giorni sui nostri media locali. Noi abbiamo notato una sorta di disonestà intellettuale da parte del Presidente Emiliano e non solo, anche da parte di membri della sua maggioranza, che ha continuato a ripetere che questo è il primo Governo che scarica questo adeguamento sui bilanci della Regione e dimentica evidentemente quando già a gennaio 2018 lui lamentava questa possibilità e la lamentava, ovviamente, in un momento in cui non c’era questo Governo nazionale a Palazzo Chigi, ma ce n’erano altri. Inoltre, era giusto saperlo già da gennaio, dato che è una cosa che si sa dal 2005, ripetuta poi nel 2009, stabilita definitivamente nel 2017, con una firma che è avvenuta a maggio 2018, ma nonostante tutto ciò il Governo Emiliano dà la colpa di quanto accaduto, di questa disponibilità in meno di risorse a un Governo che, invece, si è insediato a luglio 2018. Perfino il sindacato dei medici CIMO ricorda che lo Stato ha trasferito alle Regioni queste risorse. Invece, lo ripeto, il Presidente Emiliano continua a ribadire che questo è il primo Governo a fare uno sgarbo del genere alle Regioni, e non è vero, non è affatto vero.
Sarebbe più utile ricordare, anzi, un’altra questione, perché c’è un’azione che anche questo Governo ha fatto sulle Regioni ed è un’azione positiva, come per esempio l’accordo che c’è stato in Conferenza Stato-Regioni. Questo accordo, per la prima volta finalmente, dopo tanto tempo, viene presentato alle Regioni prima di presentare il disegno di legge della legge di stabilità, mostrando un rispetto incredibile, anzi dovuto in realtà. Non dovrebbe stupirci, ma purtroppo ci stupisce guardando la storia fino ad oggi del nostro Paese. Ma è un rispetto che le Regioni meritavano da tempo. E cosa ottengono le Regioni con questo accordo, fatto con questo Governo? Ottengono di salvarsi dal taglio dei trasferimenti che avrebbero dovuto subire, per 2,5 miliardi nel 2019 e per 1,6 miliardi nel 2020, per effetto di leggi di stabilità precedenti.
Ottengono anche la salvaguardia e il rifinanziamento delle risorse, un sostegno agli alunni disabili, che senza intesa sarebbero state azzerate, e lo sblocco degli investimenti sul Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese nelle materie di competenza regionale.
In cambio (ovviamente quando c’è un accordo si dà in cambio qualcosa) che devono fare? Devono continuare a produrre avanzo solo fino al 2020 naturalmente, non pareggio di bilancio, e poi devono fare investimenti, nell’importo di cui ai trasferimenti che avrebbero dovuto essere tagliati e che, invece, non sono tagliati, ma sono sostituiti con questi investimenti.
Tutto questo andrà a vantaggio dei cittadini, se la Regione naturalmente utilizzerà bene questa opportunità.
La verità è che tutte queste scuse, tutto questo scarico delle proprie colpe agli altri e prendersi carico dei meriti degli altri nasconde dei fallimenti, fallimenti che vanno oltre ogni più rosea aspettativa degli avversari politici di questa Giunta e del Presidente Emiliano, che spesso sono quelli della sua stessa area politica, e oltre ogni più profondo timore nostro e dei cittadini pugliesi, quelli più scettici, magari.
I fallimenti sono sotto gli occhi di tutti e si evidenziano ancora una volta nella lettura di questo bilancio. Sul PSR e soprattutto sui bandi per il nuovo insediamento c’è un fallimento senza precedenti, qualcosa che ha un significato molto più profondo delle risorse che si stanno rimandando, come minimo, stiamo rimandando di dare, state rimandando di assegnare ai cittadini pugliesi. Per molti giovani PSR, nuovo insediamento, significa la possibilità di rimanere in Puglia. Questa possibilità in questo momento viene negata, con il rischio che venga una volta per tutte eliminata. Questo è veramente un crimine, un crimine che vi porterete sulla coscienza per il futuro, per sempre. È qualcosa che in questa Regione non doveva essere fatto in nessuna maniera, su un settore così importante come quello dell’agricoltura.
Fallimenti sulla sanità. Fallimenti nella gestione di Acquedotto, di ARIF, dei Consorzi, dei rifiuti. Anche i Sindaci sono esasperati. C’è fallimento dappertutto. Nella lettura di questa legge di bilancio, di queste disposizioni per il bilancio 2019 nessuna visione.
Accadono molte ingiustizie in questa Regione. Accadono anche diversi scandali giudiziari nel silenzio del Presidente, ex magistrato antimafia. Nel silenzio o nelle parole dette giusto perché qualcosa va detto. È incredibile quello che sta accadendo. Neanch’io avrei mai immaginato, devo dire la verità, che una cosa del genere sarebbe successa. Invece sta accadendo. Pensiamo alle case popolari a Bari, a Lecce, allo scandalo della nuova sede, agli arresti nella ASL Lecce, agli arresti nella ASL Bari. Sta accadendo di tutto, nel silenzio – ripeto – del Presidente, che era un magistrato antimafia. Troppo impegnato, evidentemente, a tenere insieme una maggioranza che si è formata con i voti della qualunque, naturalmente. Ci sono state sentenze anche lì. Voti della mafia a qualche candidato almeno non eletto. Però si è formata con un unico scopo, che era quello di vincere le elezioni. Effettivamente ce l’ha fatta, le ha vinte le elezioni.
Il problema, poi, è stato governare il giorno dopo le elezioni. Probabilmente non è neanche colpa dei singoli. È colpa di un sistema che, però, avete accettato, quello delle coalizioni, quello di mettersi insieme a ogni costo pur di vincere e poi non riuscire a governare, neanche dopo, con una legge elettorale che pure permette a chi vince... La legge elettorale regionale permette a chi vince di governare. Non è la legge elettorale nazionale che non lo ha permesso, non lo permette, se non a certe condizioni, a certi risultati incredibili. Eppure, nonostante questo, non riuscite a governare e nella lettura del bilancio anche quest’anno notiamo la stessa mancanza di visione, ma piuttosto tanti disperati tentativi di tenervi ancora una volta insieme per resistere un altro anno e mezzo.
È quello che forse vi augurate di fare. Noi ci auguriamo, come sempre, che ci liberiate da questo fardello in Regione prima della scadenza naturale di questa legislatura nel 2020.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. La parola al collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
L’avete letta la proposta di legge riguardante il bilancio 2019 della Regione Puglia? Immagino che l’abbiate tutti letta, questa proposta di legge. Spulciando tra i vari articoli, per l’ennesima volta ci accorgiamo che questa manovra finanziaria per l’approvazione della legge di stabilità 2019 della Puglia continua ad essere totalmente lacunosa in tutti i settori.
Guardate: con molta semplicità e molto brevemente ho provato a preparare delle schede sugli argomenti e i settori nevralgici della nostra Regione, a cominciare naturalmente dalla questione relativa alla salute dei cittadini, quindi sanità e welfare, un aspetto importantissimo.
Leggendo la relazione dell’assessore Piemontese sulla sanità, ho pensato che io forse non sono in Puglia, forse sono io a vivere in un’altra regione e a conoscere un’altra realtà. Dice che i conti sono in ordine, che però, naturalmente, nonostante i conti siano in ordine, di pari passo sono migliorati anche gli indicatori fondamentali dell’assistenza. E poi, il Capodipartimento riferisce che i servizi sanitari in Puglia sono migliorati e sono in costante miglioramento. Scusate: ma siete mai entrati negli ospedali pugliesi? Siete mai andati nei presìdi territoriali di assistenza che ci sono nelle nostre città? Ma avete notato che se in un presidio territoriale di assistenza, un ambulatorio – non dico un reparto ospedaliero, ma un ambulatorio – ha uno specialista dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 14, e il martedì e il giovedì, col rientro pomeridiano, per fare le visite specialistiche ai cittadini? Negli ambulatori polispecialistici vi siete accorti che quando quello specialista va in pensione nessuno si preoccupa di prevederne la sostituzione? Questo avviene nella nostra Regione. Sapete qual è la risposta che si dà al cittadino, soprattutto alle categorie più fragili, quando chiede di poter fare la visita medica? L’agenda è chiusa, le prenotazioni non possono essere accolte. Il cittadino dice: “A chi posso rivolgermi?”. “Non le possiamo dire niente”. Questa è una sanità che migliora i suoi indicatori e che migliora i suoi servizi sanitari? Scusatemi, ma forse io non ho capito di non essere in Puglia.
Voglio ricordare all’assessore alla sanità, Presidente Emiliano, che qualche anno fa dinanzi a migliaia di cittadini, pubblici amministratori e operatori medici, sanitari, infermieri, nel palazzetto dello sport di Ruvo di Puglia, ha firmato “La Carta di Ruvo” in cui garantiva la istituzione dell’ospedale unico del nord barese. Quella Carta è carta straccia, perché lei non ha mai dato seguito a quell’impegno che ha preso dinanzi a migliaia di persone e della Puglia che protesta.
Noi ogni giorno ci ritroviamo in via Capruzzi, sul lungomare, dappertutto proteste di tutti, proteste dei medici, proteste degli operatori del 118, proteste dei dipendenti dell’ARIF, proteste dei dipendenti del Consorzio di bonifica, proteste dei sindacati.
Oggi qui fuori è pieno di cittadini stanchi di questo Governo regionale. Non ce la fanno più i pugliesi a sopportarvi. Non ce la fanno più, non vi sopportano più. Speriamo che veramente il 2020 possa aprire nuove speranze per la nostra Regione.
Le criticità ci sono nella medicina ospedaliera e ci sono anche nella medicina territoriale. Altro che liste d’attesa, se non procediamo all’assunzione dei medici, degli infermieri, degli operatori sociosanitari!
Perché si chiudono i punti di primo intervento e poi si tiene in vita un pronto soccorso privato? Perché chiudiamo sul territorio tante realtà importanti, utili a curare nelle emergenze-urgenze i codici bianchi e i codici verdi? Quelli vengono chiusi, però poi ci sono i fondi per sostenere i pronto soccorso privati qui nella città di Bari. Questo avviene, purtroppo, in questa Regione.
Invece noi ce la prendiamo con i medici. Accusiamo i medici, addirittura, nonostante entriamo nei reparti ospedalieri e vediamo che abbiamo strumentazioni all’avanguardia, ma poi non c’è il personale per farle funzionare, addirittura dotazioni tecnologiche sfruttate al 20-30 per cento delle potenzialità. È uno sperpero di denaro pubblico. Così come dove abbiamo delle importanti TAC vediamo che all’improvviso viene concessa, per esempio, la mobilità a un tecnico, il medico senza un tecnico non può procedere, di conseguenza quella TAC viene bloccata, viene chiusa, e il cittadino che aveva l’emergenza di fare quell’esame diagnostico, perché aveva una patologia grave, riceve una telefonata con cui gli viene detto che l’esame è annullato. Questa è la situazione che noi stiamo vedendo in Puglia, non le fesserie che vengono scritte in queste relazioni.
Così come nel welfare. È assurdo e incredibile che, ancora una volta, in questa Regione si continua a non aver cura di chi ha bisogno di effettive cure. L’assegno di cura, che l’anno scorso aveva una dotazione finanziaria di 63 milioni di euro, quest’anno è ridotto quasi a un terzo, mettendo in grave difficoltà coloro che hanno effettivamente bisogno di questi fondi e creando disagio alle famiglie.
È necessario che ci si occupi di preparare una proposta di legge per il caregiver familiare, che assista anche le famiglie che sono purtroppo vicine e che hanno purtroppo difficoltà ad assistere i propri cari. Quindi, anche nel settore del welfare abbiamo grandi difficoltà.
Spostandoci ai servizi pubblici erogati dalla Regione, ecco i trasporti sono un altro grande bluff di questo Governo regionale. L’assessore Giannini, nei giorni scorsi, ha annunciato in pompa magna la riforma degli orari delle Ferrovie dello Stato, con i treni regionali e i treni regionali veloci. Il 26 settembre, con spirito collaborativo, non accettato dall’assessore Giannini, che si sentì indispettito da una proposta di collaborazione di qualche collega dell’opposizione, facemmo presente: ascoltate le delegazioni dei pendolari, portate in audizione in Commissione trasporti i cittadini per consentire loro di spiegare alla struttura regionale quali sono i disagi che, ogni giorno, vivono studenti e lavoratori. Quindi, chiedemmo di migliorare il servizio, nulla di più. Non l’avessimo mai fatto. Fummo accusati di lesa maestà e poi ci fu detto: “State tranquilli che il 9 dicembre arriverà il nuovo orario e tutto si sistemerà”. “Ma noi stiamo al 26 settembre”; “Dovete aspettare il 9 dicembre”. È arrivato questo 9 dicembre, poi diventato 10, e il caos, i disagi si sono moltiplicati, dal nord al sud, da Molfetta a Giovinazzo – l’assessore conosce molto bene queste problematiche – sino ad arrivare ai problemi di Polignano e Mola, dove i ragazzi erano costretti o ad alzarsi all’alba oppure ad arrivare un’ora in ritardo a scuola. Invece a Giovinazzo, eliminata una tratta, tutti coloro che venivano dal nord barese non potevano più raggiungere il capoluogo della regione per gravi ed evidenti disagi, che anche i nostri lavoratori di questo Consiglio regionale hanno subìto, e sono innegabili.
Poi vi è l’economia. È un aspetto fondamentale. È quello che tocca il cuore della nostra regione. Le imprese, il commercio, le industrie, le attività produttive, l’agricoltura, caro assessore Di Gioia. L’agricoltura. Non siamo noi a dirlo, ma lo leggete in queste note stampa di tutte le organizzazioni di tutti i colori. Tutte. Agricoltura non pervenuta nella manovra regionale. È la prima organizzazione che parla di una manovra finanziaria in cui l’agricoltura risulta la grande assente. È scritto qui. Non lo diciamo soltanto noi. Nulla è stato destinato per la promozione dei nostri prodotti agricoli, e poi noi vogliamo incentivare – peccato non sia in Aula il collega Colonna – la filiera corta. Sapete che cosa fanno i vostri ispettori regionali della ASL, caro assessore? Noi abbiamo la legge sugli agriturismi. Abbiamo fatto la legge regionale per incentivare la filiera corta e poi gli ispettori del dipartimento prevenzione della ASL, quindi della Regione, vanno negli agriturismi e se un agricoltore si permette di coltivare le sue olive nella sua azienda agricola, di trasformarla in un frantoio oleario – mi ascolti, assessore – e poi di vendere nella sua azienda agrituristica quell’olio delle sue olive rischia la sanzione da parte del dipartimento di prevenzione della ASL. Sa perché? Perché il dipartimento di prevenzione della ASL, quindi della Regione Puglia, contesta all’agricoltore che non può venderlo, che deve avere, invece, un’attività commerciale. Qualcosa di pazzesco! Avviene solo in questa Regione.
Per non parlare della totale inerzia del Governo regionale. Scusatemi, un anno fa io e l’assessore Di Gioia abbiamo condiviso insieme un’iniziativa, sollecitata dalle organizzazioni di categoria e sollecitata anche da me, e l’assessore – lo ringraziai – la accolse, tant’è che la firmammo anche insieme: un provvedimento legislativo, una firma per stanziare 200.000 euro per lo smaltimento delle carcasse degli animali morti nelle aziende zootecniche, sia per tutelare la salute dei consumatori, sia per sostenere un settore importante della nostra economia.
Approvato l’emendamento di 200.000 euro, occorreva fare una legge. Quindi mi sono preoccupato di scrivere questa legge, di fare le audizioni, ascoltare la voce dei cittadini e quindi degli allevatori, portarla in Commissione. Con il Presidente Pentassuglia l’abbiamo approvata in Commissione. Quella legge, approvata in Commissione all’unanimità, anche con le proposte di modifica dei colleghi, l’abbiamo portata in Consiglio regionale ed è stata finalmente approvata anche in Consiglio regionale. È stata promulgata e non è stata impugnata dal Governo centrale.
Risultato: ad oggi abbiamo i soldi, abbiamo la legge, è tutto vigente, ma la Giunta non ha stipulato la convenzione con l’Associazione regionale allevatori e quei soldi vanno in avanzo di amministrazione.
Ma noi che cosa veniamo a fare in Consiglio regionale? A riscaldare le sedie? Se scriviamo le leggi, cerchiamo di portarle avanti, facciamo anche stanziare i soldi, e poi quei soldi non vengono distribuiti agli agricoltori, che cosa ci veniamo a fare?
Per fortuna, e spero che questo avvenga, l’assessore si è preso l’onore di impegnare, tramite la struttura, i soldi entro il 31 dicembre. Ma vi assicuro che su questo saremo sempre, sempre vigili, perché è inconcepibile che si possa verificare una distrazione del genere, così come sta avvenendo anche per l’agricoltura sociale. Vi ricordate la corsa ad approvarla, ad approvare per prima la firma, chi doveva essere il promotore, in Puglia, per istituire la legge sull’agricoltura sociale? Dopo che l’abbiamo approvata, stiamo ancora ad aspettare il Regolamento, è passato un anno e mezzo e non si è fatto ancora nulla. Il Regolamento non viene approvato, e quindi l’agricoltura sociale in Puglia non si può esercitare. Eppure c’era stata una corsa, una concorrenza per cercare di portarla avanti.
E poi la questione relativa alla grave situazione del Piano di Sviluppo Rurale. Anche su questo dobbiamo registrare un ulteriore provvedimento regionale che porta sempre più alla lenta agonia il nostro settore, che nei fatti doveva sfruttare la programmazione dal 2014 al 2020. Siamo al 2019 e i fondi del PSR sono quasi tutti ancora inutilizzati, rischiando – per fortuna questo non è avvenuto, ma l’assessore ci ha promesso un Consiglio regionale monotematico, rischiando – per fortuna, per il 2018 non è avvenuto – il definanziamento.
Sul PSR nessuno gufa. Sul PSR non gufiamo, ma tifiamo. Vogliamo che siano portati avanti i fondi per i nostri agricoltori, ma quell’ulteriore richiesta della Regione al TAR di prorogare i tempi per esaminare le pratiche è un’altra perdita di tempo, è un altro problema in più che va a mettere – arrivo alla conclusione, Presidente – in difficoltà i nostri agricoltori che si sono indebitati per riuscire a portare avanti progetti di investimento nelle proprie aziende. Si sono indebitati e oggi si ritrovano in grande difficoltà a causa di questo problema.
Sulla Xylella si continuano a produrre scartoffie e a utilizzare armi di cartone. Ho visto un nuovo disegno di legge in cui la Giunta propone che per gli alberi monumentali infetti, anziché procedere alla eradicazione si proceda ad una semplice capitozzatura.
Ho chiesto al Direttore del Dipartimento, professor Nardone, su quali basi tecniche e scientifiche si ha la sicurezza che un albero, se monumentale, non eradicato, qualora infetto, non consentisse la propagazione del batterio e mi è stato detto testualmente che non è una scelta operata su basi scientifiche o tecniche, ma solo ed esclusivamente su basi politiche. Facciamo attenzione anche a questo, perché rischiamo che, come è stato fatto sino ad ora, il lassismo e l’indifferenza della Regione continuino ad essere alleati della Xylella fastidiosa.
Devo purtroppo chiudere il mio intervento, perché ho superato ampiamente i quindici minuti, siamo a quasi diciassette. Devo appunto concludere che, ancora una volta, in questa manovra finanziaria non troviamo nulla per il settore agricolo, nemmeno un centesimo per le gelate di fine febbraio 2018, che hanno distrutto il settore olivicolo, per cui noi continueremo a riproporre emendamenti. Nulla è previsto per quanto riguarda il settore economico generale e turistico del nostro comparto.
Ancora una volta una finanziaria che è soltanto un produrre carte inutili che non danno alcun risultato dal punto di vista politico, economico, finanziario, sanitario alla nostra Regione.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. La parola al collega Casili.
Speaker : CASILI.
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Dispiace che il Presidente Emiliano non sia presente in Aula ad assistere alla discussione generale dell’ennesimo bilancio regionale privo di visione, privo di programmazione. Il Presidente Emiliano oggi è impegnato ad andare sui territori. L’ho visto in quanto ho partecipato a un incontro a Poggiardo a seguito di un impianto di cui i cittadini lamentano cattivi odori, di cui i cittadini lamentano la non possibilità di ricevere, come hanno fatto negli altri anni, rifiuti da ogni dove, ebbene il Presidente Emiliano in quella circostanza, ma non è la sola, lamenta il fatto di essere stato tradito da noi.
Questa è la narrazione del Presidente Emiliano, posto che, quando si parla di tradimento, dovrebbe esserci alla base un rapporto molto intimo, che noi non abbiamo mai avuto con il presidente Emiliano, cosa di cui evidentemente siamo anche felici. Quindi, il Presidente Emiliano arriva sui territori, promette, perché siamo già in campagna elettorale, di risolvere la questione dei rifiuti su quel determinato territorio, salvo poi gravare sul territorio tarantino, che continua a ricevere copiosamente rifiuti da ogni dove. Per cui, si accontentano le Amministrazioni o alcune Amministrazioni amiche o che si dimostrano amiche per la prossima campagna elettorale e si scontentano quelle comunità che, fino ad oggi, hanno purtroppo sofferto per una questione scellerata della gestione dei rifiuti.
Non solo, questa mancanza di visione e programmazione, che evidentemente abbiamo visto anche nei precedenti bilanci, comporta un cattivo funzionamento di tutta la macchina amministrativa. Come non ricordare la proliferazione delle agenzie, non ultimo si proponeva una istituenda agenzia denominata ARXIA, a fronte del mancato funzionamento di agenzie che sono già nostre agenzie, agenzie storiche. Guardiamo ad ARPA, al sottodimensionamento del personale in ARPA rispetto ad altre regioni, regioni anche più piccole rispetto alla nostra e che hanno molto più personale e si dimostrano molto più capaci ed efficienti. Parliamo di ARIF, e oggi, per l’ennesima volta, fuori della sede del Consiglio regionale ci sono i poveri operai a tempo determinato che chiedono risorse, come in realtà le hanno chieste a inizio dell’anno. Ricordo anche dei tavoli in cui gli assessori competenti, l’assessore Di Gioia in questo caso, il Governo, con il Presidente Emiliano, prometteva la possibilità del raggiungimento di un determinato numero di giornate lavorative all’anno, e siamo passati dalle 151 giornate lavorative a promettere le 102 giornate lavorative. Dalle 102 giornate lavorative stanno lì fuori a lamentarsi perché non hanno raggiunto neanche le 90 giornate lavorative.
Capite bene che diventa sempre molto più difficile partecipare ai lavori di un inconcludente consesso importante, come dovrebbe esserlo quello regionale. Diventa difficile perché poi, insieme a questo e alla mancanza di una visione sistemica del territorio, non funziona praticamente nulla. Gli annunciati impianti di depurazione di una delle Regioni più peninsulari del Paese, oltre 800 chilometri di costa, che ancora vedono molti Comuni rivieraschi e dell’entroterra versare a mare refluo di cattiva qualità. Un Piano coste che non è stato attuato perché la maggior parte dei Comuni non è stata commissariata, se non quelli che il Presidente Emiliano probabilmente considera come Comuni non amici, pertanto si procede celermente a commissariarli salvandone altri. I PUG che non partono, dove c’è, anche in questo caso, una mancanza di pianificazione territoriale, con soltanto 38 Comuni pugliesi rispetto ai 258 che hanno adottato e approvato un PUG, molto spesso PUG farlocchi che nulla hanno a che vedere con l’adeguamento del nostro Piano paesaggistico regionale. Per arrivare agli sbandierati annunciati impianti pubblici di compostaggio del Presidente Emiliano. Noi ancora in provincia di Lecce non abbiamo visto alcunché rispetto a questi impianti pubblici e siamo costretti ad aumentare la TARI. I Sindaci si lamentano perché la Regione è brava a fare cassa con l’ecotassa, che diventa sempre più importante e più pesante. Chiaramente, gli amministratori locali si chiedono come essere virtuosi se non hanno impianti che possano permettere di gestire diversamente la questione dei rifiuti.
Speaker : PRESIDENTE.
Per cortesia, un po’ di silenzio.
Speaker : CASILI.
Il Presidente Emiliano, leggevo proprio pochi giorni fa, diceva che è aumentata e si è potenziata la medicina territoriale. Noi di questo potenziamento della medicina territoriale abbiamo visto ben poco. Abbiamo assistito alla chiusura dei punti di primo intervento. Nella chiusura dei punti di primo intervento, nel frattempo, assistiamo all’ingessamento, all’ingolfamento dei pronti soccorso dei nosocomi più importanti. In provincia di Lecce c’è il pronto soccorso del Vito Fazzi che esplode quotidianamente perché non ce la fa a sopperire alla cattiva gestione del governatore Presidente Michele Emiliano, che ha conservato fino a un anno, ormai, e mezzo dalla fine di questa legislatura, la delega alla sanità, il quale in modo spudorato dice che la medicina territoriale è ormai in funzione, che i presìdi territoriali sono presìdi territoriali ai quali si è dato grande impulso. Noi tutto questo nella provincia di Lecce non lo vediamo, tranne che assistere al depotenziamento di molti altri nosocomi: penso a Copertino, penso a quello che sta succedendo a Gallipoli, penso a Galatina.
Il Presidente Emiliano dovrebbe avere quantomeno il pudore di raccontare una verità che però conoscono molto bene i cittadini che sul loro territorio soffrono quotidianamente le carenze e le mancanze della cattiva amministrazione di questa Regione.
Abbiamo assistito alla bagarre qui, in Consiglio regionale, sulle liste d’attesa, a cui parte della maggioranza era favorevole, un’altra parte non lo era. Il Presidente Emiliano, chiaramente, come fa quando ci sono questioni conflittuali, non ha mai preso una posizione, ha sempre ritenuto di lavarsi le mani e di non prendere una posizione. Per cui siamo arrivati alla fine di questo 2018 senza una posizione seria sulle liste d’attesa.
Per arrivare poi alla questione del PSR, anche in questo caso assistiamo, rispetto ad altre Regioni, ad un avanzamento della spesa che inizia a diventare molto preoccupante. Anche perché poi sui territori ci chiedono le attese che ci sono sui ricorsi al TAR per alcune misure che si sono impallate, ingessate, ingolfate. E allora gli investimenti sui territori non si fanno, e qualcuno che è più coraggioso fa gli investimenti, impegnando le proprie case, impegnando i propri conti bancari, sconvolgendo le proprie famiglie per cercare appunto di tirare avanti, ma non vedono la luce, praticamente. Non lo dice il sottoscritto, non lo dice il mio Gruppo, ma lo dicono gli organi competenti, lo dicono le associazioni datoriali, lo dicono gli agronomi, lo dicono gli agrotecnici che lavorano sui territori, e non quelli di Lecce (quelli di Lecce, Brindisi, Taranto, Bari, Foggia, BAT): tutte le Province sono in una situazione veramente allarmante perché non riescono a vedere concretizzato un piano che, vorrei ricordare, ha anche importanti risorse da investire, 1.637.000.000 euro, e la nostra agricoltura è fanalino di coda, insieme ad altre Regioni (poche, per la verità, siamo in tre) che continuano a macinare chilometri, ad avanzare nella spesa e a progredire sul sistema agricoltura, perché poi di questo si dovrebbe parlare, fino ad arrivare alla questione dei Consorzi di bonifica; questione molto spinosa che ha visto anche qui un dibattuto confronto tra opposizione e maggioranza. Per la verità, anche in questo caso, nella maggioranza stessa tra posizioni completamente differenti. In questo caso c’è stata anche una narrazione che grida vendetta perché sui Consorzi di bonifica si dovevano dire soltanto due parole. Quello che si è ereditato è frutto, purtroppo, della politica che sui Consorzi di bonifica ha fatto le campagne elettorali e parliamo di errori importanti che non hanno consentito di fare i giusti investimenti, di fare le giuste opere idrauliche.
Tra l’altro, oggi qualche collega di maggioranza, giustamente, ha presentato degli emendamenti per rigenerare il paesaggio della provincia di Lecce colpito dal disseccamento, ma agli stessi colleghi, al Governo, al Presidente Emiliano, vorrei chiedere come si fa a rigenerare un paesaggio quando nella provincia di Lecce ormai un buffer di oltre 15 chilometri è afflitto dalla salinizzazione e non sono state fatte opere idrauliche efficienti e capaci di permettere agli stessi Consorzi di bonifica di poter lavorare in tranquillità e quindi di esigere il contributo così come dovrebbe essere. Allora forse è questa la narrazione che – lo dico a tutti i colleghi, anche ai più scettici – dovrebbero, perché abbiamo un ruolo di responsabilità, raccontare ai nostri cittadini pugliesi. Invece, raccontiamo il fatto che ci sono i carrozzoni, che i carrozzoni non funzionano, che dobbiamo portare l’acqua, l’acqua irrigua, che appartiene agli agricoltori. Questo va detto e non lo si dice giusto per riempire di significati ed enfatizzare la questione. No, appartiene agli agricoltori perché così è nella storia di questo Paese, non soltanto in Puglia, anche nelle altre regioni.
L’agricoltura è, appunto, il settore primario, il settore importante e strategico di mantenimento di un territorio. E invece cosa si vuole fare? Si vuole far passare i Consorzi di bonifica come gli appestati, quelli che non servono, quelli che non riescono a fare i servizi senza interrogarsi del perché, senza magari interrogarsi nel cercare di fare una corretta pianificazione che nel futuro possa comportare un funzionamento corretto. Ed è quello su cui, insieme al collega Galante, insieme a tutti gli altri colleghi, ci siamo molto spesso confrontati. Neanche per noi è stato semplice dirimere le questioni che attenevano i Consorzi di bonifica. Abbiamo detto: se fino ad oggi non hanno funzionato, che cosa è successo? Perché non hanno funzionato? Perché non ci sono i servizi? Cosa occorre fare? Qual è la ricognizione che la politica dovrebbe fare responsabilmente per mettere in funzione i Consorzi di bonifica? Invece, si dice “no, passiamo l’acqua irrigua ad AQP”, che è un soggetto molto particolare, quindi quell’acqua sarà appesantita anche da Iva, da una gestione fiscale differente rispetto a quella dei Consorzi di bonifica, con i nostri agricoltori che domani dovrebbero pagare il costo dell’acqua più di quanto pagano oggi, visto che non si è affrontato neanche il discorso politico dell’acqua, visto che in provincia di Foggia, per caratteristiche orografiche, per caratteristiche pedologiche, l’acqua arriva per caduta, quindi senza ulteriori costi, e lì gli agricoltori la pagano a 14 centesimi a metro cubo, quando in altre parti del territorio pugliese l’acqua costa 50, 60, 70 centesimi al metro cubo, e gli agricoltori sono costretti a emungere abusivamente l’acqua, permettendo l’ingressione di acqua marina dallo Ionio e dall’Adriatico e perdendo la risorsa più importante, il bene più importante di una regione, una delle regioni più sitibonde e più siccitose del Paese, che nei prossimi anni evidentemente, se scontiamo quello che è successo due anni fa, due annate di siccità, pagherà ancora di più il settore primario, che ha un impatto molto forte sul PIL regionale, perché evidentemente, oltre alle gelate che hanno riguardato quest’anno il territorio della parte centrale di Bari e della BAT, di un territorio così importante che ha messo in ginocchio l’olivicoltura, di quel territorio probabilmente domani altro che rigenerazione così come è proposta oggi. Non avverrà nulla.
Ma, allora, perché non c’è traccia all’interno di questo bilancio di un racconto diverso? Oggi leggevo una dichiarazione del Presidente Emiliano secondo cui la Puglia oggi è più appetibile, oggi ha un’immagine più importante rispetto a coloro che come tale la percepiscono. Ma questo, come ho ricordato più volte, è frutto di un’Amministrazione regionale, non della passata, ma di quella di due legislature fa, che è stata capace – non era certo un nostro Governo, era un Governo di centrosinistra – di fare qualcosa di buono. Del resto, quando le cose sono fatte bene e vengono fatte in un certo modo, le riconosciamo, anche se non appartengono al nostro modo di fare politica.
In quella Amministrazione si è fatto molto, si è fatto tanto, e oggi la Puglia, capitalizzando quanto ha fatto allora, capitalizzandolo male evidentemente, riesce a vivere ancora di rendita rispetto a quella legislatura.
Concludo il mio intervento dicendo che questo è un bilancio che purtroppo non ci appassiona. Assistiamo a ulteriori emendamenti, che sono molto spesso delle macchiette che si portano sui territori, perché ormai, ripeto, incombe la campagna elettorale, e chissà il prossimo 2019 cosa ci riserverà in questi termini.
Dispiace soltanto che da parte del Presidente Emiliano, e il Sindaco di Puglia, non ci sia stato alcun tipo di impulso e non abbia dato, soprattutto a noi, la possibilità di fare opposizione. Questa è la cosa più grave di tutta questa legislatura. Penso ai miei colleghi che per la prima volta sono impegnati a ricoprire un ruolo così importante. Il Presidente Emiliano non ci ha dato neanche il gusto di fare sana opposizione, perché evidentemente c’è poco da opporsi di fronte all’inconcludenza di un bilancio, di una manovra finanziaria che non racconta nulla di tutto ciò che effettivamente c’è sui territori e, soprattutto, non pianifica assolutamente nulla.
Questo, purtroppo, lo pagheranno le prossime Amministrazioni. Quella che verrà si troverà ad ereditare una Amministrazione fallimentare che richiederà veramente un lavoro molto importante per riprendere una delle Regioni più importanti del Paese in molti settori. Penso all’agricoltura, dove noi presidiamo la Conferenza Stato-Regioni. Eppure vi stiamo raccontando uno dei fallimenti più clamorosi che storicamente questa Regione non ha mai conosciuto.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Abaterusso.
Speaker : ABATERUSSO.
Chiedo scusa. Non ero al mio posto perché avevo calcolato che prima di me c’era il collega Romano.
Speaker : PRESIDENTE.
Se vuoi, possiamo far parlare prima Romano.
Speaker : ABATERUSSO.
Come volete.
Il mio Gruppo voterà convintamente questa manovra finanziaria, come ha sempre fatto, e dà un giudizio assai positivo della stessa, in quanto – come è stato detto da voci più autorevoli – è una manovra che non aumenta tasse, non prevede tagli ai servizi essenziali, salvaguarda il diritto allo studio, e tutto ciò nonostante la mannaia dei 50 milioni che ha dovuto utilizzare dal bilancio ordinario per il rinnovo del contratto della sanità.
Noi siamo abbastanza soddisfatti. Non entro nel merito di tutte le voci che vengono affrontate nella manovra di bilancio. Dico soltanto che abbiamo dato come Gruppo un contributo importante su alcune questioni, e che cercheremo di darne ancora durante lo svolgimento del Consiglio per l’approvazione.
Abbiamo inserito un emendamento che prevede l’apertura di un capitolo, con un fondo di 500.000 euro per la legge, che approvammo a suo tempo sui programmi d’area integrati. Una legge di iniziativa di 35 Comuni della provincia di Lecce, legge che può essere utilizzata da tutti i Comuni della Regione Puglia. È una legge che permette per la prima volta, in questa Regione, di modificare il percorso della pianificazione e che permette di attuare quella che il Presidente Emiliano, durante la campagna elettorale del 2015 definiva la piramide rovesciata. Cioè, permette ai Comuni, ai territori, alle imprese, alle Istituzioni locali di programmare il proprio presente e il proprio futuro chiedendo e rapportandosi con l’ente Regione e con l’Europa, oltre che con il Governo nazionale, sulla base delle progettazioni, della programmazione e della pianificazione dei loro territori, fatta in maniera diretta.
Abbiamo quindi una legge molto importante e abbiamo aperto questo capitolo che inizia praticamente a delineare un fondo per i progetti preliminari che vadano in questa direzione, da parte dei Comuni. Abbiamo aperto un capitolo di 300.000 euro per i progetti integrati di paesaggio, che interviene in paesaggi, nei Comuni delle aree interne del Capo di Leuca, del basso Salento, per i paesaggi degradati e compromessi dal fenomeno della Xylella. Si tratta praticamente di un primo esperimento, anche questo ovviamente esportabile in tutte le zone della Puglia, per dare risposte a due problemi: uno è quello che sulla base degli attuali regolamenti e leggi nazionali e comunitarie i piccoli proprietari che non siano aziende agricole non possono e non hanno diritto al benché minimo ristoro, né diritto a utilizzare i fondi per reinvestire nelle loro aziende, oggi disastrate, nei loro terreni oggi disastrati.
