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C.c. Grottaglie 17.05.2017
FILE TYPE: Video
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Speaker : MAURO EDMONDO TAMBURRANO, Segretario generale.
D’alò Ciro, Annicchiarico Cosimo, Annicchiarico Giovanni….
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate un attimo, non ho avviato l’appello in maniera digitale. Perdonatemi. Prego anche di confermare la vostra presenza sulla piattaforma del microfono.
Grazie e scusatemi.
Speaker : MAURO EDMONDO TAMBURRANO, Segretario generale.
D’alò Ciro, Annicchiarico Cosimo, Annicchiarico Giovanni, Cabino Anna, Cometa Andrea, D’Abramo Gabriele, D’Alò Saveria, Danese Loreto, De Carolis Giulio, Di Palma Pierluigi, Donatelli Francesco, Caliandro Aurelio, Gianfreda Ciro, Lacava Alessandra, Manigrasso Alfonso, Marangella Aurelio, Marinelli Giovanni, Miglietta Gabriella, Petrarulo Ciro, Rossini Domenico, Russo Antonietta, Santoro Michele, Serio Massimiliano, Trani Immacolata, Zimbaro Massimo.
20 presenti e 5 assenti.
Speaker : PRESIDENTE.
Buongiorno. È arrivata la consigliera Cabino. Consigliera Cabino, se cortesemente conferma la sua presenza sulla piattaforma, grazie. Quindi, sono 21 i presenti e 4 gli assenti, giustificati. Possiamo iniziare il Consiglio comunale.
Buonasera ancora a tutti. Prima di iniziare il Consiglio comunale e prima di lasciare la parola al consigliere Santoro, che mi ha richiesto di fare una comunicazione, in un minuto, nella sessione odierna vorrei ricordare la persona dell’ex Sindaco Antonio Cavallo (detto Tonino), che è stato Sindaco del Comune di Grottaglie dal 1982 fino al 1985, anno nel quale è stato anche eletto consigliere regionale, fino al 1990, successivamente rinominato Sindaco dal novembre del 1991 al 1993. È stato l’ultimo dei consiglieri regionali di Grottaglie… L’unico, come mi ricordano i consiglieri. Si annoverano il suo impegno per l’ospedale San Marco e la sua intensa attività nell’associazionismo sportivo per quanto riguarda sia il gioco del calcio che quello del basket, oltre a molteplici interventi di corposa entità per la città di Grottaglie.
Come sempre vogliamo ricordare queste figure per la loro carica istituzionale rispetto alle Istituzioni.
Passo la parola, per un minuto, al consigliere Michele Santoro. Prego, consigliere.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Grazie. Buonasera a tutti.
Signor Presidente, io, come lei, sono un consigliere comunale, rispetto il Regolamento, rispetto lo Statuto, rispetto tutto quanto mi chiede l’Amministrazione comunale, ma, ahimè, questa non mi garantisce nella forma e nella sostanza di quello che sto dicendo adesso.
Ancora una volta, signor Segretario, signor Presidente, signor Sindaco, la prego di intervenire presso gli uffici affinché mi siano consegnati i documenti che richiedo. Sono trascorsi già tre mesi, pur avendo fatto tanti solleciti, e questa è l’ultima volta che lo dico in Consiglio comunale, poi scriverò alla Procura della Repubblica, perché penso che ci sia qualcosa sotto che non va se non mi stanno dando questi documenti.
Quindi io, signor Sindaco, siccome la richiesta adesso la intesterò a lei, se entro cinque giorni non avrò risposta, sarò costretto ad adire le vie della magistratura. Non è possibile che un consigliere comunale, che non ha più il diritto di accesso agli atti, venga trattato in questa maniera. Altrimenti, se voi non volete più consegnarmi una documentazione, me lo dite, non faccio più il consigliere comunale, mi dimetto e me ne vado. Però, attenzione: quello che accadrà dopo saranno vostre conseguenze. Il consigliere comunale deve avere la documentazione quando viene richiesta, altrimenti finisce tutto l’iter burocratico della vita amministrativa e non c’è più trasparenza, non c’è più cambiamento, non c’è più rinnovo di questa situazione.
Poi, signor Presidente, io ho presentato centinaia di interrogazioni, che giacciono nel suo studio, e oggi non ne ho vista nessuna. Questo è grave. È dal 30 novembre che ho presentato delle interrogazioni e non c’è nemmeno oggi un’interrogazione. Ci sono due delibere, il rendiconto, che non è il bilancio di previsione, per cui si potevano portare le interrogazioni e le interpellanze, e il riconoscimento di un debito fuori bilancio. Quindi, lei aveva l’obbligo di portare anche le mie interrogazioni e interpellanze.
Non mi ripeterò più. Io adesso vi scriverò, perché sono abituato a scrivere. Ho detto queste cose, però non mi piace dirle perché rimane scritto sul libro, e non mi piace. Scriverò, avrò una ricevuta e la consegnerò a chi di dovere se entro cinque giorni non avrò la documentazione, che per la terza volta richiederò.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro.
Mi farò carico della sua richiesta, verificando quali sono i documenti… Magari in separata sede le chiederò quali sono i documenti… Sì.
Per quanto riguarda l’ordine del giorno, è quello che è stato deciso all’interno della Capigruppo, portando quello che è l’ordine del giorno odierno.
Primo punto all’ordine del giorno: “Riconoscimento debito ex art. 194 D.Lgs. n. 267/2000 derivante dalla sentenza esecutiva del Tribunale di Taranto, I Sez. Civile, n. 3547, depositato il 25.11.2014”.
Tale riconoscimento è stato discusso nella I Commissione in data 12.05.2017 e tale Commissione ha espresso pareri favorevoli 7, contrari 3, astenuti 2.
Vorrei chiedere al Consiglio se è richiesta la relazione da parte dell’assessore o se comunque l’assessore Bonfrate vuole relazionare in merito.
Prego, consigliere Marangella.
Speaker : AURELIO MARANGELLA.
Buonasera a tutti.
Semplicemente vorrei conoscere – è assente il mio Capogruppo, quindi non so effettivamente se ci sono state determinazioni differenti in sede di Conferenza dei Capigruppo – circa l’assenza anche oggi dei revisori dei conti, stante l’ultimo Consiglio in cui si è approvato il bilancio di previsione in cui si era fatto un appello affinché i revisori dei conti fossero presenti. Pur nell’interpretazione del Regolamento che prevede la non obbligatorietà della presenza, però almeno si potrebbero ripristinare, stante anche la nomina del sostituto, le normali relazioni tra organismi e, quindi, almeno chiedere la presenza nelle due sessioni in cui c’è l’approvazione del bilancio di previsione e del rendiconto di gestione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Marangella.
I revisori dei conti sono stati presenti durante la I Commissione, e su questo poi relazionerà l’assessore Bonfrate. Hanno dato disponibilità e sono stati presenti durante la I Commissione, durante la quale tutti i consiglieri hanno potuto confrontarsi con loro con domande e quant’altro. Insomma, hanno partecipato alla Commissione e non al Consiglio comunale, però sono stati a disposizione. Questa volta sono venuti in I Commissione a interfacciarsi con il Consiglio comunale. Sì. Vuole intervenire adesso, consigliere Gianfreda? Prego, consigliere.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Ero presente in I Commissione e l’unico intervento che è stato fatto dai consiglieri, se non ricordo male, è in merito proprio alla presenza di un solo revisore, il dottor Gigante, uno dei due revisori dei conti. No, uno dei due… Due ne sono rimasti.
Speaker : PRESIDENTE.
Sì, erano tre. Uno era impegnato….
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Uno dei due. Il dottor Gigante era presente. Per dire la verità, e anche di questo mi potrà dare atto almeno chi era presente, egli stesso ha affermato, come secondo me giustamente è, che noi abbiamo il diritto e loro hanno il dovere di partecipare alle sedute di Consiglio, chiaramente compatibilmente agli impegni. Non a caso, a giustificazione dell’assenza aveva portato altri impegni. Così come anche nella I Commissione dell’altro giorno l’altro componente doveva essere presente a un’altra seduta di un altro Consiglio comunale. Quindi, questa è la situazione che si è venuta a creare.
Personalmente ho detto che sarebbe opportuno che partecipassero alle sedute dei Consigli comunali che riguardano sostanzialmente i bilanci di previsione o le sessioni di bilancio, in cui può capitare, come è capitato – e ho portato anche degli esempi –, che anche l’Amministrazione stessa propone in corso d’opera degli aggiustamenti o degli emendamenti e a garanzia di tutti e a garanzia del Consiglio comunale, dal punto di vista tecnico e non dal punto di vista politico – ho usato proprio questo termine, chi era presente può testimoniarlo –, dal punto di vista tecnico loro dovrebbero esprimere lì per lì, o riservarsi di esprimerlo in un secondo momento, un loro parere tecnico. E mi è sembrato che il dottor Gigante fosse d’accordo su questa procedura.
Da parte mia, a onor del vero, non è stata richiesta la presenza in data odierna. Però, secondo me è opportuno che nelle sessioni di bilancio e di rendiconto la presenza dei revisori sia non dico obbligatoria ma auspicabile. Grazie.
Questo è quello che è accaduto nella I Commissione.
Speaker : PRESIDENTE
. Grazie a lei, consigliere Gianfreda.
Prego, assessore Bonfrate.
Speaker : MARIO BONFRATE, Assessore.
Buonasera.
Chiediamo al Consiglio comunale di approvare questo riconoscimento del debito ex articolo 194 del decreto legislativo n. 267 del 2000 derivante dalla sentenza esecutiva del Tribunale di Taranto, I Sezione Civile, n. 3547, depositato il 25.11.2014.
Vorrei fare una piccola storia normativa del riconoscimento del debito.
L’articolo 194 del TUEL disciplina l’ambito di applicazione, nonché le procedure di riconoscibilità dei debiti fuori bilancio, ossia dell’obbligazione di contratti in maniera difforme dallo schema ordinario dei princìpi giuscontabili. Il riconoscimento di debiti fuori bilancio, effettuato al momento dell’approvazione dell’atto di rendiconto della gestione, può riguardare esclusivamente i debiti fuori bilancio relativi alle passività pregresse non contabilizzate. Dette passività, infatti, non erano considerate al momento dell’approvazione del bilancio di previsione, ma risultavano dall’ultimo consuntivo approvato. Nell’attuale sistema giuscontabile sono riconoscibili i debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive, come questa, copertura di disavanzi di consorzi, di aziende speciali e di istituzioni, ricapitalizzazioni, procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità, acquisizione di beni e servizi in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’articolo 191 del TUEL.
Adesso vorrei fare una piccola storia di questo debito fuori bilancio.
Il Comune di Grottaglie aveva un debito nei confronti della società cooperativa Orizzonte 2000 per la fattura n. 11 del 9 maggio 2008 di euro 132.272,40 e per la fattura n. 12 del 28 luglio 2008 di euro 52.269,20, per un totale di 185.541,60.
C’è una norma che prevede per fatture di importi superiori ai 10.000 euro di contattare Equitalia nel caso in cui siano dei debiti contributivi in questo caso del creditore. L’ufficio l’ha fatto e ha riscontrato, appunto, un debito della società cooperativa Orizzonte 2000 nei confronti di Equitalia. Questo cosa prevede? Che ci sia un pignoramento presso terzi, in questo caso presso il debitore della cooperativa Orizzonte 2000, al Comune di Grottaglie.
Il Comune di Grottaglie paga con diversi mandati, tra il 20 giugno 2008 e l’8 settembre 2008, le due fatture di cui sopra, la n. 11 e la n. 12. Il 22 ottobre 2008 Equitalia comunicava che, ottenuto il versamento degli importi, rinunciava al pignoramento in data 17 giugno 2008.
Che cosa è successo nel frattempo? La cooperativa falliva, veniva nominato un curatore e il curatore incaricato si accertava che il Comune di Grottaglie era ancora debitore nei confronti della cooperativa. Quindi, secondo il curatore non erano state pagate le due fatture e la curatela dava incarico all’avvocato Giandiego Monteleone di recuperare le somme.
In data 17 ottobre 2013, veniva notificato al Comune di Grottaglie ricorso per decreto ingiuntivo per il recupero delle somme di cui sopra, 185.541,60. In data 14 novembre 2013, la Giunta comunale dava mandato all’Avvocatura comunale di costituirsi e proporre opposizione. In data 22 novembre 2013, tramite notifica alla controparte, si proponeva opposizione verso il decreto ingiuntivo sostenendo di aver già liquidato le fatture di Equitalia. In data 29 gennaio 2014, il Comune iscriveva a ruolo la causa relativa all’opposizione. La curatela del fallimento contestava tale opposizione in merito ai termini per l’iscrizione al ruolo e nell’udienza del 25 marzo 2014 rilevava d’ufficio la tardività dell’iscrizione al ruolo. In data 25 novembre 2014, il Tribunale di Taranto dichiarava l’improcedibilità dell’opposizione. In data 8 gennaio 2015, viene notificata la sentenza al Comune di Grottaglie. In data 4 dicembre 2015, viene apposta formula esecutiva alla sentenza. In data 24 giugno 2016, viene notificato al Comune di Grottaglie, a mezzo PEC, l’atto di precetto di euro 214.714,74. In data 8 luglio 2016, viene notificato al Comune di Grottaglie l’atto di pignoramento presso terzi. In data 19 ottobre 2016, il Tribunale assegnava con ordinanza alla curatela la somma di 191.950,05, oltre a spese inerenti all’esecuzione. In data 27 dicembre 2016, la Tesoreria comunale (BCC di San Marzano) comunicava che, a seguito di ordinanza e pignoramento, pagava alla curatela 192.138,53 e ne chiedeva la regolarizzazione attraverso un mandato di pagamento. In data 31 gennaio 2016, il responsabile del settore bilancio, anche in assenza di stanziamento, provvedeva a regolarizzare la posizione. In data 17 febbraio 2017, con nota il ragioniere comunica che, in base a quanto previsto dalla norma, deve imputare all’anno 2016 il pagamento di cui sopra, per quanto non previsto nel bilancio di previsione 2016-2018, e iniziare la procedura di riconoscimento del debito ai sensi della legge.
In data odierna, si chiede al Consiglio comunale di riconoscere il debito, considerato anche il parere favorevole del Collegio dei revisori. Piccola nota. Sono passati otto anni e undici mesi per chiudere questa controversia.
Naturalmente, l’Amministrazione sta valutando di individuare le responsabilità per quanto successo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, assessore Bonfrate.
Consigliere Santoro, prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Signor Sindaco, signori consiglieri comunali, questo è un atto molto importante per tutto il Consiglio comunale, che oggi si prepara ad approvare questa delibera o questo argomento. È un argomento scottante, è un argomento molto importante, dal momento che il Comune di Grottaglie ha pagato per ben due volte la somma a una cooperativa, la prima volta di 185.000 euro, la seconda volta di quasi circa 200.000 euro, con tutti i suoi annessi (sanzioni, interessi, spese legali e chi più ne ha più ne metta). Allora io voglio non dico di chi è la responsabilità, perché la responsabilità qui cade su due Amministrazioni, il 90 per cento sull’Amministrazione Alabrese, che ha portato questo atto a essere abbandonato, non controllato, la seconda è quella dell’Amministrazione D’Alò, che non ha saputo vigilare bene su quest’atto, pur essendo egli stato nominato Sindaco il 20 giugno 2016.
