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C.c. Grottaglie - 12.01.2018
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Speaker : PRESIDENTE.
Buonasera a tutti. Prego i consiglieri comunali di prendere posto.
Chiedo gentilmente al Segretario Tamburrano di procedere con l’appello.
Prego, Segretario.
Speaker : MAURO EDMONDO TAMBURRANO, Segretario generale.
Buonasera.
D’Alò Ciro, Annicchiarico Cosimo, Annicchiarico Giovanni, Cabino Anna, Cometa Andrea, Abramo Gabriele, D’Alò Saveria, Danese Loreto, De Carolis Giulio, Di Palma Pierluigi, Donatelli Francesco, Galiandro Aurelio, Gianfreda Ciro, Lacava Alessandra, Manigrasso Alfonso, Marangella Aurelio, Marinelli Giovanni, Miglietta Gabriella, Petrarulo Ciro, Rossini Domenico, Russo Antonietta, Santoro Michele, Serio Massimiliano, Trani Immacolata, Zimbaro Massimo.
19 presenti, 6 assenti.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Segretario.
Possiamo iniziare la seduta del Consiglio comunale.
La presente seduta del Consiglio comunale è stata indetta su richiesta del Sindaco come convocazione di Consiglio comunale monotematico.
In Conferenza dei Capigruppo è stato deciso di invitare anche per ogni istituto comprensivo i rispettivi dirigenti scolastici, i Presidenti del Consiglio d’istituto e le rappresentanze sindacali, uno dei rappresentanti sindacali.
Come ordine dei lavori oggi avremo la possibilità di ascoltare i dirigenti scolastici, i Presidenti di istituto e i rappresentanti sindacali nella fase preliminare. Ovviamente, dopo, nella relazione, il Sindaco ci spiegherà le ragioni per le quali ha convocato questo Consiglio monotematico.
Successivamente si aprirà il dibattito del Consiglio comunale dove potranno prendere parola solo i consiglieri. Quindi, chi vorrà prendere parola tra gli invitati lo deve fare nella parte preliminare, proprio per dare informazioni, punti di vista e varie posizioni rispetto all’argomento.
Ogni relatore ha la possibilità di parlare per dieci minuti, in maniera tale da poter dare la stessa opportunità a tutti di tempo e di espressione.
Io inizierei con la relazione del Sindaco e subito dopo poi con un cenno o vi palesate per poter prendere parola, chi vorrà prendere la parola in merito a quello che è stato l’invito che vi è stato formulato.
Prego, Sindaco. Prego, consigliere Santoro. Mi dica.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Presidente, ogni qual volta che si svolge il Consiglio comunale io devo sempre rimproverarla, ma non è mio costume farlo, anche perché anche questa volta lei ha preso le difese del Sindaco. Lei è il Presidente del Consiglio comunale, quindi è il Presidente di tutti i consiglieri comunali, non soltanto del Sindaco.
Speaker : PRESIDENTE.
Anche il suo, consigliere.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Grazie. Però, non ha menzionato che, dopo il primo punto, c’è un secondo punto che riguarda la mozione del consigliere comunale Michele Santoro.
Speaker : PRESIDENTE.
Certo.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Non l’ha detto.
Speaker : PRESIDENTE.
Mi riferivo al primo punto all’ordine del giorno.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Però, attenzione, è più importante la revoca in autotutela del consigliere Michele Santoro e non le considerazioni del Sindaco, caro Presidente. Questa è un’altra ammonizione, Presidente. Lei ogni qualvolta che convoca il Consiglio comunale fa molti errori. Attenzione a come svolge il suo compito, perché qualche giorno vedrà qualche lettera di sorpresa. Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro. Ho provveduto a formulare l’ordine del giorno del Consiglio comunale così come concordato in Capigruppo. Andiamo avanti.
Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO.
Grazie, Presidente, e grazie a tutti gli ospiti. Grazie ai presenti e grazie a tutti quelli che hanno raccolto le firme e hanno formulato l’istanza per aprire questa discussione sul dimensionamento della rete scolastica.
Come sapete, si è arrivati ad una decisione con una delibera di Giunta a seguito di una serie di incontri svoltisi nella Casa comunale alla presenza dei dirigenti, dei rappresentanti scolastici e dei rappresentanti sindacali. È stato fatto un percorso che ha portato a confermare quelle che erano già le determinazioni precedenti. È stato ribadito ciò che era già stato scritto e ribadito nelle delibere del 2014 e del 2012. Questo è il percorso che abbiamo fatto. Quindi, non c’è un elemento di novità in quello che è stato deliberato di recente. La novità è che ha suscitato tanto clamore. Però, siccome siamo pronti ad aprire il dibattito e a discutere, vorremmo capire quali sono le novità tra le ultime riunioni e quella odierna, che dovrebbero spingere l’Amministrazione e quindi la Giunta a cambiare il provvedimento, che secondo noi è un provvedimento intanto giusto e condiviso, perché l’hanno condiviso tutti i presenti in quelle Assemblee. Ovviamente, abbiamo saputo che ci sono delle preoccupazioni che, secondo me, non trovano ragione di esistere.
Intanto, voglio precisare che nessuno in corso d’opera verrà spostato di classe. I bambini continueranno a svolgere il loro corso naturale. Stiamo parlando delle disposizioni che riguardano le nuove iscrizioni e le disponibilità future delle classi per quelle nuove iscrizioni. Nessuno verrà domani spostato da una parte all’altra. Questo credo che sia doveroso precisarlo. Non posso avallare, e qui lo dico in modo chiaro, l’idea e l’ipotesi venuta fuori nello scorso Consiglio comunale da parte del consigliere Santoro, che lo ha affermato. Io dissento che ci siano comprensivi o scuole migliori delle altre. Questo assolutamente io non lo condivido. È sbagliato come idea, è sbagliato come concetto ed è, secondo me, proprio da non dire. Ci sono dirigenti qualificati in tutte e tre i comprensivi, ci sono docenti qualificati in tutte e tre i comprensivi, ci sono bambini, come ci sono sempre, in tutti comprensivi, bravi, meno bravi, monelli, che studiano, che non studiano, come sono tutti i bambini. I bambini li dobbiamo considerare per quello che sono, non li dobbiamo classificare per la provenienza.
Ho sentito cose che forse non avrei dovuto sentire, mettiamola così. Vorrei che si facesse un dibattito serio su quelle che sono le prospettive della scuola a Grottaglie, della rete scolastica a Grottaglie e non le prospettive delle persone, perché noi dobbiamo guardare al sistema scuola nella sua interezza, tutta la rete scolastica.
Il futuro sicuramente è importante per tutti, però noi abbiamo la responsabilità di gestire queste cose, questo fenomeno che è legato a tanti eventi, in primis al fatto che non ci sono tanti bambini da iscrivere nelle scuole. C’è stato un calo e per questa ragione chi amministra ha il compito di prevedere e prevenire scompensi e problematiche nel lungo termine. Questo è quello che è chiamato a fare chi ha la responsabilità di amministrare.
Non c’è nessuna preferenza per nessuno. Sono tre comprensivi che sono tutti e tre figli di questa Amministrazione ed essendo tali meritano lo stesso rispetto e meritano la stessa attenzione, ed è quello che abbiamo fatto. Non me lo sono inventato io. È stato già fatto nel 2014 da chi mi ha preceduto e nel 2012. Vuol dire che la direzione era quella e deve andare in quel modo.
Ovviamente, adesso, in sede pubblica, davanti a un pubblico, a dei cittadini, a degli insegnanti, a dei genitori che sono pronti ad ascoltare, i consiglieri comunali possono ascoltare tutti e farsi un’idea delle varie opinioni dei dirigenti scolastici e poi il Consiglio comunale potrà sempre prendere atto di mutate idee, di mutate opinioni da parte di chi interviene. Se ci saranno elementi – lo dico per essere chiari – utili a far cambiare idea alla Giunta, che non siano però ragionamenti legati alle persone, ma all’interesse collettivo di gestire un fenomeno legato a un problema, la carenza di bambini che si iscrivono a scuola, li prenderemo in considerazione, con la possibilità che nel lungo termine, neanche troppo lungo, poi si abbia la perdita di un comprensivo piuttosto che di un altro.
Chiudo dicendo che noi abbiamo sempre chiesto una mano a tutti quelli che sono venuti nelle varie riunioni che abbiamo fatto. Io stesso avevo proposto un ridimensionamento dei comprensivi, un accorpamento. C’è stato detto che al momento non c’è questa necessità e che mantenendo una logica, che era quella stabilita nel 2012 da tutti, quindi i dirigenti, all’epoca, con l’Amministrazione stabilirono il numero delle classi e altro. C’era una logica. Se si mantiene quella logica, questo dimensionamento scolastico potrà durare nel lungo termine, senza dover prendere decisioni drastiche e aumentare i costi a carico dei cittadini e quindi anche l’ipotesi di chiusura di comprensivi a causa della mancanza dei numeri e quant’altro.
Lo dico con estrema franchezza. Cerchiamo di fare un dibattito evitando di dire cose che sono oscene, e non aggiungo altro.
Ovviamente siamo qui per ascoltare le opinioni di tutti. Prenderemo appunti e cercheremo di capire quelli che sono gli elementi di novità rispetto a quello che già si è detto in tutti questi anni, nelle ultime riunioni e poi trasfusi nell’ultima delibera di Giunta.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, Sindaco. Vorrei chiedere se siamo tutti d’accordo a dare la precedenza di parola alla dottoressa Indiveri, che aveva formulato la richiesta all’Amministrazione comunale di un incontro pubblico. Non so se vuole iniziare lei. Può scegliere uno dei microfoni per poter parlare. Così diamo la possibilità a chi è in streaming, a chi segue il Consiglio comunale in streaming, di ascoltarla.
Prego.
Speaker : ASSUNTA INDIVERI.
Buonasera a tutti. Questa richiesta di incontro l’avevamo fatta come istituto comprensivo De Amicis proprio a seguito di questa delibera di novembre. Ci era sembrato opportuno portare avanti le esigenze delle famiglie, perché sono le prime, rappresentano la nostra utenza e quindi se i genitori sono preoccupati da una delibera del genere è chiaro che bisogna dar voce anche a chi è preoccupato.
Ci siamo resi conto, però, che questa faccenda da un paio di mesi ha assunto una rilevanza mediatica, non solo nelle famiglie, ma anche nella cittadinanza. Questo a dimostrazione del fatto che il problema scuola non può essere liquidato con soluzioni semplicistiche, ma va affrontato in maniera seria.
Il dimensionamento scolastico o la razionalizzazione non devono ridursi a un togliere alunni da una parte, spostarli dall’altra. Il dimensionamento è un processo, un lavoro che deve essere fatto a monte, fatto in una certa maniera.
Ogni anno la Regione Puglia, la Giunta regionale, invia a voi, agli enti locali, a noi le invia l’ufficio scolastico regionale, le linee guida per quanto riguarda tutto ciò che bisogna fare per raggiungere un dimensionamento ottimale. Non è certo utilizzare gli alunni come pedine su una scacchiera comunale, spostandoli di qua e di là, oppure come merce di scambio. Assolutamente noi non ci stiamo a questo tipo di discorso. Tra le altre cose c’è un equivoco, secondo me, di fondo già da anni, già dalla famigerata delibera del 2012.
Io credo che tutti i presenti sappiano come funziona la procedura amministrativa del dimensionamento. Sono anni che lo Stato ha delegato alle Regioni tante materie tra cui la salute e l’istruzione. Nell’istruzione c’è il dimensionamento. L’unico ente che può deliberare e decidere è la Regione Puglia. Parlo della Puglia, ma vale per tutte le Regioni d’Italia. Qual è il compito e il ruolo dell’ente locale? Il Comune fa una proposta. Quella del 2012 era una proposta. Le linee guida – come ho detto, le conoscete tutti, sicuramente – dicono che i Comuni inviano alla Provincia le proposte. Le Province raccolgono le proposte e predispongono il Piano provinciale, che viene inviato alla Regione Puglia e all’ufficio scolastico regionale.
L’unico organo che può deliberare, che ha effetto è la Regione. Le delibere dell’ente locale sono soltanto propositive. È una proposta, ma non è legge. Non è che una delibera comunale può… Altrimenti, ogni anno o al cambiare delle Amministrazioni, un anno c’è una Amministrazione che istituisce una scuola, dopo cinque anni ce n’è un’altra che la sopprime. Non funziona così. Andate a verificare chi non lo sa, ma è così.
Quella delibera famosa era una proposta. Se io riprendo quella delibera non c’è scritto da nessuna parte sei aule e sei classi. Nella delibera regionale non c’è, assolutamente no. È inutile che stiamo qui a girarci intorno sui problemi, su questo o quest’altro. Se dobbiamo avviare per il prossimo… Posso avere un po’ d’acqua? La mia è rimasta in borsa. Grazie. Scusate, ma lo sanno tutti che io viaggio con l’acqua appresso.
La delibera regionale del 2012 non parla dell’istituzione della scuola secondaria da istituire con il primo Circolo didattico, con sei classi. Non c’è scritto da nessuna parte. Parla di istituzione di una scuola secondaria.
Per i prossimi anni, se vogliamo avviare un vero tavolo, un vero tavolo di concertazione per quanto riguarda il dimensionamento, dobbiamo prendere le proiezioni anagrafiche dei nati che frequenteranno, per vedere come stanno calando ogni anno, fare una ricognizione degli edifici, delle aule, degli edifici che hanno aule vuote, degli edifici che sono sottoutilizzati, perché è tanto caro al Sindaco – lo so perché l’ha ripetuto diverse volte – il discorso dell’economicità, del vedere quanti alunni ci sono per classe, perché questo è anche molto importante. Non è soltanto la scuola, le classi, questo e quest’altro.
Tutto ciò che è stato detto… Io ho scoperto in questo periodo che siamo circondati da tuttologi, da gente che dice le cose. Sono d’accordo su questo con il Sindaco quando ha detto che si è sentito di tutto e di più. Anche io ho sentito, anche noi abbiamo sentito di tutto e di più, e non va bene.
Però, chiaramente, quando si comincia, si intraprende un’azione così importante come quella delle scuole è chiaro che sia così.
Nel caso, se volete, parliamo di altro, però io vorrei soltanto dire una cosa, così vediamo se la discussione, una volta per tutte, finisce.
Oggi pomeriggio è arrivata a scuola la comunicazione da parte dell’Ufficio scolastico regionale, quello al quale io appartengo. Io non appartengo all’ente Comune, quindi io non devo essere… Va bene, lasciamo stare il termine, perché mi è stato detto che deve ubbidire. Ecco, diciamo così. Io non devo ubbidire. Mi dispiace, Sindaco. Non sono un dipendente del Comune, né faccio parte politicamente di nessun Gruppo. Purtroppo, il mio datore di lavoro è il MIUR e quindi tutte queste notizie a noi non arrivano dalla Regione, arrivano attraverso il nostro Ministero, il Ministero…
Speaker : SINDACO.
Io le ho chiesto di ubbidire?
Speaker : ASSUNTA INDIVERI.
Beh, sì. Abbiamo avuto delle… Abbiamo fatto tutti articoli stampa. Lasciamo stare.
Bene, è arrivata oggi la delibera regionale della Regione Puglia che dà il dimensionamento, per tutti i Comuni della Puglia, compresa Grottaglie, di quello che sarà l’assetto per il prossimo anno, ed è questa che fa fede per me, che sono un dipendente del Ministero. E fa fede anche per voi perché vi dovete chiaramente adeguare.
Grottaglie. Le delibere sono queste. Ogni anno – andatevi a guardare quelle del 2012 – c’è Regione Puglia…
Ho portato soltanto la stampa che ci riguarda, non ho stampato tutti i Comuni.
Comune di Grottaglie, assetto attuale degli istituti scolastici, anno scolastico 2017-2018, quindi assetto attuale, adesso, di quest’anno: Pignatelli (Grottaglie), Don Bosco (Grottaglie), De Amicis (Grottaglie). Non c’è altro, non c’è scritto sei classi, otto, quindici, ventotto, venticinque. Non c’è nulla.
Proposta del Comune. Il Comune ha proposto alla Provincia quello che noi abbiamo letto nella delibera.
Lo leggo: “Mantenere inalterato l’assetto della rete scolastica del territorio adottato con deliberazione della Giunta comunale n. 14 – ‘assetto comunale’, poi spieghiamo che vuol dire - dell’11 gennaio 2012 e per l’effetto l’IC De Amicis dovrà mantenere la consistenza fissata in sede istituzionale della scuola secondaria di primo grado, vale a dire sei aule per sei classi”. Questa è la vostra proposta, la vostra delibera di proposta. C’è scritto “proposta”.
Riferimenti: “Giunta comunale, delibera n. 511/2017”.
Parere (pensate che l’USR dà il proprio parere autorevole; mi pare sia la massima istituzione che si occupa di scuola): “si conferma l’assetto attuale”.
Decisione della Regione, delibera attuativa (per me questa è attuativa): “si conferma l’attuale assetto”.
L’attuale assetto è quello che vi ho letto prima: sei classi, sei aule, venticinque, trentadue non c’è scritto. Quindi, è inutile ormai questo incontro, mi spiace, perché, alla luce della delibera regionale, la Regione, giustamente, come tanti in questi periodi hanno sottolineato, anche gente che non conosciamo, che io non conosco…
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate, scusate. No. Prego il pubblico di rimanere in silenzio e di evitare applausi. Chiedo di far continuare gli interventi in maniera tale da poter proseguire con i lavori.
Grazie.
Speaker : ASSUNTA INDIVERI.
Quindi, chiarito che l’ente Comune non può intervenire sulla determinazione, ma questo al di là di questa delibera, in generale, su una riduzione o meno di classi non rientra nelle competenze dell’Amministrazione comunale, rientra l’accorpamento, la fusione, la disaggregazione, chiamiamola così, degli istituti, ma non certamente dire: “Devi prendere tot alunni; ne devi prendere di meno”, perché, se così fosse, sarebbe terribile perché ogni anno al momento di sofferenza di un altro segmento la scuola dell’infanzia da una parte la Giunta comunale può dire “No, devi prendere pochi bambini per la scuola dell’infanzia perché devo riempire il plesso da quella parte” oppure della scuola primaria. Non esiste, non è nelle competenze dell’ente locale Comune.
Penso di essere stata abbastanza chiara. Ripeto, sembrava proprio fatto apposta. È arrivata oggi pomeriggio. Questa, quindi, è legge, legge regionale. Quindi, i sei, che non so, forse più di qualcuno, qualche suggestione, sono anni. È dal 2012 che stiamo combattendo con questa interpretazione. In più di una sede ho detto che le delibere si leggono, non si interpretano. Nelle delibere del 2012, poi ne è uscita un’altra, perché uscivano come i conigli dal cilindro, poi usciva quella del 2014, ma vi siete scordati che ce n’è un’altra, che ho io, del 2012, che riconferma esattamente le stesse cose dette nel 2012, cioè che non c’è nessun limite.
Speaker : PRESIDENTE.
Dottoressa, mi perdoni, la devo invitare a chiudere.
Speaker : ASSUNTA INDIVERI.
Ho finito?
Speaker : PRESIDENTE.
Ha il tempo di chiudere.
Speaker : ASSUNTA INDIVERI.
Chiudo.
Speaker : PRESIDENTE.
Velocemente.
Speaker : ASSUNTA INDIVERI.
Velocemente. Penso di aver detto tutto. Poi, nel caso, se ci sarà qualcos’altro da dire, la diremo nel secondo punto, perché li ho da fare delle precisazioni ancora più nello specifico. Questo è quello che riguarda tutti. Poi andremo a parlare di questa benedetta delibera del 2014 perché ci sono alcune cose che non mi sono piaciute, che non mi piacciono e che avrei voglia di dire. Mi auguro – ci sono tutti delle altre scuole – che finisca l’accanimento di questa Amministrazione comunale, da quando si è insediata, perché non è soltanto il dimensionamento, che discutiamo in altre sedi, ma anche altri atti fatti nei confronti della scuola che dirigo, che non è mia. Più di qualcuno qui… Posso? Qualche minuto ancora.
Speaker : PRESIDENTE.
No, minuto, no.
Speaker : ASSUNTA INDIVERI.
Sto chiudendo. Poi non parlo più. Giuro. Giuro che poi dopo mi taccio, come si dice. Promesso.
È stata fatta di questa questione un attacco personale, come se la scuola fosse mia. La scuola non è mia, è della collettività. È stato detto il mio nome e il mio cognome dall’assessore Dubla nel Consiglio del 29. Non glielo consento più. Lei si deve rivolgere a me come dirigente dell’istituto comprensivo.
Ho finito. Basta così.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego tutti gli altri che interverranno a mantenersi su quelle che sono le esposizioni delle proprie idee, senza aprire dibattiti, né tanto meno…
Speaker : ASSUNTA INDIVERI.
Chiedo scusa.
Speaker : PRESIDENTE.
Scuse accettate. Né tanto meno tirare in ballo altre persone. Altrimenti, per fatto personale, dovrei cedere la parola agli altri.
Rimaniamo sugli interventi. Lo chiedo cortesemente a tutti. Chi vuole prendere la parola? Prego.
Passo la parola alla dottoressa Marisa Basile, dell’istituto Francesco Giacomo Pignatelli. Un attimo, lo accendo io, non si preoccupi.
Speaker : MARISA BASILE.
In relazione a questa questione si è parlato solo del diritto delle famiglie a poter scegliere la scuola di loro gradimento. Nessuno mette in dubbio questo diritto. È vero che noi dipendiamo dal MIUR, però i locali in cui sono allocati i nostri alunni dipendono dall’ente locale, sono di proprietà dell’ente locale.
Un dirigente scolastico, stando alla normativa vigente, non può accogliere iscrizioni che vadano oltre la fattibilità logistica, cioè che vadano oltre i locali a disposizione. Quindi, nel momento in cui io accetto determinate iscrizioni e comunico al MIUR è chiaro che il MIUR mi dà l’autorizzazione a quelle classi, perché già a priori ci deve essere la disponibilità dei locali.
Nel momento in cui sono stati istituiti i tre istituti comprensivi non ero ancora dirigente qui a Grottaglie, però mi sono letta le delibere e nelle delibere, comunque, c’è il riferimento alle sei classi dell’istituenda – cito proprio le parole – scuola media, adesso scuola secondaria di primo grado.
Io, ad esempio, lo scorso anno ho ricevuto un numero veramente molto alto di richieste di iscrizioni al plesso della scuola dell’infanzia La Sorte. Alcune le ho dovuto rifiutare perché avevo, e ho, locali solo per accogliere quattro sezioni. Non ne posso accogliere cinque, né posso allocare gli eventuali alunni in eccedenza della scuola dell’infanzia, per esempio, nei locali della scuola media, dove ci sono le aule, per ovvie ragioni, perché dovrei chiedere all’ente proprietario, quindi all’Amministrazione comunale, di sistemare gli arredi scolastici e dovrei chiedere l’utilizzazione dei locali.
Poiché questo è un dibattito pubblico, io chiedo all’Amministrazione, perché questi sono dati che evidentemente non posso possedere io come dirigente scolastico, perché non sono un amministratore pubblico, se per queste aule, che sono state utilizzate nel corso degli anni in più rispetto alle sei aule previste in quelle delibere sia stata data una concessione di uso. Se sì, chiedo che questa venga resa pubblica in questa sede. È chiaro che il dirigente scolastico l’avrà sicuramente chiesta, perché non può non averla chiesta. Quindi, c’è questa concessione? Se non c’è, evidentemente, saremmo di fronte a un’irregolarità palese.