Questo esperimento che si sta tentando di fare permette invece, attraverso l’utilizzo di una norma sul paesaggio, anche ai proprietari che non siano aziende agricole e che non siano titolari di partita Iva l’utilizzo di somme che possano riguardare il rifacimento del paesaggio. Che cosa succede nella provincia di Lecce? Parlo della provincia di Lecce che è stata la prima delle province ad essere stata colpita dalla Xylella. Succede che domani quando, sulla base delle leggi che si stanno approntando, si potranno utilizzare i fondi per la ricostruzione e per il reimpianto, se noi non utilizziamo questo strumento, questo che permette l’utilizzo delle somme anche da parte di coloro che non siano aziende agricole, il paesaggio ne risentirà, nel senso che l’80 per cento dei proprietari danneggiati dalla tragedia della Xylella sono proprietari di terreni olivicoli, ma non sono aziende agricole e quindi rimarrebbero fuori.
Con questo strumento che noi abbiamo fatto inserire come primo esperimento che riguarderà le aree interne, ma che potrà essere esportato nel resto della regione, probabilmente, anzi sicuramente, riusciamo a superare questo problema.
Abbiamo dato il nostro contributo, spero definitivo, alla provvisoria soluzione del problema dei Consorzi di bonifica. Ho sentito che se ne è parlato. Io non voglio fare polemica. Abbiamo sostenuto la proposta, così come era venuta fuori dalla Giunta regionale, di dare il contributo per permettere attualmente la sopravvivenza ai Consorzi. Ovviamente, discuteremo, siamo disposti a discutere delle varie ipotesi che si pensa di utilizzare per il futuro dei Consorzi, ma su una cosa siamo intransigenti: il lavoro è sacro, i lavoratori sono sacri e devono veder riconosciuto il loro lavoro e il loro stipendio. Finché non si troverà una soluzione diversa, noi siamo d’accordo nel sostenere la situazione così com’è venuta fuori dalla proposta del Governo regionale.
Per quanto riguarda la Xylella – lo voglio dire all’assessore che è l’unico del Governo regionale presente in Aula – voglio porre all’attenzione sua e del Consiglio tre questioni.
La prima: per la Xylella, assessore, dobbiamo fare in modo che siano destinati tanti soldi, ma proprio tanti, perché il territorio olivicolo della nostra regione è un territorio disastrato. C’è stato un vero e proprio terremoto e al terremoto, che è un’emergenza, si risponde con un intervento altrettanto alto.
La seconda: i soldi devono andare a tutti, e non a pochi, ed è questo il senso dell’emendamento di cui parlavo prima.
La terza: dobbiamo velocizzare le procedure. Coloro che sono stati colpiti da questa tragedia non possono aspettare anni e neanche tanti mesi. Dobbiamo trovare il modo per velocizzare al massimo l’intervento sia per il ristoro dei danni subìti sia per il reimpianto delle nuove colture.
Inoltre, la Commissione ha approvato un emendamento che noi riteniamo simbolico: 300.000 euro per aprire un capitolo che riguardi la questione dei migranti. Dopo tutto quello che sta succedendo a livello nazionale, abbiamo chiesto e ottenuto di aprire un capitolo di 300.000 euro per fornire ai migranti presenti in Puglia ed espulsi dai centri di accoglienza straordinaria (CAS) gli strumenti e le competenze necessarie per l’inserimento nel territorio. La Regione Puglia si farà carico – questo abbiamo chiesto e ottenuto – da questo momento dei servizi di accompagnamento sociale, psicologico e legale, oltre che dell’alfabetizzazione istituendo appositi corsi per i migranti. La Regione si impegnerà, altresì, al recupero di situazioni abitative per l’accoglienza notturna degli uomini single, perché pensiamo che le famiglie debbano essere, invece, ospiti degli SPRAR.
Con questo emendamento, che diventerà legge nel momento in cui l’intera manovra verrà approvata, che sono orgoglioso di aver proposto e saremo orgogliosi di approvare, la Puglia diventa una delle poche Regioni, se non l’unica, che va in controtendenza rispetto alle politiche feroci nei confronti dei migranti messe in atto dal Governo nazionale.
Ho sentito, e mi avvio a concludere, la collega Laricchia… Però, se si grida, io faccio fatica a parlare. Già ho poca voce. Ho seguito attentamente l’intervento della collega Laricchia, che ha parlato in maniera sprezzante di questa manovra, definendo così l’atteggiamento dei componenti della maggioranza: noi siamo animati da disonestà intellettuale avendo preso degli impegni con l’elettorato e avendoli disattesi con questa manovra.
Vorrei ricordare alla collega Laricchia e ai colleghi dei Cinque Stelle che la manovra nazionale, quella che sta in discussione e che sta per essere approvata in via definitiva, è partita nel mese di settembre con l’exploit del 2,4 per cento di debito e oggi è passata al 2 per cento. Si prevedeva in quella manovra, in maniera festante dal balcone di Palazzo Chigi, la crescita del PIL all’1,5 per cento e oggi a malapena arriva all’1. Si prevedeva la truffa del reddito di cittadinanza a 780 euro e oggi arriva a 83. In quella manovra è compreso il blocco dell’indicizzazione delle pensioni da 1.500 euro. È sparita la flat tax, tanto declamata in campagna elettorale. Dal 2020 ci sarà la super IVA concordata con l’Europa se non si rispetteranno i canoni e scatterà una manovra da 30 miliardi per evitare che l’IVA raggiunga il 26,5 per cento.
Sono stati cancellati tutti gli investimenti per i cantieri e per le ferrovie. È stato cancellato il credito d’imposta. Sono state cancellate le assunzioni e il turnover nella Pubblica amministrazione. È stata aumentata l’IRES contro le associazioni.
I BTP sono rimasti invenduti e il risparmio degli italiani è stato massacrato a causa di tre mesi di contrasto con l’Europa e di spread a 320. È stata tagliata e si è messo il bavaglio all’editoria. Oggi l’Italia, grazie a questa norma contenuta nella finanziaria, diventa peggio dello Zimbabwe. Neanche lì c’è un bavaglio così forte verso l’editoria.
Delle pensioni Quota 100 meglio non parlare. Praticamente, il Movimento 5 Stelle è passato dalla lotta alla povertà alla lotta ai poveri, mettendosi a rimorchio come un segugio nelle mani e nella morsa del leghista Salvini, che l’unica cosa che ha fatto nei confronti dei poveri è stata quella di scagliarcisi contro. La ferocia contro i migranti è l’emblema di questo Governo.
Agli amici del Movimento 5 Stelle, che capisco bene sono in difficoltà, vorrei rivolgere un invito. Si stacchino da questa morsa, si liberino finché sono in tempo. Non è la manovra di questa Regione la loro avversaria. Sono altri i loro avversari, dai quali rischiano di essere risucchiati. Le loro battaglie, lo voglio dire in maniera chiara, la lotta alla povertà e la lotta ai privilegi sono battaglie giuste. Sono princìpi giusti. Anzi, dico di più: erano e, per quanto mi riguarda, sono le bandiere della sinistra e del centrosinistra, che purtroppo sono state abbandonate e sono state consegnate nelle loro mani. Sono battaglie giuste, solo che hanno trovato il modo sbagliato per poterle realizzare e anche i condomini sbagliati per poterle portare avanti.
Infine, e chiudo, credo che da quello che ho detto si capisca benissimo che questa manovra è una manovra su cui noi siamo totalmente d’accordo. Certo, poteva essere migliore, ma poteva anche essere, alla luce delle situazioni, ancora peggiore. Invece, credo che sia il massimo nella situazione data. Noi siamo soddisfatti perché questa noi riteniamo che sia la manovra per il buon governo di questa Regione che deve continuare, così come è stato negli ultimi anni, e con questa manovra, questa maggioranza, possibilmente la vecchia maggioranza di centrosinistra allargata a quanti vogliono condividere con noi il programma, il progetto per la Puglia del futuro, con questa manovra noi ci si candida a proseguire questa esperienza per i prossimi anni.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie.
La parola al collega Romano.
Speaker : ROMANO Giuseppe.
Io per formazione politica sono sempre stato abbastanza imbarazzato nel percorrere la strada delle grida di manzoniana memoria, parlando alla pancia delle persone e dimenticandomene la testa.
Oggi però mi dichiaro abbastanza fiducioso rispetto all’evolversi della situazione politica che stiamo vivendo. È in cammino, la politica in Italia, non si sa quando si fermeranno anche gli assetti, gli equilibri, i rapporti. È tutto un dinamismo, e questo dinamismo non sta consentendo, a chi intende veramente ragionare di politica, di riflettere un attimo sulle cose che si stanno compiendo, sugli atti che si stanno consumando, e soprattutto di ragionare sul futuro di questo nostro Paese.
Si stanno consumando fatti importanti, delicati. A mia memoria, e non ho 15 anni, è una cosa che non ho mai vissuto, sia direttamente, nelle Istituzioni, che indirettamente, per partecipazione democratica. La discussione del bilancio è un maxiemendamento che introduce l’accordo comunitario sul bilancio dello Stato presentato direttamente e agganciato al voto di fiducia al Parlamento, che ha cancellato ogni possibilità di discussione, ma anche di modifica delle virgole della legge di bilancio. Fatto, questo, grave, per la democrazia.
Io non credo che si possa oggi parlare di una fase bella, interessante. I buoni proponimenti erano quelli della campagna elettorale. I risultati e le enunciazioni sui risultati sono quelli che si vivono oggi. Ascoltavo questa mattina uno spot presentato da una parte del Governo – non mi piace richiamare chi dice le cose e chi se ne assume le responsabilità mettendoci la faccia –: “riforme delle pensioni: fatto; flat tax, rimandata; sostegno alle diverse abilità fatto”. Non credo che l’Italia stia scrivendo una pagina bella, interessante. Sicuramente chi governa si assume responsabilità che sono compatibili con un Governo che va oltre i confini statuali. Ormai non è il primo anno durante il quale facciamo i conti con questa roba e abbiamo bucato in più occasioni. Sono un po’ di bilanci che ho consumato in quest’Aula, dal 2005 in poi. Alcune pagine interessanti le abbiamo scritte. Poi abbiamo incominciato a fare i conti con i vincoli che erano sovranazionali. Ricordo il Governo Prodi e i vincoli costituzionali che furono messi da quel Governo e a ricaduta per arrivare sino al Comune per la mia comunità. Oggi richiamare quello che si è detto rispetto a quello che si fa mi sembra una forzatura in termini, che non credo possa consegnarsi ad una politica serena che guarda all’interesse del paese. Oggi va di moda: tutto quello che si fa si fa per gli italiani. Quello che sta accadendo si sta facendo per gli italiani. Andare in Europa con alcuni obiettivi e poi tornare in braghe di tela lo si è fatto per gli italiani. Questo ci sta nella discussione generale. Però, attenzione, non ci possono essere più passi, più vie che si possono percorrere. Quando interessa noi le cose vanno in un certo, modo quando interessano gli altri le cose non vanno in un certo modo.
In questi sette mesi di Governo sono accadute tante cose. È accaduta la condanna del Capo di Gabinetto della Sindaca Raggi. Non è mia la sentenza! Così come sono accaduti altri passaggi che hanno interessato la presenza nelle Istituzioni di persone che avevano rapporti un po’ particolari con il mondo della criminalità. In alcune regioni è accaduto anche questo. Così come è emersa una gestione di aziende familiari che avevano qualcosa da nascondere.
Riportiamo il confronto alla politica. Diventerebbe una buona pratica per tutti, anche perché il tempo è sempre galantuomo. Se guardiamo quello che sta accadendo in questi mesi posso immaginare da qui ad un anno e mezzo cosa potrà succedere in questo nostro Paese.
Il bilancio è sempre il momento del confronto. Ieri era un confronto pieno, ricco anche di proposte, di possibili soluzioni. Oggi è sempre più asfittico, perché prima che arrivi in Aula deve passare una serie di vagli, ad iniziare dalla Corte dei conti. Quindi, anche la nostra funzione di eletti dal popolo sovrano – un richiamo roboante e retorico al consenso elettorale – ci porta ad abbassare un po’ i toni della discussione in quest’Aula, come se da un lato ci fossero i mali del secolo e dall’altro ci fossero le risoluzioni di tutto il mondo. Non è così. Non è così.
Al consigliere Casili voglio un sacco di bene, ma incominci ad abbassare i toni, perché fra qualche settimana verrà chiesto a lui conto delle liste d’attesa, del fatto che l’Istituto superiore di sanità si è dimesso per intero e non si riesce a capire perché, delle cose dette sui vaccini, di tante cose. Insomma, si stanno consumando dei fatti in questo nostro Paese inediti, per i quali forse è giusto fermarsi un attimo e riflettere.
Per tornare al nostro bilancio, ho visto gli emendamenti, la relazione con la quale il Presidente Amati ha presentato il bilancio, che la dice tutta sulle possibilità che avevamo di intervenire per modificare e migliorare. Questo non vuol dire che non potevamo fare di più. Sicuramente era possibile fare di più. Su alcune materie importanti, tipo lo sviluppo economico, tipo la sanità, tipo l’agricoltura, sicuramente avremmo potuto fare di più, ma i vincoli c’erano, ci sono e ci saranno anche se altri verranno a governare dopo di noi.
Allora, cum grano salis, cerchiamo di riflettere sulle possibilità concrete che vengono avanzate, anche perché i paletti non li mette la Regione Puglia, li mette l’Europa. Neanche lo Stato italiano li può mettere, li mette l’Europa. E quando si concertano azioni per ripristinare un paesaggio, non sono azioni che vengono dalla volontà politica dell’assessore all’agricoltura della Regione Puglia. Tavoli, sottotavoli, abbiamo iniziato quando allora era assessore all’agricoltura un certo senatore Dario Stefàno. Abbiamo iniziato ad affrontare il tema già da allora. Abbiamo perso tempo? Posso essere d’accordo. Abbiamo sbagliato l’impostazione? Possiamo convenire.
Sui Consorzi di bonifica, soltanto a mia conoscenza sono sei anni che abbiamo istituito tavoli per trovare una soluzione che ripristinasse, che recuperasse gestioni passate che avevano bisogno di essere consolidate dal punto di vista finanziario, in rapporto anche all’esposizione debitoria di questi consorzi, in uno con la salvaguardia del posto di lavoro, eccetera. Sono situazioni delicate che abbiamo affrontato, alle quali piano piano, lentamente abbiamo dato risposta.
Arrivo alla sanità. È dal 2011 che si combatte con questo problema. Soltanto con i Piani di rientro finanziario la Regione Puglia ha consegnato alla rete ospedaliera un taglio di oltre mille posti letto, a risorsa umana invariata, ripeto, a risorsa umana invariata. Oggi, lo ha detto in altre occasioni qualche mio collega, siamo a ridosso dell’uscita dal piano operativo. Questo che cosa vuol dire? L’uscita dal piano operativo determinerà intanto un ritorno di fondi bloccati dal Governo dal 2011, stanziamenti sospesi, congelati perché c’era il vincolo del rientro dallo sforamento. Prima questione.
Seconda questione. Si supera il blocco del turnover che ha elevato l’età media della popolazione attiva in sanità e ha consegnato al sistema sanitario una perdita secca di migliaia e migliaia di persone. Rientrare nel piano operativo. Capisco chi ha interesse a farci entrare nel piano operativo, perché se sforiamo ci sarà un commissario governativo. Tutte le ASL verranno commissariate. Ci sarà la longa manus del Governo per governare. Qualcuno può dire: va bene, forse funzionerà meglio. Io me lo auguro, ma se i pugliesi vogliono guardare gli interessi degli italiani, gli interessi dei pugliesi, che sono quelli di risolvere alcune questioni, alcune criticità, è evidente che non conviene a nessuno entrare nel commissariamento.
Io vedo la struttura tecnica che valuterà e esprimerà un parere tecnico sugli emendamenti al bilancio che sono stati presentati. Io parlo direttamente alla struttura che esprimerà un parere. Al di là dell’emendamento presentato dal consigliere Romano, che parla ad un pezzo degli interessi che ruotano intorno a tutto questo, credo che il filo logico della valutazione tecnica sui nostri emendamenti debba essere questo. Deve essere oggi esclusivamente economico-finanziario.
Questa proposta che propone la proroga degli infermieri che scadono il 31 dicembre, di aumentare il personale in quel settore, di andare al servizio d’igiene e potenziare la presenza di queste figure professionali, eccetera, tutti questi emendamenti, secondo il mio punto di vista, devono avere come filo conduttore l’uscita dal piano operativo.
Se l’emendamento Romano mette la Regione Puglia a rischio di un rientro nel piano operativo di nuovo, e siamo a due mesi dall’uscita... Dobbiamo evitare questa congiuntura, perché questo veramente metterebbe in ginocchio la nostra Regione. Dobbiamo fare in modo che il piano operativo sia una stagione passata di questa Regione e consentire al sistema di rimpinguare la risorsa umana che ci manca. Hai voglia a parlare di liste d’attesa, di servizi del CUP, di prestazioni ambulatoriali. Possiamo parlare di tutto, ma se manca la risorsa professionalizzata, se manca l’infermiere, se manca il posto letto nella riabilitazione, tutti – dico tutti – stiamo chiacchierando, stiamo abbaiando alla luna.
Questi emendamenti, ripeto, secondo il mio personale punto di vista, e l’ho detto in Aula perché rimanga agli atti, devono essere vagliati rispetto alla possibilità che si possa rientrare o uscire dal Piano. Politicamente il centrosinistra vuole, dopo tutti gli anni di sacrifici che ha fatto – e deve, dico io – uscire dal piano operativo. Questo consentirà l’assunzione dei medici, l’assunzione degli infermieri, l’assunzione degli OSS, eccetera.
Vi direte: guardate la scadenza elettorale e volete che si mettano in campo i concorsi perché vincoleranno migliaia di persone. È una polemica politica, però chi fa questa polemica politica taccia sulle difficoltà del Sistema sanitario pugliese ad erogare prestazioni all’altezza. Perché delle due l’una: o si rimpingua la risorsa umana impegnata; o diversamente, stiamo come stiamo, non ci muoviamo, in attesa di tempi migliori.
Ecco perché io credo che si debbano sbloccare queste opportunità per i pugliesi e per il sistema sanitario. Ho sentito il collega Damascelli, persona che io apprezzo e stimo perché parla con passione rispetto agli obiettivi che si danno, che ci ha parlato dei PTA, della frontiera, che è il problema della Puglia di Vendola – anzi, no, è il problema della Puglia di Fitto, di Vendola e adesso di Emiliano. La medicina territoriale che è il filtro vero alla prevenzione, ma anche alla riabilitazione, se funziona, qualche euro in più nelle casse rimarrà e si potranno investire in progetti mirati, progetti e obiettivi.
Ma queste opportunità, se usciamo dal Piano operativo, saranno personale specializzato, professionalizzato, che potrà riempire il PTA pugliese. Diversamente avremo fatto belle delibere, avremo fatto un modello organizzativo importante, ma senza persone.
Vogliamo potenziare l’ortopedia? Perfetto, siamo tutti d’accordo, ma tutti sanno in Puglia che un concorso per ortopedici va a vuoto perché ce ne sono pochissimi. La rianimazione, le cardiologie: questa è la situazione dalla quale partiamo. Quindi, ripeto: diamoci questa possibilità e questa opportunità.
Infine, dico all’assessore che non vedo, una preghiera e una costituzione mia, di parte civile: in questo bilancio non si poteva fare di più. I vincoli erano quelli. Alcuni sono arrivati con la sottoscrizione del contratto dei medici, sicuramente ci piangeremo. La coperta era quella: la tiri da un lato o la tiri dall’altro, ma la coperta era quella. Però sappiamo anche che le gestioni portano un avanzo di amministrazione importante, per alcune cose che sono accadute, leggi, come diceva Damascelli, fatte con regolamenti attuativi che non ci sono. Questa è una prassi che esiste perché i tempi della pubblica amministrazione sono quelli che sono e anche la produzione regolamentare incappa nelle maglie della burocrazia, dei ritardi, del Consiglio regionale eccetera, eccetera. Questo accade quando facciamo le leggi: abbiamo la cornice, ma manca la parte attuativa.
Questo avanzo di amministrazione, secondo me, rispetto al bilancio di oggi non va considerato, però io dico, e mi costituisco parte civile, che alcuni capitoli come, ad esempio, la visione rispetto ad una legge che io e Sergio Blasi firmammo nel 2004, l’ultima del Consiglio regionale di allora, l’Unione dei Comuni e così via, i Comuni non hanno più personale, non riescono neanche a garantire la sicurezza. Allora, l’Unione dei Comuni è un fatto importante. Questa legge non ha avuto un regolamento e non ha avuto mai un euro di finanziamento per sostenere servizi integrati, gestione di pezzi della pubblica amministrazione comunale integrata. Ed è rimasta sulla carta. Bellissima, promossa in Europa, ma non ha fatto un passo in avanti.
L’avanzo di amministrazione deve finalizzare risorse perché il sistema dell’Unione dei Comuni in Puglia nasca, ma se non si mettono i soldi stiamo parlando di leggi che è meglio che vengano cancellate, cassate.
Seconda questione, il capitolo per le leggi di nuova approvazione. Anche questo è un capitolo importante. Non può reggere la fine della legislatura con 1 milione di stanziamento. È ridicolo. Ognuno di noi, maggioranza e minoranza, ha tutto l’interesse a dare un profilo di produzione legislativa rispetto al mandato che ha ricevuto quattro anni fa. Credo, quindi, che sia giusto che in questo ultimo periodo tutti i consiglieri si sperimentino e si impegnino a promuovere leggi che diano il segno del loro impegno istituzionale.
Non possiamo fare queste cose, leggi nuove, di nuova istituzione con 1 milione di stanziamento. Quando andremo alla variazione di bilancio, e lo dico con convinzione, io sarò il primo a votare se lo stanziamento di questi due-tre obiettivi sarà congruo e diventerà programmazione per la prossima legislatura. Se non è così, oggi voto, ma a luglio avrò qualche difficoltà ad essere conseguente con il voto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Sembriamo, caro Presidente e colleghi consiglieri, delle voci che gridano nel deserto, in un deserto che fino a qualche minuto fa era un deserto abbastanza rumoroso e poi si è fatto silente. Devo dire che ha elevato il livello del dibattito l’ultimo intervento del collega Romano, al quale si possono dare sicuramente tutte le attenuanti di Governi regionali e di Enti locali che sono strozzati dalla perfidia del Governo centrale, ma non solo dall’ultimo, credo almeno dal 2012 in poi. Se vogliamo andare a ritroso, Regioni ed Enti locali che, in virtù della legge n. 42/1999, avrebbero dovuto gestire federalisticamente meglio le proprie risorse.
Vedo che il deserto si è ravvivato e si è fatto rumoroso.
Speaker : PRESIDENTE.
Un po’ di silenzio in Aula.
Speaker : MARMO.
Né possiamo limitarci ad affermare che tutto il male, perché il male viene da lì, viene dal bilancio che è in fase di approvazione in Parlamento. Qui credo che vada sviluppato un parallelo. Non è solo lo svilimento della democrazia e della partecipazione quello che sta avvenendo in Parlamento, con questo Governo che approva un bilancio scritto da Bruxelles, dopo aver gridato ovunque, a tutti i venti che non avrebbero mai patteggiato con alcuno. Ebbene, credo che sia la prima volta che un bilancio passi nemmeno dalla Commissione bilancio del Senato, il quale Presidente della Commissione bilancio del Senato chiede alla Presidente Casellati che cosa deve fare.
Ma credo che in parallelo ci sia la stessa cosa qui. Non è che, siccome abbiamo avuto, come consiglieri, la possibilità in un giorno solo, massimo due, di sviluppare la nostra fervida creatività in un numero di emendamenti di gran lunga superiori agli articoli della legge presentata dal Governo, questo salvi il Governo regionale rispetto al Parlamento e al Governo nazionale. È stata una finzione quasi artistica, quella di consentire a tutti quanti noi di presentare alcuni emendamenti, alcuni approvati, quindi entrati di diritto nell’articolato, per poi essere chiamati al telefono e sentici dire: “Guarda, forse questo non lo possiamo votare perché ci crea dei problemi”, in barba, naturalmente, in un’epoca di grandi sovranismi, alla sovranità del Consiglio regionale e non alle forze tecniche.
Noi dobbiamo guardare bene. Siamo al quarto anno, cari colleghi. Manca un anno all’ultimo bilancio, che non gestirà più nemmeno questo Governo, probabilmente, anzi con molta probabilità, dal 2020, lo gestirà solo in parte, ma lo approverà probabilmente in queste stesse giornate del 2019.
Come doveva essere questa sessione di bilancio? Non sono io a ricordarvelo. È la legge. La sessione di bilancio doveva aprirsi con il Documento di economia e finanza regionale, che doveva essere approvato il 30 giugno. La legge e il 118 pongono in modo molto chiaro e scandiscono quali sono i tempi della riflessione, del ragionamento e della programmazione e quali sono, poi, i momenti finali della realizzazione del bilancio. Invece il Documento di economia e finanza della Regione doveva ricevere la partecipazione tanto agognata, tanto declamata, ma poi bocciata dalla Corte costituzionale, quando si ha la presunzione di sostenere che vengono chiamati a partecipare sotto l’egida della Regione anche quando ci sono in campo opere e infrastrutture di carattere nazionale, i cui momenti di partecipazione spettano al Governo centrale.
La nota di aggiornamento del DEFR doveva avvenire entro i trenta giorni successivi all’approvazione del DEF da parte del Governo centrale, che è intervenuta a settembre. Poi ci sarebbe stato il disegno di legge di stabilità regionale entro il 31 ottobre e, comunque, non oltre i trenta giorni dalla presentazione della legge di stabilità del Governo centrale. Ma è evidente che queste osservazioni sono tutte non in capo agli uffici, a cui va il nostro grazie per lavorare sempre in condizioni estreme, ma vanno come richiamo alla politica che non riesce a governare questi processi di partecipazione e di democrazia sostanziale.
Queste cose non le dico io dall’alto, o dal basso della mia scienza. Ve lo dice la Corte dei Conti nelle osservazioni del magistrato alla relazione del questionario al bilancio di previsione del 2018. E vi dice tante altre cose in più. Valuta positivamente la tenuta del bilancio – vedo che vi zittite quando si dice una cosa che magari è a vostro favore –; dà un giudizio molto positivo su come si riesce a contenere l’indebitamento, che è molto al di sotto del 20 per cento del primo titolo, come recita la legge, è al 5,6, quindi è un risultato eccellente.
Ma questo cosa dimostra? Dimostra che abbiamo un bilancio, le disposizioni per il bilancio di 27 articoli, che non dicono nulla come strategia e come obiettivi per una Regione che non è assolutamente all’ordine del giorno nell’individuazione delle politiche strategiche che interessano. Questo significa, e ce lo dice la Corte dei Conti, che avevamo possibilità di indebitamento per interventi strategici importanti infrastrutturali, e non per spesa corrente, come sta avvenendo con il Governo centrale. Questo non avviene.
Non solo, cari amici, questo è un fatto molto grave che va a danno della nostra Regione – la mancanza di investimenti strategici –. ma vi è un altro elemento che la Corte dei conti osserva sull’andamento del bilancio del 2018, vi sto parlando di quello che si sta concludendo. Gli impegni non sono elevati. Nei primi due terzi dell’anno sono controllati rispetto alla spesa e al mantenimento del Patto di stabilità, ma c’è un dato ancora più importante, che viene sollecitato dalla Corte dei Conti. La Corte dei conti, cioè, ci dice: badate di fare in fretta, negli ultimi tre mesi, tutti gli impegni possibili, il maggior numero di impegni possibili, perché la Regione ha oltre 700 milioni di euro da spendere e non spende. Questi 700 milioni sono compagni al miliardo. È un miliardo di spesa in un’economia che langue. In un’economia che langue è fondamentale e sacrosanto fare in modo che questo denaro venga speso, soprattutto in una situazione in cui abbiamo, ancora una volta, la diminuzione degli abitanti e dei giovani nella nostra regione, perché diminuiscono. Nel primo trimestre 2017 la popolazione giovanile era del 18,9 per cento, oggi è del 15,7. Questo può far esaltare qualcuno. Allora siamo stati bravi? La disoccupazione è diminuita. No, non è così. Se ne sono andati. I bimbi non nascono, ma i giovani se ne vanno. Questo è il dato non nostro, ma dell’Istat che ci dice che questo dato è importante e segna un declino continuo che noi abbiamo segnalato lo scorso anno e che ri-segnaliamo ancora quest’anno; così come sono diminuite le esportazioni, quella fondamentale che teneva su la nostra economia dal punto di vista delle esportazioni, le esportazioni prodotte dall’Ilva. Sono diminuite anche le esportazioni dei prodotti agricoli pugliesi, e questo prima ancora della gelata che ha ridotto all’80 per cento la produzione olivicola nella nostra regione e la produzione orticola, prima ancora.
C’è stato un calo del 17 per cento rispetto al primo trimestre del 2017. Credo che la situazione sia abbastanza preoccupante. Ma noi parliamo con un Presidente che è assente dalla scena di questa Aula, perché questa Aula è stata svilita al ruolo di passacarte, sebbene singolarmente ciascuno di noi sia stato accontentato con qualche emendamento che è passato o che magari verrà cassato dopo, durante la votazione.
È il sistema che non funziona, è la visione della Puglia che manca. Le criticità sulla sanità non le devo dire io, perché ne hanno parlato i colleghi che mi hanno preceduto, come Damascelli. Anche da un punto di vista critico, costruttivamente critico, anche il collega Romano ha parlato della situazione della sanità. E se hai il dovere e hai il diritto di dire che il problema si è avuto anche nel 2000-2005, quando nasceva l’iniziativa del primo Piano ospedaliero e, quindi, la chiusura e la nascita dei PTA, ebbene io credo che, se nasceva nel 2004, e nasceva nel 2004, le responsabilità della situazione in cui ci troviamo siano tutte intere nei Governi di centrosinistra che hanno governato dal 2005 in poi questa Regione.
È inutile richiamare, sia per la sanità che per altro, il 2004 o il 2003 o il 2005. Gli effetti della mancata politica sanitaria si sono talmente consolidati negli anni che vanno dal 2005 al 2018 che non potete accampare scuse richiamando ciò che veniva dalla preistoria. Quella è preistoria rispetto alle funzioni che si avevano e a quelle che si hanno.
La Corte dei conti ci dice (l’abbiamo segnalato anche in Commissione) che nel 2017 avevamo come fondo per le nuove leggi, collega Romano, ben 17 milioni di euro, passati drasticamente nel 2018 a 2,8 milioni, e nell’ultimo anno, nel 2019, probabilmente saremo ancora intorno ai 3 milioni. Una certa mortificazione del Consiglio regionale, che non vedrà risorse per approvare le proprie leggi nel corso di quell’anno.
Io credo, allora, che dovremmo tutti quanti domandarci quando… Per fortuna, il Presidente ha ricevuto la sentenza della Corte costituzionale. Ne ha ricevute due, per la verità, ultimamente. La prima che gli ha detto che la sua legge di partecipazione fa acqua da qualche parte e la seconda che gli ha detto che lui, come magistrato, non può essere iscritto a un partito. Quindi, non so se è il Presidente Emiliano che finalmente si è liberato del PD o è il PD che finalmente si è liberato del Presidente Emiliano. Questo lo deciderete voi. Noi prendiamo atto soltanto di questo.
Speriamo che il Presidente Emiliano in quest’ultimo anno la smetta di girovagare la Puglia, a mettere la propria firma sulle stabilizzazioni di tutti quei precari che vengono stabilizzati solo e soltanto in virtù della legge Madia e non in virtù di un atto della Regione, perché era obbligata a farlo. Speriamo, invece, che giri meno la Regione e che stia di più sulla propria sedia a lavorare e a elaborare progetti e programmi che noi non vediamo.
Il Piano energetico regionale è citato in un articolo, ma questo Consiglio non parla di Piano energetico regionale, così come non parliamo e non abbiamo avuto la possibilità di parlare di un Piano dei rifiuti regionale. Avevo pregato l’assessore, con grande rispetto: mi raccomando, fateci una disposizione per il bilancio, un disegno di legge che sia leggero e asciutto, ma asciutto e leggero nella forma, nel senso che doveva essere di pochi articoli, ma quelli che c’erano dovevano puntare alla sostanza. Abbiamo avuto, invece, un programma secco, dimagrito. Non c’è la visione della Puglia. Non c’è quello che vogliamo fare per i prossimi vent’anni.
Quando è andato con grande orgoglio a firmare l’accordo sul clima a Parigi, mi ricordo benissimo, il Presidente Emiliano disse: “Faremo cose strabilianti”. Credo che non stiamo facendo niente, se non quella che è la normale amministrazione. In molte cose siamo diventati soggetto gestore di attività, anziché essere soggetto di programmazione. Quello che avevamo chiesto di puntare con grande attenzione è il mondo del lavoro, perché è il lavoro che dà la dignità alle persone e non il reddito di cittadinanza, che è miseramente fallito sugli scogli dei mari del nord Europa. Su questo parole non ce ne sono state, ma ci doveva essere un momento di riflessione.
Il Documento di programmazione di economia e finanza regionale era un documento che andava dibattuto con una coralità e in un momento di grande partecipazione che doveva essere forte. Immaginate che nemmeno i sindacati... Mi ricordo sedute di giornate per ascoltare i sindacati. Quand’era Segretario regionale della CGIL il collega Loizzo, lo ricorderà, dedicavamo tante giornate ad ascoltare e si aprivano le sessioni di bilancio. Qui si aprono solo formalmente. Le Commissioni si svolgono in una sola giornata, per dire: guardate, non ci piace, voto contrario e andiamo avanti. Il giorno dopo, la Commissione bilancio.
Quello che è accaduto al Parlamento nazionale, quindi, è questo: tutti i parlamentari sono stati lì a predisporre emendamenti, a lavorare, hanno fatto quello che hanno fatto inutilmente, e molto probabilmente questo è accaduto parallelamente qui. Molti di noi hanno lavorato, hanno presentato emendamenti, devo dire molti assolutamente disarticolati, sembra la fiera delle vanità. Se avessimo avuto più tempo, tutto poteva essere organizzato in una situazione più omogenea, più chiara, più limpida dal punto di vista della produzione legislativa. È vero, Presidente? Te l’ho detto ieri: questo Consiglio è stato il più assiduo nel lavoro, abbiamo fatto il maggior numero di sedute rispetto ad altre Regioni, abbiamo approvato il maggior numero di leggi rispetto ad altre Regioni, quando è venuto meno il numero legale non è stato perché i consiglieri erano sfaticati, ma perché c’erano evidentemente motivi politici che portavano i consiglieri ad allontanarsi, quindi per spaccature all’interno della maggioranza, per problemi non risolti all’interno della maggioranza. Ciononostante, tutta la maggioranza, tutto questo Governo continua a vivere nell’equivoco di allargarsi a destra e a manca per cercare di raccattare un consenso che evidentemente non riesce a trovare più nemmeno nel Consiglio regionale.
Questo è il dato politico della crisi di Emiliano, perché Emiliano è in un momento di crisi forte, perché non pensa alle cose essenziali della nostra Regione, ma pensa, avendolo imparato male e poco, a fare il giocoliere della politica e il costruttore di equilibrismi tra destra e sinistra. Perché quando gli piace, dice che destra e sinistra non esistono più. Quello che invece probabilmente esisterà – e rispondo al caro amico Michele Cozzi, il quale anche lui dice che destra e sinistra non ci sono più, che c’è solo il populismo – io vi dico che è il populismo di destra e il populismo di sinistra.
Poi ci vogliono anche quelli che ragionano, e che non sono di centro solo perché ragionano, ma stanno altrove, né al centro, né da qualche altra parte. I temi essenziali non li abbiamo affrontati. Ci trasciniamo da anni la questione ARIF, e io credo e spero che oggi quella questione sia risolta, perché non è possibile immaginare che dopo cinque anni si continui ancora con agenzie interinali, che naturalmente drenano risorse che potrebbero essere spese per coloro i quali lavorano in ARIF. Questo è un tema, quello di togliere il precariato da questo tipo di società, da questo tipo di economia che noi abbiamo. È un precariato che abbiamo creato noi? Noi dobbiamo risolverlo e andare direttamente a portarli, ad accompagnarli nei processi di stabilizzazione sebbene con altre forme di leggi che siano dirette.
Allo stesso modo ci siamo occupati degli infermieri. Qualcuno con poca grazia ha pensato che ci fossero chissà quali nefandezze dietro queste operazioni. È un’operazione, invece, che dice, e lo dico con molta fermezza al Governo regionale, assente per la maggior parte di questa seduta e di questo intervento. Naturalmente ringrazio i presenti che sono qui ad ascoltare.