Qui parliamo di date, date molto importanti, Presidente: 24 giugno e 8 luglio 2016. Quindi, il tempo materiale per potersi costituire ci stava. Ci stava e ci stava tutto. Non ho capito per quale motivo… probabilmente l’Amministrazione D’Alò era sull’onda della felicità di aver vinto le elezioni e non ha badato bene a costituirsi in questo atto molto importante, perché questo pagamento fatto in più di circa 200.000 euro l’ha guadagnato la cooperativa Orizzonte 2000 e lo sta uscendo il Comune di Grottaglie, con i suoi cittadini. I suoi cittadini devono essere messi a conoscenza, se c’è la trasparenza di questi atti, dall’Amministrazione D’Alò, perché l’Amministrazione D’Alò o deve aprire una Commissione di indagine per capire che cosa è successo in questa… perché in questa delibera, secondo il mio parere, c’è qualche cosa che mi sfugge, signor Sindaco. C’è qualcosa che mi sfugge. Io non voglio fare assolutamente nessuna allusione, però c’è qualcosa che non va. Quindi, la Commissione d’inchiesta, fatta da consiglieri comunali, deve saper gestire bene questa delibera. Gestendola bene, sicuramente uscirà il colpevole che non ha pagato questa cifra o, meglio, che ha pagato la prima volta, perché è stata tempestiva nel pagare la prima volta, però è stata intempestiva nel costituirsi la seconda volta.
Signor Sindaco, io non so lei che provvedimenti ha preso nei confronti del responsabile dell’Ufficio contenzioso, non lo so, perché si è costituito dopo un mese e mezzo, quando la legge parla di dieci giorni dalla data di notifica del pignoramento. Non lo so che provvedimenti ha preso. L’assessore non l’ha detto. L’assessore ha soltanto letto un documento che rispecchia tutta questa situazione. È facilissimo, assessore, parlare in questa maniera, però è difficile… Non mi interrompete. Io ho già il mio ragionamento, se mi interrompete perdo il filo….
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Santoro, può continuare.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Ma io vi ho mai interrotto a voi? Sì, vi ho sempre interrotto? E allora interrompetemi sempre.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Santoro.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Ho perso il filo del discorso. Oltre all’Ufficio legale, qui c’è anche una responsabilità dell’Ufficio ragioneria. Qui c’è una responsabilità dell’Ufficio ragioneria. Qui c’è una responsabilità degli uffici amministrativi. Io non voterò. Io abbandonerò l’aula al momento del voto, io insieme ai miei amici. E a chi vuol seguirmi mi segua. Io non lo approverò questo atto, perché abbandonerò la seduta, per poi rientrare. Ma questo atto non lo voterò. Perché devono pagare i consiglieri comunali che non hanno nessuna colpevolezza su questo atto? Perché non pagano gli assessori? Perché devono pagare i consiglieri comunali? Certo, la legge li garantisce, anche gli assessori. È facile fare una delibera, portarla appresso. Basta scrivere su un documento quando arriva la lettera, all’Ufficio ragioneria, all’Ufficio contenzioso, al Segretario generale, e il Sindaco o l’assessore se ne lava le mani. È troppo facile in questa maniera, caro Sindaco. Bisogna anche vigilare, perché qui c’è mancanza… io non lo so dire in latino, perché non ho fatto latino alla scuola, però c’è mancanza di vigilanza anche da parte del capo dell’Amministrazione comunale in quel frangente. Anche lei ha quel poco di responsabilità in questo atto.
Allora, o si nomina una Commissione d’indagine… E le chiedo, signor Sindaco, di mandare questa delibera, oltre che alla Corte dei conti o alla Procura della Corte dei conti, anche alla Procura della Repubblica – anche alla Procura della Repubblica – perché chi ha sbagliato deve pagare. Non possono pagare i cittadini grottagliesi per colpa di alcuni amministratori che sono negligenti. Io le chiedo di farlo, questo. Segretario, io non so se questo si può fare, Segretario, però questo è un atto molto importante, perché il Comune di Grottaglie sta uscendo dalla propria tasca 200.000 euro, li sta regalando a questa signora cooperativa Orizzonte 2000 o alla curatela.
Io – attenzione, parlo sempre politicamente e amministrativamente – posso anche capire che questi l’hanno fatto apposta a presentare questo atto, perché magari sapevano che questi uffici non se ne fregano nulla. Ecco perché le chiedo di mandare alla Procura della Repubblica tutti questi atti, perché io sono malizioso in queste situazioni.
Allora, Presidente, io la prego, visto che lei è il Presidente del Consiglio comunale, di formare un atto, lo firmiamo tutti noi consiglieri comunali e mandiamolo a chi di competenza, perché deve pagare chi ha sbagliato. Qui stanno succedendo tanti errori, tanti errori, e l’Amministrazione comunale è incapace di gestire bene questa situazione. Sindaco, io ho sempre parlato male delle Amministrazioni precedenti e credevo che questa nuova Amministrazione dovesse essere più solerte, più significativa nelle cose, ma, ahimè, purtroppo ancora o i consiglieri comunali sono neofiti della politica e non sanno entrare bene nel meccanismo politico e amministrativo, oppure qui c’è qualcosa che non va su questi atti. Sindaco, la prego di guardarsi bene le spalle. È giovane ancora e non voglio che accada qualcosa.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Mi scusi, Presidente, un minuto ancora, perché mi sono dimenticato una cosa. Riferendomi ai revisori dei conti, questa è una lettera per dire “non me ne frega niente nemmeno a me” da parte dei revisori dei conti, “fate quello che volete”, perché esprimono il parere favorevole invitando l’Amministrazione comunale a mandare… Invitando! Se vuole lo fa, se non vuole non lo fa. Anche loro sono responsabili, i revisori dei conti. Perché quando hanno visto anche loro questa situazione dovevano intervenire e bloccare tutto il meccanismo di quello che è accaduto in questa situazione. Poi non voglio dirlo perché posso essere anche oggetto e soggetto di denuncia per calunnia, perché lo sto dicendo in una pubblica seduta… Va beh, fammi stare zitto. Ho chiuso. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro.
Ha richiesto la parola l’assessore Bonfrate. Prego, assessore.
Speaker : MARIO BONFRATE, Assessore.
Consigliere Santoro, una precisazione. Sarà stato pure facile leggere quello, però io ho voluto sottolineare tutti i singoli passaggi di cosa è successo non perché non fosse chiara la delibera preparata, bensì per chiarire al meglio i passaggi e le date. La data fondamentale è 4 dicembre 2015, 2015, quando viene apposta forma esecutiva alla sentenza. Il 24 giugno, quando il nostro Sindaco è stato eletto, non poteva fare più niente. Lei non sa, e comunque adesso naturalmente il Sindaco risponderà su quello che noi stiamo facendo. Quindi, lo dico giusto per puntualizzare su quello che è avvenuto, sulle date e sulla facilità della lettura che io ho voluto dare.
Poi i revisori hanno dato parere favorevole, perché comunque è previsto dal 194, e l’ho detto prima come introduzione alla mia piccola relazione, semplice, a quanto pare. Però loro erano dovuti, noi siamo tutti dovuti, il Consiglio comunale, voi siete dovuti a deliberare su questo rendiconto, lo dice la legge, lo dice il TUEL, articolo 194, come ho detto prima, quindi solo queste due precisazioni, grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, assessore Bonfrate. Un attimo, consigliere Santoro, le apro il microfono.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Se l’assessore al bilancio mi dice “lei non sa”, vuol dire che lei non mi ha consegnato la documentazione, perché io, prima di parlare mi informo, prima di dire sciocchezze uso l’intelligenza. Il mio cervello, prima di dire le sciocchezze. Quindi, l’espressione “lei non sa” a me non la deve rivolgere mai nessuno. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro. Consigliere Gianfreda, prego.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Posso fare – non è il mio intervento – una domanda tecnica, riferita proprio alle date, per chiarezza, che l’assessore ha dato, che poi sono riportate all’interno della delibera, niente di più….
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
… e niente di meno. Vorrei capire: seconda pagina, ultimo punto, dice: “il Tribunale di Taranto, I Sezione, con sentenza 3547”, chiedo al Segretario o al Sindaco, anche perché è un avvocato quindi conosce benissimo la procedura… Ah, non si sa, in questo caso non si sa, però penso che il Segretario, essendo responsabile del contenzioso, conosce bene tutta la procedura, quindi vorrei capire, dal punto di vista tecnico, a quale data , o a quale procedimento si riferisce l’ultimo punto della seconda pagina, in cui dice “con sentenza 3547 depositata il 25.11.2014 dichiarava l’improcedibilità dell’opposizione, perché l’opponente, ai sensi dell’articolo 165, iscriveva a ruolo la causa entro dieci giorni dalla notifica della citazione al convenuto, inoltre compensava le spese di lite”.
La domanda è questa: se la data è riferita alla delibera di Giunta, che era superiore, oppure quando l’avvocato della controparte, cioè della cooperativa iscriveva… Capiamo a quale di quelle note precedenti e a quali date si riferiscono, perché dobbiamo capire tutti. I consiglieri comunali devono capire. Secondo me è chiarissimo di chi è la responsabilità: è di chi non ha proceduto. Poi farò l’intervento. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Gianfreda. Prego, Segretario.
Speaker : MAURO EDMONDO TAMBURRANO, Segretario generale.
Io non guardo precisamente le date, però… A braccio, dopo vado a trovarle e ve lo dico.
Decreto ingiuntivo: per opporsi al decreto ingiuntivo c’era termine 40 giorni. Il 17 ottobre 2013 è stato notificato al Comune di Grottaglie ricorso per decreto ingiuntivo. Da questa data decorrono 40 giorni per opporsi.
La Giunta, se fate i calcoli, stava nei termini perché la ha dato incarico all’avvocato il 14.11.2013. Se facciamo i calcoli, c’era tempo per potersi opporre.
Poi: il Comune di Grottaglie, per il tramite dell’Avvocatura, con atto notificato alla controparte, quindi l’avvocato procede e notifica alla controparte nei tempi, sta nei termini, il 22.11.2013. Il 22.11.2013 notifica l’opposizione. Purtroppo, nemmeno la controparte, nelle udienze, aveva rilevato questo. L’ha rilevato d’ufficio il giudice, il quale ha detto che non si è costituito, il Comune, entro 10 giorni dalla notifica. Quindi, se facciamo il calcolo, 10 giorni dal 22 novembre sono 8; entro il 2 dicembre doveva costituirsi. Si è costituito due mesi dopo, addirittura… Non il Comune, l’avvocato doveva presentare… Noi cioè abbiamo notificato la parte, l’opposizione, ma non abbiamo iscritto a ruolo la causa, questo è successo. Sindaco, sbaglio? Li abbiamo iscritti a ruolo… Perfetto, quelli sono i tempi. L’ha rilevato d’ufficio in una udienza. Il giudice l’ha rilevato d’ufficio, e ha dato termine, alle parti, di controdedurre. Se sono soddisfatti, non ho altro da aggiungere. .
Speaker : PRESIDENTE.
Un attimo soltanto, consigliere Gianfreda, le apro il microfono. Prego.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
A differenza del Sindaco e di molti altri illustri consiglieri qui dentro, io non sono un avvocato, quindi credo a quello che mi ha detto. Quindi, la procedura è quella, è trascritta anche all’ultimo punto, mancano dieci giorni.
Adesso, io dico: l’intervento del consigliere Santoro è stato anche chiarificatore, c’è un danno di 200.000 euro circa per quanto riguarda la cittadinanza, perché abbiamo pagato prima Equitalia e adesso è stato pagato, attraverso un decreto ingiuntivo che non penso che sia più impugnabile per recuperare quelle somme, perché c’è una sentenza del Giudice, quindi i cittadini del Comune di Grottaglie pagano due volte per una stessa cosa.
Vogliamo essere maliziosi? Vogliamo non esserlo? Non lo so, sarà la magistratura. Anche io concordo nel mandare oltre che alla Corte dei conti, anche alla Procura.
Però, a questo punto, se vogliamo essere di cambiamento, e qui il Segretario non ha fatto nomi e cognomi, ma essendo anche lui responsabile del PEG contenzioso, perché è stato scritto, nella delibera, di dare atto che “il riconoscimento dei sopra richiamati debiti fuori bilancio avviene comunque facendo salva la verifica dell’eventuale accertamento di responsabilità, anche al fine di azione di rivalsa”?
Io propongo, invece, che si scriva in questa maniera, perché è chiaro chi ha le responsabilità, quindi si può già iniziare a procedere al recupero delle somme, perché penso anche che come professionisti e come Comune probabilmente ci siano anche delle assicurazioni, se ci sono. Quindi, propongo di scrivere, invece, in questa maniera “di dare atto che il riconoscimento del sopra richiamato debito fuori bilancio – io quindi propongo questo emendamento a questa delibera –avviene comunque attraverso recupero ed accertamento di responsabilità come azione di rivalsa nei confronti del o dei responsabili”. Sappiamo chi è: ci sono le date, e il Segretario ha anche spiegato qual è il meccanismo che ci ha portato a pagare due volte. Questa Amministrazione –Sindaco, lei non ha nessuna responsabilità, io parlo per me – non ha nessuna responsabilità, probabilmente ce l’ha la scorsa Amministrazione. Segretario, le faccio un’altra domanda, poi mi risponderà al termine: io so che per ogni atto amministrativo c’è anche un RUP (responsabile unico di procedimento) che potrebbe anche non essere lo stesso che ha prodotto gli atti. Perché non è stato nominato? Anche in questo caso bisognava nominare, secondo me, un responsabile del procedimento per l’accertamento delle responsabilità. Noi non possiamo aspettare in eterno, specie in questo caso. Non stiamo parlando dei 1.000 euro, degli interessi, così com’è accaduto con l’altro debito fuori bilancio, che abbiamo sanato alla fine di gennaio. Qui stiamo parlando di 200.000 euro, somma che questa Amministrazione poteva utilizzare per aggiustare qualche altra piazzetta, o qualche altro asilo-nido, o qualche altra strada, o qualche altra strada di campagna: per alcune zone i cittadini hanno presentato delle firme per poter avere il diritto di non inciampare, di non cadere, con le macchine, all’interno delle buche che ormai si sono create. 200.000 euro, quindi, sono importanti, vanno immediatamente recuperati, o perlomeno, non recuperati, perché sappiamo i procedimenti come vanno. Ma va innescata da subito tutta l’istruttoria affinché si passi al recupero, e non aspettiamo la Corte dei conti, dalla quale probabilmente nemmeno questa legislatura vedrà la risposta su questa delibera, così com’è accaduto in passato.
Io chiedo quindi che sia fatta questa variazione a questa delibera e che sia messa ai voti.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Gianfreda, per chiarezza, le chiedo conferma: la delibera di approvazione, punto n. 3, di aggiungere, in coda… Me lo fa pervenire scritto, così poi ne do lettura? Grazie mille.
Passo la parola al Segretario Tamburrano, chiedendo il permesso al consigliere Marangella. . Consigliere Manigrasso, facciamo intervenire a questo punto anche il consigliere Marangella… Per la priorità di prenotazione, solo per quello. Prego, consigliere Manigrasso.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Volevo solo chiedere al Segretario come mai in tutta la corposa documentazione riguardante questo fascicolo all’ordine del giorno non ci sia un parere scritto dell’Ufficio legale. C’è il parere dell’Ufficio Ragioneria, che in qualche modo recita un po’ la prassi normale del riconoscimento del debito, però manca, secondo me, anche una relazione dell’Ufficio legale.