Vi ringrazio.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, dottoressa. Scusate, scusate. Invito il pubblico a fare silenzio, cortesemente, per proseguire al meglio i lavori.
Passo la parola alla dottoressa Patrizia Di Lauro, dirigente dell’istituto comprensivo Don Bosco.
Speaker : PATRIZIA DI LAURO.
Buonasera. Non posso non essere d’accordo con la collega, perché il piano di utilizzo dei locali scolastici è competenza dell’Amministrazione comunale, che ne è la proprietaria.
Noi ci siamo trovati nelle stesse situazioni, nelle stesse condizioni. Abbiamo dovuto rifiutare alcune iscrizioni un po’ perché, per tipologia di tempo scolastico, non coincidevano con quella che era la nostra offerta, ma perché, purtroppo, ci sono stati degli anni in cui abbiamo dovuto dire a dei bambini “iscrivetevi altrove”. Non abbiamo mai accolto un numero di iscrizioni superiori a quella che è la capienza delle nostre aule. Non solo, sono anni che lo dichiariamo con largo anticipo, prima che vengano aperte le iscrizioni online. Diamo un numero massimo di bambini che possiamo accogliere nelle nostre classi. Non aspettiamo prima di vedere quante ne abbiamo avute e poi decidiamo quante classi fare. Lo diciamo in anticipo, ed è una cosa che viene chiesta anche dal nostro Ministero.
La delibera della Giunta regionale io non credo che confligga con quella che è stata appena varata dall’Amministrazione comunale, perché l’assetto dei tre istituti comprensivi viene confermato, e nessuno lo mette in dubbio.
Ciò che si chiede, ed è stato fatto sempre, da subito, dal 2012 in poi e per onestà intellettuale chi era presente in quelle riunioni deve per forza ricordare che l’accordo era sei aule, sei classi e quindi due corsi di scuola secondaria istituenda per lasciare una sede centrale della scuola media. Poi non so cosa sia accaduto. Però, per onestà intellettuale, tutti i presenti devono ricordare questo: l’accordo era quello, per mantenere un assetto costante nel tempo, per evitare frammentazioni di offerta formativa, per evitare che docenti vedessero anche spezzettate le proprie prestazioni lavorative e che andassero a lavorare su più scuole. Abbiamo queste situazioni. Qualcuno l’anno scorso ha dovuto rinunciare a mezza cattedra per non emigrare e andare fuori dal territorio di Grottaglie. Sapete cosa vuol dire? Vuol dire rinunciare a mezzo stipendio, perché, purtroppo, se andiamo avanti così, la frammentazione sarà sempre più forte, più pressante e qui forse anticipo quello che potrebbero dire le rappresentanze sindacali. Per cui, per quello che ci riguarda, le due delibere convergono. L’assetto c’è. I tre istituti comprensivi nessuno li sta mettendo in dubbio, né si prevedono spostamenti di bambini da una parte all’altra come merce o come pacchetti postali, assolutamente. Il Sindaco lo ha detto in premessa, lo ha assicurato. Quello che c’è, c’è, e rimane. Però, vedere in prospettiva una situazione sempre più frammentaria non credo che faccia bene a nessuno, tantomeno a una offerta formativa del territorio, ad una pedagogia del territorio di cui comunque l’Amministrazione comunale è tenuta ad occuparsi. Non credo di dover aggiungere altro. Però, se c’è poi la possibilità di replica in altre situazioni…
Ultima cosa. Sulla rilevanza mediatica, qualcuno l’ha voluta, qualcuno l’ha suscitata, l’ha sollevata e l’ha condotta, scusatemi, anche con quelle parole, quei termini che non vogliamo sentire, perché ne abbiamo sentite davvero di tutti i colori. Non voglio replicare perché sarebbe mortificante.
Vi ringrazio.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, dottoressa.
Chiedo ai Presidenti del Consiglio di istituto, rispettivamente invitati, se vogliono prendere parola o anche alle rappresentanze sindacali.
Vi prego di presentarvi con nome e cognome, perché non vi conosco di persona.
Prego.
Speaker : CIRO TRISOLINI.
Buonasera. Sono Trisolini, membro del Consiglio d’istituto dell’istituto comprensivo Don Bosco. Chiaramente io offrirò un punto di vista differente, quello di un genitore, non di un dirigente scolastico. Credo sia necessario fare un piccolo salto, tralasciare qualche atteggiamento di sotto campanilismo e magari puntare più al risultato finale sulla collettività.
In particolare, il Comune di Grottaglie ha avuto questa ottima opportunità, cioè di conservare tre istituti comprensivi con un’offerta formativa capillare sul territorio. Credo che giocarsi questa opportunità sia veramente un’autorete.
Per cui, è importante conservare questo assetto di offerta formativa sul territorio, però è chiaro che bisogna rispettare delle regole, attenersi a delle istruzioni. Per cui, secondo me, è obbligo dell’Amministrazione in questa sede adottare un provvedimento chiaro ed inequivocabile in cui vengono cristallizzate le strutture organizzative, le strutture assegnate a ciascun istituto comprensivo, in modo tale che ciascun genitore – io rappresento la componente genitoriale – abbia le idee chiare sin dall’inizio. Io devo sapere, se iscrivo mio figlio, di che morte devo morire, cioè se ho la possibilità reale di rimanere in quell’istituto, in quali aule potranno andare i miei figli e se supero il budget consentito per l’istituto capire anche che cosa potrà accadere.
L’invito da parte mia, in qualità di genitore, è che l’Amministrazione assuma un provvedimento dettagliato che disciplini per bene l’assetto organizzativo dei tre istituti comprensivi, in modo tale che ciascun genitore, in piena trasparenza e in piena consapevolezza, possa fare le sue scelte.
Grazie. Buonasera.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Chi altro vuole prendere la parola? Prego.
Speaker : FRANCESCO PALMIERI.
Buonasera. Sono Francesco Palmieri, Presidente del Consiglio di istituto De Amicis. Sono d’accordo con il genitore. Anch’io come genitore vorrei capire qual è la nostra disponibilità reale a iscrivere i nostri bambini. Però, mi allaccio a quello che ha detto il Sindaco sulla necessità di bilanciare. In questo modo noi non vediamo bilanciate in maniera equa, per quanto riguarda la scuola media, le iscrizioni, che sono tante. Anche la nostra scuola ha lasciato fuori delle iscrizioni e non le ha accolte tutte, non le ha potute accogliere tutte. Adesso, agganciarsi al discorso della destinazione d’uso, alla burocrazia, non basta. Penso che sia obbligo da parte dell’Amministrazione comunale provvedere a sanare queste situazioni, a reperire locali eventualmente, perché si dovrebbe partire dal basso, cioè da quello che vogliono le famiglie. Se le famiglie vogliono iscrivere i loro figli a un istituto piuttosto che a un altro, l’Amministrazione dovrebbe garantire questa cosa. La volontà delle famiglie va rispettata. Non si iscrivono i bambini perché siamo condizionati. Noi abbiamo vissuto, io in particolare, ma tanta gente che ha messo quelle famose firme, la nascita della scuola media in questione. Io ho iscritto mia figlia all’epoca a scatola chiusa. All’epoca mi potevate dire: “Iscrivila da un’altra parte, perché sta nascendo adesso questa scuola”.
Adesso posso dire – mia figlia sta facendo la terza media – che io ho la convinzione che mio figlio, che terminerà l’anno prossimo le scuole elementari, lo vorrei scrivere presso l’istituto comprensivo De Amicis. Non conosco le altre realtà, chiaramente, non posso fare un paragone. Però, questa è la mia volontà di genitore e, come me, c’è tanta altra gente che vorrebbe fare questo.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei. Chi altro? Siete liberi di poter intervenire rispetto a quelli che sono gli inviti che sono stati fatti. Non so se devo nominare a chi sono stati inoltrati gli inviti come il Presidente del Consiglio, la signora Daniela Cafiero, se vuol prendere parola, anche le rappresentanze sindacali, la signora Vitali, i signori Linoci e De Vita, la signora Piro Livia.
Prego.
Speaker : VITALE.
Buonasera. Io sono l’insegnante Vitale. Sono una rappresentante sindacale dell’istituto De Amicis. Nei precedenti incontri non ci sono stata perché non ero stata invitata, però lavoro nell’istituto De Amicis da un po’ di anni e conosco un po’ la storia della nostra scuola. È sempre stata una scuola situata al centro del Comune di Grottaglie, per cui ha sempre servito un numero di utenti molto elevato. Negli anni, per garantire sempre un’equa distribuzione sul territorio dell’offerta formativa, l’istituto De Amicis ha ceduto alcuni plessi di scuola alle altre istituzioni scolastiche. Il plesso, per esempio, della Savarra, che adesso contiene la Giovanni Paolo II, Giotto e Collodi, apparteneva all’ex primo circolo. Negli anni, poi, successivamente, ci è stato chiesto anche di cedere alcuni altri plessi della scuola De Amicis, però ovviamente non è stato più possibile perché si metteva a questo punto in difficoltà la nostra scuola, cioè si sarebbe creato un sottodimensionamento dell’istituto De Amicis.
Nella delibera del 2012 è stato giusto voler mantenere sul territorio i tre istituti comprensivi per garantire una offerta formativa variegata alle famiglie. Sulla delibera sulle sei classi o sei aule per la scuola media ho un dubbio. Vorrei capire, la delibera del 2012 con la quale si istituiva la scuola secondaria di primo grado per la scuola De Amicis si riferisce alla possibilità di assegnarle solo il plesso di via Ennio o anche comunque sino al limite della capienza dell’istituto che è formato sia dal plesso della scuola primaria che dal plesso di via Ennio? Questo non mi è chiaro.
Poi non mi è chiaro, e vorrei chiederlo all’Amministrazione, se la decisione di limitare la formazione di solo tre classi di scuola media è un discorso di economicità, nel senso che la scuola De Amicis dovrebbe lasciare il plesso di via Ennio, e quindi cederlo non so ad altri usi, o se invece, con la delibera del 2014, la De Amicis può continuare a mantenere il plesso di via Ennio.
Un’ultima cosa. Io ritengo che è giusto garantire alle famiglie la scelta della scuola presso cui iscrivere i propri figli, però non è neanche giusto sempre sacrificare un istituto per garantire la sopravvivenza dei tre istituti comprensivi.
Una pianificazione sarebbe necessaria in futuro, perché se si tiene conto un po’ del calo demografico ci si rende conto che in futuro non è possibile per il territorio di Grottaglie avere tre istituti comprensivi. Prima o poi si dovrà decidere di comprimere e quindi arrivare semplicemente a due istituti comprensivi. Adesso, però, non si può prendere una decisione sic et simpliciter, da un anno all’altro, e dire che l’istituto De Amicis deve attenersi alla delibera del 2012 e poi a quella del 2016, se non mi sbaglio, del 2014.
So che nel 2016 il Consiglio comunale ha convocato anche i tre istituti comprensivi in prospettiva di questa delibera poi del 2017, di questa che si è avuta a novembre. Non ci si può mettere di fronte al fatto compiuto una scuola in prossimità delle iscrizioni, perché ci mette in difficoltà. Mette in difficoltà le famiglie, mette in difficoltà anche i lavoratori della scuola, perché la scuola è fatta, oltre che dalle famiglie, anche da docenti e personale ATA, che chiaramente vengono messi in difficoltà. Questo non bisogna neanche sottovalutarlo.
Chiedo scusa se ho vi ho tediati con questo discorso, però questo è il mio punto di vista. Magari vorrei un chiarimento circa l’economicità o meno della scelta fatta dall’Amministrazione comunale.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei.
Speaker : INTERVENTO.
Posso replicare un attimo?
Speaker : PRESIDENTE.
Non è possibile replicare. L’ho detto in apertura quello che sarà ed è l’ordine dei lavori. Solo per procedere così come abbiamo pianificato.
Prego.
Speaker : ARMANDO ARMONIOSO.
Buonasera. Io sono il DSGA dell’istituto comprensivo Pignatelli di Grottaglie. Io credo si stia…
Speaker : PRESIDENTE.
Mi scusi, il suo nome?
Speaker : ARMANDO ARMONIOSO.
Armonioso Armando. Credo si stia un po’ giocando su un errore di una delibera facendo finta di non sapere tutti quanti che nel 2012… Io sono stato presente a tutti gli incontri dal 2011. Tutti i presenti sanno, e voglio vedere chi smentisce questo fatto, che nel 2012 è stato stabilito in maniera inequivoca che l’istituto comprensivo Pignatelli dovesse formare soltanto sei classi. Il De Amicis.
È già stato questo un grosso compromesso, perché anche questo è frutto di un errore tecnico-giuridico, secondo me, della vecchia Amministrazione, nella errata convinzione che obbligatoriamente dovessero essere gli istituti comprensivi. In realtà, le linee guida della Regione Puglia non hanno mai detto che per forza bisogna avere tre istituti comprensivi, perché c’erano i numeri tranquillamente per poter avere due istituti comprensivi e una scuola primaria, con annessa scuola dell’infanzia.
Mi rendo conto che è una situazione di equilibrio e quindi politicamente è stata concertata, è stata garantita per rispettare che cosa? Per rispettare le linee guida della Regione Puglia.
La Regione Puglia ci dice che tendenzialmente le scuole devono convergere verso un numero di mille alunni. Tendenzialmente bisogna garantire un equilibrio territoriale. Tendenzialmente non bisogna creare istituti sovradimensionati e istituti sottodimensionati, va contro lo spirito della legge.
Mi rendo conto della libertà di scelta da parte dei genitori, che ovviamente sono liberi di decidere dove andare, però io credo che più importante sia mantenere un equilibrio territoriale. L’offerta formativa deve essere garantita non soltanto verso una scuola, ma deve essere garantita per tutto il territorio.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie mille. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi da parte degli ospiti, passerei la parola al Consiglio comunale, ai consiglieri comunali.
Consigliere Annicchiarico, prego.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Buonasera. Io faccio leva sulla mia anzianità, credo non solo del Consiglio comunale, ma anche del mondo della scuola qui presente, per cercare intanto di dirvi tutta la mia soddisfazione perché una volta tanto si parla di scuola, e se ne parla davanti a tanto pubblico, con tanta attenzione, avendo ciascuno liberamente le proprie idee e anche la possibilità di esprimerle.
Certo, avrei preferito che di scuola si parlasse non in queste condizioni, in cui già, di fatto, la città è lacerata e la scuola di tutto ha bisogno tranne che di lacerazione, perché ci sono degli assenti che sono i veri protagonisti, e sono i ragazzi. Gli altri, docenti compresi, hanno soltanto l’obbligo di servire. Io mi sono alzato in piedi, non soltanto per rispetto degli ospiti, ma soprattutto per rispetto degli alunni e della scuola in generale. Non mi sono tolto il cappello, perché non l’ho mai posseduto, però ritengo di dover fare attenzione a usare termini acconci, di fare riferimento ai migliori miei pensieri, soprattutto di avere le migliori intenzioni. Quando si parla di scuola si parla proprio di intenzioni.
Abbiamo tanti problemi in Italia, ma quello più grosso è quello di aver messo la scuola in queste condizioni. Tutto questo è figlio della logica della concorrenza, di considerare la scuola un’agenzia formativa. È un brutto termine. Se ago significa condurre, portare avanti, vuol dire che ciascuno di noi, che ha vissuto soprattutto nel mondo della scuola, sa che condurre avanti lo si fa con piena umiltà in maniera del tutto disinteressata. Invece, sappiamo che la scuola è al servizio dei docenti. È al servizio dei docenti molte volte, perché molte politiche scolastiche non hanno nulla di pedagogico, di educativo, hanno molto di falso sindacalismo.
Molte volte anche la formazione, lo devo dire, perché la libertà di dire il proprio pensiero la chiamavano già dall’antichità parresia, e quindi il libero parlare è l’unico modo per sfuggire a qualsiasi forma mistificata. Anche la stessa formazione dei dirigenti va più nella direzione di farli manager. Non ce ne sono più in giro di quelli che entravano nelle classi per cercare di capire qual è il lavoro degli insegnanti. Se ce ne sono, Dio sia benedetto, benedetta la madre che li ha concepiti e il mondo che li sta tutelando. Però, non andiamo avanti così. Le Amministrazioni, anche questa, se hanno avuto un difetto, è stato quello di non mettere la scuola, i bambini, una città a misura di bambino, al primo posto. Quindi, il primo momento di confronto con la città, io lo avevo detto, dovevano essere le conferenze cittadine su vari temi, a partire da quelli della scuola. E lì saremmo arrivati tutti, senza le armi in pugno, a difesa di qualcosa o a offesa di qualcuno e avremmo avuto tempo e modo anche di capirci, di ragionare, di andare avanti.
Niente da fare, noi siamo figli di questa età martoriata, in tutti i sensi, e non solo nelle nostre impossibilità materiali di soddisfare i nostri fabbisogni, ma anche e soprattutto nei buchi dell’anima che ci produciamo quotidianamente.
Scendiamo dall’olimpo delle idee alla pratica. Siamo qui, purtroppo, non a parlare della scuola, ma a parlare di reciproche convenienze o sconvenienze. Di questo stiamo parlando, Sindaco, anche convenienze dell’Amministrazione, soprattutto delle famiglie in questo momento, molto anche degli insegnanti.
Rimettiamo in moto il concetto di comunità. Politiche scolastiche, non polemiche scolastiche. Le politiche scolastiche si differenziano dalle polemiche scolastiche perché non hanno il Polemos, la guerra da farsi, ma hanno le idee su cui confrontarsi e soprattutto hanno le idee comunitarie. Grottaglie non è primo, secondo e terzo circolo. Grottaglie è Grottaglie. Dopodiché, il primo, il secondo e il terzo avrebbero dovuto o dovrebbero, spero che lo faranno, concorrere a dare un’offerta formativa articolata, ma unitaria.
Altro è il fatto dei curricula verticali. Devono essere curricula convergenti e di volta in volta bisogna anche articolare questo in maniera tale che se uno che abita a est deve fare un certo tipo di percorso e non può invece alternarlo con altri percorsi che l’anno precedente per esempio sono stati fatti a ovest o al centro…
C’è un vizio di fondo in questo discorso che si è fatto su Grottaglie: la questione della scuola centrale, di cui stiamo patendo, negli anni, questo dibattito assurdo, nell’età dell’Europa.
Stare al centro significa che ho convenienza ad andare lì. Allora, o c’è necessità e la scuola va incontro alle necessità… Dove c’è convenienza che si prendano i figli e si portino anche a due chilometri di distanza. Io sono andato a piedi quando si è trattato di andare alla Pignatelli. Anzi, siamo tutti figli di Caino, quindi significa che siamo quelli che dobbiamo camminare. Oggi camminiamo su quattro ruote e quindi si sta ancora meglio. Ci sono dei criteri che devono favorire la vicinanza o la lontananza. Certo, se c’è una famiglia dove c’è una sola persona con tre figli non è che li possiamo, per ragioni diverse, dire “Tu non vai alla De Amicis o devi andare là”. Anzi, c’è bisogno proprio di metterlo al primo posto nei criteri.
Ogni scuola si doti dei suoi criteri. Dopodiché, si fanno le considerazioni.
Io ho avuto ieri alcuni dati che non avevo. Li ho confrontati e poi chiederò all’Amministrazione. Non mi pare che possa essere successo questo, che mentre nel 14-15 nella scuola De Amicis c’erano tre prime, tre seconde e due terze, poi nel 15-16 erano quattro prime, tre seconde e due terze. Dovevano essere almeno tre le terze, perché se era l’anno prima tre… Non so questo punto interrogativo come è stato possibile conservarlo negli atti e non averlo corretto.
Vogliamo sapere tutto da consiglieri comunali. Intanto so che in ogni scuola c’è un responsabile della sicurezza e so cosa è in capo al responsabile, che viene dalla parola “rispondere”. Io sono responsabile se rispondo. Una volta un ex Sindaco mi disse: “Io non rispondo”. È irresponsabile. La parola stessa lo dice. Anzi, “non ti leggo nemmeno”, mi disse. Il nuovo ancora non l’ha detto, ma siamo lì.
Mi avete fatto perdere il filo. Il mio Presidente gesticola e siccome sono sulla linea… Brava. La dottoressa Cabino è preziosa suggeritrice. Il responsabile come ha potuto chiudere gli occhi, oppure certificare che i ragazzi di scuola media possono essere stati allocati senza che sia stato, per quanto risulta a noi, dagli atti, comunicato all’Amministrazione che si andavano a formare classi con alunni di 12, 13, 14 anni allocati nell’istituto De Amicis i cui servizi igienici sono sicuramente per bambini fino a una certa età?
Come è stato possibile compiere questo peccato? Perché di peccato si tratta. È un peccato originale, non è un peccato… È un peccato originale che è diventato poi storico e di cui poi ci portiamo tutte le conseguenze come quello di Adamo ed Eva. Chiudo perché non posso abusare del tempo, però, siccome conosco il Regolamento del Consiglio comunale, ho diritto io, come consigliere comunale, di parlare dopo per altri dieci minuti, poi di fare eventualmente una dichiarazione di voto per altri dieci minuti e vi tengo qui fino a mezzanotte.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Annicchiarico. Ci sono altri interventi? Così come indicato nell’apertura del Consiglio. Era dedicato alla parte preliminare del Consiglio.
Consigliere Gianfreda, prego.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Prima di fare il mio intervento, vorrei dei chiarimenti da parte dell’Amministrazione. Alcune domande sono state fatte anche da alcuni dirigenti, però è bene che la legge sia rispettata perché la devono rispettare i dirigenti, la deve rispettare anche l’Amministrazione. Ho più di una domanda da fare.
Prima domanda. La De Amicis ha mai avuto l’autorizzazione da parte dell’Amministrazione ad allocare in plessi dove sono presenti le scuole elementari, le scuole di primo grado? Gli edifici scolastici – non quello di via Ennio, perché dovrebbe essere in capo alla gestione dell’Amministrazione provinciale, in cui c’è un accordo sicuramente per allocare anche le sei classi di scuola media – nell’istituto di via Calò c’è l’agibilità per scuola elementare, sì o no? No, per scuola elementare. Perché la scuola media penso… Quindi, è anche un fatto di sicurezza degli alunni. Poi chiedo se ci sono, per quanto riguarda il plesso di via Calò, i servizi igienici che possono essere utilizzati anche da studenti di primo grado, della scuola media, se ci sono.
L’Amministrazione di questo deve avere contezza, perché sono atti che ha in suo possesso e che sicuramente ha dato in copia almeno al responsabile della sicurezza dell’istituto. Quindi, chiedo se ha l’agibilità, per quale tipo di agibilità. Con questo non voglio dire che non si possono allocare altre tipologie di scuola, ma se non ci sono tutte queste autorizzazioni è chiaro che l’Amministrazione può decidere di fare un cambio di destinazione d’uso almeno di qualche porzione e quindi mettere a norma e decidere di risolvere determinati problemi.
Vorrei sapere, prima di fare il mio intervento, se ci sono tutti questi atti. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Gianfreda.