La questione degli infermieri è una questione fondamentale, perché se qualcuno immagina che non prorogando ha risolto e si è lavato la coscienza con un’eventuale teoria di costituzionalità o meno sappia che dal 1° gennaio molte strutture sanitarie, molti ospedali non avranno…
Speaker : PRESIDENTE.
Silenzio, per cortesia.
Speaker : MARMO.
Non avranno proroghe e resteranno sguarniti di professionalità importanti. Ma di questo ne parleremo dopo.
Rispetto a questo, cari colleghi, io denuncio l’assenza del Governo, i tempi ristretti, l’assoluta inconsistenza di una manovra di bilancio che poteva dare di più, ma lo dico soprattutto per voi, nell’ultimo anno di vostro governo, perché sarà il vostro ultimo anno di Governo, perché non governerete più la nostra Regione, dovevate fare scintille con le somme che avevate a disposizione, con le opere infrastrutturali che servono a questa Regione. E non lo avete fatto. Avete rinunciato alla cosa più importante, alla perpetuazione di un’idea politica alta nella nostra Regione, che pensa alla crescita complessiva e non al particulare, dove tutti quanti noi, poi, quando si inizia con il particulare… Siamo uomini e tutti quanti noi scendiamo nel particulare e seguiamo le cose che devono essere seguite.
Per questo diamo il nostro giudizio negativo su questa manovra, anzi su questa non manovra di bilancio. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al Presidente Marmo.
Ha chiesto di intervenire il collega Liviano D’Arcangelo.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Grazie, Presidente. Per dirla con il collega Marmo, vorremmo essere catalogati come quelli che ancora provano a ragionare, con tutti i limiti e con tutte le difficoltà, ma che fanno fatica a rivedersi una cultura del “vale tutto e il contrario di tutto” e che non amano sicuramente l’idea che al centro di un progetto ci siano le aspettative di ruolo e non il servizio alla costruzione di comunità e di bene comune.
Detto questo, però, con il rischio e la consapevolezza di essere attratti dal “particulare” (se così è, ci scusiamo), mi pare di poter cogliere all’interno del bilancio uno sforzo da parte del Consiglio di sottolineare degli aspetti positivi.
Guardo, per esempio, con attenzione all’articolato che parla di cohousing e coworking, quindi uno sforzo di essere costruttori, sia pure in nuce, di percorsi comunitari, a quello che parla dell’integrazione degli immigrati, evidentemente ragionando su una cultura altra rispetto a quella del “decreto sicurezza”, poi diventata legge, recentemente varata dal Parlamento italiano, o dell’attenzione verso gli studenti con disabilità. Mi paiono, sia pure in nuce, delle attenzioni verso i deboli, verso i poveri, verso una cultura di comunità, che sicuramente va ricostruita nella nostra regione e ovunque in questa nazione.
Mi pare di poter cogliere con positività, rispetto alla mia città e al mio territorio, il lavoro molto positivo fatto dalla collega Franzoso, che apprezzo, il lavoro e la collega, rispetto al finanziamento avuto dalla struttura Paisiello. Rispetto a questo, mi sembra di poter dire sin d’ora che tutto il mio impegno sarà finalizzato affinché questo emendamento, fatto dalla collega Franzoso, possa avere buon esito. Così come colgo con positività il finanziamento alla filiera formativa del mare a Taranto.
Vorrei, comunque, sgombrare il campo da equivoci. L’attenzione verso dei “particulari” proposti non raccontano uno sforzo di accontentare le aspettative dei singoli consiglieri, devono raccontare, semmai, la consapevolezza, attraverso la somma dei “particulari” che devono trovare coerenza e sintesi all’interno di un progetto condiviso, lo sforzo di voler puntare alla costruzione di una comunità.
Se si finanzia l’emendamento sulla filiera formativa del mare, proposto da Liviano, non è un favore a Liviano, è la risposta evidentemente all’esigenza di trattenere i giovani sul nostro territorio. Se la Puglia è una regione da dove evadono i nostri giovani, evidentemente Taranto è la città all’interno della Puglia da dove maggiormente evadono. Taranto, da 250.000 abitanti del 1981, ne ha circa 190.000 adesso. Quindi, in trent’anni ha perso 60.000 abitanti. Non sono solamente persone a bassa scolarizzazione che cercano lavoro altrove. Sono soprattutto giovani ad alta scolarizzazione che vanno a studiare fuori, che poi rimangono fuori e fanno famiglia fuori, spezzando evidentemente relazioni comunitarie, familiari, rapporti.
Se tutto questo è vero, se noi stiamo raccontando il desiderio di essere costruttori di comunità e se quello che facciamo è finalizzato a essere costruttori di un progetto di futuro e non a fare una somma di singole aspettative pur di avere il consenso rispetto al bilancio dei singoli consiglieri perché si raggiunga un numero, se tutto questo è vero, io faccio fatica a non registrare come aspetto negativo l’assenza del Presidente oggi. Mi sembra uno schiaffo in faccia al Consiglio e al valore del Consiglio. Mi sembra uno schiaffo in faccia rispetto a una partecipazione declamata e addirittura costruita attraverso una legge e poi mai realizzata all’interno di quest’Aula.
Noi apprendiamo dalla stampa spesso le scelte che si fanno. Non ne siamo mai stati protagonisti. Mai siamo stati coinvolti in una costruzione collettiva, corale di un “noi” condiviso su un progetto di comunità. L’assenza del Presidente di oggi non può passare inosservata. La non sensibilità verso l’ascolto, le aspettative e il dialogo in un momento centrale della vita di un’Amministrazione, quale è quella del bilancio, racconta un’indifferenza verso il Consiglio stesso e racconta, invece, una ricerca permanente di consensi a cui il Presidente, in verità, ci ha abituato mettendo insieme tutto e il contrario di tutto.
Il tradimento più grande, al di là dei tradimenti personali, delle relazioni umane, che non teniamo in considerazione in questo momento, il tradimento più grande è questo, cioè l’aver evocato attraverso sagre pre-elettorali momenti di partecipazione di comunità e l’aver rinunciato a partecipare in Consiglio alla costruzione del bilancio in maniera condivisa.
Dico queste cose come amico. Dico queste cose come persona che avverte un senso di appartenenza al centrosinistra che, pur essendo stato invitato, pur essendo stato invitato, insieme al collega Borraccino, ad uscire dai Capigruppo, dalla maggioranza, avverte ancora il senso di appartenenza, perché non crede nella politica dei populismi, perché non crede che tutto vale tutto.
Io sono un uomo di centrosinistra e faccio il tifo per una coalizione di centrosinistra. Ma faccio il tifo per una coalizione di centrosinistra che deve essere costruttore di futuro, faccio il tifo per una coalizione di centrosinistra che racconti i valori, che abbia un orizzonte di senso condiviso, che racconti un progetto, che cammini insieme, che favorisca armonia, insomma, che metta insieme un’idea di comunità e che usi la politica come strumento per essere costruttori di progetti di comunità.
Vi prego, quindi, non avvertite quello che dico come il nemico che sottolinea gli errori, ma come l’amico che pur essendo appartenente ad una coalizione di centrosinistra, avverte un maggior afflato e un maggiore sentimento di affetto nei confronti della comunità Regione Puglia più che delle singole coalizioni e più che dei singoli posizionamenti delle varie persone.
Io voterò a favore di questo bilancio, voterò a favore come segnale di distensione e come attenzione verso il lavoro dei singoli consiglieri che hanno prodotto un percorso non sempre armonico, ma sicuramente intriso di desiderio di essere utile alle proprie comunità. Ma questo votare a favore non mi cancella, evidentemente, la sofferenza per un progetto diverso, molto, molto altro rispetto a quello che io pensavo di aver sostenuto in campagna elettorale. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al collega Liviano.
Ha chiesto di intervenire il collega Colonna. È l’ultimo intervento.
Speaker : COLONNA.
Presidente, grazie.
Un saluto a tutti i colleghi e a chi ci ascolta anche dai banchi del pubblico.
Non dirò cose molto penetranti, o quantomeno, non altrettanto penetranti di quelle che ho ascoltato dai colleghi consiglieri. Mi piace citare per tutti il collega Marmo.
Mi limiterò, in sintesi, a un intervento di ringraziamento, alla fine. Nel senso che manifesto gratitudine per una struttura che in sintesi riconduco, ne cito uno per tutti, al dottor Albanese, al lavoro di tante sezioni. Non posso citare le sezioni che hanno fatto un ottimo lavoro, non tutte ma diverse sezioni, della struttura regionale, e penso al lavoro che ha compiuto dal punto di vista politico, dal punto di vista della gestione politica Raffaele Piemontese. Lo dico pur consapevole della bontà delle argomentazioni di Nino Marmo.
Sostanzialmente, Nino, lo abbiamo fatto anche in Commissione bilancio l’altro giorno, siamo purtroppo dei glossatori, ma non è responsabilità, se vogliamo essere onesti fino in fondo, di questo Governo, perché cambiando ovviamente la scala è pari-pari quello che assistiamo anche ai livelli nazionali e così via. È la stagione proprio così, di una politica, purtroppo, che si è consegnata per colpa sua, non so, per colpa di scelte passate, ora non fare grandi ricostruzioni, si è consegnata a una buona dose di impotenza. Quindi, stare qui ad addebitare a questa stagione delle responsabilità mi sembra ingeneroso. Da qui, invece, ritornando a una dimensione più minimalista, la gratitudine… Perché di questi tempi modesti, minimali, in questi tempi riuscire a preservare l’esistente e quindi riduzione dell’indebitamento, conferme di alcune misure di sostegno nel settore delle fragilità sociali… Immagino, in particolare, nel settore delle misure dedicate al welfare, dalla integrazione di disabili nelle scuole, l’assegno di cura che vede la Regione ancora impegnata fortemente ad integrare le modeste risorse statali trasferite e quindi non prevedere tagli ai servizi sociali, non prevedere nuova tassazione come negli anni scorsi, incrementare la spesa per il personale in virtù di stabilizzazioni e nuovi ingressi nella struttura regionale, quindi nuove energie, confermare cospicue risorse, ovviamente cospicue e ragguagliate al bilancio autonomo regionale complessivo, nel settore del diritto allo studio, 10 milioni al diritto allo studio, 7,5 milioni per le borse di studio, 3 milioni per le scuole di specializzazione, per mantenere in piedi le scuole di specializzazione e tante altre misure qui e lì, gli 8 milioni e passa per l’aumento di capitale di Aeroporti di Puglia, gli interventi a favore dell’ARIF. Insomma, sono misure che ovviamente scontano una limitatezza di prospettive e di visione. Nino parlava di fuochi d’artificio. Qui, con i cerini che ci sono consegnati da un clima complessivo, si è riusciti e si riesce ancora con fatica a preservare tanto di buono che una storia di anni, di decenni ci sta consegnando, e direi anche con umiltà, l’umiltà di chi vive il tempo breve di una stagione amministrativa e tenta, anche con quelle glosse che ci siamo dati, anche i singoli consiglieri, di cogliere nel presente i possibili segnali di un futuro che si fa.
Nelle norme che abbiamo tracciato – ho avuto modo di confrontarmi con colleghi e anche soggetti esterni – abbiamo tentato di rivendicare il ruolo e la capacità creativa della politica, smentendo la retorica delle mance e delle mancette, che inevitabilmente verrà fuori durante il dibattito di quest’Aula, nel prosieguo, e che inevitabilmente sarà ricostruita come tale dai mezzi di informazione, leggendo quel profluvio di articoli, 90 articoli, della legge collegata alla manovra di bilancio.
Ebbene, io ritengo che, invece, lì non solo ci sia il tentativo di tutti quanti noi, maggioranza e minoranza, di mappare esigenze e bisogni, ma ci siano anche le tracce di un possibile futuro, cioè situazioni che sono qui davanti a noi, che con quelle norme mettiamo in evidenza, e che possono diventare un futuro possibile per la Puglia, per tutti noi.
Per il resto, non mi spingo oltre, riconfermo quel senso di gratitudine per chi continua con fatica a preservare un quadro solido, che è segno, questo sì, di responsabilità, perché se è vero che siamo in coda di mandato, è altrettanto vero che questo impone anche di consegnare a chi verrà dopo di noi, a chi toccherà, un quadro solido dal punto di vista finanziario e gestionale, con un personale notevolmente potenziato e rimpinguato di nuove energie, solido anche dal punto di vista della spesa, della capacità di spesa dei fondi strutturali. Sicuramente vedremo i risultati a breve. Ci sono risultati, almeno in alcuni settori, che ho potuto verificare direttamente, che hanno conseguito ottimi risultati nella certificazione della spesa dei fondi strutturali, che vedono la Puglia ancora confermare l’impegno nel cofinanziamento e che semmai ci devono vedere – questa, sì, è la richiesta che faccio al Governo – come Consiglio più coinvolti e più motivati da questo punto di vista.
Una volta certificata la spesa con l’appuntamento della fine del 2018, si apre una partita per aggiornare il quadro della programmazione e discutere assieme – non vedo l’assessore Piemonte – delle risorse liberate della vecchia programmazione 2007-2013. Lì ci saranno diverse decine di milioni di risorse che verranno liberate ed è bene che il Consiglio, rappresentativo della comunità pugliese, sia chiamato a gestire risorse importanti, come quelle liberate dalla programmazione 2007-2013, e possa immaginare di iniziare a tracciare, anche alla luce di quelle glosse a cui ci siamo dati tutti quanti noi, iniziare a immaginare quella che...
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, gli assembramenti non mi sembrano rispettosi nei confronti dei colleghi che intervengono. Mi sembra, francamente, irrispettoso. Chi vuole parlare e vuole fare i capannelli esca dall’Aula e vada a parlare nelle salette. Se volete fare delle riunioni a latere, fatele pure in altro loco.
Prego, collega Colonna.
Speaker : COLONNA.
Stavo concludendo.
L’esigenza che rimarco, e credo debba essere rivendicato con forza dalla maggioranza e da tutto il Consiglio, è quella di essere coinvolto pienamente nell’aggiornamento del quadro della programmazione, nella definizione delle linee future della programmazione, perché già si inizierà a discutere della prossima programmazione, e che possa essere chiamato, perché questa sarà l’attualità del prossimo anno, a capire come e su quali linee davvero strategiche di intervento quelle svariate decine di milioni liberati dalla vecchia programmazione 2007-2013 debbono essere perseguite.
Dopodiché, mi riconsegno al minimalismo di questo intervento, al minimalismo di questa stagione politica, questa temperie che prende tutti i livelli nazionali e così via. Con questa modestia, mi limito ancora una volta a ringraziare per il grande lavoro che hanno svolto le strutture, l’istituzione, un punto fermo, e a loro tocca ribadire ancora una volta una fedeltà alla comunità pugliese, che va ben oltre la rappresentanza contingente della politica.
Ringrazio anche i colleghi per gli spunti che hanno avuto modo di fornire attraverso i loro emendamenti in Commissione, che rappresentano per me anche un bagaglio di conoscenza, una mappatura di bisogni, di sensibilità di cui dovremmo tenere tutti quanti conto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie al collega Colonna.
Si è aggiunto il collega Campo. Spero che sia l’ultimo intervento.
Speaker : CAMPO.
Presidente, sarò anche breve.
Con molta meno modestia di Colonna, io credo che questa legge di bilancio consegni alla Puglia un buon lavoro. Ho sentito gli interventi delle minoranze, l’ultimo anche con molta attenzione, di Nino Marmo. Francamente, faccio fatica a riscontrare in questo provvedimento, in questa manovra, i danni, i guasti, l’assenza di prospettiva politica che vengono denunciati un po’ confusamente, specialmente negli interventi dei colleghi dei Cinque Stelle.
Lo diceva Enzo: noi stiamo approvando una legge di bilancio in una fase storica molto complicata. Complicata perché non sfugge a nessuno il contesto europeo all’interno del quale ci muoviamo, i rigori a cui la medesima Europa ci richiama, l’impossibilità, addirittura, di mobilitare risorse della Regione in cui la Regione Puglia, in quanto Regione assolutamente virtuosa, e questo è stato certificato dagli organismi a ciò preposti, si muove.
Noi avremmo risorse disponibili, che però i vincoli che discendono dalla nostra adesione alle istituzioni comunitarie ci impediscono di mobilitare. Stiamo in un ambito ristretto all’interno del quale dobbiamo fare il nostro lavoro, né più, né meno. A differenza di molte altre realtà, di alcune molto significative realtà meridionali, noi non abbiamo buchi di bilancio, non abbiamo debiti, e anzi, situazioni che rivenivano dal passato e che hanno ingessato, limitato anche la capacità, la possibilità di spesa di questa Regione sono state progressivamente recuperate. Facciamo anche i conti, come è inevitabile che sia, con un quadro della finanza pubblica nazionale che definire schizofrenico in questa fase è addirittura riduttivo.
Abbiamo un quadro politico, prima che normativo, di riferimento cui è difficile, consigliere Marmo, tener testa. Si discute ormai da sei mesi, da subito dopo la campagna elettorale, di scelte che dovrebbero cambiare il volto del Paese. Si è discusso per molte settimane in quelle che abbiamo alle spalle, in verità si è discusso molto sugli organi di informazione, sui siti internet e molto poco nelle Aule parlamentari, per nulla nelle Aule parlamentari, di come mettere in moto la ripresa, di come aiutare il Mezzogiorno a rimettersi al passo con il resto del Paese.
Dopo molteplici annunci che si sono susseguiti in video, fuori dal video, sulle messaggerie che affollano il web, ci troviamo di fronte a una manovra, quella che a Roma stanno varando, che ha ridimensionato le ambizioni e che, alla fine, dice a tutto il Paese, ma anche alle Regioni: attenzione, nei prossimi anni, oltre che con il rigore, con l’intransigenza che accompagna le scelte in campo della sicurezza, dell’immigrazione – è un tema che non voglio affrontare, non voglio evocare, stiamo sui dati economici – si dice al Paese, al Mezzogiorno d’Italia “Tornerete indietro. Accantonate la vostra velleità di produrre innovazione, non scommettete nella possibilità di investire nel Mezzogiorno del Paese, in quella parte del Paese, perché non avrete più gli aiuti o la comprensione che avete avuto finora”. Qualcuno citava prima l’elenco di misure che vengono cancellate d’emblée da questa Finanziaria. Il credito d’imposta è la prima tra tutte. Non c’è nulla che sostenga l’innovazione, la scuola, l’università e la ricerca nel Mezzogiorno.
Il Mezzogiorno si accontenti di questa panacea, che sarà il reddito di cittadinanza. Si fa fatica a comprendere bene ancora come esso sarà declinato, ma in buona sostanza è un ritorno a politiche vecchie, che abbiamo sperimentato verso gli inizi degli anni Ottanta, che è una condanna per i giovani del Mezzogiorno, è una condanna culturale per tutto il Mezzogiorno.
Io vengo da una città che è un po’ come la città di Taranto, ha vissuto la tragedia della disoccupazione speciale, che poi si è trasformata, Gian Diego, in lavoro socialmente utile, di pubblica utilità, che ha generato in una comunità di 50.000 persone quasi 1.500 lavoratori socialmente utili in una certa epoca storica, che per ogni fuoco familiare (come direbbero gli antichi) vuol dire circa 10.000 persone che vivono nella consapevolezza di essere socialmente utili, ossia a fine mese, Nino, di prendere un assegno senza fare nulla, non per colpa loro, o facendo molto poco, dedicandosi nel resto della giornata a sbarcare il lunario, ad alimentare il lavoro nero, ad alimentare la spesa sociale, perché chiaramente con 500-600 euro una famiglia non campa.
È una piaga culturale, che ormai all’esito di un trentennio, dopo trent’anni, progressivamente era stata assorbita, ci sono epicentri ancora significativi in alcune zone della Campania e della Sicilia, e che oggi ritorna sotto altre vesti. Noi stiamo arrecando uno sfregio al Paese, specialmente al Mezzogiorno del Paese.
Le Regioni d’Italia, quindi, dovrebbero accordare i loro strumenti di sviluppo con una politica nazionale che dice “da oggi in poi si campa di sicurezza, di manganello, di laser che danno le scosse e la pancia la si riempie con il reddito di cittadinanza” (il reddito di dignità l’abbiamo sperimentato noi).
A fronte di questo noi, invece, rispondiamo con una manovra che mette a disposizione risorse per i trasporti e continua la politica di potenziamento, che in questi anni non ha mai cessato di produrre buoni frutti. Rispondiamo con le risorse, ancora una volta, per la sanità, che è vero mantiene ancora ampie zone problematiche, ma con questo usciamo da quella lunga camminata nel deserto che sono state le costrizioni del Piano di rientro e, come diceva il Presidente Romano, ci affacciamo nel 2019 a una nuova stagione, soprattutto di assunzioni, nella sanità. Tra l’altro, facciamo fronte con le risorse regionali al rinnovo del contratto del comparto della sanità.
Ci sono le risorse per le imprese. Ci sono le risorse – diceva qualcuno – per le scuole di specializzazione. Ci sono le risorse per le politiche sociali. Ci sono anche le risorse che, all’esito della discussione che abbiamo fatto in Commissione, ed è stata una lunga discussione, e della discussione che faremo oggi, il Consiglio regionale ha ritenuto fosse necessario destinare, Enzo, non a qualche esigenza maturata sul territorio. Le risorse che noi riteniamo sia giusto mettere a disposizione per azioni che noi crediamo possano produrre benefici al territorio. Non mi sembra che nessuno – debbo dire, né della maggioranza né dell’opposizione – in sede di Commissione consiliare sia venuto lì a distribuire mance.
Abbiamo fatto uno sforzo per introdurre elementi correttivi anche nella legislazione, che produrranno, secondo noi, effetti positivi e abbiamo segnalato esigenze e necessità che non sono affatto il frutto della voglia di corrispondere a esigenze elettoralistiche, ma che riteniamo – molte le avete sollecitate anche voi dell’opposizione – possano essere interventi utili per il territorio, utili per la regione Puglia.
Credo si sia fatto un buon lavoro, un lavoro importante. Lo si è fatto soprattutto – e lo facciamo ancora oggi – non sottraendoci al confronto e non mortificando le istituzioni. Guardate, è un tema, questo, sul piano politico, che va sollevato. Non colgo questa occasione per fare propaganda politica, ma per dire come è giusto e necessario che le istituzioni e i rappresentanti eletti dicano la loro opinione in tutte le sedi e, se possibile, contribuiscano, nel bene o nel male, a migliorare i provvedimenti con proposte che si discutono, si accantonano o si approvano.
Abbiamo di fronte, Nino, invece, uno scenario, quello che si sta agitando a Roma, che va oltre ogni immaginazione. Siamo stati anni a esecrare i guasti di un sistema elettorale, che si chiamava Porcellum, quindi meritava di essere immediatamente rivisto. Ce ne siamo scordati tutti. Nell’agenda, nei contratti, nelle postille di Governo non v’è traccia di una riforma elettorale, non v’è traccia di riforme istituzionali.
Si occupavano le piazze difendendo le prerogative del Parlamento, e si osteggiava una riforma costituzionale che addirittura voleva, udite udite, sopprimere un ramo del Parlamento medesimo. Il Parlamento è stato letteralmente bypassato. Non solo ci si è immediatamente accodati a un brutto andazzo che anche noi avevamo assecondato, ossia il ricorso più o meno sistematico alla fiducia parlamentare per approvare provvedimenti importanti; ma addirittura si è andato oltre con i maxiemendamenti, bypassando addirittura il vaglio delle Commissioni, imbavagliando il Parlamento.
Non è uno scandalo, è un tradimento di ciò che si è detto in campagna elettorale, è lo svelamento di un imbroglio ed è la dimostrazione che da imbroglioni siamo governati. Mentre qui, gente che imbroglia non c’è, le cose stanno alla luce del sole. Quelle sono le risorse, e con fatica, nel quadro di compatibilità rigidissime, imposte dalle istituzioni sovraordinate, si è fatto un lavoro buono, che tiene conto di tutte le esigenze a cui il territorio va incontro, alle molteplici esigenze che il territorio pugliese pone.
Dopodiché, senza infingimenti, e recupero anche una parte dell’intervento di Enzo, che ora non vedo più, qui non c’è bisogno di nascondere nulla. Oggi noi andremo alla discussione e rispetto a una questione che verrà alla discussione, più precisamente quella che riguarda i Consorzi di bonifica, ci troviamo in una fase in cui dopo aver approvato una legge di riforma, dobbiamo valutare l’esito di quel percorso. Vi è chi ritiene che quella legge, quel percorso vada rimeditato; e vi è chi ritiene che invece vada condotto fino in fondo; vi è poi chi ritiene, come ha sempre ritenuto, in realtà, che le risorse del bilancio corrente a disposizione dei Consorzi di bonifica siano eccessive e che bisognerebbe meditare soluzioni altre.
Ora, io già so che su questo all’interno della maggioranza non c’è un’opinione condivisa. Su questo, come su qualche altra questione anche rilevante sarà necessario – credo che questa debba essere solo un’occasione –, Nino, me ne rendo conto, alla ripresa dopo le festività, fare, come suol dirsi, un tagliando, stabilire rispetto a due-tre questioni, compresa la vicenda delle liste d’attesa, una opzione comune che la maggioranza dovrà assumere come linea di condotta, perché stiamo – molti di voi l’hanno ricordato – a un anno dalla scadenza, poco più di un anno, la scadenza di questa esperienza regionale. Dobbiamo affrontare un ultimo bilancio, quello con cui consegneremo il testimone ai rappresentanti del popolo pugliese che verranno e dobbiamo farlo – quello che diceva Enzo è importantissimo – tenendo conto di un grosso contributo che possiamo dare a rimodulare la programmazione che consegneremo a chi verrà dopo e su alcune questioni strategiche non possiamo eludere le difficoltà e rinviarle, ma c’è bisogno che una maggioranza che fa la maggioranza abbia una identità di vedute. Questo è un punto al quale non possiamo sottrarci che dopo la discussione di oggi, chiaramente, è un punto politico che sta sulle spalle nostre, sulle spalle di chi ha la massima responsabilità di governo ed è anche un percorso di chiarezza che noi dobbiamo ai pugliesi, al Consiglio e, se permettete, anche a noi stessi, perché la confusione in queste settimane credo abbia toccato, per alcuni versi, i livelli di guardia.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Con l’intervento del Presidente Campo sono chiusi tutti gli interventi.
Adesso la replica spetta all’assessore Raffaele Piemontese.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Grazie, Presidente Gatta. Provo a riepilogare un po’ i contenuti di questa manovra di bilancio che abbiamo approvato in Commissione qualche giorno fa e che ci accingiamo a discutere e mi auguro ad approvare nella seduta odierna. È evidente che questo è un bilancio condizionato da una copertura di 50 milioni di euro sul rinnovo dei contratti nazionali per il personale della sanità.
Questo rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro del personale della sanità non è stato coperto dal Governo nazionale nel Fondo sanitario nazionale, ma scaricato sui bilanci delle Regioni, tutto ciò ha implicato il fatto che abbiamo dovuto trovare questa dotazione finanziaria per coprire il disavanzo che avremo di sicuro da qui ai prossimi mesi. Lo abbiamo fatto nella consapevolezza che questo è un bilancio in cui noi dovevamo salvaguardare i conti della sanità pugliese, evitare commissariamenti, evitare ripercussioni negative su quel settore. Quindi, sono risorse che abbiamo dovuto impegnare, ma che, se fossero state coperte dal Governo nazionale, avremmo potuto utilizzare per implementare le politiche, soprattutto quelle rivolte alle fasce più deboli della popolazione pugliese.
Nonostante questi 50 milioni di euro imprevisti, noi non abbiamo incrementato le tasse, la Puglia resta una Regione con un livello di tassazione tra i più moderati d’Italia, tra i più bassi d’Italia, perché come scelta politica non volevamo che ci fossero ripercussioni sui cittadini pugliesi. Non abbiamo posto in essere alcun taglio nei confronti dei servizi regionali, soprattutto nei confronti di quei settori strategici, particolari. Con Totò Negro abbiamo salvaguardato la spesa sociale, investito 26 milioni di euro, da subito, sugli assegni di cura per le famiglie che hanno malati gravissimi nelle proprie case.
Abbiamo messo ulteriori risorse, ad esempio, sul personale. Con il collega Nunziante, nel corso del 2018, 284 lavoratori sono stati tolti da una condizione di precarietà e sono stati stabilizzati. Abbiamo dato una stabilità di vita maggiore a queste persone.
È un bilancio regionale che gode di buona salute, ma questo non perché lo dica io personalmente. Questo è stato dichiarato dall’agenzia di rating Moody’s, che qualche mese fa, a ottobre 2018, ha confermato un rating importante per la Puglia, nonostante il calo del nostro Paese. Dopo il bilancio della Lombardia, abbiamo il bilancio pugliese. Quindi, la Puglia è classificata tra le Regioni che hanno un rating meglio messo a livello nazionale.
Sui trasporti abbiamo tenuto e implementato le risorse rispetto allo scorso anno. Lo abbiamo fatto soprattutto sulle risorse dirette al trasporto degli studenti, al trasporto dei diversamente abili. Abbiamo mantenuto complessivamente tutte le risorse e implementato con Sebastiano Leo e con Mino Borraccino tutto il settore dello sviluppo economico e della formazione e abbiamo tenuto sulle borse di studio per gli studenti meno abbienti. Abbiamo mantenuto un’altra impostazione, come programmazione. Lo abbiamo fatto per fare in modo che la Regione Puglia possa continuare a essere locomotiva, avanguardia nella spesa delle risorse comunitarie.
È previsto un fondo di cofinanziamento per la spesa comunitaria, complessivamente, di oltre 130 milioni di euro, 100 milioni per il plurifondo FESR FSE, le altre risorse per il cofinanziamento in agricoltura.
Quindi, un’altra spesa importante e un altro obiettivo importante che noi vogliamo continuare a raggiungere.
Abbiamo continuato a diminuire i livelli di indebitamento della Regione Puglia, che rispetto allo scorso anno scenderà di ulteriori 70 milioni di euro. Abbiamo risparmiato circa un milione di euro: un milione di euro in meno per la riduzione degli incarichi esterni agli avvocati. Noi abbiamo speso un milione di euro in meno per avvocati esterni grazie ad un potenziamento che è stato fatto sul personale rispetto all’Avvocatura. Riduciamo le risorse per il Consiglio regionale, d’intesa col Presidente Loizzo; tagliamo, naturalmente, le risorse per pagare il fitto di questo immobile, che non graverà più sui cittadini pugliesi, perché saremo nelle condizioni di trasferirci, quindi la Puglia pagherà 1.600.000 euro in meno di risorse, finalmente, per il mancato fitto del palazzo di via Capruzzi.
Io rivendico – ho ascoltato l’intervento di qualche collega, che non ho condiviso – il lavoro che noi abbiamo fatto in Commissione bilancio, un lavoro che abbiamo fatto anche sulle norme, anche su articoli normativi, e che abbiamo fatto in maniera bipartisan, lo abbiamo fatto con Marmo, lo abbiamo fatto con Zullo, lo abbiamo fatto con la Laricchia, con la Franzoso, lo abbiamo fatto con tutti, perché il nostro obiettivo precipuo è quello di fare delle norme che rispondano agli interessi dei pugliesi, e quindi che nelle articolazioni del Consiglio regionale si lavora, si discuta e si producano delle norme – Donato ha più esperienza di me, da questo punto di vista.
Io credo che sia positivo che noi assieme, anche presentando emendamenti su vari punti insieme, abbiamo fatto una produzione normativa e di leggi che io ritengo sia opportuna, congrua, giusta. Lo abbiamo fatto con tutti, perché è giusto che sia così. Non ho gradito l’intervento del collega Liviano, con cui ho interloquito. Quindi, non capisco di che cosa si lamenti politicamente. Non stavo giocando a tennis. Stavo, con il collega Leo Di Gioia, a cercare di capire come risolvere la questione dei lavoratori dell’ARIF che sono fuori e che avanzano delle richieste, da lavoratori, legittime. Quindi, la mia assenza era solo per questo.
Penso che sia stato fatto un buon lavoro, un lavoro di squadra, corale, che mi auguro possa essere positivo per i cittadini pugliesi. Mi auguro che anche nel prosieguo della discussione, Presidente, fino a stasera, stanotte, non so a che ora…
Speaker : PRESIDENTE.
Domani mattina.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
… a che ora termineremo i lavori, lo spirito possa essere quello che ci ha contraddistinto in Commissione bilancio e che contraddistingue l’impostazione sostanziale del nostro bilancio regionale, cioè diretto a coprire i servizi fondamentali e le politiche principali della Puglia e dei pugliesi.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie all’assessore Piemontese.
Prima di sospendere la seduta, che verrà riaperta alle ore 17, perché adesso si procederà alla refertazione dei 94 emendamenti presentati, pongo ai voti la mozione, con diverse firme di colleghi, avente ad oggetto “Crisi olivicola devastante. Produzione in pesante calo. Misure straordinarie e urgenti per sostenere il comparto”.
La pongo ai voti. Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvata all’unanimità.
La seduta è sospesa. Riprenderà alle ore 17.
Prima questione preliminare. Come avete notato, il blocco degli emendamenti li avete, non sono allegati i referti conseguenti. Allora dobbiamo decidere: o andiamo avanti e di mano in mano i referti un po’ li dico io, un po’ li passo ai vari assessori che devono esprimere il parere del Governo, oppure si tratta di attendere ancora, presentare un altro malloppo di cento pagine dei referti, farli fotocopiare per cinquanta copie e cominciamo a quel punto. È meglio che siamo chiari all’inizio.
Se dobbiamo andare avanti, ci vuole un pochino d’ordine. Però, non vorrei che si alzi il primo e dica: dove sta il referto? Il referto proveremo a portarveli in corso d’opera, tra gli assessori e io che proverò a leggere la sintesi. Sennò, decidiamo insieme: sospendiamo e andiamo a fare le fotocopie.
Prego, collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente, non c’è problema ad agire in questo modo, però se io dal referto mi rendo conto che con un subemendamento posso superare un problema che mi pone il refertante, io devo avere il tempo di subemendare, io come qualsiasi consigliere.
Scusate, se il referto mi dice che ho sbagliato a mettere la parola “a”, io posso anche fare un subemendamento e tolgo la parola “a”. Presidente, li hai vesti tu.
Speaker : PRESIDENTE.
Ragazzi, l’aria è già complicata qui.
Speaker : ZULLO.
Ma complicata perché?
Speaker : PRESIDENTE.
Decidiamo una cosa: o stampiamo, e aspettiamo un’altra ora e procediamo alla stampa dei referti…
Speaker : ZULLO
E io le sto facendo una controproposta: o lei rispetto al referto ci dà un minuto di tempo anche per riflettere, oppure dobbiamo aspettare un’ora. È ovvio. Del resto, se lei dice che il referto è negativo e va avanti, senza che noi sappiamo perché è negativo…
Speaker : PRESIDENTE.
Se il referto è negativo, poi votiamo. Ve lo leggerò, se ci sono delle motivazioni.
Speaker : ZULLO.
Allora aspettiamo i referti, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Aspettiamo i referti. Io non ho problemi. Stampiamo i referti.
Per cortesia, un po’ di ordine. Ha chiesto di intervenire l’assessore Piemontese, così vediamo di uscire fuori da questa impasse. Prego, assessore.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Grazie, Presidente Gatta.
Considerato che dobbiamo anche attendere ulteriormente per fornire i referti, secondo me si poteva anche evitare, però l’Aula è sovrana, proporrei, se possibile, una brevissima riunione dei Capigruppo, in maniera tale che si stabilisca l’ordine dei lavori, il programma, che cosa abbiamo intenzione di fare, quindi come dobbiamo organizzarci. Lo stabiliamo tutti assieme, maggioranza e minoranza, e all’esito della cosa vediamo che cosa dobbiamo fare.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è questa proposta dell’assessore Piemontese: una riunione adesso dei Capigruppo, una Conferenza dei Capigruppo finalizzata ad individuare i criteri per procedere all’esame degli emendamenti e del testo di legge.
Mettiamola ai voti. C’è questa proposta.
È accolta una sospensione breve della seduta per consentire ai Capigruppo... Voglio essere ottimista.
Va bene, assessore. Chiedo ai Consiglieri di prendere posto.
Riprendiamo il Consiglio regionale. In queste due ore la macchina è riuscita a fotocopiare tutta la refertazione nel numero massimo di copie, una per Capogruppo, e l’altra per gli assessori. Oltre non potevamo andare, altrimenti ci volevano altre due o tre ore. Per cui, vi raccordate per i referti con i capigruppo.
Nel frattempo che si è consumata la stampa e la fotocopiatrice, i capigruppo hanno fatto un buon lavoro, che verificheremo man mano che andiamo avanti, insieme all’assessore Piemontese.
