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Evento "VOGLIO ESSERE L'ULTIMA" 28.11.2023
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La sera a tutti, grazie.
Grazie per essere venuti, ringrazio le signore presenti, alle quali dico prima di andare via, poi avvicinatevi, perché c'è un pensiero per voi da portare a casa il ricordo di questa serata e passo subito ai saluti. Allora brevemente vi dico questo è un incontro, come sapete, organizzato dalla come insieme e di concerto con il Comune di Taranto, di San Giorgio, appunto con il quale, grazie all'Assessora delle Castellano, abbiamo stipulato un protocollo d'intesa perché la cum che appunto centro ascolto, uomini maltrattanti e maltrattati si occupa della presa in carico dell'uomo maltrattante per quello che riguarda il diciamo l'ambito della violenza nei confronti della donna, che si cerca di arginare sottoponendo l'uomo ad un percorso psicologico, e poi il settore del maltrattato per ciò che può, diciamo venirsi a creare come forma di maltrattamento nei confronti dell'uomo in vari ambiti. Io amo separare i due settori perché diciamo no? Non si pensi che l'uomo maltrattato. A sua volta siamo altrettante sono due cose distinte e separate. Fatta questa breve premessa,
Passo la parola all'Assessora delle Castellano per i saluti istituzionali.
Grazie Stefania e una serata particolare, una serata, dico io, tra persone che quasi ci conosciamo, io conosco molti di voi e i volti sono la cosa più importante, io penso che guardarsi negli occhi trasmette proprio emozioni questa sera e dobbiamo riflettere su un argomento importante,
La violenza, non soltanto le donne, ma io penso anche la violenza di genere, la violenza che si può avere anche nelle famiglie, anche nei confronti dell'altro sesso. In questo periodo avete sicuramente sentito, siamo stati bombardati da un evento così eclatante la morte di Giulia, ebbene, a fianco alle donne ci sono anche degli degli uomini. Lo sportello che qui presente a San Giorgio serve proprio a da informazione, ma d'aiuto. E un percorso che dovrebbero fare non soltanto gli uomini, ma anche anche le donne. Io ringrazio i relatori che ascolteremo sicuramente perché avranno le competenze per poterci mettere per poter mettere in luce quelli che sono i problemi che si vivono attraverso proprio l'informazione, possiamo cambiare anche la cultura. Io ringrazio tutti e non tolgo il tempo a chi sicuramente più di me lo saprà spendere in maniera professionale. Grazie comunque.
Grazie Assessora per queste parole, ma quanto mai attuali è necessaria in un periodo storico, purtroppo così triste per alcune donne,
Passo adesso la parola a Franco Riondino, Presidente del CSV di Taranto. È anche socio fondatore, uno dei soci fondatori della comma per i suoi saluti. Grazie buona sera a tutti, così come sono stato presentato. Insomma, faccio il mio primo intervento.
Fianco, devi chiudere.
Il bello della diretta, ovvero si dice così.
Quindi io sono qui nella doppia veste di presidente del Centro Servizi per il Volontariato che probabilmente molti di voi non conosceranno perché, ahimè, in questa porzione di territorio della Provincia non siamo molto attivi, non soltanto per colpa nostra, ma perché il fermento delle associazioni spesso e volentieri non non ci pensano. Eppure siamo un soggetto rubo veramente due minuti, giusto approfitto anche della presenza dell'Amministrazione comunale. Siamo un soggetto che è presente sul territorio di Taranto, già da più di vent'anni. È un soggetto che nasce per il volere di una legge dello Stato ormai un pochino vecchia e poi ripresa dall'attuale codice del terzo settore, che diceva che metteva a disposizione dei fondi, pari a un quindicesimo dei proventi delle fondazioni bancarie, le metteva a disposizione dei centri di servizio sparsi in tutto il territorio nazionale per le organizzazioni di volontariato, per la loro crescita, per l'aiuto, consulenze, eccetera. Il codice del terzo settore ha cambiato leggermente il nostro ruolo e i fondi che ci arrivano delle fondazioni bancarie e le mettiamo a disposizione per la crescita del volontariato sul territorio a qualsiasi ente del terzo settore per la loro qualificazione, per l'accompagnamento all'interno degli enti del terzo settore. Io ho portato con me lascerò all'Assessora che ha dato i saluti il nostro l'ultimo bilancio sociale del 2021, perché, ahimè, anche l'Amministrazione comunale ci conosce poco. Potremmo avviare sicuramente delle collaborazioni interessante, a partire da un evento che stiamo organizzando nel Comune di Carosino e sono momenti partecipativi, così li chiamiamo. Questi eventi che servono giusto far a intessere una rete di collaborazione tra la pubblica amministrazione è il volontariato. In generale, gli enti del terzo settore sono degli eventi che permettono anche la conoscenza tra le associazioni stesse e tra il cittadino e le gli enti del terzo settore. Una cosa molto interessante che noi portiamo avanti ormai da 5 6 anni, che poi sono il preludio di quella che è la manifestazione più importante che facciamo, che è la rassegna del provinciale, del volontariato e della solidarietà ormai da 18 anni okay. Allora, detto questo, mi trasformo per dire qualcosa sull'evento di questa sera su questo periodo particolare che sembra che stiamo vivendo, ma non è un periodo particolare perché ormai da tanti anni, tutti i giorni anche oggi c'è stato purtroppo un femminicidio, femminicidio poi, tra l'altro, non è nemmeno la punta dell'iceberg, è proprio la cima della punta dell'iceberg, perché la violenza sulle donne che si per proprietà ogni giorno e in particolar modo nella nell'ambiente familiare, è probabilmente e sicuramente anche nell'ambiente di lavoro e, insomma, le denunce, sì, effettivamente salgono però le non denunce. Sono sicuramente molto, molto di più per una serie di motivi che sicuramente gli esperti probabilmente metteranno gli accenti. Non è un periodo particolare perché.
Ormai siamo a 107 femminicidi. Siamo alla fine dell'anno,
Ormai e c'è una media negli ultimi 20 anni che porta a 150 femminicidi durante l'anno in Italia e non siamo la nazione nel mondo occidentale che riporta il numero di femminicidi più alto. Addirittura siamo negli ultimi posti al terzultimo posto, una cosa molto interessante da sapere. I Paesi dell'Est sono quelli, purtroppo, con il numero più alto di uccisioni per mano di un uomo delle donne.
