Speaker : PRESIDENTE.
Prego tutti i consiglieri di prendere posto.
Buongiorno a tutti. Possiamo iniziare con l’appello.
Prego il Segretario Tamburrano di procedere con la conta dei consiglieri.
Prego, Segretario.
Speaker : MAURO EDMONDO TAMBURRANO, Segretario generale.
D’Alò Ciro, Annicchiarico Cosimo, Annicchiarico Giovanni, Cabino Anna, Cometa Andrea, D’Abramo Gabriele, D’Alò Saveria, Danese Loreto, De Carolis Giulio, Di Palma Pierluigi, Donatelli Francesco, Gianfreda Ciro, Lacava Alessandra, Manigrasso Alfonso, Marangella Aurelio, Marinelli Giovanni, Masciullo Ciro, Miglietta Gabriella, Petrarulo Ciro, Rossini Domenico, Russo Antonietta, Santoro Michele, Serio Massimiliano, Siliberto Noemi, Zimbaro Massimo.
Presenti 18, 7 assenti.
Speaker : PRESIDENTE.
Il consigliere Serio è assente giustificato. Scusate, consiglieri.
Il consigliere Annicchiarico mi ha chiesto la parola per una comunicazione pre-Consiglio.
Prego, consigliere.
Speaker : COSIMO ANNICCHIARICO.
Buongiorno. Grazie, Presidente.
La prego di non voler considerare parte del mio intervento come fuori luogo. Glielo chiedo per l’ultima volta. Voglio lasciare a verbale, come su una scatola nera, traccia di questo mio intervento, traccia di questa mia decisione, traccia di questo mio momento. Non ho scelto io la data del 24 giugno, che oltre a essere la data di cui si chiama, porta il nome di Giovanni Battista e quindi l’augurio a tutti Giovanni presenti e assenti; non ho scelto io questa data, che cade sei mesi prima della vigilia di Natale esattamente, non l’ho scelta io anche se questa cade a 160 anni esatti dalla Guerra di Solferino, la Prima Guerra Europea con migliaia di morti per l’Unità d’Italia. Quella è grande storia, questa è micro storia, tanto micro, quello che sto per scrivere io insieme con voi, che forse non riuscirà nemmeno a travalicare la transenna della cronaca.
Io consegnerò domani al Protocollo e copia nello stesso tempo al Segretario comunale, al Presidente del Consiglio, al Sindaco di Grottaglie delle mie dimissioni da consigliere comunale.
Lo faccio per una questione che mette assieme piano personale – ce ne sono stati altri che hanno fatto appello a questioni personali – e piano sanitario, ma senza che vi preoccupiate, lo cito soltanto perché si può citare in un contesto che non è alla lettera, ma è in senso lato, per motivi che sarà difficile… Anzi, per me ho scelto che non verrò nemmeno qui ad elencarli se dovessero riguardare o le gocce che fanno traboccare il vaso, perché in questo caso anche le gocce insignificanti, quando il vaso è pieno, hanno una gravità che li porta sicuramente a far sentire il loro peso, il loro peso specifico e il loro peso di gravità. Ho fatto un po’ i conti. Siccome si parla in questi mesi di Quota 100, mi prendo anche io la finestra di Quota 100: 70 sapete che li ho compiuti, 30 viene dalla sottrazione di 45 anni di impegno più 15 che sono stato fuori da quest’Aula, meno 15 che sono stato fuori da quest’Aula, 70 più 30 circa non potevo fare il calcolo dei mesi o dei giorni o delle ore, però, senza chiedere che mi venga concesso, mi sono preso questa libertà di utilizzare la mia particolarissima Quota 100. E lo faccio in un pomeriggio cosiddetto torrido, che qui dentro per la verità non si nota. Sono venuto con la giacca pensando di sudare e invece forse me la terrò per evitare di raffreddarmi. Sono venuto con la giacca, lo sapete, perché questo comunque per me è un momento importante. I vestiti si indossano o nei giorni di lutto o nei giorni di gioia. Questo non è né gioia né lutto, perché sta a mezza strada, come tutte le cose che capitano nella vita delle persone.
Sono entrato in questa Aula consiliare al tempo delle cattedrali, cioè quando il buio visto dal basso, perché sta in basso, prevaleva e nascondeva o obbligava a camminare a tentoni. Però, bastava spingere lo sguardo in alto e c’erano le finestre e c’era la luce. Adesso lascio perché di cattedrali non ne vedo. Vedo qualcosa che è tenda provvisoria, campeggio, baracca.