Propongo ai consiglieri di andare avanti. Se ci sono delle altre domande da sottoporre poi magari il Sindaco o gli assessori risponderanno a tutte le domande. Vi sto chiedendo come procedere, in maniera tale che poi diamo una volta la parola e successivamente continuiamo. Però, rischiamo poi di… Possiamo raccogliere tutto? Non prevedendo poi altri tipi di domande. Compatibilmente con l’ordine dei lavori, consigliere Santoro.
Se non ci sono altre domande… Chiedo al consigliere Marangella se vuole intervenire. Okay. Perché si era prenotato lei, solo per quello.
Prego, assessore Magazzino.
Speaker : ANGELO ANDREA MAGAZZINO, Assessore.
Buonasera a tutti. Rispondo alle domande del consigliere Gianfreda. Innanzitutto la struttura ce l’ha l’agibilità. Io non sono entrato nel merito dell’andare a leggere l’agibilità in che termini è all’interno della destinazione d’uso, fermo restando che innanzitutto quell’edificio è censito al MIUR come scuola elementare. Quindi, anche a livello di spazi… No, ti spiego il motivo. Poiché noi abbiamo a che fare anche con altri progetti che stiamo candidando, come base di progetto partiamo anche da quelli censiti dal MIUR. Questo significa che tutti i locali che sono stati censiti sono stati adeguati a un’utenza di un certo tipo di fasce d’età. Cosa le ho risposto adesso?
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Gianfreda…
Speaker : ANGELO ANDREA MAGAZZINO, Assessore.
Scuola media no. Le ho risposto che è censita come scuola elementare.
Speaker : PRESIDENTE.
Assessore, mi scusi un attimo. Ripristiniamo il silenzio in sala, cortesemente. Grazie.
Speaker : ANGELO ANDREA MAGAZZINO, Assessore.
Non può avere un’agibilità per scuola media perché è una scuola elementare, che ha un’utenza, che ha una fascia di età che va da un tot a un altro. In più, abbiamo anche i servizi igienici che non sono adeguati per l’utenza di ragazzi che devono frequentare la scuola secondaria di primo grado.
Tra l’altro, io, almeno nel mio ufficio, non ho ricevuto comunicazioni, richieste di poterli utilizzare per ragazzi di scuola media. Io non ho autorizzato niente, anche perché non posso autorizzarlo. Quindi, più di questo…
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore Magazzino.
Consigliere Marangella, prego.
Speaker : AURELIO MARANGELLA.
Buonasera. Saluto tutti, compresi gli ospiti. Anch’io plaudo alla stessa stregua del professor Annicchiarico, di cui, però, purtroppo, non posseggo le stesse capacità oratorie, al consumare… E lo so. Perché credo che queste tipologie di incontri, siano essi Consigli monotematici o Assemblee, credo che facciano bene alla comunità e servano per fare un po’ il punto sulla situazione, anche se, come già ribadito, probabilmente non occorre che il clima si avveleni per giungere ad avere un confronto più sereno, insomma, ed evitare che magari sfugga qualche parola in più, più pesante. Detto questo anch’io faccio una premessa più di natura concettuale rispetto all’argomento ricordando a me stesso, e poi sottoponendo all’Assemblea, una sorta di denuncia: questo Paese, per Paese intendendo l’Italia purtroppo, ormai naviga in brutte acque, come si suol dire, per vicissitudini storiche di cui ormai paghiamo le conseguenze.
La vicenda scuola si inserisce in uno di questi processi che stanno portando il Paese a compiere atti insomma che si ripercuotono poi sui servizi erogati alla comunità e al popolo. Andando a rileggere le norme e gli atti che si sono consumati, il legislatore non si è interessato della scuola perché aveva come compito riformare la scuola e attualizzarla a quelli che sono i bisogni della società odierna e contemporanea, lo ha fatto semplicemente all’interno di un provvedimento che si chiamava spending review, dove, come tutti sappiamo, si sono cominciati a dover effettuare tagli di qualsiasi natura che interessavano la pubblica istruzione e che andavano nell’indirizzo di dover produrre minor costo e quindi tagli. Nei vari capitoli della legge n. 111 del 2011 si è toccata anche la scuola e nella scuola si è detto che probabilmente bisogna ridimensionare perché occorre pagare meno stipendi. È inutile girarci attorno, quindi meno dirigenti, meno personale ATA e via dicendo. Da lì nasce questa riforma che, come ho già detto e ribadisco, non è una riforma che nasce nell’interesse della scuola per la scuola, ma nasce per interessi meramente di bilancio economici dello Stato davanti a scelte irreversibili. Questo poi porta a un confronto che sicuramente diventa acceso perché tutti si sentono a rischio e quindi, ovviamente, ognuno tiene alla propria pelle e nel tempo può portare ad assumere comportamenti magari poco gradevoli, richiamati anche dallo stesso professore Annicchiarico.
È impossibile in uno Stato di diritto, che vanta duemila anni di progresso, pensare di trasformare le scuole, specialmente le scuole di primo grado, in agenzie formative, in aziende che devono competere, devono far marketing, devono “fagocitarsi” per sopravvivere. Questo è sbagliato, perché la funzione di uno Stato moderno, con la storia dello Stato italiano, è quella di garantire l’istruzione pubblica nel miglior modo possibile, senza mettere in contrapposizione gli istituti. Quindi, io credo che sia ragionevole che, preso atto delle necessità che il legislatore ha messo in campo di rivedere l’organizzazione della scuola, di trovare le soluzioni che meglio sposano non solo gli interessi di chi ovviamente è all’interno del mondo scuola, ma prima di tutto le comunità.
Questo percorso è iniziato con un ragionamento sicuramente lungo, di cui l’incontro di questa sera sicuramente non è il punto di arrivo, ma è un punto comunque transitorio, che è quello appunto che, nell’idea di dover istituire gli istituti comprensivi, Grottaglie potesse ragionare nella garanzia di tutti, perché è così che fa una comunità, che prescindono dalle Amministrazioni, dai colori politici, dalle contrapposizioni. Fino ad ora – lo diciamo tra virgolette – ci si è riusciti, perché partivamo dai primi cicli, primo, secondo e terzo ciclo e siamo arrivati a tre istituti comprensivi. Questo ha permesso di tenere.
Ovviamente, spostato nel tempo questo ragionamento poi porterà, prima o dopo, a doversi interrogare invece su come superare questo status quo, perché ovviamente i dati non delle iscrizioni scolastiche, basta andarsi a vedere i dati Istat sulle nascite, sono pubblici, si trovano su qualunque sito dei Comuni, le nascite danno già la proiezione di quale sarà la popolazione scolastica nei prossimi anni, indipendentemente dal fatto che ci siano o meno le iscrizioni. Questo porta a interrogarsi su come il futuro dell’offerta scolastica a Grottaglie possa, almeno per le scuole elementari e le scuole secondarie di primo grado, organizzarsi. Su questo credo che vada fatto un appello, non rincorrendo il provvedimento da fare all’ultimo minuto perché bisogna ottemperare a una richiesta della Regione, ma favorendo un processo concertativo che sia lungo, che non sia semplicemente legato all’atto deliberativo da mettere in campo, ma sia, invece, un ragionamento più complesso in cui ognuno deve dare il suo contributo in modo naturale e privo di secondi fini o di seconde finalità, sapendo che come oggi il Sindaco ha un nome e cognome e domani ci sarà un altro Sindaco, anche i dirigenti hanno la stessa consapevolezza.
Su questo fa bene a rimarcare la dottoressa Indiveri. Forse si è commesso l’errore di personalizzare. L’ho fatta io quella scuola e c’erano altri dirigenti. Io credo che quella scuola rappresenti una tradizione per la città di Grottaglie, che prescinde dai nomi di chi l’ha diretta o governata.
Per cui, se si mette al centro l’istituzione scolastica in quanto tale io credo che gli attuali protagonisti, chiunque siano, l’attuale Sindaco, gli attuali dirigenti debbano compiere uno sforzo non rispetto all’atto da produrre per l’anno scolastico che verrà, ma rispetto a una programmazione che deve tener conto di fatti oggettivi che sono fatti statistici da cui non si può prescindere. Questo è l’invito. Altrimenti, rischiamo, senza doverci schierare da nessuna parte, di imbarbarire un discorso che, in realtà, poi si ripercuoterà solo sui nostri figli. Questo è il problema.
In passato noi abbiamo tenuto la Commissione. Ho anche citato la problematica che era sorta per le scuole secondarie di secondo grado come il liceo scientifico, di cui tuttora questa comunità paga lo scotto di non avere un istituto. Anche lì sembrava che ci fosse quasi una corsa ad accaparrare alunni, come se dovesse esserci una competizione. Lì stavamo rischiando di perdere forse l’unico istituto che ci differenziava rispetto agli altri Paesi nell’offerta pubblica, che era l’istituto statale d’arte, che vantava una tradizione.
Noi abbiamo rischiato di perderlo. Abbiamo rischiato di ammetterlo a Taranto. Ho citato questo esempio per dire che a volte, presi dalla foga del ragionamento dell’odierno, dell’oggi per il domani, dimentichiamo quale possa essere la prospettiva nel futuro, quando probabilmente ci saranno altre Amministrazioni, altri dirigenti, ma sicuramente non cambierà la città e ci saranno sempre ragazzi a cui dovrà essere offerta la miglior offerta formativa possibile. Scusate il bisticcio di parole.
Termino qui questo mio primo intervento auspicando che il dibattito possa continuare. Sono rispettoso delle Istituzioni, ma se occorrerà, Presidente, chiedo anche di andare in deroga rispetto alla possibilità che gli ospiti possano produrre un secondo intervento proprio per favorire la fuoriuscita da un momento di tensione che probabilmente è figlia solo del momento e proiettarci su un ragionamento in realtà più articolato che ci possa proiettare nel futuro prossimo. Sicuramente lo si può fare anche a latere del Consiglio comunale, organizzando Assemblee di diverso tipo. Però, se c’è la necessità, io lancio anche l’appello a poter produrre ulteriori interventi, come, se sarà necessario, produrrò anche io un secondo intervento.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Marangella.
Consigliere Cometa, prego.
Speaker : ANDREA COMETA.
Buonasera a tutti. Dopo aver ascoltato l’intervento dei dirigenti sicuramente abbiamo completato un’idea che ci siamo fatti e abbiamo capito un po’ qual è la situazione reale e gli stati d’animo. Ovviamente, c’è tutto un percorso di delibere e di livelli di competenza tra cui c’è anche l’Amministrazione comunale di Grottaglie.
Per questo, ascoltare la definizione di processo semplicistico, secondo me, non è opportuno, perché credo che proprio a monte di questi livelli di competenza la delibera sia più che legittima.
A tal proposito leggerei una circolare del Ministero dell’istruzione: “Le iscrizioni costituiscono, come è noto, la prima fase del procedimento di avvio dell’anno scolastico che coinvolge i soggetti pubblici e privati.
Nell’ambito di tale attività assume fondamentale importanza la programmazione della rete scolastica posta in essere dalle Regioni, che, attraverso il Piano di dimensionamento, oltre a istituire, accorpare, trasformare le istituzioni scolastiche, provvedono ad arricchire l’offerta formativa attivando nuovi indirizzi presso le scuole secondarie di secondo grado.
Nel riquadro di tale procedimento si inserisce il basilare ruolo degli uffici scolastici regionali, i quali, nel dialogo istituzionale con le Regioni e gli enti locali, tutelano il diritto all’apprendimento attraverso un’azione tendente a realizzare un’offerta formativa razionale e omogenea”. Razionale ed omogenea. È questo il punto.
A mio modo di vedere la scuola deve solo formare e non deve trasmettere uno spirito di concorrenza, che è quello che io ho recepito in questa situazione e credo che la cosa sia condivisibile anche con gli altri consiglieri, creando situazioni più o meno di serie A e serie B.
Al netto di tutto questo ragionamento, la delibera della Giunta per me è più che legittima. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere. Ci sono altri interventi da parte dei consiglieri comunali?
Consigliere Gianfreda, prego.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Qualcuno del pubblico forse ha frainteso, ma io non voglio fare polemica, se qualcuno prima ha vociato. Però, la mia idea è che – l’ho già espressa nella Commissione che abbiamo tenuto – ci sono dei principi, come il diritto allo studio, che sono principi fondamentali. Il secondo è il volere dei genitori, che sono coloro che scelgono ciò che è più giusto per i loro figli, per il futuro, per costruire una cultura ai propri figli. Poi c’è tutto il contorno. L’Amministrazione, qualsiasi essa sia, e l’ho già detto anche nell’intervento che ho fatto nella Commissione, qualsiasi Amministrazione deve cercare di risolvere i problemi dei cittadini, anche perché anche questo Consiglio comunale rappresenta i cittadini e quindi è chiamato, di fronte a delle problematiche, a risolvere questi problemi.
Ho sentito negli interventi precedenti, sia del professor Annicchiarico che anche del collega Marangella, una disamina, probabilmente anche condivisibile in molti punti, sulla scuola in generale, su come si è arrivato ad oggi. Dal 2012 ad oggi si è creato nei fatti questo problema e nessuno ha voluto mettersi in condizione, insieme a tutti quanti, di risolverlo.
Non in vena polemica, cerco di dire una cosa. C’è una soluzione? Non parteggio per nessuno dei tre comprensivi. Ritengo giusto che, così come ha detto il professore Annicchiarico, è Grottaglie e non Grottaglie divisa in tre. Quindi, la riorganizzazione deve essere fatta in modo tale non da equilibrare il sistema delle singole istituzioni, ma il sistema complessivo.
Andando di questo passo, senza mettere un punto, un punto in cui si dicono chiaramente le cose come stanno, la De Amicis, non sarà oggi, ma sarà domani o probabilmente dopodomani, con la sua capacità, io non lo so, con vari fattori, avrà un certo numero di iscrizioni maggiori perché è situata in una zona centrale, probabilmente l’offerta formativa è migliore. Non entro in quest’ottica, però noi abbiamo delle strutture e ci dobbiamo chiedere come organizzare poi questa offerta formativa, che, in maniera brillante, tutto il corpo docenti, il personale ATA e la dirigente riescono a offrire alla città.
Abbiamo sentito anche gli interventi dell’assessore. Abbiamo un istituto, quello di via Calò, che è destinato, dal punto di vista dell’agibilità, a scuola elementare. Poi abbiamo sei aule in cui si può avere la scuola media di primo grado, che è quella di via Ennio, e sono sei aule. Nella delibera del 2014 è stato anche ribadito che più di sei aule non si possono avere in via Ennio.
Si sta creando uno squilibrio, almeno dai dati che abbiamo avuto ieri, per quanto riguarda la popolazione scolastica negli altri due comprensivi, almeno in uno, che probabilmente, a breve, sforerà il fatidico numero secondo cui la legge nazionale impone la perdita dell’autonomia.
Io sono abituato come tecnico ad affrontare i problemi, e lo dico qui alla presenza di tutte le categorie, cioè dirigenti, rappresentanti, sindacali, docenti e probabilmente c’è anche il personale ATA. Cosa vogliamo fare? Lo dico a tutti. Vogliamo togliere un comprensivo? Lo facciamo subito.
Lo dico anche alla dirigente della De Amicis. L’Amministrazione, che è l’ente che mette a disposizione gli istituti, dirà: “Io ho a disposizione il plesso della Don Sturzo e il plesso della Pignatelli”. Quindi, anche avendo i numeri per poter avere l’autonomia, la De Amicis, nei fatti, non ha i mezzi per poter dare l’offerta formativa. Cambieranno i dirigenti? Sinceramente, sono anch’io un docente, ma parlo da papà. A me non interessa se si perdono sei posti. Lo so, da lavoratore dipendente mi dispiace, però da papà voglio che mio figlio sia sicuro, sia in una struttura decente, con laboratori che si possono dire laboratori, che abbia una palestra, che abbia una struttura il cui tetto non gli cada in testa, ci siano le barriere architettoniche e ci sia tutto.
So che chiedo la luna nel pozzo. Probabilmente non ci sono. Io insegno al liceo scientifico, quindi vivo tutti i giorni questi problemi. Anzi, io mi sono diplomato, lo dico a tutti i miei amici, in un soggiorno e in una cucina. Io ho frequentato l’Enrico Fermi nella succursale di viale Trentino. Quindi, vivo, ho vissuto anche da docente precario, 17 anni di provincia e le ho girate tutte. L’unica città che non ha un liceo, ad oggi, una struttura degna, che si possa chiamare scuola, è il liceo Moscati.
Vogliamo affrontare i problemi con un po’ di serietà, in modo tale che troviamo una soluzione tutti insieme? L’Amministrazione si deve mettere a disposizione. Io lo dico al Sindaco, lo dico all’assessore, lo dico a noi consiglieri, anzi a quest’organo, che è il Consiglio comunale, che è sovrano, perché il Sindaco fa parte di questo Consiglio comunale. Gli assessori non ne fanno parte, ma noi produciamo atti di indirizzo.
Caro collega Marangella, lo so che è facile parlare di politica a livello alto quando tu (e la tua parte politica) nella delibera del 2014 eri assessore. Nella relazione l’assessore dell’epoca, la professoressa Ettorre, esprimendo la relazione, già all’epoca parlava di più di sei classi. Erano già nella relazione del collegio dei docenti. In pratica, si parlava già di tre future classi di seconda, di due classi di terza e di tre di prima. C’era già lo sforamento. Non avete voluto mai risolvere questo problema. Capisco la politica e fa bene la gente quando ci ride dietro, perché facciamo soltanto il comodo nostro per arrivare sotto le elezioni a non disturbare il cane che dorme e non risolvere i problemi veri. Poi, veniamo qui e troviamo i dirigenti che parlano l’uno contro l’altro, e non dovrebbe succedere, l’ha detto il professor Annicchiarico, i docenti che si trovano a dimezzarsi probabilmente lo stipendio e i consiglieri uno contro l’altro. Invece, dando priorità ai genitori, cristallizzando una situazione che deve essere possibile ad oggi, anche mettendoci dei quattrini, l’Amministrazione può anche decidere…
Il principio di una scuola media centrale va bene, però con tutti i crismi in modo tale che io papà, quando iscrivo mio figlio alla De Amicis, quella scuola abbia la palestra, abbia i laboratori. Possiamo anche decidere di prendere un’ala della scuola elementare, adeguarla e fare a scuola media.
Probabilmente qualcuno prima l’ha detto: “Volete che noi lasciamo le sei aule del liceo?”. Sì, ma non perché io appartenga al liceo, perché lì i ragazzini vanno nella palestra esterna quando non piove. È chiaro?
I laboratori probabilmente non sono idonei. Propongo un’ala… Cristallizziamo tre o massimo quattro sezioni, tre sezioni. Si mette il punto, si adegua la struttura e si lasciano le aule in modo tale che risolviamo questo problema. Ad oggi, 2018, mettiamo un punto e non se ne possono fare più iscrizioni. Qualcuno l’ha detto anche. Anche io conosco quella relazione. Non si possono ricevere più iscrizioni delle aule che si hanno, per una questione di sicurezza. Non possono stare più alunni di quanto un’aula…
L’RSPP dovrebbe indicare per ogni aula anche il numero massimo di alunni che dovrebbe stare lì dentro. Questa è la soluzione. Io propongo di riaprire una discussione seria, senza mercanteggiare, perché il diritto allo studio non è mercanteggiare. Dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di poter fare i docenti il proprio lavoro, la dirigente il proprio lavoro e in primis i genitori devono essere liberi di iscrivere i figli dove vogliono, ma devono anche sapere in quali strutture vanno i loro figli. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Gianfreda.
Consigliere Galiandro, prego.
Speaker : AURELIO GALIANDRO.
Grazie, Presidente. Un saluto ai colleghi e ai cittadini.
Molto abilmente i miei colleghi hanno girato intorno alla provocazione o probabilmente alla certezza con la quale la dirigente della De Amicis ha detto molto chiaramente che le delibere dal 2011 ad oggi sono del tutto illegittime. Non è questo organismo, né la Giunta, né il Consiglio comunale, a doversene occupare. Fa le proposte.
Mi sarebbe piaciuto che chi mi ha preceduto una parola su questa cosa l’avesse detta, perché non possiamo lasciare quest’Aula stasera con il dubbio se le delibere che noi facciamo sono legittime o meno.
Bisognerebbe in qualche modo verificare subito questo principio per il quale c’è la legittimità o meno da parte nostra. Però, qualcosa ce l’hanno dato in occasione del Consiglio comunale. Ci hanno dato un po’ di carte; carte che partono da lontano, partono addirittura dal 2011 quando, come diceva il consigliere Marangella, il Governo in qualche modo si è inventato i comprensivi, per cui bisognava agire. Bisogna agire e aprire quei famosi tavoli di concertazione.
A noi li hanno dati, colleghi, i verbali di quei tavoli. Abbiamo letto le posizioni dei comprensivi all’epoca o quantomeno degli ex dirigenti dei circoli dell’epoca. Sin dal primo momento non c’è mai stato un accordo. Adesso state invocando stasera un’unità, un qualcosa.
Vorrei ricordare semplicemente che la prima stesura, una volta arrivata in Regione, venne bocciata. Era tutt’altra cosa rispetto all’attuale. Per cui, è la Regione che in qualche modo dice: “Così non lo potete fare, perché si erano inventati una sorta di deroga a quella che era la legge. Per cui, si è ritornati qui e si è deliberato in un altro modo.
Sin da quel momento – posso dirlo il nome? – la dottoressa Indiveri legittimamente ha detto che non era d’accordo, la prima volta, la seconda volta.
Da sempre la dottoressa Indiveri si è dimostrata riluttante ad accettare questa cosa. Qualcuno questa cosa qui la doveva prima o dopo affrontare. Bene ha fatto il Sindaco, il consigliere Santoro a sollevare la questione, perché ce ne dobbiamo uscire in un senso o nell’altro.
Quello che non possiamo consentire è quello che diceva adesso il consigliere Gianfreda. Ringrazio il consigliere Annicchiarico per tutta la prima parte. Non avrei mai saputo esprimere meglio le parole. Si è continuato a dire ancora una volta dei genitori, ma non avevamo detto che il bambino deve stare al centro? Il bambino difficilmente sceglie il centro della città perché è comodo, è una scelta del genitore, perché se il bambino potesse scegliere sceglierebbe quella con il parco, con le palestre, tutta attrezzata, con l’agibilità, come dice il nostro assessore, eccetera, eccetera. Cosa che non è avvenuta.
Quindi, prima o dopo qualcuno lo doveva fare, e lo doveva fare già nel 2014 quando la dottoressa Indiveri dichiara apertamente e poi trasmette i numeri. Mentre la Ettorre diceva “Sei aule e sei classi”, la dottoressa Indiveri diceva “Io non solo ne sto facendo tre di sezioni, ma io ho già due scuole seconde medie e una terza media”. Quindi, era chiaro a tutti. Adesso non si può accusare questa Amministrazione di prendere di petto la situazione e dirlo chiaramente: bisogna rispettare quella delibera.
Se non è legittima, lo vedremo e qualcuno farà un ricorso, farà qualcosa. Non credo che la ingoierà così, semplicemente perché noi stasera stiamo dicendo che uno è a favore e uno è contro.
Qualcuno deve dire chiaramente che quell’atto è illegittimo. Lo deve dire qui o quantomeno lo deve dirimere nei prossimi giorni, altrimenti non ne usciamo. Non ci sono vie di mezzo. Ciro, non ci sono vie di mezzo. Mi sto riferendo a un’altra questione. Non sto parlando più della delibera.