Proviamo a riprendere il Consiglio nella speranza di poter terminare il più presto possibile. C’erano varie ipotesi, ma…
Prima di arrivare all’articolato, chiamo il punto n. 1) all’ordine del giorno: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale. Esercizio finanziario 2019 e pluriennale 2019-2021”.
Il Presidente Amati nella sua relazione ha riassunto tutte e tre i punti, quindi possiamo procedere al voto.
Ci siamo tutti? Chi manca? Ho chiamato il primo punto all’ordine del giorno: “Il bilancio del Consiglio regionale”. Possiamo procedere al voto?
È aperta la votazione. Dobbiamo accelerare. Potevamo votare anche per alzata di mano, ma è inutile stare a contare. Procediamo elettronicamente, si fa prima. È il bilancio del Consiglio.
Presenti 46, votanti 46, favorevoli 39, 7 contrari.
È approvato.
Passiamo al secondo punto: “Documento di economia e finanza regionale”.
Procediamo al voto. La relazione è stata già svolta.
Presenti 45, votanti 45, favorevoli 28, 17 contrari.
È approvato.
Passiamo al punto n. 3) e cominciamo la maratona.
Cominciamo con l’articolo 1.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 28, contrari 15.
È approvato.
Articolo 2 (Cofinanziamento regionale del POR).
Votiamo.
Presenti 45, votanti 35, favorevoli 29, contrari 6, astenuti 10.
È approvato.
Articolo 3 (Aeroporti di Puglia).
Votiamo.
Presenti 45, votanti 36, favorevoli 29, contrari 7, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 4 (Disposizioni in ordine all’acquisizione di azioni Aeroporti di Puglia).
Presenti 47, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 17.
È approvato.
Votiamo l’articolo 5. Poi cominciano gli emendamenti.
Articolo 5.
Prego, collega De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
Approfitto anche della presenza del Presidente, nonché assessore alla sanità, in relazione alla questione di cui stiamo discutendo.
In queste ore presso la ASL di Foggia si sta discutendo di una questione che vorrei qui, Presidente, chiarisse un po’ a noi tutti. Sembra che ci siano anche incontri dei sindacati. Sembra che la società Sanitaservice Foggia stia procedendo alla internalizzazione del servizio CUP. A questo servizio è interessata una vasta platea di lavoratori.
Poiché le voci di corridoio sono tante e vorremmo capire anche la volontà del Governo in merito, sembrerebbe che, alla luce di questa internalizzazione, non facciano parte di questa internalizzazione tutti i lavoratori che si occupano di questo settore. Quelli che fanno il servizio CUP, quelli che fanno il servizio call center sarebbero oggetto di internalizzazione e stabilizzazione, mentre quelli del CED non sarebbero oggetto di questa situazione.
Quindi, la domanda che voglio porgere all’assessore, nonché Presidente Emiliano, è capire quale direttive ha dato l’Assessorato alla sanità all’Azienda sanitaria di Foggia, che a sua volta è l’unico azionista della Sanitaservice, su come muoversi in relazione a questa questione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo a votare l’articolo 5.
Votiamo.
Presenti 46, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 8.
È approvato.
Adesso cominciamo gli emendamenti. C’è il primo emendamento di pagina 1, Governo, con i proponenti, ovviamente. Consigliere Conca, prego.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente.
Questo emendamento è per consentire ai medici dell’emergenza-urgenza 118 di avere la possibilità, alla stregua di quanto è già successo in ottobre in Piemonte, di partecipare, a partire dal primo aprile 2019, sui posti carenti per coloro che negli ultimi dieci anni hanno maturato un’anzianità di almeno tre anni prioritariamente nell’emergenza-urgenza, ma anche per la continuità assistenziale, la medicina generale o altri contratti di collaborazione.
Naturalmente questa possibilità è subordinata prima agli incarichi che vanno assegnati alla graduatoria regionale e chi è in possesso di diploma di formazione specifica in medicina generale. Questo consentirebbe naturalmente di andare a sopperire alla carenza dei medici che soprattutto nell’emergenza-urgenza spesso vedono posti poco appetibili.
Siccome c’è anche un precedente che pare non essere stato impugnato dal Governo centrale, io ritengo che sia possibile, e lo rimetto all’Aula. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere? C’è il referto, come avete visto, del Capogruppo. Parere contrario del Governo. Consigliere Amati.
Speaker : AMATI.
Presidente, brevemente, siccome ci sono altri due articoli all’interno del testo, dove il parere era uguale, di non conformità, ma è nel testo per lo stesso problema degli articoli 35 e 36 del 165 del 2001, è importante capire cosa succederà su quelli, per coerenza. Se su quelli noi voteremo favorevolmente, è chiaro che dovremmo votare favorevolmente anche su questo. È un problema di linearità e coerenza, perché gli uffici hanno segnalato le medesime violazioni, cioè degli articoli 35 e 36 del 165 del 2001 sia per questo che per gli altri due. Per cui, se il Governo dovesse dire “no, noi anche per quegli altri due li approviamo” io sarei dell’opinione a quel punto di sfidare la Corte costituzionale anche su questo.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Sull’ordine dei lavori, prego, Campo.
Speaker : CAMPO.
Gli impegni sono stati appena assunti in Conferenza dei Capigruppo. Ci eravamo detti per linearità e anche per accelerare i lavori che laddove c’era un referto tecnico negativo degli uffici non avremmo proceduto all’esame degli emendamenti. Lo ricordo per l’avvenire, per mantenere gli impegni che avevamo assunto, altrimenti siamo stati lì due ore senza far nulla.
Speaker : PRESIDENTE.
Il collega Amati ha posto un’altra questione. Va bene, votiamo. Parere contrario.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 12, contrari 32, nessuno astenuto.
Non è approvato.
Passiamo adesso all’articolo 6. Votiamo l’articolo 6 dell’articolato.
Presenti 42, votanti 39, favorevoli 33, contrari 6, astenuti 3.
È approvato.
Articolo 7. Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 44, votanti 37, favorevoli 37, astenuti 7.
È approvato.
Adesso andiamo all’articolo 8. C’è l’emendamento di pagina 2, a firma De Leonardis. C’è il primo e poi c’è il secondo emendamento.
Prego, consigliere De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
Presidente, chiederei che venga riportato alla sua originaria predisposizione, quindi votarlo un’unica volta, perché è un unico emendamento. Peraltro, è il mio unico emendamento in quest’Aula, non ne ho fatti altri.
Cosa voglio fare con questo emendamento? Aumentare le risorse per le farmacie rurali. Ci sono circa cinquanta comuni in Puglia che hanno un numero di abitanti fino a 3.000 abitanti e questi farmacisti sono in qualche maniera dei baluardi, dei paladini, anche con una funzione sociale, perché non hanno certamente le risorse per mandare avanti queste farmacie. Quindi, svolgono una funzione che non è solo quella di farmacisti, ma anche una funzione diversa e di sostegno al territorio.
Ritengo, quindi, che sia una cosa utile che facciamo. Non costa molto e va veramente ad aiutare tutto il territorio, dal Gargano al Subappennino, al Salento, dove ci sono tanti piccoli comuni, al Leccese e al Barese. Quindi, è una misura di giustizia sociale.
Vi chiedo di votare a favore di questo emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Il Governo è favorevole. Io ignoro le ragioni per cui gli uffici hanno spacchettato. Il collega De Leonardis ritiene di votare l’importo iniziale del comma 2, che porta la somma da 750.000 euro a un milione.
Votiamo l’emendamento di pagina 2, che passa l’importo del comma 2 da 750.000 euro a un milione. Votiamo.
Presenti 44, votanti 37, favorevoli 37, astenuti 7.
È approvato.
Il voto del consigliere Perrini verrà registrato manualmente.
Non ci sono altri emendamenti all’articolo 8, per cui votiamo l’articolo 8, così come è stato emendato.
Presenti 46, votanti 40, favorevoli 40, astenuti 6.
È approvato.
Adesso andiamo all’articolo 9.
Non vedo emendamenti. Votiamo.
Presenti 46, votanti 45, favorevoli 39, contrari 6, astenuti 1.
È approvato.
Articolo 10.
Votiamo.
Presenti 46, votanti 37, favorevoli 37, astenuti 9.
È approvato.
Adesso andiamo all’articolo 11.
Il primo emendamento è ritirato. Non ci sono altri emendamenti all’articolo 11.
Votiamo l’articolo 11.
Presenti 47, votanti 47, favorevoli 47.
È approvato.
Articolo 12.
C’è un emendamento di pagina 5 a firma di Grazia Di Bari.
Il Governo?
È ritirato. Non ci sono altri emendamenti all’articolo 12.
Votiamo l’articolo 12.
Presenti 48, votanti 38, favorevoli 31, contrari 7.
È approvato.
Articolo 13.
Presenti 47, votanti 47, favorevoli 31, contrari 16.
È approvato.
Articolo 14.
Votiamo.
Presenti 44, votanti 36, favorevoli 36.
È approvato.
Articolo 15.
Presenti 47, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 16.
È approvato.
Articolo 16.
Votiamo.
Presenti 45, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 15.
È approvato.
Articolo 17.
Votiamo.
Presenti 45, votanti 35, favorevoli 35, astenuti 10.
È approvato.
Articolo 18.
Votiamo.
Presenti 45, votanti 42, favorevoli 37, contrari 5, astenuti 3.
È approvato.
Articolo 19.
Votiamo.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 41.
È approvato.
Articolo 20.
Votiamo.
Presenti 45, votanti 45, favorevoli 29, contrari 16.
È approvato.
Articolo 21. Votiamo.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 29, contrari 15.
È approvato.
Articolo 22. Votiamo.
Presenti 47, votanti 40, favorevoli 30, contrari 10, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 23. Votiamo.
Presenti 45, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 24. Votiamo.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 43, astenuto 1.
È approvato.
Articolo 25.
Presenti 45, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 26.
Presenti 44, votanti 36, favorevoli 33, contrari 3, astenuti 8.
È approvato.
Adesso c’è un emendamento di pagina 6, a firma Laricchia e Galante, 26-bis.
Collega Laricchia, prego.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Questo emendamento ovviamente non comporta oneri. Si tratta semplicemente di mantenere la promessa che è stata fatta alle associazioni di categoria dell’agricoltura, chiarendo una volta per tutte che non intendete più passare i Consorzi ad Acquedotto pugliese. Questo fa sostanzialmente questo emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
La parola all’assessore Di Gioia. Prego.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Su questo argomento c’è un disegno di legge che verrà discusso tra qualche settimana, quando riprenderemo i lavori, quindi io chiederei di ritirarlo, perché è un articolo che, di fatto, sintetizza una parte di quell’emendamento, ma se fosse approvato così stravolgerebbe il senso della norma per come è rimasta, invece, tuttora scritta.
Noi, quindi, chiediamo il rinvio; diversamente, voteremmo contro, rimandando poi il dibattito all’articolato del disegno di legge in discussione.
Speaker : PRESIDENTE.
Allora, è ritirato? No. Lo dobbiamo votare? Votiamo, con il parere contrario del Governo.
Presenti 45, votanti 44, favorevoli 15, contrari 29, astenuto 1.
Non è approvato.
Articolo 27.
Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 46, votanti 35, favorevoli 30, contrari 5, astenuti 11.
È approvato.
Articolo 28.
Presenti 41, votanti 39, favorevoli 34, contrari 5, astenuti 2.
È approvato.
Articolo 29.
Votiamo.
Presenti 45, votanti 44, favorevoli 31, contrari 13, astenuti 1.
È approvato.
Articolo 30.
Votiamo.
Presenti 41, votanti 40, favorevoli 40, astenuti 1.
È approvato.
Articolo 31.
Votiamo.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 41, contrari 2.
È approvato.
Articolo 32.
Votiamo.
Presenti 45, votanti 45, favorevoli 40, contrari 5.
È approvato.
Articolo 33.
Presenti 43, votanti 42, favorevoli 35, contrari 7, astenuti 1.
È approvato.
Articolo 34.
Presenti 43, votanti 39, favorevoli 31, contrari 8, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 35.
C’è un emendamento di pagina 7, a firma di Conca e Casili. Ritirato.
C’è un altro, a pagina 8, Conca e Casili, sempre all’articolo 35. Non è ritirato.
Parere del Governo? C’è parere contrario del Governo.
Prego, Conca.
Speaker : CONCA.
Ho capito. Siccome quando il Governo deve dare un parere contrario fa fede al referto, quando non conviene non se ne tiene conto. Qui si vogliono preservare le zone artigianali perché oltre a fare concorrenza sleale si vanno a snaturare. Cioè, una zona artigianale nasce per insediamento produttivo, non certo per fare concorrenza all’edilizia sul mercato.
Siccome negli ultimi tre anni si sono abbattuti capannoni per fare cubature, per fare appartamenti, salvo poi avere insediamenti abitativi all’interno di zone artigianali che hanno inquinamento acustico, atmosferico, eccetera, alla stessa stregua della lettera e) bisognava inserire la lettera d). Io non comprendo come mai non si voglia fare, non capisco, onestamente.
Se l’assessore ce lo vuol spiegare.
Speaker : PRESIDENTE.
Ha chiesto la parola. Prego, assessore Pisicchio.
Speaker : PISICCHIO, assessore all’urbanistica e all’assetto del territorio.
Intanto per chiarirci. Ovviamente, i pareri tecnici vanno coordinati anche con la valenza politica. Qui non possiamo non dimenticare quello che è avvenuto negli anni scorsi: c’è un Piano Casa che prevede già una serie di interventi in tal senso, quindi posso assicurare che quando porteremo una legge di definizione verrà rivalutata tutta questa parte e nell’ambito di una legge quadro diversa, certamente avremo la discussione per poter riprendere quello che è avvenuto. Ad oggi, non possiamo rimangiare quello che la legge ha già previsto fino a questo momento, quindi non è recuperabile in questo frangente.
Speaker : PRESIDENTE.
Presenti 43, votanti 42, favorevoli 8, contrari 34, astenuto 1.
Non è approvato.
Adesso c’è un subemendamento. La firma non riesco a leggerla: “Aggiungere le parole ‘tale verifica abbia esito negativo’”.
È un subemendamento all’emendamento di pagina 9. È così? Aggiungere il seguente comma. Questo è un subemendamento all’emendamento di pagina 35, quello a firma Longo, Pentassuglia eccetera eccetera. Il parere è favorevole.
Presenti 40, votanti 39, favorevoli 32, contrari 7, astenuto 1.
È approvato.
Pongo in votazione l’emendamento di pagina 9, che ha subìto questo subemendamento, a firma Longo, Pentassuglia e altri. Il parere del Governo è favorevole. Votiamo.
Presenti 42, votanti 41, favorevoli 35, contrari 6, astenuto 1.
È approvato.
Votiamo l’articolo 35. Prego, collega Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente. Chiedo scusa. Non per venir meno all’accordo, però voglio che rimanga agli atti di questa legislatura e di questo Consiglio. Confermo anche qui e chiedo all’assessore Pisicchio di convocare, nel più breve tempo possibile, le sovrintendenze presso l’assessorato per fare un ragionamento sulle norme regionali, perché in periferia sta succedendo di tutto e di più. Non si possono sostituire i tubi dell’acqua di acquedotto nei centri storici per quello che la sovrintendenza riporta nelle conferenze. Abbiamo un atteggiamento di sovrintendenti che non riconoscono le leggi regionali, dicendo che sono incostituzionali, anche quando non sono state dichiarate tali.
Allora se dobbiamo accelerare la spesa, ammodernare e rendere non mortificando il territorio, ma valorizzandolo, noi non possiamo non avere un leale atteggiamento istituzionale che metta in conto il loro parere, che è vincolante, ma che non può vedere rinviare le decisioni di sviluppo del territorio pugliese.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo l’articolo 35, così com’è stato emendato.
Presenti 45, votanti 45, favorevoli 39, contrari 6.
È approvato.
Articolo 36.
Votiamo.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 38, contrari 6.
È approvato.
Articolo 37.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 44.
È approvato.
Articolo 38.
Votiamo.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 43.
È approvato.
Articolo 39.
Votiamo.
Presenti 42, votanti 35, favorevoli 35, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 40.
Votiamo.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 35, contrari 7.
È approvato.
Articolo 41.
Votiamo.
Presenti 39, votanti 33, favorevoli 27, contrari 6, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 42.
Presenti 41, votanti 40, favorevoli 34, contrari 6, astenuti 1.
È approvato.
Articolo 43.
C’è un subemendamento all’emendamento di pagina 10, a firma di Barone. No, di Borraccino.
Ha chiesto la parola, collega Borraccino? Prego.
Speaker : BORRACCINO, assessore allo sviluppo economico.
Dobbiamo inserire all’emendamento presentato dai colleghi Zullo, Manca e Perrini, sia nel titolo dell’emendamento che nei contenuti, affiancare l’articolo 17 all’articolo 18, altrimenti si tiene fuori il fondo dato alle ASI per quanto riguarda il fondo IVA. C’è questo subemendamento appunto a correlare questo. Quindi c’è il parere favorevole…
Speaker : PRESIDENTE.
Dobbiamo aggiungere l’articolo 18.
Speaker : BORRACCINO, assessore allo sviluppo economico.
Sì, e c’è il parere favorevole anche all’emendamento del 18.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo i subemendamenti e poi passiamo all’emendamento.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35, contrari 5.
È approvato.
Adesso c’è l’emendamento di pagina 10. Parere del Governo che sostituisce quello dell’articolato: è così? Qui c’è scritto “sostituisce”.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 36, contrari 6.
È approvato.
L’articolo 43 è stato quindi sostituito.
Articolo 44.
Votiamo.
Presenti 44, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 45.
Non ci sono emendamenti.
Votiamo.
Presenti 44, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 46.
Votiamo.
Presenti 44, votanti 39, favorevoli 39, astenuti 5.
È approvato.
Articolo 47.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 42.
È approvato.
Articolo 48. C’è l’emendamento di pagina 11, Cera. Che succede qua? Parere favorevole. Sono singoli emendamenti. Li dobbiamo votare singolarmente. Votiamo. Sono gli emendamenti garganici criptati. Cambiano una serie di emendamenti.
Votiamo l’emendamento di pagina 11.
Presenti 35, votanti 33, favorevoli 27, astenuti 2, contrari 6.
È approvato.
Votiamo adesso l’emendamento di pagina 12. Il parere del Governo è favorevole. Votiamo.
Presenti 38, votanti 34, favorevoli 28, contrari 6, astenuti 4.
È approvato.
Ultimo emendamento di pagina 13. Votiamo.
Presenti 35, votanti 32, favorevoli 26, contrari 6, astenuti 3.
È approvato.
Votiamo adesso l’articolo 48.
Presenti 36, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 49.
C’è l’emendamento di pagina 14, a firma del consigliere Colonna. È ritirato.
Votiamo l’articolo 49.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 34, contrari 6.
È approvato.
Articolo 50.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato.
Articolo 51.
C’è l’emendamento di pagina 15, a firma del consigliere Colonna. È ritirato.
Sempre a pagina 16… Ritirato. Consigliere Perrini, è d’accordo? Okay.
Adesso votiamo l’articolo 51.
Presenti 45, votanti 44, favorevoli 38, contrari 6, astenuto 1.
È approvato.
Articolo 52.
Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 44, votanti 37, favorevoli 37, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 53.
Votiamo.
Presenti 45, votanti 39, favorevoli 39, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 54.
Presenti 42, votanti 35, favorevoli 35, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 55.
Presenti 43, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 12.
È approvato.
Articolo 56.
Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 41, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 3.
È approvato.
Articolo 57.
C’è l’emendamento di pagina 17, a firma di Stea. È ritirato?
Votiamo l’articolo 57.
Presenti 42, votanti 35, favorevoli 35, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 58.
Votiamo. 44, votanti 44, favorevoli 44.
È approvato.
Articolo 59.
Votiamo.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 36, contrari 6.
È approvato.
Articolo 60.
Votiamo.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 43.
È approvato.
Stiamo registrando il voto di Gatta.
Articolo 61.
Presenti 47, votanti 47, favorevoli 47.
È approvato.
Articolo 62.
Votiamo.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 44.
È approvato.
Articolo 63.
Grottaglie caput mundi.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 43.
È approvato.
Articolo 64.
C’è un emendamento di pagina 18, a firma del consigliere Cera. Che succede?
Pentassuglia, è vero che sei d’accordo? È vero, ha detto.
Speaker : CERA.
Ripristinare quella che era la situazione precedente rispetto all’articolato presentato con una norma da parte di Donato Pentassuglia. Estendeva la rappresentanza delle associazioni venatorie nelle Commissioni di abilitazione venatoria.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Se volete, me ne vado.
Speaker : PRESIDENTE.
Calma, calma. Marmo hai rinunciato alla parola? Chi è violento? Votiamo l’emendamento di Cera, di pagina 18. Parere favorevole del Governo.
Presenti 38, votanti 37, favorevoli 35, contrari 2, astenuto 1.
È approvato.
Votiamo l’articolo 64 come modificato.
Presenti 42, votanti 35, favorevoli 28, contrari 7.
È approvato.
Scusate quello che ho capito io, nella legge madre erano tre, è così? Bene. Il collega Pentassuglia ha proposto un emendamento con cui estendeva uno per ogni rappresentante, in Commissione. Adesso rimangono in vita i tre della legge madre. Eliminando il comma a), rimane in vita la legge madre, che dice tre.
Scusate, nella legge n. 67, la legge madre, c’era il numero di tre. All’articolo 26, comma 2: articolo 68 della legge regionale n. 67. Quella è la legge madre. Il collega Pentassuglia proponeva di cambiare il numero tre della legge madre. Nel momento in cui lo eliminiamo, rimane in vigore l’articolo 68. Abbiamo chiarito la questione. L’articolo 64 l’abbiamo già votato.
Articolo 65.
Votiamo.
Presenti 44, votanti 37, favorevoli 37, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 66. Presenti 42, votanti 42, favorevoli 42.
È approvato.
All’articolo 67 c’è un subemendamento, a firma Pendinelli. Ovviamente, il subemendamento all’emendamento sostitutivo di pagina 19. Pellegrino e Pendinelli. Un subemendamento.
Parere favorevole del Governo.
Presenti 36, votanti 29, favorevoli 22, contrari 7, astenuti 7.
È approvato.
Adesso andiamo a pagina 19. C’è l’emendamento a firma di Pellegrino che riformula l’articolo 67.
Parere favorevole del Governo. Possiamo procedere.
Presenti 37, votanti 30, favorevoli 24, contrari 6, astenuti 7.
È approvato.
L’emendamento di pagina 20 decade.
Anche quello di pagina 21 decade.
Non ce ne sono altri. Votiamo, adesso, l’emendamento all’articolo 67.
Votiamo il nuovo articolo, adesso, così come è stato emendato, eliminando quello dell’articolato.
Era sostitutivo, okay.
Articolo 68.
Non ci sono emendamenti.
Presenti 43, votanti 38, favorevoli 38, astenuti 5.
È approvato.
Articolo 69.
…All’articolo 68.
Adesso votiamo l’articolo 69.
Presenti 39, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 9.
È approvato.
Articolo 70.
Non ci sono emendamenti.
Votiamo.
Presenti 39, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 11.
È approvato.
Articolo 71.
Non ci sono emendamenti.
Votiamo.
Presenti 35, votanti 33, favorevoli 31, contrari 2, astenuti 2.
È approvato.
Articolo 72.
Io sto all’articolo 72. È ritirato. Tutto ritirato, allora?
Possiamo votare l’articolo 72, okay?
Presenti 36, votanti 35, favorevoli 27, contrari 8, astenuto 1.
È approvato.
Articolo 73.
Presenti 42, votanti 37, favorevoli 35, contrari 2, astenuti 5.
È approvato.
Articolo 74.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 33, contrari 6.
È approvato.
Articolo 75. C’è un emendamento di pagina 23, Conca. È ritirato? No.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Calma, calma. La parola al collega Conca.
Speaker : CONCA.
Ho presentato l’emendamento per sopprimere l’articolo 75 perché non è rispettoso della legge e la legge richiamata, la stabilità del 2015, prevedeva la possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato entro il 31 ottobre 2018. Era questo il motivo per cui la graduatoria della ASL Bari andava messa a disposizione di tutte le ASL, così da poterla scorrere entro un tempo utile, cioè prima della scadenza, e prorogare tutti i contratti.
Considerato che i 227 precari della ASL Bari sono stati licenziati e che nel frattempo si è fatto un avviso pubblico per 4.500 infermieri, che ci sono tutti quelli della mobilità che sono in attesa di poter rientrare in Puglia e il concorso annunciato nel 2019, io ritengo che i direttori generali non potranno procedere perché contro ogni dettato normativo sovraordinato.
Per questo chiedo di mettere una pezza a ciò che è successo in Commissione. Anche in Commissione lo dissi e lo ribadisco qui in Aula. Poi è chiaro che il Governo decide quello che fare.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, io credo che non ci sia da mettere una pezza a niente, tant’è vero che abbiamo votato a favore anche dell’emendamento del collega Conca, il primo emendamento presentato e firmato da lui, perché qui non c’è nulla di incostituzionale o anticostituzionale.
Le proroghe dei contratti a tempo determinato nelle ASL non seguono i procedimenti della legge Madia, tant’è vero che è la legge Madia stessa che al comma 10 della legge (non ricordo quale articolo) dice che, riferendosi al 208, che è citato nella legge, per il personale medico, tecnico-professionale e infermieristico del servizio sanitario continuano ad applicarsi le disposizioni che consentono la proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato degli infermieri.
L’eccezione sollevata dal collega Conca sarebbe pertinente, ove le aziende sanitarie avessero provveduto ad avviare le chiamate per la sostituzione di tutti quegli infermieri che scadono il 31 dicembre. Quindi, la proroga è una questione di necessità che serve a non interrompere un servizio pubblico e serve a tutte le ASL della nostra regione, perché per quanto mi riguarda, per quello che è il mio territorio, si è attinto dalle graduatorie esistenti per gli infermieri a tempo indeterminato sia dalla graduatoria di Taranto sia dalla graduatoria di Bari, che risulta esaurita.
Ad oggi, se fosse vero quello che il collega Conca afferma, le ASL avrebbero dovuto mettere in atto le azioni per sostituire gli infermieri che scadono il 31 dicembre. Questo oggi, 21 dicembre, non è avvenuto. Le rappresento la situazione degli ospedali di Andria, Canosa, Barletta e Bisceglie, dove gli infermieri a tempo determinato che scadono il 31 dicembre sono ben 98. Dal 1° gennaio non ci sarà nessuno che sostituirà alcuno. Quindi, non è che chi è a tempo determinato nella graduatoria di Bari ha il diritto a venire ad Andria, Barletta, Canosa o a Bisceglie. Non lo ha questo diritto perché non è stato chiamato. Quindi, voi vi assumete la responsabilità di interrompere un pubblico servizio per il quale ci dovremmo rivolgere alla Procura della Repubblica il 1° gennaio. Credo non sia opportuno che in un’Aula dove si fa politica e si prendono le decisioni si debba ragionare in questo modo.
Questo è solo il ragionamento che serve al funzionamento della sanità. Per cui, se vengono prorogati questi signori, innanzitutto la Pubblica amministrazione della Regione ha il dovere di completare i mesi che servono a quei dipendenti infermieri, che servono a completare il percorso per la stabilizzazione. Se un infermiere il 31 dicembre ha 36 mesi, la Regione ha l’obbligo di completare il percorso di stabilizzazione e non può, in questo momento, interrompere il lavoro di un infermiere che sta da 24 mesi in un ospedale e che è utile a quell’ospedale per non avere nessuno il giorno dopo o, magari, come dice Conca, si può prendere un infermiere da una graduatoria a tempo determinato. Quando? Lo faranno il 1° gennaio i direttori generali? Poi dovremo avere la disponibilità di questi infermieri di altre graduatorie.
Noi avremo interrotto la possibilità di costruire il percorso di stabilizzazione previsto dalla legge Madia e avremo assunto un altro infermiere a tempo determinato che avvierà e cercherà a sua volta di completare il percorso di stabilizzazione.
Abbiamo innescato una guerra tra poveri, mentre se è vero, come è vero, che alcuni direttori generali hanno affermato che vanno via questi e prendiamo cinquanta OSS, quaranta OSS, gli OSS non possono fare lo stesso lavoro che fanno gli infermieri, quindi si compie una illegittimità sostanziale.
Se poi è vero, come è vero, che sono in campo i concorsi per i 5.000 OSS e per i 4.000 infermieri da fare nel 2019, fateli. Per chi prorogherete per un anno, per otto mesi, per nove mesi, per quello che le direzioni generali riterranno opportuno avremo salvaguardato il servizio, ma fate i concorsi, allora, se è vero che a marzo usciremo dal Piano operativo e potremo innescare il nostro percorso di aumento della popolazione infermieristica e di ausilio.
Questo è il tema di questa sera. Io non vi pongo un tema avulso, e che qualcuno si è azzardato a dire che è incostituzionale. Qui abbiamo tanti costituzionalisti vaganti, come mine vaganti, ognuno ha la sua incostituzionalità pronta alla bisogna.
Voi mi dovete dire il primo gennaio che cosa succede a Canosa, ad Andria, a Barletta e a Bisceglie, e presumo, cari consiglieri, in tutta la Regione.
Lo so che si ha voglia di fare un bel concorsone, lo so, quasi a mo’ dei 7.000-8.000 stabilizzati nelle precedenti amministrazioni regionali. Allora consentiamo a tutti di vivere, e soprattutto alle nostre strutture sanitarie, di prestare quei servizi che servono, non altro.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Ovviamente i direttori generali dispongono di tutti i poteri necessari ad evitare l’interruzione di pubblico servizio e per garantire la continuità assistenziale. Questi poteri sono di varia natura, dal concorso, alla chiamata diretta, hanno mille maniere per risolvere il problema.
Lei porrebbe una questione giusta se vi fosse un percorso di stabilizzazione in corso, che non c’è. Questa barzelletta per favore non raccontatela più ai poveri non vincitori di concorso, perché di stabilizzazione non so se mai ce ne sarà un’altra, ma non c’è un percorso finalizzato alla stabilizzazione.
Noi, quindi, secondo me dobbiamo dire ciò che realmente accadrà. Io ho chiesto ai direttori delle ASL, ovviamente, di fare immediatamente concorsi a tempo determinato per le eventuali esigenze di urgenza e per risolvere le questioni di cui lei ha detto. Se non ci fossero i tempi per fare i concorsi a tempo determinato, possono procedere senza nessun particolare problema a fare chiamate anche dirette per evitare l’interruzione di pubblico servizio. Lo possono fare anche adesso. In teoria, cioè, non c’è bisogno di un articolo di legge di fronte al pericolo di un’interruzione di pubblico servizio per rimediare con strumenti contrattuali di cui i direttori generali già dispongono. Noi quindi abbiamo dato questo indirizzo: ciascuna ASL che ritiene di non riuscire a usufruire tempestivamente delle graduatorie a tempo indeterminato, faccia i concorsi a tempo determinato, per avere una graduatoria disponibile.
Contemporaneamente la ASL di Bari, che ha già bandito per questo tipo di esigenza il concorso a tempo determinato, organizzerà, anche per conto di tutte le altre ASL, un nuovo grande concorsone, chiamiamolo così, che non ha la finalità di fare sceneggiate, ma semplicemente, come mi sono impegnato a fare, di eliminare queste prove preliminari di cultura generale che sono risultate alla fine una delle ragioni per le quali molti infermieri esperti purtroppo evidentemente non hanno il tempo di fare le parole incrociate o di guardarsi il web su Wikipedia e quindi hanno avuto delle défaillance sulle prove di cultura generale e, soprattutto, di far valere il periodo di anzianità già maturata come punteggio aggiuntivo in modo tale da regolarizzare tutta la situazione.
Adesso, in una situazione terribile, perché queste persone non hanno vinto un concorso nonostante in molti casi lavorino con profitto da molti anni ed è una situazione che provoca una devastazione, ma non ha rimedi legali e non è certamente questa norma che risolve il problema. Quindi, io penso che sia utile non illudere queste persone sulla possibilità di prorogare soprattutto sull’esistenza di percorsi finalizzati alla stabilizzazione. Non ci sarà nessuna stabilizzazione. Il Ministro non ne ha parlato, non se ne parla.
L’unico modo per risolvere i problemi di queste persone è fare dei concorsi, che noi stiamo bandendo. Se ci date una mano a raccontare questa verità a tutti i nostri ragazzi e a tutte le nostre ragazze, noi faremo il più in fretta possibile per metterli nelle condizioni di essere rimessi al lavoro, anche perché ci servono. Non credo sia questa la strada. Grazie.
Parere contrario.
Speaker : PRESIDENTE.
Il collega ritira l’emendamento.
Sull’articolo 75 il Governo si è già pronunciato con parere contrario. Votiamo.
Presenti 40, votanti 39, favorevoli 8, contrari 31, astenuto 1.
Non è approvato.
Articolo 76.
C’è un primo emendamento di pagina 24. Il parere del Governo è favorevole. Dei consiglieri Colonna, Caroppo e Amati è l’emendamento. Votiamo.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato.
Non ci sono altri emendamenti all’articolo 76, per cui votiamo l’articolo 76. È la sostituzione dell’articolo 76? Non era scritto che era sostitutivo. Okay. Quindi, è eliminato l’articolo 76, che così è sostituito.
Articolo 77.
Non ci sono emendamenti. Votiamo.
Presenti 42, votanti 36, favorevoli 36, astenuti 6.
È approvato.
Adesso c’è l’emendamento di pagina 25, a firma dei consiglieri Galante e Bozzetti. Parere contrario del Governo. Che cosa dice, collega Galante? Votiamo. Ha chiesto la parola? Prego. Non vedevo qui le iscrizioni.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Questo, anche se la cifra può sembrare simbolica, comunque rientra in quello che è il solco della lotta e della prevenzione all’azzardopatia. Credo che il Governo dovrebbe contribuire, in qualche modo, la maggioranza soprattutto, a votare favorevolmente.
Con questo emendamento noi stiamo chiedendo, anche se – ripeto – un contributo simbolico da dare ai Comuni per mandare quel messaggio sul territorio per quanto riguarda i bar, i tabaccai, i vari circoli privati, un contributo per chi è “no slot”, per chi combatte l’azzardopatia. Questo è fondamentale perché non dobbiamo mai abbassare la guardia verso questa patologia, questa dipendenza gravissima che sta colpendo migliaia e migliaia di pugliesi.
È fondamentale, come è stato fatto in passato per le sigarette, come è stato fatto in passato per la droga, per la lotta alle varie malattie che vengono contratte attraverso determinati problemi patologici dovuti alle droghe.
Anche, ripeto, se simbolico, dobbiamo lanciare questo messaggio in Puglia.
Grazie.
Tra l’altro, il parere è anche favorevole, assessore.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere contrario del Governo, se ho capito bene. Come favorevole? Okay.
Votiamo.
Presenti 37, votanti 34, favorevoli 12, contrari 22, astenuti 3.
Non è approvato.
Articolo 78.
C’è l’emendamento di pagina 26, Congedo. Governo? Parere favorevole.
Presenti 37, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 7.
È approvato.
Votiamo adesso l’articolo 78.
Presenti 43, votanti 37, favorevoli 37, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 79.
Da me cosa volete? C’è un emendamento, lo hanno approvato già in Commissione, non lo stiamo ponendo adesso, dobbiamo fare qua la discussione?
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 26, contrari 13.
È approvato.
Articolo 80.
Poi lo chiariremo in seguito.
Votiamo.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 41.
È approvato.
Articolo 81 (Promozione delle feste ecologiche). Votiamo.
Presenti 36, votanti 35, favorevoli 35, astenuto 1.
È approvato.
Articolo 82. Votiamo. Tartufi. È tutta roba buona. Chi ha chiesto di parlare? Non vedo nessuno.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 40, contrari 1.
È approvato.
Non è uscito sul monitor, collega Colonna.
Articolo 83. Votiamo.
Presenti 40, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 7.
È approvato.
Articolo 84. Votiamo.
Presenti 38, votanti 36, favorevoli 33, contrari 3, astenuti 2.
È approvato.
Articolo 85. Votiamo. L’abbiamo già votato. Adesso stiamo votando l’articolo 85.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 28, astenuti 4.
È approvato.
Articolo 86.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 31, contrari 7.
È approvato.
Articolo 87.
Speaker : PERRINI.
Presidente, bisogna scrivere “Disposizione per potenziamento assistenza psicologica” al titolo dell’articolo 87.
PRESIDENTE. Va bene, bisogna cambiare il titolo. Okay.
Votiamo.
Presenti 40, votanti 34, favorevoli 34, astenuti 6.