Le cattedrali stavano nella Prima Repubblica, con tutto il buio che essa conteneva e gli accampamenti stanno nella Terza, con qualche luce che pure ha: dalle cattedrali al retrobottega, perché adesso la politica è fatta da un misto di formiche e di cicale. Le formiche portano a casa. È una bella espressione, tutti usano questa espressione che mi dà maledettamente fastidio: “abbiamo portato a casa”, “porteremo a casa”, “si deve portare a casa”. Ma quale casa? A casa propria! La politica è fatta da formiche che prendono, non elaborano, e portano a casa loro. Poi ci stanno tante cicale, in questo caso non contrastanti l’opera delle formiche, ma collaborando con esse. C’è il cicaleccio politico e c’è il formicaio.
Nel tempo in cui le api se la passano male, voglio andare a vedere se trovo qualche alveare, perché l’ape non porta a casa, ma prende, elabora, succhia, dona.
Stasera con le mie dimissioni… Non stasera, domani, perché questo Consiglio comunale deve procedere nella pienezza del suo plenum. Domani, quando tornerò ad essere quello che avevo deciso di essere fino a tre anni fa, partendo già dal lontano 2001, tornerò lì a tessere le mie tele, a camminare lungo le strade del dubbio, visto che ho incrociato accanto a me molte strade di gente che si dice certa. Lascio condividere la strada delle certezze, anzi l’autostrada delle certezze, e mi riprendo, non da solo, perché ce ne sono tanti che vivono ancora ‒ grazie a Dio ‒ la stagione dei dubbi.
In politica, o si fa un passo avanti o si fa un passo indietro o si fa un passo di lato. Nessuno di questi tre. Io faccio un passo in dentro. Faccio un passo in dentro perché oggi l’esteriorità prevale su qualsiasi tentativo di rimettere a posto le cose con l’interiorità. Cerco di ritendere un po’ la corda di un arco che si è molto allentata. Non ci sono frecce che tengano quando la corda dell’arco è lenta.
In più, voglio evitare di far andare in delirio la mia mente, cioè di farla uscire fuori dal solco e perdere il controllo di me. Voglio evitare di incattivirmi, perché non è bello invecchiare incattivendosi. Avevo sperato ‒ e ho sbagliato ‒ di poter invecchiare in mezzo ai giovani. Ho sbagliato perché non mi sono adattato. Si dice che l’uomo è l’essere che meglio degli altri si adatta all’ambiente. Probabilmente io, per costume, per formazione, per educazione, per testardaggine, ho preferito, preferisco e preferirò essere un po’ fuori dal gregge, scontare la mia solitudine, che non è una condanna, ma è una risorsa. Lo faccio nella consapevolezza degli errori compiuti, di cui chiedo scusa.
Già queste mie dimissioni erano state invocate tre anni fa. Lasciare la maggioranza significa dimettersi. Non l’ho fatto. Ho peccato di presunzione. Pensavo di poter stare fuori dal coro, in una sorta di purgatorio, che il Sindaco ha sempre confuso con il limbo, per percorrere migliori acque, ma queste acque, poi, non sono state tanto migliori; anzi, via via che andavo avanti, anche questi altri due anni, che dovrebbero stare ancora davanti a me come consigliere fortunosamente eletto, senza che chi mi aveva anche invitato a entrare in lista lo desiderasse realmente.
Per cui, mi pento di aver accettato per primo una “candidatura trappola”. Mi pento della mia presunzione di aver ritenuto possibile che avrei potuto invecchiare ‒ come vi ho detto ‒ meglio tra i giovani, aiutandoli e aiutandomi a governare il cambiamento, non a dichiararsi il cambiamento. “Governare il cambiamento” significa assumere una posizione totale di libertà di coscienza e di parola. A questa mi sono attenuto. Di questo non mi pento.