È una cosa che mi preme dirvi con molta meraviglia. Dopo tanti anni, finalmente vedo un uditorio composto da uomini e donne anche ieri sera, ad esempio, alla Biblioteca civica di Taranto, c'era un altro evento a cui ho partecipato erano 30 donne e tre uomini, me compreso, oggi vedo che c'è sostanzialmente un equilibrio e questo mi fa enormemente piacere perché ho sempre sostenuto da diversi anni da quando abbiamo organizzato la Biennale della prossimità Taranto, organizzando all'interno dell'università un evento di questo genere. Anche lì, ahimè, eravamo 40 donne e quattro uomini, sempre l'1%, e io ho sempre sostenuto che il problema della violenza di genere non è un problema solo delle donne che sono le vittime. Il problema e sociale è il problema effettivo, è negli uomini e quindi sono.
Cioè è negli uomini che bisogna capire no, la complessità atavica, ormai no di ciò che avviene e non non l'ho capito soltanto io, con molto ritardo, ma già dalla Convenzione di Istanbul stiamo parlando preso degli appunti del, stiamo parlando del 2013,
Stiamo parlando del 2013, quando si sottolinea la necessità, sì di supportare le donne che hanno subìto violenza attraverso tutta una serie di attività che anche l'Italia da tanti anni mette a disposizione, stiamo parlando di attività, quando già il reato è stato commesso, invece bisogna fare, bisogna cercare di attivare tutte quelle possibilità di non far avvenire la, la violenza finale e quindi ragionare in un certo modo sull'uomo sulla.
Sul sulla psicologia dell'uomo è quando magari si individua qualcuno che è predisposto per la violenza anche finale o se è denunciato se è già stato.
Magari in carcere, eccetera, magari fare un percorso di recupero attraverso le persone più indicate, psicologi, psicoterapeutici, eccetera. Questo è una cosa che è stata già individuata negli Stati Uniti già dal 1993, poi portata nella Comunità europea con delle raccomandazioni nel 2005 e finalmente nel 2011 vengono apportate delle risoluzioni, cioè delle indicazioni agli Stati membri di.
Elaborare delle leggi per supportare questo pensiero molto, molto interessante. E però il ritardo delle istituzioni è un altro fatto da denunciare perché noi stiamo parlando il 25 novembre no, la Giornata internazionale mondiale contro la violenza sulle donne viene fuori dal 1960 il 25 novembre, 1960.
In a Santo Domingo, vengono trucidate tre perso, tre donne poi uccise, buttate giù nel baratro da parte del Governo da parte di delle istituzioni, insomma 1960 soltanto nel 1999 l'ONU dichiara che è quella giornata è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, quindi ci sono dei ritardi, a cominciare dall'ONU. Praticamente sono passati più di quanti anni quarant'anni no.
Situazioni che si rincorrono e poi ne parliamo soltanto quando, ad esempio, il caso citato di quella povera ragazza di Giulia, eccetera però oggi c'è stato un altro femminicidio poco citato, va beh, questo è un altro tipo di discorso, poi magari da affrontare in altre situazioni in altre sedute come questa che è molto importante perché una situazione fa più rumore di un'altra,
Quindi la strada che cum ha intrapreso va nella giusta strada, indicata a cominciare dalla dalla Convenzione di Istanbul, poi recepita dallo Stato italiano fino a quando, mi sembra, nel 2014 ha creato all'interno del Dipartimento per le pari opportunità quello che ormai chiamiamo no, un piano straordinario per il sostegno alle donne vittime di violenza. Quindi dobbiamo partire, come accennavo prima, a una condizione di prevenzione per il reato finale, per il femminicidio, ed è questo quello che noi cerchiamo di fare da qualche anno anche da noi. Purtroppo, le istituzioni hanno un po' di ritardo,
Abbiamo delle difficoltà a ad avere un riconoscimento da parte della Regione. Abbiamo delle difficoltà a sottoscrivere dei protocolli d'intesa con l'ASL, con i Comuni, eccetera, ma la nostra idea non dico finale, una uno di quei obiettivi che vogliamo da subito raggiungere, perché è necessario creare una rete di tutti i portatori di interesse affinché si parlino tra di loro e quando parlo di rete, parlando della pubblica amministrazione in generale dalla Prefettura, la Polizia Carabinieri.
Tutti quanti, così come da qualche parte in Italia, succede di modo che in maniera integrata, possiamo dare delle risposte efficaci e cercare in maniera diversa di abbassare il numero di questo fenomeno che è diventato veramente insopportabile. Grazie,
Quindi l'impegno della comma ripeto e ribadisco, è proprio quello di arginare il fenomeno della violenza guardando da un'altra visuale, che è quello appunto, della cura dell'uomo, adesso ci sarà un momento di riflessione attraverso il canto di Letizia Fumarola, la quale eseguirà se, telefonando di Mina.
Buonasera a tutti e.
Muore.
Domani.
Do.
Nessuno.
È vero,
Infatti.
È grave,
Scusate.
E mia figlia,
L'ho chiesto se voleva cantare per aiutare in questo momento e accettato, quindi perché penso che una cosa bella per da ascoltare no per tutti noi, anche per rompere un po' il ghiaccio e sentirci un po' più tutti uniti, no e in tanti momenti come questo e come purtroppo quello della violenza e adesso poiché come già prima diceva il nostro Franco Riondino.
L'importanza della rete, l'importanza di dover no affrontare e di parlare addirittura celebriamo una giornata contro la violenza, in questo ambito si inserisce anche la scuola Liside e che ha dato vita ad un progetto molto importante, e la professoressa Grassi qui presente è venuta qui stasera per parlarci appunto di questo progetto dal titolo relazioni insostenibili lo scopo stasera e no e anche quello della cum, e di rendere queste relazioni invece sostenibili e per cui passo la parola alla professoressa Grassi in modo che ci spiega in che consiste appunto questo importante progetto.
Sì, buonasera a tutti.
E.
Allora la nostra partecipazione ritengo che sia importante per sottolineare comunque il ruolo della scuola.
Troppo spesso in quest'ultimo periodo in questi ultimi anni, un po' messa sotto accusa per vari aspetti che adesso non è il caso di tratta. La scuola invece è presente nelle dinamiche relazionali. Non è soltanto interessata per la difficoltà di portare avanti programmi, di educare i ragazzi alla legalità, eccetera, nonché la scuola è presente anche per recuperare il senso dell'affettività che oggigiorno, purtroppo, i ragazzi per il tipo di società cosiddette definita liquida hanno un po' perso proprio in quest'ottica. La scuola li Iside CAP, tra l'altro capofila di una scuola, di una rete di scuole provinciali che si occupano della salute, del benessere della persona, rilievi, ha dato vita ad una giornata del benessere, così come diceva l'avvocato.