È approvato.
Articolo 88.
Votiamo.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato.
Articolo 89.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 34, contrari 7.
approvato.
Articolo 90.
Collega Damascelli, prego.
Speaker : DAMASCELLI.
C’è un errore nella stesura del testo. È un fatto di coordinamento. Praticamente, anziché “è sostituito dal”, “è aggiunto il”. Quello è l’errore. È un semplice errore. Quindi, “al comma” anziché “il comma”. Questo è l’errore.
L’ho anche scritto, se volete, così ve lo lascio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Votiamo l’articolo 90, con questa modifica tecnica.
Adesso votiamo l’articolo così come è stato cambiato. Votiamo l’articolo 90.
Abbiamo votato la modifica di Damascelli.
Adesso votiamo l’articolo così come è stato modificato.
Annulla la votazione e ripetiamola.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvata.
La modifica di Damascelli è approvata.
Adesso ricominciamo e votiamo l’articolo 90.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 39.
È approvato.
Articolo 91.
Votiamo.
Presenti 40, votanti 39, favorevoli 33. contrari 6, astenuto 1.
È approvato.
Articolo 92.
Votiamo.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 26, contrari 15.
È approvato.
Articolo 93.
Debiti fuori bilancio.
Votiamo.
Qui ce ne vogliono 26: ci siamo tutti? Colonna, vai al voto!
Presenti 43, votanti 37, favorevoli 30, contrari 7, astenuti 6.
È approvato.
Adesso andiamo al 93-bis degli emendamenti di pagina 27. Sempre ulteriori debiti fuori bilancio. Votiamo questa tabella.
Presenti 42, votanti 34, favorevoli 27, contrari 7, astenuti 7.
È approvato.
Caro Assessore, sarebbe bello se ci fermassimo qui e annullassimo tutto quello che abbiamo dopo. Da qui partiamo.
Cominciamo con gli emendamenti aggiuntivi.
Mazzarano, articolo aggiuntivo di pagina 28. Emendamento di pagina 28. Parere favorevole. Votiamo.
Ce l’ha con noi, collega Bozzetti? Cominciamo con gli emendamenti aggiuntivi. Il primo è di pagina 28.
Speaker : GALANTE.
Vorrei capire meglio questo emendamento, perché dopo tutti i lavori fatti in Commissione sanità e in sottocommissione dove si era deciso che non poteva essere trasferito il fabbisogno di una provincia a parte il distretto, ma da provincia a provincia. Io vengo accreditato in una provincia e poi me ne vado in un’altra. Mi sembra completamente assurdo che state modificando una cosa che ripeto… In Commissione anche eravamo tutti d’accordo. Se mi potete dare una spiegazione a questa cosa alquanto contraddittoria e paradossale.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Zullo, prego.
Speaker : ZULLO.
È molto semplice, Presidente, consiglieri, colleghi.
Questo emendamento non si riferisce al fabbisogno dei posti letto delle RSSA o RSA così come le abbiamo modificate, ma si riferisce al trasferimento di strutture sanitarie.
Speaker : PRESIDENTE.
Votiamo. Il Governo è favorevole. Votiamo.
Presenti 34, votanti 33, favorevoli 26, contrari 7, astenuto 1.
È approvato.
C’è un emendamento a pagina 29, a firma del consigliere Gatta. Il parere del Governo è favorevole. Votiamo.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 38.
È approvato.
Pagina 30, sempre a firma del consigliere Gatta. Parere favorevole del Governo. Votiamo.
Presenti 38, votanti 33, favorevoli 33, astenuti 5.
È approvato.
Pagina 31, sempre a firma del consigliere Gatta. Parere favorevole del Governo. Votiamo.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 33, contrari 7.
È approvato.
Adesso andiamo a pagina 32. È ritirato.
Pagina 33: sterilizzazione dei cani patronali.
Speaker : GALANTE.
Ribadisco quello che è successo un anno fa. Poi giusto un richiamo. Ne approfitto per questo emendamento per richiamare il Governo a presentare quel disegno di legge che ci era stato detto che sarebbe arrivato in Commissione, e noi abbiamo bloccato tre proposte di legge, Presidente. Lei stesso ci disse l’anno scorso di ritirare quell’emendamento perché sareste intervenuti voi per combattere il randagismo e soprattutto per tentare di bloccare questa emorragia di denaro, quasi 30 milioni all’anno, che ormai è un business. Non può più essere una questione normale.
Approfitto dell’emendamento, Presidente, perché noi stiamo aspettando il disegno di legge del Governo che dovremo emendare, e non abbiamo capito perché si è bloccato. Abbiamo recepito un consiglio dato dal Governo, di bloccare le nostre proposte di legge.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere favorevole.
Votiamo.
Presenti 33, votanti 32, favorevoli 32, astenuti 1.
È approvato.
L’articolo 34 è superato perché abbiamo già votato...
Va bene.
35. Perrini. È ritirato? Ritirato.
36. ASL Lecce.
Prego, Zullo.
Speaker : ZULLO.
Noi lo possiamo anche ritirare, purché il Presidente Emiliano presti un po’ di attenzione e riesca a comprendere quello che sta succedendo.
Presidente, all’interno del Vito Fazzi di Lecce c’è una associazione senza fini di lucro, condotta da un ecclesiastico, che ha realizzato una casa di accoglienza per pazienti gravi oncologici. Hanno fatto richiesta del suolo in diritto di superficie per ampliare e fare una seconda casa. La ASL si è detta disponibile. Ha chiesto alla Regione di ottenere l’autorizzazione a farlo, con il parere favorevole dell’ingegnere e del direttore generale. La Regione non ha mai risposto.
Ora, se lei ci dice che lo facciamo con una delibera, lo facciamo con una legge, lo facciamo sul piano amministrativo, noi lo ritiriamo. Abbiamo anche presentato un’interrogazione. Questo è l’oggetto di questo emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
L’ha ritirato?
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Io so che questo sacerdote ci sta costringendo pure a riguardare la procedura di affidamento precedente, perché non esiste nel regime dei beni pubblici un affidamento anche solo del diritto di superficie in comodato, senza un bando, a un privato. Questo privato può essere San Francesco, o può essere un altro soggetto, un’operazione così, o Berlusconi, mi suggerivano, non so poi perché proprio Berlusconi. La questione non cambia.
Ho spiegato che l’eventuale messa a disposizione di suolo pubblico ad un privato può intervenire eventualmente in un accordo che potrebbe, ma ipotizzo, esserci tra la Regione Puglia, la ASL e la Curia di Lecce, ma non certamente un privato qualunque, un’associazione che non conosciamo e che potrebbe essere messa in verifica, in parallelo a mille altre associazioni che potrebbero avere lo stesso scopo.
Ora, se don Gianni insiste, peraltro cercando di mortificare la Regione Puglia e il diritto, noi saremo costretti ad andare a verificare la procedura precedente che è avvenuta, temo, in una maniera assolutamente priva di fondamento giuridico. Però siccome il diritto amministrativo consente anche di fare una valutazione molto larga di eventuale insussistenza, come ci ha insegnato il Vice Premier Di Maio, dell’interesse pubblico all’autotutela, è possibile anche evitarla, questa autotutela. Però se don Gianni insiste, noi dovremmo fare una convocazione di don Gianni e dire: don Gianni, scusa, a quale titolo noi ti dobbiamo dare un suolo pubblico dove tu devi realizzare una cosa che poi devi controllare tu per vent’anni, per trent’anni? Qual è il ragionamento? E perché non farlo ad altre associazioni? Perché non farlo in tutti gli ospedali? Perché non farlo in ogni luogo pubblico? Per mille esigenze pubbliche?
Ora, io vorrei che don Giovanni se ne rendesse conto. Io non sono un teologo, quindi non mi permetto di intervenire sulla spiegazione della parola di Dio. Però tengo uno straccio di laurea in giurisprudenza che mi consente di dire che quell’operazione non si può fare. Ovviamente capiamo perfettamente che don Gianni è in buona fede, però la sua insistenza… Mille volte gli ho detto: don Gianni, possiamo fare un incontro – ovviamente per interposta persona, perché si è rivolto a tutto il Consiglio regionale, don Gianni. Quindi, se cortesemente io posso fare un incontro col vescovo e il vescovo mi dice che condivide questa iniziativa, in teoria con la Curia, essendo una struttura un po’ più strutturata e potendola interpretare come un soggetto comunque dotato di una capacità di intervenire sull’interesse generale, potremmo immaginare una convenzione di questo genere.
Però, per quello che ho capito, nessuno ha intenzione di caricarsi di una eventualità di questo genere.
Siccome Don Gianni ha utilizzato nei confronti miei e della Regione termini inaccettabili, mi farebbe piacere, rispettosamente, che Don Gianni si rendesse conto che come ci sono delle regole di diritto canonico, così esistono delle regole del diritto italiano, e lui le deve rispettare. Punto e basta. Credo di aver detto questa cosa in Consiglio regionale.
Se poi qualcuno dice che io posso concedere in diritto di superficie a qualunque privato benemerito tutti i beni pubblici senza gara, e ha il coraggio di dire una cosa del genere senza un minimo di bando, ditemelo. Però, non credo di essermi comportato male. Non ho mai risposto male a Don Gianni, non gli ho mai detto nulla. Ho sopportato in silenzio. Però, siccome siamo arrivati al punto che nella serata del bilancio io devo stare a parlare di questa cosa e devo dire che sono stato anche molto mortificato, perché sembrava un assurdo silenzio.
L’assurdo silenzio alle volte si verifica quando qualcuno non vuole mortificare nessuno e sta in silenzio. È una cosa, adesso non voglio insegnarla io a Don Gianni, della quale parla spessissimo anche Sua Santità, cioè di stare zitti di fronte a situazioni che potrebbero provocare ulteriore disappunto o sconcerto nell’opinione pubblica.
Io penso di aver dato dei suggerimenti a tutti i consiglieri regionali ai quali Don Gianni è andato a ricorrere per fare una cosa ben fatta: se la Diocesi o le altre Diocesi pugliesi hanno desiderio di fare attività del genere, potremmo fare una convenzione nella quale mettiamo a disposizione queste aree, ma non certo della società, della ONLUS o dell’associazione di Don Gianni, perché l’associazione di Don Gianni è uguale a centinaia o a migliaia di altre associazioni benemerite che operano in Puglia, perché non c’è solo Don Gianni, che fanno cose del genere.
Per esempio, a Bari c’è una associazione laica, che si chiama AGEBEO, che fa la stessa cosa. Tutto qua.
Dopodiché, c’è il massimo rispetto per l’iniziativa. Io mi auguro che si possa trovare una maniera non mortificante per la Regione per far seguire le nostre regole, che sono sempre le stesse dopotutto.
Speaker : ZULLO.
Io sono soddisfatto della risposta perché, Presidente, a noi risulta che sia la prima risposta data ufficialmente. Noi non siamo venuti a dirle in un orecchio di don Gianni o don Francesco o altro, noi abbiamo utilizzato gli strumenti istituzionali: abbiamo fatto un’interrogazione e non ci è mai stata data una risposta. Siamo stati costretti a fare un emendamento per poter ottenere una risposta.
Della sua risposta prendiamo per buono il lato positivo, cioè l’intento di interagire con la Curia e con la ASL per poter capire se c’è un sistema, nel rispetto delle leggi. Questo è registrato e lo riporteremo non a don Gianni, ma all’associazione, perché noi don Gianni nemmeno lo conosciamo. All’associazione Cuore e mani aperte verso chi soffre lo riporteremo e diremo: vai con il vescovo. Se desidera, Presidente, ci faremo anche noi promotori di questo incontro e ci incontreremo per poter definire la situazione.
Detto questo, l’emendamento è ritirato.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Pagina 37, Santorsola. Parere favorevole del Governo.
Presenti 37, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 6.
È approvato.
Pagina 38. È ritirato.
Pagina 39, Turco. È ritirato? No, mai sia. Favorevole.
Votiamo.
Presenti 37, votanti 36, favorevoli 34, contrari 2, astenuti 1.
È approvato.
40, Marmo.
Governo, che cosa avevate concordato? Parere favorevole del Governo.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Chiedo scusa. Siccome qui si dice che questi integratori alimentari ipercalorici devono rappresentare, per essere ammissibili, l’unica fonte di nutrimento per pazienti impossibilitati... Per come è costruito, sembra una conditio sine qua non: o questo o niente.
Gli uffici sostengono, invece, ovviamente in maniera iperbolica, che dovremmo lasciarli andare. Non volevo dirlo. Vuol dire che, secondo me, non vi siete capiti. Non so se sono ancora qui presenti i redattori del referto. Si dichiara che non è conforme alla normativa regionale, statale e comunitaria, in quanto disciplina l’erogazione di integratori alimentari ipercalorici con risorse del fondo sanitario... Andrebbe utilizzato il bilancio ordinario.
Non si può utilizzare il bilancio ordinario. Quindi, scusatemi, questi pazienti se le comprano loro queste cose?
Speaker : PRESIDENTE.
La parola al collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Se gli uffici sostengono che l’erogazione di questi alimenti...
gli Uffici sostengono che l’erogazione di queste prestazioni che sono alimenti indispensabili alla vita, perché non possono mangiare altro che questo, fino a qualche tempo fa la ASL BAT provvedeva a rifornire, ad alimentare questi pazienti oncologici e neurologici terminali con questi alimenti. Da un po’ di tempo la ASL ha detto no. Io non ho interloquito con gli uffici dell’assessorato, ma con la ASL, dove c’è la lettera… È chiaro che è obbligatorio. Ho capito. Le leggo, Presidente, se mi vuole ascoltare un attimo…
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
… quindi non è immaginabile che rientrino nella nozione alla quale probabilmente gli uffici fanno riferimento, di integratori alimentari generali, che sono utili in altri casi, ma non essendo indispensabili non sono nei livelli essenziali di assistenza. In questo caso, siccome lei fa riferimento al caso dell’unica fonte di nutrimento, io le garantisco che in questo caso rientrano nei LEA e devono essere pagati con il Fondo sanitario.
Se gli uffici la vedono diversamente, stanno commettendo un errore: questo voglio dire, checché gli uffici abbiano scritto.
Speaker : MARMO.
Presidente, mi ascolti un attimo. Se fino ad una certa data veniva erogato questo alimento e poi la ASL ha sospeso, io le leggo la richiesta del medico non privato ma del medico non privato, ma del medico dell’ospedale del reparto di oncologia di Barletta. Gliela leggo.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Secondo me stanno commettendo un errore.
Speaker : MARMO.
Certo che stanno commettendo un errore, per questo… Fammi parlare, Turco, non si riesce a parlare.
Dice il medico: “sulla base delle recenti acquisizioni scientifiche si dimostrano le capacità del supporto nutrizionale di contrastare l’anoressia e il recupero della massa magra; si prescrive il seguente piano terapeutico: Ensure plus, confezione da 200 millilitri, pari a 300 kcal, quantità di flaconi 2 al dì da assumere” e costano “da 25 millilitri ogni 30 minuti, nell’intervallo tra i pasti per la durata di 90 giorni. Tale trattamento di nutrizione artificiale enterale risulta assolutamente indispensabile per evitare l’ulteriore peggioramento dello stato nutrizionale”.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Consigliere, questi rientrano nei LEA sicuro.
Speaker : MARMO.
Sicuro, è quello che ho scritto io. Però il suo ufficio mi dice che non rientrano nei LEA.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Lo so. Stanno commettendo un errore.
Speaker : MARMO.
Anche all’altro emendamento mi hanno dato il parere negativo, ma l’ha dato l’ufficio urbanistico ad un’altra cosa che non c’entrava niente. Ed era sbagliato pure quello.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Può succedere. Dobbiamo decidere se dobbiamo andare dietro…
Speaker : MARMO.
Se non vengono caricati di proteine non possono fare le chemio.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Consigliere, siccome io e lei non siamo due sprovveduti è evidente che c’è un errore. Io penso che non sia necessario… La legge in ogni caso non cambierebbe. Se noi approvassimo l’articolo dovremmo stanziare una cifra che peraltro non è prevista e non c’è. Quello che posso fare è prendere l’impegno immediatamente a far correggere questo errore, perché non vorrei che gli uffici non facciano riferimento al caso in cui l’ipercalorico è unica fonte di nutrimento, ma si riferiscano a un integratore alimentare tout court. In quel caso avrebbero ragione, ma nel caso che lei ha formulato nella norma, secondo me, l’alimento addirittura viene prescritto nel piano terapeutico, non è una valutazione opzionale da parte del paziente. Se lei lo ritira, io farò in modo, anche con la sua collaborazione immediatamente dopo, di chiarire questo equivoco perché non credo che nelle altre ASL ci siano equivoci di questo genere. Siccome si è verificato anche un altro caso per altri presidi di questo tipo e abbiamo riaggiustato sempre nella BAT, non so se lei l’ha seguita quell’altra vicenda, io sì e sono intervenuto, questa onestamente, se mi fosse stata segnalata forse l’avremmo potuta correggere senza questa cosa qui.
Penso che come emendamento non sia ammissibile, non ha copertura. Non ha un senso specifico. Se poi deve avere un valore simbolico… Lo vuole ritirare? Lo ritira e noi prendiamo questo impegno a far correggere questa impostazione. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Ritirato.
Emendamento di pagina 41 (Gioco d’azzardo). C’è il voto segreto. L’ha chiesto il proponente. Galante, ha chiesto di parlare? Prego.
Speaker : GALANTE.
Stavo aspettando. Qui c’è il parere negativo, credo, del Governo.
Consigliere Marmo, questa richiesta di proroga è l’ulteriore… Infatti, questo è ancora peggio. Noi abbiamo cercato di parare i danni dandola a sei mesi l’altra volta, e la maggioranza e l’opposizione, tranne voi sicuramente, anzi forse anche qualcuno della maggioranza non ha capito l’importanza di intervenire nella prevenzione e nella cura di questa dipendenza, di questa gravissima piaga.
Non capisco come si fa ancora a discutere di questo sistema pericolosissimo per tutti i pugliesi. Quindi, io mi auguravo che lei ritirasse questo emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Laricchia.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
Anch’io sono rimasta molto male nel vedere questo emendamento, perché ritenevo in qualche modo chiusa una vicenda che aveva ferito tutti quanti, aveva ferito moltissimi pugliesi già qualche mese fa.
Qui è in gioco la credibilità prima di tutto della Regione Puglia, perché nel 2013, credo, si è vantata, ed è finita anche sui media con un certo consenso, rispetto a una normativa rivoluzionaria probabilmente in quel momento sulla prevenzione del gioco d’azzardo, aveva dato cinque anni di tempo alle aziende per regolarsi, per adeguarsi alla normativa. C’è chi magari avrebbe voluto aprire un’attività e, conoscendo la legge, non l’ha fatto, giustamente, pensando che questa Istituzione avesse una sua credibilità, e cioè che la sua parola conta qualcosa, e non l’ha fatto.
Qualche mese arriva fa una proposta di legge che cerca di cambiare le carte in tavola. Non ci riuscite per fortuna, non si riesce a portare a compimento il gioco grazie anche all’emendamento del consigliere Santorsola, e adesso si presenta questo emendamento in sede di bilancio e per giunta si chiede il voto segreto, che è la conclusione più subdola possibile che potevate inventare sulla conclusione di questa vicenda.
Io sono molto stupita anche della provenienza politica di questa proposta, perché si tratta di Forza Italia, un partito che molto spesso si è dimostrato, anche nelle sue politiche, a favore della famiglia, a favore della Chiesa. Ebbene, dovete sapere che perfino il Papa ha ricordato recentemente che la lotta all’usura e all’azzardopatia deve essere al centro delle politiche economiche e, quindi, dell’interesse e delle nostre proposte politiche.
Io spero con tutto il cuore che il voto segreto non porti all’approvazione di questo emendamento, che è una vergogna, perché offende la credibilità prima di tutto di questa Istituzione e poi anche e soprattutto quelle famiglie che sono distrutte da questa piaga, perché è una piaga che distrugge le famiglie, oltre a distruggere la salute, naturalmente, delle singole persone.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Condivido quello che ha detto la collega Lavecchia, ma, come diceva un famoso Ministro della Repubblica, non c’azzecca niente, per il semplice motivo che abbiamo approfondito insieme a tutti i consiglieri regionali all’interno della Commissione, in più sedute, in più occasioni, in diversi mesi, fino all’ultima riunione realizzata in Commissione, dove abbiamo audito fior di magistrati e di sociologi che ci hanno detto che pensare di avere il distanziometro come elemento fondante di pubblica sicurezza o di misura sanitaria per salvare coloro i quali si recano a giocare è una idiozia bella e buona.
Rispetto a queste affermazioni, che sono alquanto ridicole... Non è che uno dice “togliamo il distanziometro perché vogliamo far del male alle persone e siamo contenti”, quindi diventiamo automaticamente, secondo l’assunto della nuova filosofia, contro la famiglia, mentre predichiamo di essere a favore della famiglia, quando ogni giorno continuiamo a vedere giovani che giocano sulla televisione, sul telefonino, in altro modo, sull’iPad, sul tablet, giocano in modo incontrollato.
Quindi, altri sono i sistemi per evitare questo elemento di dipendenza.
Respingo al mittente le accuse di rispetto della legalità o altro, perché quello che abbiamo ascoltato dalla voce di un magistrato in Commissione è quanto di più chiaro potesse essere detto rispetto alle chiacchiere che abbiamo ascoltato adesso dalla collega Laricchia.
Nessuno si azzardi più a pensare che qualcuno è a favore del gioco d’azzardo o, addirittura, dell’usura. Stupidaggini così io non sono disposto a sopportarle!
Rispetto a questo, signor Presidente, quello che noi chiediamo con questo emendamento non è l’eliminazione delle distanze tout court. È la richiesta che il Governo nazionale, che ora sappiamo da chi è gestito, probabilmente nemmeno dall’Italia, ma da altrove, disponga e faccia quelle norme che deve fare. È chiaro?
Aspettiamo le norme nazionali. Si muovano. Si sveglino.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Ventola.
Speaker : VENTOLA.
Presidente, io ho aggiunto la mia firma convintamente. Premetto che sono una persona che non ha mai giocato in vita sua. Mai. Da quando non c’è più stato l’1-X-2, non ho mai più giocato, non sono mai entrato in una sala giochi. L’ultima volta è stato con la schedina, adesso non c’è più manco la schedina. Per cui, va bene difendere le proprie tesi, ci mancherebbe altro, siamo qui per questo; però accusare altri di cose che non stanno né in cielo né in terra, sinceramente, probabilmente è solo un modo per distogliere l’attenzione dal problema reale.
La finanziaria che si sta discutendo in queste ore avrebbe avuto tante occasioni per poter limitare il gioco d’azzardo, se tale si vuol definire, un gioco che è legittimo, previsto da norme comunitarie, nazionali, e dalla Regione solo recepite, perché non abbiamo alcuna competenza nel decidere o meno se un gioco è o meno d’azzardo.
Questo Governo, quello nazionale, in questa finanziaria, piuttosto che incrementare le entrate tassando il gioco, avrebbe potuto mettere delle limitazioni al gioco. Se si vuole trasformare il distanziometro, perché di quello si sta parlando, rispetto invece ad affrontare un tema molto più serio, che è quello delle dipendenze patologiche in generale, ancora di più riguardanti il gioco d’azzardo, ci sono le Commissioni. È incardinato un disegno di legge e lì si avrà ancora più possibilità, nel merito, di approfondirle.
Ma giocare facendo credere ai cittadini pugliesi che 500 metri sono qualcosa eliminata la quale farebbe scomparire il gioco, significa dire ai cittadini pugliesi che li stiamo prendendo in giro. Il maggior numero di giochi infatti oggi avviene online, quindi manco si recano nel luogo. Se quel luogo diventa un luogo distante dai centri urbani, e diventa di periferia, viene anche meno quel senso di pudore che può avere ancora un giovane nel dover entrare in una sala giochi. Invece in periferia lo farebbe tranquillamente.
Oggi, forse, stando affianco ad una chiesa, al centro, vicino a una scuola, o al centro città, probabilmente il fatto di essere controllato, sotto gli occhi di tutti, scientemente decide di fare una cosa, lui e la sua famiglia. Ma se dobbiamo invece dire che aboliamo il gioco perché mettiamo a 500 metri di distanza, stiamo dicendo ai nostri ragazzi e a chi soffre di questa patologia, non ti voglio vedere, vai in periferia, così nemmeno ti vedo, e non ho manco quella falsa coscienza di dire: non ne so nulla.
Questo è un argomento che va affrontato con serietà, e lo dico da persona assolutamente non coinvolta in nulla, perché è una questione seria, ma va affrontata con i professionisti, ascoltando chi soffre di queste patologie, capire se il sistema sanitario oggi in Puglia è nelle condizioni di poter dare una mano. Parliamo delle competenze nostre. Quella del gioco è una competenza nazionale. Siccome ci sono tavoli aperti in Conferenza Stato-Regioni, sia il Governo nazionale, il Parlamento italiano a legiferare in maniera uniforme in tutta l’Italia. Noi evitiamo di fare demagogia da quattro soggetti che hanno solo necessità a volte di apparire, di fare battaglie di religione. Le battaglie di religione si fanno quando si hanno ruoli e competenze, sennò si va per strada e si protesta. Qui si parla di cose che competono alla Regione Puglia. Siccome quella legge era sbagliata del 2013 noi stiamo ponendo un rimedio.
Speaker : PRESIDENTE.
Abbiamo sei interventi. Siccome la discussione sul tema l’abbiamo fatta… Era solo un appello. Non vedo cosa si possa aggiungere. Va bene. Volete intervenire tutti? Non c’è nessun problema. Stavo semplicemente richiamando al buon senso avendo consumato poche settimane fa una lunga discussione sul tema. Non vedo cosa si possa aggiungere agli orientamenti.
Il diritto di parola non posso toglierlo.
La parola a Grazia Di Bari.
Speaker : DI BARI.
Grazie. Un intervento breve per mettere in evidenza innanzitutto che la legge è del 2013 e quindi non è che ci siamo ridotti oggi a chiedere l’applicazione della legge da tutti votata la legge del 2013, n. 43, e da tutti ritenuta idonea per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Mai è stata chiesta l’approvazione e l’applicazione della stessa, tant’è vero che quando siamo entrati noi in Regione abbiamo chiesto che fosse applicata, fortemente abbiamo voluto che fosse applicata. Abbiamo chiesto che fosse istituito l’Osservatorio. Ci rendiamo conto benissimo che non è soltanto con il distanziometro che si può evitare o comunque cercare di arginare questo problema, che è una piaga sociale, ricordiamocelo.
In ogni caso ci teniamo a dire che ad essere sentito in Commissione è stato soltanto il magistrato e un magistrato non fa la Cassazione. Bisognerebbe probabilmente sentire anche le…
Bisognerebbe anche sentire altri pareri, probabilmente. Quando parliamo di contrasto non dobbiamo soltanto pensare a chi già gioca, si deve parlare anche di prevenzione e la prevenzione probabilmente la attui anche con il distanziometro, oltre a tutte le altre cose buone che prevede la legge n. 43/2013, che, ripeto, non è stata mai applicata, mai applicata, da voi che l’avete approvata e ideata. Adesso vi alzate in piedi dicendo che deve essere il Governo nazionale a svegliarsi. Noi ci siamo svegliati: abbiamo già vietato la pubblicità in Tv. Questo lo stiamo facendo. Voi l’avete fatto? Abbiamo aumentato anche le tasse per chi gestisce questo tipo di attività. L’avete fatto? Come vi permettete di dire a noi che dobbiamo intervenire su questo tema? Siamo intervenuti, eccome. E su questa cosa non torneremo indietro.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA.
Grazie, Presidente. Lungi da me soltanto ipotizzare che qualcuno tra i proponenti abbia interesse ad andare contro le famiglie o abbia interesse a favorire l’usura o la malavita. Però, mi fa specie che, dopo aver discusso in Commissione, nella quale pendono ancora due proposte di legge regionali, noi si debba rinunciare ad avere un ruolo nella normazione in fatto di gioco d’azzardo, demandando tutto allo Stato centrale.
Io credo che abbiamo un impegno, che in Commissione sapremo portare a termine, rispettando quelle che sono le nostre idee e quelle che sono le vostre idee. Da un confronto serio nascerà una proposta regionale, che potrà essere o meno aderente a quella che sarà la normativa nazionale, ma sicuramente non sarà limitata al solo distanziometro.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Laricchia.
Speaker : LARICCHIA.
Grazie, Presidente.
A proposito di chi…
Speaker : PRESIDENTE.
Questo è il secondo, poi non ce ne sono più. Due volte ha parlato.
Speaker : LARICCHIA.
Sì, lo so. Due adesso e poi uno per dichiarazione di voto.
Dato che qualcuno ha messo in dubbio che anche la Chiesa, che comunque ricordo, da ciò che si leggeva sui media, nel 2013 noi non eravamo qui, ma ricordo che partì in qualche modo dal suo interesse, dal suo lavoro, la proposta di legge, che poi diventò legge che faceste, ultimamente anche monsignor Alberto D’Urso, Presidente della Consulta nazionale antiusura, è uscito sui media che non ha gradito la proposta di modifica alla legge regionale sul gioco patologico, nella quale si chiede la proroga dell’introduzione delle distanze di 500 metri. È un provvedimento immorale che favorisce le lobby del gioco d’azzardo.
Tra l’altro, non pensate, noi li vediamo nei corridoi, anche nei nostri uffici, che cercano di avvicinarsi, chi giustamente ha interessi legittimi in questo settore, che hanno cercato in qualche modo di salvare i loro interessi. È il loro mestiere, giustamente. Noi facciamo il nostro, che dobbiamo avere a cuore la salute e la prevenzione dell’azzardopatia per i pugliesi e per quelle famiglie che vengono distrutte da questa piaga.
Tra l’altro, a me veramente fa specie sentire una persona, più persone qui che, magari, nel 2013 hanno votato a favore o erano nei partiti che hanno votato a favore di questa legge, adesso tirarsi indietro e dire che il Governo nazionale deve prendersi le sue responsabilità, un Governo nazionale che contro il gioco d’azzardo mi pare abbia fatto più di qualunque altro Governo fino ad ora.
Non si può, nel momento in cui si torna indietro rispetto a una legge approvata, a una legge regionale approvata cinque anni fa, in quello stesso momento avere addirittura il coraggio di chiedere ad altri di assumersi la responsabilità che in prima persona non si trova il coraggio di assumere.
Ripeto, queste le parole di monsignor D’Urso. Io cerco di usare gli argomenti a cui di solito Forza Italia, almeno a parole, dovrebbe essere sensibile. Ricordo l’esplicita richiesta del Papa alla politica di orientare le sue scelte economiche in questa direzione, nella direzione di tutelare queste famiglie. Voi state facendo un passo gravissimo. Già la proposta è scandalosa. Ecco perché chiedo almeno di ritirarla, almeno di ritirare il voto segreto, perché i pugliesi devono sapere chi ha votato che cosa, e se proprio vogliamo essere buoni, se proprio vogliamo essere perfetti, sarebbe l’ideale davvero ritirarla definitivamente o almeno votare contro.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Galante.
Speaker : GALANTE.
Grazie, Presidente.
Solo per ricordare, anche se mi ha preceduto il consigliere Santorsola, che quello che diceva il consigliere Ventola è completamente sbagliato. Anzi, mi dispiace che abbia detto certe cose.
Noi siamo competenti in materia sanitaria. Noi stiamo intervenendo a tutela della salute dei cittadini. Lo facciamo noi, come Regione. La prevenzione è fondamentale. Anche il distanziometro detto dal consigliere Marmo. Il giudice che è venuto in audizione, il Procuratore, ha usato il condizionale: “potrebbe” non esserlo. Non si sarebbe, secondo me, mai neanche permesso di dire che non serve a niente il distanziometro.
Poi vorrei ricordare che l’Eurispes è una società scientifica privata. Non ci è stato presentato nessun metodo su qual è stato il modello di studio scientifico fatto da loro. Io capisco che voi dobbiate tutelare determinati interessi, forse, come diceva la consigliera Laricchia, tutela lavoro, tutela delle situazioni, cercando di dare il più possibile una ragione a quello che state facendo. Ma i danni sanitari che portano a questo problema, i danni civili, i danni all’economia, è un’economia negativa, non è un’economia proattiva, sono soldi che vengono buttati.
Poi, ripeto, a chi dice che sembra assurdo, abbiamo paesi e città disseminati di queste sale slot. È paradossale, semplicemente pensare di avere delle sale slot vicino a una scuola, vicino a un campetto di calcio dei nostri bambini, vicino a un oratorio, vicino a una chiesa. Perciò, ripetiamo, è assurdo che la destra continui a perorare questa causa, di una situazione assurda. Bisogna intervenire prima possibile, magari anche aiutare i lavoratori, perché capisco benissimo, l’abbiamo già detto, ma non un’economia che è solo negativa e ha portato perdita di posti di lavoro e problemi sanitari all’interno del Sistema sanitario, perché noi ogni anno spendiamo circa 6-7 miliardi per curare i problemi sanitari derivanti dalla dipendenza dell’azzardopatia. È veramente assurdo quello che sta succedendo, non riusciamo ancora a capire che la Regione è competente in materia, a tutela della sanità dei pugliesi.
Speaker : DI BARI.
Sì, ancora Di Bari. Ne abbiamo due a testa. Rinunciate al voto segreto. Se siete così convinti che il distanziometro non funziona, se siete così convinti di dire ai cittadini che li state tutelando anche dando una proroga all’applicazione del distanziometro, rinunciate al voto segreto. Anzi, chiedo, a questo punto, il voto nominale, in maniera tale che si sappia nome e cognome di chi vota a favore di questa cosa che è veramente un suicidio per tutti.
Speaker : BARONE.
Non convinco neanche io? Qua non c’è niente da convincere. Nessuno ritiene che approvando o meno il distanziometro possano cambiare le abitudini, purtroppo, dei pugliesi, e di chi ha questa abitudine così cattiva e malsana.
Sicuramente a me è capitato, non so se è capitato anche a voi che alcuni cittadini pugliesi abbiano scritto contro la possibilità di prorogare queste attività e vi dico che proprio Papa Francesco in Commissione antimafia parlamentare il 21 settembre del 2017 aveva detto queste parole: “Il gioco d’azzardo genera diseguaglianza e povertà”. Io per prima, quando mi è capitato più volte di incontrare i miei colleghi Presidenti delle Commissioni antimafia regionali tutti quanti si vantavano nel contrastare il gioco d’azzardo con il distanziometro, cioè diventava una misura ed è una misura che tutte le Regioni in qualche modo stanno portando avanti.
Oggi è chiaro che nessuno pensa che abbiamo trovato la soluzione del problema, però è anche vero che chi dovrebbe in qualche modo dirigere e direzionare quelle che sono anche le scelte dei pugliesi si sta prendendo in quest’Aula oggi la possibilità di direzionare in senso opposto, permettendo in qualche modo a queste sale che sono sempre più diffuse, che sono sempre più presenti vicino alle chiese, vicino alle scuole, di poter prorogare e continuare questa loro attività e di essere considerate qualcosa di normale quando normali non sono. Non è un approccio normale né al gioco, né a un modo salubre di continuare a comportarsi…
Più cittadini hanno scritto anche a noi, cittadini che avevano magari i genitori, che avevano i figli che hanno questa abitudine malsana e la possibilità di avere centri così vicini così centrali probabilmente favorisce assolutamente…
Non diciamo “Cancellate il gioco”. Certamente, allora ritiriamo questo emendamento. Permettiamo alla legge che avete votato nel 2013 in maniera unanime, quindi tutti voi, chi era qui presente nel 2013 ha votato quella legge convinto che fosse probabilmente una soluzione. Oggi, a cinque anni, poiché la soluzione vede la soglia dell’attuazione tiriamo le mani indietro e non abbiamo il coraggio di andare fino in fondo. Molti di voi erano presenti nel 2013. Avete votato. Portiamola in fondo questa storia, altrimenti mettiamoci la faccia e votiamo in maniera palese.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Bozzetti, prego. Manca solo un altro.
Collega Ventola, è inutile insistere. Non cambiano gli orientamenti. Prego, collega Bozzetti.
Speaker : BOZZETTI.
Grazie, Presidente. In Puglia sono stati spesi l’anno scorso 6 miliardi di euro, 6 miliardi di euro, in giochi d’azzardo o non, in generale slot machine, gratta e vinci e tutto quello che gira.
Dobbiamo dire chiaramente che in Puglia, così come in Italia, il gioco d’azzardo è una piaga sociale, è un cancro che va estirpato con tutte le forze, e bisogna essere onesti intellettualmente tutti, perché è vero come è vero che i 500 metri non sono la panacea di tutti i mali, ma è un metodo per venire incontro a chi oggi purtroppo soffre di quella che è una malattia, perché l’azzardopatia è una malattia.