Non mi pento di essere arrivato ad aver dovuto subire, tollerare che mi si facesse lezione di politica da parte di improvvisati cattedratici senza titolo. Per cui, lascio quella politica. Nessuno mi dirà più che faccio il gioco delle parti, aggiungendo “e ci sta”. No, non ci sta. Io il gioco delle parti non l’ho mai fatto. O almeno, se l’ho fatto, non me ne sono accorto, quindi non ne sono cosciente. Guardate, il grado di consapevolezza e di coscienza è un grado che si raggiunge al di sopra della soglia della sufficienza. Tutti gli esseri hanno uno spirito, una spiritualità, anche alla greve materia, però se non raggiungono la soglia della coscienza non se ne possono rendere conto. Una volta raggiunta la soglia della coscienza e una volta che ci si è resi conto, allora la coscienza batte, fa battere i cuori facendoli pensare, fa battere le menti facendole pulsare.
Il dettato kantiano del “tu devi” è impresso nella mia mente sin dagli anni del liceo. Il “tu devi” è categorico, non ammette remore, non ammette titubanze. Tu devi perché devi. Ti conviene? Qualcuno potrebbe anche dirmi: “Non ti dimettere, non ti conviene”. Ho messo in conto tutte le insidie di questa mia scelta, le insidie che si diffonderanno o si potranno diffondere, i mormorii, i chiacchiericci. Forse stavolta non si potrà dire che me ne sono andato da un’altra parte perché non sono diventato Presidente del Consiglio. Forse stavolta non lo potranno dire. “Perché non ha avuto quello che voleva”. No. Non ho mai voluto niente. La proprietà privata è un furto. Per questo sono pronto ad andare anche sulla sedia elettrica, rischiando di essere considerato maoista.
Mi lascio alle spalle, però, un’inutile fatica. La fatica di vedere se il giorno dopo qualcosa può cambiare. Quello della miopia amministrativa riguadagna un po’ di aria, un po’ di luce, un po’ di quelle finestre delle cattedrali che mi fanno uscire fuori dalla caverna, dalla caverna platonica, per andare a occupare il mio tempo nella bottega delle idee.
Poliεtica trasferisce così, da domani, fuori da quest’Aula la sua bandiera. Eppure qualcosa mi dice dentro che non se ne andrà del tutto. Qui resta, come uno scomodo convitato di pietra, il silenzio della sua assenza, capace di continuare a turbare anche il sonno di tante certezze. Senza essere Giulio Cesare, anzi volendo soltanto prendere a pretesto il famoso aforisma: veni, vici, perdidi. Sono venuto, ho visto, ho perso. Cesare disse: “Ho vinto”.
Ho perso. Mi resta solo vedere di sciogliere, se sarà sciolta, una domanda su che cosa sia meglio: il mio andare o il vostro restare? Socrate, quando disse parole che dovevano essere un po’ più pesanti di queste, più grevi, più importanti, le rivolgeva a chi gli aveva dato la cicuta. Io faccio un po’ come fece Machiavelli, come lo descrisse nella lettera a Vettori, 500 anni fa o poco meno: “Venuta la sera, mi ritorno in casa ed entro nel mio scrittoio; in sull’uscio mi spoglio di quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch’io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli, per loro umanità, mi rispondono; e non sento per quattro ore di tempo alcuna noia; dimentico ogni affanno; non temo la povertà; non mi sbigottisce la morte; tutto mi transferisco in loro”.
Buon cammino.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Annicchiarico. No, consigliere Santoro. Sa bene che non può avere questo minuto. Sa benissimo come funziona il Consiglio comunale. Consigliere Santoro, abbia il rispetto del momento. Sicuramente. Apriremo il prossimo Consiglio con un ordine del giorno che lei richiederà. No, non è una questione di preghiera. Lo sa che non posso darle la parola. No, consigliere. Lo sa. È già successo in passato. No. Consigliere, non insista. Tra l’altro, per motivi tecnici… Ci avvisano loro? Okay. Quindi, possiamo andare avanti? O dobbiamo interrompere? Consigliere Santoro, non insista, non mi ha chiesto la parola prima. Va benissimo. La invito al rispetto delle dichiarazioni che ha fatto il consigliere Annicchiarico e a non buttare tutto in caciara. Non urli, per favore. Non insista… Per nessuno. No, assolutamente. È lei che urla. Lei sta urlando, consigliere Santoro. Non la conosco bene, evidentemente.
Primo punto all’ordine del giorno: “Interrogazione prot. n. 16707 del 10/06/2019 su: ‘Zona economica speciale e viabilità aeroportuale’ presentata dal Gruppo consiliare Articolo Uno”.
Passo la parola al consigliere Donatelli.
Speaker : FRANCESCO DONATELLI.