Speaker : PRESIDENTE.
Passo la parola al Segretario Tamburrano. Prego, Segretario.
Speaker : MAURO EDMONDO TAMBURRANO, Segretario generale.
Premesso che nelle ultime delibere di riconoscimento del debito è sempre figurato il sottoscritto, che non ha fatto altro che un excursus, perché la relazione non ti dice chi ha ragione e chi ha torto, fa l’excursus, il dato di fatto. È diventato un debito, e un debito immediatamente esigibile da una parte, quindi ha ottenuto l’esecutività perché proveniente da sentenza, e va – è la prima cosa che dice la legge – riconosciuto e coperto. Dopo si parte con la Corte dei conti e con la procedura di accertamento della responsabilità. Su questo mi volevo collegare a quello che diceva il consigliere Gianfreda. Naturalmente, il Consiglio è sovrano: per quale motivo c’è quella dizione fatta in una maniera che può sembrare generica? Perché comunque qualsiasi azione che noi facciamo, sono dei procedimenti: devo attivare un procedimento. Ecco perché mettendo già che io ho riconosciuto chi è… Invece, fatta la delibera, riconosciamo il debito e poi dobbiamo domandare le giustifiche, le motivazioni, e poi aprire la procedura, eventualmente, di riconoscimento della responsabilità ed eventualmente della restituzione delle somme.
Ecco la mia opinione qual era, per questo era messo in quella maniera, se no io vado a dire che già ho riconosciuto di chi è. Certo, è chiaro che in quella maniera c’è stato un errore di costituzione, è chiarissimo (di iscrizione a ruolo, non di costituzione). Quella è la procedura, secondo me. Ciò non toglie che si può aprire una Commissione d’inchiesta, si può aprire la contestazione alla parte, ci sono un sacco di procedure da fare. Devo dire anche, per onore di cronaca, che da nessuna parte c’è scritto che è stato comunque proposto appello, perché noi andiamo a fare il riconoscimento di questa sentenza. In piedi c’è l’appello che è stato anche discusso, e siamo in attesa della sentenza. È anche vero che questa è una prassi ormai consolidata, però c’è la prassi consolidata di riconoscere che la mancata costituzione nei termini, non dà più diritto alla parte di opporsi, di difendersi. Ci sono alcune sentenze che hanno dato ragione su questo, però non fanno giurisprudenza due sentenze. Questo è tutto, per onor di cronaca.
Non ho altro da dire.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Segretario. Passo la parola al consigliere Marangella. Prego, consigliere.
Speaker : AURELIO MARANGELLA.
Sì, grazie. In parte ho ricevuto già delle risposte alle domande che comunque porrò, dall’intervento del Segretario.
Provo ad aggiungere degli elementi per facilitare anche la riflessione del Consiglio sulle determinazioni rispetto all’argomento. Ovviamente ci troviamo davanti a un caso anomalo, fuori dalla consuetudine. Inizio dalla fine: il riconoscimento del debito, come ha già richiamato l’Assessore, è un fatto previsto dalla legge, quindi attiene all’aspetto strettamente contabile, non certo amministrativo, né di altra natura. È ovvio, come emerge già dal parere dei Revisori dei conti, che l’anomalia sta nel fatto che i debiti fuori bilancio di questo Consiglio comunale, che il precedente come anche il successivo si troverà a regolarizzare, attengono semplicemente a situazioni che vengono create dalla discrasia delle date rispetto alle approvazioni o alla comunicazione di pignoramenti, o comunque di somme dovute rispetto alle date di approvazione dei bilanci. Per cui, in effetti, noi abbiamo regolarizzato debiti fuori bilancio riguardanti o giudizi che sono giunti a sentenza definitiva, pur partendo da decenni precedenti, o situazioni in cui la non approvazione dei bilanci di previsione non consentiva al capitolo di poter predisporre la spesa, quindi si è dovuti arrivare al pignoramento presso la Tesoreria.
La legittimità della regolarizzazione della regolarizzazione, quindi, era naturale rispetto all’esistenza stessa del debito. Ora, qui ci troviamo in un caso esattamente contrario, rimarcato, perché non si tratta di interpretare ciò che è scritto, basta prendere alla lettera il parere rilasciato dai Revisori dei conti, che sinteticamente dicono che il Comune ha pagato due volte le somme.
Ora, responsabilità politiche, non responsabilità politiche. Siamo stati chiamati anche in causa, come passate Amministrazioni. Io ritengo, lo ha letto il Segretario, che l’Amministrazione, nel merito delle proprie competenze, ha espresso già un parere con quella delibera del novembre 2014, in cui, rispetto a una richiesta, ottenuti i pareri dei tecnici, ha ritenuto opporsi, dando mandato all’Avvocatura comunale di opporsi. Ha adempiuto ai compiti che la legge attribuisce al governo della città rispetto a quell’argomento. Quindi, non è venuto meno, non ha fatto valutazioni di altro genere, valutazioni che non poteva nemmeno fare, perché i fatti risalgono comunque all’ulteriore Giunta del secondo mandato Bagnardi. Ovviamente, il parere di opporsi, di costituirsi, lo ha maturato rispetto a quella che è stata la relazione dell’attuale Ragioniere capo.
Detto questo, la vicenda, quindi, ha valutazioni di natura strettamente tecnica, non politica, e rimane in un alveo tecnico. La differenza rispetto al passato è che non siamo di fronte a un riconoscimento di debito fuori bilancio, rinveniente, appunto, dalla sovrapposizione di date, come ho già rimarcato prima, che riguardano altri adempimenti come l’approvazione dei bilanci di previsione. Qui si tratta, effettivamente, di una situazione anomala. Io non so se è legittimo, lo ha detto il Segretario, modificare quello che la legge prevede, appunto, come dizione per l’apertura di un procedimento. Però, trovandoci davanti a un caso anomalo, chiedo se le determinazioni da parte dell’Amministrazione, essendo un caso anomalo, sono state già messe in campo, e pur essendo consapevole dell’estrema delicatezza dell’argomento, che può essere anche ritenuta non oggetto di discussione nel merito dei lavori di un Consiglio comunale, chiedo se esistono già determinazioni in merito alla vicenda da parte dell’attuale Amministrazione perché si possa chiudere appunto questa anomalia, in forma definitiva, ovviamente accertando le responsabilità e prendendo le decisioni e le determinazioni consequenziali a queste responsabilità.
Lo dico perché mentre una normale svista contabile, o l’emergere di un normale disguido di natura contabile-amministrativa rispetto all’operato di un’Amministrazione che può accadere, è accaduto in passato e accadrà sempre, rispetto a questo, io credo che invece un punto fermo vada messo in forma definitiva, perché adesso il percorso si è chiuso. Di fatto, una mezza risposta l’ho ricevuta: si sta attendendo la sentenza per poter fare appello.
Detto questo, nei limiti di ciò che oggi è possibile – se un procedimento è stato attivato ed è in itinere – occorre comunicare al Consiglio comunale se sono state già prese determinazioni in merito a questa vicenda, o se, a questo punto, è necessario attivare altri procedimenti, tra cui anche l’eventuale Commissione d’inchiesta. Io credo non abbia senso, perché essendo un fatto altamente tecnico, credo che non competa al Consiglio comunale, però almeno conoscere se sono state già prese delle determinazioni, non foss’altro che per il tempo. Oggi stiamo regolarizzando un debito la cui vicenda si è chiusa già l’anno scorso, quindi probabilmente, rispetto alla vicenda, già credo che riflessioni o determinazioni questa Amministrazione le ha potuto fare, di conseguenza attivare i procedimenti che riteneva più opportuno fare. Mi interessa quindi sapere effettivamente, a garanzia, appunto, delle somme elargite, anche se non dovute, se l’Amministrazione si è già mossa in merito. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Marangella. Prego, consigliere Santoro.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Presidente, ho ascoltato gli ultimi interventi, in particolare quello del Segretario generale, il quale ha riferito al Consiglio comunale che è stato proposto appello a questa sentenza della Procura di Taranto. Si è discussa, se non mi sbaglio, se ho capito bene, e si sta aspettando l’esito.
Se è tutto vero quello che state dicendo, e che non è riportato nella delibera, Segretario, nella delibera almeno bisognava scrivere che è stato proposto appello e che si è discussa il giorno… Non è attinente, allora il Consiglio comunale non sa nulla. Quindi, va bene, il Consiglio comunale non deve sapere nulla. Pur essendo sovrano, non devi sapere niente.
Io propongo al Consiglio e chiedo sia messo ai voti, di ritirare questa delibera, perché non vedo l’urgenza, essendo stato già ormai pagato. Propongo di ritirare questa delibera e di aspettare l’esito della sentenza. Questo lo chiedo ai consiglieri comunali per salvaguardare la loro immagine, che è molto importante. Poi, ognuno si assuma le sue responsabilità.
Su questa delibera, io sfido chiunque: se sapesse che è stato proposto appello, me lo dica, per favore. Io sfido chiunque a dirmi queste cose. Qui non è scritto che è stato proposto appello, quindi chiedo il ritiro di questa delibera. Grazie.
Prima di discutere, Presidente, chiedo di mettere ai voti questa mia dichiarazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Santoro. Consigliera Trani, prego.
Speaker : IMMACOLATA TRANI.
Grazie, buonasera. In realtà, la storia di prendere contezza di quelle che sono le vicende giudiziarie che coinvolgono il Comune sta diventando in qualche modo, tra la vecchia e la nuova Amministrazione, una patata bollente, che oggi non mi sento di restituire.
In qualità di consigliere, ci stiamo prendendo, insieme agli altri colleghi, la responsabilità di gestire questa situazione. Penso che questo gioco ridicolo debba finire, che dobbiamo guardare al futuro, ma soprattutto cominciare a gestire il presente. Penso che in qualche modo noi stiamo impegnando il nostro tempo a gestire la cosa pubblica nel migliore dei modi, almeno per le nostre possibilità.
Era un discorso che avevamo già affrontato e che speravo che in qualche modo fosse stato chiuso. Invece no, viene ulteriormente ripreso. Sta emergendo, attraverso il nostro operato, che all’interno dell’Amministrazione vista come ente pubblico, quindi sotto il profilo prettamente tecnico, c’erano dei meccanismi un po’ difficili, quasi come se la macchina amministrativa abbia una certa difficoltà a funzionare, cioè, questi ingranaggi devono essere oleati. Bene, noi l’olio, a questi ingranaggi che funzionano con difficoltà, quella che i serramentisti definirebbero vasellina la stiamo inserendo. Sono contenta che stiano emergendo grazie ad un’Amministrazione anche giovane, queste situazioni, quindi prendiamo atto e gestiamo con responsabilità tutto quello che sta avvenendo, nel bene e nel male.
Davanti a un titolo esecutivo ormai divenuto, entro nel tecnicismo, inopponibile, le disposizioni date dal dottor Bavaro, di pagare, oltre che rispettose della legge, sono anche il modo, sotto il profilo tecnico, di evitare che vada a carico della cittadinanza un ulteriore peso economico. Se quel titolo, infatti, non fosse stato reso esecutivo, e quindi se non fosse stato disposto il pagamento, sarebbero maturati interessi su interessi. Quindi, non solo ce lo impone la legge, ma quello costituisce anche un modo per evitare che la cittadinanza sia nuovamente onerata di responsabilità che non sono proprie.
Il mio intervento comprende anche una dichiarazione di voto, quindi voterò favorevolmente, indipendentemente dalle modifiche rispetto all’appello che io vedo poco rilevante. Mi auguro che si rifletta e che si eviti nuovamente di riportare questo discorso all’interno di questo Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Trani. Consigliere Annicchiarico, prego.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Buonasera a tutti.
Credo che questa delibera possa essere l’occasione per cercare di capire quello che è incomprensibile, quello che è successo da decenni. Qui si parla di un appalto del 2005, si parla di un intervento di Equitalia del 2008, secondo mandato Bagnardi. Si tratta di tutta la consiliatura Alabrese e in coda, io sono d’accordo, questa Amministrazione non può avere colpa né diretta né indiretta in questo stato di cose. Però, all’interno di questo tortuoso percorso che ci obbliga o almeno mi obbliga a una sorta di slalom gigante, gigantesco, tra problemi che hanno una valenza giuridica, tecnica, ragionieristica, qualche volta anche opportunistica e non solo dei soggetti che sono stati evidenziati nella ricostruzione che il Segretario ha inteso fare, così come sta facendo da un po’ di tempo a questa parte, quasi a sostituire tante altre inadempienze, ma anche i soggetti che sono fuori: il comportamento della cooperativa Orizzonti, la curatela che io non capisco – non voglio nemmeno impegnare l’Amministrazione a dare risposte su questo, me le cercherò da solo –, ma come si fa a non sapere da parte della curatela che già quanto dovuto dal Comune era stato pagato ad Equitalia perché Equitalia era nella condizione di dover esigere ciò che quella cooperativa aveva omesso di versare, se ho capito bene, perché devo veramente fare uno slalom gigante. Tomba a suo tempo avrebbe fatto sicuramente meglio di me.
Certo, ormai viviamo in un contesto dove le Istituzioni sono dei compartimenti stagni. La magistratura fa il suo lavoro come se non fosse anche in capo alla stessa magistratura che porta avanti certi procedimenti non aprire un fascicolo e dire “scusate, ma questi soldi non sono già stati pagati dal Comune? Stanno da qualche altra parte?”. La cooperativa Orizzonti o chi poi ne doveva tutelare gli interessi… Qui c’è molto di più di quanto possono essere le colpe dei dipendenti comunali o degli amministratori. Ti suggerisco anche la formula: culpa in vigilando visto che volevi avere anche una… Certo, in vigilando gli ex Sindaci, gli ex assessori o gli ex titolari di PEG potevano vigilare su questo. Un insegnante si trova anche a dover pagare chissà che cosa se un ragazzo fortuitamente si fa male: culpa in vigilando. Si rincorrono, sbattono la testa sul radiatore. “L’insegnante che faceva?”. Stava alla cattedra. Non è Mennea. L’altra volta era Tomba, stavolta è Mennea. Deve capire subito e andarlo a trovare.
Siamo di fronte a un percorso tanto originale, chiamiamolo così, creativo – questa è la finanza creativa – dove il Comune sembra proprio essere trattato come la parte che volete, che non se ne accorgono nemmeno. Alla fine si perdono le carte, si fanno le cose, Commissione d’inchiesta, non Commissione d’inchiesta, non complichiamoci la vita credo più di tanto. Noi dobbiamo essere messi nella condizione di vedere se questo atto è un atto dove c’è un obbligo istituzionale che ci pone e viene posto all’attenzione di questo Consiglio ora e non dopo per il semplice fatto che è legato al rendiconto del 2016. Non si può, a meno che non si voglia avere e si abbia il tempo giuridico di rimandare l’approvazione o la discussione e conseguentemente l’approvazione del rendiconto, non si possono slegare le due cose. Quindi, questo arriva e arriva prima del rendiconto perché è chiaro che qui c’è qualcosa che è stato pagato, che deve essere regolarizzato dalla cui regolarizzazione dipende poi il pareggio dei conti che si vanno ad approvare.