All'interno della quale è stato presentato il progetto. Relazioni sostenibile, insostenibili, scusate, questo progetto ha come scopo quello di occuparsi della persona, della salute del benessere. Hanno una dimensione ampia della persona in un'ottica di salute biopsicosociale. Il benessere a 360 gradi della persona è un benessere di tipo olistico.
Che parte appunto da un dalle relazioni, ma relazioni destinate ad utilizzare un tipo di linguaggio, un lessico che io definisco, le parole che ci curano o le parole che ci salvano, perché le parole che ci salvano aiutano questi ragazzi a formare un futuro migliore.
Perché questo tipo di linguaggio che si cerca di portare avanti nella scuola attraverso la ricostruzione di cui all'interno di questo progetto?
Tende a ad agire in termini di prevenzione per cercare di destrutturare e far saltare se, laddove sia possibile, nei limiti in cui ci è consentito, quei famosi stereotipi che ormai sono talmente atavici è insita in noi che forse scendiamo in campo in maniera così automatica che non ce ne rendiamo conto attraverso il linguaggio che usiamo tutti i giorni ed è un tipo di linguaggio che non riguarda soltanto gli uomini, ma riguarda anche noi donne. È un archetipo che intendiamo dentro di noi ed è al risalente a tempi talmente Rino moti che ormai sembra come se fosse parte della della struttura genetica dell'uomo e della donna. Quindi, l'azione e preventiva in questo senso è l'attenzione data dall'indirizzo della sanità e l'assistenza sociale di cui adesso oggi sono portavoce. Due ragazze della quinta sociale, accompagnati dalla professoressa Luisa Albenzio, che li ha senior, si è occupata di.
E insieme a loro di curare questo progetto saranno proprio testimonianza dell'impegno della scuola o in termini di prevenzione,
Il progetto riguarda la presa in carico della salute della persona, considerato il genere, come è determinante per la salute, tant'è vero che è.
È stato posto l'accento anche sulla medicina che in quest'ultimo periodo un nuovo campo della medicina e prende il nome di medicina di genere perché questa mi questo tipo di approccio della medicina ha sottolineato l'importanza del genere come determinante per la salute.
Perché se poco poco ci soffermiamo sulla gli effetti di un'azione di violenza, ma che si espande a livello non soltanto di reato quindi dal punto di vista legale, ma anche dal punto di vista della salute e dei costi che comporta l'intervento su una persona maltrattata e una sola è una persona che maltratta vedremmo che è un fenomeno che si che ha si estende come una ragnatela addetti dei tentacoli che interessano tanti settori della nostra società che non di cui forse non non prendiamo in considerazione non ce ne accorgiamo, ma è un fenomeno che appunto il tentacolare,
Anche a livello di costi di un sistema sanitario e sociale che si deve deve prendere in carico e in cura. Persone maltrattate, maltrattanti, quindi la scuola Liside, con i suoi indirizzi per la sanità, l'assistenza sociale, a, diciamo per quanto è nelle sue diciamo nella nella sua possibilità, ritiene di di sensibilizzare i ragazzi attraverso la prevenzione, occupandosi di combattere e le le le differenze più che le differenze e proprio le discriminanti di genere, valorizzando, laddove sia possibile, le differenze, invece tant'è vero che spesso facciamo vedere nelle nostre aule, quando facciamo i progetti di sulla relazione, quelli educazione civica, la canzone di Tiziano Ferro che parlo differenza fra mette usiamo molto questo tipo di approccio proprio perché va vedo valorizzata la differenza.
E Valco attraverso la valorizzazione della differenza noi combattiamo le discriminazioni, la parola delle ragazze e poi la lasciamo magari DUP, vogliamo, se vogliamo lo possiamo fa già intervenire così anche in questo caso abbiamo uno stacco, ho ritenuto opportuno farle far partecipare le 2 ragazze Alessandra e Giada,
Perché e più e più impattante che le Spe, le la, la, il loro feedback di esperienziale attraverso il progetto che delle relazioni sostenibili è meglio che derivi da loro, che non dal docente noi forze, noi docenti o comunque noi adulti forse abbiamo consapevolezza del problema, ma è bello che si capisca che anche loro hanno consapevolezza che esiste un problema,
E quindi lascio la parola.
Buonasera, e grazie per averci dato l'opportunità di poter esporre questo progetto che stiamo sviluppando nel nostro istituto. Questo progetto ci ha dato l'opportunità di poter affrontare la tematica della discriminazione di genere in tutte le sue declinazioni. In particolare, abbiamo affrontato il tema della violenza di genere, soprattutto la violenza sulle donne, che è un tema o comunque attuale, è abbastanza triste, ingrosso. Abbiamo approfondito il tema del genere dei vari tipi di violenza, della quale precedentemente non eravamo molto informati o ma anche degli stereotipi di genere, partendo dall'analisi delle parole paritarie, come per esempio empowerment, ovvero l'accrescimento del potere. Infatti oggi si parla di Women, se empowerment, ovvero l'accrescimento del potere delle donne nella vita sociale ed economica fino ad arrivare alle parole necessarie, come per esempio cura, libertà e uguaglianza per superare i divari di genere. La Puglia abbia avuto l'agenda di genere che mira a migliorare la qualità della vita, a creare di pari opportunità e a crescere e a contest. Contrastare.
Le discriminazioni e la violenza di genere nella giornata organizzata dalla nostra scuola o sono intervenute varie associazioni, ovvero all'associazione Cumbo, alla casa della donna, all'associazione 9, l'1 e l'associazione, la vele e lo associo, e il Dipartimento di prevenzione dell'ASL.
Inoltre, molto importante è stato anche il confronto e il dibattito della presentazione del libro la libertà popolare, nella quale Alessandra ci leggerà una delle poesie più tocca l'acquisto in questione.
La poesia in questione si intitola anima ferita scritta da Letizia Cobalchini, sì, non vorrei ascoltare le tue parole terribili dei diritti, occhi ingannare il mio cuore costretta dato i gesti confuso è fragile, disperdo voci che scuotono, spaccano, schiantano alla mia anima ferita, non perderò l'incanto dell'alba nuova non soccomberà sarò luce che offusca la paura avrò a lidi perla per volare ancora.
Inoltre, teoria da aggiungere che noi ci impegneremo nella realizzazione di un POD cast dal titolo Liside benessere in ascolto, con la finalità, appunto, di sensibilizzare o comunque contribuire a, diciamo, inserire più gente possibile, rendere consapevole il maggior numero di persone possibili.