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Per la verità, anch’io mi aspettavo che, dopo l’annuncio a sorpresa da parte del professore Annicchiarico delle sue dimissioni, si potesse dire qualcosa, si aprisse un minimo di dibattito. Però, mi attengo a quelle che sono le decisioni, molto spesso criticabili, del Presidente, quindi non vado oltre, se non quello di dire al collega professore Annicchiarico, a parte la sorpresa ovviamente che ci coglie un po’ tutti di fronte a queste dichiarazioni così motivate e così richiamate ad alto livello, per le cose che ci ha abituato a dire il professore Annicchiarico, in bocca al lupo. Comunque, con il professore Annicchiarico sicuramente avremo occasione al di fuori dell’aula consiliare di continuare iniziative e battaglie, che in passato ci hanno anche visti insieme, a volte contrapposti, ma molto spesso anche sullo stesso fronte. Detto questo, vengo all’interrogazione.
Oggi è venuto a Taranto il Vicepremier Di Maio e ha detto (non l’ha annunciato perché già lo sapevamo) che tra le cose (rubo una frase al professore Annicchiarico) portate a casa per Taranto vi è l’approvazione della ZES. Per la verità, noi già sapevamo che la Zona economica speciale è stata finalmente approvata. Si è concluso un lunghissimo iter, che ha visto, con la firma del decreto da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, l’approvazione di una delle due ZES che interessa il nostro territorio e la nostra regione. Mi riferisco alla ZES Ionica, che riguarda l’area di Taranto, quindi anche Grottaglie, oltre a una parte della vicina regione Basilicata. Un iter che è stato lunghissimo, che ha visto due Governi impegnati, il Governo Gentiloni e attualmente il Governo Conte, che ha visto due assessori allo sviluppo economico della Regione Puglia, prima Michele Mazzarano e poi Mino Borraccino, battersi per arrivare a questa grandissima conclusione, che è appunto quella dell’approvazione della Zona economica speciale.
Con la Zona economica speciale, come diciamo nella nostra interrogazione, ci si aspettano tantissime ricadute sul territorio, perché la Zona economica speciale prevede, tra le altre cose, una serie di benefìci e di agevolazioni soprattutto per le imprese che intendono insediarsi sul nostro territorio, agevolazioni come gli incentivi economici e fiscali, più tanti altri benefìci che porta questo strumento della ZES.
In pratica, è uno straordinario strumento che può e deve portare sviluppo e occupazione sul nostro territorio, e Grottaglie è uno dei comuni che sarà beneficiato da questo, anche perché si è attrezzato nel tempo per questo evento, considerato che di ZES se ne parlava da lunghissimi anni. Quindi, con la presenza stessa dell’aeroporto di Grottaglie, che è un ulteriore elemento, appunto l’infrastruttura aeroportuale, come anche quella del porto di Taranto, sicuramente rientra nella logica e soprattutto nelle possibilità di beneficiare delle cose che sono previste nella ZES. Tant’è che – se n’è parlato nell’ultima campagna elettorale amministrativa – si pensa che si potrebbe anche arrivare a una sorta di Autorità unica (Port Authority) tra porto di Taranto e aeroporto di Grottaglie.
Ma noi siamo anche attrezzati del nostro Piano di insediamento produttivo (PIP) e della nostra zona industriale, quindi è importante che il nostro territorio e le nostre Istituzioni, a partire dal Comune di Grottaglie, non si facciano trovare impreparati su questo. E penso che un po’ di ritardo e forse di disattenzione, o di attesa di qualcosa che doveva venire dall’alto, c’è stato da parte del Comune di Grottaglie.
La preoccupazione, quindi, che vogliamo mettere in evidenza con la nostra interrogazione è che c’è un rischio che ci sia la possibilità di perdere gran parte delle opportunità che offre la ZES, ma soprattutto deve vedere il Comune di Grottaglie non come presenza passiva sul territorio, ma come, anzi, protagonista dell’attività di questo territorio. Ecco la seconda parte dell’interrogazione: il rischio che si vede in questo contesto con l’approvazione della ZES è che una delle opportunità che si possono cogliere è quella di essere ulteriormente elemento di attrazione per le imprese che si devono insediare nel nostro territorio e, quindi, nella nostra zona industriale. Ma qui abbiamo un problema, e lo stiamo mettendo in evidenza ormai da tantissimo tempo: la viabilità aeroportuale.