Il bilancio di previsione sappiamo che è un atto di fede. Il bilancio, invece, del rendiconto è il giorno del giudizio. Arriveremo a dire le cose nel giudizio, stavolta sì su due Amministrazioni che si passano il testimone. Però, questo appartiene nemmeno al passato prossimo, al passato remoto e se vogliamo proprio all’antiquariato.
Da questo punto di vista, però, un’idea personale me la sono fatta. Io vorrei votare questo atto nello stesso modo come l’avrebbe votato il Sindaco se fosse rimasto all’opposizione, cioè mi piacerebbe proprio sapere, e poi prenderò spunto dalla sua dichiarazione di voto, se vorrà contemplare anche questa ipotesi, nella storia si sa vedere che non vale il “se fosse accaduto”. Non è accaduto. Grazie a dio e agli elettori non è più all’opposizione, ma è dalla parte di chi amministra la città. Non può non fare, secondo me, forza a se stesso nell’approvare anche questo dato. Però, siccome chi è intervenuto prima di me da quella parte come opposizione dichiarata e io che sono in una condizione di non maggioranza, di fronte a questo percorso accidentato, fortemente accidentato, non so se più accidentato in discesa o in salita, a me fanno più paura le discese delle salite, perché è più facile salire, a scendere si corre il rischio di andare giù a rompicollo.
Cercherò poi in dichiarazione di voto di votare così come il Sindaco avrebbe votato se fosse stato all’opposizione. È una sfida che capisco un po’ retorica, anche per alleggerire qualcosa che dopo sarà un po’ più pesante anche sull’altro punto perché lì entreremo anche in relazione a giudizi che riguardano metà, sedici, Alabrese, metà, sedici, D’Alò. Anch’io avevo annotato comunque questa possibilità. Avrei proposto anch’io di modificare quel punto, così come ha fatto il collega Gianfreda, perché mi sembra che quella formula, pur capendo tutte le motivazioni che stanno dietro che faccio mie cercando di capire il senso, si vede anche lì la fatica di dover dire delle cose con tutta una serie di avverbi, incisi. Non dobbiamo accusare nessuno prima ecco che possa essere avviato regolarmente, perché si passa dalla parte della ragione facilmente alla parte del torto, però quel passaggio che qui dice “avviene comunque facendo salva la verifica dell’eventuale accertamento di responsabilità, anche al fine…” è troppo faticoso. Non solo dal punto di vista dell’italiano, ma è troppo faticoso dal punto di vista della determinazione con cui questa Amministrazione ci porta questo provvedimento e so che lo vuole portare fino alle ultime conseguenze, non inciampando in qualche ostacolo. Però, credo, io non avevo già messo per iscritto una….
Già ho finito i dieci minuti? Per la miseria! È un difetto che non so migliorare.
Speaker : PRESIDENTE.
Concluda, consigliere.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Diciamo che concluderò poi in sede di dichiarazione di voto, anche perché aspetto come devo votare. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Annicchiarico. Ci sono altri interventi?
Sindaco, prego.
Speaker : SINDACO.
Io, come direbbe Gramsci, sono sempre stato da una parte, non ho mai avuto paura di stare da una parte. Quindi, quando sono stato all’opposizione sono stato all’opposizione, quando sono stato al Governo ho fatto Governo. Oggi sto al Governo e mi assumo la responsabilità. All’opposizione motivavo le cose con dei crismi politici e ho votato sempre contro, l’ho detto e mi sono dichiarato, senza paura. Quindi, se questo può determinare il voto contrario… Però, la distinzione c’è tra me all’opposizione e lei non in maggioranza: la chiarezza. Mi sono permesso di citare Gramsci per ultimo, visto che qualcuno ultimamente lo ha richiamato spesso. Detto questo, chiariamoci. Consigliere Santoro, lei è il prestigiatore delle parole. È politicamente quello che crea il fumo. È chiaro che lei deve metterci la responsabilità dell’Amministrazione D’Alò in questa cosa, perché sennò non c’è sale, non c’è l’interlocuzione. È normale. Io la capisco, è giusto. Deve comunque tirare dentro anche chi non c’entra. Se non c’entra il Sindaco in questa cosa di che stiamo parlando? Non c’è neanche il motivo per dire “non la voto”. Questo è il ragionamento. Non importa. Io non la devo convincere, consigliere Santoro. Lei sta all’opposizione e deve votare contro. È giusto che sia così. Abbandonerà. Io sono d’accordo. Ma l’ho detto adesso. No, a volte votavo contro. A volte votavo contro.
Detto questo, nel rispetto dei ruoli, ovviamente apprezzo l’intervento del consigliere Gianfreda, che è metodico sulle cose, che ha offerto una ricostruzione e ha chiesto cose laddove non era appunto a conoscenza di aspetti tecnici che purtroppo in questo campo sono necessari. Quando si tratta di debiti fuori bilancio purtroppo rivenienti questi debiti da errori giudiziari. Sento tutti dire “Abbiamo capito chi è”, ma nessuno ha fatto il nome. Siamo arrivati all’apoteosi del tutti sappiamo chi è, ma nessuno… Siccome non si può fare in pubblico, non si può fare nemmeno nella delibera. Siccome non si può fare in pubblico e la delibera è pubblica, neanche nella delibera si può scrivere chi è responsabile. Quando lo accerteremo, lo metteremo per iscritto e si pagheranno le conseguenze che sono previste. Ecco perché il fraseggio vario per dire….
Io non ho pregiudizi nei confronti di nessuno. Chi sarà ritenuto responsabile a seguito dei procedimenti che la legge impone all’Amministrazione dovrà pagare fino all’ultimo centesimo. Questo è fuori di dubbio. Questo è fuori di dubbio. Ad oggi, modifiche a quel punto non sono possibili perché, come si diceva prima, ancora pende appello, fosse anche un’unica sentenza residuale del 1824, faccio l’esempio, che dà ragione al legale che dice “appelliamo perché c’è questa ipotesi” io che faccio l’avvocato so che potresti trovare un indirizzo della Corte d’appello o della Corte di cassazione poi che si rifà a quell’orientamento e tu rientri in gioco. Quindi, io non posso dire di non fare appello, perché altrimenti domani mattina arriverà il responsabile, chiunque esso sia, e dirà: “Sindaco, tu non mi hai fatto fare l’appello, perché secondo me era giusto”. Quindi, cerchiamo anche di entrare nell’ottica di tutelare l’Amministrazione, tutelare tutti. Io non ho fretta. Non ho fretta. Se tutto va bene almeno fino a Natale arriviamo. Quindi, fino a Natale qualche responsabilità l’avremo accertata.
Detto questo, non mi appassiona il discorso delle responsabilità oggi, perché non approvando questo debito fuori bilancio scatta inevitabilmente la responsabilità di chi non lo approva. Sia ben inteso che chi approva questo atto, come sempre è stato fatto, come sempre è stato detto, non si sta facendo una forzatura rispetto alla regolamentazione del debito. Qui si sta regolarizzando un debito che è stato già cristallizzato da un provvedimento del magistrato che ha assegnato le somme. Quindi, a nessuno di noi, né oggi, né ieri, né domani, ai presenti che non hanno avuto responsabilità politiche in quel momento, a nessuno dei presenti potrà essere chiesto un centesimo o addebitato un minimo di responsabilità perché noi siamo obbligati a fare questo atto. Non ce lo siamo inventati perché è un giudice che ha assegnato quelle somme. Sul punto la normativa specifica i casi in cui si è nella presenza di un debito fuori bilancio e questo è prova al primo punto.
Le responsabilità sono un tema interessante. Certamente io al posto dell’opposizione avrei motivato sul perché sì e sul perché no. Qualcuno l’ha fatto e qualcuno no. Avrei detto no e su questo sono d’accordo. Non sto chiedendo di votare o di rimanere in Aula, per carità. Siete liberi di fare quello che ritenete giusto, però è giusto che sappiate che nessuna responsabilità, allo stato, può essere riconosciuta nei confronti dei consiglieri che approvano questo atto perché non c’è. Questo è quanto. Altre considerazioni non credo che se ne possano fare. È scritto e non a caso la delibera che ci accingiamo ad approvare indica i dettagli. Sia ben inteso che avremmo potuto pure fare una ricostruzione sommaria, ma a noi piace fare le cose dettagliate: tutte le date, tutti i punti, in modo che tutti i presenti in Aula e tutti gli ascoltatori e telespettatori, come vogliamo chiamarli, i web spettatori di casa potranno ascoltare e rendersi conto della linearità con la quale stiamo conducendo questa cosa. Non possiamo attendere oltre. Poi dovremo discutere del rendiconto. Quindi, ulteriori cose e dati tecnici non ne possiamo aggiungere. Non c’è un rilievo politico, né io voglio andare… Potendolo fare, oggi potrei aggiungere degli elementi per dire contro quelli che stavano prima, così, giusto per essere… Non lo voglio fare. Voglio liberarmi di questo debito e andare avanti. Poi, ci saranno le sedi giudiziarie dove i responsabili immagino intenderanno difendersi, ma quello è un altro aspetto. Per il momento noi stiamo facendo il nostro dovere e lo stiamo facendo in conformità alle norme.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Sindaco.
Ci sono altri interventi? Prima delle dichiarazioni di voto, metterei ai voti le due proposte, le mozioni, sia quella del consigliere Santoro e sia quella del consigliere Gianfreda. Ha già spiegato le motivazioni, consigliere Santoro. In merito a cosa, consigliere? Le do parola informandola del fatto che avevamo chiuso la discussione e stavamo passando sul… Per regolarmi io con gli interventi.
Prego, consigliere Gianfreda.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
C’è un corto circuito. Molte volte, anche nella discussione e nella predisposizione degli atti, nella discussione specialmente da parte del Sindaco, ma anche da parte di alcuni componenti della maggioranza emerge come se noi facessimo gli interventi o anche le proposte così solo per il ruolo, come il ruolo di opposizione. “Io quando ero opposizione mi opponevo, quindi quello è il ruolo. Ora ho un altro ruolo”. Sto facendo l’intervento apposta. Quando mi danno un atto io leggo ciò che sta scritto nell’atto e mi fido di chi ha predisposto l’atto, di chi ha fatto una discussione in I Commissione, ha chiesto anche di votare in I Commissione. Oggi emerge nella discussione di questo atto che c’è anche un appello. Secondo me, il fatto che si doveva scrivere a quel punto diventa legittimo tenersi anche in maniera più aperta possibile per quanto riguarda il terzo punto. Si dice: “Se il procedimento, volesse dio, ce lo accolgono potrebbe ritornare”. Poi, sentendo alcuni consiglieri di opposizione, è inappellabile. È pure avvocato. Sì, ho capito, due fasi differenti, però noi stiamo parlando di 200.000 euro da parte dei cittadini che hanno pagato le conseguenze, ne stanno pagando le conseguenze, direttamente o indirettamente. Comunque, sono 200.000 euro circa che escono dalle casse del Comune di Grottaglie. Quindi, il fatto che qui dentro non ci sia scritta questa cosa, a mio avviso, in maniera semplice, se noi mandiamo quest’atto alla Corte dei conti e la Corte dei conti su quest’atto, in maniera celerissima, emette una sentenza e dice: “Recupero perché, secondo me, l’Amministrazione deve recuperare queste somme ed è chiara la responsabilità da parte di x”, allora….
Se il mese prossimo voi mandate questa e fra due mesi arriva la sentenza o l’addebito consequenziale da parte della Corte dei conti, voi che fate? Dite: “No, non posso accertare perché…”. Ecco perché andava chiarito anche qui dentro. Chi fa la discussione anche in Consiglio comunale ha un quadro più ampio e completo in cui anche negli interventi modera, discute, trascrive e propone. Non si può dire “Tu non sai, forse, che noi abbiamo fatto…, perché sennò x ti dice e tu non mi hai dato la possibilità di difendermi”. Questo è un debito fuori bilancio. Ho premesso che questa Amministrazione non ha nessuna responsabilità né tecnica, parlo dell’Amministrazione D’Alò, né amministrativa. C’era una sentenza, si sta ottemperando al pagamento. Se non pagava la Banca Credito Cooperativo li avrebbe messi lei, se non c’era il mandato da parte degli uffici competenti li avrebbe messi il responsabile dell’ufficio. Quindi, questa procedura è una procedura di prassi. Sono decenni che si fa questa procedura. Nessuno sta dicendo che bisogna violare o non bisogna sanare questa situazione, ma la vogliamo accertare.
Nel mio emendamento ho premesso – lo ricordo al Presidente quando metterà ai voti – “accertare e recuperare”. Non ho detto recuperare e accertare. È diversa la situazione. Prima accerti e dai la possibilità… Poi, attenzione, x non è detto che dovrà pagare. Secondo me, qualsiasi professionista, qualsiasi dirigente probabilmente ha pure una copertura professionale che gli permetterà anche di non rispondere in toto con il proprio patrimonio… Appunto. Siccome noi sappiamo, noi professionisti ce l’abbiamo tutti la polizza professionale, quindi non è che stiamo dicendo che dobbiamo andare alla caccia delle streghe a dire… Capita a tutti. Pure a me può capitare l’errore o per un motivo x che noi non conosciamo, che emergerà nella fase di istruttoria della pratica per il recupero delle somme e dell’accertamento delle responsabilità. Nessuno qua sta facendo la caccia alle streghe. Però, noi non possiamo permettere che si perda tempo e si perdano i soldi da parte dei cittadini, perché altrimenti, politicamente, è responsabile questa Amministrazione. Politicamente parlo, non dal punto di vista dei….
Ecco perché io ho proposto, e ritengo giusta la proposta anche del consigliere Santoro, che si inserisca in questa delibera il fatto che è stato proposto appello e quando è stato proposto perché dobbiamo capire pure se è stato proposto nei tempi. Pure questo non so. Se si propone pure fuori tempo poi c’è un’altra responsabilità, che può essere pure l’Avvocatura del… Io non lo so se è stata proposta con un avvocato esterno o con un avvocato interno. Io non lo so l’appello come è accaduto. Anche con l’Avvocatura interna sempre spreco di risorse è, umane ed economiche. Non è che si sta perpetrando ancora con ulteriori spese? Lei dice che ci sta una possibile, così ho capito io, flebile possibilità che si vinca. Dobbiamo capire pure se ci stiamo attaccando a delle cose. Secondo me, è inappellabile. Poi, voi siete avvocati pronti a cambiare le carte in tavola dalla mattina alla sera, quindi lascio fare a voi il vostro lavoro. La sentenza la emettono i giudici. Sono d’accordo con il professor Annicchiarico quando dice che qualche giudice si dovrebbe pure chiedere il pro di alcune sentenze, a meno che non ci sia anche il dolo in questa cosa, almeno dal punto di vista tecnico-giuridico. Non so se uno non può esprimere pure un ragionamento su alcune sentenze. Ritengo giusto quello che ha detto il consigliere Santoro. Grazie.
Presidente. Grazie a lei, consigliere Gianfreda.
Ci sono altri interventi in merito alla mozione presentata dal consigliere Gianfreda?
Prego, consigliere Manigrasso. No, stiamo discutendo adesso. È chiusa la fase di discussione sul punto n. 1) all’ordine del giorno. Rimangono le dichiarazioni di voto. Stiamo discutendo adesso della mozione presentata dal consigliere Gianfreda.