Dobbiamo essere onesti intellettualmente anche quando diciamo che c’è stata una legge nel 2013, se approvata all’unanimità non lo so, noi non eravamo presenti, ma comunque una legge regionale, e tutti, nessuno escluso, dalla maggioranza all’opposizione, da ieri come oggi, sono stati scarsamente attenti affinché questa legge potesse essere applicata, perché è vero che ci sono stati oltre cinque anni di profitto di chi sul gioco d’azzardo ci lucra.
Dobbiamo essere onesti intellettualmente anche quando vien detto che oggi c’è chi gioca più sull’on-line. È vero che oggi c’è un maggiore flusso sull’on-line. Però, è anche vero che la fascia d’età che gioca più sull’on-line è quella che va – lo dico in maniera molto larga – dai diciotto ai cinquant’anni. C’è anche una fascia di età minorenne, però vorrei ricordare soprattutto al consigliere Ventola che sulle fasce on-line ci sono i sistemi di blocco, che ogni buon genitore cosciente potrebbe attivare, ad esempio, sui propri telefonini, quelli su cui giocano i ragazzi minorenni, perché sull’on-line c’è bisogno di password e c’è bisogno di una carta di credito. Così come anche dai sessant’anni in poi uno on-line non ci va mai a giocare perché non è in grado di utilizzarlo.
Dobbiamo essere onesti intellettualmente quando dobbiamo dire che dobbiamo lottare con tutte le nostre forze contro questa piaga sociale, e la piaga sociale è anche dare continuità a chi oggi lucra. Io vorrei solo ricordare, e chiudo il mio intervento, Presidente, che solo meno di un mese fa è balzato agli onori della cronaca un ragazzo appena diciottenne che ha preso una mazza ed è andato a bastonare le slot machine all’interno di un locale, perché il padre aveva completamente rovinato la famiglia. Su questo dobbiamo tutti ragionare e ci dobbiamo mettere una mano tutti sulla coscienza. Abbiamo tutti la responsabilità di quel ragazzo diciottenne. Tutti. Nessuno escluso.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Casili, prego.
Speaker : CASILI.
Presidente, lo dico serenamente, anche perché i colleghi hanno espresso la loro opinione. Lo dico a tutti i colleghi presenti in Aula. È un po’ irrituale presentare – questa è la cosa che mi ha dato più fastidio, almeno personalmente – un emendamento di questo tipo che avrebbe richiesto sicuramente una più serena discussione in Aula, soprattutto da parte del Presidente Emiliano che, vorrei ricordare, l’ultima volta, quando abbiamo discusso su questo tema, non era presente, mentre lì fuori c’erano centinaia di persone che protestavano per i loro motivi.
Vorremmo, quindi, nelle more di questa irritualità nel presentare in una manovra un emendamento di questo tipo, e mi dispiace che lo abbiano fatto i colleghi Marmo, Damascelli e altri, perché si sarebbe potuta aprire una discussione sull’argomento, una discussione dove lo stesso Presidente Emiliano, che spero possa proferire qualche parola nel merito e farci capire anche qual è la sua posizione, a parte di aspettare, a parte i traditori, i tradimenti e quant’altro, Presidente, sappiamo la sua narrazione... Lei non c’era prima in Aula. Sappiamo quello che fa quando va in giro sui territori. Siccome non ha altri...
Speaker : PRESIDENTE.
Scusi, Casili. Il Presidente ha ricordato che sta aspettando. Aveva chiesto prima la parola. L’ho stoppato per dare la parola a voi.
Speaker : CASILI.
Allora il Presidente, appena finirò il mio intervento, farà il suo intervento e ci chiarirà qual è la sua posizione. Spero che non si vada ad un voto segreto, ma a un voto nominale, come diceva la collega Di Bari.
Su questa discussione cerchiamo di metterci tutti quanti la faccia. Ognuno di voi, come dice il Presidente Loizzo, è convinto di quello che dice e di quello che fa. I colleghi non cambieranno certamente le posizioni di voialtri che volete votare l’emendamento, però fateci capire tutti quanti, con un voto che sia estremamente palese, qual è la posizione, così chiudiamo questa storia e siamo tutti più sereni, soprattutto sulle responsabilità che vi state per assumere.
Questi sono i due punti principali. Ripeto: è veramente allucinante aver messo in una manovra finanziaria di bilancio un emendamento di questo tipo che avrebbe potuto, ripeto, richiedere in un’altra sessione di lavoro di questo Consiglio un più sereno approccio, visto che siamo arrivati alle 12,20 a discutere di un tema così delicato, perché qui c’è un atto premeditato da parte dei colleghi, ripeto, che hanno voluto portare… Qui non è tanto entrare nel merito, ma c’è una premeditazione nel portare in modo meschino in Aula alle 12,20, praticamente di notte, un emendamento così importante, di cui avremmo potuto discutere tutti, indipendentemente dalle posizioni di uno o degli altri. Questa è la cosa più vergognosa!
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Zullo.
Speaker : ZULLO.
Presidente, colleghi. Io quando voto una norma, leggo la norma e mi attengo, nel mio pensiero, a quello che c’è scritto su questo foglietto. Qui c’è scritto: il termine stabilito che riguarderà poi la discussione e il tema di cui si è discusso. Dice: è prorogato fino alla data di recepimento della normativa nazionale in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico. Questa proroga, cioè, non è sine die, ma è legata al momento in cui il Governo nazionale gialloverde, che è il loro Governo, farà una normativa. E allora perché io non devo votare favorevolmente questo emendamento? Io lo devo votare favorevolmente perché loro mi hanno detto che sono per la famiglia, che sono per la prevenzione, che sono perché i ragazzi non si suicidino. Se sono per questo, vuol dire che farete una buona norma, e mi auguro che voi tutte queste discussioni che state portando qui andate domani al vostro Governo nazionale e dite: alla Puglia e all’Italia per questo dramma date subito una normativa nazionale, così da domani, da dopodomani in Puglia non si parla più di distanze, così come in tutta Italia. Ecco perché io avrei pensato che fossero loro i primi a votarlo, questo emendamento, perché la palla è in mano a loro. Farebbero loro la legge più bella su questo argomento, invece che cosa dicono? Dicono: guarda, se vogliamo il voto nominale perché tu Zullo, che voterà favorevolmente, indipendentemente dal voto segreto, tu Zullo devi dire da che parte stai”. Io dico da che parte sto: sto dalla parte del loro Governo, perché voglio che il loro Governo domani o dopodomani, tra una settimana, tra un mese faccia la legge per eliminare questo dramma. Ecco perché io voto favorevolmente e ditelo a tutto il mondo: Zullo ha votato favorevolmente perché vi chiede di andare a Roma e dire al vostro Governo di fare…
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Zullo, si rivolga all’Assemblea.
Speaker : ZULLO.
Presidente, la voce me la fanno alzare loro.
Speaker : PRESIDENTE.
Tanto non li convinci. È inutile gridare.
Speaker : ZULLO.
Voglio convincere chi crede in questo emendamento. Votate questo emendamento perché la palla passa a loro e vedremo cosa saranno capaci di fare con il loro Governo nazionale su questo tema. Io voterò favorevolmente perché voglio che il Governo loro, giallo-verde, faccia la migliore legge in questo campo.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. La parola al Presidente Emiliano.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
È inutile che l’argomentazione di Zullo e di Marmo è suggestiva, però dico subito che la questione è talmente importante che sfidare il loro Governo su una cosa del genere io l’ho fatto di sfidarli questi signori qui, sull’Ilva, sulla TAP e mi hanno fatto fare la figura del credulone queste persone qui. Quindi, non li sfidate perché quelli sono dei chiacchieroni, sono delle persone… Sono dei chiacchieroni.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, così non va bene.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Sono persone che ti dicono di fare una cosa… Lo dico soprattutto alla mia maggioranza: non li sfidate, per favore, perché sono persone che in maniera ipocrita ci spingono davanti ai problemi e poi si comportano come tutti gli altri quando hanno occupato una poltrona.
Chiarito questo passaggio, vi dico che questo emendamento o lo approvate o non l’approvate non cambia nulla, perché non si può posticipare, non si può rinviare l’applicazione di una legge che ha una sua precisa data di entrata in vigore ad un momento incerto nel se e nel quando. Mi spiego? Tu non puoi, rispetto ad una legge vigente, che voi non avete abrogato, perché se l’articolo dicesse “la legge è abrogata” va bene.
Voi state sostanzialmente approvando una norma che rinvia ad un fatto che non è detto che si verifichi mai, anzi è certo che non si verificherà, diciamo il contrario, quindi noi ci mettiamo in una condizione di gravissimo disagio, perché gli avremo anche “risolto il problema”, perché daranno, con la consueta abilità, siccome c’è ancora qualcuno che gli crede… Vedremo alla fine quanti ne rimarranno. Vedremo quanti ne rimarranno, perché saremo precisi nell’informare i cittadini del modo in cui si comportano.
Vi prego, non cadete in questa trappola. Noi avevamo un problema, che è grave, che è quello del gioco d’azzardo, e quel problema ce lo dobbiamo risolvere noi, perché se aspettiamo che ce lo risolvano loro faremo la stessa parte che abbiamo fatto, ripeto, su cose ancora più serie, come quelle che ho citato prima.
Quindi, io sono convinto che, come eravamo rimasti d’intesa, noi possiamo trovare delle modifiche a questa norma nel merito della questione che ci consentano di salvare i posti di lavoro esistenti senza offrire a quei signori la scusa di dire che noi stiamo dalla parte del gioco d’azzardo. Vi prego, non fate questo errore.
Noi abbiamo bisogno di votare contro, voto segreto o non voto segreto, perché noi non abbiamo alcuna intenzione di mandare in mezzo alla strada chi lavora in queste… Voi sapete che ogni posto di lavoro per me è centrale, anche fossero tre le persone che rischiano il licenziamento, e voi sapete che noi facciamo sul serio, perché la nostra politica sul lavoro è chiara. Quindi, noi faremo l’impossibile per mantenere i posti di lavoro. Non abbiate paura da questo punto di vista.
Vi prego solo di credere che noi stiamo cercando delle soluzioni fondate – ve le accenno – su un principio che è logico, è di intuitiva intuizione (è una ripetizione), che è quello ad impossibilia nemo tenetur. Cioè, alle cose impassibili nessuno è tenuto. Non è possibile che il distanziometro si concretizzi in una negazione della libertà di impresa, perché questa attività purtroppo… Lo dico chiaramente perché io, semmai dovessi avere i voti in Parlamento per abrogare totalmente ogni forma di gioco d’azzardo, non vedrei l’ora di farlo. Loro non lo fanno e sono problemi loro. Io lo abrogherei totalmente, perché questa è una devastazione, quella del gioco d’azzardo, che non ha mediazioni. E quello che si incassa è molto meno di ciò che viene portato via alla povera gente, perché ancora questo Governo fa il bilancio, il loro governo, con i soldi che toglie alla povera gente. È chiaro?
Quindi, non date questa scusa. Vi prego in ginocchio di non dargli questa scusa, perché questi sono bravi a raccontare le cose al contrario. Noi possiamo trovare la maniera di applicare il distanziometro in una maniera intelligente. Quando non ci sono alternative, quindi il distanziometro è inapplicabile e si concretizzerebbe nella negazione del diritto d’impresa, la norma è incostituzionale. Siccome il primo criterio interpretativo di una legge è la sua compatibilità costituzionale, noi dobbiamo trovare la maniera di chiarire nel testo di legge questo passaggio, cioè che noi non chiediamo l’impossibile alle persone, ma solo di fare quanto è contenuto nella ratio della norma, cioè di distanziarsi dai luoghi delicati per avere rispetto di chiese, scuole, eccetera.
Siccome penso che noi abbiamo la maturità politica – lo dico alla maggioranza – per fare questo lavoro per bene e di assumerci la responsabilità, vi prego di respingere questo emendamento, in modo tale da fare un lavoro pulito. Sennò, anziché approvare il bilancio, di tutta questa storia, noi domani sui giornali leggeremo che il centrosinistra è a favore del gioco d’azzardo, e cazzate di questo genere – mi è scappato, Presidente, chiedo scusa – io le eviterei.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
La toglieremo dal referto scritto.
Collega Marmo, prego.
Speaker : MARMO.
Presidente, siccome non ci nascondiamo dietro un dito, solo per dichiarazione di voto. Noi voteremo a favore della proposta, per il semplice motivo che dove puritani come coloro i quali abbiamo ascoltato in quest’Aula, legati al principio sacro del distanziometro, hanno eliminato il distanziometro, quindi applicato la legge con puntualità, com’era la nostra che scadeva in questo mese, e la discussione che si è fatta oggi è solo anticipata, perché la scadenza della possibilità di derogare alle distanze è tra sei mesi, dove è capitato, dove è successo, cioè in Piemonte, si sono alimentate le bische clandestine.
Quindi, chi vota contro questa norma vuol dire che alimenta il gioco clandestino.
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso c’è un emendamento della collega Laricchia: «Aggiungere “non oltre il 30 giugno 2018”». È già passato. C’è già la legge. Togliamo di mezzo questo emendamento.
Togliamo di mezzo il subemendamento. Andiamo al voto.
Ha chiesto ancora il voto segreto? Confermo il voto segreto? Va bene.
Votiamo.
Presenti 46, votanti 45, favorevoli 12, contrari 33, astenuti 1.
Non è approvato.
Adesso andiamo a pagina 42: Santorsola e Cera. Parere del Governo? Prego, Santorsola.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Io comprendo il senso dell’emendamento, ma ovviamente dobbiamo evitare di approvare delle norme che siano in contrasto con gli indirizzi che ci siamo impegnati a rispettare anche al fine di ottenere l’uscita dal Piano operativo. Dobbiamo evitare violazioni degli impegni presi e sottoscritti davanti al Ministero della sanità nel momento in cui abbiamo concordato il piano di riordino.
Io potrei impegnarmi con il consigliere Santorsola a verificare specificatamente i luoghi dove una eventuale deroga al Piano di riordino possa essere utile in maniera effettiva, perché l’emendamento invece lo estende in maniera generale provocando peraltro un aggravio della spesa non solo molto rilevante, ma devo dire anche non prevedibile e non contenuto, non coperto nella norma medesima. Nei luoghi dove, per esempio, le unità operative di medicina di laboratorio, che è una delle richieste che ci viene pressantemente richiesta in sede di Piano di riordino e che viene osservata con grande attenzione, purtroppo, dal Ministero della sanità che ci chiede l’accorpamento dei laboratori di analisi che devo dire, salvo casi eccezionali nei quali per ragioni estrinseche, tipo, per esempio, la presenza anche nei PTA di servizi oncologici o che richiedono l’immediatezza dell’esecuzione di alcune analisi, quindi salvo questi casi in cui la presenza anche del laboratorio, oltre che del centro prelievi, può essere importante, è come se l’emendamento coprisse tutte le possibili unità o tutti i possibili casi di questo genere con la presenza, che a questo punto potrebbe diventare obbligatoria del laboratorio, senza distinguere i casi in cui effettivamente il laboratorio ha una sua utilità da quelli, invece, in cui questa autorità non ce l’ha.
Comprendo che l’emendamento mira a mettere in sicurezza determinate situazioni e quindi a sottrarle ad una discussione non sempre facile con gli uffici neanche per l’Assessore alla sanità che in molti casi nicchiano nell’individuare e nel trovare queste eccezioni. Però, io penso, per esempio, che laddove la necessità del mantenimento del laboratorio anche in una struttura non ospedaliera fosse individuata in maniera specifica da necessità terapeutiche di evidente utilità, questa deroga al Piano di riordino potrebbe essere più facilmente resa compatibile con la nostra posizione, che, ripeto, almeno in questi giorni, perché mancano pochissimi giorni alle valutazioni da parte del Ministero… Una norma del genere farebbe saltare il Piano di riordino: lo dico chiaramente. Rischieremmo sia per la spesa sia per la violazione di alcune norme specifiche, questo potrebbe essere frainteso dal Ministero e rovinare un lavoro fantastico che è stato fatto in questi tre anni per uscire dal Piano operativo.
Abbiamo fatto, qualche giorno fa, l’ultimo briefing, abbiamo soddisfatto tutte le condizioni per l’uscita dal Piano operativo, tutte. Abbiamo avuto i complimenti da parte del Ministero della sanità, che ci ha detto che è assolutamente stupito dal lavoro che è stato realizzato. Adesso non vorrei che una notizia del genere potesse ribaltare questo giudizio e inquietare il Ministro della sanità e il Ministro dell’economia e delle finanze.
Quindi, suggerisco di tornare all’antico metodo di individuare i casi specifici dove il mantenimento del laboratorio ha una sua evidente necessità, cosa che peraltro è già stato oggetto in alcuni casi di approfondita discussione, e di riprendere il cammino di questo metodo, che forse è meno garantito di quello dell’emendamento presentato, ma è anche più razionale e più compatibile con la sopravvivenza di una strategia, che è quella di riprendere la piena sovranità nella gestione del sistema sanitario regionale, che per noi è vitale.
Abbiamo fatto prima il caso della questione degli integratori ipercalorici. È chiaro che uscire dal Piano operativo significa, per esempio, poter mettere somme sugli extra LEA e, quindi, risolvere la questione, dibattuta, perché gli uffici, che evidentemente ci seguono in diretta, mi hanno replicato immediatamente, lo dico al consigliere Marmo, dicendomi ovviamente che mi stavo sbagliando e che l’AIFA esclude… Però, io rimango della mia idea. Questo glielo voglio dire per sua informazione. Però, è ovvio che uscendo dal Piano operativo, siccome noi un certo numero di milioni a completamento del budget annuale lo mettiamo sempre, non avremmo più l’incubo di dover per forza accertare la natura dei LEA, di determinate prestazioni, che noi riteniamo, come in questo caso, assolutamente opportune e necessarie.
Lo dico veramente con il più totale apprezzamento nei confronti del consigliere Santorsola, che ha individuato in questo emendamento una modalità per risolvere problemi concreti, che ovviamente sia io che lui conosciamo bene e che c’è tutto il desiderio e tutta la volontà di risolvere.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Santorsola.
Speaker : SANTORSOLA.
Grazie, Presidente.
Io non vorrei sembrare irriverente nei confronti del Presidente della Giunta dicendo che a questo emendamento tengo tanto, ma perché credo, sono fermamente convinto che questo emendamento vada nella direzione di dare dignità ai PTA dopo che sono stati riconvertiti da strutture ospedaliere talvolta onorevoli e onorate, e vanno nella direzione di ridurre in maniera significativa il ricorso alle strutture private, che spesso, molto spesso, fanno pagare a pazienti anche esenti ticket prestazioni che nelle strutture pubbliche sono assolutamente gratuite.
D’altra parte, però, mi sento in dovere di rispettare quelle che sono le necessità del bilancio regionale e quelle che sono le motivazioni addotte dal Presidente e assessore alla sanità. Io le voglio ascoltare, le voglio fare mie e voglio in questo momento dare ancora una volta fiducia alla parte interlocutrice, ma vorrei ricordare al Presidente della Giunta, e lo ricordo a tutti noi, che è oltre un anno che con gli uffici io tento di avere un dialogo corretto, da collega a collega, perché – non sono abituato a dirlo – ho fatto il medico per 45 anni in condizioni di frontiera e so quali sono le necessità di un ospedale o di una struttura ambulatoriale che voglia dare assistenza ai pazienti.
Ho tentato in tutti i modi di dialogare con le strutture, con il direttore di dipartimento, con l’ex direttore generale della ASL, con l’attuale direttore generale della ASL. Non ho mai avuto una risposta che fosse coerente con quella data la settimana prima.
Io allora intendo in questo momento ritirare il mio emendamento, se il collega Cera è d’accordo in questa mia intenzione. Ma vorrei che il Presidente della Giunta prendesse formalmente l’impegno a risolvere con me questo problema entro il 10 di gennaio. Non dico il giorno di Natale, ma è un anno che corro dietro a Ruscitti, a Delle Donne a Narracci e a Campobasso, e sono stanco. Adesso vorrei fermarmi e sapere che sono loro a venire a trovarmi, per discutere di un problema importante per la comunità, non solo di quella di cui sono rappresentate, ma di tutte le comunità pugliesi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Consigliere Santorsola sa, a trovare rapidamente una soluzione per i PTA che hanno la necessità, grazie a Dio non sono molti, di valutare l’eventualità di mantenere il laboratorio di analisi, o addirittura di istituirlo.
Faremo certamente al più presto una riunione operativa per valutare quali possono essere i PTA che hanno questa necessità e poi valutare l’eventualità di modificare la delibera 985 del 2017 che appunto in alcuni casi prescrive e blocca questa possibilità di mantenimento.
Prendo quindi questo impegno.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene, l’emendamento è ritirato.
Andiamo al numero 43, Romano. Il Governo è favorevole.
Votiamo.
Non è lo stesso, sono due commi diversi.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 28, contrari 6.
È approvato.
Emendamento 44, parere del Governo favorevole.
Votiamo.
Presenti 36, votanti 36, favorevoli 30, contrari 6.
È approvato.
Il 45, il 46 e il 47 sono ritirati.
Il 48, Liviano, è ritirato.
Il 49, Casili, è ritirato.
Il 50, Bozzetti. Il Governo è favorevole. Votiamo.
Presenti 33, votanti 32, favorevoli 32, 1 astenuto.
È approvato.
Il 51 è ritirato.
Il 52, Galante, è ritirato. Il banco ha perso l’appunto. Lo deve ritirare perché non sappiamo come andare avanti. Dove sta il parere favorevole? Non l’abbiamo. Il banco soffre in liquidità, ragazzi.
Il collega Pentassuglia ha chiesto di parlare.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Se non lo ritira, devo parlare.
Speaker : PRESIDENTE.
Non lo ritira. Prego.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Presidente, avevo chiesto di parlare su quello precedente perché volevo richiamare l’attenzione del Governo regionale, stante la novità, per nostra fortuna, arrivata di rendere patrimonio i muri a secco, di fare una riunione interassessorile, perché dalla legge sulla bellezza a patrimonio UNESCO e al ruolo che non devono esercitare solo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli o coloro i quali si ritrovano in rete Natura 2000, ma fare un progetto un progetto serio per la rivalorizzazione dei muri a secco con la costruzione tradizionale, e non con le pietre che vengono dall’estero, neanche dalla nostra regione, perché questo sta avvenendo purtroppo e mi auguro che vi sia nella legge sulla bellezza.
Con lo stesso intervento mi permetto di dire a questo proposito, rispetto a questa iniziativa del collega, di sollecitare alla struttura assessorile il rispetto della legge regionale, perché dopo la riunione del 2 marzo scorso e dopo le sollecitazioni dei Comuni a fare il consorzio, che non confligge rispetto al fatto di dare dignità al Parco delle Gravine, serve che in termini di tabellazione e di confini certi, cioè garantito il parco, avere dei confini certi secondo quanto recita la norma regionale, richiamando all’attenzione tutti i Comuni interessati, perché non possono far finta di nulla, perché devono aiutare i propri cittadini e il territorio a essere non solo tutelato e valorizzato, ma anche a non mettere in difficoltà coloro i quali rischiano a volte sanzioni penali, poi per fortuna annullate dal giudice, rispetto all’osservanza di questa legge. Si tratta di dargli una dignità dopo tredici anni, quattordici a gennaio prossimo, e sollecitare specialmente quei Comuni che fanno finta di non leggere gli inviti e che non si presentano alle riunioni in assessorato.
Speaker : PRESIDENTE.
L’emendamento è confermato.
Prego, collega.
Speaker : GALANTE.
Giusto per ribadire, rispetto a quello che dice il consigliere collega Pentassuglia sul fatto del Parco Terra delle Gravine, che è chiaro che oggi c’è un problema. C’erano dei tempi stabiliti, il Consorzio dei Comuni che deve gestire questo parco straordinario, uno dei migliori ecosistemi, con degli habitat unici in tutta Europa, se non parte perché ci sono divergenze politiche o, come molti sindaci hanno lamentato, non ci sono proprio fondi… Questo emendamento, su cui, tra l’altro, ci sta anche il parere favorevole, va incontro perché purtroppo, ripeto, i Comuni non hanno disponibilità per tutelare una parte, perché le chiese rupestri sono una caratteristica del parco, dei 13-14 Comuni del Parco, una delle tante caratteristiche. Lo so che anche qui non sono tantissimi, sono solo 100.000 euro, ma anche quei pochi soldi per poter fare quella piccola manutenzione ai sentieri all’interno della Gravina sono fondamentali, ma i Comuni non ne hanno. Quindi, tentare di aiutarli in questo modo è solamente un modo per agevolare, per farli sentire anche tutelati.
Io ho fatto richiesta all’assessore. L’assessore Pisicchio aveva detto che avrebbe tentato una convocazione di tutti i Sindaci per capire e per superare le criticità, il motivo per cui non si riesce a costituire ancora questo Consorzio e far partire questo parco con tutte le sue bellezze.
In questo emendamento c’è solo il minimo per poter fare questa piccola manutenzione.
Speaker : PRESIDENTE.
Parere del Governo? Contrario.
Votiamo.
Presenti 39, votanti 38, favorevoli 9, contrari 29, astenuti 1.
Non è approvato.
53, Turco.
Il Governo dov’è? Acquisto biciclette. Dov’è il Governo? Che dobbiamo fare? Favorevole. A posto. Parere favorevole del Governo. Votiamo.
Presenti 39, votanti 39, favorevoli 28, contrari 11.
È approvato.
Siamo al 53. Adesso andiamo al 54. Di chi è? Di Gioia. C’è una motivazione, motivazioni, un referto, un subemendamento della consigliera Laricchia su cui c’è il parere contrario del Governo.
Stiamo parlando di un subemendamento a firma di Laricchia.
Votiamo i subemendamenti e poi passiamo all’emendamento. Parere contrario del Governo. Presenti 38, votanti 38, favorevoli 7, contrari 31.
Non è approvato.
Adesso passiamo all’emendamento, non ci sono altri subemendamenti, di pagina 54.
Chiede di parlare Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Premesso che è del tutto scorretto depositare un emendamento, considerato che vi è in corso la procedura su un disegno di legge, c’è un disegno di legge…
Speaker : PRESIDENTE.
Il disegno di legge è stato già approvato in Commissione.
Speaker : DAMASCELLI.
Ma non in Consiglio regionale.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo, per questo stiamo anticipando. Se fosse stato approvato non ci sarebbe stato l’emendamento.
Speaker : DAMASCELLI.
Su questo disegno di legge, qualche giorno fa, in occasione dell’audizione promossa dalla I e IV Commissione, quindi dal Presidente Amati sulla Xylella e dal Presidente Pentassuglia sulla crisi vitivinicola su mia richiesta, si è discusso anche di questo argomento.
Io ho proprio chiesto al Direttore del Dipartimento, professor Nardone, se un ulivo infetto monumentale rappresenta un rischio inferiore di propagazione del batterio rispetto ad un ulivo infetto non monumentale e su quali basi scientifiche e tecniche si basa questo disegno di legge o questo emendamento.
Il professor Nardone ha detto chiaramente che non c’è alcuna base scientifica e tecnica nella scelta. Lo ha ribadito l’ingegner Tedeschi. È una scelta soltanto di natura politica. Ci ha tenuto pure a specificare la struttura dell’assessorato regionale all’agricoltura che un ulivo infetto monumentale o non monumentale resta infetto ed è impossibile salvarlo. Quindi, vi assumete la responsabilità dell’approvazione di questo provvedimento legislativo, che è un’ulteriore scartoffie che rischia, ancora una volta, di essere alleata della Xylella.
Noi così rischiamo di continuare a far propagare il batterio. È assurdo quello che stiamo proponendo oggi. Questo provvedimento va nella direzione di un senatore del Movimento 5 Stelle da cui per fortuna i nostri colleghi hanno preso le distanze, e anche il Governo, che è un atto irresponsabile nei confronti della nostra olivicoltura, nei confronti della nostra economia. Abbiamo sempre detto… Ricordo i valzer del Presidente. Prima si era contrari al Piano Silletti e quindi era scellerato il Piano Silletti. Poi, però, a luglio, finalmente, il Governo regionale e il Presidente Emiliano hanno chiesto al Ministro Centinaio di snellire le procedure burocratiche per consentire con più facilità l’eradicazione delle piante infette.
Adesso si torna nuovamente indietro e cioè si consente ad un ulivo monumentale infetto di poter, invece, non essere eradicato. Quell’ulivo lo perderemo comunque, perché se è infetto ci hanno spiegato gli scienziati che quell’ulivo lo perderemo per forza. Insieme a quell’ulivo il problema è che perderemo anche tutti gli altri, perché il batterio continuerà a camminare. Fate molta attenzione. Non è un aspetto politico partitico ideologico è un fatto di responsabilità e di buonsenso. Fate molta attenzione nell’esprimere questo voto perché questo provvedimento rischia di favorire, ancora una volta, il propagarsi del batterio.
Speaker : ZULLO.
Presidente e colleghi, a me fa specie che l’assessore all’agricoltura, che dovrebbe tutelare l’agricoltura, fa e propone una norma di questo tipo.
Noi siamo di fronte a un dramma che sta coinvolgendo, ad iniziare dalla provincia di Lecce, Brindisi e ora Bari, e se siamo a questo livello è perché da sempre non si ha avuto il pugno fermo, la decisione ferma di fare delle eradicazioni. Si sono lasciati lì degli alberi infetti, che poi hanno determinato la trasmissione del batterio ad altri alberi vicini. La Xylella è alle porte della provincia di Bari.
Dopo tutta questa esperienza, dopo il sentire delle battaglie del Presidente Emiliano che chiede poteri speciali al Governo per poter procedere speditamente per le eradicazioni, che cosa ci troviamo noi? Ci troviamo un emendamento che dice: guardate, se sta un albero monumentale infetto, lo teniamo lì, lo controlliamo, lo facciamo, così come si è fatto in tutti questi anni. Noi dal 2013 stavamo qui a dire: attenzione, perché nel Salento gli alberi si stanno distruggendo, non è intervenuto nessuno, ci sono stati tanti di quei santoni che parlavano addirittura di integratori alimentari che avrebbero fermato la Xylella, siamo arrivati a questo livello e ancora non abbiamo imparato la lezione.
Io penso che presentare degli emendamenti di questo tipo sia veramente da irresponsabili, presentati dall’assessore all’agricoltura sia ancora più irresponsabile. Noi voteremo contro.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Casili.
Speaker : CASILI.
Presidente, io veramente cercherei e chiederei all’assessore di ritirare questo emendamento, per dei motivi. Un motivo principale è quello che non si comprende, ad oggi, e non entro nel merito dell’innesto con cultivar resistenti perché si stanno, almeno fino ad oggi, dimostrando efficaci, per cui diamo ampio respiro a chi sta praticando questo tipo di intervento, ma i colleghi che mi hanno preceduto effettivamente hanno sollevato alcune riflessioni che io condivido.
Tra l’altro, vorrei ricordare che anche l’intervento di capitozzatura, che poi comporta uno stress vegetativo per la pianta, non solo, ma comporta anche dei fenomeni di disordine vegetativo, quindi di gestione ancora più complessa della stessa pianta, e non solo, ma a quel punto quella pianta la trasformiamo ancora più appetibile nei confronti del vettore qualora l’agricoltore non dovesse continuare a gestire i nuovi ricacci che si dimostrano molto più teneri, quindi suscettibili di essere appetiti dal vettore.
Ritengo che stiamo un po’ pasticciando e dovremmo snellire. Qui il problema – lo hanno detto i colleghi anche di altre forze politiche, evidentemente – è quello che stiamo peggiorando, appesantendo ancora di più un quadro normativo che doveva essere, a questo punto, arrivati nel 2018, molto più snello, alla luce anche delle risultanze tecniche e scientifiche che sono emerse in questi ultimi anni, ultimi mesi.
Direi che la politica non deve sostituirsi con una certa discrezionalità di tipo amministrativo alla discrezionalità che dovrebbe, a questo punto, restare di tipo esclusivamente tecnico. Quello che si dice all’interno dell’emendamento – ripeto – non trova oggi, e non mi riferisco evidentemente alle speranze che danno l’innesto di cultivar resistenti o lo studio sul germoplasma, vedremo che dopo ci saranno ulteriori emendamenti, ma su capitozzature e quant’altro io starei molto, molto attento, perché non facciamo altro che trasformare quella pianta – ripeto – in una pianta ancora più suscettibile, che richiede più costi di gestione, quindi più costi di intervento e non tutte le aziende oggi, se non quelle più strutturate, sono capaci di intervenire per eliminare tutti i ricacci vegetativi, quindi sottoposti al disordine vegetativo dell’ulivo, che risponde in quei termini, cagionando ancora più possibilità di infezione.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, io desidero richiamare l’attenzione sia del Presidente della Giunta, ma anche del Presidente del Consiglio. Al Presidente della Giunta dico che è necessario su questo tema fermarsi un attimo. Non ne abbiamo fatto uno di Testi unici. Probabilmente su questo tema noi dovremmo fermarci un attimo a verificare tutte le norme in campo, anche alla luce del recente provvedimento del ministro, sul quale provvedimento dico già che da una prima lettura non scorgo grandi novità, tantomeno quei poteri eccezionali che il Presidente Emiliano chiedeva. Spero di aver letto male, ma abbiamo bisogno di avere una legislazione che sia uniforme e coerente anche con il quadro nazionale ed europeo.
Credo che sia scoordinato, e lo dico a lei, Presidente Loizzo, scorretto, che un disegno di legge che è all’esame della Commissione venga stralciato, licenziato dalla Commissione, e invece di portarlo a discussione, probabilmente dovremmo fermarci anche lì a riflettere. Ma quello che non abbiamo fatto, mi ci metto anch’io in mezzo, anche se non c’entro niente, quello che la comunità pugliese non ha fatto sin dall’insorgere di questo triste evento, da allora abbattere 100, 200, 300 alberi avrebbe salvato non la Puglia ma l’Italia. Non è stato fatto, quindi ci sono gravi responsabilità che la storia scriverà in capo a chi ricadranno, quelle responsabilità, e non sono lontanissime.
È impossibile che su un tema come questo ci sia tanta improvvisazione. Adesso è una parte del Consiglio che chiede al Governo la cortesia di ritirare questi tre emendamenti, dal 54 al 56. E ci facciamo una bella discussione col disegno di legge che verrà in Aula, spero i primi dell’anno. Quindi, una volta tanto ascoltate anche le raccomandazioni che vi fanno i consiglieri.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho altri iscritti.
L’assessore Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Il primo punto, innanzitutto l’intenzione: l’oggetto dell’articolo è quello di tutelare la Piana monumentale degli ulivi secolari che ovviamente ha una valenza riconosciuta dal ministero dell’agricoltura ed ha una fortissima connotazione paesaggistica, tant’è che è anche inserita all’interno degli strumenti di pianificazione. Quindi, immagino che almeno sull’intenzione si possa convenire che un tentativo per poter salvare questa pregiatissima estensione di ulivi sia condivisibile. Quello che scrive questa norma credo che sia abbastanza facile. Anzitutto è una proposta che viene dall’ufficio fitosanitario della Regione, quindi dall’organismo preposto. Non ha nulla di politico e non credo che il Direttore del Dipartimento, che è firmatario prima di me di questo disegno di legge possa…
Un concetto non può essere svilito nella sua tecnicalità dicendo che è una scelta politica. Il Direttore ha firmato prima di me questo provvedimento e lo ha condiviso con l’ufficio fitosanitario. Detto questo, la norma, così come è scritta, dice che è consentito ai sensi della normativa vigente, che ovviamente ha a che fare anche con le direttive europee. Quindi, non è una deroga ai tagli, ma è semmai una introduzione di qualcosa di equivalente. Questo equivalente deve essere disciplinato adeguatamente e dettagliatamente in un protocollo della Giunta. Quindi, la esecutività di questa previsione, che è l’unica ipotesi di conservazione di questo luogo, deve essere all’interno della Giunta validata ovviamente con una sorta di individuazione di quelle che sono le procedure che il nostro ufficio dovrà fare, di concerto con il Ministero, dopo aver ascoltato la posizione del fitosanitario europeo e quindi dopo aver garantito l’assoluta utilità delle pratiche che andiamo a porre in essere.
La norma oggi non fa altro che aumentare le opzioni molto risicate, cioè alternative all’unica, che è quella del taglio, che però deve avere equivalente garanzia scientifica.