Non ci sono accordi da fare adesso se non risolviamo questo problema. Andiamo avanti. Sistematicamente, voi l’avete visto, ci hanno mandato una serie di delibere, la maggior parte delle quali era per confermare quello che era stato deciso prima. Questo accadeva nel 2012, due volte nel 2012, una volta nel 2013.
Nel 2014 c’è un dibattito dovuto alla concertazione, ma viene ancora una volta riconfermato. Nel 2017, a gennaio, quando cominciano di nuovo i tavoli, i tavoli si sono stati. C’è chi ha partecipato e chi non ha partecipato, ma è del tutto evidente che non partecipo. Se io non riconosco l’ente locale come quello legittimato a farlo, io porto avanti un’altra battaglia. Questo è quello che dobbiamo dirimere prima o dopo, perché di questo stiamo parlando. Non stiamo parlando se è giusto, se è sbagliato, se questo sta portando in sofferenza gli altri o meno. Questo lo dicono i numeri. Non c’è bisogno di fare un Consiglio comunale. È evidente. Basta vedere i dati di cinque anni fa, lo stato dell’arte di cinque anni fa, dei tre comprensivi, e lo vediamo adesso, si sono ribaltate le posizioni, per le ragioni che abbiamo detto prima.
Il professore le chiamava convenienze, poi le possiamo chiamare diversamente. Giustamente qualcuno dice “La mia è più bella, più brava, eccetera, eccetera”. Il Sindaco bene ha fatto. A noi piace continuare a pensare che siano tutte di alto livello le nostre scuole, i nostri istituti comprensivi. Però, dobbiamo uscire da questa situazione.
Questa Amministrazione bene ha fatto a mettere un punto. Non può più derogare. Tutti hanno diritto di iscrivere i loro bambini dove vogliono. I dirigenti, così come prevede la circolare che leggeva prima il consigliere Cometa, una volta definiti i criteri, potranno dire “Questo sì e questo no. Queste sono le disponibilità che abbiamo”.
Io sono d’accordo con te. Quando si aprirà una discussione, la dottoressa diceva un tavolo vero, chiamiamolo tavolo vero, allora poi diremo se un pezzo della De Amicis, considerato che, via via, guardando il trend che sta avendo, si sta svuotando, lo vogliamo dedicare, come è successo in altri luoghi… Questa era tutta scuola elementare e poi è diventata, per un pezzo, scuola dell’infanzia. Per cui, si possono fare le cose, ma quello che non si può fare è che, arbitrariamente, unilateralmente, si disattendono le delibere.
Se si considerano illegittime, dal mio punto di vista bisogna contestarle. Secondo me, va fatto al momento, ma, considerato che finora non è stato fatto, mi auguro che domani mattina qualcuno prenda le carte e le porti da qualcuno che ci deve dirimere questa questione. Non possiamo vivere in questo clima, perché in questo clima poi si innescano quei meccanismi un po’ vergognosi di accuse, di frasi, di offese, eccetera, eccetera che non fanno bene né alla comunità, né ai nostri ragazzi, né a chi ci lavora.
Noi stasera dovevamo sciogliere alcuni dubbi, alcune leggende: bambini che hanno iniziato le scuole medie, dovunque essi siano, le porteranno a termine, perché è insopportabile sentire questa cosa.
Ci sono anche altre cose insopportabili, come la delegittimazione reciproca dei comprensivi, ma di questo non abbiamo prove. Però, questa cosa ai ragazzi va detta, perché si è detto loro “Sarete separati, chissà dove vi sbatteranno, eccetera, eccetera”.
Il consigliere Santoro, l’amico mio, si è preoccupato di dire: “Che fine fa la mia amata scuola Calò”, la nostra amata scuola Calò, com’era il nostro amato ospedale, eccetera, eccetera.
Il tempo cambia. La politica, la tua e la mia, le cose le fa diversamente e noi che stiamo qui non possiamo girarci dall’altra parte, le dobbiamo affrontare raccontando possibilmente la verità. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Galiandro.
Consigliere Manigrasso, prego.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Grazie, Presidente. Buonasera a tutti. Purtroppo quando si tratta di questioni che riguardano il territorio, con posizioni preconcette, si arriva quasi a determinarsi una sorta di guerra tra poveri, una guerra dove ognuno deve necessariamente difendere, con tutte le armi possibili, il proprio pezzo di territorio. Però, credo che quello che il Consiglio comunale stasera stia cercando di far capire alla cittadinanza è che o si lavora insieme per trovare una soluzione alla questione, che va vista in tutti i suoi aspetti, che non va denigrata e anche inficiata con affermazioni che, onestamente, dette da qualcuno, stasera, mi hanno fatto capire come non ci sia la volontà di lavorare insieme.
Qualcuno ha detto che non ci si può trovare di fronte a delle scelte fatte. Beh, questa frase questa sera mi ha turbato, perché leggendo un po’ tutte le carte ho visto che in tutte le delibere 2012, 2014, 2016 e 2017 ci sono tutti i verbali degli incontri fatti.
Per cui, anche se, come diceva il consigliere Galiandro, con posizioni diverse, addirittura nel 2012 il dirigente dell’istituto comprensivo Pignatelli era contrario, nei vari anni si sono susseguite le varie posizioni e le varie contrarietà. Però, alla fine, è compito dell’Amministrazione comunale tirare le somme per far sì che le attività dell’offerta formativa e la sicurezza dei locali possano essere conciliati.
Il professore parlava della scuola al centro. Per me, oggi, essendo cambiate un po’ anche le nostre condizioni di vita, la scuola al centro non esiste più, nel senso che se io abito in viale Matteotti e devo portare il bambino a via Calò prendo la macchina. Se la mia scuola è la Pignatelli e abito vicino al Palazzetto devo prendere la macchina.
Per cui, è relativo il discorso della scuola al centro. Anzi, oggi forse il centro è più intasato rispetto alle altre periferie, ma un aspetto positivo mi ha colpito di un paio di interventi questa sera. Uno che diceva: “Abbiamo l’opportunità di avere tre comprensori, tre istituti comprensivi, dobbiamo affidarci e mantenerli tutti e tre. Non dobbiamo perdere questa opportunità, perché il Paese si sta estendendo, si estende sempre, in continuazione”. Avere una diversità di dislocazione delle varie offerte formative aiuta alla cittadinanza.
Un altro diceva, proprio in ragione di questo, il professor Armonioso credo che sia, a garantire l’equilibrio territoriale degli istituti.
Quello che io noto che manca questa sera è questo senso di collaborazione tra i vari istituti, quel senso che diceva il professor Annicchiarico, di concepire la scuola come la nostra scuola, il nostro pezzetto di scuola, territorio di scuola, la scuola come momento formativo.
Ieri in Commissione il professore diceva: “Non basta essere docenti e sapere, ma bisogna anche saper insegnare”. Questa frase mi ha colpito profondamente ieri. Anche amministratori non basta essere eletti, professore, ma bisogna anche saper amministrare.
La contraddizione che sta emergendo, portata anche questa sera come illegittima rispetto a quanto hanno stabilito le indicazioni della Regione, onestamente non la vedo, perché la professoressa Indiveri ha letto la delibera di Giunta regionale che parlava di sei aule e sei classi. Sì, però nella proposta. Sulla base dell’organizzazione. La proposta fatta dall’Amministrazione era di sei aule e sei classi, che non è stata assolutamente accolta. Però, onestamente, non si può chiudere… Ha riportato esattamente quello che era l’indirizzo dell’Amministrazione, che risale al 2012, che per tanti anni ha funzionato e sta continuando a funzionare.
Il fatto di ritenere illegittima l’ultima delibera dell’Amministrazione comunale ritengo non entri in contraddizione con tutto quello che è stato fatto in questi anni.
Per concludere, per dare il senso all’appello del consigliere Gianfreda, di trovare insieme delle soluzioni, dei percorsi condivisi, vorrei leggervi, e richiamo l’attenzione di tutti, quella che è stata emessa come circolare del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione nel novembre scorso, del 2017, la quale al punto 5 parla di responsabilità condivisa.
Già il titolo mi dice che ognuno di noi, per le proprie competenze, ha delle proprie responsabilità, a cominciare dai genitori che devono trovare per i loro figli la migliore collocazione dal punto di vista formativo e della sicurezza dei locali, non per la vicinanza alla scuola, dai docenti, dai professori che devono saper dare le giuste indicazioni nozionistiche e anche di vita ai bambini, dai docenti, dai dirigenti che devono saper organizzare le proprie strutture e dagli amministratori che devono dare gli strumenti affinché tutto questo possa essere attuato.
L’articolo 5.2 lo leggo tutto perché è sintetico, è breve, però è coinciso in tutto quello che volevo dire: “L’obbligo di istruzione mira a garantire a tutti l’acquisizione delle competenze necessarie per l’esercizio dei diritti di cittadinanza e coinvolge, pertanto, la responsabilità dei seguenti soggetti:
1) I genitori, chi esercita la responsabilità genitoriale, il tutore o l’affidatario, cui competono le scelte tra i diversi percorsi formativi e le opzioni del tempo scuola.
2) Le istituzioni scolastiche, dalle quali dipende l’adozione delle strategie più efficaci e coerenti atte a garantire elevati livelli di apprendimento e di formazione. In proposito, assumono particolare rilievo le metodologie didattiche finalizzate all’orientamento della scelta dei percorsi di studio e di lavoro.
3) L’amministrazione scolastica, cui è affidato il compito di definire i criteri, gli indirizzi e i presupposti per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione.
4) Le Regioni e gli enti locali, cui spetta assicurare le condizioni più idonee per la piena fruizione del diritto allo studio da parte di ciascun alunno o studente e di garantire le dotazioni e i supporti strutturali necessari allo svolgimento dell’attività didattica”.
Se rientriamo nell’ottica che ognuno di noi, per le proprie competenze, deve rifarsi a queste che sono un po’ le linee, non le linee guida della circolare del Ministero, ma le linee guida per un corretto svolgimento dell’attività scolastica e dell’offerta formativa, credo che le problematiche per le quali siano nate tutte queste discussioni vengano a mancare.
L’Amministrazione comunale ha l’obbligo, e parlo da amministratore, di assicurare, per quanto le compete, la sicurezza dei locali, la sicurezza che ai bambini non possa succedere niente e che nelle disponibilità delle capienze delle aule siano inseriti i bambini necessari per poter riempire quella classe, senza sovradimensionamenti che causerebbero, sicuramente, grossi inconvenienti di agibilità, di formazione per seguire direttamente ai bambini nella loro formazione e soprattutto con strumenti e suppellettili che possono essere idonei e adatti a svolgere questa attività.
Io credo sia il caso – rifaccio l’appello del consigliere Gianfreda – di rimettere un po’ in discussione queste questioni in un tavolo che possa, per i prossimi anni, essere di concerto tra tutti gli istituti comprensivi alla luce realmente di ciò che è il bene dei bambini, non il bene personale di ciascun dirigente. Oggi i dirigenti ci sono, domani non ci sono e rimarrà ai bambini ciò che noi siamo riusciti a creare e a lasciare sia in positivo e soprattutto in negativo, perché i bambini sono delle spugne che assorbono tutto, forse meglio e più di noi quelle che sono le loro strette necessità.
L’ultimo mio appello è quello di liberarci dalle liti personali che in questi mesi e in questi anni hanno contraddistinto la questione della scuola e pensare, anche come genitori, che una Amministrazione comunale non ha assolutamente nulla in contrario né nei confronti di un dirigente, né nei confronti di un altro. Non avrebbe nessun interesse a mortificare un istituto comprensivo rispetto a un altro, ma tutti insieme, realmente, dobbiamo lavorare perché il bene dei bambini va al di sopra di tutto ciò che possono essere le nostre spicciole necessità di vicinato di casa rispetto a quello che dovrebbe essere il loro futuro di uomini, padri, genitori che, a loro volta, verranno coinvolti in quello che poi noi saremo stati capaci di lasciare.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Manigrasso. Consigliere Santoro, prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Saluto tutti, buonasera.
Presidente, non volevo assolutamente intervenire in questa prima discussione, perché avendo già una mozione al secondo punto avrei sviscerato tutto il mio argomento in quell’ordine del giorno. Tuttavia, sentendo alcuni interventi, sono rimasto basito di quello che ho sentito dire.
Questa sera, purtroppo, questa Amministrazione comunale è stata incapace di gestire questa situazione. Ancora una volta ha portato le scuole una contro l’altra. Non sono ultras di nessuno, non porto la bandiera a nessuna istituto comprensivo, non porto lo stemma, non porto alcunché, però mi piace essere equo, giusto e leale nei confronti della gente di Grottaglie e non.
Amici, si parla di calo demografico, si parla di edilizia scolastica. Noi abbiamo parlato di edilizia scolastica finora. Se parliamo di edilizia scolastica, devo annunciare che tutte le strutture scolastiche devono essere chiuse, tutte, indistintamente, incominciando dal liceo scientifico del quale io ne ho fatto cavallo di battaglia quando ero consigliere provinciale alla provincia di Taranto. Nessuno all’epoca aveva l’agibilità ad accettare alunni in quelle scuole. Siamo andati avanti. Io ricordo quando mia figlia andava al liceo scientifico, faceva il primo superiore, penso che il professor Annicchiarico, che ha insegnato in quell’istituto e penso ancora che il professor, nonché consigliere comunale, tutti e due, Gianfreda sappiano che quando piove devono prendere l’ombrello per andare da una classe all’altra. Questo non è bello. Questo non è bello perché il direttore, chi è responsabile, non può rilasciare autorizzazioni. Allora, cerchiamo di parlare della scuola in sé per sé, non parliamo dell’edilizia scolastica, perché l’edilizia scolastica porta ad uno scompenso, a un disequilibrio delle strutture.
In questi giorni ho visto recapitare a casa di tanti genitori, giustamente, tante lettere da parte di tutti gli istituti comprensivi: Don Bosco, De Amicis, Pignatelli. “Vieni alla scuola mia perché io sono più bravo di quello”, “vieni alla scuola mia perché io così”. Bene, c’è concorrenza ed è bene che ci sia questa concorrenza. Non ho capito, scusi. Io non sto facendo nomi e cognomi, attenzione, come si è fatto qui contro la Indiveri, perché questo non è un processo, non è un tribunale. Io non ho mai sentito parlare di altri, soltanto della Indiveri, perché la Indiveri ha il coraggio di dire le cose in faccia come stanno e si mette contro le Amministrazioni, perché da quando amministra la sinistra Grottaglie è diventata una… Sì, lo dico io. Lo dico io che sono di destra. Lo dico io che sono di destra e me ne vanto, perché ho sempre risolti i problemi. Pensate che volevano portare via l’istituto statale d’arte. Lo volevano portare via, a Taranto, con i vari assessori che avevamo di Grottaglie. È vergognoso.
Grottaglie ha i suoi politici, ma io purtroppo non li ritengo tali, perché si vendono per un piatto di lenticchie. Che colpe ha la Indiveri se fa bene il suo lavoro? Fammi capire? Che colpa ne ha un’altra persona? Non vi conosco, non so chi siete. Che colpa ha? Io, per esempio, conosco una famiglia. L’altro giorno mi dissero: “Michele, mia figlia vuole andare ad una scuola, non faccio nome e cognome, però in quella scuola fanno lo spagnolo”. “Informati, andiamo a parlare e vediamo un po’”. Bene, se questa scuola ha questa formazione culturale di lingua diversa dall’inglese, dal francese, perché non deve andare? Perché mi devi obbligare a non iscrivere in quella scuola quella bambina?
Caro Sindaco, atti osceni non se ne fanno in questo Consiglio comunale, perché l’assessore Dubla non deve accontentare il consigliere Santoro. Il consigliere Santoro accontenta l’assessore Dubla presentando gli atti in Consiglio comunale, atti deliberativi, per far capire alla gente quello che fa questa Amministrazione, perché durante le elezioni amministrative se una persona di un certo livello, di un certo spessore culturale, si mette contro quella cosa non devi dire “Io te la faccio pagare”, perché tu non fai pagare niente a nessuno. Ci sono le leggi regionali che te lo vietano, le leggi statali. Tutti a leggere questa circolare ministeriale. Le nostre idee non ce le abbiamo? Anch’io ho questa legge regionale, anch’io ho questa circolare ministeriale, però ho la fantasia, perché io mi devo illuminare prima di dire queste cose. Sono un consigliere comunale e come tale devo portare avanti i miei progetti.
la scuola, come abbiamo detto tutti, è un insegnamento culturale, anche, perché no, politico, deve essere basata su tutta questa storia, perché sulla struttura che si trova al centro, che è nata al centro negli anni passati, non possiamo buttare una bomba e demolirla. Quella scuola deve ancora esistere, perché ha una storia e quella storia è nostra, è di Grottaglie. Non dobbiamo fare come l’ospedale, che è chiuso. Non dobbiamo fare come tante altre strutture. Poi si protesta per la discarica e non si protesta per altre cose. Questa sera questo dibattito non ci doveva stare, amici miei. Questo dibattito organizzato dal Sindaco non ci doveva assolutamente stare, perché il Sindaco ha portato tutti contro tutti.
Caro consigliere comunale Caliandro, io non sono un compagno che ha amministrato la città per trent’anni. Galiandro, con la C o con la G. Con la G, Galiandro. Non ho amministrato la città per trent’anni. No, tu l’hai amministrata perché sei stato sempre di Rifondazione Comunista, Liberi e Uguali, Sinistra Indipendente, sinistra vendoliana, sinistra di questo, sinistra di quest’altro e alla conclusione hai portato Grottaglie alla distruzione.
Pensa che abbiamo una scuola – con me non devi parlare di questi problemi – che l’Amministrazione comunale di sinistra mi voleva denunziare. Infatti, come Rifondazione Comunista, la buonanima di Caliandro mi voleva denunciare per procurato allarme, quando io dissi che la scuola Pellari che si trova qua giù sta crollando. Ed è ancora così. Vergognatevi! Queste sono le strutture che non ci sono? Noi abbiamo tante strutture, ma manca la volontà politica, perché il cittadino di Grottaglie, e lo dico con tutto il coraggio che ho, non merita questa Amministrazione comunale.
La scuola deve essere di tutti. Un genitore, che esercita la patria potestà, che ieri ha battezzato il proprio figlio, oggi il figlio lo rinnega e dice: “Papà, come ti sei permesso di battezzarmi?”. È la stessa storia: “Papà, come ti permetti di mandarmi alla De Amicis?”. È uguale, è la stessa cosa. Se io vado in un bar e non vado in un altro bar, per quale motivo lo faccio? Perché quel bar è migliore di quello. Ci deve stare la libera concorrenza. E così io penso debba essere nelle scuole.
Mi riservo, Presidente, di intervenire anche per la mozione.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro. Facciamo silenzio, cortesemente.
Prego, consigliere Petrarulo.
Speaker : CIRO PETRARULO.
Buonasera a tutti.
Avrei preferito non intervenire. Mi ero riservato anche io di intervenire nella fase successiva, forse quella un po’ più politica, in maniera molto serena e chiara. Io sono il Presidente del consiglio d’istituto dell’istituto Don Bosco, però ho cercato, negli anni che mi hanno probabilmente contraddistinto all’inizio della mia associazione, di dare il mio contributo personale e associativo a tutti e tre gli istituti, in maniera credo equa, tant’è vero che mi sono vantato, e mi vanto tuttora, di aver probabilmente fatto all’interno dell’istituto De Amicis l’evento che credo mi abbia contraddistinto come associazione, e cioè il corto Sordi.
Nessuno mi può sicuramente accusare di campanilismo. Io questa sera non voglio fare campagna elettorale. Le duemila persone che hanno firmato non mi interessano come voti, mi interessano come cittadini e come tali mi fanno riflettere.
Mi fanno riflettere sicuramente su uno spettro di domande che mi posso fare. La prima è: sono adeguatamente informati? La seconda è: che risposte si possono dare? Le risposte possono essere due, e scusate se mi rivolgo a voi. Prima, quella di convenienza, e cioè quella di far felice le duemila persone, ma che poco hanno a che fare con la responsabilità politica nell’attuare il mio compito da consigliere.
Scusate se tendo a enfatizzare, quindi ad alzare un po’ la voce, ma una cosa è stata detta giustamente questa sera, ovvero che questa sera bisogna mettere un punto, perché dal 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017 si è rimandata la soluzione di questo problema.
Benissimo, la soluzione c’è nell’adeguarsi e nel seguire le direttive, nel rispettare quanto è previsto, non quanto qualcuno pretende di far prevedere e di decidere pro qualcuno o pro qualcun altro, contro qualcuno o contro qualcun altro.
Il professore Annicchiarico ha detto una cosa giustissima, sul fatto che si tende ad andare contro qualcuno e contro qualcun altro, dimenticandosi che al centro di tutto ci sono i ragazzi, dimenticandosi che quello a cui tutti quanti, compresi quei duemila genitori che hanno firmato, devono puntare, cioè che tutti e tre gli istituti comprensivi abbiano una giusta preparazione che guardi verso l’alto livello e non che ci sia una concorrenza a farsi la guerra.
Io ho sentito e ho letto parole tipo “mancanza di democrazia”. Questa è democrazia. Poi sarete voi naturalmente a farvi un’idea se è giusta o sbagliata.
Ho sentito parole, confermate dal consigliere Santoro, di chiusura. Nessuno vuole chiudere nessuno, nessuno vuole chiudere niente. Anzi, questo tipo di decisione è a tutela dei tre istituti comprensivi, è a tutela dei ragazzi, è a tutela dei dipendenti, è a tutela dei docenti e questo ancora non si è capito.
Benissimo, ho sentito degli interventi che non si capisce se sono per un percorso o per un altro. Io voglio prendermi la responsabilità di decidere per quanto mi riguarda, assumendomi la responsabilità, da cittadino, da genitore, da politico e da uomo di strada. Benissimo, io decido, per quanto mi riguarda, e mi esprimerò successivamente, ma è giusto che lo sappiate, mi esprimerò affinché si porti avanti questa delibera. Mi avrete contro, mi potrete offendere come volete, ma questa è la democrazia, signori. Non è pretendere di avere ragione. Questo è cercare di dare un equilibrio scolastico, di dare un equilibrio nell’insegnamento, di dare una qualità di offerta formativa. Le lettere che dice il consigliere Santoro sono lettere di conoscenza su quanto… La scuola Pignatelli magari punta molto a dare una qualità per quanto riguarda la parte musicale, la Don Bosco magari per quanto riguarda lo spagnolo, la De Amicis magari per quanto riguarda un’altra attività di formazione. Benissimo. Poi sta al genitore saper scegliere e poter scegliere, naturalmente in considerazione dei numeri.