Scusate, stiamo discutendo la mozione del consigliere Gianfreda, che è la modifica del punto n. 3 della delibera in oggetto. Successivamente prenderemo in considerazione, ed eventualmente discuteremo, la proposta del consigliere Santoro di ritirare il punto all’ordine del giorno. Va bene? Va bene nel senso se sono stato chiaro.
Prego, consigliere Manigrasso.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Credo, Presidente, che prima di chiudere la discussione sull’argomento se dal Consiglio comunale emergono delle indicazioni, delle proposte che vanno in qualche modo ad integrare e a migliorare la proposta di delibera, si debba prima chiudere un po’ questa fase per poi valutare anche la possibilità di poterla inserire, come modifica dei suggerimenti fatti.
Io concordo con quanto ha detto il Segretario: sono due questioni separate, quella del ricorso e quella del riconoscimento del debito fuori bilancio. Anticipo anche, in caso dovessimo mettere a votazione il discorso del ritiro dell’argomento, che di per sé non è possibile, nel rispetto della procedura del riconoscimento del debito fuori bilancio, che deve avvenire nel corso dell’approvazione del bilancio a cui fa riferimento. Essendo stato pagato il debito a dicembre, tra il 27 e il 30 dicembre 2016, il bilancio a cui fa riferimento... Non essendo stato né variazione né bilancio di revisione del 2016, l’ultimo atto del bilancio 2016 è il rendiconto. Per cui, va approvato necessariamente prima ed entro la data del bilancio, del rendiconto. Per cui, credo che sia inaccettabile la proposta del ritiro, se vogliamo dare al Consiglio comunale le sue proprie attribuzioni.
Dicevo, concordo con il Segretario: un conto è il ricorso presentato e un conto è la legittimità, da parte del Consiglio, di riconoscimento del debito fuori bilancio. Però, onestamente, quello che dice l’ingegnere Gianfreda, il consigliere Gianfreda non è del tutto peregrino, nel senso che quell’articolo 3, in qualche modo, dice: “facendo salva la verifica dell’eventuale accertamento di responsabilità, anche al fine di azioni di rivalsa”. Io ritengo e propongo di aggiungere “anche in vista dell’esito del ricorso presentato”. Non va a modificare né a stravolgere il concetto o il senso del deliberato, però quantomeno garantisce il Consiglio comunale nel dire: “Io ho riconosciuto il debito fuori bilancio, ho fatto la cronistoria di chi potrebbero essere le responsabilità. Dovrò avviare un’azione di rivalsa”. Però qui non si capisce quando questa azione di rivalsa dovrà essere avviata. Se, come giustamente dice il consigliere Gianfreda, l’esito della Corte dei conti arriva fra un mese, dovremo inevitabilmente avviare la procedura degli accertamenti di responsabilità.
Per cui, se si aggiunge anche, alla fine del punto, senza stravolgere... Credo che sia scritto, in qualche modo, bene. Però va aggiunto: “anche in attesa dell’esito del ricorso presentato in data...”. Quindi, in qualche modo, salvaguardiamo un po’ la procedura della rivalsa, ma garantiamo ulteriormente anche lo stesso Consiglio comunale dal fatto che ha assolto al suo compito del riconoscimento del debito fuori bilancio, però viene garantito dal fatto che la procedura sicuramente verrà fatta.
Condivido che vada, in qualche modo, richiamato il discorso del ricorso presentato, anche perché non toglie nulla al deliberato che è stato presentato, anzi aggiunge qualcosa di più e chiarisce in merito, ancora di più, a che punto è la fase della procedura in generale.
Concordo anche con chi ha detto che la Commissione garanzia non serve. È facile capire la responsabilità derivante. Per cui, sarà cosa semplice per l’Amministrazione riuscire, poi, a individuare, eventualmente, se riscontrerà doli, e a recuperare le necessarie somme.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Manigrasso.
Prego, consigliere Gianfreda. Marangella, mi scusi.
Speaker : AURELIO MARANGELLA.
Lo chiedo al Sindaco o al Segretario, perché si è ingenerata una confusione, anche per favorire e chiarire l’interpretazione degli atti. Il ricorso è stato già presentato o no? Io ho capito di no. Io ho capito di no.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO.
Sono due cose completamente distinte. Da una parte, abbiamo un provvedimento esecutivo. È chiaro? Quel provvedimento non lo puoi più impugnare, perché è già esecutivo e già ti hanno preso i soldi. A parte, rispetto a quella decisione del giudice che dice che noi non eravamo in termini, rispetto a quella decisione è stato fatto appello. È chiaro? Non la ricordo la data, ma a prescindere da questo... Con la vecchia Amministrazione.
Detto questo, non incide su questo atto il discorso dell’appello, perché tu quel debito oggi ce l’hai come esecutivo. Quindi, questo debito, tu... Benissimo.
Se il punto è – giusto per essere chiari – “introduciamo la clausola, salvo buon esito dell’appello”, non c’è nessun problema ad inserire questa ulteriore precisazione, che, però, non va ad incidere sul riconoscimento del debito. Questo debito va riconosciuto perché, ad oggi, così com’è, è esecutivo. Se arriverà domani mattina la sentenza che ci dà ragione, sarà un’altra cosa. Però, ad oggi, noi questo lo dobbiamo regolarizzare così com’è. No. Lui ha detto: “L’appello è stato fatto o no?”. No. Il giudizio è stato discusso qualche giorno fa e si aspetta la sentenza. Potrà arrivare tra 60 giorni o 90 giorni, i tempi che ci mettono normalmente. In attesa di questa sentenza, noi questo debito lo dobbiamo regolarizzare. Questo è quanto.
Vogliamo aggiungere “salvo buon esito dell’appello”? Lo possiamo pure aggiungere. Sì. Noi dobbiamo fare una premessa. È chiaro? Andrebbe fatta la premessa. Al punto 3 possiamo scrivere... Sì. Che cosa “a che pro”? Ciro, sono questioni giuridiche. Mi sono spiegato? Te lo spiego. Se vinci l’appello, rientri nei termini per poter discutere il provvedimento. Se vinci, poi, la fase di opposizione, che si va a riaprire... No, è bilancio, perché l’hai già pagato questo. Sono due cose diverse.
Il tema dell’appello non è il quantum o il se. Il tema dell’appello è: il giudice ha detto che io non ero in termini – va bene? – per proporre l’opposizione... Scusami, Michele, te lo spiego, così è chiara anche a te questa cosa. Dopo ritorniamo sul tema. Quando dice, il consigliere Annicchiarico, giustamente: “Ma il tribunale dovrebbe sapere”. I processi, purtroppo o per fortuna, si fanno per dare il diritto a chi viene citato di presentare le proprie difese. Quindi, erroneamente o giustamente, non ti hanno imposto il pagamento. Ti hanno fatto un atto e tu dovevi costituirti e dire: “No, non è così”, e motivare. Quello ti avrebbe detto: “Hai ragione”. Questo è il senso, anche, del giudizio civile, in questo caso, ma del processo: instaurare un contraddittorio sul fatto in oggetto, in questo caso il pagamento delle somme. Questo lo chiarisco.
Noi non siamo entrati nel merito. In quel processo, non siamo entrati proprio nel merito. Il tribunale ha detto: “Sei arrivato troppo tardi per dire quello che avevi da dire. Sei fuorigioco, sei fuori tempo massimo. Paga e basta”. In base a quello, in base a quella sentenza, il provvedimento diventa immediatamente esecutivo, quindi lo devi pagare. E quello va da sé.
Rispetto a questo diritto “negato”, accorciato, abbreviato, come vogliamo definirlo, a questa interpretazione che ha dato il giudice, perché ci sono sentenze (poche, ma ci sono) che dicono che non è così, l’avvocato ha proposto appello e ha detto: “Guardate, io non l’ho fatto nei termini” la spiego così, come se dovessi giustificarmi io “perché, leggendo gli orientamenti della Cassazione”... L’avvocato del Comune. Certo, risulta dagli atti. Certo.
Quando ti costituisci... Mi ha fatto perdere il filo. Facciamo l’opposizione, a questo punto, per dire: “Noi vogliamo essere rimessi nel termine per poter aprire il giudizio e, in quel giudizio, far valere le nostre ragioni”. È chiaro? Quindi, non è che, se noi vinciamo l’appello, automaticamente quello che diciamo noi è accertato de plano che è così. È chiaro? Avremmo la possibilità di dire quello che noi abbiamo in mano, di esibirlo al giudice e di dire: “Giudice, guarda che non è così”. Nel merito, per grandi linee... Adesso non voglio entrare nello specifico, perché non sto facendo un processo. Non sono un giudice. Per grandi linee, diciamo che quel debito è stato già pagato. Okay? Ora, noi non abbiamo avuto la possibilità di dire a quel giudice, che doveva... Bene.
L’appello ci dovrà dire se noi siamo rimessi nel termine per poterci giustificare davanti al tribunale per questa cosa. Così, per spiegarla in poche parole. Ho capito. È questo... Scusatemi, per legge – ve lo dico così, semplicemente – quelle somme sono state bloccate, impegnate, ma, ovviamente, per il principio di responsabilità e di precauzione che hanno i soggetti che gestiscono le somme, quei soldi non li stanno toccando, perché, se l’appello dice che è così, poi chi ce li deve rimettere i soldi? Anche il magistrato quei soldi non li ha distribuiti alle persone. Se su questa cosa si fa ricorso... Finché non si chiude definitivamente la vicenda, nessuno con quei soldi andrà a fare la spesa. Questo è il concetto. Però, di fatto, sono nella disponibilità del tribunale, non più nella nostra disponibilità. È chiaro il passaggio? Questo è. Di fatto, in base a quel provvedimento esecutivo, abbiamo pagato. Poi, che i soldi non li abbiano presi materialmente e messi in tasca i lavoratori... È così. Non li hanno dati ancora. Sono stati assegnati, sono nella disponibilità della curatela che, non appena avrà chiarito tutta la vicenda, procederà oltre.
C’è anche la possibilità che, una volta accertato, possiamo fare una ripetizione, quindi chiedere la restituzione, ma devi fare un’altra causa. Però, prima devi chiudere questa e poi agisci. È chiaro? Purtroppo, è così che funziona. Noi siamo, oggi, tenuti a pagare e a sanare questa vicenda prettamente burocratica, se la vogliamo definire così, ad oggi, perché non sappiamo l’esito di quello che... Quello che sarà l’esito in generale, e dell’appello e delle decisioni sul tema e quant’altro.
Ci sono altre domande specifiche su questo? Domande o interventi. Io sto rispondendo alle domande.
Speaker : PRESIDENTE.
Sindaco, se ha finito, do la parola al consigliere Santoro. Prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Signor Sindaco, io ancora di più sono convinto del ritiro di questa delibera, perché lei questa sera ha fuorviato tutti i consiglieri comunali da questa delibera... Ha spiegato in modo non semplice e nemmeno tecnico, Sindaco. Va beh, diciamo “giuridico”, visto che sei avvocato. Io, purtroppo, non sono nessuno, però... Sì, politicamente parlando. Quando parlo io, sta sempre di mezzo la politica. Non c’è di mezzo l’offesa, la diffamazione o la calunnia. Ricordalo questo, Sindaco. Ricordalo. Quando usciamo di qua, mi puoi pagare pure una pizza. Io l’accetto.
Sindaco, io mi rifaccio alle cose dette dai consiglieri comunali che sono intervenuti. Non voglio fare delle critiche, ma è meglio stare zitti. Però voglio parlare con lei. Quando mi dici che la curatela fallimentare si è presa i soldi e li tiene conservati da una parte, secondo me, questo è grave. Lei non sa ancora se si è chiusa quella pratica della curatela fallimentare della cooperativa Orizzonte 2000. O sa qualcosa lei e qui non è scritto nulla? Qui non mi avete scritto, nella delibera... Ecco perché questa delibera, per me, è una delibera ambigua. Non hai scritto nulla. Caro assessore, sono scritte le date. Le date non mi servono. Ecco perché stanno emergendo tante di quelle cose che nemmeno Gesù se lo sta immaginando su questa situazione. No. La curatela ha fatto la furba, cari amici miei, cari consiglieri comunali. La curatela, quando prende in mano un fascicolo, controlla tutti gli atti e quando vede che il Comune di Grottaglie ha pagato a Equitalia la cifra di 185.000 euro, per quale motivo si costituisce e dice “mi dovete dare questi soldi”? La curatela... Cosa dico? Scusami, dottoressa... Non lo so se è avvocato. Non lo so. Non sei avvocato. Dottoressa, allora. Io la chiamo “dottoressa”, non la chiamo “consigliere comunale”. Un po’ di giudizio ce l’ho. So leggere... Quello che mi hanno detto mio padre e mia madre è: “Leggi bene gli atti”. Sono trent’anni che faccio politica e, prima di parlare, leggo gli atti. E che devi recuperare, se l’Equitalia l’ho pagata? Che devi recuperare, amica mia?
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliera Trani, la prego. Per favore. Consigliera Trani, chieda la parola.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Ancora di più, e non voglio più intervenire, sono convinto, cari consiglieri comunali di maggioranza, che questa delibera, al di là del rendiconto finale (che sarà approvato o non sarà approvato; sono problemi vostri), questa delibera deve essere ritirata, per la vostra immagine. Altrimenti, pagherete voi.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro.
Consigliere Danese, prego.
Speaker : LORETO DANESE.
Grazie.
Io volevo capire una cosa. L’avvocato dell’Amministrazione ha proposto un appello per dare la possibilità all’Amministrazione di rispondere a quella alla quale non ha avuto la possibilità perché ci sono stati dei ritardi. Volevo sapere se ci sono dei precedenti che giustificano questa azione dell’avvocato, per capire qual è la probabilità che questo appello possa essere accolto e se non si configurerà un ulteriore danno a carico del professionista o, insomma, dell’avvocato comunale che ha proposto questo appello. Volevo capire, lui lo ha fatto in autonomia? Ci sono dei precedenti che, probabilmente, riapriranno quei termini? O è solo un arrampicarsi, come una volta ha definito alcuni atteggiamenti il consigliere Santoro, un’arrampicata sugli specchi per tentare di mettere una pezza ad un danno, aggiungendone un altro?
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO.
Non faccio l’intervento. Rispondo alle domande, sennò rimangono nel vuoto. Per essere chiaro fino in fondo: nessuno si sogna di fare appelli temerari. Se lo fai temerario, l’appello, il giudice te lo scrive in sentenza e ti condanna alle spese.
L’avvocato, nel proprio studio professionale, ma anche alle dipendenze della Pubblica amministrazione, ha la piena autonomia decisionale sulla percorribilità o meno, giuridicamente parlando, di una strada. Okay? Se l’avvocato ha ritenuto percorribile quella strada, avrà avuto... Io, quando vado da un architetto o da un ingegnere, penso che abbia la scienza per sapere se si può fare un palazzo oppure no. Se io voglio fare un palazzo... Benissimo. Vale per tutti questo. Non stiamo inventando niente.