Diversamente, in Giunta noi non porteremo un provvedimento che autorizzi in mancanza di queste condizioni. Quindi, io mi sentirei di non vincolare a ulteriori dibattiti che sì avrebbero natura politica, perché almeno questo in questo Consiglio ce lo possiamo dire, ma di lasciare che l’ufficio possa articolare la proposta di protocollo, che semmai guardiamo in Commissione assieme, sapendo però che stiamo provando a fare una cosa che se non riuscissimo a fare o che se non facessimo per niente porterebbe alla distruzione completa di un patrimonio dell’umanità, che ha una tale valenza paesaggistica, ma anche culturale, anche territoriale per quello che è il significato di quegli alberi in quei luoghi, i cui danni sarebbero talmente grandi che quelli sì ci lascerebbero in una responsabilità non piccola.
È un articolo che non cambia immediatamente le procedure, le nostre attività. rimangono i tagli anche con le deroghe a tutte le norme, nel decreto del Ministro non ci sono quelle norme, perché ovviamente dovrebbero derogare a legge e il decreto del Ministro non avrebbe, nella gerarchia delle fonti, possibilità di farlo, ma viene annunciato un decreto-legge specifico che dovrebbe consentirci i tagli. Io ci credo, sono fiducioso.
Quindi, la cosa che vi chiedo è di votare l’articolo e, ripeto, di negoziarlo, anche con il massimo delle cautele, in Commissione, se ritenete, quando c’è bisogno, in qualunque momento, per far sì che non si perdano tutte le speranze di un territorio importantissimo.
Speaker : PRESIDENTE.
Procediamo al voto dell’emendamento di pagina 54, ovviamente con il parere favorevole del Governo.
Presenti 36, votanti 31, favorevoli 23, contrari 8, astenuti 5.
È approvato.
Emendamento di pagina 55. Parere favorevole. Votiamo. Che cosa è successo, collega Damascelli? Stiamo votando l’emendamento di pagina 55… L’abbiamo spiegato: è sempre lo stesso testo. Siamo già in fase di votazione, l’ha già spiegato… Va beh, io non lo so. Questo è ancor più caro di quello di prima. Io non lo so. È anche più semplice. Procediamo al voto. Prego.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Andiamo a pagina 56. Votiamo.
Presenti 37, votanti 37, favorevoli 37.
È approvato.
Adesso andiamo a pagina 57. Damascelli vuole 5 milioni.
Prego, collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie, Presidente.
Io non voglio 5 milioni. È la Puglia olivicola che chiede un sostegno...
Speaker : PRESIDENTE.
Tramite Damascelli. Lo so bene.
Speaker : DAMASCELLI.
È la Puglia olivicola che chiede un sostegno alla prima regione olivicola italiana.
Se vi leggete tutti gli articoli del disegno di legge che stiamo trattando e togliete, tra tante cose, 500, 300, 200, 50, 150, i 5 milioni li superiamo. Per una volta, un Governo che sta governando una Regione che ha subìto un danno ingentissimo, con un milione di giornate lavorative andate in fumo, olivicoltori che non hanno raccolto, o alcuni che hanno raccolto per pochissimi giorni, quindi hanno perso tantissimo, quasi rasa al suolo la Puglia olivicola, con frantoi oleari mai accesi, oleifici cooperativi in totale deficit...
Abbiamo approvato la mozione. Al punto n. 1 della mozione, Presidente, c’è un impegno per il Governo regionale di reperire dei fondi all’interno del bilancio autonomo della Regione Puglia. 5 milioni...
Speaker : PRESIDENTE.
Damascelli, io ti voglio bene. La norma non ha copertura finanziaria. La devo dichiarare inammissibile.
Speaker : DAMASCELLI.
No, Presidente, si sta sbagliando, mi dispiace. Questi sono giochetti che potevano funzionare alla mia prima seduta, ma adesso non funzionano più.
Non “va beh, votiamo”, assessore. Non essere superficiale. Hai di fronte una platea di mondo agricolo che ti ha chiesto questo. Durante le Commissioni sono stati molto, ma molto chiari tutti quanti, mondo della cooperazione e olivicoltori. Voi non eravate presenti all’audizione quel giorno. C’erano tutti. A trovare la copertura si sta un secondo. È chiaro? Si sta un secondo.
Io presento l’emendamento e lo lascio in bianco. L’assessore sa lui dove indicare i codici. Quindi, non è un fatto di copertura finanziaria. È un fatto prima di tutto di volontà politica. Dovete avere il coraggio di dire “no” ad una somma, tra l’altro anche simbolica rispetto al danno devastante che purtroppo si è determinato in Puglia su un argomento come questo.
Adesso, io auspico che si trovi una soluzione per dare un micro sostegno e ridare un po’ di ossigeno ad un settore in totale asfissia. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Pergo, consigliere Marmo.
Speaker : MARMO.
Sarò brevissimo, assessore, nel dire tre cose molto semplici. Innanzitutto, non è che ci siamo inventati questa richiesta di stanziamento solo per fare ammuina o per fare un po’ di scena. Sappiamo che abbiamo stanziato un milione, col collega Ventola, l’anno scorso. Non sappiamo ancora se sono stati spesi e come verranno spesi, e questo è un dato importante; se non sono stati spesi, non sappiamo che fine hanno fatto, quindi è importante.
L’altro motivo per cui siamo indotti a chiedere un sostegno regionale a coloro i quali hanno ricevuto danni dalle gelate di febbraio e di marzo, è che l’assessore sa benissimo che con le deliberazioni 1231 e 1620, quella del 10 luglio e quella del 13 settembre, il ministero… Che è successo? Scusate: lei può anche decidere, nella sua autonomia, nella sua autorità, anche senza ascoltare il collega Amati potrebbe anche deciderlo, e poi vediamo che cosa succede. Ma a parte questo io sto dicendo un’altra cosa: su ogni articolo ognuno di noi è libero di fare delle raccomandazioni, e io vi sto dicendo che dopo le due delibere di richiesta di decreto sulle calamità naturali al ministero, il ministero se ne è fregato. E siccome non erano assicurabili i danni da gelata perché non si vedevano ancora le conseguenze della gelata, quindi non erano assicurabili prima, allora quelle cose vanno in deroga automaticamente. Questo voglio dire all’assessore: di sollecitare il ministro, che non è tanto sveglio, come si dice, che è stato sveglissimo nel fare i decreti di calamità naturale alle trombe d’aria in Veneto. Anche quelle, come la gelata. si sono viste il giorno dopo. Là si sono fatti subito i decreti senza bisogno di una legge che andasse in deroga alla 102. Questa è la verità. Il Ministro che fa? Perché non dobbiamo parlare qua e non raccontare all’assessore o chiedere all’assessore o al Presidente un intervento energico sul Ministro, che per la verità non mi sembra tanto sveglio su queste cose? Questo è il tema. Per questo abbiamo chiesto 5 milioni.
Cose mai successe in Italia. Cose mai successe. Adesso non allarghiamo il campo sennò Amati si arrabbia ancora di più. Il tema è questo. Interveniamo. Se noi non mettiamo i soldi vogliamo intervenire energicamente sul Ministro per fare in modo che faccia i decreti prima della fine dell’anno? Perché poi non li potrà fare più. Questo è il fatto.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene. Manca la copertura finanziaria. È inammissibile. Togliamolo di mezzo. Dopo che avete rappresentato il problema, andiamo avanti.
Emendamento 58. Anche per questo vedo che non c’è copertura finanziaria. C’è scritto “Mancanza di disponibilità sul capitolo indicato per la copertura finanziaria”. Via.
Emendamento 59. Che dice il referto? Non indica la copertura finanziaria. È ritirato.
C’è un subemendamento all’emendamento di Cera. C’è un subemendamento che chiede la soppressione del comma aggiuntivo 60.
Prego, collega Laricchia.
Speaker : LARICCHIA.
Presidente, per fare ordine, l’emendamento 60 che io ho presentato è quello venuto a seguito davvero di una serie di riflessioni, di audizioni, di incontri che abbiamo fatto anche coinvolgendo tutte le diverse forze politiche perché naturalmente l’audizione si è tenuta alla presenza di tutte le forze politiche, e riguarda l’annosa questione della compresenza del contratto di diritto privatistico e di diritto pubblico in ARIF.
Cosa chiediamo noi? Dopo aver fatto una serie di audizioni e aver chiesto il parere dell’Avvocatura, l’audizione e il parere anche alla Sezione studi, proprio grazie alla disponibilità dell’Avvocatura regionale abbiamo scritto questo emendamento, che sostanzialmente stabilisce che in ARIF si applica il contratto pubblico, naturalmente d’ora in poi, al fine anche di uniformare la disciplina contrattuale applicabile al personale dipendente regionale, ivi compreso quello delle Agenzie regionali, come pure indicato nelle linee programmatiche del modello organizzativo MAIA.
Il secondo comma dice che, invece, per chi è già assunto… Io voglio anche ricordare che c’è un contenzioso in corso, che probabilmente sarà anche perso dall’Agenzia, quindi probabilmente è il caso di intervenire prima, dando la possibilità, ovviamente previa attivazione di tutte le procedure del caso, di agevolare questo passaggio per coloro che hanno i requisiti e che sono stati assunti, naturalmente, con un concorso.
Quindi, questo mio emendamento presenta questi due commi, il primo per le assunzioni d’ora in poi, il secondo sostanzialmente per il personale attuale.
A questo emendamento è stato presentato un subemendamento, che invece chiede di proseguire con la stabilizzazione del personale che già al momento è interessato dalle procedure di stabilizzazione, proprio perché ha i diritti e, quindi, secondo la legge Madia sta per essere, giustamente, stabilizzato perché è suo diritto.
A questo subemendamento di Cera al mio emendamento io propongo due subemendamenti. Uno lo ritirerò perché è presentato per errore. Il primo è un sub-subemendamento soppressivo del subemendamento di Cera, il secondo, invece, chiede semplicemente di aggiungere ai miei due commi un terzo comma con il subemendamento di Cera. Questo perché, secondo me, il subemendamento di Cera è qualcosa che già accadrà. Anche se non lo dovessimo approvare, anche se non dovesse andare in questo testo di legge, è qualcosa che sta accadendo e che accadrà, senza che ci sia bisogno naturalmente di metterlo in una legge di bilancio, perché appunto è una cosa che sta già accadendo e che deve accadere perché c’è personale con diritto alla stabilizzazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, collega Cera.
Speaker : CERA.
Grazie, Presidente.
Innanzitutto io non prendo lezioni dal Movimento 5 Stelle, perché l’abbiamo visto con il decreto Di Maio. Meno 53.000 posti in meno. Quindi, di lavoro, cortesemente, parlate da un’altra parte. Probabilmente nello stadio San Paolo di Napoli.
Lo sanno i lavoratori della Sanitaservice di Foggia, lo sanno i lavoratori dei vari call center della Regione Puglia che, grazie a quel decreto, a dicembre saranno a casa loro a festeggiare probabilmente il loro Natale nero.
Quindi, cara Laricchia, caro Movimento 5 Stelle, quando parlate di lavoro studiate prima sui libri e poi parlate di lavoro. È giusto, per la prima volta devo essere favorevole al parere che hanno messo gli uffici. Quando procedete a chiedere determinate cose dovete anche sapere che innanzitutto c’è una varianza di spesa. Cambiando il contratto di tutti i mille lavoratori ARIF con contratto privatistico avrebbero una nuova posizione economica e giuridica. In più, c’è bisogno di una copertura finanziaria perché non bastano soltanto gli stipendi. C’è bisogno anche di aggiungere gli accessori. Quindi, quando preparate gli emendamenti sappiate prima quello che preparate.
Invece adesso mi rivolgo al Governo regionale e all’assessore Di Gioia. L’anno scorso noi abbiamo iniziato una procedura e abbiamo messo la nostra faccia con i lavoratori ex SMA che lavorano in ARIF, che hanno il sacrosanto diritto di essere internalizzati in quella agenzia regionale. Non possiamo attendere, purtroppo, i tempi dell’amministratore di ARIF.
Oggi chiedo alla Giunta, chiedo al Governo e chiedo ai consiglieri di maggioranza, che hanno sicuramente un cuore, di continuare nella procedura di stabilizzazione di quei lavoratori, che attendono una risposta chiara, precisa e netta da questo Consiglio regionale.
Speaker : LARICCHIA.
Volevo solo ricordare che siamo talmente ciucci nello scrivere gli emendamenti che questo, se non le piace, non è scritto neanche da noi. È scritto dall’Avvocatura regionale, quindi da un ufficio, perché abbiamo gentilmente chiesto un parere, dato che erano stati coinvolti nelle audizioni e nella Commissione, e ce l’hanno gentilmente concesso. Quindi, è un parere scritto da un ufficio regionale e dall’Avvocatura che dovrebbe essere l’ufficio che più di tutti capisce di leggi, sicuramente più di me, ma probabilmente anche più di lei, consigliere Cera.
Detto questo, anche secondo l’Avvocatura c’è un risparmio con il contratto pubblico piuttosto che con il contratto privato. Ovviamente, come le ho detto questo non c’entra nulla con le stabilizzazioni che vanno avanti, assolutamente, perché è loro diritto essere stabilizzati, per chi ha i requisiti, naturalmente, quindi saranno stabilizzati.
Quanto invece alla polemica, devo risponderle, assolutamente non solo sterile ma proprio disinformata, sulla questione del decreto dignità, voglio dirle che è proprio un dato di fatto, certificato dai dati INPS e non solo, che i contratti a tempo indeterminato sono aumentati e stanno aumentando con l’applicazione del decreto dignità. Si è detto di tutto, che volevamo punire le aziende, che volevano costringerle a lasciare a casa i lavoratori, eccetera; qualcuno è riuscito a chiamarlo addirittura decreto disoccupazione. Purtroppo per voi, invece, c’è una brutta notizia: in Italia cresce, per loro è una brutta notizia, il numero di contratti a tempo indeterminato. Anche se il terzo trimestre del 2018 è stato negativo per il PIL, i dati congiunti di ministero del lavoro, Istat, INPS, INAIL e Antal parlano chiaro: a fronte di una diminuzione di 27.000 contratti a tempo determinato c’è un aumento di 42.000 contratti stabili rispetto al trimestre precedente. Se qualche pubblica amministrazione non ha fatto i concorsi, probabilmente è colpa di chi ha governato questa Regione per questi anni. I concorsi andavano fatti per tempo, andranno fatti adesso. La buona notizia è che anche la Sanità Service sta facendo un concorso, evidentemente, mi dispiace se non l’ha fatto prima, avrebbero dovuto farlo come tante altre amministrazioni. I dati sono questi, e io spero che naturalmente per tutti i cittadini italiani il futuro sia più roseo adesso. Se stanno avendo dei problemi è perché stanno ancora scontando gli errori di chi ci ha governato precedentemente.
Speaker : PRESIDENTE.
Casili, vuoi parlare?
Speaker : CASILI.
Presidente, io per la verità non volevo neanche intervenire, ma il collega Cera mi stimola a fare questo intervento, perché il collega Cera dovrebbe chiedersi, piuttosto che sperimetrare dal confine di una discussione nel merito del suo e di questo emendamento, dovrebbe, il collega Cera, ricordare come siamo giunti e perché una delle agenzie più importanti della nostra Regione è giunta fin qui. Per la verità più volte abbiamo chiesto al Direttore generale, il dottor Ragno, una ricognizione precisa e puntuale dei lavoratori ARIF. Vogliamo anche ricordare la qualità del lavoro, collega Cera. Questa Agenzia si è talmente espressa così in modo efficiente in questi anni che la politica si è giocata anche le campagne elettorali con l’assunzione di povera gente che è rimasta precarizzata e soggiogata dalle agenzie interinali.
Piuttosto che inveire contro un Governo che cerca di ristabilire una certa qualità nel lavoro, questo anche con evidentemente sacrifici, perché la collega Laricchia ricordava evidentemente che a fronte di quella precarizzazione e quindi di quella cattiva qualità che noi abbiamo avuto in ambito lavorativo anche per le cattive pratiche come in ARIF oggi forse c’è qualcuno che si sta impegnando anche a sistemare quanto c’era di pregresso in una mala gestione di una politica che con queste agenzie, non è solo la Puglia, per la verità, appunto, ha fatto le campagne elettorali e questo è noto a tutti. Per cui, stiamo un attimo sereni e cerchiamo di non stare sempre ad attaccare, perché oggi erano presenti fuori a questo importante consesso gli operai a tempo determinato che ormai sovente sono presenti ad ogni Consiglio regionale. Allora, o cerchiamo di sistemare un’Agenzia così strategica e l’assessore Di Gioia sa che abbiamo anche in un certo qual modo sventato la istituenda agenzia ARXIA per la quale erano destinati 5 milioni di euro quando abbiamo un’agenzia così importante che, purtroppo, non funziona e più volte Ragno ci ha ricordato che non hanno i soldi per acquistare mezzi e attrezzature, perché il numero di operai è talmente ampio, è talmente vasto perché è di difficile gestione.
Chiedo al collega Cera di restare all’interno di quello che è il perimetro della discussione piuttosto che uscire dal seminato andando ad attaccare in modo anche sbagliato il Governo che sul tema del lavoro sta facendo già tanto in questi sei mesi di lavoro.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Pentassuglia.
Speaker : PENTASSUGLIA.
Grazie, Presidente. Il tema che è stato posto con questi emendamenti è un tema vero, serio, che potrebbe eliminare il contenzioso che grava sulla Regione, ma io chiedo ai colleghi di non parlarne in sessione di bilancio, perché il parere dell’Avvocatura è stato chiesto nelle Commissioni per chiarire la tipologia di contratto da applicare.
Se dovevamo parlare di ARIF, che è un’agenzia seria, a me non piace parlare in questi termini all’una e mezza di notte, con un rimpallo di responsabilità, che quasi quasi mette alla responsabilità del Consiglio regionale e di chi come noi si è occupato dei lavoratori, perché nell’agenzia sono stati “scaricati” i lavoratori dalle Comunità montane, con un contratto completamente diverso, ai lavoratori a tempo determinato, poi stabilizzati, ai lavoratori ex SMA e adesso agli impiegati SMA, che devono fare un percorso, e semmai questo Consesso deve chiedere perché, su indirizzo politico chiaro e inequivoco, quelle procedure non sono state fatte, perché non sono state portate a termine le procedure per i contratti a tempo indeterminato degli impiegati ex SMA, perché non hanno fatto la stessa operazione per quelli dei Consorzi agrari. Lì quando abbiamo problemi c’è l’Agenzia, quando ci dobbiamo preoccupare di tre tipologie di contratti diversi che gravano sulla stessa Agenzia… Mi permetto di sottolineare il fatto che, nonostante le riunioni in Commissione, ad oggi la Commissione non è stata messa nelle condizioni di conoscere l’esatto numero del personale, e dal mio punto di vista sono rispettoso degli accordi che sono stati fatti con i sindacati, con i corpi intermedi e con la rappresentanza dei lavoratori, che tra l’altro – mi permetto di dirlo qui perché rimanga agli atti – disconosce quello che il Consiglio aveva chiesto, ossia di fermare la platea storica al 30 giugno 2017, spostandola al 2018. Va bene, rispettiamo l’accordo sindacale, ma chiariamoci in sede di Commissione, per il ruolo nostro di legislatori, l’accordo dei sindacati con l’assessore, sapendo anche qui che si chiarisca un equivoco: chi parla di Agenzia? L’Agenzia impatta su attività importanti, che sono quelle agricole, e l’ho detto di nuovo in quest’Aula, l’Agenzia è coordinata ed è controllata come partecipata dalla Regione.
Un po’ di chiarezza per evitare questo continuo rimpallo che fa vedere i lavoratori qui avanti, gli accordi sindacali che dicono una cosa e qualcuno non li sottoscrive neanche, che è cosa assai grave. Quindi, vi chiedo cortesemente, all’1,34, di poter stralciare questa partita, prendendo impegno tutti, da persone serie, che da lunedì 7 gennaio in Commissione, compresa l’Avvocatura che ha reso un parere che solo una norma regionale può cambiare, ne parliamo. Vediamo, però, l’impatto finanziario, perché ognuno fa il suo, ma non si rende conto dell’impatto complessivo sui conti dell’agenzia e della stessa Regione, e proviamo a verificare, per quello che metteremo in questo bilancio, che cosa succede davvero e che cosa succede a quegli operai a tempo determinato a cui, anziché far fare una giornata in più, nell’accordo si è scesi addirittura al di sotto, se non la fortuna di completare le giornate.
Poiché si può fare tanto e molto di più se coordiniamo queste azioni con l’ANCI, con il parco di cui si parlava prima... Perché è un parco regionale, non è un parco nazionale. Noi non possiamo nemmeno mandare gli operai. Oppure fermiamoci un attimo in più e vediamo tra PSR e altri fondi se questa Regione si mette, una volta per sempre, a parlare di un processo e un piano di forestazione che vede lavorare gli operai con serietà per ridare ossigeno e verde al nostro territorio, che è bello e va recuperato.
Scusate l’accorato appello. Non volevo intervenire, però siccome la situazione è delicata e in Commissione ne abbiamo parlato con serietà, io vorrei evitare il rimpallo. Anche unitamente alla prima, per il ruolo di programmazione, lo abbiamo dimostrato, la prima e la quarta, insieme provare a lavorare per darci una prospettiva, chiamando, però, alle responsabilità con un indirizzo chiaro e inequivoco. Ci sono, di fatto, dei ritardi e ci sono dei vincoli di legge che vanno rispettati e non possono essere addebitati a chicchessia.
Speaker : PRESIDENTE.
Andiamo al voto.
Prego, assessore Di Gioia.
Speaker : DI GIOIA, assessore all’agricoltura.
Io sarò molto rapido, perché molte delle cose dette sono condivisibili, quelle di Donato.
Noi abbiamo l’abitudine di portare in questo Consiglio argomenti che in alcuni casi dovrebbero essere legati semplicemente alla gestione. Il problema di ARIF è già abbondantemente noto, perché una parte delle questioni legate alle stabilizzazioni è contenuta in una legge, ed è volontà politica espressa e anche volontà della direzione dell’agenzia quella di completare l’iter di stabilizzazione.
Ci sono le risorse. Adesso faremo un’ulteriore variazione di bilancio che consentirà all’agenzia di avere il massimo della dotazione degli ultimi anni, soprattutto considerando il bilancio di previsione. Credo che siamo nelle condizioni di poterci ritenere in una situazione positiva.
Quello che tenta di fare l’emendamento di Cera e quello che tenta di fare l’emendamento vostro è costruire la procedura amministrativa tramite una legge. Scrivere qual è l’articolo ai sensi del quale fare la stabilizzazione forse è un modo per sollevare dalle responsabilità il direttore. Ma non è la via per raggiungere in maniera legittima il completamento di desiderio che abbiamo di poter stabilizzare i ragazzi che stanno anche qua oggi. Cioè, non può essere un consigliere che si fa tramite di una istanza che arriva dai lavoratori e dai sindacati, a indirizzare l’atto amministrativo in funzione non di un’analisi precisa di qual è la tipologia di contratto da attuare, da valutare, qual è la situazione contrattuale che hanno, ma solo per raggiungere un obiettivo. Nel caso specifico, qua, ci scegliamo un articolo specifico, un articolo particolare e diciamo a Ragno di esonerarsi dalle sue responsabilità e che lo fa ai sensi di una legge regionale. È una cosa che non ha proprio alcun fondamento giuridico, non è corretta nel merito, perché tra l’altro potrebbe essere questo l’impedimento reale se l’articolo non fosse quello utile alla stabilizzazione.
Quindi, la mia richiesta è: va bene il problema, chiaro, è stato posto in maniera chiara; il 14 i sindacati, con il tavolo specifico e il direttore, con il Presidente del Consiglio che si vuole fare tramite anche di mediazione di tutte le dinamiche che abbiamo visto pure fuori oggi, con l’assessorato al lavoro, individuano una strada giuridica compatibile, ma è un atto gestionale, è un accordo contrattuale sindacale, non possiamo scriverlo in una legge. È un modo, primo per carpire la benevolenza di questi ragazzi che vengono a vedere qua il Consiglio; secondo, è un modo per fare la parte che non dobbiamo fare noi, la deve fare il direttore, se è capace, se no al Presidente dobbiamo dire che il direttore deve fare un altro mestiere, come l’assessore deve fare un altro mestiere. Quindi vi chiederei di non strumentalizzare la vicenda di tante persone che insieme a noi stanno qua all’una e mezza e che devono avere le risposte giuste alle domande giuste e non le soluzioni facili alle domande sbagliate.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Cera.
Speaker : CERA.
Io ringrazio per il suo sforzo l’assessore Di Gioia, ma non è possibile, assessore, lo dico anche al Presidente, giocare sulla pelle di 1.000 persone.
Sono tre anni, da quando è cambiato il management in ARIF che stiamo parlando di problemi dei lavoratori che ci sono in ARIF. E quando un assessore regionale all’agricoltura, che dovrebbe monitorare quell’agenzia, mi dice che ci sono problemi gestionali, e mi conferma che tramite proposte di legge dei Gruppi consiliari si fanno partecipi al posto del Direttore di ARIF affinché si sistemi la situazione lavorativa delle persone che lavorano in ARIF. Significa che quel Direttore è inadeguato. È inadeguato e prendete atto di questa cosa. Non è possibile. E lo dico alla politica: se non siamo capaci di gestire quelle Agenzie cacciate quella persona.
Assessore, io sono anche disponibile a ritirare questo emendamento, perché è un emendamento puramente gestionale purché si prende l’impegno che entro il 15 gennaio si risolva la questione dei lavoratori ex SMA e si dia un indirizzo chiaro per gli altri lavoratori in ARIF.
Speaker : PRESIDENTE.
Intanto dobbiamo procedere con le carte. C’è il subemendamento a firma di Laricchia. Stai ritirando l’emendamento formalmente? E allora questi due non ci sono più.
Rimane solo l’articolo 60, l’emendamento con il parere contrario del Governo. Votiamo.
Presenti 41, votanti 39, favorevoli 14, contrari 25, astenuti 2.
Non è approvato.
Articolo 61. Non c’è copertura finanziaria. Lo togliamo davanti.
Articolo 62. C’è un subemendamento dell’assessore Stea. È arrivato un subemendamento con cui corregge l’articolo 62. È stato corretto con la struttura. Votiamo prima il subemendamento che rende un pochino più chiaro l’emendamento. Poi votiamo l’emendamento, perché non è che riesco a capire bene qui.
Votiamo il subemendamento. Va bene, con il parere favorevole del Governo. È un subemendamento. È sostanzialmente una riscrittura più puntuale.
Presenti 39, votanti 25, favorevoli 25, astenuti 14.
È approvato.
Adesso votiamo l’emendamento di pagina 62. No, questo è sostitutivo di tutto il testo. Allora il 62 non c’è più, andiamo al 63. Anche qui c’è un subemendamento che lo riscrive, sostitutivo. Parere del Governo favorevole. Votiamo.
Presenti 43, votanti 35, favorevoli 28, contrari 7, astenuti 8.
È approvato.
Il 63 non c’è più, andiamo al 64, Stea e Vizzino. Parere favorevole del Governo… Stiamo votando l’emendamento di Stea… E allora? Prego.
Speaker : DAMASCELLI.
Mi fa vedere dov’è la copertura finanziaria, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Garantisce il…
Speaker : DAMASCELLI.
No, è inammissibile, Presidente. È inammissibile quell’emendamento. È inammissibile l’emendamento perché non c’è la copertura finanziaria.
Speaker : PRESIDENTE.
No, c’è un referto. Statti calmo, non gridare. È inutile che gridi qua. Che gridi? La copertura c’è… C’è scritto “fino alla concorrenza dello stanziamento disponibile sul fondo”. No, non c’era scritto così. Mancava proprio la copertura. Qui c’è la copertura di 100 fino allo stanziamento disponibile. È scritto qui. Ce l’hai pure tu il foglio. Il Capogruppo ce l’ha. C’è sul referto. A te non interessa, ma sul referto c’è scritto che c’è la copertura.
Adesso procediamo al voto.
Io ti dico che c’è. C’è nel referto. È inutile che gridi. Non c’è bisogno di gridare, tanto non si spaventa nessuno.
C’è un referto che dice “fino alla concorrenza dello stanziamento disponibile sul fondo”, il che significa che la copertura c’è.
Nell’altro emendamento non c’era proprio la copertura finanziaria. No, qui c’è. È inutile che continui a gridare. È inutile che gridi. Tu gridi e noi stiamo sempre allo stesso punto. Non cambia niente.
Io ti dico che votiamo. C’è il referto. Come non c’è nessun referto! Ma di che cosa stai parlando? All’emendamento 64 c’è il referto. Lo sto leggendo. Sono quattro volte.
Adesso andiamo al voto e andiamo avanti.
Collega De Leonardis.
Speaker : DE LEONARDIS.
Posso, Presidente?
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : DE LEONARDIS.
Questo problema, ricordo benissimo, non è la prima volta che succede, perché anche nei passati bilanci l’assessore aveva una disponibilità sui capitoli di cui disponeva in base agli emendamenti che venivano presentati e non in base all’ordine. Io quindi chiedo all’assessore Piemontese, adesso, di sapere, a questo punto, la dotazione precisa del capitolo a quanto stiamo adesso nel capitolo della contropartita di questo emendamento, per capire se successivamente ci sarà la disponibilità per votare questi emendamenti. Non possiamo spostare poi con i subemendamenti da un capitolo all’altro, perché il referto tecnico stabilisce chiaramente da dove noi andiamo a prendere i soldi.
Assessore, vorrei sapere, in relazione alla missione 20, programma 3, titolo 1, adesso che disponibilità ci sta. Presidente Loizzo? Sono stato chiaro? La domanda è la seguente: la missione 20. Siccome stiamo facendo riferimento ad attingere da quel capitolo, ad oggi, adesso, in questo momento…
Speaker : PRESIDENTE.
Sulla base del referto c’è una distinzione. Per ora c’è la copertura, poi, ovviamente, man mano che verranno realizzati gli interventi, finiranno quando finisce il capitolo. Ma attualmente c’è la copertura.
Speaker : DE LEONARDIS.
Presidente, io sto facendo una domanda ben precisa. Quant’è la somma residua che sta su questa questo fondo, adesso, a questo punto? Voglio avere una risposta, perché è inutile, sennò: non ne approviamo più nessuno, e acceleriamo anche, se non c’è la copertura del capitolo.
Oggi, adesso, in questo momento, nella missione 20, programma 3, titolo 1, quant’è l’importo che c’è residuo?
Speaker : PRESIDENTE.
C’è la missione 9, programma 9, titolo 1. Collega Zullo, deve parlare?
Speaker : ZULLO.
Scusi, Presidente, ma secondo lei non dobbiamo prendere la parola su quello che è avvenuto? Secondo lei, noi dobbiamo stare zitti? Lei non ravvede una disparità di comportamento rispetto a emendamenti presentati dalla maggioranza ed emendamenti…
Speaker : PRESIDENTE.
Sugli altri non c’è copertura finanziaria.
Speaker : ZULLO.
Se lei non ravvede questo, caro Presidente, vuol dire che lei non sta tutelando le prerogative di tutti i consiglieri regionali. Perché non ci si rende conto dello sfogo del collega Damascelli? Perché?
Secondo voi, non è successo niente?
Speaker : PRESIDENTE.
Si è sfogato. Che vuoi da me?
Speaker : ZULLO.
C’è una richiesta del collega De Leonardis che dice: mi dite quanto è il capitolo?
Speaker : PRESIDENTE.
È andato a fare i conti.
Speaker : ZULLO.
Lei risponde “fino a quando finiscono i soldi”. Che significa?
Speaker : PRESIDENTE.
Così dice il referto. Non lo dico io. Così è la procedura. Lo dicono gli uffici, non io.
Speaker : ZULLO.
Per cortesia, Presidente, cerchi di trattarci alla stessa maniera. Per cortesia, per favore recuperate. Questa rottura con l’opposizione recuperatela. È un’opposizione che si sta comportando correttamente, non sta facendo ostruzionismo, sta venendo incontro a tutti i vostri problemi, sta adeguandosi a tutti i vostri tempi e poi quando si mette in evidenza un problema dobbiamo essere pure trattati… Nemmeno zittiti, caricaturati. È brutto, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente Zullo, per l’ennesima volta ti dico che i due emendamenti erano differenti. Nell’emendamento precedente c’è scritto “non c’è copertura finanziaria”. È chiaro? In questo emendamento c’è scritto “fino alla concorrenza del capitolo”.
Sono due cose diverse. Se poi uno si vuole sfogare, si sfogasse. Io non ci posso fare nulla. Dove? Di che cosa stai parlando? C’è il referto al 64. Non hai letto bene. Vedi dietro e vedi in fondo. Tieni la copia.
Speaker : ZULLO.
Dove sta?
Speaker : PRESIDENTE.
Qua sta scritto, alla fine, a pagina 64. Non so cosa sia questo. Questo non è quello refertato. Non so che cosa sono quegli articoli. Sul primo emendamento c’è scritto che non c’è copertura, è chiaro? Qui è scritta un’altra cosa. Poi potete fare quello che volete. Sto soltanto richiamando i referti. Prego, collega Piemontese.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Collega, sulla lettura del referto...
Un attimo, chiariamo questo aspetto. Sulla lettura del referto è oggettivamente come dice il Presidente, nel senso che il referto non dava copertura rispetto al suo emendamento, mentre nel 64 era prevista la copertura.
Siccome lei formalmente non individua la copertura nell’emendamento, per regolamento ci può essere il subemendamento che prevede la copertura finanziaria, cosa che potenzialmente sarebbe potuta avvenire anche per il suo emendamento, ma nel caso di specie, il Governo su quello non ha presentato copertura finanziaria, quindi il Presidente non essendoci copertura ha dato l’inammissibilità.
Ora, sull’emendamento 64, presento il subemendamento… Come no? Perché è vergognoso? Lo stavamo già presentando, sta qua. Ascoltami: ma il coraggio di che? Quindi, sull’emendamento Vizzino…
Speaker : PRESIDENTE.
Da quello che capisco, nel referto veniva dato per scontato che c’era la copertura. Ad una lettura più attenta, da quello che ho capito, si è verificato che occorreva una precisazione e hanno precisato la somma. Quello capisco. Poi del resto, non so.
Prego, consigliere Marmo.
Speaker : MARMO.
Presidente, l’assessore non può riportare correzioni per le quali si è accorto ora, perché se i due emendamenti, Presidente del Consiglio non guardi i referti, i due emendamenti sono simili. Entrambi fanno riferimento ad un importo, uno di 200.000, l’altro di 100.000, e fanno riferimento a missione 9, programma 5, titolo 5, missione 9, programma 9, titolo 1. Nessuno dei due emendamenti porta altro scritto. Quindi, l’attingimento è da questi due capitoli. È quello che poi viene scritto nel referto che è cosa diversa: a Damascelli ci si dimentica di mettere la fonte di finanziamento, mentre all’emendamento Stea ci si ricorda invece di mettere la fonte di finanziamento missione 20, programma 3, titolo 1. Questo è. Ma lo fa l’ufficio, perché non l’hanno fatto anche per lui?
Speaker : PRESIDENTE.
E che ne so io?
Speaker : MARMO.
No, non è così, Presidente. Dal punto di vista formale non ha una scelta discrezionale l’ufficio, ma c’è una scelta politica. Allora sarebbe stato più leale, per il Governo dire: noi non condividiamo l’emendamento per cui si vota contro” non che non viene messo ai voti secondo l’ipotesi che non ci fosse fonte di finanziamento, perché se viene prima questo emendamento di quello dell’assessore Stea è su questo che trovava capienza il capitolo e non quello dell’assessore Stea.
In quanto a lei, Presidente, lei avrebbe potuto tranquillamente uscirsene per il rotto della cuffia e dire che il consigliere proponente è assente, l’emendamento…
Speaker : PRESIDENTE.
L’avevo già visto, ma per evitare polemiche…
Speaker : MARMO.
Quella sarebbe stata una funzione che non avrebbe inficiato il rapporto di fiducia e di lealtà.
Speaker : PRESIDENTE.
Presidente, per evitare ulteriori polemiche, avevo ben visto che Damascelli non era in Aula… Per evitare ulteriore polemica, ho lasciato correre. Va bene? Ho lasciato correre, perché mi sono attenuto al referto tecnico dove c’è scritto che non è indicata la copertura finanziaria.
Speaker : MARMO.
E perché su questo non è dichiarata allo stesso modo la copertura finanziaria?
Speaker : PRESIDENTE.
Lì c’è scritto che trova copertura fino alla concorrenza del capitolo.
Speaker : MARMO.
Ma siete strani, siete curiosi.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è qualcuno che è strano a questa ora.
Speaker : MARMO.
Capisco l’assessore che insiste, ma che insista tu è veramente stucchevole.