Appunto sulla tematica che riguarda la violenza di genere, utilizzando un linguaggio contemporaneo, quindi è abbastanza moderno, vi ringrazio e buona serata.
Grazie di questo splendido riscontro anche da parte delle ragazze, e perché il mondo scolastico purtroppo, cioè purtroppo è giusto che sia presente e i giovani parlino esprime esprimerlo anche quelle che sono, diciamo le noi, il loro modo di vedere e di vivere anche questa problematica nell'ambito e continuando appunto dell'ambito scolastico vorrei dare la parola al dottor Luigi Faraldi, vice dirigente della scuola Galilei di Taranto,
Buonasera, intanto, un saluto cordiale a tutti i presenti, un ringraziamento particolare alla presidente, l'avvocato.
Santoro per l'invito, che ho accolto favorevolmente in quanto la tematica odierna, oltre ad essere particolarmente, diciamo, ahinoi, invoca per la come dire.
Un susseguirsi innumerevole di episodi deplorevoli e tragici.
Anche nel mio contesto, purtroppo, sono ad assistere quotidianamente a episodi di violenza di genere, parlo di un contesto particolare qual è quello dell'istituto comprensivo Galilei nella città vecchia rione Tamburi, ma che comunque esemplifica quello che oggi è ormai un disagio sociale sempre più evidente,
Frasi del tipo se l'è cercata era vestito in maniera provocante, sono solamente la punta di un iceberg di stereotipi ormai troppo diffusi e pericolosissimi, ai quali i media e in generale la pubblica opinione sono abituati a giustificare in maniera pericolosissima episodi di violenza non solo sessuale o addirittura femminicidi come l'ultimo al quale abbiamo assistito della povera Giulia ma in generale a violenze di genere. Dunque, di fronte a situazioni del genere occorre interrogarsi come stiamo facendo questa sera e fare sistema. La scuola è parte integrante importante di questo sistema.
Naturalmente ci si interroga sulla probabile probabile lungaggine di de degli iter legislativi, che sicuramente non danno la giusta tutela alle donne o in generale, come ho detto poc'anzi ed è stato detto dalla collega ah la violenza di genere in generale, però quello su cui vorrei porre maggiormente l'accento questa sera è sicuramente il contributo educativo che può dare la scuola e la società in senso più lato.
La scuola, naturalmente, ha il compito di istruire, ma ha altresì il compito di educare.
Ha detto la collega che il Liside è attrezzato, ho visto la bellissima testimonianza delle delle discenti con dei progetti a fare tutto ciò, naturalmente anche il nostro comprensivo si prodiga in tal senso, ma probabilmente non è abbastanza, si può fare di più, sicuramente si può fare di più.
Quello che è la dirigente ci dice spesso quello che io, in qualità di suo collaboratore, dico quando sono chiamato a coordinare a, diciamo a in di da dare indicazioni ai colleghi è quello di concentrarsi sulla relazione sulla relazione educativa, sulla relazione emotiva con i bambini, con i ragazzi con i discenti parlando di ragazzi di età un po' più avanzata e noi abbiamo un comprensivo quindi parliamo di fascia 6 14,
Ecco perché tante volte e vado un attimo in antitesi, ma analizzando in maniera più lata più lata quella che, secondo me, la difficoltà che ha oggi la scuola, spesso si tende di più ad istruire che a formare e questo scollamento credo che sia uno dei tasselli che portano ad una ad una povertà educativa in termini emotivi della società odierna.
Non voglio dilungarmi, avrei preferito e è difficile dare un valore aggiunto a quello che è stato già abbondantemente detto dai correla dai relatori che siedono con me a questo tavolo e che saluto e ringrazio, vorrei solamente concludere dicendo che sostanzialmente l'optimum a cui deve tendere la scuola e cercare di formare innanzitutto l'uomo prima che il discente quindi soffermarsi.
Ripeto sulla cura emotiva piuttosto che sulla formazione,
Penso che anche la prevenzione non sia importante, magari far decollare dei progetti proprio che vadano in questa direzione.
Eh, grazie al professor Faraldi, adesso un altro momento di riflessione, con una poesia che veramente una lettera scritta da un uomo che immagina, cioè ragiona come se fosse una donna, questa poesia lettera a me stessa si chiama, così sarà letta dalla nostra Maria alla terza che la segretaria del nostro Centro ascolto.
Buonasera questa lettera, ho sentito la lettera a me stessa.
Ci sono persone che nascono crescono, vivono una lunga vita, si sposano, hanno dei figli, lavorano, hanno dei nipoti, hanno una vita apparentemente serena, vanno a mangiare la pizza, il sabato guardano la partita, vedono serie televisive partoriscono, vanno ai compleanni dei nipoti, dei cugini, dei parenti, per dovere, si deve fare, vivono una libertà apparente dal dal partner che per potersi vedere concedere un po' di libertà effimera sottostanno a tutto. Hanno una vita programmata, programmata da altri, condizionata dal dovere inculcata da quella cultura, a volte maschilista ignorante, che camuffa il bene con il possesso sia di mia proprietà e fai quello che io voglio sentendo. Ti sempre incolpa per quello sguardo quella parola, quella frase, condizionata dalle frustrazioni delle amiche parenti conoscenti, non scevra di pregiudizio, ti senti sempre inadeguata, sporca fuori luogo che hanno per anni oppressa, facendoti sentire sporca, magari con un partner che nella sua ignoranza culturale gretta maligna, dipingendosi come pecora nell'intimo delle mura domestiche e tutt'altro e tu ti sei sempre sentita inferiore allo iniziata da un buonismo effimero sprezzante di chi ti voleva sono manipolare questo tu lo sai lo sai bene perché lo vivi lo vidi sulla tua pelle lo vive quotidianamente ogni momento, se così è stato bravo, indicizzati come quella che avrebbe sbagliato come tutte, come tua mamma, quante volte lo hai sentito, quante volte di fronte ai tuoi figli ti se sentite dire ciò quante volte tua figlia ti ha detto ciò, quante volte tale madre, tale figlia che lo abbandonerà, come lei te, ne andrai come lei e Tulli ti affaticarvi per dimostrare che non era così, tu non sei così ti caricavano di un peso non tuo era una strategia per controllarti, per non farti prendere il volo pronto a metterti alla gogna, alla gogna, con chiunque con i figli, con i conoscenti, con i parenti con il mondo, scatenando in The negli altri tutto il male coinvolgendo gli affetti più cari contro di te, screditando ed in tutti i modi in modo subdolo passivo. I tuoi cari pensano che santo uomo le da tutto quello che vuole grande lavoratore, taciturno passivo, ma tu sai quello che gli altri non immagino neanche non si accorgono, fanno finta di non accorgersene quella reazione esagerata verso i suoi più cari e lui li calmo sereno, che dimostra che se i sterica pazza la sbagliata, la sopporto quasi con patiscono lui la tua rabbia, sale comprensibile, non puoi parlare, non ti crederebbero credi che non ti crederebbero lui è stato bravo, ti ha fatto credere ciò e sai che se parli e vorresti farlo lui a casa te lo farebbe pagare tua figlia della farebbe pagare dovresti dire bugie per non uscire bugie, per non fare delle cose bugie per non rispondere al telefono, dire bugie, cosa che ti hanno sempre detto che non si dicono perché lui è sincero e la sincerità e la base del rapporto bisogna sempre dire la verità, come quella verità sul livido, la verità su quei graffi devi essere sincera, non sai cos'è più la sincerità, dov'è la verità se confusa la tua parola d'ordine non lo so, è vero, non lo sai più, ma tanto non ti crederebbe nessuno e di poco più di un adolescente era arrabbiata ed arrabbiata con il mondo, ti sei invaghita di uno sciacallo. Tu sai cosa ha combinato il tuo fisico e alla tua anima, non potevi dirlo a nessuno, nessuno sapevi la risposta che ci avrebbero dato e Risola dove dividere essere felice, ti sei convinta che quella era la felicità, se ne prendevi tele meritavi, erano giuste, era la punizione che ti meritavi, dovevi mentire di quel livido sul braccio di quei graffi sulle braccia di quello escoriazione e chissà quante volte è successo, ma va bene. Mele, merito, sono giuste Mele, merito tua, figlia della cognizione giusta. Me lo merito mi deve punire, mi deve controllare, sono sbagliata.