Quindi, se l’avvocato ha fatto un appello, ha ritenuto fondate le ragioni di quell’appello. Io non sono nessuno per giudicare, tant’è che ci sono i giudici che dicono se è fondato oppure non è fondato. Quindi, non mi chiedere se è fondato o non è fondato. Certo. Se l’ha fatto... Scusami, ci stiamo decontestualizzando dal luogo e dai tempi. Voi state chiedendo a me le valutazioni tecnico-politiche che ha fatto l’avvocato nel 2015. Lui sostiene che quelle due, tre, quattro sentenze, gli orientamenti della Cassazione consentivano di appellare, e lo ha appellato. Io giuridicamente ti dico che può essere. Succede che la Cassazione si riunisce a Sezioni unite per risolvere un’interpretazione, due interpretazioni completamente contrastanti. A Sezioni unite stabiliscono l’orientamento unitario. Ciò non toglie, lo dico così, che i giudici non sono vincolati a quella sentenza a Sezioni unite, ma possono anche – e spesso lo fanno – continuare a interpretare l’interpretazione dominante e quella minoritaria. La Cassazione è un orientamento al quale tendenzialmente si fa riferimento, non è vincolante per tutti. Questo è il concetto.
Detto questo, rimando ai due punti di distinzione giuridici. Giuridicamente, è una cosa; politicamente, è un’altra cosa. Questo debito – domanda – lo dobbiamo o non lo dobbiamo regolarizzare, tenuto conto che i soldi stanno là? Funziona sempre in questo modo, che le somme vengono distribuite quando si chiude la procedura. La procedura è aperta, quindi i soldi non li toccano.
Detto questo, è inutile che facciamo interventi decontestualizzando un aspetto prettamente giuridico. Non è che io so cose che gli altri non sanno. Io so cose che sono scritte sui libri. Sui libri è scritto questo. Così è. Quando si sarà chiusa la procedura, verranno assegnate le somme e verrà chiusa la partita. Ora che cosa volete da me? I soldi ve li devo dare io? Ve li do io, però non c’entra niente questa cosa. Non c’entra niente questa cosa. Si continua a dire che il Sindaco sa. Il Sindaco ha già fatto l’unica cosa che poteva fare: portare quella delibera in questo Consiglio per regolarizzarla. Altrimenti, il Comune avrebbe pagato altre spese. Va bene?
Detto questo, chi accerterà le responsabilità giuridiche, professionali, amministrative non è il Sindaco. Saranno altri organi a farlo.
Detto questo, vogliamo aggiungere “salvo buon esito dell’appello”? Per me non fa nessuna differenza aggiungerlo o toglierlo, ma su questo atto non incide. Non cambia. È solo un voler accogliere una proposta che non sposta minimamente questo... Questo atto, con quella dicitura o senza quella dicitura, esplica i suoi effetti nel momento in cui lo approviamo. Okay? Attenzione. Però, materialmente, i soldi sono già stati assegnati. Questa è una regolarizzazione documentale – è chiaro? – che riguarda l’Amministrazione. Noi oggi sappiamo, stiamo dicendo pubblicamente a tutti che abbiamo messo a posto quella partita con questa delibera. Le sorti future le stabiliremo quando avremo le carte e chiuderemo...
Così come non prendono i soldi... E chiudo, per spiegare bene la cosa. Così come non prendono i soldi i lavoratori della cooperativa finché non si chiude la procedura, non ci sarà un responsabile qua finché non abbiamo l’ultima sentenza che chiude la vicenda. Non la Corte dei conti, perché la Corte dei conti arriva fra cinque anni. Noi quando chiudiamo il procedimento con l’ultima sentenza possibile (sarà la Cassazione che ci dirà così), in quel momento noi avvieremo le procedure per verificare le responsabilità. Fino ad allora nessuno lo potrà fare, perché non siamo deputati a scavalcare la magistratura.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Annicchiarico.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Chiaramente, stiamo discutendo la proposta del consigliere Gianfreda per la modifica o l’eventuale modifica del punto n. 3.
Per potermi esprimere su questo, io devo fare, però, una considerazione che viene anche fuori dalle cose che sono venute soltanto in aula, purtroppo. Questa delibera è corredata da una serie di atti, che noi abbiamo letto. Per quello che è stato possibile leggere, io, almeno, nella sostanza l’ho capito. Non si può parlare di una documentazione incompleta? No. Perché no? Perché tutti gli atti... Io, per esempio, avrei dovuto conoscere che c’è un... Quindi, mi deve essere data copia di un atto già trascorso, della passata Amministrazione. Quindi, ho scoperto anche qui che c’è un appello che fa capo alla passata Amministrazione. Perché non è allegato? Che cosa avrebbe nociuto, per la mia intelligenza del problema, sapere che cosa ha scritto il dipendente comunale responsabile del contenzioso, che cosa ha scritto, che doveva sostenere le ragioni del Comune? Perché non lo devo sapere, io, prima di discutere questo argomento? Perché non c’entra con questo argomento? Nemmeno il resto c’entra. Tante carte potrebbero non c’entrare. Io avevo diritto ad avere una documentazione completa, anche con la citazione nella premessa di questo ulteriore passaggio. Ci sono tutti i passaggi. Questo è stato omesso perché ritenuto non... Però, ritenuto unilateralmente... Sto dicendo, mi si dice che non è utile ai fini di questo atto deliberativo. Io sono di parere contrario. Era utile per capire come mi dovevo comportare, come mi dovevo porre rispetto a questo problema. Lì avrei potuto avere ancora una ragione in più per sapere – e qualcuno l’ha fatta la domanda – a che pro quell’appello. Il convincimento che mi sono fatto io è che c’è un indebito arricchimento, non so fino a che punto anche non doloso, da parte di chi ha chiesto al Comune di pagare somme che già erano state pagate dal Comune per debiti di quella cooperativa. Come faccio io? Si dice che chi difende gli interessi deve accertare quanto più può rastrellare per sé. Rastrellare cose di altri?
In questa delibera, oltre all’accertamento delle eventuali responsabilità, c’è l’impegno dell’Amministrazione a fare causa, a iniziare un nuovo percorso giuridico nei confronti di chi ha chiesto... “No”, mi dicono gli avvocati. Ecco perché gli avvocati sono la difesa dello Stato di diritto, ma nella loro mentalità sono coloro i quali mettono il diritto al rovescio.
Concludo rispetto a questo. Ritengo, a questo punto, che la documentazione che mi è stata data non sia completa. Purtroppo, mi rendo anche conto che questo, se dovesse essere fatto valere come elemento che inficia anche la discussione di questo argomento, pregiudicherebbe anche un atto ben più importante, che è quello dell’approvazione del rendiconto, per ciò che può comportare la mancata approvazione del rendiconto. Quindi, lo dichiaro e faccio finta che, pur incompleta, la cosa la ingoio, ma la ingoio male. Generalmente, le cose ingoiate male non si digeriscono e c’è un reflusso che, poi, dà altri risultati.
Non mi avete letto come va modificato. Stiamo discutendo della modifica proposta dal consigliere e il Presidente ha detto: “Poi me lo fai avere per iscritto”. Adesso stiamo discutendo di una modifica che non mi è stata nemmeno letta. Come faccio io a dire se sono d’accordo o non sono d’accordo? La leggiamo e, poi, concludo con la mia dichiarazione di voto?
Speaker : PRESIDENTE.
Sì. L’abbiamo ripetuta anche con il consigliere Gianfreda prima, all’inizio.
Il punto n. 3, per intero, va sostituito con la seguente proposta, secondo la mozione del consigliere Gianfreda. Leggo in calce: “Di dare atto che il riconoscimento del sopra richiamato debito fuori bilancio avviene, comunque, attraverso l’accertamento e il recupero delle somme, come azione di rivalsa nei confronti dei responsabili.
Consigliere Annicchiarico.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Detto così, io voto a favore dell’emendamento.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie. Consigliera Trani, prego.
Speaker : IMMACOLATA TRANI.
L’indebito arricchimento, solo a chiarimento, si viene a determinare quando non esiste un titolo tale da giustificare la richiesta di un credito o di una somma di denaro. Di conseguenza, non si può agire nei confronti di un curatore che abbia un titolo esecutivo valido. Cioè, l’azione che ha compiuto il curatore è più che legittima, quindi non addossiamo all’Amministrazione la responsabilità di non promuovere un’azione di recupero, perché sostanzialmente, quest’azione, giuridicamente parlando non si può compiere. Quindi io non posso assumermi la responsabilità politica di qualcosa che concretamente non può essere fatta. Questa storia che gli avvocati sono azzeccagarbugli, mi dispiace, non deve passare.
Non c’entra niente. Difendo a priori la categoria, sono iscritta in un albo speciale. E poi, ad ogni buon conto, quando un cliente dà mandato ad un legale, lo fa affidandosi a quella che è l’attività professionale che svolge, confidando nelle sue capacità. È un po’ come avviene in politica, quando il cittadino la vota e dà mandato al suo rappresentante. Perché lo fa? Perché confida nelle buone capacità di amministrare la cosa pubblica.
Purtroppo, mio malgrado, tra la professione di legale, procuratore o giurista, operatore della giustizia e fare il politico, c’è molta affinità, nell’esercizio proprio di questo mandato che viene affidato da soggetti che ripongono una fiducia nelle capacità di un soggetto che svolge questa attività, che può essere o di difesa, o di amministrazione, nell’interesse pubblico.
Ora, ognuno agisce secondo quella che è un’etica, una morale e il rispetto anche di una deontologia, che può essere professionale o politica. Se uno fa bene o fa male, è una questione strettamente personale, ma dobbiamo finirla di generalizzare. Assumiamoci la responsabilità delle nostre azioni: stiamo decidendo in questo modo, lei non lo condivide, va bene, ma non si generalizza su quelle che sono le funzioni che svolgono sia i politici che gli avvocati.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliera Trani. Consigliere Cometa, prego.
Speaker : ANDREA COMETA.
Cerchiamo di tornare un attimo al tema.
Visto e considerato il parere dei Revisori e le esaustive relazioni fatte prima dall’assessore e poi dal Segretario, unitamente alle considerazioni fatte dal Sindaco, ritengo che sia il caso di dover approvare questa delibera, così com’è, e quindi di respingere sia la richiesta di ritiro presentata dal consigliere Santoro, che l’emendamento del consigliere Gianfreda, visto e considerato, a seguito di quello che è stato detto, che chi ha sbagliato pagherà per gli errori che ha commesso.
Concludo la dichiarazione di voto, grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Cometa. Consigliere Santoro, prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Io, Presidente, difenderò solo la categoria dei consiglieri comunali, non difenderò nessun’altra categoria. Difendo la mia immagine, le mie spalle, i miei soldi, il mio denaro, che è sacro. Quindi, caro Presidente, voterò a favore del ritiro, voterò a favore del cambiamento dell’articolo 3 della delibera, prima del ritiro. Se il ritiro non passa, voterò il numero 3. Poi, al momento della votazione complessiva, caro consigliere Cometa, siccome difendo la categoria dei consiglieri comunali… Non esiste minoranza o maggioranza. Si ricordi che lei è consigliere comunale e io sono consigliere comunale, ecco cosa avete imparate del cambiamento: che relegate i consiglieri comunali, quelli di minoranza, in una stalla. Ma attenzione: quella stalla può essere ripulita e può farvi del danno. Aprite gli occhi.
Io quindi abbandonerò l’aula, perché se la voterà la maggioranza. Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro.
Consigliere Danese, prego.
Speaker : LORETO DANESE.
Un chiarimento che chiedo al Presidente….
Speaker : PRESIDENTE.
Sì.
Speaker : LORETO DANESE.
Ho un po’ di confusione: cosa voteremo, qual è la prima mozione che voteremo? Volevo capire.
Speaker : PRESIDENTE.
Stiamo discutendo….
Speaker : LORETO DANESE.
Dall’ordine dipenderà la mia dichiarazione di voto.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo.
Speaker : LORETO DANESE.
Perfetto. Prima il ritiro? Siccome stiamo discutendo però quella di Gianfreda.
Speaker : PRESIDENTE.
A me risulta che era stata presentata prima la sua … Consigliere Gianfreda, posso ricapitolare? È stata presentata prima la proposta del consigliere Gianfreda, successivamente la proposta di ritiro del consigliere Santoro, adesso stiamo discutendo, e alla fine di questa discussione si voterà, la proposta del consigliere Gianfreda.
Speaker : LORETO DANESE.
Posso fare la dichiarazione di voto?
Speaker : PRESIDENTE.
Se mi fa una dichiarazione di voto, dichiaro conclusa la discussione.
Iniziamo con le dichiarazioni di voto. La prima è la sua.
Speaker : LORETO DANESE.
Considerando che voteremo prima la proposta del consigliere Gianfreda, io voterò a sfavore, perché secondo me è più importante ritirare completamente il punto all’ordine del giorno.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Danese.
Prego, consigliere Manigrasso.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Ai fini procedurali, al di là della tempistica di presentazione di chi prima e chi dopo, credo che sia opportuno prima votare la proposta di ritiro della delibera, perché se passa la proposta di ritiro dell’argomento, non c’è più possibilità poi di discutere la successiva. Per cui, dovrebbe prima votarsi la proposta del consigliere Santoro di ritiro. Se quella proposta non passa, allora si procede alle eventuali modifiche.
Detto questo, approfitto per chiedere al Sindaco e al Segretario, visto che la proposta del consigliere Gianfreda, in sostanza, non va a modificare il contesto del deliberato, non so a livello giuridico, però, a livello di deliberato, si può tranquillamente accettare, non cambia nulla del deliberato e della procedura, ritengo.
Speaker : PRESIDENTE.
Se non ci sono altre dichiarazioni, pongo in votazione l’emendamento presentato dal consigliere Gianfreda al punto n. 3 della delibera in oggetto, e chiedo al Consiglio comunale di votare favorevole o contrario al punto, così come ne do lettura: “di dare atto che il riconoscimento del sopra indicato debito fuori bilancio avviene comunque attraverso l’accertamento e il recupero delle somme come azione di rivalsa nei confronti dei responsabili”.
Prego i consiglieri comunali di votare. Ricordatevi sempre di marcare prima la vostra presenza e poi di esprimere il voto. Avete sempre il promemoria sul vostro cavaliere.
Consigliere Danese, può ripetere la votazione. L’ultimo tasto che lei schiaccia è la sua ultima scelta.
Chiusa la votazione: presenti 23, favorevoli 6, contrari 14, astenuti 3. Dichiaro respinta la proposta del consigliere Gianfreda.
Pongo in discussione la proposta del consigliere Santoro, di ritirare la delibera. Ci sono interventi? Se non ci sono interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto. Se non ci sono dichiarazioni di voto, pongo in votazione, su proposta del consigliere Santoro, il ritiro del primo punto all’ordine del giorno della presente seduta del Consiglio comunale.
Dichiaro aperta la votazione. Prego i consiglieri di votare. Ricordo di marcare sempre la vostra presenza prima di esprimere il vostro voto. Controllate sul monitor. Prego i consiglieri di votare favorevole o contrario al ritiro del primo punto all’ordine del giorno. Prego. Controllate sul monitor la conferma del vostro voto. Presenti 23, favorevoli 5, contrari 15, astenuti 3. Dichiaro respinta la proposta di ritiro del primo punto all’ordine del giorno.
Sì, quali? I favorevoli sono Cabino, Danese, Gianfreda, Russo, Santoro. Gli astenuti sono Donatelli, Marangella e Serio. Tutti gli altri consiglieri hanno votato contrario. Va bene? Prego.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul primo punto all’ordine del giorno. Se non ci sono dichiarazioni… Spezzo una lancia a favore del consigliere Santoro. È carta attaccata al vetro, quindi, è carta vetrata.