Anche qui c’è una lunghissima storia, che sintetizzo in pochissime battute. È una storia che è iniziata con l’ampliamento dell’area aeroportuale di Grottaglie, con l’allungamento della pista, con una serie di finanziamenti che sono arrivati sul nostro territorio e che dovevano continuare prima con l’approvazione e poi con la realizzazione di un piano di sviluppo strategico dell’aeroporto di Grottaglie. Questa storia è iniziata attorno al 2005-2006, nel 2009 ha visto un momento importante con la firma del protocollo d’intesa, avvenuta a ottobre 2009, ma poi Grottaglie, soprattutto il suo Consiglio comunale è stato più volte interessato e ha spinto, come Consiglio comunale, in questa direzione nel momento in cui, anche su input dell’allora Amministrazione provinciale di Taranto, si è messo in moto tutto un meccanismo di coinvolgimento non soltanto della Provincia di Taranto, ma anche dei Comuni presenti all’interno dell’area aeroportuale, a partire da Grottaglie, a Monteiasi, a Carosino, che è stato interessato negli anni passati a lavorare all’applicazione del Piano di sviluppo strategico dell’aeroporto di Grottaglie.
Nel 2014 il Consiglio comunale si è espresso su questo. Nel 2016 è continuata un’attività propedeutica allo sviluppo: parlo della verifica, con la Conferenza dei servizi, dell’assoggettabilità a VIA riguardo la viabilità aeroportuale. fino, appunto, all’anno scorso, quando siamo stati interessati nel momento in cui il Consiglio comunale ha deliberato, con approvazione prima provvisoria e poi definitiva, una variante urbanistica riguardo la viabilità aeroportuale.
In pratica, che cosa si chiede con questa interrogazione, soprattutto in riferimento alla viabilità aeroportuale? C’è un progetto complessivo di 25.500.000 euro, un progetto approvato dalla Provincia di Taranto nel 2017. Di questo progetto complessivo è stato approvato uno stralcio che riguarda una parte di viabilità, a partire, appunto, dalla superstrada all’altezza della stazione ferroviaria di Monteiasi, per arrivare a passare dall’area industriale di Monteiasi all’area aeroportuale, quindi allo stabilimento ex Alenia, ora Leonardo, all’aeroporto stesso, fino all’area industriale di Grottaglie.
Ebbene, fin dal 2014, in questo Consiglio comunale, almeno io personalmente su questo mi sono battuto almeno da allora, in quel progetto c’è una carenza che io ho fatto sempre notare. Quel progetto, cioè, prevede di passare dall’attuale viabilità vicino l’aeroporto, fino ad arrivare a Grottaglie. Il progetto, che ancora non è definitivo, perché è stato stralciato, come ho detto prima, arriva fino alla via Appia, quindi all’ingresso di Grottaglie, passando per il sottopassaggio ferroviario e stradale che si trova sulla strada di Monteiasi.
La proposta che è stata fatta in più occasioni – sto per concludere, Presidente – è quella di modificare quel progetto, ed è già un primo elemento molto positivo, se si va a modificare. Ma non solo modificare: poi bisogna battersi per il finanziamento e quindi per la realizzazione. In pratica, la proposta che si è fatta nei diversi Consigli comunali, e per ultimo anche nel momento in cui si è discusso dell’adozione della variante nel luglio dell’anno scorso e dell’approvazione definitiva a dicembre dell’anno scorso, quello che si chiede, è che ci sia, prima di arrivare al sottopassaggio ferroviario, la realizzazione di una rotatoria, che tra l’altro è pure prevista dalla viabilità, dalla quale parta un collegamento diretto con la nostra zona industriale.
Se non si realizza questo tratto viario, il rischio concreto (e quindi è l’allarme che lancio ancora una volta in questo Consiglio comunale), è che la nostra area industriale perda di appeal. Non c’è un grandissimo interesse da parte delle imprese ad investire a Grottaglie, se non ha questo collegamento diretto. Anche perché, la logica di quel progetto di 25.500.000 euro era di mettere in relazione le due aree industriali, quella di Grottaglie e quella di Monteiasi, passando per l’area aeroportuale, sia dell’aeroporto che degli stabilimenti industriali che ci sono appunto vicino all’aeroporto.
Se non si realizza questo, ripeto, il rischio è che la nostra zona industriale diventi marginale, perché non ci sarà interesse, da parte delle imprese, a venire qui a Grottaglie ad investire.