Non lo ha mai detto a nessuno, neanche a me, ma sa chi sono e sai quanto comprendo gli animi delle persone ti leggo dentro, ti leggo con il cuore la sofferenza, la percepisco in modo coinvolgente come con nessuno, non fatte altre colpe con me. Non è mai palesato di sofferenza, forse perché non volevi provocare una reazione, forse perché non vuole evitarmi preoccupazioni, so solamente che ti amo.
È bellissima questa poesia, una lettera e l'autore è qui presente il dottor Giuseppe Romanelli e lo psicologo del nostro centro, ascolto uno degli psicologi, perché abbiamo appunto una, diciamo un pool, io so dire un pool.
Di psicologi volontari che mettono a disposizione la loro competenza, la loro sensibilità e il loro desiderio di di aiutare il prossimo e in questo caso appunto, le donne attraverso la cura dell'uomo passo quindi la parola al dottor Romanelli, che in breve ci spiegherà quello che è il percorso che l'uomo maltrattante fa appunto in cum buonasera. Come ha detto il nostro Presidente, io sono uno dei tanti psicologi che,
Fra presta servizio presso il comma io vorrei fare degli spunti e delle premesse, sarò brevissimo.
Essenzialmente alla nostra utenza, utenza che viene da un circuito penale, quindi questo vi fa capire che inizialmente non hanno una motivazione intrinseca al cambiamento, anzi, inizialmente molte di queste persone credono di essere loro stessi essere, tra diciamo, stati maltrattati dal circuito penale, quindi la prima parte che è l'accoglienza la parte più dura per noi.
La parte più dura, quella dell'accoglienza, far comprendere che quello che è stata una sentenza di un giudice non è solamente una sentenza, ma è un comportamento, la seconda fase, quella più diciamo.
Come dire migliore per noi è quella consapevolezza quando la persona inizia a prendere consapevolezza del male che ha fatto, e la terza fase è la rieducazione,
Faccio questa grande premessa perché perché?
Un altro dato fondamentale che è l'utenza almeno quello che abbiamo in questo momento, va dai 50 agli 84 anni, che cosa significa, questo significa che queste persone vengono da lunghe convivenze o matrimoni ventennali?
E quindi ci fa capire che la donna, nello specifico, ha dovuto sopportare per tanto tempo.
Determinati comportamenti, ecco perché il reo uso, questa parola ha difficoltà a comprendere come mai e questo ci fa capire quando il numero oscuro, cioè praticamente i delitti commessi e non denunciati e per quanto tempo le persone sopportano determinati comportamenti, ecco perché, quando parlava il dottor Riondino di prevenzione, la professoressa dei programmi di prevenzione e tutto il resto quando arrivano da noi già hanno fatto un percorso e hanno consumato anni e anni di.
Sofferenze che hanno dato le loro partner, quindi il nostro accenno ai dati che stiamo raccogliendo, che sono significativi, ci devono servire sì, per rieducare, sì per rieducare, ma soprattutto questi dati sono spaventosi significa che.
Molte coppie oggi, da quello che poi scaturisce quella lettera.
E ha un percorso lungo lungo e il reo, la persona maltrattante non è che nasce maltrattante, ma è un'evoluzione nel salire nell'escalation della violenza psicologica, perché la violenza psicologica e una delle più subdole, perché laddove c'è una violenza fisica,
È più facile e più facile si vede l'amica, la conoscente potrebbe, ma nella violenza psicologica è soprattutto uno dei fattori fondamentali e quella economica.
Quindi l'evoluzione della donna lo dicevano tutti quanti, anche nel nell'avere un uno sviluppo lavorativo, fa sì che queste micro violenze all'interno che sono sopportate no, se, se oggi sopporto a domani, sopportava a più 1 dopodomani a più 2, dopodomani a più 3, finché la soglia della sofferenza della sopportazione è talmente alta che diventa la normalità all'interno di un contesto familiare, questo è uno spunto di riflessione nei dati che stiamo raccogliendo ci danno ragione per cui, quando sento prevenzione, è quella che dobbiamo fare, la prevenzione sia nel comportamento e nella educazione del maschio fin da piccolo fino dalle scuole elementari,
Fin dalle scuole elementari, ma soprattutto in quegli indicatori, nelle donne, nelle bambine, quegli indicatori che quel ragazzetto che fa il bullo per fare il bello.
Probabilmente domani quei comportamenti li farà con la sua ragazza, questo è uno degli spunti di riflessione che noi dobbiamo cogliere e soprattutto fare come stanno facendo una serie di progetti per diciamo che devono mirare a sia educare il maschio che educare la donna, perché anche la donna e le prime avvisaglie alle prime avvisaglie tu sei mia tu sei la mia ragazza,
E questa la dice tutta, sta parola, poi ci sono parecchie ragazze, no.