In ogni istituto comprensivo il consiglio di istituto vara e approva delle tabelle che danno dei numeretti che, di fatto, se si supera la soglia di accoglienza, quei numeretti danno un ponteggio che serve per dire sì oppure no. In quei numeretti ci sono le cose che diceva prima il consigliere Gianfreda. Sono cose previste. Nessuno sta togliendo niente e nessuno sta dando niente. Si sta applicando quanto si sarebbe dovuto applicare da anni, ma che, di fatto, si è sempre rimandato, perché si aveva paura che quelle duemila persone non votassero. Adesso si sta facendo la gara a prendersi quei duemila voti, non guardando che sono dei cittadini, dei genitori. Tante volte si prendono quei cittadini e si utilizzano, e mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, facendomi magari dei nemici. Dobbiamo essere responsabili di qual è il nostro compito di genitori, di insegnanti, di dirigenti. Non sto facendo nomi e cognomi, ma sto dicendo che le tre dirigenti devono avere la responsabilità del loro compito, i cinquanta, i cento insegnanti devono saper fare e acquisire la responsabilità di insegnare. Altrettanto devono fare i genitori e altrettanto dobbiamo prendere coscienza e consapevolezza noi politici, non strumentalizzando, non cercando di accogliere voti sulla pelle dei bambini. Ai bambini dobbiamo insegnare cos’è la democrazia, dobbiamo insegnare il buono e il cattivo, il bene e il male. Quello dobbiamo fare, non strumentalizzarli ed è quello che da un po’ di tempo a questa parte viene fatto.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Petrarulo. Ci sono altri interventi? Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO.
Al pari del consigliere Santoro devo fare il rimprovero perché ovviamente mi ero prenotato tanto tempo fa, poi ha dato la parola agli altri, principalmente all’opposizione e ha fatto saltare il mio turno per cui abbiamo compensato qualcosa che è venuta meno prima.
Al di là il dibattito è sicuramente interessante, è un dibattito che serve a tutti per capire e per chiarire quello che è avvenuto e quello che accadrà. Ottimi gli interventi di tutti e dico di tutti perché ognuno parte dalla passione, dall’idea, dalla voglia di dare un contributo, di provare a chiarire, a far cambiare idea però il discorso è semplice. Io molto serenamente non ho voluto evidenziare cose che sono accadute nello specifico, delle cose che avrebbero sicuramente compromesso il dibattito sereno né lo farò adesso. Dico solamente che la pianificazione che si sta facendo e che si è fatta all’epoca della costituzione dei tre comprensivi aveva delle regole, delle intese che dovevano in qualche modo garantire un equilibrio tra tutti, nella città bisognava garantire questo equilibrio. Concedetemi una battuta, faccio bene quindi a cambiare sempre indirizzo rispetto a quello che eredito dagli altri. Ora mi sto prendendo tante di quelle mazzate, tra virgolette, scherzando ovviamente, per avere conferma ad un atto che hanno fatto altri. Tuttavia questo conferma il fatto che quando ci sono delle cose concertate e delle scelte giuste vanno confermate e vanno portate avanti, quindi non stiamo a buttare a mare tutto, stiamo valutando delle cose. Nasce da un ragionamento che era giusto allora ed è giusto oggi. Sarà giusto fra un anno, fra due anni, nella prossima programmazione, questo io oggi non lo posso dire. Oggi però sulla base dei dati e dei numeri stiamo facendo quello che c’è da fare perché, come si dice normalmente, è un brutto lavoro ma qualcuno lo deve pur fare.
Stiamo cercando di far applicare delle regole che guardano ai bisogni del territorio e chi più dell’Amministrazione comunale ha il polso di quello di cui si sta parlando? È vero abbiamo la responsabilità e la competenza in materia di edilizia scolastica, quindi essendo proprietari delle strutture possiamo fare e disfare. Se avessimo voluto punire qualcuno avremmo detto: “Non ti do più una struttura, chiudila e chiudiamo…”. Non è questo il ragionamento che ci sta spingendo… I toni accesi ci stanno, per carità, giustamente. Io mediaticamente non mi sono mai esposto su questa cosa. Altri lo hanno fatto, ben venga, perché hanno permesso di entusiasmare gli animi come se in qualche modo gli animi potessero in qualche modo far cambiare la decisione.
Io ritengo personalmente che non siano emersi oggi elementi straordinari che possano indurre a pensare che è stata fatta una scelta sbagliata, anzi. Mi pare di capire ancora una volta che c’è la condivisione del principio di fondo di quelle delibere e di questa, che quindi va sicuramente fatto un ragionamento oggi per oggi ma bisogna guardare oggi per il futuro.
Quello che sto dicendo è che per il futuro noi ci stiamo attrezzando. Noi ― e qui faccio anche un richiamo a quelle che sono le cose trovate ― abbiamo trovato una lista sull’edilizia scolastica dove sono indicate le strutture, il loro grado di manutenzione e lo stato di necessità e non a caso sulla base di quella graduatoria che abbiamo trovato abbiamo cominciato a candidare quei luoghi a quelli che sono i finanziamenti regionali per la ristrutturazione, seguendo un criterio, non la simpatia del dirigente o dell’altro. C’era un criterio che era prima quell’istituto, poi quell’altro e poi quell’altro e li stiamo candidando.
Da ultimo, visto che era in graduatoria, abbiamo presentato perché veniva successivamente la Don Bosco al finanziamento per l’adeguamento antisismico, la Regione lo ha candidato e dovrebbe essere finanziato con circa 2.200.000 euro se dovesse arrivare. L’assessore regionale ha garantito nei giorni scorsi che entro i prossimi mesi verrà varato il nuovo piano triennale dell’edilizia scolastica e quindi verranno stanziati nuovi fondi e sulla base di quei fondi andremo a scorrere con la graduatoria e ad adeguare tutti gli istituti che meritano e che necessitano di questi interventi. Non ci dobbiamo addentrare nel male assoluto che l’edilizia scolastica… Quando ascolto domande su “Ma abbiamo quello o non abbiamo quello” dobbiamo considerare che facciamo un danno alle scuole e ai dirigenti perché chiunque, anche io che non sono un tecnico, domani mattina andassi nella scuola potrei tranquillamente trovare qualcosa da aggiustare.
Quindi cerchiamo di essere prima responsabili prima di fare gli show, i racconti, le storie perché una qualsiasi scuola di quelle a livello nazionale presenti domani mattina potrebbe essere chiusa. Sono strutture che vengono dagli anni ‘80, ’60. Sono la storia come si suol dire, però sono anche la storia edilizia di questo Paese e qualcuno ci deve mettere le mani. Qualcuno si assume la responsabilità di tenerle aperte nonostante tutto. Tuttavia quando si dice che i Sindaci si assumono la responsabilità di tenere aperte le scuole nessuno lo dice. Infatti domani mattina il primo responsabile è il Sindaco, quindi se io dovessi voler punire qualcuno potrei anche usare questo strumento ma non lo facciamo perché non è questo lo scopo nostro. Lo scopo nostro è quello di adeguare le strutture, di consentire ai ragazzi di avere delle aule adeguate e soprattutto che non ci siano problemi di istruzione, di formazione e qui non c’è da discutere.
Nessuno mette in discussione la qualità dell’istruzione che si riceve a Grottaglie. Si tratta semplicemente di oggi, cominciare a prevedere delle cose, i numeri ci daranno altri risultati fra un anno, fra due anni e in contemporanea potrebbe essere che ci sarà un aumento o una riduzione e se ci sarà la riduzione avremo i fondi. Nella ristrutturazione, come stiamo prevedendo per la Sant’Elia con quel bando che è stato presentato per cui stiamo prevedendo una ristrutturazione complessiva e un adeguamento dei locali, faremo la stessa cosa per l’istituto De Amicis perché è questa la direzione che dobbiamo seguire. Quindi il bisogno e il fabbisogno va valutato in relazione alle priorità.
È inutile che ci facciamo la guerra. Io non voglio entrare nella logica se il bagno, il banco… Purtroppo si fanno delle cose, però si arriva a un punto in cui senza dover per forza trovare colpevoli, criminali, accordi sottobanco, le cose si fanno nell’interesse collettivo, con la voglia di andare avanti. Che dibattito è se abbiamo o non abbiamo le autorizzazioni. Io non voglio, ci deve essere, immagino che ci sia e do per scontato che ci siano. Se non ci sono immagino che ci siano lo stesso perché altrimenti vorrebbe dire che stiamo cercando di chiudere le scuole e io le scuole non le voglio chiudere.
Lo dico perché sono proprio la cosa essenziale per la collettività. Senza le scuole siamo morti, siamo destinati ad essere delle scimmie. Quindi assumiamoci un attimo la responsabilità di guardare alle cose serie, alle cose importanti. Dice bene Mimmo che c’è da guardare su come… Non riusciamo noi oggi a intervenire sulla normativa nazionale però possiamo cercare di riconquistare quel clima necessario secondo me. Credo che dobbiamo mettere da parte un po’ tutti i conflitti, gli asti, le cose.
Quella delibera è figlia di questo tempo, di quelli che sono i dati oggi. Se i dati ci diranno domani che ci saranno meno iscritti alle elementari per cui si libereranno altre aule, per cui si potrà riconvertire un’ala di un istituto piuttosto che… andrà rivisto tutto. Oggi però siamo nel momento di equilibrio dove non puoi essere né tutto, né niente, sei a metà, devi andare avanti e devi cercare di capire quando superi quella soglia, quella soglia irreversibile per cui devi fare la scelta. Noi stiamo cercando ― abbiamo già detto ― di evitare di accorpare, di chiudere, di fare. Vogliamo cercare di mantenere questo equilibrio. Questo equilibrio vuol dire che oggi chi sta facendo la scuola media, la De Amicis, la continuerà a fare e uscirà da quella scuola, se ne scriveranno meno ― ci auguriamo che se ne iscrivano meno ― e fra un anno o due anni cercheremo di capire quali sono i numeri complessivi. Anche perché questa riforma, chiamiamola così, esagerando prendendoci dei meriti che non abbiamo ha il fiato corto e com’era all’epoca una previsione che non aveva i numeri, come non ce l’abbiamo oggi, perché abbiamo dei cali demografici che ancora non ci consentono di stabilire chi come morirà prima, tra virgolette, concedetemi il termine. Per cui vi chiedo veramente di essere responsabili perché il lavoro della politica non è quello di punire, di tagliare, di fare. Il ruolo della politica è quello di trovare le soluzioni e queste soluzioni le stiamo cercando. Non a caso abbiamo investito tanti soldi nella progettazione e abbiamo ― lo dico anche, è già stato detto ― fatto dei progetti per la riqualificazione energetica e quindi il miglioramento degli ambienti, tutta una serie di cose che riguardano le scuole di Grottaglie, per parte candidati a progetti pubblici e per parte dei privati che vogliono fare un investimento e che sono disposti a migliorare anche se energeticamente questo vuol dire che quando andranno a cambiare gli infissi miglioreranno la qualità della vita degli studenti in quell’aula e tutto ciò che ne consegue. Sistemeranno gli intonaci, impianti elettrici e tutto quanto. Lo stiamo facendo guardando e smontando quella logica del pubblico, per forza pubblico, perché con i soldi pubblici tutte queste cose non le riusciamo a fare e quindi quei progetti di finanza che guardano alla riqualificazione, agli interventi sulle strutture vanno nella direzione di migliorare la condizione dei nostri studenti, dei nostri ragazzi.
Non devono essere vissuti come punitivi questi. Non c’è nessun obbligo da parte nostra né di punire, né di agevolare nessuno. Noi abbiamo solo l’obbligo di pianificare una politica sulla base quelli che sono gli strumenti nostri, cioè fare queste delibere, ribadirle, dicendo che nell’ambito della pianificazione, edilizia scolastica che è competenza dell’Amministrazione, di riportare a quello che era un accordo originario.
Intanto la fuoriuscita di queste classi in esubero ci consentirà di vedere fra un anno o fra due anni e poi andremo a ritarare la macchina. C’è, secondo me, un’eccessiva eccitazione da stress direi. Stiamo calmi. Non c’è nessun problema nei confronti di nessuno, tantomeno degli insegnanti. Stiamo cercando di fare del nostro meglio nell’interesse di tutti. Capisco anche che qualcuno si sia arrabbiato. È normale, pure io mi arrabbio, mica… L’importante però è che questo dibattito, che è stato necessario ― e un grazie veramente va alla dottoressa Indiveri, a tutti quelli che l’hanno proposto, alle mamme e a tutti, veramente a tutti ― che si è potuto chiarire ora, credo anche per i prossimi due anni, che sarà il tempo necessario per capire come vanno i numeri per poter fare delle previsioni. Quindi questa delibera prepara eventualmente a quelli che saranno i prossimi anni.
Oggi non cambia niente. Domani mattina chi va a scuola continuerà ad andare a scuola. Per cui la preghiera è quella di evitare di aprire dei conflitti a fuoco, tanto i conflitti a fuoco non portano da nessuna parte. Nessuno vuole ammazzare nessuno, né è pensabile che qualcuno possa sopraffare qualcun altro. Diciamo che se facciamo gli schieramenti da una parte e dall’altra siamo tutti abbastanza corazzati, quindi si tratterebbe solo di fare tanto fumo e di non portare niente a casa. Per cui siccome di fumo ne abbiamo già fatto tanto, credo che è meglio spegnere i motori, stare calmi, come direbbe qualcuno accendere i colori della pace però non vorrei esagerare e aspettare di fare le cose perbene nell’ottica di quello che abbiamo già detto e stiamo già dicendo da tempo quelle che sono le iniziative per migliorare le strutture scolastiche che penso che siano cose che tutti si aspettano da tempo. Quindi migliorare queste strutture e rendere migliore la qualità della vita di questi ragazzi è l’obiettivo, il nostro obiettivo.
Se all’interno della De Amicis ci sono dei ragazzi che adesso fanno la media aspettiamo la fuoriuscita, intanto cerchiamo di livellare, creiamo quei parametri per poter dire chi si, chi no nell’ambito di quelli che sono le linee di indirizzo che dovreste dare voi e nella prossima programmazione vedremo se c’è o no la necessità di rivedere quello che stiamo facendo e cominciare a programmare anche nell’ambito di quella che è la programmazione della Regione in ambito di edilizia scolastica eventuali interventi di adeguamento delle strutture perché non possiamo dimenticare il fatto che se andiamo a modificare all’interno di un istituto scolastico nel momento in cui apriamo un cantiere la prima cosa da fare è adeguare tutto, non solo quello ma tutto e la prima cosa che viene in mente è quella che ci sono delle cose che andrebbero adeguate e ci vogliono soldi che non abbiamo.
Per cui in quella direzione, in attesa di, ragioniamo con coscienza e con l’idea che non c’è. Io non ho nessun problema né con la dirigente Indiveri, né con… Abbiamo avuto sempre dei rapporti formali. Poi, dottoressa, quello che dicono le persone se io dovessi tenere conto di tutto quello che dicono di me mi dovrei trasformare. Ne dicono di tutti i colori. Addirittura un giorno avevano detto che mi ero separato da mia moglie. Figuriamoci, come l’ha saputo mia moglie si è arrabbiata, sicuramente… No, dico si è arrabbiata perché la gente mormora, parla, dice cose che non sono… No, dico sono cose… La gente deve parlare. È ovvio, il dibattito a volte è costruttivo o distruttivo. Dipende dove la gente vuole arrivare.
Noi però che rappresentiamo delle istituzioni dobbiamo cercare di essere costruttivi. Per questo il ragionamento è quello di cercare di mantenere quello che abbiamo detto sino ad oggi, che si dice da tempo, in attesa della prospettiva futura di questi dati che sono ciò che determinano per noi l’essenziale e se ci sarà quello che dice Ciro Gianfreda ma che dicevano gli altri, la possibilità di adeguare una struttura, quindi la De Amicis va adeguata per contenere anche… Quando ci sarà l’opportunità questa cosa la faremo, con i soldi però. Senza i soldi tutto quello che stiamo dicendo non lo possiamo fare.
Questo è il mio intervento e il mio ragionamento. Credo che siamo tutti grandi e vaccinati per capire che dobbiamo evitare i conflitti tra docenti di un istituto, alunni da una parte e dirigenti dall’altra perché veramente non ho mai sentito nessuno lamentarsi in nessuna scuola delle capacità dei professori o dei dirigenti. Tutti parlano bene, altrimenti non staremmo qui a discutere di questo. Per cui ringrazio tutti. Poi il dibattito continuerà però per quello che mi riguarda, per quello che è emerso, io ritengo che non ci siano elementi per poter dire che ci sono da rivedere delle cose.
Noi stiamo dicendo che l’Amministrazione consegna quelle aule così come era stato concordato all’epoca. Quello ci compete fare e quello facciamo. Poi il resto, l’offerta formativa siete voi molto più abili di me a farla, sarete bravi anche ad accattivare gli studenti, i genitori e tutti quelli che riterranno opportuno fare le scelte per i figli per la scuola.
Per il dibattito, voglio dire, ne abbiamo parlato anche fuori da questa cosa io sono disponibile a fare un dibattito col presupposto però che il nostro dibattito su come si intende la scuola poi abbia qui tra di noi gli attori che devono ascoltarci e attuare queste politiche in materia di istruzione perché sennò rimaniamo sempre noi a discutere.
Io spero, chiunque sarà il prossimo Governo, che sia come dicevi tu più disponibile ad ascoltare, a discutere e anche a rivedere un po’ queste scelte. In effetti, la competizione spesso diventa esagerata e si rischia di scivolare. Ecco, anche come si diceva prima, si dicono scorrettezze per mettere in cattiva luce una scuola piuttosto che un’altra. Queste son cose che degradano proprio la società di un Comune. Non c’è bisogno di dire queste cose. Io chiudo qua dicendo che l’Amministrazione non può che ringraziarvi per quello che fate tutti i giorni, per i ragazzi. Questo poi credo che sia veramente opportuno dirlo. Lo dico veramente col cuore perché la scuola è l’unica cosa oggi, forse in alcuni casi più delle famiglie, che aiuta i ragazzi a crescere e quindi grazie per quello che fate.
Ovviamente il dibattito è aperto però questo era il mio intervento. Molto pacatamente ritengo che dobbiamo cercare di fare tutti insieme del nostro meglio nella prospettiva futura e non ho nessun problema con nessuno. Veramente grazie per i contributi di tutti.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Sindaco. Ci sono altri interventi? Consigliere Annicchiarico, prego.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Non per dare seguito alla minaccia, per carità. Peraltro sarò contenuto, non userò tutti e dieci i minuti. Intanto però volevo dire al caro collega Caliandro grazie per aver apprezzato la prima parte, però io la seconda non l’ho terminata e quindi come si fa ad apprezzare qualcosa che non è stato detto? L’invito che tu hai fatto è un invito a dire: “Vabbè e che facciamo? Si resta un po’ alla larga”.
No, io credo che ci sono cose che si dicono in un certo modo, che si sottintendono e che si capiscono. Non è necessario che di un argomento il sapiente rida, né che pianga, nemmeno che maledica. L’importante è che intenda, si faccia intendere e si predisponga ad intendere.
Io se posso ancora una volta fare, anche se in pensione, il professore direi al mio alunno Petrarulo che avrei preferito che tenesse i toni più bassi. Per fortuna non sono più e quindi questo è… Perché il Consiglio comunale se è stato convocato come Consiglio comunale non consente di rivolgersi al pubblico, caro Ciro Petrarulo. Presidente, solo la pecora nera di questa classe è il consigliere Santoro? Cioè non è possibile… Tutti siamo pecore nere quando sforiamo, ma questo non voglio dire che ci sono pecore nere dall’altra parte. Se c’è una dote di cui il docente, anche quando non esercita più, deve tenere cara a sé è di comprendere e casomai di suggerire per lui… È inutile ripetere “Non sono in campagna elettorale”.
Io l’ho detto anche in un comizio, Ciro, che solo chi dice: “Non sono ubriaco” dobbiamo stare attenti che casomai è proprio un ubriaco perché non sento la necessità di dire: “Non sono in campagna elettorale”, non sento la necessità di dire: “Non sono ubriaco” perché so bene che sono lucido anche se nella lucidità dico cose sbagliate. Tuttavia non lo dico per effetto dell’alcol, questo è il problema.
Dunque, è stato sollevato credo dalla collega il fatto che in passato la De Amicis abbia subito una privazione. Allora, io che sono presente nel dibattito politico, anche scolastico di Grottaglie ― da tempo ormai sto per andare in pensione dalla pensione, quindi è troppo… ― quando a quel tempo il plesso di Savarra venne accorpato alla Don Bosco non fu un’imposizione dell’Amministrazione, non fu una richiesta dell’Amministrazione. C’è una persona di cui io devo ricordare in quest’aula la sensibilità e la grande capacità politico-pedagogica. Aveva 1800 alunni allora il direttore didattico (così si chiamava allora)… Lo dite voi, non lo voglio dire io. Diciamo anche il nome come si fa allo stadio: Andrea Raciò Il fratello era Andrea. Non si sbaglia in pubblico Questo non è il pubblico, cara Imma. Questi sono gli invitati e difatti sto colloquiando con una parte che è qui autorizzata a colloquiare con noi. Presidente, mi sono salvato in calcio d’angolo. Quindi, voglio dire, era un’altra stagione politica, erano altre sensibilità pedagogiche e io so che in quegli anni ― si trattava sul finire del millennio scorso ― quando io ancora ho chiesto gli atti agli uffici di questa Amministrazione ― sono stato dalla dottoressa giorni fa ― per dire: “Per favore, cerchiamo di recuperare”. Starà negli archivi ormai perché son passati 17-18 anni, un protocollo d’intesa che fu firmato allora fra le Direzioni didattiche, la ASL, le associazioni, eccetera proprio per quella che doveva essere e che io stavo auspicando poter essere in futuro un’offerta formativa articolata, concordata e congiunta che toglierebbe anche qualsiasi possibilità alla logica della concorrenza di essere applicata nella maniera peggiore possibile. Io mi auguro che questo possa avvenire.
Per cui io non sono andato in giro, io sono convinto che bisogna mettere questo punto, che quelle delibere al di là ritengo che non abbiano nulla per essere considerate sbagliate, riportano nella chiarezza qualcosa che è avvenuto, che è stato concordato. Quando si dice concordato non bisogna nemmeno pensare che debba essere sempre tutto all’unanimità perché altrimenti il diritto di veto adesso ce l’hanno persone che quando lo esercitano, lo fanno in una maniera contraria agli interessi generali delle Nazioni Unite e della pace nel mondo. No, niente da fare da questo punto di vista, bisogna in qualche modo che ci acconciamo a fare la nostra parte.
Io adesso non posso dire dei miei figli, devo dire dei miei nipoti e quindi sarà anche per una scuola che anche i miei nipoti possano avere in futuro con tutte le garanzie di sicurezza strutturale, di buona pedagogia, di buona accoglienza. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Annicchiarico. Ci sono altri interventi? Consigliere Gianfreda, prego.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Presidente, il Sindaco è abile ad addormentare un po’ l’Assemblea e anche il pubblico nell’affermare responsabilità o ad addebitare ad altri la irresponsabilità. Quando io, sia nelle mie domande e anche nel mio intervento, ho parlato di sicurezza e di agibilità delle scuole ― io non voglio fare terrorismo ― ho premesso che non parlavo da tecnico, ho parlato da genitore. Poi ognuno ha le proprie responsabilità, a partire probabilmente anche dai dirigenti, e a seguire anche dal Sindaco o dai suoi delegati, cioè dai tecnici perché così come probabilmente tutti sanno l’edilizia scolastica, in questo caso quella comunale, dipende dall’Amministrazione locale e quindi è responsabile nel mettere nelle condizioni minime, di sicurezza, gli studenti, i lavoratori e tutti quelli che occupano gli spazi di proprietà comunale.