Prego, consigliere Gianfreda.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Io uscirò dall’aula per due motivi: primo, perché non è stato approvato il mio emendamento; secondo, perché così come chiaramente esposto anche dal consigliere Annicchiarico e condivido appieno, tutta la documentazione allegata a questa delibera è incompleta, visto che il 30 novembre 2015, subito dopo il 29 novembre, è stato proposto, almeno da quanto è stato dichiarato dal Sindaco, ricorso al rigetto da parte del giudice.
Io quindi abbandono l’aula. Grazie.
(Il consigliere Gianfreda esce dall’aula).
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Gianfreda. Consigliere Annicchiarico, prego.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Le dichiarazioni del Sindaco non mi sono state di grande aiuto perché mi spingevano verso l’opposizione, quando uno sta all’opposizione, giustifica e dichiara di essere l’opposizione, quando si sta al Governo, ci si prende la responsabilità.
Per tutta questa lunga discussione che è avvenuta sul punto, per le stesse ragioni del consigliere Gianfreda, mi allontanerò dall’aula.
(Il consigliere Cosimo Annicchiarico esce dall’aula).
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Annicchiarico. Ci sono altre dichiarazioni?
Sì. Nel frattempo si è prenotato il consigliere Danese. Prego, consigliere.
Speaker : LORETO DANESE.
Io speravo ovviamente che passasse la proposta del consigliere Santoro, di conseguenza abbandonerò l’aula anch’io.
Speaker : PRESIDENTE.
Va bene. Grazie, Consigliere Danese.
(Il consigliere Danese esce dall’aula).
Consigliere Manigrasso, prego.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Ritengo, come consigliere comunale, che io abbia l’obbligo di rimanere in aula e di assumermi le responsabilità che i cittadini e la legge mi impongono di rispettare, ferme restando le diversità di opinioni e fermi restando anche chiarimenti e atti che magari non si riescono a condividere o ad accettare.
Credo però che il riconoscimento del debito fuori bilancio sia una responsabilità diretta del Consigliere comunale – lo prevede l’articolo 194 del testo unico – che di fronte a una tale chiamata di responsabilità, un consigliere comunale non può essere assente.
Io onestamente ritengo che come tale il debito fuori bilancio debba essere rispettato. Avrei preferito che si chiarisse ancora di più l’accertamento delle responsabilità dirette, anche se derivano in maniera chiara dalla lettura del deliberato. Io voterò comunque a favore, però chiedo all’Amministrazione comunale e al Segretario di non abbandonare la procedura di questo accertamento su questo debito fuori bilancio, come magari si è fatto in passato con altre Amministrazioni, con altri Segretari, che a tutt’oggi non ci hanno dato risposta e chiarimenti sulle procedure se siano state o meno adottate, dopo la responsabilità dei consiglieri che hanno approvato in passato debiti fuori bilancio. Su questo, considerata anche l’entità dell’importo e la gravità di tutto questo debito, per come è andato, chiedo che non cadano nel dimenticatoio tale verifica e tale accertamento. Appena possibile, anche su questo, chiedo che l’Amministrazione comunale informi debitamente lo stesso Consiglio. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Manigrasso. Consigliere Cometa, prego.
Speaker : ANDREA COMETA.
Ribadisco quanto detto prima, nella dichiarazione di voto precedente. Ci assumiamo la responsabilità di votare a favore di questa delibera, pertanto restiamo in aula e la votiamo. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei. Sono concluse le dichiarazioni di voto.
Prima di procedere alle votazioni, vorrei che fosse messo a verbale e stenotipato che hanno abbandonato l’aula i consiglieri: Santoro, Russo, Cabino, Danese, Annichiarico e il consigliere Gianfreda.
Chiamo a votare i consiglieri comunali e ad esprimere parere favorevole o contrario sul primo punto all’ordine del giorno “Riconoscimento del debito ex articolo 194 decreto legislativo n. 267 del 2000 derivante dalla sentenza esecutiva del Tribunale di Taranto, I Sezione civile n. 3547 depositato il 25.11.2014”. Prego, consiglieri, votate. Sì.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 17, favorevoli 14, contrari 3, astenuti zero.
È approvato il primo punto all’ordine del giorno.
Secondo punto all’ordine del giorno: “Approvazione rendiconto di gestione 2016”.
Prego, assessore.
Speaker : MARIO BONFRATE, Assessore.
Gentili consiglieri e consigliere… Sì, professore.
Gentili consiglieri e consigliere, oggi siete chiamati a deliberare in merito all’approvazione del rendiconto della gestione dell’anno 2016. Una piccola premessa è doverosa: quest’anno, in base al decreto legislativo 118/2011, c’è stato l’avvio della contabilità economico-patrimoniale. In base a tale norma, tutti gli enti territoriali, i loro organismi e i loro enti strumentali in contabilità finanziaria, sono tenuti ad adottare un sistema di contabilità economico-patrimoniale, garantendo la rilevazione unitaria dei fatti gestionali, sia sotto il profilo finanziario, che sotto il profilo economico-patrimoniale.
Ai sensi dell’articolo 227 del Testo unico degli enti locali, la delibera contiene la definizione dell’avanzo di amministrazione, con la sua applicazione ai fondi vincolati alla generazione dell’eventuale disavanzo rispetto a quello calcolato con il riaccertamento straordinario dei residui.
Il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2016 è composto dal conto del bilancio economico, dal conto del patrimonio, dall’elenco dei residui attivi e passivi e dalla relazione illustrativa del rendiconto redatto dalla Giunta.
Il rendiconto 2016 contiene gli accadimenti contabili che sono venuti a realizzarsi nel corso dello scorso anno, che dipendono dai seguenti documenti di programmazione generale e contabile, che vi riassumo: il DUP, approvato dal Consiglio il 29 luglio 2016, il bilancio finanziario di previsione 2016, il riaccertamento dei residui, approvato dalla Giunta con delibera dell’11.4.2017. Cosa dice, in linea di massima, il rendiconto 2016? Posso evidenziare alcuni dei suoi tratti salienti: le riscossioni sono state, nel 2016, 27.592.873,84 euro. Le spese: sono stati spesi, nel 2016, 29.350.518, 70 euro. Il fondo di cassa, al primo gennaio 2016 era di 17.741.412,52 euro. Il fondo di cassa al 31.12.2016 era di 15.983.767, 66 euro. I residui attivi, che sono cioè in realtà le somme rimaste da riscuotere, sono 12.517.476,95 euro; i residui passivi, che sono le somme rimaste da pagare, sono 5.548.371,91 euro. Il risultato di amministrazione è di 22.952.872,70 euro. La parte disponibile, l’avanzo libero, è di 9.446.621,53 euro. Un dato nuovo, appunto in base al rendiconto economico-patrimoniale sono le immobilizzazioni: 67.901.610, 22 euro.
Ma in realtà, cos’è il rendiconto? È l’analisi del lavoro fatto. Leggendo questi numeri, si possono estrapolare diverse indicazioni, due in particolare: i residui attivi sono sicuramente tanti, dobbiamo impegnarci nel riscuoterne di più; l’altro aspetto è come utilizzare al meglio la parte disponibile. Come però ho già detto in fase di approvazione del bilancio di previsione, il bilancio non è altro che regole e norme, e noi dobbiamo cercare di capire come utilizzare al meglio queste norme e come utilizzare al meglio la parte disponibile. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, assessore Bonfrate. Volevo ricordare a tutti che il presente punto all’ordine del giorno è stato discusso nella I Commissione in data 12 maggio 2017 e, a fronte dei dodici presenti, la Commissione ha espresso n. 7 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti.
Ci sono altri interventi? Dichiarazioni di voto? Siccome non ho visto nessuna prenotazione… Pensavo fosse stato esaustivo in pieno l’assessore. Certo. Prego.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Innanzitutto vorrei sapere….
Speaker : PRESIDENTE.
Un attimo soltanto, consigliere Gianfreda. C’è anche il dottor Bavaro eventualmente….
Speaker : CIRO GIANFREDA.
L’abbiamo visto. Sta da parecchio, l’abbiamo pure visto. Sta lì, nascosto dietro i monitor, però l’abbiamo visto. L’abbiamo visto dall’inizio del Consiglio.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, continuiamo.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Dell’avanzo di amministrazione disponibile effettivamente, da poter utilizzare nel 2017 quant’è? Perché qui sono riportati, almeno da quanto ha detto l’assessore, 9.446.000. Di questi 9.446.621,53 quanti sono realmente disponibili? Poi, come mai c’è una differenza di 2 milioni circa tra entrate e pagamenti? Perché uno è di 27.592.000, quindi c’è una spesa che è maggiore rispetto alle entrate, da questo punto di vista, tra queste due poste, sia entrate che uscite.
Queste sono le due domande tecniche che vorrei fare. Quindi, l’avanzo di amministrazione, quello realmente depurato dai fondi di crediti di dubbia esigibilità, cioè i fondi che vengono accantonati perché non possono essere toccati per legge, e quindi li accantoniamo, e quelli che poi, invece, realmente possiamo spendere, possiamo utilizzare da subito, a quanto ammonta?
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Gianfreda.
Consigliere Annicchiarico, prego.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Ho già detto nel precedente intervento che il bilancio di previsione è un atto di fede. Quindi, chi l’ha votato mette la sua disponibilità pienamente nelle mani del Sindaco, della Giunta e della sua stessa maggioranza. Il rendiconto è un’altra cosa. Il rendiconto rappresenta un po’ il giorno del giudizio. Occasione ghiottissima, questa, perché si tratta di mettere contemporaneamente sotto osservazione due Amministrazioni, al 50 per cento su per giù l’una, quella trascorsa, e anche l’altra, quella attuale.
Io non mi soffermerò per nessuna ragione sugli aspetti tecnici. Anche in Commissione non sono intervenuto e alla fine ho anche detto in privato al revisore dei conti, come consigliere comunale con alle spalle una lunga stagione di presenza in quest’aula e anche nella sala della Giunta, che gli atti a casa vanno letti, quindi si esercita il senso della vista, in Commissione si presta ascolto, quindi il senso dell’udito, si rimanda al Consiglio comunale la facoltà della parola, che deve però sintetizzare ciò che si è letto e ciò che si è udito. Quindi, sull’aspetto tecnico sorvolo.
Dico soltanto, e prendo pagina 29 della relazione dei revisori dei conti… Per la verità, sarebbe stato utile anche nella discussione precedente prendere pagina 28, perché quando i revisori dei conti si sono espressi sulle irregolarità non sanate, sui rilievi e sulle considerazioni proposte, a proposito delle gravi inadempienze ha parlato proprio dell’argomento di cui ci siamo occupati fino a questo momento. E alla fine i revisori dei conti hanno detto in maniera lapidaria: “gli organi preposti attivino tutte le procedure rivolte al recupero di quanto indebitamente corrisposto – quindi, hanno fatto piazza pulita di tutti i nostri arzigogoli, compreso il mio – e il Consiglio comunale proceda al riconoscimento del debito fuori bilancio”. La seconda parte è stata già fatta, la prima ci avrebbe consentito di fare anche presto e bene prima. Però, la relazione fatta dall’assessore non contiene nulla rispetto alle considerazioni e alle proposte che comunque sono presenti e che, quindi, anche in fase di presentazione del rendiconto andavano in qualche modo chiarite.
Io voglio sapere, visto che siamo già al 17 maggio, cioè a cinque dodicesimi del futuro rendiconto esercizio 2017, quante di queste raccomandazioni siano state in qualche modo già superate dagli atti, più che dagli intenti. Perché ogni volta che un politico dice “farò”, “faremo”, eccetera, rimanda a un futuro poi non quantificato, cose che, invece, devono essere prodotte per tempo. E qui ci stanno otto considerazioni, sulle quali gradirei che in maniera analitica l’Amministrazione, il Sindaco o chi per lui ci dicesse quello che è stato già messo in cantiere, quello che sta per essere messo in corsa o quello che è stato già risolto. Questo sull’aspetto che riguarda la parte tecnica, su cui potrebbe anche esserci un giudizio di stentata sufficienza. Tanto poi con il cinque si promuove alla fine.
Sul piano politico, però, due Amministrazioni vanno considerate per quello che hanno fatto o, ancor di più, per quello che hanno fatto eventualmente male o non hanno fatto. Io, questa sera, sull’argomento del bilancio non mi tratterrò nemmeno con altre dichiarazioni, se non quella che farò adesso, applicando come principio generale un principio di economia che vale per tutti i campi, e cioè il famoso Rasoio di Occam: togliere tutto ciò che è superfluo, perché poi basterà arrivare a semplificare il giudizio con il voto.
Ebbene, io non ho assolutamente intenzione, fino a quando non mi sarà data la possibilità, di cambiare opinione sulla modalità con cui questa Amministrazione intende proseguire il suo cammino. Ho ancora nelle orecchie le sue parole. Ci ho pensato e ripensato alle parole che spero possano essere sfuggite in un momento particolare al Sindaco nello scorso Consiglio comunale, che invece gradirei che fossero in qualche modo riconsiderate. Lei, in pratica, Sindaco, mi ha detto che io ho fatto male a votarla. Oltretutto, mi ha detto che ho fatto male, avrei fatto male – fatto male – non l’ha detto, ma era implicito – anche alle persone che ho convinto a votarla. Io non la conoscevo e alle persone che mi hanno chiesto perché votare Ciro D’Alò, non conoscendola, ho detto: insomma, mi pare che possa essere una buona scommessa. Ha detto che ho fatto male, perché bisognava conoscere, perché lei, con un mantra ormai che ripete a più riprese, “fatevene una ragione”, mi ha fatto perdere ogni possibilità d’interloquire dal punto di vista politico. Se per cinque anni ci dobbiamo fare una ragione di quello che solo la sua mente riesce a ritenere giusto, io qui non posso che essere una diga, devo alzare io le difese del diritto di dubitare, e non soltanto affidarmi alle sue conclusioni, tutte fatte in percorsi che mi diventano estranei. Quell’espressione non riesce a tollerare mediazioni di carattere esterno, che potrebbero anche essere mediazioni da prendere in seconda battuta, quindi le opposizioni, le presenze indipendenti, però mi pare che non prenda in considerazione nemmeno le mediazioni interne alla sua stessa maggioranza. E ne ho avuto occasione nell’ultima riunione, dove si doveva votare la Presidenza della III Commissione. Spero che qualcuno le abbia riferito il modo in cui si è svolta. Poteva essere un’occasione per aprire un discorso che dicesse, dopo un anno, che tutti lavoriamo insieme per la città e non perché era una proposta che veniva fatta a titolo personale, ma per evitare che potesse essere, quella, ancora la dimostrazione di un arroccamento. Quindi, la sua diventa una vocazione esplicita al comando più che al governo della città.
Con questa considerazione politica io certifico questa netta opposizione al rendiconto come dato politico, perché devo rendicontare sei mesi del 2016 e cinque mesi quasi del 2017, dove lei mi ha convinto: ho sbagliato a votarla.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Annicchiarico.
Ci sono altri interventi? Prego, dottor Bavaro.
Speaker : ETTORE BAVARO, Responsabile Servizi Finanziari.
Grazie.