La mia ragazza, cioè possesso.
È possesso, e questo è il punto fondamentale, sottende tanto, e anche al femminile, se il mio ragazzo.
Ok e nel lessico comune, però andiamo oltre, andiamo oltre, due persone, stanno insieme e si cercano e si vogliono tutti i giorni, non sei mio o sei mia.
Questo è il punto di riflessione che noi stiamo lavorando e cerchiamo di fare il meglio, grazie.
Grazie mille per questa esaustiva quanto breve relazione, che però ha toccato, diciamo i punti fondamentali della problematica e abbiamo anche, cioè hai parlato anche fatto riferimento ad un aspetto penale e qui presente De incomba, una delle socie fondatrici, l'avvocato Rosaria Trani, avvocato penalista in Taranto a cui passo la parola.
Grazie Stefania. Allora sì, è vero, a me capita invece di difendere più giovani, ecco più giovani ragazzi, 2022 anni che maltrattano i genitori o che maltrattano le compagne, però devo dire che sono state le sia le compagnie che i genitori hanno voluto affrontare questo problema e sono stati denunciati. Diciamo che i reati di violenza sono un fenomeno atavico e non conoscono la differenza, sia per grado di cultura sia per tipo di ambiente sociale, geografico, età. Diciamo che noi non abbiamo un identikit del maltrattante perché, anche se commettono dei reati in serie, non è considerato un seriale. Quindi non abbiamo un identikit di questi. In Italia, purtroppo, in riferimento alla legislazione contro la violenza contro il reato di genere, è partita molto tardi. Basti pensare che nel 1981 c'era il matrimonio riparatore, quindi, dopo una violenza sessuale, poteva esserci il matrimonio. In sostanza diciamo che uno stupro cancellato con il matrimonio è ancora andiamo oltre anno 1996. Finalmente la violenza contro le donne passa da reato contro la moralità al reato contro la persona, per cui diciamo che l'Italia è partita tardi e come sono, poi è partita tardi anche la prevenzione. Infatti, il legislatore nel 2015, con riferimento ai programmi dell'Unione europea, ha cercato di tutelare la vittima è oltre nel 2019, nasce il codice rosso, il quale dovrebbe garantire, anche se per molti è stato un fallimento, ma per alcuni punti, perché il codice rosso ci dà la celerità dei processi. La priorità ci dà dei magistrati specializzati, ci dà delle garanzie a tutela della vittima perché è stato inserito il reato di stalking, che è un 612 bis. Poi ci dà anche il dispositivo elettronico affinché non vengano avvicinandosi, possano avvicinatevi alle vittime le distanze, la possibilità anche di intercettare le telefonate e l'arresto in flagranza cosa e come ha poi ci ha dato anche il re repairs porn che un 612 ter del codice penale è introdotto anche il reato della deformazione dell'aspetto. Quindi un reato a parte quelli che cercano di che buttano l'acido, mentre prima rientrava in una lesione con aggravanti invece invece un reato. A parte le pene e si sono inasprite tantissimo, ma dall'ultimo fatto episodio che è successo diciamo che vogliono Rifit rivisitarlo. Infatti c'è stato quel decreto legge Roccella dove ha rafforzato, diciamo, il codice rosso dove ci deve essere l'obbligatorietà della preparazione innanzitutto delle forze dell'ordine perché recepiscono la querela e anziché trasmetterla entro tre giorni alla procura immediata. Deve essere immediato. Deve essere sentita la parte offesa, poi ci deve, quindi ci vuole una preparazione sia per la magistratura, ma devo dire che a Taranto la procura ci sono dei magistrati che fanno soltanto questo, in linea di massima, perché poi chiaramente non puoi anche trascurare gli altri reati, quindi ci vorrebbe non solo la formazione del personale, ma anche personale in più. In aggiunta il dispositivo elettronico. Ormai lo abbiamo per molti tipi di reati. La priorità nel fermo e nell'arresto e soprattutto la certezza dei tempi del processo, perché col codice rosso è vero che avevano la priorità, ma entro due anni venivano fatti dei processi. Io ne posso parlare perché mi sono ritrovata ad essere sia il difensore dell'uomo maltrattante, però gli è capitato anche di difendere delle donne che erano state maltrattate e poi ci hanno inserito in questo nella nuova in questo decreto la possibilità delle vittime in difficoltà economica, che sono in difficoltà economica di tutelarle e soprattutto la necessità di una prevenzione che è vero che, come ha detto la Preside, deve partire dal.
Deve partire anche dalla scuola, ma soprattutto dalla famiglia. Quindi decido si perderebbero organizzare degli incontri sia con i ragazzi ma almeno mensilmente, anche con i familiari, perché se poi il ragazzo rientra e vedo una violenza all'interno della famiglia, non è neanche facile ribellarsi. Questo centro pullman da noi è nato, sono nati tardi. Il primo è nato a Firenze nel 1990 è stato il primo noi invece, dopo tanti anni siamo riusciti a crearlo qui a Taranto. Non è facile perché, come ha detto il dottore, lo psicologo qui arrivano soltanto difficilmente vengono di spontanea volontà per, diciamo, per un autocontrollo, nel gestire la rabbia nei difficile. Ecco perché ci vuole molta prevenzione affinché, rendendosene conto, possono venire personalmente rendendosi conto che non solo ci vuole anche l'aiuto delle donne, perché io in studio ho avuto anche mogli che, dopo che hanno denunciato i mariti, sono venuto in studio da me, non hanno preso il difensore e hanno detto guarda, io voglio che esca da questo circuito o che mi dia la separazione oppure dato che abbiamo bambini piccoli che cambi vi dia una mano. Mi aiuti quindi davanti anche al magistrato. Loro hanno dichiarato questo consapevoli, non per paura, dove hanno avuto chiaramente una detenzione domiciliare con braccialetto elettronico in un luogo diverso e hanno fatto un percorso. Io, infatti, se dovesse essere organizzato a Taranto, uno di questi lo vorrò portare come testimoni per tutto il recupero che ha fatto, dove ha avuto anche siamo passati poi, ovviamente come definitivo del tribunale di sorveglianza, con una relazione eccellente. Sia da lì che dal tribunale per i minorenni che lo ha seguito, essendoci dei due figli minori. Quindi io credo che attualmente bisognerebbe lavorare proprio su questo. Per fermare la violenza sulla prevenzione, che deve partire dalle scuole primarie, deve partire e anche istruire le bambine, come ho detto e mi rivolgo al lo psicologo da piccole per rendersi conto perché i segnali ci sono, quindi bisogna fare tanta prevenzione. Quindi centri non soltanto devono essere sovvenzionati dalle regioni e dello Stato per formare e soprattutto il personale, ma vi dico anche nelle forze dell'ordine, perché a volte vengono trascurati. Ci sono alcuni che seguono il protocollo e tutto alcuni, invece mi è capitato di entrare con una donna Lessio con una lesione ho aspettato quattro ore per formulare la querela. Non dico chiaramente per noi il nome di niente e di nessuno e non soltanto mia. Vi presento pure dinanzi ai dovete aspettare, tanto lo faccia lei, avvocato, no, detto, io non lo faccio perché io se esco e vi incontro il marito e ci spero tutte e due io da quando mi muovo la querela deve partire da qua e quindi questo prevenzione e soprattutto formazione come stanno anche nei Paesi del nord Europa, dove diciamo che se il numero dei femminicidi elevato anche perché denunciano di più rispetto a l'al sodo rispetto all'Italia, concludo così.