Lei è molto abile nel dire: “Vogliamoci bene”, “Non ne parliamo più”, “Ci vediamo l’anno prossimo” e nell’addebitare ad alcuni ― in questo caso probabilmente la lettera era diretta a me ― nel dire: “E che devo fare? Devo far chiudere la scuola, o le scuole, o gli asili?”. Nessuno le ha chiesto di chiudere gli asili, io ho soltanto detto nel mio intervento di mettere un punto. Probabilmente già da adesso, senza aspettare l’anno prossimo, al prossimo piano scolastico, ma di organizzare sui tre comprensivi probabilmente non quanto richiesto dalla De Amicis, ma sicuramente calibrando meglio. Lei ha tutti i dati per poter programmare i prossimi cinque anni perché basta scendere giù, all’ufficio demografico, se non è in grado o non ha dirigenti per poter fare un grafico per le prossime annualità glielo faccio io con un foglio excel, non ci vuole lo scienziato della statistica per capire quanti iscritti probabili ci possono essere il prossimo anno, i prossimi due, i prossimi tre, i prossimi quattro.
Io non le ho chiesto vent’anni e qui non stiamo nemmeno parlando di grosse cifre di investimento perché lei continua a parlare come i soliti politici che quando devono aggiustare la maniglia fanno sempre progetti ― per questo l’Italia si trova con questo debito pubblico ― che servono a smontare tutte le porte di tutte le aule e per cambiare una sola maniglia e così avviene anche in questa scuola. Quando io le ho chiesto ma certamente non è colpa sua perché se già nella delibera del 2014 e in tutti i verbali precedenti, fino ad arrivare al 2012, già c’era questo trend di aumento nei fatti delle aule che non erano 6, ma erano di più. Quindi certamente non è addebitabile a te il fatto che è stato permesso nel tempo o nel far rispettare le norme di sicurezza perché se i bagni non sono a norma, o vanno adeguati oppure va vietato. Infatti se cade un bambino all’interno del… e lei è avvocato, lei subisce ad esempio ― ne abbiamo parlato anche fuori microfono ― quanto contenzioso ci sono per le buche o per i marciapiedi perché c’è gente che vive di queste cose.
Io non voglio parlare male di alcuni genitori ma basta che un bambino si fa un graffietto e ci si chiede: “Ma il banco è a norma, è secondo la legge 81 dello 0,8, secondo la circolare ministeriale x, secondo la circolare ministeriale y?” Non è così? Probabilmente non vivete nella scuola o non vivete nelle società, vivete soltanto di fumo. Allora, prendere e rinviare all’anno prossimo ― lei vuole tenere il punto ― lei è libero, adesso al prossimo punto votiamo. Se lei tiene il punto allora io voterò a favore ― anche se non era il mio intento ― della mozione. Anche se non era il mio intento, ma il mio intento era quello di stabilire già nei prossimi giorni ― certamente non lo potevamo fare qui dentro ― un accordo insieme a lei, insieme ai suoi uffici, insieme ai suoi dirigenti, per una programmazione da oggi ai prossimi dieci anni, anche perché lei si deve far carico da oggi ai prossimi dieci anni e sicuramente anche gli altri dirigenti degli altri comprensivi No, no, ma chiaramente gli investimenti non si fanno a due anni o a tre anni. Se noi dobbiamo modificare un’ala di un istituto non certamente si fa per due anni, non certamente si fa per tre anni, ma si fanno per i prossimi dieci anni.
Quindi lei non è il padrone di un’Amministrazione, lei è il Sindaco pro-tempore, così come lei si è trovato questo problema perché è il Sindaco pro-tempore di una cosa che ha votato Marangella, che ha votato la maggioranza di Marangella, che non hanno voluto affrontare questo problema. È chiaro? Quindi, secondo me, lei è bravo in tutto questo… Quando lei si trova in difficoltà perché è bravo a guidare le masse, a portare in molte occasioni la gente come ha fatto qualcuno qui questa sera, a calmare le anime.
Allora, i problemi sicuramente lei non li risolverà perché ― io non ho voluto fare minacce a nessuno ― ho detto che le strade sono due: o togliamo un comprensivo e chi ci rimetterà sarà sicuramente la De Amicis e questo non lo vogliamo, non lo voglio nemmeno io così sgombriamo il campo da qualche fumoso scienziato di turno che dice il consigliere Gianfreda vuole togliere posti di lavoro. Secondo è quello di stabilire già da oggi non due, ma tre corsi perché sta nei fatti.
Se hanno raccolto 2000 firme, non certamente siamo lontani dalla campagna elettorale, non certamente… Va bene, non l’hai detto tu me l’hanno detto i tuoi consiglieri di maggioranza e non certamente per accaparrare 2000 voti. Sarebbe ridicolo se tutte queste persone prima hanno votato lei e adesso si trovano traditi o se hanno votato me si trovano traditi. Non è così. Qua stiamo parlando di responsabilità, cioè di soluzione di problemi e ho messo nel mio intervento di prima, in primis, il diritto allo studio e il diritto di un padre o di una madre di scegliere l’istruzione di una famiglia, di scegliere l’istruzione per i propri figli. Nella libertà, non nella concorrenza.
Anche se non c’era la concorrenza tra i vari istituti, ma c’erano tre istituti, ognuno è libero di iscrivere i propri figli così come è sempre stato. Vale a dire non c’è mai stato un obbligo in funzione della via in cui abitavi di iscrivere il proprio figlio solo in quella scuola. Solo i preti facevano questa cosa. Non ti puoi fare la cresima nella mia chiesa perché tu appartieni all’altra… Dovevi avere l’autorizzazione dal ministro superiore che era il Vescovo Ma molto, molto, molto tempo fa. Certamente quando ero ragazzo io non c’era Non c’era, non c’era perché noi avevamo soltanto due scuole, quindi la soluzione era quella, erano solo due scuole La scuola primaria… Io sto parlando del problema della scuola media, non della scuola primaria.
Quindi ― e finisco Presidente ― non volete risolvere il problema. Non volete cioè risolve il problema dei cittadini, non certamente mio ma dei padri, delle madri, delle madri e dei padri che vogliono iscrivere i propri figli in una determinata… Certamente non si può avere tutto e su questo sono d’accordo, compatibilmente alle risorse e secondo me per adeguare non le aule ma solo i servizi igienici ci vuole poco. Quindi io la invito perché io non vorrei che poi qualche dirigente si trovi a pagare di tasca sua qualche incidente che avviene nelle strutture che abbiamo ad oggi perché se lei è autorizzato o non autorizzato è comunque responsabile.
Quindi io ritengo che a breve si potrebbe convocare un tavolo e mettere un punto che non sono solo 6 aule e ho detto pure che si potrebbero pure liberare le 6 aule che stanno alla… Perché non è a norma, cioè non si dà un’offerta formativa in cui manca la palestra di via Ennio. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Gianfreda.
Consigliere Rossini, prego.
Speaker : DOMENICO ROSSINI.
Buonasera a tutti. Io sarò molto breve perché di solito non sono manco abituato a partecipare, partecipo poco. Tuttavia questo è un argomento che a me interessa più degli altri forse, perché ho dei bambini, ho quattro bambini in più scuole, dunque conosco un po’ tutte le scuole.
Ho sentito tanto parlare però forse più di tutti posso dire la situazione scolastica e posso garantire a tutti i presenti e non che in tutte le scuole sono preparati nella stessa maniera. I miei figli cioè si trovano bene dappertutto, non ho mai trovato nessun disagio, non c’è mai stato nessun problema e questo penso che sia la cosa primaria e importante che devono capire un po’ tutti. Voglio chiudere qui perché poi non voglio andare dentro la situazione in quanto mi interessava solo far capire a livello pratico che realmente poi andare ad una scuola, andare ad un’altra, secondo me serve a poco perché comunque, vi ripeto, sono tutti preparati.
La cosa che mi dispiace e voglio sottolineare realmente è la non collaborazione fra di loro che è la cosa proprio che poi conoscendo un po’ tutte le direttrici ― perché le conosco un po’ più dal vivo ― mi dispiace perché sono tutti corretti, tutti precisi, però non so perché c’è stato questo attrito fra di loro. È la cosa che a me dispiace più di ogni altra cosa di tutto quello che si è detto adesso.
Grazie a tutti.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Rossini. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi chiuderei questa fase del primo punto all’ordine del giorno per poter iniziare la discussione del secondo punto all’ordine del giorno No, era una fase conoscitiva, di consultazione No, non è un Consiglio comunale. Nel prossimo Consiglio comunale dobbiamo votare. Nel prossimo punto all’ordine del giorno voteremo la sua mozione Informativo, così come abbiamo… No, no è valso.
Nella Conferenza dei Capigruppo ― non so se le hanno riferito ― E allora conosce tutto. Era anche in linea forse. Che non si può fare. Va beh, andiamo avanti.
Secondo punto all’ordine del giorno: “Mozione protocollo n. 134 del 3/1/2018 sulla revoca in autotutela della delibera numero 511 del 14/11/2017 (dimensionamento classi presso l’Istituto comprensivo “De Amicis” Grottaglie presentata dal consigliere comunale Michele Santoro”.
Prego, consigliere Santoro.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Presidente, quando vuole lei.
Speaker : PRESIDENTE
Prego, prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Grazie, Presidente.
Allora, Presidente. Dopo aver discusso la mia interpellanza del 29 dicembre 2017, non essendo stato soddisfatto dalle parole dell’assessore Dubla, che stasera non è intervenuta per nulla per sentire qualcosa, oppure voglio sentire anche qualche intervento da parte del Presidente di questa Commissione visto che ieri ha convocato la Commissione stessa nel sapere un po’ di notizie in più su questa mia mozione.
Adesso la leggo però questa mozione così poi ci sarà, se ci sarà, un dibattito politico, fermo restando che dei voti dei cittadini non me ne frega niente. Quindi non sono in campagna elettorale. Anche se lo fossi sono problemi che mi riguardano e di cui non devo dar conto né a un consigliere e né a un altro consigliere. Io faccio la mia politica, gli altri consiglieri se la sanno fare fanno la loro politica.
Grazie a Dio io non ho mai chiesto voti a nessuno, i voti che la gente mi dà sono tutti voti che ricevo da parte della gente che mi conosce…
Speaker : PRESIDENTE.
Facoltativamente.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Punto. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
“Io sottoscritto Michele Santoro in qualità di consigliere comunale, ai sensi dell’articolo 30 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale chiedo che l’interpellanza consiliare del 29 dicembre 2017 da me presentata sia trasformata nella seguente mozione.
Premesso che in data 13 dicembre 2017 io sottoscritto presentavo al signor Presidente del Consiglio comunale di Grottaglie interpellanza inerente quanto riportato in oggetto ― in oggetto sarebbe la revoca in autotutela della delibera numero 511 del 2017 ― che alla stessa veniva data risposta dall’assessore al ramo che io proponente l’interpellanza nello stesso Consiglio comunale mi dichiaravo insoddisfatto e chiedevo la trasformazione della suddetta in mozione, stante la necessità di provocare in seno al Consiglio comunale un dibattito in merito all’argomento dell’oggetto dell’interpellanza.
Pertanto con la presente invito il Presidente del Consiglio comunale ad iscrivere all’ordine del giorno del primo Consiglio utile la presente mozione, al fine di impegnare i componenti del Consiglio comunale ad autorizzare il Sindaco e la sua Giunta ad adottare con urgenza la revoca della delibera 511 del 14 novembre 2017 in quanto appare viziata da eccesso di potere laddove pone dei limiti al numero delle classi da formare per il presente anno scolastico. Tale situazione si tradurrebbe in una lesione del diritto inviolabile delle famiglie di scegliere tra le diverse scuole equiparabili.
Tale libertà comprende inoltre il diritto dei genitori di scegliere per i propri figli tra diverse scuole equiparabili una scuola il cui questi ricevono l’istruzione desiderata. Parimenti ogni fanciullo deve poter frequentare una scuola che sul piano formativo e didattico non privilegi alcuna religione o concessione filosofica. Non può essere compito dello Stato raccomandare o privilegiare scuole confessionali in generale oppure scuole ispirate ad una determinata confessione, né può lo Stato fare raccomandazioni o dare preferenze del genere a favore dell’istruzione non confessionale. Si comunica inoltre che ci sono, come abbiamo detto prima, 2000 firme da parte dei genitori che hanno sottoscritto tale malcontento.
Si chiede infine che alla discussione partecipi la dottoressa Indiveri Assunta, dirigente scolastico dottoressa Assunta Indiveri. Ho chiesto la sua presenza per relazionare, come ha fatto nel primo intervento, se ha da dire ancora altre cose, sul problema della sua chiamata in causa da parte dell’assessore Dubla e di far conoscere al Consiglio comunale altre considerazioni atte a promuovere questa revoca della delibera de quo”.
Io intanto dico una cosa molto importante, consiglieri comunali. Visto con quale silenzio religioso abbiamo accolto l’ultimo intervento da parte del Sindaco di Grottaglie, che per poco non mi mettevo a piangere, chiedo che questa delibera sia revocata da parte di tutti o al massimo tutelata sempre dal Sindaco di bloccarla autonomamente e ridiscuterla tutti insieme senza portare alla distinzione tra consiglieri comunali di chi vota a favore e di chi vota contro. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Santoro.
Prima di continuare faccio un riassunto dell’oggetto, se mi permette…
Speaker : MICHELE SANTORO.
Prego, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
… consigliere Santoro.
L’ordine del giorno ha per oggetto la revoca della delibera 501, 511 mi scusi, del 14/11/2017 oltre logicamente a quelle che sono le motivazioni già espresse dal consigliere. Prego, consigliere Marinelli.
Speaker : GIOVANNI MARINELLI.
Grazie, Presidente.
Grazie e buonasera a tutti i graditi ospiti. Ieri si è svolta la quarta Commissione che io ho l’onore di presiedere, Commissione che seguivo molto anche nello scorso mandato. Quindi ho una conoscenza di quella che è tutta la storia ben precisa. Immaginavo che è stata voluta fortemente questa Commissione dall’assessore, da me e dal Sindaco proprio per cercare di dare la massima partecipazione a tutti i componenti ai quali è stato consegnato anche un fascicolo abbastanza corposo dove veniva indicata in maniera precisa tutta questa vicenda, dal suo nascere che risale al 2011 fino ai giorni nostri, ossia la delibera 511 del 2017.
Mi dispiace che lei, ieri, in quella Commissione non era presente. Avrebbe sicuramente avuto modo Ha un Capogruppo, mi dispiace che il suo Capogruppo non abbia riferito il suo… Chiedo scusa, il membro del suo gruppo non le abbia riferito quelli che sono stati gli esiti di quella Commissione perché è stata abbastanza interessante, in virtù del fatto che io mi sarei aspettato questa sera da parte sua il ritiro della sua mozione perché si è dato modo anche questa sera ascoltando i dirigenti, ascoltando i rappresentanti sindacali, il corpo docente di capire ancora in maniera più precisa tutte quelle che sono le dinamiche di questa situazione. Io ho apprezzato molto l’intervento della direttrice del primo comprensivo, la professoressa Basile, e se solo si fossero date delle risposte alle sue domande il Consiglio comunale forse sarebbe potuto concludersi nel giro di pochissimi minuti.
Questo non è stato, è stato abbastanza apprezzabile tutti i lavori di come appunto sono stati svolti. Questa Amministrazione non ha nessuna volontà di creare nessun disagio alle famiglie, ai docenti, al personale e ATA e tanto meno agli alunni. Noi abbiamo l’obbligo di garantire un’offerta formativa che possa essere all’interno di tutti e tre gli istituti eccellente e questo accade oggi ed abbiamo anche il compito e l’obbligo di poterla garantire anche per le generazioni che verranno.
Tutti quanti i nostri ragazzi che hanno iniziato un ciclo di studi ognuno nei vari plessi scolastici completerà il loro programma formativo in quelle sedi. Come giustamente diceva il Sindaco abbiamo l’obbligo di dover pensare a quello che sarà il futuro delle nuove generazioni, dei nuovi nostri alunni. E questo come può avvenire? Assumendosi delle responsabilità che già erano state rimarcate in maniera ben chiara dalla scorsa Amministrazione con la delibera del 2014 e così come è stato fatto nell’atto costituendo dell’istituto.
Questa Amministrazione ritiene appunto necessario e opportuno che all’interno di questo plesso scolastico vengano mantenuti quei criteri, ossia le 6 classi con le 6 aule.
Questa è la mia posizione, quindi voterò contrario alla mozione che è stata presentata dal consigliere Santoro. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Marinelli. No Un attimo, consigliere Santoro, le do parola per il suo secondo intervento Aspetti… Non ho telefono… Vuole la parola per il suo secondo intervento, consigliere Santoro? Vuole parola per il suo secondo intervento? Benissimo No. …anche lei, consigliere Santoro Anche io.
Ci sono altri interventi? Consigliera Trani, prego.
Speaker : IMMACOLATA TRANI.
Grazie e buonasera a tutti.
In realtà la storia che oggi stiamo vivendo relativamente a quella che è la posizione delle aule dell’istituto De Amicis è un po’ una realtà che io ho già vissuto da piccola con la scuola Don Milani, nel senso che già in passato si è verificata la necessità, praticamente a seguito di carenza demografica di sopprimere un istituto di scuola media.
Le ragioni che in quel tempo ci vennero rappresentate erano legate alla inidoneità di quella struttura in quanto non dotata di palestra e di laboratori utili ad espletare quelle attività specifiche che invece venivano effettuate all’interno dei laboratori della scuola media Pignatelli, quindi laboratorio musicale e della scuola media Don Luigi Sturzo che aveva più un indirizzo tecnologico. Anche in quel tempo, in qualche modo, vivemmo negativamente la soppressione perché eravamo legati noi studenti affettivamente ai docenti e quello che ci venne rappresentato in illo tempore era appunto la possibilità di perdere quei docenti. Ciò non avvenne perché in realtà fu garantita la continuità nel senso che noi potemmo terminare il ciclo naturale del percorso formativo e avemmo l’opportunità anche di interfacciarsi a livello formativo con una nuova realtà che era quella Pignatelli. Con il senno di poi effettivamente mi sono resa conto che da studente ho subito una lesione del diritto alla formazione nel senso che quando per esempio pioveva noi non potevamo esercitare l’attività sportiva ed eravamo costretti a rimanere all’interno dell’aula, oppure il laboratorio informatico musicale non lo abbiamo mai vissuto perché quelle aule non ci consentivano di espletare tale attività.
Pertanto se io oggi avessi l’opportunità di scegliere con la maturità di una persona adulta che ha effettuato un percorso formativo sinceramente non mi iscriverei di nuovo in quella scuola ma sceglierei la scuola periferica, quindi la Pignatelli è quella Sì, oppure praticamente la Don Luigi Sturzo perché mi avrebbe permesso una formazione migliore.
Con la scelta di inserire nuovamente la scuola media dell’istituto De Amicis piuttosto che compiere un passo in avanti e quindi guardare a quelle che sono le aspettative di formazione di uno studente mi sembra che la vecchia Amministrazione, senza contestare le scelte e le ragioni di opportunità per cui si è giunti poi pacificamente e bonariamente a quell’accordo di istituire i tre comprensivi, piuttosto che fare un passo avanti sembra che ci abbia riportato un po’ indietro ad affrontare nuovamente le stesse difficoltà.
Dobbiamo però attenerci un po’ a quelle che sono le delibere che già erano state predisposte e che la mia Amministrazione ha ratificato nel tempo. Il problema relativo all’idoneità, alla destinazione d’uso, mi preoccupa in qualità di amministratore. Io non sono ancora genitore però certamente se sapessi che mio figlio dovesse frequentare una scuola che non è destinata ad essere scuola media preferirei, a tutela dell’incolumità di mio figlio, accompagnarli in periferia.
Ora mi fa specie che dall’altra parte ci siano anche dei tecnici di edilizia ― io non sono esperta ― che non abbiano affrontato anche l’argomento di progettazione della scuola futura, perché io ho fatto un po’ di ricerche e ho visto che a livello di città sostenibile i progetti della scuola futura vedono appunto un insediamento scolastico all’interno delle periferie e non delle zone centrali, sia per comodità logistica, ma anche per una questione di salubrità dell’aria. Sicuramente noi viviamo in una realtà locale minima negli spazi, però nelle grandi città le zone periferiche consentono la costruzione anche di immobili ecocompatibili.
Certamente, bisogna comunque prendere delle decisioni che guardino una prospettiva più allargata. Oggi noi stiamo cercando di definire una situazione in prossimità delle nuove iscrizioni. Pertanto, penso che la decisione presa dalla Giunta sia conforme ai criteri di legge.
D’altro canto, se già in passato si era stabilito che l’istituto De Amicis avrebbe dovuto ospitare sei classi e sei aule, credo che la violazione normativa... Cioè, la delibera sia stata disattesa precedentemente quasi ignorando l’istituzione scolastica e la lesione normativa si sia nuovamente verificata nel momento in cui un immobile, che invece era destinato ad essere scuola elementare, è diventato scuola media. Nessuno, come ha già naturalmente sottolineato il consigliere Galiandro, ostacola il dirigente ad adire le autorità competenti se ritiene che l’Istituzione Comune non sia competente a prendere determinate decisioni, però io oggi, sinceramente, non mi sento nella posizione di autorizzare le iscrizioni all’interno di un immobile che non sia destinato... A un uso che non è, praticamente, consentito dalla legge. Pertanto, mi dichiarerò contraria al ritiro.
Ciò non toglie che, però, noi in futuro, anche in virtù di quello che è il trend nascite, possiamo avviare prossimi tavoli di concertazione, come la politica impone, perché non è statica, ma si aggiorna a quelle che sono le vicende che vengono a verificarsi nel tempo, quindi a prendere delle decisioni che siano confacenti allo stato dei fatti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliera Trani.
Consigliere Donatelli, prego.
Speaker : FRANCESCO DONATELLI.
Grazie. Buonasera. Saluto, ovviamente, gli ospiti che già sono intervenuti e tutti quelli presenti.
La discussione di questo punto è figlia naturale della discussione che c’è stata precedentemente, una lunga discussione, molto approfondita, che è servita intanto a fare il punto della situazione, ad avere anche, dalle diverse postazioni, un quadro molto più preciso rispetto a quello che, magari, dall’esterno uno può immaginarsi. Certo, si è un po’ scivolati non dico fuori tema, sicuramente è in tema, però si è un po’ scivolati sulla questione della sicurezza, quasi a dire che a Grottaglie le scuole sono un pericolo per i ragazzi, per i bambini. Io voglio dire solo una cosa a proposito di questo aspetto. In Italia, purtroppo, la situazione delle scuole, della messa in sicurezza delle scuole è assolutamente grave. Le ultime statistiche che ho letto mi dicono che il 72-75 per cento degli istituti scolastici italiani non è a norma. Non essere a norma non vuol dire che automaticamente c’è un pericolo immediato per chi frequenta la scuola. Assolutamente no.
Ritorno a Grottaglie. Grottaglie, sotto questo aspetto, con tutte le difficoltà economiche... È chiaro che la responsabilità dei plessi scolastici di primo grado ricadono sulle spalle dell’Amministrazione comunale, che ha il dovere di tenerle efficienti e in regola, però poi si devono sempre fare i conti con le difficoltà economiche. Non sono un’invenzione degli amministratori. Purtroppo, è una realtà. Adesso si sta cominciando a sbloccare un po’ questo aspetto. Nonostante ciò – parlo per Grottaglie e parlo anche per esperienza personale, avendo avuto anche una responsabilità amministrativa in questo – nonostante ciò, Grottaglie sicuramente non ha mai avuto problemi dal punto di vista della sicurezza per i nostri alunni per il semplice fatto che c’è stata sempre una continua manutenzione degli immobili, questo anche sulla base di solleciti continui, che sono giustificati, ovviamente, per un dirigente scolastico che si sente caricato da una responsabilità di questo genere. Sicuramente sì. Però lo stesso dirigente scolastico capisce anche quali sono i limiti dell’azione di un’Amministrazione comunale, che sono limiti soprattutto legati all’aspetto economico-finanziario per quanto riguarda la costruzione.