Ancora una volta, quindi, con questa interrogazione, quello che si chiede al Sindaco, quello che si chiede a tutto il Consiglio comunale è di prendere coscienza di questo pericolo, ma allo stesso tempo di prendere coscienza di questa grandissima potenzialità, che può essere sviluppata senza perdere tempo, per arrivare, nel più breve tempo possibile, sapendo che l’iter è lunghissimo, alla realizzazione di questa parte di viabilità che ci mette direttamente in collegamento con l’area industriale e con l’area aeroportuale della nostra città.
Se non c’è questo, ripeto, il rischio di emarginazione della nostra zona industriale è del tutto evidente. Chiedo, quindi, con questa interrogazione, e come Gruppo lo chiediamo al Sindaco, ma è un appello rivolto a tutta la maggioranza, di lavorare concretamente su questo, senza fermarsi all’approvazione formale di una volontà generica, cosa del resto che è già stata fatta in Consiglio comunale, quando, a dicembre scorso, abbiamo approvato definitivamente la variante urbanistica. L’interrogazione, quindi, serve per aprire un percorso e soprattutto per sapere se c’è la volontà, da parte di questa Amministrazione, del Sindaco e di questo Consiglio comunale, di perseguire questa strada. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Donatelli. Passo la parola all’assessore Blasi. Prego, assessore.
Speaker : GIOVANNI BLASI, Assessore.
Grazie e buonasera a tutti.
Consigliere, io la ringrazio per il riepilogo complessivo della vicenda, a partire dalla ZES, fino alla viabilità aeroportuale. Noi ricordiamo benissimo, nell’arco di vari mesi, qual è stato l’iter per arrivare ad ottenere il riconoscimento di circa 500 ettari all’interno della ZES ionica, che è un numero importantissimo rispetto alla totalità che era prevista, includendo all’interno le aree aeroportuali, le aree della zona PIP ed altre aree produttive, come lo stesso Centro servizi agricoltura.
Adesso, per quanto riguarda la ZES, tutto è in mano al ministero. Vedremo concretamente che cosa si potrà realizzare, perché nei vari incontri che io, il Sindaco e i tecnici abbiamo avuto presso l’Autorità portuale, presso la task force della Regione Puglia, i dubbi sulle economie sono notevoli. Il dubbio è anche che possa ricadere un po’ tutto sulle Amministrazioni locali. Adesso, quindi, concretamente, bisognerà vedere come si realizzerà questa Zona economica speciale, e su quali economie, soprattutto.
Anche su questa cosa, quindi, da parte nostra, non c’è stata assolutamente alcuna disattenzione o trascuratezza. Anzi, questa vicenda l’abbiamo vissuta nel periodo in cui l’area tecnica era sfornita del proprio dirigente. Per cui, io e il Sindaco abbiamo seguito personalmente tutte le vicende, tanto che non vi nascondo che a un certo punto la task force pensava che io fossi il dirigente dell’area tecnica, perché mi interfacciavo direttamente con loro, insieme a Luciano Trani, per trasmettere tutta la documentazione necessaria.
Per quel che riguarda la viabilità aeroportuale, noi insieme, di concerto, Commissione e Consiglio comunale, abbiamo approvato la variante con alcune condizioni particolari, che sono state inserite anche nella delibera di approvazione della variante, in cui chiedevamo alla Provincia e alla Regione di attivarsi per reperire i fondi necessari per il completamento del progetto. Attualmente, quindi, esiste un progetto di fattibilità tecnico-economica, che riguarda l’intera area, comprendendo quello che fu riportato nella delibera del 2009 e che noi, nelle varie Conferenze di servizi abbiamo ribadito, ossia la volontà di collegare la Strada statale 7 con l’area PIP.
Per il momento, la notizia che si ha da Provincia e Regione è che molto probabilmente entro sei mesi si andrà in gara con il primo stralcio. I primi 12 milioni quindi saranno spesi per realizzare il tratto che abbiamo portato in Consiglio comunale. Il Presidente della Provincia ha trasmesso formale richiesta alla Regione Puglia, con una nota di giugno 2018, della possibilità di valutare di finanziare il completamento dell’opera.