Speaker : PRESIDENTE.
C’è scritto qui. Non me lo sto inventando io. C’è scritto nel referto.
Speaker : MARMO.
Quello che sta scritto nel referto non conta. È la fonte di finanziamento richiamata nell’articolo, in uno e nell’altro.
De Leonardis vi ha detto: “Mi dite qual è lo stanziamento che sta là’”.
Speaker : PRESIDENTE.
La Ragioneria dice che non c’è copertura e tu dici che c’è.
Prego, Damascelli.
Speaker : VENTOLA.
Se non ci fosse il subemendamento, l’emendamento che è già in discussione è ammissibile o no? È una domanda tecnica. È la prima volta che sto qua.
Senza il subemendamento, lei ha messo in discussione l’emendamento. Nessuno ha parlato di sub, quindi siamo sull’emendamento. In assenza di sub presentato per tempo è ammissibile o no?
Speaker : PRESIDENTE.
Secondo me, sì, perché la copertura c’è, dal referto. Poi, se successivamente a una verifica c’è un problema di correzione, è un altro conto.
Speaker : DAMASCELLI.
Faccio chiarezza per l’ultima volta, appellandomi anche al ruolo che lei, in qualità di Presidente del Consiglio, deve assumere a tutela del lavoro di tutti i consiglieri regionali.
Il mio emendamento 61 non indica la copertura finanziaria, perché per prassi puntualmente ci veniva indicato già dagli uffici di solito il fondo straordinario, e mi aspettavo che gli uffici avessero fatto, come hanno fatto con l’assessore Stea, con me. Invece, noto da parte degli uffici, e ne prendo atto, che purtroppo non è avvenuto. A me si sono limitati a scrivere “non è indicato”. Invece all’assessore Stea, che non indica la copertura finanziaria come me, viene indicata la fonte di finanziamento da parte degli uffici e viene scritto “fino al limite della concorrenza del fondo”.
Ebbene, innanzitutto gli emendamenti sono uguali: se è irricevibile il mio, è irricevibile anche quello dell’assessore Stea. Secondo, gli uffici hanno sbagliato perché hanno fatto una disparità di trattamento, e lei, Presidente, dovrebbe tutelare me in questo momento dicendo: perché a Damascelli che veniva prima non l’avete fatto e a Stea che veniva dopo lo avete scritto? Perché c’è questa differenza? Chiedo agli uffici e al capo dipartimento, che è anche qui.
Poi vorrei sapere, e l’avete adesso ammesso chiaramente, nel momento in cui l’assessore alle finanze deposita il subemendamento, quindi ammette che l’emendamento non ha la copertura di spesa e prova a depositare un subemendamento. È grave, perché la stessa possibilità doveva essere data a me prima, e non è stata data. Quindi, io non ho potuto presentare il subemendamento. Quindi, questo emendamento, al pari di quello mio, se il mio è irricevibile, è irricevibile pure questo.
Io spero che il suo senso di responsabilità nel ruolo che riveste a tutela e a garanzia di tutti i consiglieri regionali porti ad una equità di trattamento. Il subemendamento è altresì irricevibile, proprio perché è stata da me sottolineata questa problematica, e anch’io dovrei avere la possibilità di presentare il subemendamento.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Siccome dobbiamo fare una sintesi di cose un pochino irrazionali… No, no. Siccome dobbiamo trovare delle soluzioni a volte surreali, torniamo indietro. Vogliamo mettere in votazione l’emendamento? Che cosa volete fare? Io ti dico che non è così… Nascerà dopo il problema. Alla fine. Va bene.
Anche questo è ritirato. Poi rivivrà.
Dove stiamo adesso? Al 65. Qui non vedo referti.
Andiamo all’emendamento 65, a firma dell’assessore Stea.
Ci siamo tutti? Possiamo riprendere il voto? I subemendamenti a che cosa?
Sì, si possono fare. Però non Presidente Campo, torni al suo posto. Non si può fare così la discussione.
Non vedo coperture finanziarie. Non ha norma finanziaria. Vuoi parlare, assessore Stea?
65.
Nell’impaginazione c’è dopo, l’emendamento. C’è un errore nella stampa. È saltato l’articolo dopo la relazione tecnica, se capisco bene. Pagina 65 io ho. Bisogna farle. Scusate, ha dovuto fare… Perché nella stampa, con 7.000 copie, può succedere pure.
Speaker : STEA, assessore alla qualità dell’ambiente.
Colleghi, questa è una cosa prettamente politica che riguarda la nostra Regione. Il 50 per cento dei rifiuti che arrivano nelle discariche della provincia di Taranto in particolar modo e in particolar modo i rifiuti speciali sono di altre regioni d’Italia e cioè del Lazio, della Campania e della Calabria.
In merito a questo, io ho voluto mettere una tassa, di un 10 per cento, la potevamo mettere anche del 20 per cento… Ce l’ho sia del 10 che del 20. La volevo mettere del 20.
Zullo… Zullo…
Speaker : PRESIDENTE.
Dottoressa Gattulli, l’emendamento che è sfuggito dove sta? Lo accantoniamo per un momento, ne facciamo una copia e poi ne discutiamo. Hanno fatto 7.000 copie, può succedere pure. Non vi sto sentendo. In un’ora hanno fatto 7.000 copie gli uffici, può succedere pure che salti qualche pagina. Okay?
Scusi, dottoressa Gattulli, il testo dove sta? Lo stanno fotocopiando? Vogliamo venire qui e passiamo al 66? Collega Di Bari, ha trovato la soluzione? Bene. L’emendamento di cui stiamo parlando è arrivato al punto 73, quindi lo troveremo dopo. Ha ragione la collega Di Bari, che ha trovato il testo. C’è stata un po’ di impaginazione sballata. Perché grida? Chi è che ti fa gridare? I 5 Stelle?
Perché gridi, Zullo? Chi ti ha trattato male? Non abbiamo fatto niente. Abbiamo aggiustato.
L’articolo 66 ce l’abbiamo? Il 67 è quello che vive. Le pagine da 66 sono la relazione tecnica. A 67. È così?
Prendiamo l’articolo aggiuntivo di pagina 67.
Nell’impaginazione hanno numerato 66, ma in realtà non è l’emendamento. È la relazione tecnica. L’emendamento è di pagina 67. Il testo è a pagina 67. Stea ha firmato la relazione tecnica. È chiaro?
È stato impaginato male. La norma è di pagina 67. Colonna, volevi parlare? Però sediamoci, diamo la parola a Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, sinceramente mi sto divertendo molto poco nelle ultime battute, a dire il vero, nonostante i lazzi in giro, perché non credo che l’ora così tarda giustifichi e legittimi quello che stiamo vedendo, con tutto il rispetto per tutti. Presidente, con tutto il rispetto per tutti, ma soprattutto per questa Istituzione.
O si riprende un minimo di decoro e di rispetto reciproco, ma soprattutto per le istituzioni, altrimenti, Presidente, io le chiedo di valutare di sospendere la seduta e di rimettere ordine in questi lavori, che stanno prendendo una china davvero indecente!
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Colonna, hai ragione, però siccome gli uffici tecnici hanno lavorato in condizioni proibitive, nell’impaginazione…
Speaker : COLONNA.
Non sto parlando degli uffici, Presidente, sto parlando di noi, di quest’Aula!
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso si sono sfogati un po’ tutti, ora si calmeranno.
Nell’impaginazione è nato qualche disguido, che stiamo cercando di recuperare. Torniamo sull’articolo di pagina 67, a firma di Stea. Adesso ci siamo un po’ tutti svegliati perché l’ora si faceva tardi, adesso ricominciamo con calma. Prego, assessore Stea.
Speaker : STEA, assessore alla qualità dell’ambiente.
Presidente, questa è una novità assoluta, in quanto a tutti questi Comuni virtuosi che hanno superato il 65 per cento della raccolta differenziata e che sono 113, al momento, in tutta la Regione Puglia, a differenza di altri che stanno a una soglia del 30, del 40, del 20, quindi stanno sotto soglia, io ho voluto mettere un importo di un milione di euro, e anche la struttura là ha sbagliato perché ha messo 800.000 euro, ma io avevo messo un milione di euro da destinare all’AGER e da gestire con i Comuni. Questo è tutto. È un milione, solo che la struttura ha scritto 800. Tutto qui.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene.
Speaker : ZULLO.
Poi mi determinerò e eventualmente le chiederò di nuovo la parola.
Qui io leggo “parere negativo per”, “nei limiti di quanto previsto dall’articolo 12, comma 3, del DDL n. 278/2018”. Che significa? È un parere negativo? Io così lo vedo.
Perché sta vicino? “Parere negativo”, due punti. Com’è il fatto? Non c’è problema. Un milione di euro, c’è un parere negativo e non c’è problema.
No, è finanziario. Un parere finanziario. C’è scritto parere negativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Stai un pochino attento, Ignazio. Nella prima parte la norma è conforme, quindi non può essere negativo. Non è barrata la casella del parere negativo. La scrittura è andata vicina, ma è la parte finanziaria.
Quello ho capito. Lo scritto si è avvicinato a quella parte, ma non è barrato il quadratino.
Grazia Di Bari chiede di parlare.
Speaker : DI BARI.
Presidente, se posso essere d’aiuto, non è barrato il quadratino “parere negativo”...
Speaker : PRESIDENTE.
L’ho detto tre volte.
Speaker : DI BARI.
Non è barrato. È stato scritto accanto, ma non è barrato “parere negativo”. Per cui, non è parere negativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, ti ringrazio. L’ho detto già tre volte, ma Zullo non vuole ascoltare. Non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare.
Votiamo. Presenti 40, votanti 40, favorevoli 40.
È approvato.
Adesso andiamo al 68, Casili, Di Bari. Dice: “fino alla concorrenza dello stanziamento disponibile”. Parere contrario del Governo. È ritirato? A posto.
Pagina 69, Colonna.
Speaker : COLONNA.
Presidente, io ritiro questo subemendamento ed emendamento, li ritiro entrambi ovviamente. Ne ho parlato già prima con l’assessore e spero poi che l’assessore lo possa confermare.
L’esigenza che tenevo a rimarcare è quella che dobbiamo assolutamente prendere in considerazione il problema di tanti Comuni, ed era anche la ragione sottesa all’emendamento dei colleghi del Cinque Stelle, il precedente, che stanno sopportando costi aggiuntivi, un incremento di oneri per il trasporto a seguito della chiusura o indisponibilità di impianti di conferimento dei rifiuti, costi ulteriori determinati per le distanze maggiori, per le tariffe maggiori e così via. Quindi, l’obiettivo era quello di creare una dotazione per un capitolo che già nei nostri bilanci è destinato a andare incontro a questi Comuni.
Se, ovviamente, c’è la disponibilità e l’impegno da parte del Governo, da parte dell’assessore in particolare e, quindi, dalla struttura a prendere in considerazione questo tipo di obiettivo, io non ho difficoltà a ritirare il subemendamento e l’emendamento stesso.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Quindi, sono ritirati il subemendamento, il punto 69, e anche il 70. Anche il 70 è ritirato? Ha ritirato anche il 70.
Speaker : STEA, assessore alla qualità dell’ambiente.
Condivido pienamente quello che ha detto il collega Colonna. In merito a questo abbiamo già girato delle risorse all’AGER per poter effettuare questo tipo di servizio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Okay.
Andiamo al 71, sempre a firma Stea. Ritirato pure questo? C’è una descrizione, c’è la copertura fino alla concorrenza.
Sto chiedendo. Stavo vedendo. La copertura finanziaria c’è. Possiamo procedere al voto.
Pagina 71. Le prime tre righe e mezzo: “Al fine di sostenere le attività”, eccetera.
Sono le prime tre righe. Votiamo.
C’è scritto dietro, c’è nel referto.
Presenti 30, votanti 30, favorevoli 26, astenuti 4.
È approvato.
Andiamo a pagina 72. Non so di chi è.
Parere favorevole del Governo.
Prego, Zullo.
Speaker : ZULLO.
A me risulta, poi posso sbagliarmi, che i Comuni che raggiungono il 65 per cento di raccolta differenziata pagano di ecotassa 5,17 euro a tonnellata. Risulta sbagliata? Bene.
Io voglio sapere se questa riduzione, questa scontistica è migliorativa rispetto a ciò che oggi pagano i Comuni o se è peggiorativa.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : STEA, assessore alla qualità dell’ambiente.
Al momento si paga 25,82 euro a tonnellata. Che cosa è successo? Che ci sono due parametri: 25,82 e 5,17 per quei Comuni che superano il 90 per cento. Noi cosa abbiamo fatto? Per andare incontro a quei Comuni che non sono arrivati al 65 per cento, che stanno al 40-45 per cento, abbiamo portato l’aliquota al 17,24, dando una maggiorazione del 20 per cento a quei Comuni che non superano il 65 per cento, e poi va a scalare. Cioè, significa che noi sotto al 5,17 per legge non possiamo andare, quindi è come se parti da giù ad andare su. Che significa? Che quei Comuni che stanno nella fascia dal 65,01 al 74,99 hanno uno sconto del 30 per cento sui 17,24 che è l’aliquota. Quelli che superano il 75, prendono il 40 per cento di sconto sui 17,24. Lo stesso dicasi per quelli che superano l’80, il 50 per cento, e così a scendere. Sotto al 5,17 non si può. Tutto qui.
Speaker : PRESIDENTE.
Stiamo votando l’articolo di pagina 72.
Presenti 40, votanti 40, favorevoli 33, contrari 7.
È approvato.
Adesso, come ci ha suggerito Grazia Di Bari, abbiamo trovato quell’emendamento che prima non trovavamo al numero 73. Non ci sono oneri finanziari. Il parere del Governo è favorevole. Presenti 41, votanti 41, favorevoli 41.
È approvato.
Emendamento di pagina 74, a firma di Trevisi. Parere del Governo contrario.
Votiamo.
Trevisi non c’è più, quindi l’emendamento è decaduto.
L’emendamento Trevisi. Bene, Trevisi 75 è decaduto. Il 76 anche. Il 77 anche.
Arriviamo al 78, collega Laricchia. Parere del Governo contrario. Votiamo.
Presenti 38, votanti 38, favorevoli 6, contrari 32.
Non è approvato.
Il 79 è ritirato.
80, Casili. Votiamo. Parere favorevole del Governo.
Presenti 35, votanti 35, favorevoli 35.
È approvato.
81, subemendamento del consigliere Pendinelli. C’è il parere favorevole del Governo. Siccome è stato presentato poco fa, non abbiamo fatto in tempo a fare le fotocopie. Ci sono 100.000 euro. O aspettate un momento che lo andiamo a fotocopiare, oppure ve lo leggo. Come volete. Lo possiamo leggere? Allora è meglio che andiamo a fare le fotocopie. Ne do lettura: “Al fine di mitigare le parti antropiche connessi con l’utilizzo del carbone nel territorio ricompreso tra Brindisi e Taranto, è concesso un contributo straordinario al Comune di Mesagne, territorio in cui ricade l’attività della Cittadella della ricerca. Per le finalità di cui al comma 1, nel bilancio autonomo è assegnata una dotazione finanziaria in termini di competenza e di cassa di euro 100.000, programma […]”. E c’è la copertura finanziaria. Votiamo. Programma 1, territorio 1, missione 20, eccetera, eccetera. Sta scritta la copertura.
Presenti 31, votanti 31, favorevoli 25, contrari 6.
È approvato.
Hai chiesto di parlare? Adesso finiamo il subemendamento e ti facciamo parlare. Abbiamo votato il subemendamento… Consigliere Zullo, non lo so. Devi parlare?
Speaker : ZULLO.
Volevo parlare sul subemendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, ma l’abbiamo votato.
Speaker : ZULLO.
E l’avete votato senza farmi parlare. Torna indietro.
Speaker : PRESIDENTE.
Non l’ho visto. È apparso dopo.
Speaker : ZULLO.
Come è apparso dopo?
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso il collega Damascelli vuole parlare.
Speaker : ZULLO.
Ma lei non vede?
Speaker : PRESIDENTE.
Non l’ho visto. Non era scritto sul monitor.
Prego, collega Damascelli.
Speaker : DAMASCELLI.
Visto che lei ha letto il subemendamento, io leggo invece l’emendamento che era decaduto, così tutti sanno: “Al fine di mitigare le forti pressioni antropiche connesse all’utilizzo del carbone nel territorio ricompreso tra Brindisi e Taranto, è concesso un contributo straordinario al Comune di Mesagne, territorio su cui insiste l’attività della Cittadella della ricerca e Parco scientifico-tecnologico salentino, al fine di riavviare le attività di ricerca operativa in materia di monitoraggio e di controllo”. Quindi, si stanziano 100.000 euro.
Allora, faccia una bella cosa: si dimetta da Presidente del Consiglio. Lei si deve dimettere! Io le chiedo le dimissioni. Lei, da Presidente del Consiglio, si deve prima vergognare e poi dimettersi!
Speaker : PRESIDENTE.
Adesso non esagerare…
Speaker : DAMASCELLI.
No, non esagero. È lei che esagera! È lei che esagera!
Speaker : PRESIDENTE.
Non esagerare. Sta diventando ridicolo.
Speaker : DAMASCELLI.
No, è lei che è ridicolo, è profondamente ridicolo.
Speaker : PRESIDENTE.
Vuole le dimissioni? Le valuteremo dopo.
Speaker : DAMASCELLI.
E che fa il furbetto? Ha fatto tutto il giro…
Speaker : PRESIDENTE.
Non l’ho fatto io. Io non ho fatto niente.
Speaker : DAMASCELLI.
Lei non lo doveva accettare! Lei non lo doveva accettare! Non lo doveva accettare! Se fosse stato un Presidente degno del suo ruolo, lei non doveva accettarlo.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Adesso votiamo.
Questo è decaduto.
L’emendamento di Perrini, 82.
È decaduto. È stato sostituito.
C’è un emendamento sostitutivo. Qual è il problema? L’emendamento vive? Fatemi capire. Io ho capito che è stato sostituito.
Andiamo a pagina 82. I proponenti chiarissero. Io ho capito che era sostitutivo.
Io avevo capito che era sostitutivo. Non è sostitutivo. È aggiuntivo. È aggiuntivo, quindi adesso votiamo l’emendamento di Liviano. Ma è relativo alle campagne, all’inquinamento, c’è un’affinità.
Dobbiamo decidere. Il subemendamento ha un’affinità; che poi torniamo a quello di prima, questo è anche vero, ma un’affinità con questo emendamento c’è. Io avevo capito che era sostitutivo.
Speaker : LIVIANO D’ARCANGELO.
Se l’obiettivo è risolvere i problemi alle 3 di notte, guardi… Diciamo che è sostitutivo.
Speaker : PRESIDENTE.
Io avevo capito che era sostitutivo. Poi ognuno può fare quello che vuole. L’emendamento di Liviano non c’è più.
Vedo questi iscritti a parlare per fare che cosa? Volete parlare? Non ho capito. Congedo non c’è? Laricchia vuole parlare? No.
Andiamo all’82. È ritirato. L’83 è ritirato. L’84 è ritirato.
Emendamento 85.
Emendamento 86, Morgante. Morgante non c’è? Che succede qui?
Speaker : MORGANTE.
Grazie, Presidente. Questo subemendamento fa riferimento ad una calamità avvenuta a Manduria il 28 ottobre in cui una tromba d’aria ha devastato la città per danni calcolati per oltre 3 milioni di euro dai commissari prefettizi; commissari prefettizi che si sono sentiti con l’assessore Nunziante e hanno fatto richiesta di risarcimento per danni, ripeto, di 3 milioni di euro soltanto di opere pubbliche, senza considerare i danni subiti dai privati che hanno prontamente asseverato con delle dichiarazioni tecniche i danni subiti.
Chiedo al Governo di aiutare la comunità di Manduria con un finanziamento straordinario di 300.000 euro.
Speaker : PRESIDENTE.
Lo ritira?
Speaker : MORGANTE.
Lo ritiro con l’impegno da parte del Governo a trovare una soluzione.
Speaker : PRESIDENTE.
È ritirato.
Andiamo all’87, Marmo, Zinni e Ventola.
Prego.
Speaker : GIANNINI, assessore ai trasporti e ai lavori pubblici.
Io avevo già parlato con il Presidente Marmo: nel Patto per la Puglia ci sono 9,5 milioni per il Ciappetta-Camaggio. Comunque, queste opere di pulizia dei canali sono finanziati da somme già disponibili nel bilancio. Quindi, se lo ritiri, c’è l’impegno a risolvere il problema.
Speaker : PRESIDENTE.
88, Perrini. È ritirato. 89, Casili. È ritirato. 90, Trevisi, che non c’è, quindi decade. 91. È ritirato. 92, Di Bari, Trevisi. Di Bari, che succede? È ritirato? No… Il 91 l’abbiamo già ritirato. Ho sentito “ritirato”. Ho sentito “ritirato” sul 91. Vogliamo riprendere il 91? Riprendiamo il 91. Ho sentito “ritirato”. Il Governo? Il 91.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 32, contrari 1.
È approvato.
Il 92 resta ritirato? Il 92 è ritirato.
93, Perrini. È ritirato? Ha chiesto almeno 150 milioni di euro, Perrini. Allora, 93. Qui vuole appena 80.000 euro. Tra i 4 milioni di prima.
94. Qui sono assai.
Per il 93, il totale.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 29, contrari 5.
È approvato.
94, Perrini. Qui vuole un milione. Parere contrario.
Non ha detto “ritirato”. Mettetevi d’accordo. Abbiate pazienza.
95, Liviano. C’è il subemendamento con la copertura finanziaria.
Votiamo il subemendamento a firma di Piemontese. Il subemendamento di copertura: missione 2, programma 1, Titolo I.
Votiamo la copertura finanziaria.
Presenti 35, votanti 30, favorevoli 30, astenuti 5.
È approvato.
Votiamo adesso il 95, l’emendamento di Liviano.
Presenti 34, votanti 34, favorevoli 34.
È approvato.
Emendamento 96, Borraccino.
Votiamo. Stiamo votando l’emendamento 96, a firma di Borraccino. Non ci sono oneri.
Presenti 32, votanti 32, favorevoli 32.
È approvato.
Emendamento 97, sempre a firma di Borraccino.
Votiamo. Non ci sono oneri.
Presenti 33, votanti 33, favorevoli 27, contrari 6.
È approvato.
Emendamento 98, sempre Borraccino.
Sono sempre 100.000. C’è un subemendamento che precisa la copertura finanziaria dell’emendamento.
C’era anche prima. Con questo la conferma.
Votiamo il subemendamento con la copertura finanziaria, sempre 100.000 euro, missione 20, programma 1, titolo 1.
Presenti 30, votanti 29, favorevoli 29, astenuti 1.
È approvato.
Votiamo l’emendamento di pagina 98. Votiamo.
Presenti 38, votanti 37, favorevoli 37, astenuti 1.
È approvato.
99, Bozzetti. Non esiste copertura finanziaria, dice il referto.
Speaker : BOZZETTI.
Ritiro l’emendamento con l’impegno dell’assessore nel più breve tempo possibile, ovviamente, a bandire degli avvisi sul POR proprio per l’apprendistato nei distretti produttivi e per la Bottega Scuola. È appena passato in Giunta il regolamento della legge approvata qualche tempo fa. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
100, Perrini. È ritirato. 101, De Leonardis, ritirato. 102, Bozzetti. Questo è stato già approvato? Lo trovo qua. È ritirato.
103, credo che sia sempre Borraccino. Votiamo. Prego.
Speaker : NUNZIANTE, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla protezione civile e al personale.
Io chiedo al collega di poterlo ritirare perché, come sapete, la proroga delle graduatorie è di competenza dello Stato. Abbiamo già preso contatti con Roma, sperando che nel Milleproroghe possa essere la graduatoria del Ripam portata avanti anche per il 2019.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : BORRACCINO, assessore allo sviluppo economico.
Assessore, grazie per la precisazione.
Ovviamente questo è un tema caro a tutti quanti, all’intero Consiglio regionale, che si è sempre espresso sui temi degli idonei e delle graduatorie del Ripam, con la speranza, come lei poc’anzi ha detto, che il Governo centrale voglia prorogare, come sempre è avvenuto negli anni scorsi, le graduatorie in corso. Spero che questo Governo lo faccia, altrimenti rischiamo di trovarci con le graduatorie che non saranno più valide e quei ragazzi che sono negli elenchi rischiano di non poter più esercitare il loro diritto di poter essere assunti anche da altri enti, oltre che dalla Regione.
Lo ritiro, comunque. Grazie per la specifica.
Speaker : PRESIDENTE.
Bene.
104, a firma Damascelli.
Prego.
Speaker : DAMASCELLI.
Grazie.
Questo è un emendamento che punta alla crescita nella nostra regione, e cioè dà la possibilità a quelle aziende, a quegli imprenditori che decidono di aprire uno stabilimento, una nuova realtà produttiva nella nostra regione o quelle realtà già esistenti ma che ne aprono un altro nel nostro territorio di ottenere un’agevolazione sull’imposta regionale per le attività produttive per alcuni esercizi, indicati nell’emendamento.
Naturalmente, in questo caso si parla del primo anno, del 2019, ma una proposta di legge agli atti del Consiglio parla di cinque anni, porta a cinque anni l’esenzione. In altre Regioni è stata sperimentata. Gli uffici del Consiglio regionale, che ringrazio, perché hanno fatto un ottimo studio, gli uffici legislativi, il settore che lavora di concerto con l’Ufficio di Presidenza, il Servizio assemblea hanno utilizzato questa proposta di legge per un momento di studio e di confronto, sino al punto di riuscire ad individuare la minore entrata, che non è una spesa, naturalmente. È una minore entrata. Nel caso in cui quelle aziende si dovessero insediare in Puglia non pagherebbero l’IRAP.
Gli uffici hanno quantificato l’importo di 3.600.000 euro, ma se non arrivano nessuno pagherà quelle imposte. È chiaro che, dal punto di vista della procedura finanziaria, va individuata una copertura. Questa legge, però, in altre Regioni ha funzionato molto bene, ha dato la possibilità a tante nuove aziende di insediarsi e a tanti nuovi lavoratori di avere un posto di lavoro. Ne è esempio la Regione Liguria, in cui abbiamo avuto un’impennata negli insediamenti produttivi e nelle occupazioni.
Naturalmente, ho indicato i codici ATECO affinché sia dato questo beneficio soltanto a quelle aziende che non creano danni al nostro territorio. Per esempio, mai e poi mai un’azienda che trivella il mare – ricordo le battaglie che tutti insieme abbiamo fatto, in particolare il Gruppo di Forza Italia con il collega Gatta – avrà una esenzione dall’IRAP. Sono tutte aziende che non devono né causare inquinamento né deturpare il nostro paesaggio.
A scanso di equivoci, abbiamo anche indicato con gli uffici, quindi è stato un lavoro veramente ottimo che abbiamo fatto tutti insieme (insieme alla volontà politica, è stato utile e prezioso l’apporto degli uffici del Consiglio regionale), abbiamo indicato anche i codici ATECO proprio per scongiurare ogni rischio dal fatto che aziende, magari, che avrebbero potuto cagionare danni al territorio avessero anche dei benefici.
È una proposta di legge giacente. Considerato che occorreva indicare una fonte di finanziamento, ho pensato di presentarla in Consiglio regionale in occasione della legge di stabilità per il 2019. È da molto tempo, considerato non solo lo sforzo fatto, che stavo scrivendo sia al Dipartimento finanziario, sia all’assessore alle finanze, affinché si trovasse una soluzione per trovare una copertura. Sino ad ora non ho ancora avuto risposte, e visti gli effetti benefici che ha prodotto in altre Regioni, continuo ad insistere su questa proposta di legge, auspicando che ci sia prima o poi la disponibilità del Governo ad attuarla. Grazie.
Speaker : PIEMONTESE, assessore al bilancio.
Grazie. Anche io mi rimetto al referto.
L’emendamento è conforme e ha due problemi di fondo. Il primo, di ordine generale, che non ha copertura finanziaria, perché le minori entrate sarebbero di 3.600.000 euro, quindi non vi è copertura finanziaria. Inoltre, quanto prevede l’articolo 6 comma 3 del decreto legislativo n. 68 del 2011, qualora noi andassimo a ridurre l’IRAP vi sarebbe, per i prossimi anni, il blocco della manovrabilità della potenziale addizionale IRPEF che noi non abbiamo inteso alzare, quindi comunque, per qualunque evenienza, bloccherebbe la manovrabilità sull’IRPEF. Per questa ragione, quindi, e per mancanza di copertura di dotazione finanziaria necessaria per coprire la minore entrata di 3.600.000 euro il parere è negativo.
Speaker : PRESIDENTE.
Presenti 44, votanti 40, favorevoli 15, contrari 29.
Non è approvato.
Emendamento 105, Piemontese.
Votiamo. Presenti 38, votanti 31, favorevoli 31, astenuti 7.
È approvato.
Credo che sia l’ultimo, il 106. Io non ne trovo più. È a firma di Conca.
Speaker : CONCA.
Grazie, Presidente. Questo articolo serve per poter destinare i fondi residui non rendicontati e dati ai Gruppi consiliari dal Consiglio, che potranno essere impiegati per l’assistenza specialistica e l’integrazione scolastica dei disabili. Questo emendamento nasce dal fatto che per quanto riguarda il Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle sicuramente a fine mandato avrà un avanzo di circa 800.000 euro. Quindi, piuttosto che buttarli nel calderone si è pensato di fare una norma che rimarrà e servirà per tutti i Gruppi: ciò che avanza va a rimpinguare quel fondo del welfare regionale che è dedicato e si passa poi alle Province e alla Città Metropolitana che poi deve garantire l’assistenza specialistica, nella speranza che si possa allungare il periodo e non arrivare ogni anno a novembre e a dicembre, come quest’anno, che è cominciata poco prima della pausa natalizia.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo che si può fare. Lo decidiamo noi per legge. Credo che non ci siano… La norma recita che alla fine della legislatura i residui tornano nel bilancio. Quando abbiamo fatto la trattenuta li abbiamo finalizzati, i contributi di solidarietà sui vitalizi.
Decidete. Non vedo nulla in contrario nell’indicare già da ora la destinazione, però, se ci sono problemi, votiamo. Non vedo un ostacolo, secondo me. Gli uffici mi dicono che per legge… Siccome la legge madre l’abbiamo fatta per legge, la modalità di utilizzazione dei fondi ai Gruppi, per legge possiamo decidere una finalizzazione.
Vuole parlare, Presidente? Prego, Michele.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Il Governo crede di dover rimettere al Consiglio questa decisione, fermo restando che ci sembra legittimo destinare la somma come riterrete e votare secondo coscienza. Noi non abbiamo nessun particolare problema alla ridestinazione di una somma che non viene comunque impiegata nell’attività della Giunta.
Speaker : PRESIDENTE.
Venga restituita al Consiglio, con una finalità. Poi troveremo una modalità per poterle assegnare per la priorità prevista. Una procedura la troveremo.
Prego, collega Zullo.
Speaker : ZULLO.
Io penso che non si possa fare, e sapete perché? Perché il fatto che noi consegniamo, ovviamente, i residui al Consiglio regionale è un dato acclarato, il fatto che il Consiglio regionale possa utilizzare spese che hanno una loro destinazione per il funzionamento del Consiglio e le possano destinare per fare attività gestionale in favore di chicchessia io penso che non sia possibile, perché quei fondi restano al Consiglio regionale per il funzionamento del Consiglio, a mio avviso.
Comunque io, e spero anche il Gruppo, mi asterrò.
Speaker : PRESIDENTE.
Collega Di Bari, vuoi parlare? Prego.
Speaker : DI BARI.
Soltanto per dire al collega Zullo che, per quanto autorevole sia la sua opinione, esiste un referto tecnico fatto dai legislativi, dagli uffici, che dice molto chiaramente che è legittimo. Se poi vuole votare contrario, può votare contrario, ma dire che non si può fare è una sua opinione personale, non è fondata su nessuna norma, non ha nessun fondamento giuridico. E chi sei, la Cassazione?
Speaker : PRESIDENTE.
Stiamo votando la norma, l’emendamento 106.
Presenti 36, votanti 29, favorevoli 27, contrari 2, astenuti 7.
È approvato.
Intanto, chiedo se ci sono dichiarazioni di voto. No.
Mi dicono gli uffici che, per la rendicontazione e la stesura definitiva, tutti gli articoli aggiuntivi, da pagina 28 in poi, devono intendersi collocati in sede di conferimento formale all’interno del Capitolo II del Titolo II del testo in esame.
Ci siamo con i numeri? Prima eravamo 27. Siamo 26? Va bene. Però non è giusto che non ci sia l’assessore competente a votare.
Speaker : EMILIANO, Presidente della Giunta regionale.
Per ringraziare il consigliere Zinni che, nonostante un problema familiare particolarmente serio, si è allontanato, lo ha risolto ed è tornato in Aula. Quindi, un particolare ringraziamento e, ovviamente, tutto il nostro affettuoso tifo, diciamo così.
Noi abbiamo assunto autonomamente, in violazione di ogni segreto, notizie. Quindi, siamo molto rasserenati. La mamma non è stata bene durante la seduta. Volevo ringraziarti per essere tornato.
Speaker : PRESIDENTE.
[...] il disegno di legge n. 277, con tutti i relativi allegati tecnici.
Presenti 47, votanti 47, favorevoli 30, contrari 17.
È approvato.
Votiamo l’urgenza per alzata di mano.
Adesso passiamo al punto n. 4) “Disegno di legge n. 278”.
La relazione è stata già svolta.
Articolo 1.
Non si può fare per alzata di mano, per ragioni di certezze e di semplicità, per non stare a contare chi ha votato e chi non ha votato. Presenti 44, votanti 44, favorevoli 30, contrari 14.
È approvato.
Articolo 2.
Presenti 43, votanti 43, favorevoli 30, contrari 13.
È approvato.
Articolo 3.
Presenti 47, votanti 47, favorevoli 30, contrari 17.
È approvato.
Articolo 4.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 29, contrari 13.
È approvato.
Articolo 5.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 28, contrari 16.
È approvato.
Articolo 6.
Presenti 46, votanti 46, favorevoli 30, contrari 16.
È approvato.
Articolo 7.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 27, contrari 17.
È approvato.
Articolo 8.
Presenti 44, votanti 43, favorevoli 28, contrari 15, astenuti 1.
È approvato.
Articolo 9.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 28, contrari 14.
È approvato.
Articolo 10.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 30, contrari 14.
È approvato.
Articolo 11.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 29, contrari 15.
È approvato.
Articolo 12.
Presenti 46, votanti 46, favorevoli 30, contrari 16.
È approvato.
Articolo 13.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 30, contrari 14.
È approvato.
Articolo 14.
Presenti 44, votanti 44, favorevoli 29, contrari 15.
È approvato.
Articolo 15.
Presenti 45, votanti 43, favorevoli 29, contrari 7.
È approvato.
Articolo 16.
Presenti 45, votanti 45, favorevoli 30, contrari 15.
È approvato.
Articolo 17.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 30, contrari 12.
È approvato.
Ci sono gli emendamenti al tabulato. Votiamo il primo emendamento al tabulato, a firma dell’assessore Piemontese.
Presenti 42, votanti 42, favorevoli 26, contrari 14.
È approvato.
Passiamo al secondo. Votiamo.
Presenti 41, votanti 41, favorevoli 30, contrari 11.
È approvato.
Emendamento n. 3. Votiamo.
Presenti 45, votanti 45, favorevoli 29, contrari 16.
È approvato.
È rimasto l’ultimo. Votiamo.
Presenti 47, votanti 47, favorevoli 30, contrari 17.
È approvato.
Votiamo adesso l’intero disegno di legge.
Prego, collega.
Speaker : DE LEONARDIS.
Sarò velocissimo, colleghi. Anche perché, Presidente, siccome è l’ultima seduta che probabilmente avremo in quest’Aula, perché ci trasferiremo – si spera – per la prossima seduta nella nuova sede.
Non è stata una bella seduta e nemmeno è stato un bel bilancio, se mi consentite. Ogni anno andiamo ad aumentare gli articoli di legge e non diamo l’impressione alla Puglia di rappresentare un Consiglio regionale e dei consiglieri regionali, ma più un consigliere di un territorio piuttosto che di un altro.
Quindi, un augurio perché nella nuova sede il Consiglio regionale si appropri anche di una funzione che, forse, stiamo un po’ tralasciando ultimamente.
Speaker : PRESIDENTE.
Pongo in votazione il disegno di legge n. 278, con tutti gli allegati, così come modificati.
Votiamo.
Presenti 46, votanti 46, favorevoli 30, contrari 16.
È approvato.
Votiamo per alzata di mano l’urgenza.