Ripeto, sfido chiunque a dire che a Grottaglie non ci sia, nel passato e attualmente, una manutenzione continua dei plessi scolastici, che ci tranquillizza sotto questo punto di vista. E poi gli interventi che si possono fare più radicali. Cito l’ultimo, almeno per quanto riguarda la mia esperienza amministrativa. Addirittura siamo arrivati, per la scuola Don Luigi Sturzo, a renderla più efficiente dal punto di vista ambientale. Si è fatto un eccellente lavoro. L’efficientamento energetico è una cosa importantissima e dovrebbe essere fatto in tutte le scuole. Però, anche qui, ovviamente, è legato sempre alla disponibilità finanziaria. Noi almeno abbiamo potuto fare questo a Grottaglie nella scuola media Don Luigi Sturzo, nel momento in cui si è realizzato l’efficientamento energetico di questo plesso, dando la possibilità agli utenti, non soltanto ai ragazzi, ma anche agli operatori scolastici, di vivere in una situazione più tranquilla dal punto di vista ambientale, energetico e da un punto di vista ecocompatibile sicuramente migliore rispetto al passato. Certo, tutte le scuole avrebbero bisogno di interventi più radicali, come in questo caso, ma – lo ripeto ancora una volta – è la manutenzione che sicuramente non manca.
Accanto a questo messaggio di tranquillità che voglio lanciare dal punto di vista della sicurezza, lo hanno detto altri, ma lo cito soltanto, perché ne sono profondamente convinto, nelle scuole a Grottaglie sicuramente c’è un’offerta formativa (parlo di tutte e tre le scuole medie, le scuole secondarie), sicuramente c’è un’eccellente offerta formativa. Non può che far piacere come amministratore, come genitore, come cittadino che a Grottaglie ci sia questa – chiamiamola così – competizione, ma è un fatto che ci deve rendere contenti di una situazione che, magari, in altre realtà non c’è. A Grottaglie possiamo vantare anche questo.
La discussione precedente, che si allaccia al punto che stiamo discutendo adesso, cioè la revoca della delibera di Giunta, la n. 511, doveva rispondere semplicemente a una domanda, con tutti gli approfondimenti che sono stati comunque necessari e utili. La domanda è: riusciamo, come Amministrazione, come amministratori, come Consiglio comunale, in questo caso, a trovare un punto di equilibrio tra due esigenze fondamentali? La prima è stata più volte sottolineata ed è quella del diritto da parte del genitore di scegliere la scuola, non soltanto dal punto di vista della vicinanza fisica alla propria casa, ma dal punto di vista dell’offerta formativa, quindi il diritto sacrosanto per il genitore di scegliere quale scuola far frequentare ai propri figli. E l’equilibrio tra questa esigenza, ma anche l’esigenza di far vivere e di avere su tutto il territorio la stessa possibilità, quindi spalmare questo diritto e questa possibilità su tutto il territorio. Grottaglie, ormai, ha un’estensione considerevole.
Sulla base della discussione che è stata fatta... Anche qui, mi voglio ritenere assolutamente soddisfatto per la situazione attuale, ma sicuramente si potrà migliorare. Le cose che ha detto il Sindaco nell’intervento penso che vadano nella stessa direzione. Non so se lo scopo era quello di addormentare o meno la platea, ma una cosa è certa: dal punto di vista politico valuto l’intervento del Sindaco e lo trovo apprezzabile. Ovviamente, dobbiamo metterlo alla prova, come in tutte le altre situazioni. Non ci basta una promessa del Sindaco per dire che siamo d’accordo con il Sindaco. Lo dobbiamo verificare. Gli impegni che ha preso il Sindaco ci mettono nella condizione di dire: abbiamo fatto il punto della situazione, c’è questa situazione, che – ripeto – io ritengo positiva, sia dal punto di vista dell’offerta formativa che dal punto di vista della sicurezza, con tutti i limiti che ho messo in evidenza. Abbiamo raggiunto questo equilibrio. Abbiamo registrato, preso atto delle cose che ha detto il Sindaco, che verificheremo già da domani.
Se il quadro è questo, la domanda che mi faccio e faccio anche al consigliere Michele Santoro è: in questo contesto, ha senso adesso portare un Consiglio comunale a dividersi, a lavorare e ad esprimersi solamente sul punto di un quadro che è molto più completo, più generale? Io non ne vedo la necessità in questo momento. Poi, addentrarmi negli aspetti giuridici, tipo la richiesta della revoca della delibera n. 511 in autotutela... Io non mi addentro. Non sono un avvocato. Io faccio una valutazione politica. La valutazione politica del mio Gruppo è questa: in questo momento, sulla base delle cose che ho detto prima e dell’intervento che ha fatto prima il collega Marangella, penso che non ci siano le condizioni nemmeno di arrivare a questa forzatura.
Quindi, l’invito che faccio, prima di tutto al presentatore di questa interpellanza e poi a tutto il Consiglio comunale, è questo: ne vale la pena in questo momento? Io penso che non ci siano le condizioni, per questa posizione, per mettere il Consiglio comunale in una situazione di contrapposizione, che assolutamente non ci serve, soprattutto alla luce degli impegni che ha preso il Sindaco. Da domani ci dobbiamo sedere con i dirigenti scolastici, con le organizzazioni sindacali, con le rappresentanze dei genitori per ridisegnare un nuovo quadro che ci servirà per il prossimo futuro.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Donatelli.
Consigliere Gianfreda, prego.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Prima dell’intervento, vorrei fare un’altra domanda. Presso la scuola Calò ci sono altre aule libere? Attualmente, quante sono le aule libere a disposizione?
Posso fare l’intervento adesso? Purtroppo, sempre qualcuno dice che la questione di sicurezza non c’entra nulla. Poi si negano le autorizzazioni perché non ci sono gli spazi. Quindi, è una questione di sicurezza. Altrimenti, non si seguono le norme. Altrimenti, i dirigenti prenderebbero trenta ragazzi e li metterebbero in un’aula dove non possono stare. Perché non si mettono trenta ragazzi? Perché c’è un problema di sicurezza, perché non ci sono le aule, perché i bagni non sono a norma, perché l’esempio... Qualcuno continua a non capire i miei discorsi, purtroppo. Sì. Sono d’accordo. Sono d’accordo. Probabilmente, è così.
Siccome chi produce gli atti amministrativi sono avvocati, spero che... Io non ci voglio mettere “sono furbi”, però io sono abituato, un po’ per esperienza, a leggere anche le carte. Parto dall’ultima delibera. Un consigliere comunale che viene chiamato a votare su qualcosa, giustamente, prende il faldone e se lo legge. Partiamo dall’ultima, cioè dalla delibera n. 511. Poi farò delle domande, e su questo penso che l’Amministrazione possa rispondere.
Vado al deliberato. C’è la relazione in cui si ribadisce da parte dell’assessore, specialmente nell’ultimo capoverso, che la De Amicis dovrà mantenere la consistenza fissata in sede di istituzione della scuola secondaria di primo grado, vale a dire sei aule per numero sei classi. Questa è la relazione.
Poi vado al deliberato. Noi dobbiamo leggere che cosa ha deliberato la Giunta. Qui si dicono tante cose, però quello che si scrive è quello che conta. Ribadisco: quando si va davanti a un giudice, a un contenzioso, si prendono le carte. Come le prende il consigliere Gianfreda, le prende il cittadino qualunque in mezzo alla strada. Qualche dirigente, giustamente, dice: “Voi avete scritto determinate cose. Non le ho scritte io”. Io leggo: “Delibera di approvare – come approva – la relazione che precede a firma dell’assessore”. Primo punto. Questo è stato deliberato. Quindi, la relazione già parlava di sei aule e sei classi. Due: “Di mantenere inalterato l’assetto della rete scolastica del territorio adottato con la delibera di Giunta comunale n. 14/2012; l’istituto comprensivo De Amicis dovrà mantenere la consistenza fissata in sede di istituzione della scuola secondaria di primo grado, vale a dire sei aule e sei”... Quindi, si conferma quanto ribadito sia nella relazione sia nella delibera di Giunta comunale n. 14.
Terzo punto: “Di dare atto – ulteriore punto – che l’attuale assetto garantisce il pieno soddisfacimento delle esigenze della cittadinanza, sia sotto il profilo di una più vantaggiosa articolazione dell’offerta formativa sia sotto il profilo della razionalizzazione logistica”. Anche questo richiama la razionalizzazione logistica. Poi: “Di comunicare la presente contestualmente alla sua pubblicazione all’Albo pretorio – quinto ed ultimo punto – ai Presidenti dei Gruppi consiliari”.
Uno: in questa delibera, che è l’ultima, non si dice che tutte le aule che attualmente sono occupate dalla scuola media nel plesso della Calò possono rimanere e fino a quando. Lo dovete dire. State scaricando... Tutti dicono: siamo persone perbene, però poi dopo, sulle carte, con molta sottigliezza, si scaricano le responsabilità su altri. Se la dirigente non ottemperasse a questo... È l’unica responsabile a mantenere le classi all’interno del plesso della Calò. Sta scritto qui. Non l’ho scritto io. Altrimenti, da persone perbene, da persone cristiane, avreste dovuto scrivere: si riconferma la delibera del 2012. Siccome la situazione è questa, quindi abbiamo tot classi di terza, tot classi di seconda, tot classi di prima, così distribuite, sei nel plesso di Via Ennio e tutto il resto nel plesso della scuola Calò, nel frattempo che si va a consumare questa delibera non dovete accettare più iscrizioni, nessun tipo di iscrizione. Le aule dovevano andare a scorrimento e devono rimanere soltanto le sei aule, cosa che è confermata qui. Quindi, state scaricando la responsabilità sugli altri.
Quindi, quando dite agli altri che dobbiamo essere persone perbene e dobbiamo mantenerci... Siate i primi a mettere le cose per iscritto. Voi lo avete scritto. Se andiamo a prendere pure la delibera del 2014, anche in maniera furbesca, si riconfermano i tre comprensivi, però non le classi. Cioè non si dice “sì c’è questa situazione, ma togliete, bloccate le iscrizioni”. Quindi, si permette di fare qualcosa, probabilmente, e non lo dico io, di illecito. Lo state dicendo voi. In maniera furbesca, scaricate la responsabilità sugli altri, a mio parere. Non ho detto che è illegittima la delibera. Non l’ho mai detto. Penso che siano tutte legittime. La programmazione degli spazi spetta, nella piena sicurezza e nelle disponibilità economiche... Un dirigente potrebbe pure dire: “Guardate che voi nel bilancio di previsione 2017, per la manutenzione o per l’adeguamento strutturale o per il cambio di destinazione d’uso di spazi e di scuole, non ci avete messo nessuna lira, nessun euro”. Quindi, io non posso esercitare le richieste del dirigente. Quindi, si ripercuote tutto a cascata.
Quando sono state fatte, e vengono fatte, da parte del Corpo dei Vigili del fuoco, e i dirigenti lo sanno, anche i DSGA, vengono fatte da parte dei Vigili del fuoco le ispezioni a sorpresa presso le scuole, i dirigenti, specialmente... Sono stato pure io e sono pure io RSPP, di scuole superiori però. Usciamo fuori la lettera del dirigente provinciale, in cui dice... Ogni anno, a ottobre, ogni dirigente manda la lettera in cui dice “manca questo, manca questo, non funziona questo, non funziona quest’altro, succede questo, guardate che qui la porta non si apre, guardate che c’è il rischio di sicurezza”. Io ti mando la lettera. Poi il dirigente, a stretto giro di posta, risponde: “Ma io non ho soldi per poter ottemperare a questo, a questo, a questo e a questo”. Quando viene il giudice, poi, prende soltanto il dirigente nell’RSPP... Prende il dirigente della scuola e nemmeno più quello della Provincia.
Questa è la realtà dei fatti. Poi non mi venite a parlare di problemi... Cioè, che abbiamo aggiustato le scuole. Se ne è andata la dirigente, ma io vorrei dire, ad esempio, per la Don Sturzo, che io ho fatto una battaglia... Non la dirigente... Ho fatto una battaglia. È ridicolo come si fanno le cose in Italia. Si fa l’efficientamento della scuola, ma non si fa la vulnerabilità sismica dell’edificio. Che cosa dovremmo fare adesso? Adesso si deve fare la vulnerabilità sismica dell’edificio. Bisognerà andare a verificare se i solai sono a posto, se le travi sono a posto, se i pilastri sono a posto. Quindi, se non sono a posto, bisogna di nuovo intervenire sull’efficientamento energetico. Si sono spesi 700.000 euro.
Quindi, per cortesia, non parlate di responsabilità, di stare tranquilli perché tutto va bene. No, non va assolutamente niente bene. Le carte le sapete scrivere bene, però c’è anche chi le sa leggere bene. È chiaro? Non volete discutere, non volete trovare una soluzione che i cittadini vi stanno ponendo, non il consigliere Gianfreda. I cittadini ve lo stanno ponendo. Voi state dicendo... Ed è legittimo, avete la maggioranza, avete i numeri, anche di parte dell’opposizione. Potete dire: sono sei classi. E di quelle che stanno che cosa... Caro Sindaco, si deve prendere la responsabilità. Glielo sto dicendo ufficialmente, così rimane nella trascrizione. Di quelle aule che stanno, lei non ha scritto che cosa devono fare. Devono andare a scadenza? O la responsabilità è del dirigente unico? Cioè, è unica la responsabilità del dirigente? Lei sta scaricando la responsabilità su altri. Quindi, non parli a me di essere corretto o “io voglio bene a tutti”. Pure io voglio bene a tutti, però le cose le scriva bene. Anzi, i punti sono pure copiati dall’altra delibera.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Gianfreda.
Ci sono altri interventi? Consigliere Annicchiarico, prego.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Adesso resto seduto perché non si sta parlando della scuola. Si sta parlando di ciò che è a valle della scuola.
Delibera n. 15 dell’anno scolastico 2014-2015 del Consiglio d’istituto della De Amicis: “Mantenimento dell’attuale assetto dell’istituto comprensivo De Amicis, così composto: numero uno plesso più numero uno plesso di secondaria superiore di primo grado, De Amicis, con l’istituzione di numero tre ulteriori sezioni di classe prima”. Qui il Consiglio d’istituto ha chiesto, in data 17.11.2014, di andare oltre quel deliberato delle delibere richiamate del 2012 e di farne... L’Amministrazione avrà risposto no o ha risposto nella maniera che pensava di poter dire in quel modo un no per tutti, ma poi è successo quello che è successo e che ci troviamo oggi.
Dice bene Ciro Gianfreda. Quando le delibere più o meno sono fatte in copia quasi conforme, non ci si accorge dell’intenzione buona che questa Amministrazione penso che abbia avuto nelle intenzioni dietro le spalle. Questa Amministrazione esattamente voleva dire ciò che poi ha detto il Sindaco, altrimenti non l’avrebbe ribadito. Ma non l’ha detto. Non l’ha detto negli atti. Negli atti è come se avesse detto: “Non vi autorizziamo a prendere più iscrizioni di quante ne possano contenere due corsi”. Quindi, limitatevi, ma nelle intenzioni. In questo deliberato non si capisce questo. Quindi, restano appese situazioni che sono a conoscenza dell’Amministrazione. Da parte del Consiglio di istituto viene chiesta questa libertà di soddisfare il diritto dei genitori, sotto qualsiasi latitudine, di poter iscrivere i propri figli, non di chiedere l’iscrizione. Qui si dice, da parte anche di colleghi consiglieri, che c’è questo diritto insopprimibile di dover scegliere a quale scuola iscriversi. C’è il diritto insopprimibile di chiedere l’iscrizione, non di ottenerla. Quindi, poi, entrano in gioco tutte le altre valutazioni che abbiamo fatto, che io ho condiviso, eccetera.
Questa delibera, che il consigliere Santoro chiede, in autotutela, che venga ritirata, ha dentro di sé un non detto che non è di poco conto, cioè non fotografa la situazione e non chiarisce quello che, poi, verbalmente, ma anche pubblicamente, ma non negli atti, visto che non abbiamo approvato nulla nella prima fase di dibattito e adesso andiamo ad approvare soltanto questo... Resta in piedi una delibera, secondo me, abbisognevole non tanto, forse, di essere cancellata quanto di essere riscritta. Non può, questa Amministrazione, sottacere o, meglio, sottovalutare tutto ciò che è espresso e tra le righe detto dal consigliere Gianfreda, anche per una maggiore libertà di interpretazione da parte dei cittadini, che vogliono sapere bene, stavolta per iscritto e stavolta con l’assunzione, eventualmente, di qualche iniziativa.
Molti ricordano il fatto che io abbia insegnato in quel liceo. Via Brodolini. Via Brodolini ha, da parte dei Vigili del fuoco, l’autorizzazione a contenere, come succedeva anche per il Palazzetto, non più di cento persone, compresi i docenti, il personale, eccetera. Quindi lì, anche se c’era la disposizione di sei aule, non si potevano mettere più di quattro classi, ma non perché non ci fossero sei aule, ma perché non si doveva... E lì, se vi ricordate, in passato l’Amministrazione aveva una scuola dell’infanzia. Quindi, tutti i servizi igienici erano per i bambini. Delle piccole tazze, delle tazzine. Chi ha frequentato Via Brodolini... Io sono stato responsabile di sede di Via Brodolini. C’erano degli alunni che mi sopravanzavano in altezza e in possanza, ma noi facemmo una cosa per poter avere l’agibilità. Facemmo fare all’Amministrazione, chiedemmo e fu fatto, di adeguare almeno alcune di quelle tazzine. Quattro classi. Articolando l’uscita degli alunni uno alla volta e mettendo a disposizione delle alunne i servizi igienici dei docenti, abbiamo tamponato una situazione e abbiamo messo in condizione di poter reggere. La consigliera Trani sa queste cose non perché ha frequentato quella sede, ma perché le voci girano. Avevi fatto anche un articolo nella... Nella Mosca del Moscati, probabilmente.
Indipendentemente da quelli che sono gli interventi macroscopici, vogliamo dare e mettere per iscritto anche questa volontà dell’Amministrazione di mantenere fisso il fatto, secondo me condivisibile, che ci si riduca a prenderne rispettando la volontà unanime, espressa, condivisa, eccetera, di due corsi, ma gli altri non restano figli di nessuno nelle carte, soprattutto perché nelle carte c’è la comunicazione. Quindi, se io dico “no” non posso poi tollerare che si continui. Se adesso non dico più niente, che facciamo? Un Consiglio comunale che, quasi impropriamente, viene tirato in ballo da questo.
Qui c’è un’altra questione: se un atto di Giunta non resti nelle sole responsabilità della Giunta, senza che coinvolga i consiglieri comunali. Io, quando si passerà alla votazione di questo, mi alzerò e abbandonerò l’aula, perché non penso che sia... Potrò sbagliare, sarà un eccesso di zelo, sarà quello che sarà, però ho voluto dare, ho dato in Commissione... A proposito della Commissione, diciamola tutta, Presidente Marinelli, che adesso non c’è. Non può venire, adesso, a far registrare un’affermazione come quella che era volontà ferma dell’assessore, del Presidente della Commissione e del Sindaco... L’ha fatto in via d’urgenza il giorno prima. Se fosse stato un qualcosa del genere, l’avrebbe fatto in tempo debito dando anche a tutti i consiglieri la possibilità di non avere ieri frettolosamente fra le carte, fra le ultime carte qualche scampolo di fotocopie. Quindi, diciamo le cose come stanno. È difficile amministrare. È facile, in qualche modo, criticare chi amministra. Però, fra le due l’una. Anche qui c’è un elemento di stare in mezzo agli estremi. L’aurea mediocritas. Diciamo che l’abbiamo fatta, è stato un bene averla fatta, anche perché si è confuso con il fatto di ciò che era stato deciso nella Conferenza dei Capigruppo, facendolo passare come un qualcosa che era stato deciso nella Commissione di ieri. Il buon Santoro se le può prendere tutte le legnate, perché gran parte se le merita, però non proprio tutte. Qualcuno gliela dobbiamo anche lenire con un po’ di balsamo.
Quindi, io mi allontanerò nel momento in cui sarà portato in votazione questo. Ho voluto dare un contributo per dire all’Amministrazione che non è un favore fatto alla mozione, ex interpellanza. Però, se l’Amministrazione potesse dire (forse in questo caso anche il consigliere Santoro potrebbe accedere a un ritiro della mozione): “Mi impegno a rivederla”, senza che noi diciamo... Non sappiamo se abbiamo l’autorità di dire “revocala”. Su questo non mi astengo. Mi assento.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Annicchiarico.
Consigliere Santoro, prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Presidente, prima di intervenire, vorrei avere notizie ancora più significative da parte della dirigente scolastica, che ho invitato a essere presente in questa assise. Il mio intervento, poi, sarà propedeutico alle sue dichiarazioni.
Grazie, Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliere Santoro.
Così come ho anticipato in apertura del Consiglio comunale e così come richiesto anche attraverso la sua mozione, e successivamente deciso e concordato all’interno della Conferenza dei Capigruppo, abbiamo provveduto ad invitare tutti i dirigenti scolastici, compresa la dirigente scolastica, dottoressa Indiveri, la quale ha avuto modo di esporre, come gli altri, il proprio punto di vista in merito alla questione.
Rispetto alla sua mozione, sento, insieme a tutti gli altri Capigruppo, di aver soddisfatto pienamente la sua richiesta.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Presidente, lei sta oltrepassando i suoi limiti. Mi sta costringendo ad abbandonare l’aula...
Speaker : PRESIDENTE.
No. La prego, resti.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Lei sta usando un potere che non le compete.
Speaker : PRESIDENTE.
No, nessun potere. Io sto rispettando il volere... Un attimo, le accendo il microfono.
Prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Le sue dichiarazioni fanno male al Consiglio comunale.
Speaker : PRESIDENTE.
Benissimo.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Perché il suo potere non può oltrepassare la mia richiesta. La mia richiesta è prettamente fatta alla presenza di questa signora. Quindi, lei mi deve assolutamente far sentire le sue ragioni. Punto e basta. La Conferenza dei Capigruppo ha letto quella e nel verbale – che non c’è nella delibera, vergognati! – non c’è scritto nulla.
Speaker : PRESIDENTE.
Non ho capito, mi scusi.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Capisci. Poi ti leggi il verbale.
Queste mie dichiarazioni sono molto pesanti, Presidente. Se stasera, qui, in questo Consiglio comunale, non sarà data la possibilità, data la mia richiesta della mozione ad intervenire da parte della dirigente scolastica, da parte del suo potere, della sua voglia di non farla parlare, io domani mattina scriverò a tutti gli organi competenti che possono inficiare questo Consiglio comunale.
Pertanto, io abbandono l’aula e non discuto più nemmeno ai voti questa mia dichiarazione. No, perché questa è arroganza politica dettata dal Sindaco! Il Sindaco non può fare la persona religiosa relegando il crocefisso sulla sua destra. Sinistra.