Quindi diciamo che la parola d'ordine stasera può essere cambiamento, no, cioè dobbiamo cercare mirare di appunto fermare il fenomeno della violenza grazie al cambiamento, perché la donna che subisce violenza poi chiaramente una donna che torna a casa, dove c'è quell'uomo che continua a fare violenza per cui se quello non viene sottoposto ad un percorso di recupero,
Affinché capisca disvalore del proprio agire violento e quindi ponga in atto il cambiamento, la ASL, la situazione di violenza purtroppo continuo e siamo arrivati mi permetterà significa.
Volevo sottolineare l'importanza della prevenzione nella fase di informazione, ma non deve riguardare soltanto l'attenzione alle bambini, all'interno della famiglia e della scuola. Io porrei l'accento di più sui bambini, a volte le mamme non si rendono conto che è in casa. Il bambino sta crescendo con lo stesso modello messo in atto dal Papa genitore B e forse parte prevalentemente da noi, mamme. Lo parlo da mamma e parlo poi da insegnante, perché ascolto molto i ragazzi in classe Guà ascolto molto più i ragazzi delle ragazze perché forse le ragazze ormai sono state se notevolmente sensibilizzate. È vero, ancora, c'è tanta strada da fare sempre per andare a smontare questi famosi stereotipi, ma sui ragazzi si interviene molto poco ancora. Noi donne mamme, tendiamo a non intervenire sul figlio maschio, è importantissimo in casa i bambini, i maschietti, i ragazzini hanno comportamenti di violenza psicologica, è discriminante nei confronti delle stesse sorelle.
Nei confronti delle stesse non nei confronti delle stesse mamme delle zie, quindi la famiglia, che purtroppo è sotto accusa anche per tante motivazioni, la quindi la donna è prima di tutto mamma. Ancora non dimentichiamo che abbiamo un ruolo di mamma ancora presente nella nostra famiglia italiana e quindi è molto. È molto importante che la donna si ricordi di essere madri di un geni di un figlio maschio che deve immettere nella società. Questo lo dimentichiamo. Spesso tendiamo sempre agire sul lato della della bambina, della ragazzina che deve essere consapevole, che deve avere a che che deve e deve individuare le bandiere rosse, ma individuiamo neanche del figlio maschio, le bandiere rosse, noi giustifichiamo sempre.
Per questo la gomma prende in carico all'uomo.
Per concludere,
Allora siamo arrivati alla fine del nostro percorso prima dei saluti istituzionali del nostro Sindaco che ci ha raggiunti, c'è un ultimo momento musicale che la nostra Letizia Fumarola, appunto ci canterà un canto inglese e però prima ci sarà la traduzione da parte della dottoressa Latanza.
Allora, fidanzati pensano che tu sia facile, ti danno per scontata, non stanno che ti stanno solo fraintendendo, tu tu ci si è tornata di nuovo indebolita quando ti trovi dentro la relazione, lui inizia a bere di nascosto, diventa difficile sapere cosa sta pensando, tu adori uno sciocco che sa come entrati nella pelle tu apri ancora la porta, non si più vicino a lui ora, se a metà strada verso casa ti chiama solo quando non vuole stare da solo e tu vai perché non lo sai, fidanzati stanno solo fingendo, non ti dicono dove vanno e sai che i giochi non finiscono mai tu già sui con lui mentre rimane in un sogno a occhi aperti. Tu ti senti una sciocca e ci torni di nuovo Degrassi-Gherghetta.
Paese.
Smells.
Azzerata, scusate.
Sì.
Il.
Oserei.
Scusate,
Impedimenti qui sbaglio.
Dulcis in fundo, il Sindaco di San Giorgio, qui presente, che ci ha deliziati dalla sua preziosa presenza, ci vuole riassumere in breve fare un suo intervento, grazie Presidente, io la ringrazio per aver voluto organizzare qui a San Giorgio in questo momento,
Davvero ci.
Ci onora della sua presenza insieme a quella di tutti gli altri relatori, ringrazio lei e l'Assessore ai Servizi Sociali Castellano che ha fortemente voluto questo, questo momento di confronto di questo dibattito.
E anche, come dire di ascolto, di non solo delle delle relazioni dei di coloro che hanno parlato prima di me, ma anche di qualche momento lieto musicale, come quello che abbiamo appena.
Ha ascoltato, al netto della delle mozioni della della nostra carissima Letizia, io.
Quindi, dopo i ringraziamenti ovviamente saluto tutti tutti coloro che sono presenti, so che ci sono rappresentanti di diversi istituti scolastici, oltre alla alla preside che ha parlato prima, non sono come dire, un esperto, quindi non entrerei nel merito delle questioni se non come ascoltatore e soprattutto come ascoltatore interessato visto che mi trovo dalla come come dire sulla sedia degli imputati tra virgolette insieme a tutti gli altri gli altri maschi uomini che sono qui presenti.
Però in questi giorni mi ha colpito perché ieri c'è stato a Milano un forum a cui hanno partecipato tante donne che ce l'hanno fatta, il Forum tenuto da Repubblica era il titolo era closing del gender gap.
È tra le tante donne che hanno partecipato donne che hanno ruoli straordinariamente importante all'interno della nostra della comunità nazionale, la il, l'intervento che mi ha più colpito è stato quello della della Presidente della prima Presidente della Corte costituzionale.
Il già ministro Marta Cartabia.