Giusto per rispondere alle richieste tecniche del consigliere Gianfreda. È chiaro che il conto dell’Amministrazione deriva da un saldo dato, appunto, dalla cassa, che è un dato certo, che è quello che evidentemente sta in Banca d’Italia al 31 dicembre, e poi dalla sommatoria dei debiti e dei crediti, quelli che secondo la normativa risultano essere effettivamente dei debiti, in quanto sono già delle obbligazioni giuridiche assunte e in quanto nel corso anche dei primi mesi dell’anno successivo vengono effettivamente pagati. Per cui, è chiaro che questa è una fotografia al 31.12 e molte di quelle obbligazioni sono state estinte. Così come i crediti, che sono obbligazioni giuridiche, in questo caso a nostro favore, che anche nel corso dei primi mesi dell’anno sono stati effettivamente riscossi. Fermo restando che ciò che non è stato riscosso risulta, comunque, essere a tutti gli effetti un credito, quindi un credito liquido ed esigibile, e va necessariamente iscritto in bilancio e, quindi, iscritto anche nel risultato.
Con la nuova normativa ci sono anche delle particolarità, anzi una maggiore specificazione delle somme che in effetti possono o non possono essere utilizzate. Ci sono, praticamente, i fondi pluriennali, che non sono altro che delle obbligazioni giuridiche non in scadenza nell’anno, ma che sono in scadenza nell’anno successivo, che in qualche maniera determinano comunque dei vincoli già nel risultato di amministrazione e vengono accantonati subito. Poi ci sono gli accantonamenti veri e propri, che derivano sia per i crediti di dubbia esigibilità, in particolare quelli tributari, sia per il contenzioso, e anche questi sono contabilizzati e di fatto non possono essere utilizzati.
Poi ci sono le somme cosiddette vincolate. Di fatto, non esistono delle obbligazioni giuridiche per queste somme, però sono destinate dalla norma per determinate fattispecie giuridiche, e mi riferisco, per esempio, al saldo positivo delle contravvenzioni al Codice della strada, che devono essere destinate unicamente per quelle finalità, o ad altre specifiche più consistenti, per esempio i piani di zona, quindi le somme che in effetti affluiscono al Comune in quanto capofila, che comunque devono essere necessariamente utilizzate solo per quelle finalità.
Vengo al punto. Sottratte tutte queste somme, ciò che rimane come saldo effettivamente disponibile è quello che chiaramente trova in coda, l’avanzo libero, i 9.446.000 euro, che alla data del 31 dicembre sono effettivamente disponibili per qualsiasi scelta politica, “fermi restando” i saldi di finanza pubblica e la possibilità di avere spazi finali per utilizzarli, che allo stato attuale, anche a seguito dell’approvazione prossima del rendiconto, determineranno comunque la possibilità di utilizzarne una parte, i famosi 185.000, che sono già stati iscritti nel bilancio di previsione e che non potevano essere utilizzati se non dopo l’approvazione del rendiconto. Per cui, è come dire che di questi 9.446.000, levati i 185.000 che già sono stati destinati dall’Amministrazione, gli altri sono utilizzabili secondo legge e secondo i calcoli giuridici, sia della contabilità economica, sia dei debiti e dei crediti, che sono quelli da cui non si può prescindere. Poi ci sono, chiaramente, in base, mi sembra, all’articolo 187 del TUEL, che indica poi le specifiche. Non sono dei vincoli specifici di legge, ma sono delle priorità, nel senso che normalmente vengono destinati innanzitutto per spese di riequilibrio, debiti fuori bilancio e quant’altro, poi vengono destinati anche per investimenti e poi eventualmente per altre spese, compresi anche gli equilibri finanziari in questo caso di assestamento fino alla fine del bilancio, in quanto possono essere utilizzate anche per spese correnti in subordine e in ultima analisi, se non ci sono altre necessità e altre possibilità per l’Amministrazione. Comunque, sono tutti disponibili giuridicamente.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Posso fare un’ultima domanda? Per quanto riguarda i residui attivi, stiamo parlando di 4.154.000 degli anni 2015 e precedenti e di 8.363.000 in conto della competenza 2016, per un totale di 12.517.000. Questi precedenti al 2015 risalgono ancora a molti anni prima? Perché ancora non riusciamo a recuperarli? E questi 8 milioni del 2016 c’è la possibilità che li possiamo recuperare entro l’anno?
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Gianfreda.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Io ho già fatto una prima domanda, non una seconda, e alla prima domanda lei mi ha risposto in maniera molto generica, non so se ho capito bene oppure ho capito male. Io le ho detto che per quanto riguarda le riscossioni, le entrate sostanzialmente noi abbiamo 27.592.000. Quelle sono le entrate, compreso anche il fondo cassa, quindi quello che realmente è a disposizione come entrata. Mentre, come uscite, sia in conto residui, che in conto competenze, sommano complessivamente 29.350.000. Quindi, c’è una differenza di circa 2 milioni. Quindi, è come se noi stessimo spendendo 2 milioni in più. C’è una spesa fuori controllo. È questo che….
Mentre la seconda parte l’ho capita.
Speaker : INTERVENTO.
Posso? Sì.
Rispondo, in ordine, al consigliere Manigrasso. C’è un incremento dei residui attivi. Questo deriva oltre che da una dinamica anche chiaramente da alcuni fatti relativi, per esempio, alle mancate riscossioni, al momento delle royalties che, comunque, sotto l’aspetto giuridico, sono e rimangono dei crediti. Ecco perché ho fatto anche una disamina prima al consigliere, proprio perché, in effetti, fintanto che questo è un credito io lo devo iscrivere. Fintanto che il credito mi dà un dato, un risultato finale io ho titolo a utilizzarlo, fermo restando che chiaramente questa dinamica ha comportato, in questo caso, anche un incremento – in questo caso sto rispondendo sia all’uno che all’altro – dei residui attivi e quindi una minore entrata anche di cassa. È chiaro che è o residuo attivo o è cassa. Altrimenti non ci sarebbe un equilibrio di bilancio perché se non è residuo attivo e non è neanche cassa sarebbe stato un disavanzo. Quindi, questo è il dato, nel senso che quel residuo attivo, quel credito non si è trasformato ancora in liquidità e per cui abbiamo un saldo che è di circa 2 milioni di differenza. Certe volte le attività e gli impegni, specialmente nella parte investimenti, programmati in un anno poi vengono ad avere i loro riflessi nell’anno successivo.
Ad esempio, nel 2015, con l’assestamento, con l’Amministrazione Alabrese, si sono stanziati un bel po’ di soldi con avanzo per fare dei lavori; vari lavori che, di fatto, si sono andati anche a trascinare nell’esercizio successivo. Di fatto, la cassa è stata movimentata più nel 2016, non certo nel 2015, dove si sono attivate giusto le procedure di gara.
Faccio un esempio. Non è solo quello, però è anche quello per far comprendere come la dinamica non è sempre la stessa. Le fotografie possiamo vederle se le confrontiamo in più anni e fare una media. Da un anno all’altro possono esserci delle situazioni in cui la spesa e quindi l’attività di spesa è incrementata e magari l’attività di entrata è venuta un po’ meno o non è andata di pari passo con quella della spesa. In questo caso stiamo parlando sempre di cassa, di flussi di cassa.
Quest’anno la fotografia dal 1° gennaio al 31 dicembre, quest’anno in discussione, il 2016, abbiamo su 27.592.000 di incassi, abbiamo invece pagato 29.350.000, circa 1,8 milioni di differenza, che è uno squilibrio di cassa dovuto a flussi, dovuto a diversi fattori, quello critico relativo alle royalties e quello, invece, di normale differenziazione tra impegni e pagamenti dovuto ad altri fattori del tipo anche l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione a fine esercizio o magari, invece, un immediato utilizzo dell’avanzo di amministrazione nel 2016 per espropri che sono stati direttamente già liquidati e pagati che quindi hanno determinato dall’impegno alla cassa in un unico esercizio. Sono dinamiche queste qua che possono capitare, fermo restando che, comunque – chiedo scusa, sto facendo una risposta combinata, però, tutto sommato, è lo stesso argomento – residui del 2015 e precedenti più che altro sono legati (non sono oltre il 2010, stiamo parlando del 2012-2013, ma principalmente del 2013) alla situazione della TARES prima e TARI dove c’è effettivamente una mancata riscossione abbastanza importante.
A questo, chiaramente, poi si porrà rimedio con i vari accertamenti che saranno fatti. Tra l’altro poi l’altro giorno è andata anche in Giunta la delibera per fare il capitolato e per dare praticamente mandato per scegliere la ditta a cui affidare gli accertamenti dei tributi comunali, tra cui chiaramente la TARI, laddove, come il consigliere Gianfreda sa, noi manteniamo il ruolo, indipendente dall’incasso, come giuridicamente accertato per disposizione di legge, anche perché poi fa parte anche del PEF e quindi è necessariamente accertato fino a eventuale cancellazione dovuta dalla non debenza del credito tributario da parte del contribuente, se è giustificato e accertato. Nel 2016 royalties sicuramente, perché nel 2015 abbiamo anche incassato qualche cosa in più. Sulla TARI, anche il fatto che comunque, com’è avvenuto negli ultimi anni, faccia le rate… I contribuenti possono magari scegliere di pagare successivamente alle prime scadenze, ma anche questa è una dinamica difficilmente programmabile. Non avendo noi una disponibilità di cassa, non abbiamo mai avuto grossi problemi a gestire questo tipo di situazione, fermo restando che monitorare anche il flusso di cassa è un atto dovuto oltremodo.
Speaker : PRESIDENTE.
Se non ci sono altre domande, ringrazio il dottor Bavaro.
Prego, consigliere Gianfreda.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Avevo letto la delibera ed ero già convinto, già dal bilancio di previsione. Quando io ho presentato gli emendamenti, ed erano in una determinata direzione, conoscendo negli anni la dinamica che si è avuta sia con i bilanci di previsione, perché li conservo tutti e quando mi arriva una delibera vado a vedere sempre la delibera precedente, vado a vedere il flusso, mi faccio un’idea di come realmente sta andando, a grandi linee, in maniera molto semplice, tipo massaia, però di solito le massaie non sbagliano mai.
Quando fanno i conti e vanno al mercato difficilmente si fanno non dico imbrogliare, è una brutta parola, però riescono a comprendere qual è il prodotto giusto, qual è quello sbagliato, quello che costa meno e quello che costa di più. Quando io ho presentato degli emendamenti, ad esempio, in ordine alla diminuzione dell’IRPEF, che era soltanto un simbolo ed era un modo di ragionare che ogni Amministrazione deve affrontare, perché i cittadini non possono essere tassati.
Se andiamo a vedere anche la tassazione locale, è aumentata e certamente non è diminuita in maniera complessiva. In un periodo di crisi, dove i cittadini, sia in termini di disoccupazione, ma anche in termini economici non se la passano bene, il fatto di non aver incassato circa 4 milioni di euro da parte della discarica, più o meno, poco era nel 2015, almeno questa è la risposta che ci è stata data quando abbiamo fatto la Commissione: nel 2015 era una fatturina, era solo una piccola fattura, mentre nel 2016 era tutto per intero il 2016. E poi c’è qualcosa del 2017, chiaramente. Siamo già al secondo trimestre, sostanzialmente. Quindi, pur non avendo incassato quelle cifre, che sono considerevoli, abbiamo una disponibilità di quasi 9,5 milioni. Questo significa che noi potevamo affrontare in maniera diversa, potendo destinare... Sicuramente non avremmo inficiato nulla, pur mettendo da parte somme che riguardavano fondi pluriennali vincolati per spese in conto corrente, in conto capitale e così via. No. In conto capitale vanno persi, perché sono i mutui accesi per le opere pubbliche. Almeno penso che siano quelli, per le opere pubbliche che si stanno eseguendo. Quindi, sono soldi che stanno lì e che vengono spesi anche in maniera pluriennale, nei tre anni.
Questo, adesso, non è riferito... Il rendiconto, sì, è riferito al 2016, però il bilancio di previsione è programmato nei tre anni. Quindi, anche la contabilità viene vista in maniera più flessibile e permette anche all’Amministrazione di non subire la finanza pubblica in maniera più ferrea, come avveniva prima. Almeno, questo è come dovrebbe essere. Non a caso, pur avendo circa 4 milioni di cassa, noi abbiamo 9,5 milioni di fondi che, per quello che ci ha detto poco fa, sono a disposizione dell’Amministrazione.
Uno: questa Amministrazione, con il bilancio 2017 (non 2016), già poteva incominciare ad immaginare, ad impostare un bilancio di previsione senza considerare le royalty, che sono circa 1,8 milioni annui, 2 milioni circa annui. Quindi, già incominciare ad impostare il discorso non che non dovevano essere incamerati... Noi non rifiutiamo nulla. Potevano essere incamerati, però a consuntivo, poi, utilizzarli per opere in più che potevano essere date ai cittadini di Grottaglie. Però, già da adesso, incominciare a stabilire che noi non abbiamo bisogno di queste cifre e a consuntivo, quando entrano, utilizzarle, così come...
Invece, bocciati gli emendamenti in cui chiedevano di abbassare la tassazione, non sono state previste, in previsione, già nel 2017 opere che si potevano fare con i fondi che abbiamo... Basta leggere le carte degli anni precedenti e ci si accorge subito, pur stando... Come si dice? Cercando di stare nella sicurezza, in modo tale da non sforare i parametri. Sforare 9,5 milioni mi sembra proprio complicato. Bastava utilizzarne non dico un terzo e poter iniziare a fare un’opera di adeguamento seria di tutte le strutture scolastiche, con circa un terzo, che sono 3,3 milioni, 3,1 milioni, 3,150 milioni. Quindi, iniziare già un percorso pluriennale nei prossimi tre anni, quattro anni, con queste cifre.
Spero che a breve l’Amministrazione se ne venga con progetti che vanno in questa direzione, nell’utilizzare queste cifre che non serve a nulla tenere in Banca d’Italia, perché sono cifre che... È come qualcuno che non spende. Solo gli anziani non utilizzano i soldi e li tengono belli lì, e poi ogni tanto si vanno a guardare il libretto e vedono la cifra. È vero? Serio. Ogni tanto vengono gli anziani e si vanno a vedere il libretto oppure il conto corrente, in cui hanno cifre, probabilmente, anche sostanziose, però non vengono messe in circolo, quindi non si fa un servizio per la comunità.
Così come avevo detto per il bilancio di previsione, è un modo di amministrare alla vecchia maniera, senza scollegarsi dalle royalty e senza dare un vantaggio ai cittadini. Ci sono circa 9.500.000 euro, quasi, di soldi disponibili che si potevano utilizzare sia per abbassare la pressione fiscale sia per realizzare nuove opere subito, nel 2017.
Quindi, io voterò contro – già anticipo il mio voto su questa delibera – per le motivazioni che ho espresso poco fa.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Gianfreda.
Ci sono altri interventi per dichiarazione di voto?
Prego i consiglieri comunali di votare il punto n. 2 all’ordine del giorno: “Approvazione rendiconto di gestione 2016”. Prego, consiglieri, votate.
Presenti 20, favorevoli 13, contrari 6, astenuti 1.
Il Consiglio approva.
È chiusa la votazione.
Prego i consiglieri di votare per l’immediata esecutività del punto n. 2 all’ordine del giorno.
Presenti 20, favorevoli 13, contrari 4, astenuti 3.
Il Consiglio approva.
Alle ore 20.23 dichiaro chiuso il Consiglio comunale.
Buona serata.