Speaker : PRESIDENTE.
Un attimo. Ho una serie di prenotazioni da soddisfare. Prima la consigliera Cabino, prego. Un attimo, consigliera Cabino. Mi scusi. La rimetto in attesa.
Consigliere Annicchiarico, prego.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Mi scusi. Mozione d’ordine, nel senso che non possiamo buttare a mare il bambino con l’acqua sporca, eccetera. Siamo qui da tre ore (anche più, quattro ore). I cittadini, eccetera. Le forme giuste, quelle che siano. Secondo me, c’è un modo per rispettare la forma e per essere tutti nella condizione di poter, poi, decidere quello che dobbiamo fare.
Io chiedo la sospensione del Consiglio comunale. Nel momento in cui il Consiglio comunale è sospeso, noi rimaniamo in altrettanto religioso ascolto del professor La Neve, che aveva chiesto di intervenire. Siccome era stato superato il momento in cui gli ospiti dovevano parlare o non era arrivato lui... Il professor La Neve come responsabile sindacale, non credo di qualche scuola, ma... No, come responsabile sindacale. Ho visto l’assessore che si dirigeva verso il Presidente. Ha detto il Presidente: “No, abbiamo chiuso quella fase”. Ha interpretato così, eccetera.
Altrettanto nella sostanza, non tanto una replica, spero che non sia quella, ma un’ulteriore aggiunta di elementi su cui noi possiamo avere la possibilità di riflettere. Non sarà registrato nulla, perché non è Consiglio comunale, quindi non va agli atti, però va nelle nostre orecchie e va nelle nostre determinazioni.
Io non so se sto facendo una proposta di irenismo amministrativo, pacificatore, però credo che sia in qualche modo ragionevole.
Grazie.
Speaker : SINDACO.
[...] votazione, la possibilità che possano intervenire per cinque minuti, non altri dieci minuti, sennò non ce ne andiamo più a casa stasera. Cinque minuti a testa i due sopravvenuti, cioè il professor La Neve e la dirigente Indiveri. No. Il problema è che poi ricominciamo daccapo. Se siamo d’accordo, cinque minuti... Lo mettiamo ai voti. Cinque minuti a testa per la dottoressa Indiveri e il professor La Neve. Se siamo d’accordo... Non altri. Senza sospendere il Consiglio o fare cosa extra Regolamento. Il Consiglio comunale può decidere in questa sede di ammettere...
Io propongo per cinque minuti, per evitare un’altra mezz’ora per ribadire le cose che abbiamo già tutti detto... Per carità! Siccome vogliamo concedere al professor La Neve, che è arrivato in ritardo, e alla dottoressa Indiveri, a seguito della richiesta di Michele... Penso che possano essere ragionevoli cinque minuti a testa. Li ascoltiamo. Poi, però...
Speaker : ANNA CABINO.
Io sono perfettamente d’accordo con la posizione del professore Annicchiarico, consigliere comunale. O si sospende questa convocazione oppure si passa a quelle che sono le realtà normative di un Consiglio comunale (fra virgolette).
Sono stata tirata in ballo per quanto riguarda l’incontro, la riunione dei Capigruppo. Io ho rappresentato in quell’incontro il mio leader e ho presenziato a quella riunione. Abbiamo discusso molto e approfonditamente, soprattutto con il Sindaco, proprio perché c’è stato un fraintendimento, visto che l’oggetto di questa discussione, della mozione poteva essere assimilato a quello precedente in premessa, che abbiamo discusso fino adesso, per lungo tempo. Dunque, si è data, nella premessa, la possibilità ai dirigenti dei plessi scolastici di interloquire, di illustrare le loro ragioni, eccetera. Ma quello era un atto. Questo è un altro. Qui, in questa mozione, chiediamo che sia chiamata nuovamente a illustrare altre ragioni, un gravame, per poter dire altre cose in aggiunta a quelle che ha già esplicitato la dirigente in premessa, nell’altro oggetto che ha presentato il Sindaco. Qui non c’è più il Sindaco. Qui c’è il consigliere Santoro che presenta una mozione, che è stata posta all’ordine del giorno, successivamente al primo argomento. Quindi, non vedo per quale ragione voi non vogliate ascoltare la dirigente.
Questo, veramente, secondo il mio punto di vista, è un atteggiamento offensivo nei riguardi soprattutto della vostra intelligenza e della vostra ottemperanza alla normativa e alla disciplina della convocazione di un Consiglio comunale. Questa, veramente, è l’espressione di un eccesso di potere. Io ne sono convinta e lo denuncio apertamente.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie a lei, consigliera Cabino.
Consigliere Marangella, prego.
Speaker : AURELIO MARANGELLA.
Ritengo che bisogna esprimersi sulla richiesta fatta dal consigliere Annicchiarico, ripresa poi in forma diversa dal Sindaco. Però occorre fare delle precisazioni ed essere intellettualmente onesti. Altrimenti, rischiamo di non rendere un servizio degno di tale nome alla cittadinanza presente questa sera, stante il fatto che il primo punto lo abbiamo chiuso, credo, nelle forme più corrette.
Premesso che ho già espresso nel mio unico intervento la necessità, anche per le cose dette un po’ da tutti, che se c’era la necessità di una replica io avevo offerto la disponibilità alla dottoressa Indiveri, perché credo che sia necessario se uno ha dimenticato qualcosa.
Detto questo, va precisato che il secondo punto attiene a un fatto procedimentale, procedurale, che attiene al TUEL. Non ci può essere nessuna persona esterna che si esprime sulla legittimità di una revoca di un atto. Di che cosa stiamo parlando? Quindi, con calma, invito il consigliere Santoro, a cui dobbiamo un grazie per l’impegno profuso su questo argomento, di ridimensionare o di rivedere la posizione dell’argomento, rivedendo il ritiro. Il ritiro è un fatto procedimentale che riguarda l’interpretazione del TUEL. Ha ragione Annicchiarico.
Mi chiedo anche se il Consiglio è legittimato a esprimersi sulla revoca di un atto della Giunta. Non lo so. Non lo so.
Siccome io ritengo che non dobbiamo rendere vano questo... Lo dico con bontà, Michele. Non è un’accusa. No. Abbiamo la necessità... Ritengo che, invece, abbiamo la necessità, come se il secondo punto... Ritengo che, invece, abbiamo necessità, come se il secondo punto fosse l’estensione e il completamento del primo punto, di terminare questa esaustiva discussione con gli ulteriori interventi resi necessari. Ritengo in primis necessario un ulteriore intervento della dottoressa Indiveri e del professor La Neve, ma a completamento di un ragionamento che deve produrre da domani mattina, poi, l’apertura di un iter istruttorio per la risoluzione del problema posto.
Invece, l’esprimersi rispetto alla legittimità di un atto giuridico attiene... Non lo sappiamo, ma se attenesse anche alle competenze del Consiglio, non può essere – tra virgolette – aperto a persone esterne. È un fatto sottile, ma delicato. Sennò, rischiamo di andare in caciara.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Marangella.
Consigliere Cometa, prego.
Speaker : ANDREA COMETA.
Vorrei ricordare ai Capigruppo che, anche in virtù delle considerazioni che ha fatto il consigliere Marangella, l’ordine del giorno è stato stabilito anche per dare l’opportunità di parlare a tutti i dirigenti in maniera equa e democratica.
Secondo me, la cosa la possiamo superare. Adesso, magari, ci fermiamo cinque minuti, Capigruppo, e vediamo un attimo di ragionare.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Cometa.
Speaker : SINDACO.
Non voglio togliere la parola agli altri, però in Capigruppo fu detto che si discuteva l’ordine del giorno e che si portava, poi, la mozione del consigliere Santoro dopo il Consiglio monotematico, perché sarebbe stato ciò che avremmo votato. L’avremmo comunque discussa, ma avremmo votato quella mozione come atto risolutivo nel dibattito. Altrimenti, avremmo potuto pure presentare, come era giusto presentare, un ordine del giorno da approvare al primo punto. Di fatto, quello che è stato detto nella Capigruppo era quello.
Poi, se ci si rimangia la parola in corso d’opera, penso che non sia corretto. Ritengo che i cinque minuti possano essere un buon compromesso per concedere alla dottoressa Indiveri di replicare, visto che si era detto questa cosa, e al professor La Neve di intervenire e evitare di fare bagarre. A quest’ora avremmo già finito e staremmo già discutendo di altro.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere Manigrasso, prego.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Grazie, Presidente.
Sembra che le buone intenzioni con le quali abbiamo concluso il primo punto all’ordine del giorno ce le siamo già dimenticate, quelle di una collaborazione per la risoluzione del problema. Invece, stiamo entrando nel merito di una procedura consiliare che, onestamente, nulla sta aggiungendo, anzi forse sta sottraendo, all’aspetto positivo con il quale abbiamo discusso i primi punti.
Il Consiglio comunale non è un’aula di tribunale dove dobbiamo acquisire prove testimoniali. Concordo con quanto ha detto il consigliere Marangella. È un fatto procedurale, e via di seguito. Però, se si ritiene, e credo possa essere anche legittimo, un diritto di replica su quanto è stato detto alla dirigente Indiveri, ritengo sia altrettanto doveroso ridare questo diritto anche alle altre due dirigenti, in maniera che tutti possano esprimere anche le contro-valutazioni. Se dobbiamo sentire una campana come replica, ed è giusto che le repliche siano date a tutti, mi sembra giusto che anche le altre due dirigenti possano avere la stessa possibilità.
Nulla toglie che aspettiamo altri cinque minuti che il professor La Neve possa esprimere anche le sue valutazioni, se questo può, alla fine, aiutarci a completare in maniera univoca, concreta un dibattito che abbiamo voluto tutti e al quale tutti stiamo sacrificando le nostre ore, nell’ottica di trovare, alla fine, un compimento unico che possa mettere tutti d’accordo.
Non concordo sulla sospensione del Consiglio comunale e di una registrazione che non ci deve essere, perché non c’è nulla da dire che non possa essere ascoltato o registrato. Stiamo facendo tutto alla luce del sole. Per cui, ritengo e propongo di ascoltare – il Sindaco lo ha detto – la dottoressa Indiveri e il professor La Neve, ma di dare anche alle altre due dirigenti la stessa opportunità di cinque minuti.
Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Manigrasso.
Consigliere Santoro, prego.
Speaker : MICHELE SANTORO.
Presidente, io le devo chiedere se lei nella Conferenza dei Capigruppo ha redatto un verbale. Se questo verbale è negli atti, se per cortesia me lo può leggere.
Io ho presentato una richiesta per una mozione di revoca di un determinato atto. Su questa lettera che ho presentato, su questa mozione che ho inoltrato alla Segreteria della Presidenza, nonché alla Presidenza, ho scritto che alla discussione sia presente Tizio e Caio, nel nome della signora responsabile dirigente scolastica Indiveri. Nessuno – dico “nessuno” – ha obiettato. Se qualcuno avesse obiettato, avrebbe detto che questa signora al secondo punto non deve parlare perché già parlerà nel primo punto. Punto.
Secondo: non c’è più bisogno... Io posso concedere anche... Non votando, però, la richiesta di far parlare tutti e due. Per me non è un favore che state facendo, perché io l’ho scritto. Possiamo votare per far intervenire – non lo so chi è – il professor La Neve, votare per il professor La Neve, per farlo intervenire, però alla signora Indiveri spetta di diritto.
Presidente, Sindaco, o mettiamo in chiaro le cose... Il Consiglio comunale non è gestito da lei, ma è gestito dal Consiglio comunale e dal Presidente. Quindi, se il Consiglio comunale vuole prendersi le sue responsabilità e in tal senso... Segretario, parli con i consiglieri comunali, non parli con il Sindaco. Segretario, lei deve illuminare il Consiglio comunale, se il Presidente sta sbagliando oppure no. Anche lei è il Segretario di tutti.
Grazie.
Speaker : SINDACO.
[...] senza leggere, poi, il Regolamento. Il Regolamento, consigliere Santoro, prevede che, qualunque sia la richiesta effettuata, sia la Capigruppo o comunque il Consiglio comunale a decidere chi ammettere o non ammettere. Abbiamo deciso nella Capigruppo che avremmo sentito tutti e che avremmo discusso... No. Questo è stato discusso nella Capigruppo. Avremmo discusso della sua mozione al punto successivo. Avremmo discusso della mozione, non riascoltato la dirigente. Questo è quello che è stato deciso. Va bene. Chi glielo ha detto? Lei non legge il Regolamento, consigliere Santoro. Se lo legga.
Speaker : PRESIDENTE.
Sindaco e consigliere Santoro! Sindaco e consigliere Santoro!
Un attimo soltanto.
Volevo fare sintesi e cercare di portare la discussione a un punto d’incontro e a un risultato finale. Fatto salvo che, come ribadito dal Sindaco, anche precedentemente, con la consultazione del Segretario, è l’intero Consiglio comunale che si esprime su eventuali interventi di persone esterne al Consiglio comunale; fatto salvo che mi preme sottolineare a chi ha usato parole come “abuso di potere, di posizione” e quant’altro che nessuno ha negato la decisione dei Capigruppo e quello che è l’ordine dei lavori con il quale stiamo procedendo... Consigliera Cabino, non mi rivolgo a lei. Consigliera Cabino, non mi sto rivolgendo a lei, ma all’intero Consiglio comunale.
Io chiederei al consigliere Annicchiarico, se va bene per lui questo tipo di opzione, di mettere in votazione la possibilità di far parlare la dottoressa Indiveri e il professor La Neve, comprese le altre due dirigenti scolastiche, in maniera tale da poter avere la stessa opportunità di discussione. Penso che questo potrebbe essere palesemente e pacificamente accettato da tutti.
La invito – se vuole, ovviamente – a ritirare la sospensione per poter procedere di nuovo all’ascolto delle dirigenti attraverso la votazione. Penso possa essere un punto che incontra tutti i pareri.
Consigliere Gianfreda. Ha prenotato prima lei. Mi dica lei. Prego, consigliere Annicchiarico.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Perché dobbiamo rendere complicate le cose semplici? Il mio era un tentativo, di fronte a Scilla e Cariddi, che facevano diventare lo Stretto di Messina pieno di marosi, un tentativo di salvare cavoli e capre, forma e contenuto. Se noi sospendiamo per il tempo necessario, saranno dieci minuti... Tanto, se è sospeso, il Consiglio comunale potrebbe pure essere sospeso per chissà quanto tempo se non rientrano tutti i consiglieri.
Anche il fatto di far parlare le altre dirigenti, con tutto il rispetto per le dirigenti, ma che cos’è? Dobbiamo rimettere in moto un battibecco, un possibile... Una parola, che può essere un aggettivo, può essere una pausa, può essere una cosa... Poi, per fatto personale, l’altro deve parlare.
Tutto questo lo possiamo fare non perché non debbano sentire quelli che a casa ci stanno seguendo, ma perché ormai ci hanno abbandonato, probabilmente. Non ci stanno seguendo. Ci avranno abbandonato, e hanno fatto bene a fare altro. Non so che cosa sta in televisione. Qualche altra fiction stasera. Lasciamo stare.
Io mantengo la mia proposta di richiesta di sospensione per dar modo a tutte le legittime attese di essere soddisfatte. Dopodiché, rientriamo. Voi voterete e io me ne andrò.
Speaker : SINDACO.
Faccio mia la richiesta del consigliere Marangella e del consigliere Manigrasso circa la possibilità di concedere cinque minuti a testa alle dirigenti (qualora ritengano opportuno intervenire; non è detto che vogliano intervenire) e al professor La Neve per concludere quel percorso di ascolto.
Dopodiché, ognuno farà le valutazioni che riterrà opportune. Mi sembra...
Speaker : PRESIDENTE.
Un attimo. No. Un attimo.
Silenzio! Consigliere Santoro! Consigliere Santoro! Consigliere Santoro! Consigliere Santoro, non ha richiesto la parola. Non urli. Sta urlando anche lei. Per farmi sentire, mi tocca, purtroppo, urlare più di lei. Arrivederci. Buona serata. Grazie.
Consiglieri, per favore, dobbiamo proseguire con i lavori.
Proseguiamo con i lavori. Consigliere Gianfreda, in merito ai lavori? Prego, consigliere Gianfreda.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Domani mattina vado a fare due ore a scuola e poi vengo alla manifestazione.
Speaker : PRESIDENTE.
Prego, consigliere Gianfreda.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Presidente.
Speaker : PRESIDENTE.
Consigliere.
Speaker : CIRO GIANFREDA.
Stiamo dando uno spettacolo indegno. Uno spettacolo indegno.
Noi non vogliamo trovare una soluzione ai problemi che ci pongono i cittadini. Noi vogliamo soltanto le scaramucce ridicole tra fazioni (destra, sinistra, centro, centrosinistra, centrodestra, io non sono quello), tra i tre circoli (quello parla e io non parlo). Noi ci siamo già fatti un’idea. So anche come andrà a finire. Sappiamo tutti come andrà a finire se la mettiamo ai voti.
L’unica cosa è un fatto procedurale. Qualcuno l’ha pure richiamato. Un fatto procedurale. C’è una mozione da parte di un consigliere, che ha chiesto di far parlare una persona. È chiaro? Il Presidente, invece, dovrebbe invitare questa persona a non parlare di fatti personali, ma ad attenersi strettamente alla delibera, all’oggetto, così come dovremmo fare anche noi.
Quindi, questo giochetto, che potevano parlare anche gli altri, anche dal pubblico (se parla quello deve parlare pure quell’altro), a me non interessa. Per quanto mi riguarda, e penso che voi non siate d’accordo, da quello che ho sentito, date la possibilità dell’istituzione di un tavolo prossimo, subito, in cui si possano risolvere i problemi che ci pongono i cittadini? No. Voi avete detto no. Lo avete detto prima. Lo ha detto il Sindaco. Barra dritta: sei aule e sei... Punto. Ci vediamo l’anno prossimo se non cambiano i numeri, o se cambiano i numeri.
Adesso il proponente se ne è andato, quindi non c’è nemmeno bisogno di discutere su questa cosa. È un fatto, invece, importante, che non è... Probabilmente, è posto anche in maniera strana, in maniera particolare, ma non dobbiamo giocare sulle cose. Noi dobbiamo risolvere i problemi dei cittadini. Li vogliamo risolvere? No. Continuate a giocare.
Speaker : PRESIDENTE.
Scusate... Scusate un attimo. Scusate un attimo. Scusate un attimo. Siccome, anche per chi ci sta seguendo oggi, è difficile capire la sovrapposizione delle regole del Consiglio comunale, come si struttura, la mozione e quant’altro, ci troviamo in questo momento in una impasse. Il proponente della mozione è andato via, quindi teoricamente potremmo alzarci tutti e andare via, perché manca... Chiudiamo senza una votazione e nient’altro, per mancanza del proponente. E vengono meno tutte le varie proposte e l’ultima mezz’ora nella quale abbiamo ragionato di chi e come far parlare, che non era la volontà di nessuno, ma l’espressione del Consiglio comunale. Al proponente della mozione non lo posso ricordare, perché è assente e ci ha sottratto la possibilità di poterci esprimere appieno dopo 4 ore e 20 minuti di Consiglio comunale. Semplicemente.
Prego, Sindaco.
Speaker : SINDACO.
Si è parlato sin dall’inizio della democrazia, del dibattito. Una proposta di allargamento... Io ho proposto cinque minuti e cinque minuti. Gli altri consiglieri hanno proposto – dell’opposizione, non della maggioranza – cinque minuti a tutti, anche alle dirigenti.
Stiamo accogliendo le proposte che vengono dalla minoranza, non dalla maggioranza. Le ho fatte mie, le sto proponendo. Sto dicendo “parliamo”. Che cosa c’è di antidemocratico in questo? Stiamo dicendo “votiamola e facciamo gli interventi”. Non so se gli altri vorranno intervenire o non vorranno intervenire. È stata fatta questa proposta, che viene dalla minoranza, non viene dalla maggioranza. Io l’ho fatta mia. No. Sto guardando te per dire che non c’è nessuna volontà di sottrarsi al dibattito. Non c’è nessuna volontà di sottrarsi al dibattito. Anzi, lo stiamo allargando ancora una volta perché vengano fuori tutti gli elementi che ci possono indurre a pensare che la delibera del Consiglio comunale, della Giunta comunale è illegittima. Li voglio sentire tutti questi argomenti, e per questo vanno bene tutti gli interventi di questo mondo. Tutti.
Io sto aspettando che qualcuno mi convinca dell’illegittimità. Va bene? Si può fare... Ho capito. Sto dicendo... No, aspetta. Prima chiudiamo il Consiglio comunale. Penso che non sia rispettoso nei confronti dei dirigenti e di tutti quelli che sono qua...
Speaker : PRESIDENTE.
Sindaco, basta così. È chiaro.
Speaker : SINDACO.
...fino a stasera.
Io dico che sarebbe stato più opportuno discutere. Non abbiamo paura di discutere della legittimità della delibera, ammesso e non concesso – lo dico – che il Consiglio comunale potrà dire quello che vuole stasera. Non è che in automatico si revoca la delibera di Giunta, come facevi notare tu. È il dibattito che può stimolare la Giunta a cambiare idea, non l’atto di indirizzo che viene dal Consiglio comunale e può contenere in sé degli elementi non condivisibili. È il dibattito, che però viene mozzato dal fatto che non c’è più il proponente.
Detto questo, vogliamo ridiscutere quando qualcuno avrà capito meglio le competenze del Consiglio comunale, le competenze della Giunta? Soprattutto, quello che si decide in Capigruppo poi vale. Non è che lo mettiamo in discussione sempre.
Io sono a disposizione, la Giunta, il Consiglio comunale è a disposizione per il dibattito. Dopodiché, manca il proponente. Ne prendiamo atto. Ci rivedremo in un altro momento. Che dire più di questo?
Grazie a tutti.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, Sindaco.
Speaker : SINDACO.
Voglio dire una cosa. Personalmente, voglio ringraziare tutti quelli che sono venuti, che hanno partecipato dal momento della raccolta delle firme sino adesso. Poi vi ringrazierò per la prossima volta.
L’unica cosa importante, voglio cogliere questo momento per dirlo a tutti, è che domani mattina alle 10 c’è la manifestazione contro l’ampliamento della discarica. Vi prego di essere presenti.
Speaker : PRESIDENTE.
Restiamo fermi. Il Consiglio comunale non è ancora finito.
Consigliere Manigrasso, prego.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Presidente, chiedo scusa. Il Consiglio comunale...
Speaker : PRESIDENTE.
Invito il pubblico a osservare silenzio. I lavori vanno avanti.
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Il Consiglio comunale non può più dire altro. Lei deve chiudere il Consiglio comunale adesso non potendo più né votare né intervenire.
Se poi, raccogliendo l’indicazione del Sindaco, la richiesta del Sindaco, ci vogliamo fermare in maniera informale, possiamo ascoltare tutti quelli che vogliono intervenire, compresa l’Indiveri, compreso il professor La Neve, compresi tutti gli altri, ma a titolo personale. Per cui, il Consiglio comunale sciolto...
Speaker : PRESIDENTE.
A chiusura di Consiglio comunale. Ognuno è libero di...
Speaker : ALFONSO MANIGRASSO.
Di rimanere o meno.
Speaker : PRESIDENTE.
...di rimanere e parlare.
Ringraziando tutti, chiudo il Consiglio comunale alle ore 21,50.
Grazie. Buona serata a tutti.