Quale Amministrazione, al momento, quello che è di nostra competenza lo abbiamo fatto. Abbiamo avuto anche il supporto, in quel frangente, della Provincia. Naturalmente, non siamo non attenti alla questione, anche in merito alle successive evoluzioni che ci sono state sull’area aeroportuale, sulle attività che stanno interessando l’aeroporto in questi ultimi tempi. Naturalmente, si è tutti interessati affinché questa infrastruttura abbia il suo sviluppo e completamento nella sua interezza, per quelli che sono i migliori vantaggi per tutta la città di Grottaglie e per le imprese che esistono e che vorranno, nel futuro, insediarsi. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, assessore.
Consigliere Donatelli, prego.
Speaker : FRANCESCO DONATELLI.
Assessore Blasi, oltre alla buona volontà che registro, come al solito, vedo un’attenzione particolare su queste questioni. Attenzioni, però, che poi purtroppo si esauriscono dopo le dichiarazioni dell’assessore, perché di concreto vedo ben poco.
Lo spirito di questa interrogazione era quello di aprire un percorso che non fosse soltanto quello della registrazione notarile di un’attività che è stata fatta, o che si ha in mente di fare. Penso che non sia questo lo spirito, ma neppure può essere una conclusione positiva la risposta che ha dato lei, assessore. Faccio soltanto un esempio, l’ho richiamato più volte nel mio intervento: nel luglio scorso abbiamo adottato quella variante urbanistica che riguardava quella parte di viabilità più interessata dal territorio di Monteiasi. Poi, con l’approvazione definitiva, nel dicembre scorso, io presentai, a nome del Gruppo, un emendamento che è stato votato all’unanimità. Sono passati però sei mesi e non è successo assolutamente niente.
Dopo, cioè, che il Consiglio comunale ha espresso una sua volontà su una situazione così importante per il nostro territorio, io mi sarei aspettato qualche atto concreto: che so, una richiesta di convocazione in Provincia per poter cominciare a vedere da lontano una luce, per quanto riguarda il secondo stralcio. Come infatti lei stesso ha detto, ma purtroppo è la realtà, dopo tutti questi passaggi fatti sia dal Consiglio comunale di Monteiasi che da quello di Grottaglie, la Provincia adesso dovrebbe portare a compimento quell’iter, con l’approvazione della gara. I tempi quindi sono ancora lunghi, e stiamo parlando della prima parte della viabilità, che ripeto, interessa molto marginalmente il territorio di Grottaglie.
Territorio di Grottaglie che invece non viene considerato da nessuno. Né mi posso aspettare dall’attuale Presidenza della Provincia, un interessamento su questo, se non viene stimolata: e chi meglio del Comune di Grottaglie, quindi, magari insieme agli altri Comuni, a partire dal Comune di Monteiasi potrebbe farlo?
Dirò di più. Noi abbiamo la fortuna di avere sul territorio l’assessore regionale allo sviluppo economico, Mino Borraccino, che è molto attivo, su questo. Che cosa aspettiamo a coinvolgerlo, assessore, e a far partire un lungo iter, che non si concluderà, sperando, entro la fine degli effetti che produrrà la stessa ZES?
Quel rischio che noi abbiamo adombrato in questa interrogazione, lo vedo tutto lì: non c’è assolutamente nessuno spiraglio, se non ci si muove in questa direzione. Quindi, l’impegno che pensavo, che avevo la speranza di sentire, era che da domani mattina il Sindaco, l’Amministrazione comunale, su questo fossero molto più attenti rispetto a tutte le dinamiche che stanno attorno a questa vicenda che riguarda tutta l’attività aeroportuale, con gli investimenti che stanno per arrivare, e quindi vedere un protagonismo maggiore da parte del Sindaco e dell’Amministrazione comunale di Grottaglie.
Fino a questo momento, però, purtroppo, registro una stasi, una situazione molto quieta, che non mi lascia per niente tranquillo. L’appello che faccio, quindi, è quello appunto di lavorare più concretamente, ma non da soli. Se volete, tutto il Consiglio comunale si potrebbe anche impegnare su questo. Ripeto, quindi, ancora una volta: l’appello è quello di far seguire alle belle dichiarazioni di volontà, cose molto più concrete. Grazie.
Speaker : PRESIDENTE.
Grazie, consigliere Donatelli.
Chiedo solo due minuti di pazienza, ai consiglieri, per poter riavviare il sistema che stiamo testando ed è in fase di aggiornamento. Soltanto due minuti.