E io mi limiterei a fare alcuni passaggi dell'intervento della del presidente Cartabia, che credo che, in quanto donna, in quanto donna delle istituzioni, in quanto donna che rappresenta e ha rappresentato massimamente alle istituzioni fino ad avere un ruolo straordinariamente importante di Presidente della Corte costituzionale ha detto delle cose che mi hanno molto colpito e che mi mi limiterei a come dire ad accennare qui questa sera. Intanto ha parlato dell'articolo 3 della Costituzione italiana e diceva che, a differenza di altre Costituzioni, il nostro, la nostra Costituzione non solo enuncia la parità di genere all'articolo 3, ma impegna la Repubblica realizzare la parità di genere, quindi tutte le istituzioni repubblicane, a partire ovviamente dal Governo nazionale fino alle ultime istituzioni, quindi agli enti locali, ma soprattutto, evidentemente, alle scuole, visto che qui parliamo e siamo all'interno di un di un consesso in cui le scuole sono massimamente rappresentate, hanno il dovere, anzi l'obbligo costituzionale, di garantire di garantire l'eguaglianza di genere e ha fatto un rapido excursus dicendo che non sono bastati 75 anni dalla data di entrata in vigore della nostra Costituzione, perché quel quel principio enunciato che fu che ebbe, come dire la il primo accenno con il voto universale del delle donne, non durante il referendum costituzionale che poi dal quale poi è nata la nostra Costituzione fino ai nostri giorni ancora quella quell'obbligo insito nell'articolo 3 non si è ancora ancora verificato. Ha parlato di.
Problematiche ritardi culturali.
Ha parlato di un'Italia che, nonostante gli indubbi progressi che ha fatto negli ultimi 75 anni, solo nel 2023 ha perso 16 posizioni all'interno di una graduatoria mondiale per quanto riguarda le differenze di genere, quindi, sembrerebbe che, nonostante gli sforzi che si stanno facendo dal punto di vista normativo abbiamo sentito prima l'avvocato che ha detto lei ci ha parlato anche di come il legislatore penale abbia in qualche modo sia intervenuto continua ad intervenire,
Ah, andando a stringere sempre di più le maglie della della giustizia penale intorno a a coloro che si macchiano di questi orribili orribili delitti. Questa parità tarda a venire e a poi focalizzato, insieme alle altre agli altri interventi, uno dei motivi più importanti del del, perché questa parità tarda ad arrivare perché.
È stato detto tra tra le varie cose,
50 anni fa, 40 anni fa,
Le donne che lavoravano in Italia erano più o meno la stessa percentuale che nei Paesi del Nord, va fa, ha parlato della Finlandia e della Norvegia, oggi in Italia lavorano a me non più del 51% delle donne, quindi c'è ancora un 50% del mondo femminile che non ha in età ovviamente lavorativa che non trova lavoro, non ha lavoro, forse non lo cerca anche lì, probabilmente per un gap culturale, perché probabilmente in famiglia il marito non vuole che la moglie vada a lavorare perché dovrebbe badare ai figli, ma molte volte semplicemente perché geloso della moglie vada a lavorare.
E quindi c'è un percorso che ha che passa sicuramente attraverso l'educazione dei figli, all'interno dei figli maschi, all'interno delle famiglie.
Passa attraverso un percorso formativo e quindi un un patto molto stretto fra le famiglie e le scuole, oggi abbiamo avuto un importante momento di confronto con le più alte istituzioni provinciali e c'è stato qui il prefetto, siamo stati a scuola per per parlare di altre problematiche, ma comunque per parlare di un papà, di un patto fra le Istituzioni quindi l'ente locale, la la la, la Prefettura le Forze dell'ordine per per problematiche che riguardano,
Ah no, l'uso degli stupefacenti nel mondo giovanile, però il prefetto ha parlato di un patto, di un rapporto sinergico fra le varie agenzie formative. Quindi credo che anche in questo caso il rapporto fra le istituzioni repubblicane e la famiglia, che sono quindi la scuola, la famiglia, l'ente locale, ma tutte le altre agenzie formative debbano venirsi incontro e confrontarsi sugli stili e sui modelli di di di educazione che bisogna probabilmente proporre ai giovani tutti e soprattutto ai giovani, ai giovani maschi, ai bambini, a che che che sono in famiglie che magari hanno dei comportamenti scorretti, per usare un eufemismo nei confronti delle loro delle loro sorelle.
Io mi fermerei qui cercando semplicemente, ripeto, da da da da da semplice ascoltatore, da semplice ascoltatore Prix fu come dire interessato perché tutto quello che riguarda questa problematica e che riguarda soprattutto il ruolo che che gli uomini, tutti gli uomini, debbono avere anche nel cercare vicendevolmente di quindi di aiutarsi a superare certi stereotipi, non è difficile sentire in consessi lo dico da là,
I maschili anche, come dire, le semplici esternazioni e uso sempre degli eufemismi a proposito del mondo femminile.
Credo che anche lì, forse, una rivisitazione dei comportamenti, anche quando ci si trova solamente fra maschi rispetto ad atteggiamenti.
Sbagliati nei confronti delle donne sarebbe un primo passaggio culturale, un primo momento di cambiamento reale rispetto a delle problematiche che abbiamo visto, soprattutto con gli ultimi episodi più drammatico, quello di Giulia, Cecchetti in hanno così profondamente scosso le coscienze e ci auguriamo che il sacrificio di questa di questa ragazza possa finalmente,
Arrivare cioè essere il punto di partenza verso una una rinascita culturale sociale. Se non ci faccia parlare ancora nei prossimi anni di di di di queste tragedie e, soprattutto, non ci faccia scalare in negativo delle classifiche a cui francamente vorremmo, vorremmo fa fare almeno io torno a ringraziarvi tutti per per il vostro contributo. Ovviamente ringrazio molto lei, Presidente, per per la collaborazione con l'Amministrazione comunale che.
Anche grazie soprattutto alla all'attenzione dell'assessore Castellano, sarà sempre disponibile sempre presente ad accogliere qualunque iniziativa voi vogliate mettere in campo, per queste o per altre, per altre attività che.
Come come come associazione vorrete proporre alla nostra attenzione un saluto a tutte le donne, a tutti, ovviamente anche a tutti gli uomini presenti,
E auguro a tutti una buona serata,
Grazie fumoso grazie all'Assessore Castellano e per averci ospitato per ospitarci, e speriamo di lavorare sempre ancora in sinergia per diciamo trovare una risoluzione in qualche maniera, aiutare le persone chi soffre, perché alla fine di questo si tratta e vorrei dare Bordin, ma abbiamo preparato un piccolo.
Regalo alle signore per le signore presenti, se vi volete avvicinare, in modo che ci salutiamo anche così da vicino fra di noi per la nostra.
No.